Regime dei minimi
Il regime dei minimi oppure di vantaggio è stato eliminato a fine del 2015. Tuttavia il regime è ancora attivo per le persone che lo stessero già utilizzando fino alla sua scadenza naturale, ovvero fino all’età di 35 anni per gli under 35 e per 5 anni se si è sopra questa soglia d’età.
Nonostante stia sparendo lentamente è comunque interessante capire come funzionava, e funziona per le persone che possono continuare a utilizzarlo.
Quali erano requisiti per il regime dei minimi?
- Volume di ricavi entro il limite dei 30000 euro annui;
- Nessuna cessioni all’esportazione;
- Non avere dipendenti o collaboratori;
- Non erogare utili ad associati in partecipazione con apporto di solo lavoro;
- Nessun acquisto nel triennio precedente beni strumentali per un importo superiore a 150000€.
Chi era escluso dal regime dei minimi?
In base a quanto detto prima i soggetti che non potevano far parte del regime erano:
- I non residenti;
- Chi operava in attività a regime speciale IVA quali editoria, agricoltura, agenzie di viaggi o simili;
- Coloro che partecipavano in società di persone, associazioni tra professionisti, o società a responsabilità limitata in regime di trasparenza fiscale;
- Chi effettuava attività di cessione di immobili ovvero mezzi di trasporto nuovi.
Quali sono i vantaggi?
- IRPEF secca al 20%, come imposta sostitutiva della normale tassazione ad aliquote progressive;
- Esenzione dall’IVA, l’imposta sul valore aggiunto, che non deve essere inserita nella fattura elettronica o normale, né versata al fisco;
- Esonero dall’obbligo delle scritture contabili e degli elenchi clienti e fornitori;
- Deroga della comunicazione annuale IVA.
Fattura elettroniche e il regime dei minimi
Come per altri regimi è necessario inserire una dicitura specifica nella fattura per indicare l’appartenenza a quel regime, e il regime di vantaggio non è l’eccezione alla regola. La dicitura da includere nella fattura è la seguente:
“Operazione ai sensi dell’art. 1, comma 100, della Legge finanziaria 2008”.