Articoli

Benefici della fatturazione elettronica in Italia: a che punto siamo?

La fattura elettronica, ormai, per fortuna, chiamata anche solo fattura per farne riferimento (lasciando in qualche modo indietro i giorni delle domande come: “la fattura te la faccio elettronica o cartacea?”), nel Bel Paese anno dopo anno continua a sconfiggere i luoghi comuni negativi sulla stessa, dettati dai classici “tecnofobici”. Infatti, dalla sua introduzione ufficiale anche a livello B2B nel 2019, l’e-fattura ha raccolto dei risultati molto positivi, i primi evidenziati già dai report del 2020: nei primi cinque mesi di quell’anno sono state inviate oltre 770 milioni di fatture da circa 3,3 milioni di operatori.

In generale, il processo di digitalizzazione nel paese, tante volte rifiutato da una grande parte della popolazione, ha avuto e continua ad avere dei risultati più che positivi sulla vita lavorativa e la quotidianità degli italiani. Allora perché, nonostante i risultati positivi, una gran parte della popolazione prova a rifiutare la digitalizzazione? Non esiste un’unica risposta, ma se analizziamo la questione da una prospettiva storica, possiamo notare dei casi simili che possono essere presi come spunto per comprendere appieno perché continuiamo a respingere qualcosa che di base “ci fa bene”.

Tecnofobia: dovremo avere paura della tecnologia o della paura stessa della tecnologia?

Siamo sempre stati abituati a provare il più possibile ad avere una routine nelle nostre vite, uno status quo tra tutte le componenti che compongono la nostra realtà, sia al nostro lavoro che nella vita privata. La tecnofobia esiste da sempre e continua a influenzare il modo in cui accogliamo le nuove tecnologie. Un esempio emblematico è la prima proiezione cinematografica dei fratelli Lumière, dove gli spettatori, terrorizzati dalla vista di un treno in movimento sullo schermo, fuggirono dalla sala. Oggi, il cinema è una forma di intrattenimento consolidata e apprezzata da tutti.

Questo fenomeno si applica a tutte le nuove tecnologie: non significa che dobbiamo accettare tutto ciecamente, ma è importante affrontare le innovazioni con un ragionamento critico, soprattutto quando possono portare benefici significativi a tutti. La fatturazione elettronica è un chiaro esempio di come la resistenza iniziale possa trasformarsi in accettazione e apprezzamento con il tempo.

I vantaggi della fatturazione elettronica

I dati parlano chiaro. L’introduzione della fatturazione elettronica ha permesso allo stato di incassare oltre 2 miliardi di euro in più di gettito IVA. Inoltre, la digitalizzazione dei processi ha dimostrato la sua efficacia nella lotta contro l’evasione fiscale. Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate (AdE), ha evidenziato come i benefici e i vantaggi derivanti dall’adozione della fatturazione elettronica ammontino a 3,5 miliardi di euro, con un aumento delle imposte dirette di circa 580 milioni di euro.

Benefici della fatturazione elettronica per le imprese e la pubblica amministrazione

La fatturazione elettronica ha portato numerosi benefici, tra cui:

  • Semplificazione fiscale;
  • Riduzione del numero degli adempimenti;
  • Modernizzazione del settore produttivo italiano;
  • Riduzione dei costi amministrativi per le imprese.

Benefici della fatturazione elettronica in Italia a che punto siamo

Un mercato digitale unico

Guardando oltre i confini nazionali, l’obiettivo è realizzare un mercato digitale unico (da cui nascono anche gli sviluppi di Peppol). La fatturazione elettronica è uno degli obiettivi comuni di semplificazione che l’Europa intende raggiungere, promuovendo processi di digital transformation nelle aziende pubbliche e private per ottenere risultati comuni.

Benefici a livello personale e di impresa

La fatturazione elettronica, oltre ai benefici che offre al governo, apporta vantaggi significativi sia a livello personale che aziendale. Le piattaforme di gestione e automazione fiscale, come FatturaPRO.click, hanno svolto un ruolo cruciale nell’aiutare le imprese a gestire le loro fatture in modo efficiente. Queste piattaforme sono dotate di diverse funzionalità che migliorano notevolmente l’operatività aziendale.

Un primo vantaggio è rappresentato dall’emissione automatica delle fatture. Questa funzionalità permette alle aziende di generare fatture elettroniche con pochi clic, riducendo così il tempo necessario e minimizzando gli errori che possono verificarsi nei processi manuali. La rapidità e la precisione nell’emissione delle fatture non solo ottimizzano i processi interni, ma migliorano anche le relazioni con i clienti, che ricevono documenti corretti e tempestivi.

La conservazione digitale delle fatture è un altro aspetto fondamentale. Le piattaforme assicurano che tutte le fatture siano conservate in modo sicuro e accessibile, rispettando le normative fiscali vigenti. Questo elimina il rischio di smarrimento o deterioramento dei documenti cartacei e facilita la gestione delle verifiche fiscali, poiché tutte le informazioni sono facilmente recuperabili in formato digitale.

Inoltre, piattaforme  come FatttiraPRO.click offre l’integrazione con altri software aziendali, consentendo una gestione centralizzata delle operazioni finanziarie. L’integrazione migliora la trasparenza e l’efficienza, poiché tutte le informazioni finanziarie sono disponibili in un unico sistema, riducendo la necessità di inserimenti manuali e diminuendo il rischio di errori. Questo livello di integrazione permette alle aziende di avere una visione complessiva e aggiornata delle proprie finanze, facilitando la pianificazione e il controllo di gestione.

Grazie a questi strumenti, la transizione alla fatturazione elettronica è diventata meno onerosa per le aziende, che riescono così a rimanere competitive e a rispondere rapidamente alle nuove esigenze normative. L’adozione di piattaforme di gestione e automazione fiscale come FatturaPRO.click non solo semplifica i processi amministrativi, ma offre anche un supporto fondamentale per affrontare le sfide di un mercato in continua evoluzione. Dopo un periodo iniziale di scetticismo, i pionieri che hanno abbracciato la fatturazione elettronica hanno dimostrato i vantaggi di questo sistema, convincendo anche i più dubbi. Ora, anche coloro che inizialmente erano incerti sui benefici della fatturazione elettronica non ricordano più le loro riserve iniziali, riconoscendo l’efficienza e i vantaggi che essa porta a livello personale e aziendale.

Se non vuoi trovarti dalla parte delle persone che capiscono solo dopo, puoi rimanere sempre aggiornato consultando le ultime funzioni che FatturaPRO.click può dare alla tua impresa. Mantieniti informato e approfitta delle opportunità che la fatturazione elettronica può offrire per migliorare la gestione e l’efficienza della tua azienda.

Contabilità automatizzata e Automazione fiscale in Italia oggi

Nel panorama aziendale odierno, la contabilità automatizzata e l’automazione fiscale stanno diventando sempre più indispensabili, anche se sono ancora poche le aziende che ne sfruttano appieno i vantaggi. Questi strumenti sono fondamentali per ogni impresa che desideri migliorare l’efficienza, ridurre gli errori e garantire la conformità fiscale. In questo articolo, esploreremo cos’è la contabilità automatizzata, le differenze con l‘automazione fiscale, come si complementano e, per ultimo, perché e come l’intelligenza artificiale (AI) è diventata indispensabile nel mondo del fisco.

Cos’è la Contabilità Automatizzata?

La contabilità automatizzata si riferisce all’uso di software avanzati per automatizzare una vasta gamma di attività contabili. Questo include la registrazione delle transazioni, la generazione di report finanziari, la riconciliazione bancaria e molto altro. In pratica, qualsiasi attività contabile che può essere automatizzata viene gestita da sistemi software, richiedendo poca o nessuna interazione umana.

Differenza tra Contabilità Automatizzata e Automazione Fiscale

La contabilità automatizzata comprende attività come la registrazione delle transazioni, la tenuta dei libri contabili e la generazione di bilanci e report finanziari. L’obiettivo è migliorare l’efficienza operativa, ridurre gli errori umani e fornire informazioni finanziarie in tempo reale. L’automazione fiscale, invece, riguarda specificamente i processi fiscali, come il calcolo delle imposte, l’emissione di documenti fiscali, la conservazione digitale dei documenti e la comunicazione con le autorità fiscali. Il suo obiettivo è assicurare la conformità alle normative fiscali, ridurre il rischio di sanzioni e migliorare la precisione nel calcolo e nella dichiarazione delle imposte.

Come si complementano?

La contabilità automatizzata e l’automazione fiscale sono pezzi della stessa idea di gestione fiscale automatizzata. Insieme, offrono una soluzione integrata che copre tutte le necessità contabili e fiscali di un’azienda, garantendo efficienza e conformità. Mentre la contabilità automatizzata si concentra sull’ottimizzazione delle operazioni contabili quotidiane, l’automazione fiscale assicura che tutte le attività fiscali siano gestite correttamente e in conformità con le leggi vigenti.

Vantaggi di una gestione totalmente automatizzata dell’azienda

  • Efficienza: automatizza le operazioni contabili di routine, riducendo il carico di lavoro manuale;
  • Accuratezza: minimizza gli errori umani, garantendo che i dati contabili siano sempre corretti;
  • Scalabilità: permette di gestire un volume crescente di transazioni senza aumentare il carico di lavoro;
  • Reportistica: fornisce dati finanziari aggiornati per decisioni informate e tempestive.
  • Risparmio di tempo: consente ai dipendenti di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto.

Contabilità Automatizzata

Il ruolo della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale

La digitalizzazione è il processo attraverso il quale i dati e i processi aziendali vengono trasformati in formato digitale. Questo rappresenta il primo passo verso l’automazione, poiché consente di gestire e analizzare grandi quantità di dati in modo efficiente.

L’intelligenza artificiale (AI) invece gioca un ruolo fondamentale nell’automazione dei processi aziendali. Tecnologie come il machine learning e la robotic process automation (RPA) permettono di emulare le azioni umane, migliorando l’efficienza e riducendo gli errori. L’AI è in grado di analizzare grandi volumi di dati per identificare tendenze e comportamenti, prendere decisioni autonome e adattarsi continuamente alle nuove informazioni.

Perché è importante per la PA?

Nel contesto fiscale, l’AI è diventata indispensabile per diverse ragioni. In primo luogo, aumenta la precisione, riducendo gli errori nei calcoli fiscali e nelle dichiarazioni. Inoltre, garantisce che tutte le operazioni fiscali siano conformi alle normative vigenti, migliorando la conformità. L’AI automatizza anche i processi fiscali, liberando risorse umane per attività più strategiche, incrementando così l’efficienza. Infine, l’AI svolge un ruolo cruciale anche nella prevenzione delle frodi, analizzando i dati in tempo reale per identificare potenziali frodi fiscali.

Un sistema fiscale più efficiente e trasparente può incoraggiare le imprese a investire e creare posti di lavoro. Questo può portare a una crescita economica e a un maggiore benessere per tutti i cittadini.

Come utilizzano l’automazione e l’AI le Pubbliche Amministrazioni?

Le pubbliche amministrazioni italiane stanno già utilizzando l’intelligenza artificiale (IA) per l’automazione fiscale in vari modi. L’Agenzia delle Entrate, ad esempio, sfrutta l’IA per automatizzare la verifica delle dichiarazioni dei redditi e identificare potenziali frodi. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sta sviluppando un sistema basato sull’IA per monitorare i flussi finanziari e individuare transazioni sospette. Inoltre, alcune Regioni stanno sperimentando l’uso di chatbot basati sull’IA per fornire assistenza fiscale ai cittadini.

Tuttavia, l’adozione dell’IA nell’automazione fiscale presenta alcune sfide per le pubbliche amministrazioni italiane. I costi di implementazione delle soluzioni basate sull’IA possono essere elevati, soprattutto per le piccole amministrazioni. Esiste anche una mancanza di competenze, poiché potrebbero non esserci abbastanza dipendenti pubblici con le competenze necessarie per sviluppare e gestire sistemi basati sull’IA. Problemi di privacy e sicurezza sono un’altra preoccupazione, poiché è fondamentale garantire la protezione dei dati fiscali dei cittadini quando vengono utilizzati in sistemi basati sull’IA.

Nonostante queste sfide, il governo italiano sta investendo significativamente nello sviluppo e nell’adozione dell’IA nel settore pubblico. Con una pianificazione attenta e un’implementazione efficace, l’IA può aiutare le pubbliche amministrazioni italiane a migliorare l’efficienza, l’accuratezza e la trasparenza del sistema fiscale, apportando benefici sia ai cittadini che alle imprese.

FatturaPRO e l’automazione fiscale per le imprese

FatturaPRO.click utilizza l’automazione fiscale per diventare uno strumento indispensabile per ogni imprenditore e impresa, migliorando l’efficienza e riducendo gli errori nei processi contabili e fiscali. La piattaforma automatizza l’emissione, l’invio e la ricezione delle fatture elettroniche tramite il Sistema di Interscambio (SDI), facilitando il rispetto delle normative fiscali italiane e riducendo il carico amministrativo.

Grazie alla gestione integrata dei documenti, FatturaPRO.click ti permette di scaricare e contabilizzare automaticamente i documenti elettronici, assicurando una registrazione precisa delle transazioni.  La piattaforma offre anche una dashboard, permettendo agli imprenditori di tenere sotto controllo le operazioni in tempo reale. Questo aiuta a identificare rapidamente eventuali problemi e a prendere decisioni informate.

Essendo basata su cloud, FatturaPRO.click garantisce accessibilità da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, facilitando il lavoro remoto e la collaborazione tra consulenti e clienti.  Inoltre la piattaforma può essere integrata con vari sistemi di e-commerce, come WooCommerce e Shopify.

In sintesi, FatturaPRO.click utilizza l’automazione fiscale per semplificare e migliorare la gestione contabile e fiscale delle imprese, rendendola un partner prezioso per imprenditori e aziende di ogni dimensione.

Fattura di un professionista: maestria e valore di un lavoro fatto con passione e competenza

La fattura emessa dai professionisti ricopre un ruolo di primaria importanza nel dimostrare la qualità del lavoro svolto, assumendo una valenza che va ben oltre il mero adempimento di natura fiscale. La fattura di un professionista non è semplice documento contabile, ma costituisce una vera e propria certificazione della professionalità, attraverso la quale è possibile ricostruire in maniera trasparente ed esaustiva l’attività svolta.

Ogni elemento in essa riportato, dalla dettagliata descrizione delle prestazioni rese ai relativi allegati probatori, attesta lo spessore tecnico e l’impegno profuso. Solo una fatturazione particolarmente accurata nei dettagli consente, infatti, di comprendere appieno la complessità del lavoro, le metodologie applicate e i traguardi raggiunti. Ciò valorizza le indubbie competenze maturate dal professionista nello svolgimento del mandato.

La fatturazione elettronica 2024 è ormai valida per tutti i soggetti in regime di vantaggio e forfettario, e ha esteso un sistema oramai collaudato che ha portato significativi benefici in termini di semplificazione e tracciabilità. Questo consente di garantire ancor più trasparenza sulla qualità dei servizi offerti. La fattura emessa dai professionisti costituisce quindi un vero e proprio attestato di professionalità, oltre che un utile strumento a tutela del committente.

Fattura di un professionista: aspetti tecnici le competenze richieste per un lavoro di qualità

La fattura di un professionista rappresenta il documento chiave attraverso il quale si attesta la complessità e la qualità del lavoro svolto. Questa infatti richiede maestria e competenze trasversali per fornire una testimonianza concreta del valore aggiunto generato dal servizio offerto al cliente.

Quando un professionista emette una fattura, non si limita a mera contabilità ma valorizza l’impegno, la dedizione e le abilità messe in campo per portare a termine l’incarico. Ogni voce indicata e ogni dettaglio riportato testimoniano la passione e la professionalità con cui l’attività è stata svolta. La fattura di un professionista, oltre agli aspetti fiscali, assume un significato più ampio divenendo biglietto da visita del lavoro svolto e specchio delle competenze maturate. Per questo richiede una formattazione precisa e curata nei minimi dettagli, in grado di ricostruire in maniera chiara e trasparente le fasi del processo.

Fattura di un professionista

Una corretta fatturazione, infatti, presuppone la puntuale indicazione delle prestazioni rese e relativa articolazione temporale delle attività. Solo attraverso una rendicontazione analitica è possibile ricostruire e far comprendere al cliente l’iter lavorativo seguito e i risultati ottenuti rispetto agli obiettivi prefissati. Assumono particolare importanza gli allegati contenenti la documentazione a supporto delle voci contabilizzate, atta a dimostrare la bontà del lavoro svolto. Tutti questi elementi confluiscono nella fattura formando un quadro esaustivo del servizio fornito, a beneficio della trasparenza nei confronti del committente.

L’introduzione della fatturazione elettronica ha previsto l’obbligo di emettere e ricevere fatture in formato XML. Questo ha comportato la necessità per i professionisti di apprendere e padroneggiare nuove conoscenze informatiche, al fine di emettere documenti digitali conformi alle specifiche tecniche dell’Agenzia delle Entrate. 

Fattura di un libero professionista: Come riconoscere il valore aggiunto di una fattura professionale

La fattura emessa da un libero professionista costituisce quindi un importante biglietto da visita attraverso il quale è possibile riconoscere il valore aggiunto derivante dalla sua opera. Una fattura, infatti, fornisce una rendicontazione dettagliata delle prestazioni rese che va ben oltre il mero adempimento fiscale.

Le fatture opportunamente predisposte mettono in risalto la padronanza delle competenze tecniche maturate dal professionista nonché la cura applicata nello svolgimento del mandato. Ogni voce indicata e documento allegato attestano la passione con cui l’incarico è stato portato a termine, a beneficio del cliente.

Attraverso le Fatture messe a disposizione del committente, quest’ultimo ha la possibilità di verificare in modo trasparente come sono state impiegate le proprie risorse economiche e come queste abbiano contribuito al raggiungimento dei risultati prefissati. La completezza dell’informativa fornita è essenziale affinché il cliente possa apprezzare appieno la professionalità e l’impegno profusi, riconoscendo al libero professionista un valore aggiunto che va al di là della mera prestazione economica. Solo una rendicontazione particolarmente dettagliata ed esaustiva consente, infatti, di ricostruire il percorso lavorativo seguito e i benefici conseguiti.

La fattura di un professionista, nel rispetto degli standard contabili, svolge anche una funzione divulgativa a tutela della trasparenza e della qualità del servizio prestato.

Limiti regime forfettario 2023 e 2024: novità dall’Agenzia delle Entrate

Il regime forfettario rappresenta una delle opzioni fiscali più interessanti per le persone fisiche che svolgono attività d’impresa, arte o professione, nonché per le imprese familiari. Introdotto con la Legge n. 190/2014 e attuato a partire dal 1° gennaio 2015, questo regime ha soppiantato diversi regimi agevolati precedenti, promettendo semplificazioni fiscali e contabili. Tuttavia, per mantenere l’adesione a questo regime, è fondamentale comprendere e rispettare i limiti imposti, soprattutto alla luce delle novità introdotte di recente dall’Agenzia delle Entrate. In questo articolo, esamineremo in dettaglio le caratteristiche del regime forfettario, i requisiti per accedervi e le nuove conseguenze del superamento dei limiti regime forfettario. 

Caratteristiche del regime forfettario

Il regime forfettario offre una serie di benefici fiscali e contabili che lo rendono particolarmente attrattivo. Tra i principali vantaggi vi è l’aliquota fiscale agevolata: un’aliquota unica del 15% sostituisce le tradizionali aliquote progressive dell’IRPEF. Per le nuove attività, inoltre, è prevista un’aliquota ridotta al 5% per i primi cinque anni. Un altro aspetto rilevante è l’esenzione dall’IVA. I contribuenti che adottano questo regime non addebitano l’IVA nelle loro fatture e sono esentati da obblighi IVA come la tenuta dei registri IVA e la liquidazione periodica dell’IVA

Infine, il regime forfettario prevede semplificazioni contabili significative: non è richiesta la contabilità ordinaria, ma solo una contabilità semplificata, con notevole risparmio di tempo e costi amministrativi. Questo non significa che sia il regime ideale per ogni partita IVA, ma ha dei benefici per alcune tipologie di imprenditori (per approfondire maggiormente su tutte le specifiche abbiamo preparato una guida sul regime forfettario nel 2024).

Requisiti di accesso al regime forfettario

Accedere al regime forfettario richiede il rispetto di precisi requisiti. Dal punto di vista soggettivo, possono aderire solo le persone fisiche che svolgono attività d’impresa, arte o professione. Sono invece esclusi tutti i soggetti che si trovino nelle situazioni di seguito indicate:

  • Utilizzo di regimi speciali IVA e di determinazione forfetaria del reddito;
  • Assenza di residenza in Italia, oppure residenza in altro Stato UE/SEE con meno del 75% del reddito complessivo prodotto in Italia;
  • Compimento, in via esclusiva o prevalente, di cessioni di fabbricati o loro porzioni, di terreni edificabili (articolo 10 comma 1 n 8 del DPR n. 633/72) o di mezzi di trasporto nuovi (articolo 53 comma 1 del D.L. n. 331/93);
  • Esercizio di attività d’impresa, arti o professioni e, contemporaneamente all’esercizio di tale attività, partecipazione in società di persone, associazioni o imprese familiari ex articolo 5 del TUIR, nonché controllo, diretto o indiretto, di società a responsabilità limitata (SRL anche trasparenti ex art. 115 o 116 del TUIR) o associazioni in partecipazione, che esercitano attività economiche direttamente o indirettamente riconducibili a quelle svolte dagli esercenti attività d’impresa, arti o professioni;
  • Se l’attività è rivolta principalmente verso datori di lavoro con cui si ha avuto rapporti di lavoro nei due anni precedenti, o verso persone o aziende a loro collegate, non si può aderire al regime forfettario. Fanno eccezione solo coloro che iniziano una nuova attività dopo aver completato il periodo di pratica obbligatoria per esercitare una professione o un’arte;
  • Percezione di redditi di lavoro dipendente e assimilati superiori a 30.000 euro (art. 1 comma 57 lett. d-ter) della L. 190/2014). Ove tale limite sia stato superato, si potrà comunque permanere nel regime se, nell’anno precedente, il rapporto lavorativo è cessato e non risultano instaurati nuovi rapporti, oppure percepiti redditi di pensione (Circolare n. 10/E/2016 § 2.3 Agenzia delle Entrate).

Limiti regime forfettario: conseguenze del superamento dei limiti

Oltre alle condizioni sopra elencate esiste un’altra condizione che esclude un soggetto a essere parte del regime forfettario, nello specifico si tratta dei limiti stringenti ai ricavi e alle spese accessorie quando si è già in regime forfettario, questo significa che anche se si rispettano tutte le condizione per essere forfettari è comunque possibile uscire dal regime anche a causa della quantità di fatturato durante l’anno fiscale

Per l’esattezza se i ricavi o compensi superano €85.000 in un anno fiscale, si passa automaticamente al regime ordinario a partire dall’anno successivo. In caso di superamento della soglia di €100.000, l’uscita dal regime forfettario è immediata nell’anno in corso, con applicazione del regime ordinario. Le recenti precisazioni dell’Agenzia delle Entrate, contenute nella circolare N. 32/E del 5 dicembre 2023, hanno chiarito ulteriormente questo aspetto.

Limiti regime forfettario

Le novità dell’Agenzia delle Entrate: gestione del superamento del limite di €100.000

L’Agenzia delle Entrate ha fornito indicazioni dettagliate per la gestione del superamento della soglia di €100.000. Quando i ricavi superano questa soglia, la fattura che causa il superamento deve includere l’IVA a debito e non è consentito suddividere la fattura per rimanere nel regime forfettario. Tutto il reddito dell’anno corrente viene tassato secondo il regime ordinario, con l’applicazione delle aliquote progressive IRPEF. Inoltre, il contribuente deve ricalcolare le proprie imposte secondo il regime ordinario, tenendo conto delle deduzioni e detrazioni previste dalla normativa fiscale ordinaria.

Un esempio pratico del superamento

Immaginiamo Mario Rossi, un libero professionista che aderisce al regime forfettario. Durante l’anno 2024, Mario prevede di incassare 90.000€, ma a dicembre riceve un incarico urgente che gli frutta ulteriori 15.000€, portando i ricavi annuali a 105.000€, superando così la soglia di 100.000€. Questo superamento comporta l’uscita immediata dal regime forfettario per l’anno in corso. La fattura che causa il superamento deve includere l‘IVA, ad esempio, su 15.000€ si aggiunge un’IVA del 22%, rendendo la fattura totale di 18.300€. Inoltre, tutti i ricavi del 2024 saranno tassati secondo il regime ordinario con le aliquote progressive IRPEF, e Mario dovrà adeguarsi alla contabilità ordinaria per tutto il fatturato creato durante l’anno e non solo la cifra eccedente ai 100.000€. 

Agevolazione del regime forfettario

Il regime forfettario offre un’opportunità notevole per i piccoli imprenditori e professionisti, grazie alle sue semplificazioni fiscali e all’aliquota ridotta. Tuttavia, è fondamentale monitorare attentamente i propri ricavi per evitare il superamento delle soglie critiche che comporterebbero il passaggio al regime ordinario, con conseguenti obblighi fiscali e contabili più onerosi. Le recenti precisazioni dell’Agenzia delle Entrate forniscono un quadro chiaro per la gestione di tali situazioni, permettendo ai contribuenti di prendere decisioni informate e strategiche per la loro attività economica.

Ricevere pagamenti online: Digitalizzare i pagamenti e integrarli nel flusso di fatturazione elettronica

Ricevere pagamenti online oggi risulta essere un processo decisamente più agevole, veloce ed efficace rispetto al passato.

I sistemi per l’acquisizione di pagamenti digitali sono ormai ampiamente collaudati e certificati sotto il profilo della sicurezza. Metodi come carte di credito/debito, carte prepagate, wallet di pagamento e bonifici bancari online consentono di ricevere fondi in tempo reale tramite procedure del tutto Paperless.

Ciò avviene anche grazie all’integrazione dei vari metodi di pagamento all’interno delle moderne piattaforme di e-commerce e, più in generale, dei sistemi di fatturazione elettronica. Il cliente che acquista o riceve una fattura, infatti, oggi può comodamente saldare l’importo dovuto mediante un semplice click direttamente online.

La transazione risulta protetta grazie agli elevati standard di cybersicurezza implementati dai principali fornitori di servizi di pagamento. D’altro canto, l’azienda che emette il prodotto/servizio ha la certezza di incassare l’importo in modo diretto, immediato e documentato elettronicamente.

La digitalizzazione dei flussi finanziari, anche attraverso la loro perfetta integrazione nei processi amministrativi aziendali, ha reso l’incasso tramite pagamenti elettronici una modalità assai più efficace e sicura rispetto al passato da considerarsi ormai indispensabile per ricevere pagamenti in modo rapido, tracciabile e a norma di legge.

Ricevere pagamenti online: in quanti modi è possibile?

Le aziende oggi dispongono di soluzioni evolute che consentono di acquisire pagamenti a mezzo di carte di credito/debito direttamente all’interno del proprio management di fatturazione. I dati della carta vengono criptati secondo gli standard di sicurezza previsti e l’incasso viene registrato in automatico sulla fattura elettronica emessa al cliente. Ciò permette di semplificare la gestione amministrativo-contabile e di avere sempre tracciati i flussi finanziari in entrata.

Un ulteriore metodo diffuso è quello di collegare al sistema di fatturazione elettronica un conto PayPal aziendale, in modo da generare dei link di pagamento sulle fatture per consentire ai clienti di saldare gli importi dovuti comodamente online. Anche in questo caso la Ricevere pagamenti online avviene in modo integrato con l’archivio elettronico delle fatture emesse, garantendo la completa tracciabilità pagamenti.

I tradizionali bonifici bancari, inoltre, possono essere gestiti caricandone automaticamente i dettagli sui documenti contabili digitali, permettendo di mantenere in perfetta sincronia i dati finanziari e amministrativi dell’azienda.

Pertanto, le moderne soluzioni abilitano la digitalizzazione dei pagamenti e il loro inserimento nel flusso di fatturazione elettronica in ottica di semplificazione dei processi e completa tracciabilità delle transazioni.

ricevere pagamenti online

Accettare pagamenti online: la gestione all’interno del processo di fatturazione elettronica

L’accettazione dei pagamenti online all’interno del processo di fatturazione elettronica consente oggi di efficientare sensibilmente tale processo. Le aziende hanno infatti la possibilità di integrare sistemi di pagamento digitale direttamente all’interno del software di fatturazione, in modo da acquisire gli incassi in modo automatizzato e registrarli istantaneamente sulle fatture emesse in formato elettronico.

Quando un cliente visualizza e scarica una fattura su apposita area riservata, ha la chance di saldare l’importo dovuto mediante carta di credito, addebito su conto PayPal o altri wallet di pagamento, tramite appositi banner di collegamento presenti sulla fattura stessa.

La transazione viene quindi processata secondo gli standard di sicurezza previsti e i fondi risultano immediatamente accreditati sul conto dell’emittente, il quale può in tempo reale registrare l’avvenuto incasso nel sistema di fatturazione elettronica.

Questo permette non solo di semplificare le procedure di pagamento per i clienti, dando loro modo di saldare le pendenze direttamente online, ma anche di integrare in maniera sincrona i flussi finanziari con la gestione amministrativa, evitando movimenti manuali di abbinamento tra incassi e fatture.

Si agevola quindi il processo end-to-end di fatturazione, dall’emissione alla Ricevere pagamenti online, con beneficio della completa digitalizzazione e tracciabilità delle informazioni all’interno del sistema centralizzato di fatturazione elettronica.

Come fare soldi partendo da zero: ripartire da capo con il nuovo anno

È indubbio che all’inizio di ogni anno, quando comunemente si traccia il bilancio del precedente periodo e si sceglie quali obiettivi perseguire nei mesi a venire, siano in molti a porsi l’interrogativo su come fare soldi partendo da zero e intraprendere nuove strade lavorative per generare quell’autonomia economica che consenta maggior margine decisionale.

Soprattutto dopo i notevoli stravolgimenti degli ultimi anni, sono sempre più le persone desiderose di trovare il proprio spazio sul mercato del lavoro o di valorizzare talenti e competenze in maniera indipendente e redditizia. C’è voglia di partire da zero e costruire qualcosa di solido e duraturo.

Ecco allora che la ricerca di idee per fare soldi anche senza esperienza o capitale iniziale diventa un topic particolarmente sentito all’inizio di ogni anno, quando fresche di motivi di cambiamento e desiderio di autodeterminazione si annidano nelle menti di molti. Comprenderne le opportunità, anche solo come integrazione del reddito familiare, è quindi una tematica che interessa una platea ampia.

Come fare soldi partendo da zero: alcune idee molto promettenti

Come generare reddito partendo da zero sono possibili diverse idee promettenti che possono essere sviluppate anche con un basso capitale iniziale. Una di queste riguarda la creazione di reddito passivo attraverso la pubblicazione di ebook su store online. Scrivendo un contenuto di valore su un determinato argomento e promuovendolo attraverso i propri canali, è possibile monetizzare le vendite nel tempo senza un costante impegno attivo.

Un’altra opportunità è offrire servizi online come la creazione di siti web, consulenza digitale o corsi online su piattaforme come Udemy. Anche in questo caso, pianificando contenuti formativi di qualità è possibile generare un flusso di entrate ricorrente. Da considerare è anche l’home staging, ovvero il ristrutturare e allestire case altrui per renderle pronte alla vendita. Con una buona organizzazione e capacità di marketing, il giro d’affari può crescere rapidamente.

Altre vie praticabili riguardano il private blogging, il commercio online su Amazon o l’affiliazione per i prodotti altrui. Con costanza e ottimizzazione continua, queste idee possono dimostrarsi valide fonti di reddito aggiuntivo o principale.

Come fare soldi partendo da zero

Come fare soldi online partendo da zero: occhio alla fatturazione e alla corretta contabilità

Generare reddito online partendo da zero comporta alcune accortezze burocratiche da non sottovalutare come la fatturazione e la contabilità.

Se anche con idee creative come ebook, corsi digitali o affiliazione è possibile avviare un’attività senza capitale iniziale, superata una certa soglia di compensi è necessario aprire partita IVA e adempiere agli obblighi di monitoraggio fiscale.

Gestire la contabilità in modo chiaro sin da subito, così come emettere fatture elettroniche secondo lo standard previsto dalla normativa, risulta fondamentale per lavorare in piena regola ed evitare potenziali sanzioni.

Anche chi inizia da zero con piccole prestazioni occasionali dovrebbe informarsi per aprire attività senza soldi ne spese iniziali, ad esempio con il regime forfettario. Solo documentando correttamente entrate e uscite tramite i registri IVA si potrà dimostrare la liceità dell’impresa nel tempo, facendola eventualmente crescere fino a diventarne l’unica fonte di reddito. Attenzione alla fatturazione e alla contabilità appaiono dunque elementi chiave per trasformare un’idea imprenditoriale online in un lavoro duraturo e sicuro anche dal punto di vista amministrativo.

I lavori del futuro trainati dall’innovazione tecnologica e dai nuovi stili di vita

Il mondo del lavoro è in costante evoluzione grazie all’innovazione tecnologica che è motore di progresso e cambiamento. I lavori del futuro legati alla trasformazione digitale emergono continuamente, richiedendo competenze e skill set sempre più sofisticati soprattutto nell’ambito tech.

Per esempio ruoli come Data Scientist, Cloud Engineer, Intelligenza Artificial Specialist, Cybersecurity Expert ai quali si affiancano nuove figure ibride con conoscenze sia informatiche che di altri settori. La romoterapeuta, che usa la tecnologia a supporto del benessere, o l’Agricoltore verticale, esperto di coltivazioni idroponiche e automatizzate.

Anche il mondo dell’imprenditoria, in ottica delle nuove professioni, subisce continui aggiornamenti normativi che definiscono meglio tutele e doveri. Uno di questi è la fatturazione elettronica, obbligatoria per legge dal 1° gennaio 2019 per la maggior parte delle attività economiche al fine di contrastare l’evasione fiscale e rendere più trasparenti i rapporti commerciali.

I professionisti che supportano le imprese in questa transizione offrendo servizi di consulenza fiscale e assistenza per l’adeguamento dei sistemi gestionali sono sempre più richiesti. Così come i liberi professionisti dotati di partita IVA che sfruttano nuovi metodi di fatturazione digitale per offrire prestazioni online.

 

I lavori del futuro emergenti nel campo del digitale

L’evoluzione tecnologica che caratterizza il nostro tempo sta contribuendo all’emergere di nuove figure professionali fortemente legate all’ambito digitale. Secondo recenti analisi condotte da Harvard Business Review e LinkedIn, le professioni in più rapida ascesa includono:

  1. Data Scientist, ovvero esperti nell’estrazione di informazioni preziose dai Big Data, sempre più ricercati dalle aziende per guidare processi decisionali basati sull’analisi dei dati.
  2. Esperti di cybersecurity, per la protezione delle infrastrutture informatiche e dei sistemi da rischi legati alla criminalità online.
  3. Specialisti in Intelligenza Artificiale, per integrare soluzioni di machine learning nei processi aziendali in ottica Industry 4.0.
  4. Figura del Digital Nomad, professionista che sfrutta le potenzialità del secondo lavoro online e del remote working per gestire la propria attività da qualsiasi luogo.
  5. Consulenti di Social Media Management e SEO, per supportare le aziende nella promozione e distribuzione dei propri prodotti/servizi attraverso i nuovi canali digitali.

Queste figure professionali altamente specializzate stanno già rivoluzionando molti ambiti lavorativi e continueranno a essere molto ricercate negli anni a venire, guidando la trasformazione tecnologica in atto. Questi ruoli richiedono una formazione continua per rimanere aggiornati sulle innovazioni in campo digitale, creando ottime opportunità per chi desidera reinventarsi professionalmente.

Molte delle hard e soft skill richieste si apprendono anche tramite corsi online e certificazioni digitali. Un modo accessibile per restare competitivi nel mercato del lavoro in evoluzione. La domanda per queste figure altamente specializzate supera spesso l’offerta, con la possibilità per i professionisti di lavorare anche da remoto per aziende di diversi settori e paesi.

Secondo lavoro online

Lavori del futuro: Nuove esigenze sociali e ambientali

I mutamenti in atto nella nostra società stanno quindi favorendo l’emergere di nuove figure professionali legate a bisogni emergenti quali sostenibilità ambientale e inclusione sociale.

Un ambito in forte espansione è quello della green economy, con profili tanto nel pubblico che nel privato ricercati per progettare soluzioni per l’efficientamento energetico, la produzione da fonti rinnovabili, l’economia circolare. Tecnici esperti nei sistemi di raccolta differenziata, specialisti nella riduzione delle emissioni, responsabili HSE sono alcune delle figure maggiormente richieste.

Anche il mondo del terzo settore offre opportunità di reddito da lavoro autonomo a chi desidera impiegare le proprie competenze in ambito sociale, con il coordinamento di iniziative di inclusione, volontariato, educazione alla cittadinanza globale. Particolarmente dinamico risulta infine il filone della mobilità sostenibile, con esperti nella progettazione di infrastrutture per la micro-mobilità elettrica, nella promozione del car sharing, nello sviluppo di app per l’ottimizzazione dei trasporti locali.

Si prevedono forti sviluppi per questo cluster professionale, trainato dall’attenzione crescente verso modelli economici e stili di vita più rispettosi del pianeta e delle persone. Queste professioni richiedono spesso una formazione specifica nelle scienze ambientali, ingegneria sostenibile, economia circolare e progettazione sociale.

Tuttavia, il settore offre anche opportunità di riqualificazione per chi proviene da altri ambiti disciplinari, grazie a master e corsi di aggiornamento sulle competenze green. Il lavoro in questo ambito può essere svolto sia in forma autonoma, come libero professionista o consulente, sia alle dipendenze di enti pubblici, aziende private sensibili ai temi ESG o terzo settore.

Affiliazioni: contratti, pagamenti e dichiarazione dei redditi nell’attività di affiliante

Le affiliazioni stanno diventando una strategia popolare per guadagnare denaro extra grazie alla promozione di prodotti e servizi online. Secondo una ricerca di Anthropic, nell’ultimo anno il 34% degli influencer ha integrato i propri guadagni proprio con le campagne affiliate.

Questa modalità permette di monetizzare il traffico su blog e canali social indicizzando link sponsorizzati. I pagamenti possono avvenire mediante i più diffusi programmi di commission, come previsto dagli accordi CPA, CPL o revenue sharing. Piattaforme come ShareASale e Rakuten hanno registrato nel 2021 un incremento del 20% nel numero di affiliati attivi a livello globale, segno di come il settore stia beneficiando di una crescita costante.

Per chi desidera apprendere tecniche utili per guadagnare soldi extra online, le affiliazioni rappresentano dunque un’opportunità da considerare. Non richiedono competenze tecniche avanzate ma solo impegno nello studio dei migliori prodotti/servizi su cui piazzare link promozionali, ottimizzazione SEO e abilità nel content marketing.

Con una corretta strategia, diversificando le proposte su più canali digitali da monetizzare, è possibile incrementare nel tempo i propri introiti provenienti dalle partnership commerciali. Questa fonte di reddito complementare si affianca bene ad altre attività digitali volte a integrare il bilancio personale grazie ai guadagni del web.

 

Affiliazioni: quanti e quali contratti prevedono

I contratti per le affiliazioni prevedono diversi modelli remunerativi, regolati in base agli accordi definiti con ciascun merchant od offerente. Le tipologie più diffuse nel panorama dell’economia digitale sono principalmente tre:

  1. CPA (Cost Per Action): in questo modello l’affiliato è ricompensato a ogni conversione o lead generato, ad esempio per una registrazione, un download, un acquisto. Il CPA può essere fisso o variabile in base a determinati parametri.
  2. CPL (Cost Per Lead): simile al CPA ma in questo caso il pagamento avviene per ogni contatto/Lead qualificato consegnato all’offerente.
  3. Revenue sharing: il corrispettivo per l’affiliato è calcolato in percentuale sulle effettive vendite o transazioni realizzate dai clienti acquisiti tramite il link sponsorizzato. La percentuale di revenue share è di solito più bassa rispetto ai modelli CPA/CPL.

Il network di affiliazione, che funge da tramite tra affiliati e marchi promossi, si occupa della liquidazione dei compensi sulla base degli accordi contrattuali siglati. Questi prevedono comunque sempre termini e policy rispetto i tempi di pagamento, esclusioni e penali per assicurare la tutela di entrambe le parti coinvolte nel programma di commission.

Fattura non pagata

Programma affiliazione: la gestione fiscale dei redditi da affiliazione

I redditi derivanti dalle attività di affiliazione rientrano nella categoria dei redditi diversi, assoggettati al regime della fatturazione elettronica e della partita IVA per importi superiori ai 5.000€ annui.

I pagamenti da parte dei network sono solitamente erogati con cadenza mensile e gli importi corrisposti devono essere riportati nella Certificazione Unica che l’affiliato può scaricare dal proprio account.

Annualmente si procede alla dichiarazione dei redditi, includendo gli introiti da affiliazione nel Modello Redditi Persone Fisiche sotto la sezione dedicata ai redditi diversi. L’aliquota IRPEF applicata è del 26%. Eventuali ulteriori fonti di guadagno extra devono essere considerate nel calcolo del reddito complessivo, per non incorrere nel superamento delle soglie di compensi oltre le quali scatta l’obbligo di partita IVA.

Utilizzando il regime forfettario, l’affiliato può detrarre costi e spese sostenute per beneficiare di aliquote agevolate, purché non vengano superati gli 85.000€ annui. La corretta gestione fiscale, supportata da software contabili, come FatturaPRO.click, è fondamentale per la sostenibilità dell’attività di affiliazione nel lungo periodo.

È importante che l’affiliato conservi tutta la documentazione comprovante i pagamenti ricevuti e le spese sostenute, come fatture, scontrini e ricevute, così da poterle esibire in caso di controlli fiscali. Per importi annui di reddito da affiliazione inferiori a 5.000€ non è necessaria la partita IVA ma solo la presentazione di una dichiarazione dei redditi. Alcuni network di affiliazione forniscono ai propri affiliati dei servizi di consulenza fiscale per chiarire eventuali dubbi sulla corretta gestione della documentazione e sugli adempimenti previsti.

Travel influencer: dalla passione per i viaggi al business

I travel influencer stanno vivendo un momento di grande sviluppo e si stanno affermando sempre di più come una vera e propria professione. Negli ultimi anni il numero di questi creator di contenuti a tema viaggi è cresciuto in modo esponenziale, grazie alla diffusione dei social network che hanno permesso a molti di trasformare la propria passione in un lavoro remunerato.

Chi sa costruirsi una fanbase numerosa e affezionata diventa una risorsa preziosa per l’industria del turismo, che vede negli influencer dei moltiplicatori eccezionali per promuovere destinazioni e servizi. Le grandi capacità di engagement dei travel creator sul proprio pubblico attirano così le sponsorship di operatori del settore, portali di prenotazione, strutture ricettive.

Grazie a collaborazioni di questo tipo abbinate ad altre forme di monetizzazione come affiliate marketing o e-commerce, i migliori travel influencer sono oggi in grado di trasformare la condivisione della propria passione per i viaggi in un lavoro a tempo pieno, con guadagni annui anche a sei zeri. Naturalmente è necessario approcciare questa attività in modo strutturato e professionale, curando costantemente community management, strategie social, branding personale.

Ma le potenzialità di guadagno sono evidenti, come dimostrano i casi di successo emersi negli anni, che hanno reso il mestiere di travel influencer ambito e redditizio se svolto con consapevolezza e dedizione.

Travel influencer: Dalla passione per i viaggi alla community online

I travel influencer hanno saputo trasformare la propria passione per i viaggi in una community altamente coinvolta sui social media. Queste figure hanno origine dalla propensione personale alla scoperta di nuove culture e mete turistiche, spesso radicate fin dalla giovane età. Grazie alle potenzialità del digital marketing e in particolare alle piattaforme di social network più diffuse come Instagram e YouTube, i travel influencer hanno iniziato a condividere online le proprie experience di viaggio attraverso racconti, fotografie e video originali.

Nel tempo, la qualità e l’autenticità dei contenuti prodotti ha permesso di fidelizzare un pubblico sempre più ampio di appassionati, desiderosi di ricevere spunti, consigli e ispirazioni per programmare le proprie vacanze. Gli algoritmi di engagement tipici dei social media hanno poi avviato dei processi di viralità che hanno fatto espandere esponenzialmente le dimensioni di queste nicchie tematiche di viaggiatori. Oggi è possibile reperire dettagliate metriche sull’audience raggiunta, analizzando i canonici key performance indicators (KPI) di ciascuna piattaforma: follower, interazioni, tassi di crescita confermano l’alto livello di coinvolgimento raggiunto da taluni esperti di settore.

Grazie all’autorevolezza guadagnata nel tempo nel proprio segmento e alla mole di contenuti geo-taggati pubblicati, i travel influencer sono ormai considerati a tutti gli effetti dei punto di riferimento del travel content marketing online.

Governata da algoritmi di machine learning basati su big data derivanti dalle interazioni degli utenti, l’architettura tecnologica dei social media favorisce la viralità di contenuti autentici e di valore come quelli prodotti dai travel influencer. Monitorando le performance tramite analisi avanzate dei dati quantitativi e qualitativi su engagement, demografiche del pubblico e competitors di settore, i travel influencer ottimizzano costantemente la propria strategia di content creation.

Costantemente aggiornati sulle nuove tendenze del digital travel marketing e sull’evoluzione delle piattaforme, i travel influencer sanno adattare il proprio storytelling alle preferenze di fruizione dei consumatori mantenendo altamente performanti i propri canali.

Secondo lavoro online

Travel influencers: Come trasformare la passione per i viaggi in un lavoro

I travel influencer più esperti hanno quindi saputo monetizzare la propria attività sui social media, trasformando la passione per i viaggi nella loro professione. Quando si raggiunge una fanbase considerevole, di solito stimabile in decine di migliaia di follower attivi, diventa infatti possibile attirare l’interesse di brand del settore turistico.

Le aziende di questo comparto operano oggi attraverso sofisticate strategie di influencer marketing, identificando sul mercato creator di contenuti verticali come i travel influencer, per veicolare campagne pubblicitarie geo-localizzate. Questi ultimi possono collaborare in diverse forme: produzione di branded content patrocinati su commissione, partecipazione come ambassador a fiere ed eventi, affiliazioni commerciali con codici sconto.

Tra i network di macro-influencer più attivi in questo ambito vi sono sicuramente Webfluence per il mercato italiano e Mediakix a livello internazionale. Entrambi mettono in contatto agenzie e brand con talent certificati, fornendo reportistica dettagliata sulle performance. Come sottolineato da Midia Research, anche TikTok sta diventando una piattaforma sempre più redditizia per il travel content, grazie alla possibilità di guadagnare con i Live e le dirette sponsorizzate.

Reddito da lavoro autonomo: esercizio abituale ed esclusivo di attività

Il reddito da lavoro autonomo riveste un’importanza significativa nell’ambito del sistema dei redditi in Italia.

I soggetti che percepiscono redditi di questo tipo, svolgendo la propria attività in forma autonoma, costituiscono una categoria consistente dal punto di vista economico e occupazionale. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate, oltre 4 milioni di Partite IVA sono riconducibili proprio a persone fisiche che esercitano lavori autonomi come liberi professionisti, artigiani, commercianti e agenti di commercio.

In termini di gettito fiscale, i redditi d’impresa e di lavoro autonomo generano ogni anno decine di miliardi di euro di imposte sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e sul valore aggiunto (IVA). La classificazione e la corretta qualificazione di questi redditi riveste inoltre un ruolo cruciale per l’individuazione degli adempimenti contributivi previdenziali cui sono tenuti i soggetti titolari di partita IVA.

È quindi evidente come il reddito da lavoro autonomo costituisca una voce rilevante nel panorama reddituale italiano, sia per il suo impatto economico sia per gli aspetti di natura fiscale e previdenziale a esso collegati.

Reddito da lavoro autonomo: che cosa si intende per esercizio abituale ed esclusivo

Per reddito da lavoro autonomo si intende quello prodotto tramite l’esercizio continuativo di attività svolte al di fuori di un rapporto di lavoro subordinato e aventi carattere professionale. Affinché il reddito sia qualificabile come autonomo è necessario che l’attività sia esercitata in maniera abituale ed esclusiva.

Per abitualità si intende lo svolgimento dell’impresa o professione in maniera continuativa e sistematica nel corso dell’anno, senza soluzioni di continuità. Generalmente si prende a riferimento un arco temporale minimo di tre mesi.

L’esclusività, invece, implica che l’attività sia prevalente rispetto ad altre che generino reddito. La normativa vigente prevede una soglia del 70% oltre la quale si considera rispettato tale requisito. Nel caso in cui, pur essendoci continuità temporale, la prevalenza economica rispetto ad altre attività non superi tale limite, il reddito è qualificato come misto e non come autonomo a tutti gli effetti. Quindi, per reddito da lavoro autonomo si richiede che esso derivi da un’attività svolta abitualmente e prevalentemente rispetto ad altre generatrici di proventi.

Reddito da lavoro autonomo

Alcuni esempi classici di reddito da lavoro autonomo sono:

  1. Il reddito percepito dai liberi professionisti come avvocati, commercialisti, medici, ingegneri etc. che esercitano in maniera continuativa e prevalente la propria attività;
  2. Il reddito prodotto dagli artigiani, come idraulici, elettricisti, falegnami, che svolgono la propria attività in forma imprenditoriale avendo deciso di aprire una partita IVA;
  3. Il reddito dei lavoratori autonomi senza partita IVA come gli agenti di commercio, rappresentanti, gestori di servizi, che percepiscono compensi in modo continuativo nell’anno.

Questi sono alcuni tipici casi in cui si configura un reddito da lavoro autonomo in quanto derivante da un’attività abituale ed esclusiva.

Redditi da lavoro autonomo: Casistiche e principi contabili

I casi pratici sono utili per chiarire quando si è in presenza di un reddito da lavoro autonomo. Ad esempio, un libero professionista che esercita in via esclusiva la propria attività per l’intero anno solare genera un reddito autonomo.

Diverso il caso di un professionista che in alcuni mesi dell’anno supera la soglia del 30% di compensi percepiti come dipendente presso uno studio associato: il reddito, in questo caso, è qualificato come misto. Anche chi esercita saltuariamente una professione intellettuale è escluso dal regime autonomo.

Il principio contabile OIC 10 stabilisce che il reddito autonomo presuppone il rischio d’impresa e l’assenza di vincoli di subordinazione nello svolgimento dell’attività. I tributaristi evidenziano come i redditi da partecipazione, ad esempio proventi da soci di SRL, siano da qualificarsi in base alla concreta operatività nella società.

In conclusione, dalla normativa e dalla prassi discendono chiari criteri per distinguere correttamente le casistiche di reddito.