Commercio elettronico indiretto: adempimenti IVA e regimi per vendite online
Il commercio elettronico indiretto rappresenta oggi una delle forme più diffuse di vendita online, caratterizzandosi per la spedizione diretta dei beni fisici dal venditore al consumatore finale attraverso canali telematici. Questo modello di business, che include anche il dropshipping, comporta specifici obblighi e opportunità dal punto di vista fiscale che ogni imprenditore deve conoscere per operare in conformità alle normative vigenti.
Caratteristiche e inquadramento del commercio elettronico indiretto
Il commercio elettronico indiretto è disciplinato dall’articolo 18 del D.Lgs. n. 114/98 e si configura come una forma speciale di vendita al minuto. Questa tipologia di vendita si distingue per due requisiti fondamentali: la vendita del bene avviene con modalità telematiche mentre la consegna segue modalità tradizionali tramite corriere, vettore o servizio postale.
Dal punto di vista operativo, l’e-commerce indiretto è assimilabile alla vendita per corrispondenza, beneficiando di specifiche semplificazioni fiscali. Le vendite effettuate attraverso questo canale sono infatti esonerate dall’obbligo di emissione della fattura elettronica (salvo richiesta del cliente), dall’obbligo di memorizzazione e trasmissione dei dati dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate e dall’obbligo di emissione del documento commerciale.
Adempimenti preliminari per avviare l’attività
Per avviare un’attività di commercio elettronico indiretto sono necessari diversi adempimenti preliminari:
- Apertura della partita IVA: obbligatoria per qualsiasi attività strutturata e continuativa
- Scelta del codice ATECO: per l’e-commerce il codice più appropriato è il 47.91.10 – Commercio al dettaglio effettuato via internet
- Iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio competente
- Presentazione della SCIA al Comune in cui ha sede l’impresa
- Iscrizione alla Gestione Commercianti dell’INPS
- Eventuali autorizzazioni specifiche in base al settore merceologico
Regimi fiscali disponibili per il commercio elettronico
Regime forfettario per e-commerce
Il regime forfettario rappresenta spesso la scelta più vantaggiosa per chi avvia un’attività di e-commerce. Per l’attività con codice ATECO 47.91.10, il coefficiente di redditività è pari al 40%, con un’imposta sostitutiva del 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività).
I vantaggi del regime forfettario includono:
- Gestione contabile semplificata senza obbligo di registrazione fatture ricevute
- Esenzione dall’IVA sulle vendite (rendendo i prezzi più competitivi)
- Contributi INPS ridotti del 35%
- Aliquota agevolata per le startup
Il limite di fatturato per accedere al regime forfettario è di 85.000 euro annui. Superata questa soglia, diventa obbligatorio il passaggio al regime ordinario.
Regime ordinario
Il regime ordinario prevede la tenuta della contabilità semplificata per le ditte individuali o ordinaria per le società, con l’applicazione di IRPEF per le persone fisiche o IRES e IRAP per le società. Questo regime consente la detrazione dell’IVA sugli acquisti e la deduzione dei costi reali, risultando vantaggioso per attività con costi elevati.
Gestione dell’IVA nelle vendite online
La gestione dell’IVA rappresenta l’aspetto più complesso della normativa fiscale del commercio elettronico. Gli adempimenti variano significativamente in base alla tipologia di cliente e alla sua localizzazione geografica.
Vendite a consumatori finali italiani
Per le vendite B2C nazionali, le operazioni sono esonerate dall’obbligo di fatturazione elettronica e dalla certificazione dei corrispettivi. È sufficiente annotare i corrispettivi giornalieri nel registro entro il giorno non festivo successivo.
Soglia dei 10.000 euro per vendite intracomunitarie
Dal 1° luglio 2021 è stata introdotta una soglia unica di 10.000 euro per le vendite a distanza intracomunitarie. Questa soglia si calcola su base annuale, al netto dell’IVA, considerando il volume d’affari realizzato nell’intero territorio UE.
Fino al raggiungimento della soglia, l’IVA viene applicata nel paese di origine (Italia). Superata la soglia, diventa obbligatorio applicare l’IVA del paese di destinazione, richiedendo l’identificazione fiscale in ciascun stato membro o l’adesione al regime OSS.
Il regime OSS (One Stop Shop)
Il regime OSS rappresenta una significativa semplificazione per gli operatori del commercio elettronico che vendono in più paesi UE. Questo sistema opzionale consente di gestire tutti gli adempimenti IVA attraverso un’unica interfaccia nazionale, evitando l’apertura di partite IVA separate in ogni stato membro.
Vantaggi del regime OSS
- Gestione centralizzata delle dichiarazioni IVA trimestrali
- Riduzione dei costi amministrativi
- Semplificazione degli adempimenti burocratici
- Maggiore competitività sui mercati europei
L’adesione al regime OSS diventa obbligatoria una volta superata la soglia dei 10.000 euro, ma può essere scelta volontariamente anche al di sotto di tale limite.
Novità 2025: regime di franchigia transfrontaliera
Dal 1° gennaio 2025 è operativo il regime transfrontaliero di franchigia IVA per le piccole imprese. Questo nuovo sistema consente alle imprese con volume d’affari inferiore a 100.000 euro annui di operare senza applicazione dell’IVA anche in altri stati membri UE.
Requisiti per l’accesso
- Volume d’affari annuo non superiore a 100.000 euro a livello UE
- Soglia specifica del paese di stabilimento (85.000 euro per l’Italia)
- Comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate
- Autorizzazione da parte degli stati membri interessati
Questo regime comporta significative semplificazioni amministrative, eliminando molti adempimenti IVA per le microimprese che operano nel mercato europeo.
Controlli e compliance
L’Agenzia delle Entrate monitora attentamente le attività di commercio elettronico attraverso diversi strumenti:
- Segnalazione trimestrale dei pagamenti online da parte di banche e PSP
- Controlli sui flussi di denaro digitali
- Verifiche sulla corretta applicazione dell’IVA transfrontaliera
La non conformità alle normative può comportare sanzioni significative, rendendo fondamentale una corretta pianificazione fiscale fin dall’avvio dell’attività.