Ritenuta d’acconto non ti temo!

Ritenuta d’acconto. Se sei un imprenditore in regime ordinario sicuramente non è la prima volta che senti parlare di questo argomento. I nostri amici forfettari ne sono esenti ma per chi non lo è cercare di capire come applicarla in fattura non è sempre un gioco da ragazzi. 

Dopo aver trovato un cliente, contrattato sul prezzo, cercando di offrire un buon servizio senza però svenderlo, ti sarà sicuramente capitato di dover emettere una fattura che tenga anche conto di una ritenuta d’acconto verso il tuo cliente. Ma cos’è di preciso? 

Quando parliamo di ritenuta d’acconto?

 

La ritenuta d’acconto è un meccanismo fiscale che consiste in una trattenuta effettuata dal committente (sostituto d’imposta) sul compenso dovuto a un lavoratore autonomo o professionista (sostituito), con l’obiettivo di anticipare il pagamento delle imposte sul reddito (IRPEF).

Per avere qualche altra informazione a riguardo ti suggeriamo di dare un’occhiata alla pagina dedicata del nostro dizionario.

Come applicarla con FatturaPRO.click ?

Ma una volta capito di cosa stiamo parlando resta la domanda più importante. Come si applica questa benedetta ritenuta d’acconto? 

Abbiamo due modalità diverse per agire sulla cosa ma tutto dipende dal fatto di applicarla sempre o solo qualche volta in fattura.  Per chi emette sempre fatture con ritenuta d’acconto basterà andare nella sezione “impostazioni”- dati fiscali del proprio profilo e procedere in questo modo: 

  • Alla voce tipo di ritenuta bisognerà indicare se si tratta di una ritenuta persone fisiche (qualora tu sia un libero professionista o una ditta individuale) o giuridiche (qualora tu sia il rappresentante legale di una srl, srls, spa etc.) 
  • Alla voce aliquota ritenuta andrà inserita la percentuale della ritenuta da applicare alle fatture. 
  • Alla voce causale ritenuta si dovrà selezionare la causale di proprio interesse

 

Attraverso questi semplici passaggi, ogni qual volta verrà emessa una fattura, questa terrà conto della ritenuta d’acconto che verrà automaticamente calcolata da FatturaPRO.click. 

 

Come funziona per chi invece la applica di tanto in tanto?

Leggermente diversa è la situazione di chi emette fatture con ritenuta d’acconto in modo sporadico, ma non preoccuparti, bastano solo pochi passaggi. 

Una volta che si sta emettendo una fattura, bisognerà andare nella sezione mittente e seguire gli stessi passaggi descritti sopra : 

  • Alla voce tipo di ritenuta bisognerà indicare se si tratta di una ritenuta persone fisiche (qualora tu sia un libero professionista o una ditta individuale) o giuridiche (qualora tu sia il rappresentante legale di una srl, srls, spa etc.) 
  • Alla voce aliquota ritenuta andrà inserita la percentuale della ritenuta da applicare alle fatture
  • Alla voce causale ritenuta si dovrà selezionare la causale di proprio interesse

 

La differenza con la prima modalità è il fatto che questa richiede un ulteriore semplice passaggio. Man mano che vengono inserite le righe del documento, prima di cliccare su salva e ritorna, bisognerà assicurarsi di selezionare SI alla voce Ritenuta che si trova in basso mentre siamo in modifica della riga del documento.

In questo modo FatturaPRO.click calcolerà la ritenuta come richiesto. Diversamente succede per chi ha inserito la ritenuta nelle impostazioni del profilo; per quegli utenti non ci sarà bisogno di tener conto di questo ultimo passaggio nelle righe della fattura. 

In pochi semplici passaggi potrai avere una fattura con tanto di ritenuta d’acconto pronta per essere inviata al tuo cliente. 

 

Speriamo che anche oggi i nostri consigli ti siano stati d’aiuto e rinnoviamo l’invito a seguire la nostra rubrica la prossima settimana. Se intanto hai problemi sai come contattarci!

 

Il team di supporto

Split Payment: esclusione delle società quotate dal 1° luglio 2025

Il meccanismo dello split payment, introdotto in Italia per contrastare l’evasione IVA, subirà un’importante modifica a partire dal 1° luglio 2025: le società quotate nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana non saranno più soggette a questo regime. La novità, prevista dalla Decisione del Consiglio UE n. 1552/2023 e confermata da recenti comunicazioni istituzionali, ridefinisce gli obblighi per fornitori e committenti, con implicazioni operative e contabili significative. 

Cos’è lo Split Payment e perché cambia

 

Lo split payment (o “scissione dei pagamenti”) è un meccanismo IVA che prevede il versamento diretto dell’imposta all’Erario da parte del committente, anziché tramite il fornitore. Applicato principalmente a enti pubblici e società di rilevante interesse, ha lo scopo di garantire il recupero immediato dell’IVA, riducendo il rischio di evasione. Tuttavia, il Consiglio UE ha autorizzato l’Italia a prorogare il regime solo fino al 30 giugno 2026, a condizione di escludere progressivamente alcune categorie, tra cui le società quotate in borsa.

La modifica risponde a due esigenze:

  1. Armonizzazione con le norme UE: L’Europa considera lo split payment una deroga temporanea, da limitare a settori specifici.
  2. Riduzione degli oneri amministrativi: Le società quotate, spesso impegnate in transazioni complesse e internazionali, beneficeranno di una semplificazione contabile.

Cosa cambia per le società FTSE MIB

 

Dal 1° luglio 2025, le 40 società incluse nell’indice FTSE MIB (come TIM, Enel, Intesa Sanpaolo) non saranno più tenute a applicare lo split payment. Ciò significa che:

  • Per i fornitori: L’IVA dovrà essere indicata in fattura e versata all’Erario attraverso il regime ordinario, senza scissione dei pagamenti.
  • Per le società quotate: L’IVA pagata ai fornitori potrà essere interamente detratta, come avviene per le imprese non soggette allo split payment.

Esempio pratico:


Un fornitore emette una fattura di 10.000 € + 22% IVA (2.200 €) a una società quotata il 5 luglio 2025. In passato, la società avrebbe versato 2.200 € direttamente all’Agenzia delle Entrate, pagando al fornitore solo 10.000 €. Dal 1° luglio, invece:

  • Il fornitore riceve l’intero importo (12.200 €) e versa autonomamente l’IVA.
  • La società quotata detrae 2.200 € nel proprio periodo IVA, come previsto dal regime ordinario.

 

Implicazioni per i fornitori: cosa fare

I fornitori che operano con società quotate devono adeguare i propri sistemi di fatturazione entro il 30 giugno 2025. Le principali azioni da intraprendere includono:

  1. Aggiornare i software contabili: Rimuovere l’opzione split payment per le fatture emesse a partire dal 1° luglio 2025.
  2. Modificare le condizioni contrattuali: Rivedere i termini di pagamento per includere l’IVA a carico del fornitore.
  3. Formare il personale: Assicurarsi che il team amministrativo conosca le nuove procedure.

Attenzione agli errori: Se una fattura emessa dopo il 30 giugno 2025 include ancora lo split payment, la società quotata non potrà versare l’IVA all’Erario e dovrà richiedere una nota di variazione per correggere il documento. In assenza di rettifica, il fornitore rischia sanzioni per mancato versamento dell’imposta.

Casi esclusi dalla modifica dello split payment: cosa resta invariato

L’esclusione delle società quotate non influisce su altre categorie soggette allo split payment fino al 2026:

  • Pubbliche Amministrazioni: Comuni, Regioni, enti pubblici.
  • Società controllate da enti pubblici: Con partecipazione superiore al 70%.
  • Fondazioni e enti no-profit: Finanziati prevalentemente da fondi pubblici.

Restano inoltre esclusi dallo split payment:

  • Operazioni in reverse charge (ad es. costruzioni, telefonia).
  • Professionisti non forfettari: Soggetti a ritenuta alla fonte.
  • Regimi speciali: Agenzie di viaggio, intrattenimento, ecc.16.

Tempistiche e riferimenti normativi

La transizione è regolata da:

  • Decisione UE 2023/1552: Proroga lo split payment fino al 2026 ma esclude le società quotate dal 1° luglio 2025.
  • Comunicazioni ufficiali: TIM e altre società hanno già avvisato i fornitori del cambiamento.
  • Elenchi aggiornati: Il Ministero dell’Economia ha pubblicato a ottobre 2024 gli elenchi dei soggetti ancora soggetti al regime.

Per evitare contenziosi, è fondamentale verificare lo status del committente tramite gli elenchi ufficiali e consultare un commercialista per adeguamenti contabili.

 

L’esclusione delle società quotate dallo split payment segna un passo verso la semplificazione fiscale, allineandosi alle direttive UE. Per i fornitori, è cruciale aggiornare processi e sistemi entro giugno 2025, evitando errori che potrebbero generare sanzioni o ritardi nei pagamenti. Le aziende interessate dovrebbero inoltre monitorare eventuali ulteriori chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate, soprattutto in merito alla compensazione dell’IVA e alla gestione delle fatture transitorie.