Paradisi Fiscali nel Mondo: cosa sono e dove sono
Le “zone franche” nel mondo, per i “risparmiatori italiani” (e non solo) stanno diminuendo drasticamente. I paradisi fiscali nel mondo sono sempre meno e tutto questo grazie (o per colpa, dipende dai punti di vista) dell’accordo del Common Reporting standard del 2014. Questo patto ha eliminato il così detto “segreto bancario”, promuovendo lo scambio di informazioni finanziarie fra i governi di ben 52 paesi, diventati, nel 2018, 92. Cerchiamo di capire bene cosa sono i paradisi fiscali e dove si trovano queste oasi di salvezza finanziaria.
Paradisi fiscali nel mondo: cosa sono
Si tratta di paesi all’interno dei quali non esistono particolari regimi fiscali, non si pagano tasse, o comunque la pressione fiscale è bassissima. Inoltre i tassi di deposito negli istituti bancari, sono ridotti ai minimi termini.
Il nome di paradiso fiscale, deriva forse da un’errata traduzione di “Tax Haven”, che più appropriatamente significa “Rifugio Fiscale”. Il concetto rimane come lo stesso. Paesi che attirano importanti somme di capitale in cambio di una tassazione estremamente ridotta.
I paradisi fiscali nel mondo sono anche conosciuti come centri finanziari offshore (OFC), piccole giurisdizioni a bassa tassazione.
Ricorrono ai paradisi fiscali chi vuole godersi felicemente la pensione senza subire drasticamente la pressione fiscale italiana. Orientati a queste soluzioni anche chi vuole crearsi un “gruzzolo” di risparmi. Risparmi faticosamente sudati a forza di emettere fatture elettroniche, risparmiare e tirare avanti il proprio business, motivo per cui, ben intenzionati a non dividere i propri sforzi con lo Stato.
I cambiamenti in seguito al Common Reporting Standard
Tra il 2016 e il 2017 il Common Reporting Standard ha mietuto non poche vittime. Dalla black list uscirono:
- Svizzera
- Cayman
- Ecuador
- Bermuda
- le Isole di Man e Jersey
- Gibilterra
- Mauritius
- Filippine
- Barbados
- Cile
- Dominica
- India
- Niue
- Seychelles
- Uruguay
- Trinidad
- Tobago
- Lichtenstein
- Città del Vaticano
- San MarinoMonteca
- Montecarlo
Hanno manifestato l’intenzione spontanea ad aderire: Andorra, Arabia Saudita, Australia, Bahamas, Belize, Brasile, Brunei, Canada, Cina, Costa Rica, Dar es Salaam, Grenada, Emirati Arabi, Hong Kong, Indonesia, Israele, Giappone, Isole Marshall, Macao, Malesia, Monaco, Nuova Zelanda, Qatar, Russia, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia, Saint Vincent e Grenadines, Samoa, Singapore, Sint Maarten, Turchia.
Molti però non hanno presentato le regolarità in tempo, e pertanto rimangono nella lista dei paesi black listed.
Regimi fiscali e tassazioni nei paradisi fiscali
Esiste ancora una Black list dei paesi offshore. Si dividono a seconda della tipologia di tassazione o regime adottato. I regimi sono:
- Pure Tax Haven – nessuna tassa e assoluto segreto bancario
- No taxation on foreign income – esclusi i redditi esterni dalla tassazione; tassato solo i redditi interni
- Low taxation – tassazioni modeste su qualunque reddito
- Special Taxation – hanno regimi fiscali simili agli altri paesi normali, ma consentono la costituzione di società flessibili.
Quali sono i paradisi fiscali nel mondo che resistono nel 2020?
Riportiamo l’elenco dei paesi offshore redatto e aggiornato dal Ministero dell’Economia e dall’Agenzia delle Entrate, sulla base di quella stilata dall’OCSE:
- Andorra
- Bahamas
- Barbados
- Barbuda
- Brunei
- Gibuti
- Grenada
- Guatemala
- Isole Cook
- Isole Marshall
- Isole Vergini statunitensi
- Kiribati
- Libano
- Liberia
- Liechtenstein
- Macao
- Maldive
- Nauru
- Niue
- Nuova Caledonia
- Oman
- Polinesia francese
- Saint Kitts e Nevis
- Salomone
- Samoa
- Saint Lucia
- Saint Vincent e Grenadine
- Sant’Elena
- Isola di Sark
- Seychelles
- Tonga
- Tuvalu
Altro elenco quello stilato da Ecofin, che riunisce i ministri delle finanze dell’Unione Europea. Elenco aggiornato al 14 novembre 2019 che indica i nuovi paradisi fiscali nel mondo:
- Samoa americane
- Figi
- Guam
- Oman
- Trinidad e Tobago
- Isole Vergini degli Stati Uniti
- Vanuatu
Stati Uniti battono Svizzera
Per la prima volta, dopo molti anni, gli Stati Uniti hanno battuto la Svizzera nel medagliere dei paesi ritenuti i nuovi paradisi fiscali nel mondo. In America infatti vengono messe a disposizione tutta una serie di disposizioni di segretezza e di agevolazioni fiscali per i non residenti che depositano e trasferiscano capitali dall’estero.
Gli Stati Uniti non hanno voluto aderire al Common Reporting Standard (CRS) dell’Ocse, lo scambio globale per lo scambio di informazioni. La notizia è stata diffusa dal Financial Secrecy Index elaborato dal Tax Justice Network.
In particolare lo stato del Delaware mette a disposizione di piccoli e grandi imprenditori, lo strumento della LLC, Limited liabilities company (società a responsabilità limitata). Questa particolare forma societaria permette di ridurre drasticamente il carico fiscale, mantenendo la segretezza sui beneficiari delle attività. Porto sicuro per alcune delle più grandi multinazionali americane, il Delaware elude il fisco in maniera ingegnosa.