Cuneo Fiscale

Il cuneo fiscale è la somma delle imposte (dirette, indirette e contributi previdenziali) che gravano sul costo del lavoro. Questo indicatore funziona per comprendere gli effetti della tassazione sul reddito dei lavoratori, sull’occupazione e il mercato di lavoro, ovvero anche l’elusione e l’evasione fiscale

Cos’è il Cuneo Fiscale?

In altre parole il cuneo fiscale è la differenza tra lo stipendio lordo versato dal datore di lavoro e la busta paga netta incassata dai dipendenti.

Differenza tra cuneo fiscale e costo del lavoro

Il cuneo fiscale rappresenta la differenza tra il reddito lordo percepito dal lavoratore e il reddito netto effettivamente ricevuto dopo le detrazioni fiscali e i contributi previdenziali. Questo concetto evidenzia quanto sia rilevante l’incidenza delle imposte e dei contributi sul reddito del lavoratore. D’altra parte, il costo del lavoro è l’ammontare totale che un datore di lavoro deve sostenere per impiegare un lavoratore. Oltre al salario lordo, questo include anche le tasse e i contributi versati dall’azienda, insieme ad altri oneri come i contributi per la sicurezza sociale e i premi assicurativi. 

In sintesi, mentre il cuneo fiscale riguarda la differenza tra il reddito lordo e netto del lavoratore, il costo del lavoro comprende tutti gli aspetti finanziari legati all’assunzione e al mantenimento di un dipendente da parte dell’azienda.

L’analisi dell’ISTAT

A verifica del gravame su imprese e dipendenti, l’ISTAT ha condotto delle ricerche dalle quali è emerso che nel 2016 il cuneo fiscale era pari al 46,5% del costo del lavoro. Questo vuol dire che a ogni lavoratore rimane poco più della metà dello stipendio in tasca. Tuttavia questo dipende da diverse caratteristiche  il tipo regime al quale si appartiene o la regione dove si vive, per esempio al nord il lavoro a un costo diverso rispetto al sud. 

Per un lavoratore autonomo, un lavoratore professionista e per un lavoratore dipendente il cuneo fiscale è composto dalle stesse tre cose: 

  • IRPEF;
  • Contributi previdenziali;
  • IVA.

Quest’ultima non è compresa per i lavoratori dipendenti. 

La situazione europea

Attualmente, il cuneo fiscale in Italia si attesta al 46,5%, posizionando il paese tra quelli con una delle percentuali più elevate all’interno dell’Unione Europea. La media del cuneo fiscale nell’UE è del 41,3%. Tuttavia, esistono significative disparità tra i diversi paesi europei. Ad esempio, il Belgio registra il cuneo fiscale più alto, con il 52,6%, seguito dalla Germania con il 48,1% e dall’Austria con il 47,8%. Al contrario, i Paesi Bassi presentano un cuneo fiscale inferiore alla media europea, attestandosi intorno al 35,3%. Altri paesi con una percentuale relativamente bassa sono la Polonia, con il 34,8%, e l’Irlanda, con il 34%. 

Questa eterogeneità può influenzare l’occupazione e la competitività economica nei vari paesi membri, e stimola ampi dibattiti su come ridurre il cuneo fiscale per promuovere la crescita economica e l’occupazione.

Taglio del cuneo fiscale

Il taglio del cuneo fiscale può essere interpretato come una riduzione delle imposte sul reddito da lavoro, una diminuzione dei contributi previdenziali versati dai lavoratori o dai datori di lavoro, oppure una combinazione di entrambe le voci. In sostanza, l’obiettivo è comunque quello di incrementare il reddito netto dei lavoratori, fornendo loro una maggiore quantità di denaro in busta paga.

Di seguito vengono illustrate alcune delle principali manovre e leggi adottate per migliorare il taglio del cuneo fiscale:

  • Esonero contributivo: una delle strategie utilizzate per ridurre il cuneo fiscale è l’esonero contributivo, che prevede la diminuzione o l’esenzione dai contributi previdenziali a carico dei lavoratori o dei datori di lavoro. Questo intervento mira a ridurre i costi del lavoro per le imprese e ad aumentare il reddito netto dei lavoratori;
  • Riduzione delle aliquote fiscali: un’altra misura comune per ridurre il cuneo fiscale è la riduzione delle aliquote fiscali sul reddito da lavoro. Questo può avvenire attraverso la diminuzione delle aliquote dell’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) o di altre imposte dirette sul reddito dei lavoratori;
  • Incentivi fiscali: i governi possono introdurre incentivi fiscali per le imprese che assumono nuovo personale o che investono in determinati settori o regioni. Questi incentivi possono prendere la forma di detrazioni fiscali, crediti d’imposta o agevolazioni contributive;
  • Leggi di bilancio: le leggi di bilancio contengono spesso misure mirate a ridurre il cuneo fiscale attraverso tagli alle imposte e ai contributi, o attraverso l’introduzione di nuove detrazioni fiscali per i lavoratori;
  • Politiche per la competitività: politiche volte a migliorare la competitività delle imprese possono indirettamente contribuire a ridurre il cuneo fiscale, ad esempio attraverso investimenti in infrastrutture, formazione professionale o ricerca e sviluppo.