CAD

Il CAD, ovvero il Codice dell’Amministrazione Digitale, è il decreto legislativo 7 marzo 2005 numero 82 che costituisce il testo normativo di riferimento per regolare la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana. Entrato in vigore il 1° gennaio 2006, il CAD disciplina i diritti digitali di cittadini e imprese, gli strumenti tecnologici da utilizzare nelle interazioni con la PA, e le modalità di gestione dei documenti informatici. L’obiettivo principale è promuovere l’innovazione digitale, l’efficienza amministrativa e la trasparenza dei servizi pubblici attraverso l’adozione sistematica delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.​

CAD e diritti di cittadinanza digitale

Il CAD stabilisce una serie di diritti fondamentali che garantiscono ai cittadini e alle imprese l’accesso ai servizi pubblici in modalità telematica. Tra questi spicca il diritto all’uso delle tecnologie, che consente a chiunque di utilizzare in modo accessibile ed efficace gli strumenti digitali per relazionarsi con le amministrazioni pubbliche e i gestori di servizi pubblici. Il Codice prevede inoltre il diritto di effettuare pagamenti digitali verso la PA tramite la piattaforma pagoPA, garantendo sicurezza, trasparenza e flessibilità nelle transazioni.​

Il CAD introduce anche il domicilio digitale, un indirizzo di posta elettronica certificata presso cui ricevere comunicazioni ufficiali dalla PA con gli stessi effetti giuridici della raccomandata con ricevuta di ritorno. Per tutelare questi diritti, è stato istituito il Difensore Civico Digitale, figura che raccoglie le segnalazioni di presunte violazioni del CAD e interviene presso le amministrazioni inadempienti per rimuovere gli ostacoli all’esercizio dei diritti digitali. Altri diritti fondamentali includono l’uso della firma digitale per sottoscrivere documenti in modo sicuro e legalmente vincolante, e l’identità digitale tramite SPID per autenticarsi ai servizi online.​

CAD: struttura normativa e attuazione

Il CAD si compone di 102 articoli suddivisi in nove capi che affrontano principi generali, documento informatico e firme elettroniche, formazione e conservazione dei documenti, trasmissione informatica, dati e servizi in rete, sviluppo e riuso di sistemi informatici, regole tecniche e sistema pubblico di connettività. La sua attuazione operativa è affidata all’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), che emana le Linee Guida tecniche per definire standard e requisiti su accessibilità, interoperabilità, sicurezza e qualità dei servizi digitali.​

Il Codice prevede inoltre l’obbligatoria nomina del Responsabile per la Transizione Digitale (RTD) in ogni amministrazione pubblica, figura dirigenziale che coordina la trasformazione digitale dell’ente, garantisce l’implementazione dei servizi pubblici digitali e integra i requisiti di accessibilità nei processi e nelle forniture. Il CAD è stato oggetto di numerosi aggiornamenti nel corso degli anni, tra cui quelli apportati dai decreti legislativi 179/2016 e 217/2017, fino alla versione più recente modificata dal decreto legge 76/2020 convertito in legge 120/2020. Queste revisioni hanno semplificato il linguaggio normativo, sostituito le regole tecniche con linee guida più agili e rafforzato i diritti di cittadinanza digitale per rendere la PA più moderna, efficiente e vicina ai cittadini.​