Regala un registratore fiscale senza cassa alla tua attività

Tra poco più di due mesi, partono i mercatini natalizi che trasformeranno l’Italia in un immenso E-commerce di 6.000 metri quadrati, dove il registratore fiscale senza cassa svolgerà un ruolo di vitale importanza.

Con la fine della pandemia, i numeri di questa “nicchia” dei mercatini ha cominciato a macinare numeri interessanti, che possono essere estremamente rilevanti per te, e per la tua attività.

Ti spiego perché, e il motivo che mi induce a definire i mercatini un “immenso e-commerce”.

Nell’epoca del turismo “mordi e fuggi” i mercatini di Natale rappresentano un’attrazione per i viaggiatori in cerca di foto curiose da scattare e piccoli acquisti per regali originali e ricordi

Molti esercenti, che gestiscono un negozio “fisico” tutto l’anno, intuiscono l’importanza di creare presidi di vendita che permettano di portare la loro attività ovunque ci siano dei clienti da servire.

Siamo cresciuti in una società che ci ha abituati a inquadrare il negoziante in un certo modo, l’ambulante in un altro.

Questo perché, fino a non molto tempo fa, impostare e avviare un esercizio commerciale in un “negozio fisico”, piuttosto che ambulante, comportava una serie di differenze troppo marcate.

Le infrastrutture necessarie e gli strumenti erano troppo diversi tra loro.

Riuscire a portare un negozio fisico in piazza era davvero complicato, e di fatto significava aprire due esercizi commerciali completamente diversi e ridondanti.

Avere le risorse economiche e mentali per fare entrambe le cose, non era effettivamente una cosa per tutti.

Oggi la storia è completamente diversa. E che tu abbia un negozio fisico, un e-commerce, o un’attività ambulante, l’onda di questo cambiamento ti riguarda comunque da vicino, affinché diventi possibile – per te – cavalcarla, invece di restarne travolti.

Le nuove norme sulla digitalizzazione fiscale rendono possibile inquadrare un negozio, un e-commerce e una “bancarella” nello stesso ecosistema, senza più sdoppiamenti, ridondanze e costi duplicati. Il registratore fiscale senza cassa è il comune denominatore

Di solito, le novità normative e di legge portano complicazioni e costi.  Non è il caso delle nuove norme che hanno sdoganato il registratore fiscale senza cassa, che ha reso la gestione fiscale dei documenti molto più semplice.

Ma non è solo un fatto di procedure che si vanno a semplificare.

Il registratore senza cassa, permette di fare cose che in passato non erano possibili, come – banalmente – il fatto di poter spostare il punto cassa da un negozio a una bancarella senza particolari implicazioni.

Lo stesso “bocchettone fiscale”, e lo stesso ecosistema, possono essere quindi usati – in modo centralizzato – in tutte e tre le dimensioni commerciali dentro cui può fare operazioni commerciali un’attività oggi:

  • Negozio fisico
  • Negozio itinerante o pop up
  • E-Commerce

Certo, per poter operare in tutte e tre le dimensioni, servono ovviamente le abilitazioni del caso connesse alla propria ragione sociale in camera di commercio, ma niente non è certamente un ostacolo, specie di fronte allo spettro di opportunità a cui un esercente si apre cogliendo tutte queste occasioni.

Tanti imprenditori si stanno accorgendo dell’opportunità dietro alla digitalizzazione totale del fisco, e si muovono in modo controintuitivo (e questo è un piccolo cambiamento epocale che devi considerare)

Per decenni le tematiche fiscali hanno inciso in modo diretto sulle scelte imprenditoriali degli esercenti italiani.

Il fattore tasse ha influenzato scelte strategiche in modo profondo.
Ma davanti all’evidenza dei numeri stanno cambiando tante cose, nel modo di ragionare di chi gestisce un esercizio fisico.

Bancarelle e mercatini, ancora oggi, sono terreno ideale di hobbisti e esercenti occasionali, che muovendo pochi pezzi e pochi volumi di vendita, attrezzano i propri banconi itineranti senza una vera e oculata gestione fiscale.

Non c’è da biasimare questa scelta, e non mi riferisco solo al fattore fiscale. Battere gli scontrini su una bancarella, non era mica una cosa semplice fino a poco tempo fa.

Dovevi acquistare un registratore di cassa apposito, farlo autorizzare, collegarlo. E poi dovevi tenere conto del meteo, della pioggia, della neve, dell’umidità.

Per non parlare del rischio di furti.

Il vecchio registratore di cassa è pensato per una gestione del contante che può fare gola a qualche malfattore, pronto ad approfittare del viavai di gente per portare a segno qualche piccolo colpo.

Con il registratore fiscale senza cassa cambia tutto.

Sparisce il contante, niente più necessità di tenere dispositivi collegati alla corrente o a sistemi “via filo”.

Oggi, con un minimo di organizzazione, che ha le stesse implicazioni e difficoltà intrinseche all’uso di un tablet per guardare film durante un viaggio.

Montare, quindi, un POS a batteria collegato a una piccola stampantina bluetooth, collegando il tutto a internet tramite un semplice hotspot, ti permette di portare il tuo sistema fiscale anche su una bancarella.

Ma i vantaggi non si limitano a questo.

E qui sta il succo del discorso: una gestione fiscale digitale, diventa anche il “pretesto” per acquisire dati di contatto “non sensibilI” del cliente, che possono diventare uno strumento per mantenere un contatto col consumatore.

Un turista che è in cerca di piccoli regali e di prodotti che non troverebbe mai più altrove, tantomeno in un paese lontano, può essere solo contento di acquistare tramite POS.

Allo stesso modo, un esercente può sfruttare l’occasione per acquisire la sua e-mail e i suoi dati di contatto con consenso, per creare un rapporto con l’acquirente da prolungare attraverso le altre due dimensioni di vendita in cui un esercizio può lavorare: negozio fisico ed e-commerce.

L’azzeramento dei limiti fisici di un esercizio commerciale tradizionale che va oltre il fattore fiscale

Nel 2023 e nel 2024 il numero di esercenti che hanno scelto di aprire la propria attività anche alla vendita su strada, e presso “negozi pop up”- che sarebbero i punti vendita “volanti” solitamente presenti nei corridoi dei centri commerciali – ha registrato un aumento del 4 e dell’8%.

Sono ancora numeri abbastanza piccoli, ma rappresentano pur sempre un trend di crescita del 100%.

Un tempo, l’esercente medio avrebbe pensato solo ai costi, tenendosi alla larga da queste opportunità:

  • Eccessive implicazioni dovute all’incremento dei codici ATECO e delle SCIA che servono per portare l’esercizio commerciale nei mercatini
  • Costi di commissione dovuti all’uso del POS associato alla vendita di piccoli prodotti a basso costo
  • Tante difficoltà tecniche.

Oggi le difficoltà tecniche sono un ricordo, e quanto alle altre implicazioni, la scelta diventa quella di superarle attraverso la possibilità di acquisire una fascia di clientela che, fuori dai mercatini e dalle opportunità create dai periodi di festività, non raggiungeresti mai.

Come un imprenditore che si rispetti, la scelta è sobbarcarsi qualche difficoltà e qualche costo in più, in funzione di maggiori possibilità di guadagno che ripagano gli investimenti creando nuovo profitto!

Ecco perché ti dicevo che il registratore fiscale diventa lo strumento per trasformare i mercatini in un immenso e-commerce

Acquisire i dati di contatto del cliente, durante l’emissione di uno scontrino virtuale da fargli pervenire via e-mail, è l’occasione ghiotta che un numero crescente di imprenditori non si sta lasciando sfuggire per mantenere un rapporto con l’acquirente a distanza e tutto l’anno.

Dalla bancarella all’e-commerce, se il cliente abita lontano.

Dal mercatino al negozio fisico, e poi all’e-commerce, se il cliente vive vicino.

Gli esercenti che operano in questa modalità, e che hanno aperto anche un piccolo e-commerce per permettere ai propri clienti di diventare clientela affezionata, e di acquistare prodotti artigianali introvabili tutto l’anno, sono aumentati del 16% nel 2024.

Anche grazie alla facilità con cui, oggi, è possibile aprire un e-commerce senza investimenti di impatto, e senza tempi di attesa troppo lunghi.

Perché tutto ciò è importante per te?

Ho voluto scrivere questo pezzo non solo per darti degli spunti, basati sull’analisi di alcuni trend in crescita.

Ma, più che altro, per recapitarti un messaggio: il tessuto imprenditoriale italiano sta cambiando a una velocità impressionante.

Forse non tanto quanto dovrebbe, visto e considerato che il mondo attorno a noi sta cambiando a una velocità centro, forse mille volte superiore.

Tuttavia, sei cosciente di quanto l’italiano sia tipicamente restio ad affrontare cambiamenti epocali, rispetto agli insegnamenti ricevuti dai propri mentori del passato, siano essi parenti o persone con cui sono cresciuti lavorativamente.

Se un numero sempre maggiore di italiani stanno optando per cambiare il proprio modo di guardare agli affari, anche a costo di superare determinati pregiudizi su fisco e commissioni bancarie, allora vuol dire che è davvero in atto una rivoluzione.

E quando una grande rivoluzione ha inizio, sono dell’idea che sia sempre meglio esserne coscienti e prenderne parte, piuttosto che combatterla.

Non credi?

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Il team di FatturaPro è a tua disposizione sempre e gratuitamente per darti le giuste direttive, affinché tu possa abbracciare tutti i vantaggi della digitalizzazione e automazione fiscale.

Considera, però, che siamo a settembre. Tempo di rientri, tempo di cominciare a pensare alle strategie di fine anno. Abbiamo le linee molto calde, ma tu contattaci e ti risponderemo non appena arriverà il tuo turno nella coda.

Per questo motivo, ti suggerirei sinceramente di mandarci una tua richiesta di contatto senza impegno, prima ancora di chiudere questo articolo, per poi attendere in relax la nostra risposta che arriverà nel minor tempo possibile.

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Dazi USA: l’evoluzione delle spedizioni internazionali dal 29 agosto

Dal 29 agosto 2025 la parola “dazi USA” assume oggi un significato completamente nuovo nel panorama del commercio internazionale. L’eliminazione del regime de minimis significa che tutti gli invii verso gli USA, indipendentemente dal valore e dal paese di origine, sono ora soggetti a tariffe doganali. Questa misura estende a livello globale quanto già applicato a Cina e Hong Kong dal 2 maggio 2025 tramite l’Executive Order 14256.

La rivoluzione dei dazi USA: addio alla soglia minima

 

Il provvedimento si inserisce in una strategia più ampia dell’amministrazione Trump volta a contrastare la crescita esponenziale delle spedizioni esenti da dazi, passate da 134 milioni nel 2015 a oltre 1,3 miliardi nel 2024, per un valore di 64,6 miliardi di dollari. La Casa Bianca giustifica l’adozione del provvedimento come misura di contrasto agli abusi sistematici del sistema de minimis, incluso l’ingresso di merci contraffatte e sostanze illecite.

Impatto operativo sui dazi USA: due regimi differenziati

La nuova normativa sui dazi USA prevede modalità operative differenziate in base al canale di spedizione utilizzato. Per i pacchi inviati tramite il circuito postale internazionale, è previsto un regime transitorio di sei mesi con due possibili modalità di applicazione dei dazi:

  • Dazio ad valorem: calcolato in base alle aliquote IEEPA applicabili al paese di origine
  • Dazio specifico forfettario: compreso tra 80 e 200 dollari per collo, a seconda dell’aliquota del paese di provenienza

Per le spedizioni via corrieri espressi (FedEx, DHL, UPS), la sospensione dell’esenzione è immediata e totale, richiedendo una dichiarazione doganale completa (ACE) con codice HS e paese di origine. Questo comporta l’applicazione integrale dei dazi USA ordinari senza possibilità di esenzioni.

Conseguenze immediate: la sospensione di Poste Italiane

L’impatto dei nuovi dazi USA si è manifestato immediatamente con la decisione di Poste Italiane di sospendere dal 23 agosto l’accettazione di spedizioni contenenti merci destinate agli Stati Uniti. La sospensione, che interessa sia privati che aziende, è stata motivata dai tempi ristretti concessi per l’adeguamento: le modalità operative sono state pubblicate dalla dogana americana solo il 15 agosto, lasciando appena due settimane per implementare le nuove procedure.

Questa “azione inevitabile e necessaria” accomuna tutti gli operatori postali europei, con poste tedesche, ceche, francesi e spagnole che hanno annunciato misure simili. Rimangono attivi solo i servizi di corrispondenza senza merci e il servizio “Poste Delivery International Express”, che segue un processo logistico differente con assistenza doganale inclusa.

Impatti per le PMI italiane

Per le PMI italiane, i nuovi dazi USA rappresentano una sfida complessa che varia significativamente in base alla tipologia di prodotto e al modello di business. Con l’introduzione di un dazio del 15% sui beni importati dall’Unione Europea, le aziende italiane si trovano di fronte a scenari diversificati:

I prodotti di nicchia e alta qualità possono difendere i margini puntando sulla ricerca della qualità e sul riconoscimento di un premium price, mentre i beni di largo consumo subiscono una pressione competitiva maggiore che rende difficile trasferire l’onere al consumatore finale.

Secondo le stime di Confindustria, le imprese italiane rischiano una perdita complessiva fino a 23 miliardi di euro in esportazioni, con oltre 34.000 aziende che esportano negli USA potenzialmente coinvolte. L’effetto combinato tra dazi USA e svalutazione del dollaro (13% dal 2024) potrebbe portare l’aliquota effettiva percepita dalle imprese italiane al 21%.

Strategie di adattamento al nuovo panorama internazionale

Le aziende che operano nell‘e-commerce devono rivedere completamente le proprie strategie logistiche e commerciali per affrontare i nuovi dazi USA. Alessandro Colnago di ExportUSA sottolinea come “per la prima volta, le imprese hanno un quadro certo e stabile su cui pianificare”, evidenziando l’importanza di adattarsi rapidamente alle nuove normative.

Le strategie più efficaci includono il consolidamento degli ordini per ridurre i costi per unità, l’utilizzo di fornitori di servizi logistici terzi (3PL) negli Stati Uniti, e la scelta di Incoterms DDP (Delivered Duty Paid) per evitare rifiuti da parte dei clienti. Per le PMI più strutturate, l’apertura di filiali americane e l’utilizzo di strategie come la “prima vendita” o il “costo industriale” possono permettere di calcolare i dazi USA su valori più bassi rispetto al prezzo di vendita finale.

La fine dell’era del de minimis segna un punto di svolta nelle relazioni commerciali transatlantiche, richiedendo alle aziende italiane una rapida capacità di adattamento per mantenere la competitività nel strategico mercato americano.