Plafond IVA
Il plafond IVA è uno strumento fiscale fondamentale per le aziende italiane che operano nel commercio internazionale, soprattutto verso paesi extra UE. Con questa espressione si intende il limite massimo di acquisti di beni e servizi che gli esportatori abituali possono effettuare in regime di esenzione IVA, ovvero senza pagare la relativa imposta. Questo meccanismo, disciplinato dall’articolo 8 del DPR 633/1972 e dal Decreto Legge 746/1983, rappresenta una soluzione concepita per evitare che le aziende esportatrici si trovino costantemente con crediti IVA nei confronti dello Stato, risolvendo il problema della liquidità e facilitando i flussi di cassa. Comprendere il funzionamento del plafond IVA è essenziale per gestire correttamente le operazioni internazionali e rispettare gli obblighi tributari.
Plafond IVA: Chi può utilizzarlo e quali sono i requisiti
Per poter usufruire del plafond IVA, un’azienda deve innanzitutto qualificarsi come “esportatore abituale”. Questo significa che l’ammontare delle esportazioni o delle operazioni assimilate (cessioni intracomunitarie e altre operazioni non imponibili) deve essere superiore al 10% del volume d’affari totale sviluppato nell’anno solare precedente o nei dodici mesi precedenti. Una volta acquisita questa qualifica, l’impresa ha la facoltà di acquistare beni e servizi, nonché di importare, senza applicazione dell’IVA, entro i limiti stabiliti dal plafond IVA.
È importante sottolineare che il plafond IVA si applica a qualsiasi acquisto di beni e servizi, fatta eccezione per terreni e fabbricati, nonché per quei beni esclusi dal diritto alla detrazione dell’IVA o privi del requisito dell’inerenza. Inoltre, l’utilizzo del plafond richiede la compilazione di una dichiarazione d’intento presso i fornitori, documento essenziale per attestare la qualifica di esportatore abituale e per giustificare l’acquisto senza IVA.
Plafond IVA: Le due modalità di calcolo (fisso e mobile)
Il plafond IVA può essere determinato secondo due metodologie distinte, a scelta dell’esportatore abituale. La prima è il plafond fisso o solare, che si calcola sulla base delle operazioni non imponibili registrate nell’anno solare precedente. Ad esempio, se un’azienda ha effettuato esportazioni per 100.000 euro nell’anno 2024, potrà utilizzare un plafond di 100.000 euro nell’anno 2025, indipendentemente dalle esportazioni effettuate nel 2025 stesso.
La seconda modalità è il plafond mobile o mensile, che viene calcolato sulla base delle operazioni non imponibili effettuate nei dodici mesi precedenti e viene aggiornato ogni mese. Questo metodo offre maggiore flessibilità, poiché consente all’esportatore di fruire di un plafond più dinamico e rispondente all’effettivo volume di esportazioni corrente, ma richiede un controllo più assiduo della disponibilità del plafond. La scelta tra i due metodi rimane discrezionale dell’esportatore e può essere modificata all’inizio di ciascun nuovo anno, operando mediante comportamento concludente.
Plafond IVA: Dichiarazione e controlli
La gestione corretta del plafond IVA prevede specifici obblighi dichiarativi. L’esportatore abituale che si avvale della facoltà di effettuare acquisti senza applicazione dell’IVA deve compilare il quadro VC della dichiarazione annuale IVA, indicando la disponibilità del plafond all’inizio dell’anno di riferimento e il metodo adottato per la determinazione dello stesso. Le amministrazioni fiscali, in particolare l’Agenzia delle Entrate, controllano periodicamente il corretto utilizzo del plafond IVA attraverso i dati forniti dai soggetti passivi.
Il superamento del plafond IVA oltre l’ammontare disponibile comporta conseguenze significative: è prevista una sanzione dal 100% al 200% dell’imposta non applicata, pur essendo ammessa la regolarizzazione tramite ravvedimento operoso. Tuttavia, se il superamento avviene a seguito di mancata esportazione da parte del cessionario o del committente, la sanzione si riduce al 50%. Per questo motivo, è fondamentale per le aziende monitorare costantemente il plafond disponibile e verificare che gli acquisti effettuati non lo oltrepassino, evitando così conseguenze fiscali rilevanti.
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