Iper ammortamento 2026: nuove aliquote per beni strumentali e transizione ecologica

La bozza del Disegno di Legge di Bilancio 2026, approvata dal Governo il 17 ottobre, segna un importante cambiamento per le imprese italiane: torna infatti l’iper ammortamento come principale strumento agevolativo per gli investimenti in beni strumentali. Questa misura, contenuta nell’articolo 95 della Manovra 2026, sostituisce l’attuale sistema dei crediti d’imposta Transizione 4.0 e 5.0 e introduce aliquote di maggiorazione particolarmente vantaggiose, raggiungendo il 180% per i beni strumentali e persino il 220% per gli investimenti orientati alla transizione ecologica.​

L’iper ammortamento rappresenta una leva fiscale strategica che consente alle aziende di dedurre dal reddito imponibile una quota superiore al costo effettivamente sostenuto per l’acquisto di beni strumentali innovativi. A differenza del credito d’imposta, che viene compensato direttamente in F24, l’iper ammortamento opera come maggiorazione extracontabile del costo del bene, valida esclusivamente ai fini delle imposte sui redditi (IRES) e non per l’IRAP.​

Iper ammortamento 2026: destinatari e requisiti di accesso

La nuova agevolazione si rivolge esclusivamente ai soggetti titolari di reddito d’impresa, mentre restano esclusi i professionisti. Per beneficiare dell’iper ammortamento, le imprese devono effettuare investimenti in beni strumentali nuovi nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2026 e il 31 dicembre 2026. È previsto inoltre un termine lungo fino al 30 giugno 2027, a condizione che entro il 31 dicembre 2026 l’ordine risulti accettato dal venditore e sia stato versato un acconto pari ad almeno il 20% del costo di acquisizione.​

La misura si applica indipendentemente dalla forma giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui opera l’impresa, purché questa abbia sede fiscale in Italia. Questa universalità di applicazione rappresenta un elemento di continuità rispetto alle precedenti agevolazioni e garantisce un accesso ampio agli incentivi fiscali previsti dalla Manovra.​

Iper ammortamento: le categorie di beni agevolabili

La normativa individua due categorie principali di beni ammissibili all’iper ammortamento. La prima categoria comprende i beni materiali e immateriali 4.0, ovvero quelli inclusi negli allegati A e B della Legge 232/2016, che devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. L’allegato A identifica specificamente macchine utensili per asportazione, macchine operanti con laser o altri processi a flusso di energia, impianti per la realizzazione di prodotti mediante trasformazione dei materiali, sistemi per l’assicurazione della qualità e dispositivi per l’interazione uomo-macchina in logica 4.0.​

La seconda categoria riguarda gli impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, anche a distanza ai sensi dell’articolo 30, comma 1, lettera a), numero 2, del decreto legislativo 199/2021. Sono inclusi gli impianti per la produzione e lo stoccaggio di energia, nonché gli impianti fotovoltaici con moduli rientranti nell’articolo 12, commi 1, lettere a), b) e c) del Decreto Legge 181/2023.​

Iper ammortamento: aliquote di maggiorazione per scaglioni di investimento

Il meccanismo dell’iper ammortamento prevede una maggiorazione extracontabile del costo di acquisizione del bene, articolata su tre scaglioni di investimento. Per gli investimenti ordinari in beni 4.0 e per l’autoproduzione di energia rinnovabile, le aliquote di maggiorazione sono: 180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 100% per la quota compresa tra 2,5 e 10 milioni di euro, e 50% per la quota tra 10 e 20 milioni di euro.​

Queste percentuali rappresentano i valori più elevati nella storia delle maggiorazioni degli ammortamenti in Italia. Nella versione originaria dell’iper ammortamento del 2017, la maggiorazione era infatti del 150%, mentre nel 2019 era stata portata al 170%. Con l’aliquota del 180% e un’aliquota IRES del 24%, il vantaggio fiscale effettivo corrisponde a circa il 43,2% del costo del bene (180% x 24%), che si aggiunge al risparmio derivante dall’ammortamento ordinario.​

Iper ammortamento rafforzato per la transizione ecologica

Una delle novità più significative del nuovo iper ammortamento riguarda le maggiorazioni rafforzate per gli investimenti finalizzati alla transizione ecologica. Queste aliquote incrementate si applicano quando l’investimento consente una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva non inferiore al 3%, oppure una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.​

In presenza di tali requisiti di efficientamento energetico, le aliquote di maggiorazione salgono rispettivamente al 220% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, al 140% per la quota tra 2,5 e 10 milioni di euro, e al 90% per la quota tra 10 e 20 milioni di euro. La riduzione dei consumi energetici deve essere attestata mediante certificazioni tecniche ex ante ed ex post, rilasciate da valutatori indipendenti nella forma di perizie asseverate. Questi documenti certificano la riduzione prevista degli consumi prima dell’investimento e l’effettiva realizzazione degli investimenti conformemente alle previsioni iniziali.​

Iper ammortamento: interconnessione e requisiti tecnici dei beni 4.0

Per accedere all’iper ammortamento sui beni materiali 4.0, è fondamentale che questi siano interconnessi al sistema aziendale. L’interconnessione rappresenta un requisito centrale della normativa e implica che il bene sia in grado di comunicare e condividere dati con altri dispositivi o sistemi informatici in modo bidirezionale. Questo significa che il macchinario deve poter esportare i dati prodotti e, al contempo, deve essere possibile gestirlo da remoto attraverso l’invio di comandi o file tramite la rete internet.​

Per i beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati, la normativa richiede cinque caratteristiche obbligatorie: controllo per mezzo di CNC e/o PLC, interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni, integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con altre macchine del ciclo produttivo, interfaccia uomo-macchina semplice e intuitiva, e rispondenza ai parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro. Oltre a questi requisiti obbligatori, il bene deve possedere almeno due delle tre caratteristiche ulteriori che lo rendono assimilabile a sistemi cyberfisici: sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi, monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro mediante sensori, e caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e simulazione del proprio comportamento.​

È importante sottolineare che la normativa non obbliga le imprese a interconnettere l’apparecchiatura con il gestionale aziendale: un macchinario può beneficiare dell’iper ammortamento anche se collegato solo a un software dedicato che consenta la visualizzazione dei dati e l’invio di comandi gestionali. Per dimostrare l’interconnessione è necessaria un’autocertificazione del legale rappresentante per beni di valore inferiore a 300.000 euro, mentre per importi superiori è obbligatoria una perizia asseverata redatta da un ingegnere o perito industriale iscritto agli albi professionali.​

Iper ammortamento vs credito d’imposta: vantaggi e differenze

Il passaggio dal credito d’imposta all’iper ammortamento comporta significative differenze operative e temporali per le imprese. Il credito d’imposta, utilizzato dal 2020 al 2025, permetteva una compensazione diretta e immediata in cinque anni attraverso il modello F24, offrendo un beneficio finanziario più rapido. L’iper ammortamento, invece, si traduce in una deduzione fiscale che segue il piano di ammortamento del bene, distribuendo quindi il vantaggio su un periodo più lungo, generalmente pari alla durata dell’ammortamento fiscale previsto dal decreto ministeriale 31 dicembre 1988.​

Questa differenza temporale rappresenta il principale svantaggio dell’iper ammortamento rispetto al credito d’imposta: le imprese dovranno attendere più anni per fruire completamente del beneficio fiscale, con conseguenze sulla liquidità aziendale. Tuttavia, le aliquote di maggiorazione del nuovo iper ammortamento 2026 sono sensibilmente più elevate rispetto alle percentuali del credito d’imposta 4.0 del 2025, che prevedevano aliquote del 20%, 15% e 5% per i tre scaglioni di investimento in beni materiali 4.0. In termini di risparmio fiscale complessivo, l’iper ammortamento può risultare più vantaggioso per le imprese con elevata capacità di generare reddito imponibile nel medio-lungo periodo.​

Un altro elemento distintivo riguarda la semplicità amministrativa: l’iper ammortamento richiede documentazione tecnica (autocertificazione o perizia asseverata) simile al credito d’imposta 4.0, ma non prevede la comunicazione preventiva al GSE che era invece obbligatoria per il credito d’imposta sui beni materiali 4.0 dal 2025. Questo potrebbe semplificare l’accesso alla misura per le imprese di minori dimensioni.​