Autofatture
Le autofatture nascono come soluzione per aggiustare situazioni problematiche con un fornitore il quale o non aveva emesso una fattura a seguito di una transazione o aveva commesso qualche errore a cui non aveva posto rimedio. L’emissione di un’autofattura vedeva prestatore e committente come il medesimo soggetto e, ai tempi, determinava anche un possibile controllo da parte del Fisco in quanto non era una situazione normale. Nella pratica, negli anni ‘80, emettere una autofattura assomigliava all’esposizione di una potenziale mancata fatturazione da parte del prestatore.
Il commercio estero era principalmente di merci e queste transitavano regolarmente dalle dogane che provvedevano a emettere bolla doganale con dazi e IVA. Una complessa documentazione fiscale era richiesta per ciascuna transazione internazionale e questo garantiva la corretta emissione di tutti i vari elementi richiesti per l’IVA e per il carico e scarico dei materiali oggetto della transazione.
Con l’avvento della Comunità Europea, la libera circolazione delle merci intraCEE e la crescita delle transazioni internazionali di servizi e beni immateriali nasce per il Fisco l’esigenza di regolamentare e gestire la naturale assenza di documenti doganali, unico elemento che risolveva il tema degli oneri e dell’IVA.
L’Autofattura diventa quindi uno strumento tanto necessario quanto normale e non più elemento che risolve qualche irregolarità.
Sotto il profilo tecnico, l’IVA nel commercio intraCEE va regolarizzato nello stato di destinazione. Le merci provenienti da territori extraCEE sono invece ancora gestite tramite dogana.
Per le operazioni comunitarie si applica quindi il “reverse charge”, ovvero si regolarizza il pagamento dell’IVA nel paese di destinazione e l’importo viene gestito dal committente (l’acquirente) tramite l’emissione di una autofattura. Sotto il profilo fiscale, la compilazione periodica dell’esterometro consentiva al Fisco di conoscere tutte le transazioni con l’estero.
Il VIES
Se da un lato non c’è l’esigenza di transitare per le dogane nel commercio intraCEE, prestatore e committente devono essere registrati nella banca dati europea delle Partite IVA (VIES – VAT Information Exchange System). Il modo più semplice per capire se un soggetto è registrato al VIES è vedere se la sua partita IVA (o l’equivalente estero) ha un prefisso di due lettere corrispondente alla sua nazionalità.
Oltre a questo, se l’attività di esportazione assume una percentuale significativa rispetto al fatturato diventa possibile chiedere il passaggio a “esportatore abituale” ottenendo un regime IVA agevolato.
Cosa cambia con la Fatturazione Elettronica per le Autofatture
Se precedentemente le autofatture e il reverse charge servivano nel commercio intraCEE per regolarizzare l’IVA sui beni e servizi acquistati e ogni attività di import export dava adito alla compilazione dell’esterometro, con la fattura elettronica il Sistema di Interscambio (SdI) è automaticamente interessato dalle fatture emesse verso l’estero (codice destinatario “XXXXXXX”). Lo stesso non si può dire per le fatture in ingresso che ancora sono prodotte dal fornitore estero intraCEE in un formato non compatibile con le specifiche SdI. L’Agenzia delle Entrate nel 2021 produce quindi una serie di indicazioni su come realizzare un diverso tipo di autofatture, chiamata “Integrazione/autofatture per acquisto di beni o servizi esteri”, che nella pratica equivale alla fattura del fornitore estero trasformata in un formato compatibile con SdI e con l’applicazione di IVA. Questo documento viene inviato allo SdI che provvede a registrarlo e a restituirlo come se fosse una fattura ricevuta. Questa regolamentazione entra in vigore nel 2022 e rende l’esterometro non più necessario.
I codici TD delle Autofatture
Dato che la regolamentazione deve prevedere una serie di possibilità, viene introdotto un nuovo parametro per la fattura elettronica che si caratterizza dal prefisso “TD” (Tipo Documento). Tramite questo parametro diventa quindi possibile definire cosa si sta effettivamente sottoponendo allo SdI così che venga interpretato correttamente sotto il profilo fiscale. I codici previsti sono i seguenti:
- TD01 Fattura;
- TD02 Acconto/anticipo su fattura;
- TD03 Acconto/anticipo su parcella;
- TD04 Nota di credito;
- TD05 Nota di debito;
- TD06 Parcella;
- TD07 Fattura semplificata;
- TD08 Nota di credito semplificata;
- TD09 Nota di debito semplificata;
- TD16 Integrazione fattura da reverse charge interno;
- TD17 Integrazione/autofattura per acquisto servizi dall’estero;
- TD18 Integrazione per acquisto di beni intracomunitari;
- TD19 Integrazione/autofattura per acquisto di beni ex art. 17 c.2 D.P.R. 633/72;
- TD20 Autofattura per regolarizzazione e integrazione delle fatture (ex art. 6 commi 8 e 9-bis D.Lgs. 471/97 o art. 46 c.5 D.L. 331/93);
- TD21 Autofattura per splafonamento;
- TD22 Estrazione beni da deposito IVA;
- TD23 Estrazione beni da deposito IVA con versamento dell’IVA;
- TD24 Fattura differita di cui all’art. 21, comma 4, terzo periodo, lett. A), del D.P.R. n. 633/72;
- TD25 Fattura differita di cui all’art. 21, comma 4, terzo periodo, lett. B), del D.P.R. n. 633/72;
- TD26 Cessione di beni ammortizzabili e per passaggi interni (ex art. 36 D.P.R. 633/72);
- TD27 Fattura per autoconsumo o per cessioni gratuite senza rivalsa;
- TD28 Acquisti da San Marino con IVA (fattura cartacea);
Da questi codici si evince come sia stato previsto ogni tipo di documento fiscale, fra cui anche le autofatture per la gestione del reverse charge con gli acquisti dalla UE. Va notato che se un bene arriva da paesi extra UE, sarà premura di chi gestisce il trasporto provvedere alla gestione della bolla doganale e degli oneri per nostro conto, trasmettendo direttamente la documentazione allo SDI come fattura riepilogativa.
Con FatturaPRO.click
Anche la nostra piattaforma, alla luce della nuova regolamentazione basata sui codici TD, si è adattata alla normativa offrendo un nuovo tipo di documento, disponibile sotto la voce “altri documenti” che va sotto il nome di Autofattura. Le opzioni disponibili prevedono l’inserimento dei codici TD interessati e anche le compilazioni automatiche dei campi seguono la natura del documento stesso. Ad esempio le autofatture per regolarizzare un prodotto acquistato in UE hanno la compilazione automatica del destinatario, mentre gli altri campi vanno compilati, incluso quello del documento correlato, ovvero i dati della fattura del fornitore estero. Al termine della compilazione il documento viene inviato allo SdI, che provvede a recapitarcelo come una normale fattura elettronica. Da notare che la piattaforma FatturaPRO.click memorizza solo quest’ultimo documento e non quello creato, che ha il solo scopo di essere inviato allo SdI. Questo evita una errata doppia registrazione contabile.