Gestione lotti nella fatturazione e impatto sull’Automazione Fiscale

Gestione dei lotti e automazione fiscale: continua il “viaggio” dei nostri clienti verso un controllo di gestione che va ben oltre la fattura

Gestire i lotti di fatturazione in modo strategico, non è banale. Ma al tempo stesso non è un elemento trascurabile.
Sette responsabili della contabilità su dieci, secondo una ricerca di Arden Partners, dichiarano che il costo di gestione, per redigere una fattura manuale, sia insostenibile per gli standard di oggi.

Da McKinsey fino a enti di ricerca “nostrani”, come il Politecnico di Milano, tutti valutano il costo di una fattura gestita “a mano” tra i 9 e i 10 euro a documento.

Sempre stando ai dati, il tempo di gestazione della fattura redatta a mano, tra scrittura, invio, eventuali rettifiche e accettazione confermata sul Sistema di Interscambio, può arrivare anche a dieci giorni.

E i responsabili che hanno partecipato ai sondaggi, hanno ragione. Questi non sono più dati sostenibili e coerenti con un mondo che va più veloce e con costi energetici, di affitto e di personale sempre più alti in tutto il mondo.

Ecco perché il controllo di gestione diventa l’elemento che fa la differenza tra un’impresa che può avere un futuro, ed una che non ce l’ha

Prima dell’intelligenza artificiale, prima di qualsiasi altro fattore che i media ti presentano come determinante, essenziale e vitale per il futuro, c’è il controllo di gestione.

La possibilità di aprire una schermata di un software, o meglio ancora di un banalissimo browser web, e avere un colpo d’occhio immediato sui numeri dell’azienda rispetto agli obiettivi.

Unitamente alla possibilità di ponderare ogni singolo parametro numerico, dalla marginalità ai costi, dai flussi di cassa fino ai previsionali di liquidità in banca dei prossimi mesi, o dell’anno corrente.

Anche questa settimana i Trend di FatturaPro vanno oltre il concetto di funzionalità o di singole caratteristiche della nostra soluzione.

I trend che possiamo osservare da qui, abbracciano in pieno tutti gli esiti delle survey, dei sondaggi che escono quasi quotidianamente e che mi riservo di osservare con costanza, almeno un paio di volte alla settimana.

Perché?

Perché questi dati, quando sono attendibili e provenienti da fonti sicure, rappresentano la voce di ciò che il tessuto imprenditoriale italiano si appresta a chiederci, domani, dopodomani e nei prossimi anni.

La gestione dei lotti di fatturazione rientra in pieno nel quadro di semplificazione dei processi di cui le aziende hanno bisogno per ottimizzare operatività e controllo

Il concetto di “lotti”, a livello di fatturazione, si riferisce generalmente alla suddivisione di prodotti o servizi venduti in gruppi specifici, identificati da un codice o un riferimento, per facilitare il tracciamento, il controllo e la gestione amministrativa.

Un lotto rappresenta una quantità definita di beni o servizi che vengono fatturati insieme, e che condividono determinate caratteristiche comuni come, ad esempio, data di produzione, data di consegna, tipo di prodotto, provenienza, ecc.

Perché ti può essere utile questo articolo da un punto di vista fiscale?

È anzitutto una questione di processo e di controllo. Due temi che hai trovato in diversi numeri della nostra newsletter.

In pratica, un lotto rappresenta una quantità definita di beni o servizi che vengono fatturati insieme, e che condividono determinate caratteristiche comuni (ad esempio, data di produzione, data di consegna, tipo di prodotto, provenienza, ecc.).

E perché si usano i lotti nei processi di fatturazione?

Utilizzare criteri e procedure per definire e gestire i lotti, nei processi di produzione, è una scelta che ha a che fare con tre punti importanti:

Tracciabilità e controllo:
I lotti permettono di identificare chiaramente da dove proviene la merce venduta, facilitando il controllo della qualità e la gestione degli stock, soprattutto in ambiti in cui la tracciabilità è fondamentale (alimentare, farmaceutico, cosmetico).

Gestione logistica:
Aiutano a gestire efficientemente magazzini e inventari, agevolando il monitoraggio delle giacenze, degli acquisti, e delle vendite.

Gestione amministrativa e fiscale:
Facilitano la corrispondenza tra fatture, documenti di trasporto (DDT) e ordini, rendendo la gestione contabile e fiscale più trasparente e ordinata.

Come funzionano i lotti in FatturaPro?

 

 

La gestione dei lotti non serve solo per la logistica o per attivare una scorciatoia nei processi di fatturazione.

Una gestione corretta dei lotti serve a evitare errori che ti costano tempo, soldi, e la soddisfazione di quel cliente per il quale hai investito tanto.

Molti gestori di e-commerce, e molte aziende in generale, tendono a gestire i lotti in modo ancora analogico. Al punto che i file Excel – talvolta – possono persino rappresentare una soluzione molto avanzata, rispetto ad altre ancora più antiquate e passibili di piccoli errori che portano a grandi disagi.

Ogni svista può tramutarsi in un costo.
E se a determinarla è un processo manuale, per la legge dei grandi numeri ogni passaggio diventa oggetto di rischio, in termini di tempo perso, clienti insoddisfatti e possibili conseguenze fiscali.

Se devi reinserire i dati del lotto in una fattura o in un DDT, moltiplichi le possibilità di errore.

Ogni volta che non hai visibilità sul residuo di un lotto in tempo reale, rischi di vendere qualcosa che non hai in giacenza.

O un bundle che non puoi deliverare.

Ogni volta che delegare un’informazione a un foglio Excel ti sembra “più semplice”, stai scegliendo di rallentare il tuo business.

Finché va tutto bene, puoi non sentire il bisogno di una gestione così analitica, strutturata e complicata (ma solo in apparenza, visto che una volta impostata non devi più fare nulla).

Ma quando arrivano le grane, per colpa di un ordine urgente che non riesci a evadere, perché hai perso la tracciabilità… allora il problema ti esplode in mano. In termini di tempo, di soldi e di nervi.

La gestione dei lotti è, quindi, una forma di investimento sul tuo tempo e su una gestione corretta della tua azienda

Gestire i lotti in modo controllato, significa:

  • Sapere sempre cosa c’è, quanto ne hai, e da dove arriva.
  • Evadere ogni ordine con sicurezza, con il più alto tasso di automazioni possibili
  • Velocizzare la fatturazione con dati già presenti nel sistema.
  • Dimostrare tracciabilità completa in caso di controlli.
  • Ridurre al minimo il margine d’errore.
  • Dormire sonni tranquilli sapendo che la macchina non si inceppa.

Ogni impresa che ha un magazzino, anche piccolo, ha bisogno di gestire i lotti in modo diverso da come si faceva nel 2005.

Perché siamo nel 2025, e l’efficienza non è solo una parola vuota da scrivere sul sito nella pagina “Chi Siamo”. È una differenza reale tra chi cerca di galleggiare e chi punta a scalare e crescere.

E la gestione dei lotti è una di quelle differenze implicite, silenziose, ma determinanti tra un’attività che galleggia e una che scala.

Vuoi gestire i lotti correttamente all’interno della tua automazione fiscale?

Anche il trend di questa settimana ti dimostra che FatturaPro non è un tool per fare le fatture elettroniche “e basta”.

È un ecosistema di moduli e funzionalità che abbracciano totalmente il principio di Automazione Fiscale.

Quella disciplina di cui tutte le aziende hanno bisogno per azzerare la burocrazia fiscale, in modo da rendere molto più ergonomica la vendita e il delivery dei tuoi prodotti e servizi digitali. Senza intoppi e senza rallentamenti dovuti dalla necessità di gestire a mano fatture e corrispettivi.

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Prepararsi al bilancio con registri vendite, acquisti e corrispettivi

Se c’è una cosa che l’imprenditore italiano ha imparato bene è che maggio non rappresenta solo l’avvicinarsi della bella stagione ma è anche uno dei mesi più frenetici dell’anno in cui bisogna far quadrare i conti in vista del bilancio aziendale. Cercare di far tornare i conti diventa sempre più un’impresa titanica e spesso ci ritroviamo a batter la testa cercando di raggruppare tutto quello che ci serve da portare al commercialista. Spesso, però, qualcosa sfugge e il rischio è quello di trovarci a fare avanti e indietro dallo studio del commercialista per quella fattura che avevamo dimenticato o quel corrispettivo sbucato fuori all’ultimo minuto. Avere un registro che tenga conto di tutte le entrate e le uscite della nostra attività è una cosa fondamentale soprattutto in questo periodo in cui dobbiamo lavorare a stretto contatto con il nostro commercialista. 

FatturaPRO.click te ne mette a disposizione ben 3! 

Ci è capitato tantissime volte, e soprattutto in questo periodo, di ricevere richieste di assistenza che possono essere riassunte in “ dove trovo una lista delle fatture che ho fatto o di quelle che ho ricevuto? e i corrispettivi?”. 

La sezione “gestione impresa” della nostra piattaforma ci viene in aiuto proprio in questi casi, È lì infatti che troviamo tre voci molto importanti : registro vendite, registro acquisti e registro corrispettivi. 

Le prime due sono dedicate alle fatture. La prima è una lista delle fatture emesse con importi e altre informazioni utili che ci permette di tenere sempre d’occhio il nostro ciclo attivo. La seconda è una lista delle fatture ricevute dai nostri fornitori ed esamina quindi il ciclo passivo

Il registro dei corrispettivi contiene uno storico di tutti i corrispettivi emessi, siano essi di acquisto o di annullamento. 

La preparazione al bilancio ha un nuovo alleato!

 

Tutti e tre i registri sono molto versatili e permettono di fare delle ricerche approfondite per data, permettendoci di avere uno spaccato preciso di un determinato range temporale a nostra scelta.  Ma non finisce qui! Oltre ad essere consultabili, questi registri possono essere scaricati in formato CSV in modo da poterli dare in consultazione al proprio commercialista (qualora non fosse iscritto alla nostra piattaforma con un account admin per poterlo fare in autonomia). 

Che ti serva per redigere il tuo bilancio o no, in pochi semplici click potrai avere dei registri accurati da consegnare al commercialista o da utilizzare per districarti  in una delle attività più rognose della vita imprenditoriale, ma con FatturaPRO.click metà del lavoro è già pronto. 

 

Il team di supporto 

Decreto infrastrutture 2025: Nuovi fondi e indennizzi

Il Decreto-Legge n. 73 del 21 maggio 2025, pubblicato il 22 maggio in Gazzetta Ufficiale, introduce una serie di misure urgenti che toccano infrastrutture, trasporti, appalti pubblici e fonti rinnovabili. Tra le novità di maggiore impatto per il settore privato spiccano le disposizioni dedicate all’autotrasporto, con nuovi fondi per l’ammodernamento dei mezzi e la tutela dei diritti degli autotrasportatori.

Indennizzo automatico per ritardi nel carico/scarico merci

 

L’articolo 4 del decreto modifica la disciplina dei tempi di attesa per carico e scarico nel settore dell’autotrasporto. Da ora, in caso di ritardi superiori ai 90 minuti (franchigia), è previsto un indennizzo automatico di 100 euro per ogni ora o frazione di ora di attesa aggiuntiva. Tale somma sarà a carico solidale sia del committente che del caricatore, e sarà aggiornata annualmente in base all’indice ISTAT FOI.

Questa misura mira a tutelare gli autotrasportatori contro le attese eccessive, spesso causa di inefficienze e costi aggiuntivi per le imprese. L’indennizzo automatico rappresenta un passo avanti verso una maggiore equità contrattuale nel settore, riducendo i contenziosi e incentivando una gestione più efficiente delle operazioni logistiche.

Inoltre, il decreto introduce un nuovo comma 15-bis all’art. 83-bis del DL 112/2008, prevedendo che eventuali ritardi nei pagamenti dei servizi di trasporto potranno essere sanzionati dall’Autorità garante della concorrenza, su segnalazione del creditore o del Comitato centrale per l’Albo degli autotrasportatori. Questo rafforza la tutela dei fornitori contro i ritardi nei pagamenti, una delle principali criticità del comparto. infrastrutture

Fondi per l’ammodernamento della flotta

 

Per favorire la transizione verso una logistica più sostenibile e sicura, il DL 73/2025 stanzia 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 destinati all’ammodernamento dei mezzi di trasporto. I fondi saranno erogati tramite un decreto attuativo del Ministero delle Infrastrutture, di concerto con il MEF, e potranno essere utilizzati per incentivare la rottamazione di veicoli obsoleti e l’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale.

Secondo le anticipazioni di Conftrasporto e fonti di settore, la priorità sarà data ai veicoli Euro 6, elettrici, a LNG o a idrogeno, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal PNIEC e dal PNRR. Le modalità di accesso e i criteri di assegnazione saranno definiti nei prossimi mesi, ma si prevede una procedura semplificata per le PMI del settore.

Semplificazioni e deroghe per i contratti pubblici

 

Il decreto introduce anche deroghe temporanee al Codice dei Contratti Pubblici (D.lgs. 36/2023) in caso di emergenze (come alluvioni o terremoti), consentendo l’affidamento diretto sopra soglia entro 30 giorni per situazioni non differibili e l’esclusione automatica delle offerte anomale in gare con meno di cinque partecipanti.

Tra le semplificazioni più rilevanti:

  • Estensione dell’uso del criterio del prezzo più basso.
  • Eliminazione di alcuni vincoli formali nelle comunicazioni.
  • Possibilità di ricorrere a Consip e centrali di committenza tramite procedura negoziata per infrastrutture strategiche o strutture temporanee.

L’ANAC vigilerà sull’applicazione delle deroghe, mentre le verifiche antimafia potranno avvalersi di un’informativa liberatoria provvisoria, consentendo la stipula dei contratti sotto condizione risolutiva in attesa delle verifiche integrative (da completare entro 60 giorni).

Accelerazione per le fonti rinnovabili

L’articolo 13 del DL 73/2025 introduce importanti novità per l’accelerazione degli impianti FER (Fonti di Energia Rinnovabile). Le aree industriali, come definite dagli strumenti urbanistici, sono ora automaticamente considerate zone di accelerazione per la realizzazione degli impianti, senza dover attendere delibere regionali. Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) dovrà pubblicare entro il 31 maggio 2025 una mappatura ufficiale online delle aree idonee, semplificando e velocizzando l’iter autorizzativo.

Il DL 73/2025 rappresenta un pacchetto di misure concrete per sostenere il settore dell’autotrasporto, favorire la modernizzazione delle flotte, tutelare i diritti degli operatori e semplificare le procedure nei contratti pubblici e nelle energie rinnovabili. Le imprese sono invitate a monitorare l’uscita dei decreti attuativi per accedere tempestivamente ai fondi e sfruttare le nuove opportunità offerte dal decreto.

Gestione agenti: non ci sono più i venditori di una volta?

La Gestione Agenti resta il collante tra presente e futuro delle micro imprese italiane.

Il mondo sta cambiando! Nel contesto competitivo di oggi…..quanti articoli online iniziano con questa retorica? Sì. Il mondo sta cambiando, l’ha sempre fatto.

Oggi sta solo succedendo un po’ più velocemente, ma il bicchiere non è solo mezzo vuoto. Abbiamo tante di quelle possibilità, oggi, di gestire il lavoro più facilmente da rendere questa epoca tanto spaventosa, quanto invidiabile!

Ci sono anche alcune cose che non cambiano mai. Ad esempio, la PMI italiana si basa ancora su due colonne portanti:

  • Il passaparola
  • L’agente che va in giro a cercare clienti, se li procura e porta a casa la vendite.

Secondo i dati ISTAT, l’81% delle piccole partite IVA si muove ancora così.

Come a testimoniare che i motori di ricerca, i social, l’online marketing hanno sicuramente portato una ventata di novità, in fatto di “procurarsi clienti”. Ma alla fine della fiera le piccole imprese italiane fondano gran parte del loro fatturato sugli schemi di sempre.

È giusto? È sbagliato? Non voglio parlare di questo oggi.

Piuttosto, il trend sulle funzioni di FatturaPro più usate dai nostri clienti questa settimana mi ha aiutato a mettere insieme una serie di riflessioni riguardo a situazioni che non analizzavo da un po’.

Il ruolo degli agenti nel tessuto imprenditoriale italiano

Faccio l’imprenditore da molto tempo ormai, ma da ancora più tempo sono un consumatore, una persona che vive la sua vita come fanno tutti, con i suoi impegni di lavoro, i suoi affetti e il suo tempo libero.

Ora: quanto è seccante essere disturbati da qualcuno che vuole venderti qualcosa mentre ti stai godendo i pochi attimi della giornata fuori dal lavoro, cercando di allontanare lo stress e di recuperare le energie?

Quando ti suona il telefono, quando trovi una pubblicità nella buca delle lettere, quando si apre un popup pubblicitario a tutto schermo, mentre ti stai concedendo un po’ di ozio su internet.

Sono tutte forme “proattive” di vendita. Dietro a ognuno di questi elementi, c’è qualcuno che sta cercando di venderti qualcosa.

E questo, spesso, ti porta a sospirare un: “che palle”.

Eppure gran parte del PIL italiano viene generato da loro, gli agenti. Persone senza stipendi fissi che a furia di “provarci”, di prendere porte in faccia e in mezzo a tanti “NO”, riescono a strappare un ordine, una vendita e un piccolo profitto per l’azienda.

Sono gli antenati delle telefonate dei bot che ti arrivano ogni 10 minuti sul cellulare, sono la trasposizione “umana” dei popup che compaiono davanti alla pagina web che stai leggendo, o delle e-mail di SPAM che ti riempiono la Posta in Arrivo.

L’agente è colui che deve vincere tutta questa repulsione che la nostra società sta accumulando nei confronti di chi cerca di “vendere qualcosa”, senza aspettare che sia tu a fare un passo verso l’acquisto del prodotto o del servizio venduto dall’azienda che il venditore rappresenta.

Nel loro essere apparentemente fastidiosi, forse anche inutili, in realtà queste persone sono dei veri e propri eroi, che superano – da sempre – prove faticosissime per riuscire a portare a casa il loro guadagno.

Ecco perché la gestione degli agenti è fondamentale ed è una delle attività che un imprenditore deve avere maggiormente a cuore. Riconoscere le provvigioni esatte, nel momento giusto, è determinante per evitare il turnover dei venditori che vengono retribuiti “a provvigione”.

C’è stato un tempo in cui tenere ordine tra le provvigioni degli agenti, ai fini di un ottimo controllo di gestione, di un calcolo delle marginalità fatto per bene, era un lavoro che sottraeva ore preziose all’amministrazione.

Oggi, con FatturaPro, bastano pochi minuti.

La gestione agenti di FatturaPro è un altro passo significativo verso un’automazione fiscale che abbraccia il controllo di gestione

Oggi la possibilità di gestire dati e automazioni rappresenta un risparmio di tempo enorme.

 

Le funzionalità di FatturaPro per la gestione degli agenti si rivelano efficaci proprio perché non si limitano a calcolare semplicemente le provvigioni, tramite una rapida associazione degli ordini ai venditori.

Ma aiutano l’imprenditore a controllare, in modo efficace, i dati previsionali essenziali e contribuiscono a tutte quelle attività di monitoraggio delle marginalità sulle vendite di cui abbiamo parlato più volte attraverso questa rubrica.

In pochi click è possibile aggiornare i dati di vendita degli agenti, sia attraverso una compilazione “realtime”, sia attraverso una compilazione “deferred”. Tradotto in termini meno informatichesi e meno nerdosi: con FatturaPro puoi aggiornare la gestione agenti sia vendita dopo vendita, che periodicamente.

Ciò permette di calcolare velocemente eventuali provvigioni da distribuire agli agenti, calcolando gli importi al centesimo e alimentando così un flusso dati che ti permette di monitorare la marginalità di ogni singola commessa.

Anche questo contribuisce ad aiutare il cliente nel comprendere, con ampio anticipo, una serie di informazioni essenziali:

  • Andamento del cashflow: le provvigioni spesso incidono parecchio sulla positività o negatività di un flusso di cassa. Naturalmente chi amministra i conti di un’azienda è portato a differire il più possibile il pagamento delle provvigioni. Ma abusare di questa regola, posticipando ad esempio il riconoscimento della provvigione all’avvenuto incasso del cliente, porta gli agenti ad allontanarsi da un’impresa. Diventa quindi fondamentale avere in pochi click il quadro della situazione per capire quando è possibile retribuire l’agente anche prima di incassare l’importo della vendita
  • Previsionali di liquidità: quanto avrò in banca alla fine del mese? Quanto alla fine dell’anno? Sapere in modo preciso quale disponibilità avrà l’azienda, nei momenti cruciali dell’esercizio fiscale, è ormai uno degli elementi che può fare la differenza tra la vita e la morte di un’attività
  • Controllo della consistenza del listino prezzi: i miei prezzi sono sostenibili per quelli che sono i miei costi e la mia effettiva marginalità? Spesso un’impresa porta avanti una politica dei prezzi orientata quasi esclusivamente su ciò che fa la concorrenza. E in parte è giusto che sia così. Ma se quei prezzi non sono sostenibili, e nel medio-lungo periodo rischiano di mettere in crisi le mie finanze, lo devo sapere per tempo. Intanto lo so, poi sulle azioni da intraprendere vedrò cosa fare. A volte alzare i prezzi è difficile, ma per poter evitare di centrare un ostacolo su cui sfracellarmi, devo intanto poterlo vedere.

FatturaPro è cresciuto, non è più un gestore di fatture…ma voglio svelarti una cosa: non lo è stato mai

Sì forse all’inizio siamo partiti spingendo molto sul tema della fatturazione, e in fondo noi di FatturaPro siamo quelli dell’Automazione Fiscale.

Il nostro obiettivo è supportare le aziende verso una gestione automatica di tutte quelle procedure che servono a produrre documenti fiscali e dati di rendicontazione verso gli enti tributari.

Ma nulla di tutto questo è facile, o forse addirittura possibile, se a monte dei processi fiscali non c’è un ordine logico da un punto di vista gestionale.

Non puoi fare Automazione Fiscale se le informazioni generate a monte della fattura sono frazionate, mal gestite e incomplete.

E al tempo stesso non puoi fare automazione fiscale se per generare una fattura devo costringere l’amministrazione a fare una serie di attività a mano, con l’aggiunta di errori e disattenzioni che per la legge dei grandi numeri possono capitare a chiunque.

Noi in FatturaPro abbiamo sempre avuto chiara la nostra missione e siamo entusiasti nel prendere atto che i nostri clienti lo abbiano potuto comprendere, vivendo sulla loro pelle e nella loro quotidianità i risultati di questo nostro enorme lavoro, iniziato alcuni anni fa.

Se hai una piccola impresa, e vuoi goderti la parte più bella di questo caotico momento storico, grazie ad una soluzione pensata esclusivamente per facilitare la gestione dei numeri di un’attività come la tua, FatturaPro è esattamente ciò che cerchi.

Chi altro vuole una gestione agenti confortevole e ad alto tasso di automazione?

Sempre più persone hanno ormai compreso che FatturaPro.click non è un “fatturatore”, ma un compagno di viaggio in quell’avventura incredibile, epica e piena di emozionanti sali e scendi che è il “fare impresa”.

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CIG e CUP: croce e delizia!

Uno degli elementi più importanti della vita di un imprenditore sono, indubbiamente, i suoi clienti. Il nostro lavoro non ci porterebbe a niente se non ci fosse qualcuno disposto a pagarci per poterne usufruire. Molto spesso i nostri clienti sono dei privati cittadini, oppure altre imprese ma può capitare che tra i nostri clienti figurino anche delle Pubbliche Amministrazioni. Lavorare per una PA può essere un grande vantaggio per la nostra azienda, ma come tutte le cose belle, c’è sempre il rovescio della medaglia: i codici CIG e CUP. 

Le pubbliche amministrazioni sono, come ci piace chiamarle, delle  amanti esigenti: le corteggi, riesci ad uscire con loro e magari, dopo qualche tira e molla, riuscite ad avere una relazione stabile. Ma bisogna seguire le loro regole. 

Questo è esattamente quello che succede a molti imprenditori. Partecipano ad un bando indetto da una PA e dopo tanta burocrazia, preventivi e gare d’appalto finalmente riescono ad avere una collaborazione con una Pubblica Amministrazione. A questo punto l’imprenditore fa di tutto per rispettare i tempi di consegna e offrire un prodotto di qualità, invia la fattura ma qualcosa va storto.  

Molto spesso infatti, molti dei nostri clienti ci contattano per comunicarci che la PA ha rifiutato la loro fattura in quanto non conteneva il codice CIG o CUP nei campi corretti. 

 

Ma cosa sono i codici CIG e CUP?

 

Il CIG è un codice alfanumerico assegnato a ogni gara pubblica per garantire la tracciabilità delle procedure di appalto e prevenire frodi. La sua presenza nella fattura è obbligatoria per le forniture e i servizi relativi a contratti pubblici, a meno che non ricorrano specifiche esenzioni previste dalla legge.

Il CUP identifica in modo univoco i progetti di investimento pubblico, soprattutto opere pubbliche, ed è fondamentale per monitorare la destinazione e l’utilizzo delle risorse pubbliche.

L’assenza o l’errata indicazione di questi codici può comportare il rigetto della fattura da parte del Sistema di Interscambio e ritardi nei pagamenti.

Da qui nasce l’esigenza di capire dove inserire tutte le informazioni che la PA richiede in modo da avere una fattura a regola d’arte che non verrà più scartata. Fortunatamente con FatturaPRO.click la gestione di questi codici è estremamente semplice, ma vediamo insieme come fare. 

In fase di creazione della fattura tutto quello che bisogna fare è andare nella sezione “documenti correlati” e cliccare sul tasto verde aggiungi. 

Nel campo “Tipo” bisognerà inserire dettagli ordine acquisto. 

A questo punto i campi necessari da compilare sono il numero di documento e la data della delibera nei campi appositi. 

Infine inserire i codici CIG e CUP forniti dalla Pubblica Amministrazione. 

In pochi semplici passaggi avremo, quindi, una fattura per la PA che contiene i famigerati codici CIG e CUP e tutte le informazioni relative che servono alla Pubblica Amministrazione per predisporre il tanto agognato pagamento.

 

Il team di supporto

Bonus Giovani 2024/25: Esonero contributivo per assunzioni Under 35

Il Bonus Giovani, introdotto dal Decreto Coesione (D.L. n. 60/2024) e convertito in legge n. 95/2024, è uno strumento chiave per incentivare l’occupazione stabile dei giovani under 35 in Italia. Con l’obiettivo di contrastare la disoccupazione giovanile e favorire l’ingresso nel mercato del lavoro, questa agevolazione offre ai datori di lavoro privati un esonero totale dal versamento dei contributi previdenziali per un massimo di 24 mesi. La circolare INPS n. 90 del 12 maggio 2025 ha definito le modalità operative per accedere al beneficio, attivo dal 16 maggio 2025 sulla piattaforma telematica dedicata. Ecco tutto ciò che serve sapere.

Requisiti per accedere al Bonus Giovani

Per il datore di lavoro

  • Tipologia: Solo datori di lavoro privati, inclusi quelli agricoli e le cooperative. Sono escluse le pubbliche amministrazioni.
  • Regolarità contributiva: Obbligo di possedere un DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva) valido e rispettare le norme su sicurezza sul lavoro e contratti collettivi.
  • Comportamento pre/post-assunzione: Vietati licenziamenti per motivi economici nella stessa unità produttiva 6 mesi prima o dopo l’assunzione agevolata.
  • Sede operativa: Per l’incentivo maggiorato di 650€, l’attività deve svolgersi nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna).

Per il lavoratore

  • Età: Meno di 35 anni alla data di assunzione/trasformazione (massimo 34 anni e 364 giorni).
  • Assenza di precedenti contratti stabili: Mai aver avuto un contratto a tempo indeterminato, anche cessato per dimissioni o mancato superamento del periodo di prova.
  • Tipologia contrattuale: Sono ammessi contratti a tempo indeterminato (full-time o part-time) e trasformazioni da tempo determinato a indeterminato.
  • Esclusioni: Dirigenti, lavoratori domestici, contratti di apprendistato, intermittenti o a chiamata.

 

Bonus Giovani: Importo e durata dell’esonero

L’agevolazione prevede un’esenzione dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, esclusi INAIL e contributi non previdenziali (es. Fondi bilaterali). L’importo massimo varia in base alla sede:

  • 500€ mensili per tutte le assunzioni/trasformazioni effettuate dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025 sul territorio nazionale.
  • 650€ mensili per le assunzioni/trasformazioni effettuate dal 31 gennaio 2025 (data di autorizzazione UE) al 31 dicembre 2025 nelle regioni del Mezzogiorno.

Durata: L’esonero è concesso per 24 mesi continuativi, con riproporzionamento per:

  • Contratti part-time: L’importo è ridotto proporzionalmente alle ore lavorate (es. 50% part-time → 250€/mese).
  • Rapporti di durata inferiore al mese: Calcolo giornaliero (500€/31 giorni = 16,12€ al giorno).

Come presentare la domanda per il Bonus Giovani

La domanda va inviata esclusivamente online tramite il Portale delle Agevolazioni INPS (ex DiResCo), accessibile con SPID, CIE o CNS. Le modalità variano in base alla tipologia di incentivo:

Bonus Giovani Standard (500€)

  • Termine: La domanda può essere presentata entro 90 giorni dall’assunzione/trasformazione.
  • Documentazione: Dati anagrafici del lavoratore, codice fiscale, data di assunzione, tipologia contrattuale.

Bonus Giovani Mezzogiorno (650€)

  • Termine: La domanda deve essere inviata prima dell’assunzione/trasformazione, pena l’esclusione dal beneficio.
  • Documentazione aggiuntiva: Indicazione della sede operativa nel Sud Italia e matricola INPS dell’unità produttiva.

L’INPS verifica la disponibilità dei fondi e comunica l’esito entro 30 giorni. In caso di approvazione, il beneficio viene applicato automaticamente in busta paga.

Istruzioni contabili e sanzioni

Comunicazione Obbligatoria

I datori di lavoro devono indicare l’agevolazione nelle comunicazioni obbligatorie:

  • PosContributiva: Utilizzare i codici EG35 (500€) o ES35 (650€).
  • ListaPosPA: Inserire il codice 67 (500€) o 68 (650€) nella sezione <RecuperoSgravi>.

Sanzioni

  • Dichiarazioni errate o fraudolente: Recupero integrale dei contributi evasi + sanzioni dal 120% al 240% dell’importo.
  • Utilizzo improprio: In caso di licenziamenti economici nei 6 mesi successivi, revoca del beneficio e multe fino a 10.000€.

Esempi pratici di applicazione del Bonus Giovani

  1. Assunzione a tempo pieno nel Nord Italia
    Un’azienda lombarda assume un 30enne mai occupato a tempo indeterminato con stipendio lordo di 1.800€.

    • Contributi a carico del datore: 500€/mese (limite massimo).
    • Risparmio totale in 24 mesi: 12.000€.

 

  1. Trasformazione part-time nel Mezzogiorno
    Una PMI pugliese trasforma un contratto a termine in indeterminato al 50% part-time.

    • Importo agevolato: 650€ × 50% = 325€/mese.
    • Risparmio totale in 24 mesi: 7.800€.

Il Bonus Giovani 2024-2025 rappresenta un’opportunità concreta per alleggerire il costo del lavoro e favorire l’occupazione giovanile. Tuttavia, la complessità delle regole (dalla tempistica delle domande alla compliance contabile) richiede attenzione e pianificazione. Per massimizzare i benefici, i datori di lavoro dovrebbero:

  • Verificare i requisiti del lavoratore prima dell’assunzione.
  • Monitorare i fondi disponibili sul Portale INPS, dato il tetto di spesa annuale.
  • Affidarsi a consulenti del lavoro per gestire correttamente adempimenti e comunicazioni.

Con un tasso di disoccupazione under 35 ancora al 22,1% (dati Istat 2024), questa misura potrebbe essere un volano per ridare slancio al mercato del lavoro italiano, a patto che le imprese sfruttino appieno le risorse messe a disposizione.

Automazione fiscale: sfrutta internet per vendere, senza burocrazia

Cos’è l’Automazione fiscale? Dalla parola può sembrare un argomento interessante per studi commercialisti, più che per l’imprenditoria. Ma non è così e in questo articolo avrò l’occasione di raccontarti perché.

Ma andiamo per gradi.


Con Automazione fiscale mi riferisco a quelle metodologie applicative che permettono, a noi di FatturaPro, di supportare le aziende nella gestione sempre più ottimizzata dei processi di fatturazione ed emissione di corrispettivi.

In particolare, questa settimana ti parlo dell’automazione fiscale in ambito e-commerce.

Un tema fondamentale per chi gestisce un negozio online, ma anche per chi ha un negozio fisico, o persino un’azienda.

Ma quindi la Automazione fiscale non è una funzione di FatturaPro, casomai è una caratteristica…perché allora parlarne qui?

Effettivamente è vero.
Questa rubrica è nata per parlare di funzionalità. Ma analizzando i dati dei processi più attivi, all’interno delle attività dei clienti FatturaPro, mi sono accorto che parlare di singole caratteristiche software, è abbastanza limitante.

Ad esempio, il tema dell’Automazione Fiscale si lega a un concetto di “environment”, come piace dire a noi “tecnici dei gestionali”. Tradotto: è una questione di ambiente gestionale, per dirla in italiano.

Non c’è in FatturaPro un tasto con scritto “fai l’Automazione Fiscale”.
Ci sono, invece, una serie di procedure e caratteristiche delle soluzioni FatturaPro che rendono possibile fare Automazione Fiscale, in diversi ambiti.

L’analisi del trend della settimana, ci porta ad analizzare questo tema sul piano dell’e-commerce, perché le maggiori evidenze di questa settimana, relative ai nostri trend, riguardano in particolare questo tipo di clienti FatturaPro.

Ma, come premesso, vedrai che questo argomento torna buono anche per altre tipologie di aziende, quindi questo è un articolo che vale la pena di essere scritto, e vale la pena di essere letto fino alla fine.

Vedrai come il contesto dell’e-commerce servirà solo come pretesto per approfondire il tema fondamentale dell’Automazione Fiscale, a tutti i livelli.

Automazione Fiscale come antitesi della Burocrazia Fiscale: esempi concreti

Anche se non hai un e-commerce può venirti facile metterti nei panni di chi ce l’ha.

Pensa di avere dei prodotti che rendi acquistabili sul tuo sito. Nel caso dell’e-commerce può essere della merce, ma nel caso di un’azienda possono essere anche pacchetti di consulenza, pacchetti di assistenza, o mille altre cose sia “impacchettabile” in un’offerta lineare.

Arriva un tuo cliente e procede con l’acquisto del prodotto. Per lui è tutto molto facile, ormai l’esperienza d’acquisto in “stile Amazon” è alla portata di tutti.

Esistono sistemi basati su WordPress per farlo, così come esistono “motori gestionali” che rendono possibile la creazione di negozi online come Prestashop e Shopify.
Senza bisogno di sviluppare portali da zero, con livelli di budget decisamente alla portata di tutti.

Una sensazione di appagamento e soddisfazione ti pervade.
Con relativamente poco sforzo hai messo online la tua proposta, e tramite Paypal, Stripe, o uno degli altri sistemi di pagamento online, ricevi la notifica del tuo incasso.

Sembra un momento da festeggiare. Fino a quando arriva il momento di gestire la documentazione fiscale.

Come invio la fattura elettronica al cliente? Come gestisco il corrispettivo? Dove metto lo scontrino?

Devi sapere che tipicamente gli e-commerce “prefabbricati” non arrivano fino a qui, ma ti aiutano fino alla vendita del tuo prodotto o servizio online.

Trattandosi, prevalentemente, di sistemi nati all’estero (spesso negli Stati Uniti o comunque fuori dall’Europa), non prevedono la possibilità di gestire anche la parte fiscale.

Che, lo ricordiamo, si compone sempre di due parti, quando parliamo di vendite online:

  • Una parte è la documentazione da mandare al cliente, appunto fatture, corrispettivi, scontrini, ecc.
  • L’altra parte è la rendicontazione da inviare alla Agenzia delle Entrate. Una sorta di registro delle vendite da inviare regolarmente agli organi tributari italiani.

Ed è qui che vendere online ti riporta dritto dritto indietro di una cinquantina d’anni

Quando vendi online, le operazioni non si chiudono con l’acquisto del cliente, né con l’incasso del suo pagamento elettronico. E nemmeno con l’erogazione dell’ordine.

Una volta incassato, devi gestire i documenti fiscali prima di spedire i prodotti, se si tratta ad esempio di un prodotto fisico.

Devi quindi fermare il delivery per imputare manualmente i dati che serviranno per l’emissione di una fattura elettronica, piuttosto che di un corrispettivo.
In certi casi è necessario inserire questi documenti direttamente nel collo, quindi non puoi spedire prima di procedere anche lato fisco.

Tutto ciò richiede di ricopiare e digitare dati anagrafici “a mano”, magari su più gestionali diversi, che non parlano nemmeno tra loro.

Un vero cocktail dal sapore “anni 70-80”, completamente in contrasto con ciò che oggi rappresenta la scelta di aprire un’attività online, che può essere un’azienda o semplicemente una linea di business.

Questo è un chiaro esempio di Burocrazia Fiscale. Una forma di rallentamento che davvero non può esistere all’interno di un’impresa moderna.

I Plugin di FatturaPro: l’antidoto contro la Burocrazia Fiscale

Esistono tanti plugin per le più diffuse piattaforme E-Commerce che tutti usano.
Sia come base per dei veri e propri business online, sia per le aziende B2B che hanno solo bisogno di mettere singoli prodotti da vendere nelle proprie pagine web, come corsi, libri, masterclass e tanto altro.

Ma FatturaPro è pensato prima di tutto da imprenditori che hanno vissuto, sulla loro pelle e sulla loro quotidianità lavorativa, l’importanza di gestire i processi fiscali in modo veloce, automatico e senza perdite di tempo.

Oggi portiamo la nostra specializzazione in Automazione Fiscale all’interno di tutte quelle organizzazioni che hanno scelto di aprire un e-commerce. Per essere più liberi da vincoli burocratici, di spazio e di tempo, e che non hanno nessuna intenzione di perdere tempo dietro ad attività manuali e ripetitive.

Ma questo nostro know how, da cui oggi scaturisce un trend in fortissima crescita di processi gestiti attraverso i nostri sistemi.
È solo una rappresentazione verticale di ciò che sappiamo fare, e del motivo per cui siamo sul mercato: aiutare il tessuto imprenditoriale italiano a staccarsi di dosso il peso della Burocrazia Fiscale.

Come funzionano i Plugin di FatturaPro per l’Automazione fiscale? 

Raggiungere un obiettivo ambizioso, come quello della totale Automazione Fiscale delle vendite generate online, significa partire da un obiettivo basilare: rendere l’implementazione di queste tecnologie facile e alla portata di chiunque.

Non servono complesse attività di integrazione, né tantomeno serve sviluppare codice o effettuare operazioni rischiose sul portale, che possano minarne la sicurezza, il funzionamento e la continuità di servizio.

Niente di tutto questo.

Per portare i nostri plugin sul mercato abbiamo anzitutto pensato come creare una procedura di installazione semplice, alla stregua di quanto erano facili le installazioni dei driver per i modem vent’anni fa.

Quando bastava inserire il famoso “cd autoinstallante” nel PC, cliccare su “Installa” e osservare.
Giusto qualche minuto, la barra di caricamento del programma di installazione fare il suo lavoro e allungarsi nel suo rapido percorso verso l’indicazione di fine procedura.

Ecco, implementare i Plugin di FatturaPro è ancora più facile. Basta seguire una procedura guidata in due click per partire.

Fatto questo, il portale si collega automaticamente ai servizi di FatturaPro, che sono in grado di recepire automaticamente la generazione di un nuovo ordine sul portale, ad ogni acquisto effettuato da un utente.

A questo punto, il sistema acquisisce i dati anagrafici del cliente, analizza i prodotti acquistati, le condizioni di acquisto, e le riporta autonomamente sui Sistemi FatturaPro.

Da qui, viene generato il corrispettivo, o la fattura, per il cliente che può essere sia un soggetto privato, che un’altra azienda, e le informazioni vengono inoltrate alla fase di gestione successiva.

Quella della rendicontazione verso Agenzia delle Entrate.

Nel caso di Fattura Elettronica la fattura viene inviata prima al Sistema di Interscambio. Poi all’archivio di Conservazione a Norma, come da normative AGID.

Se, invece, dobbiamo  generare un corrispettivo, questo può essere elaborato sia in modo totalmente digitale, sia inviato  come copia all’utente.

E tu? Hai già cominciato a vendere online (senza il peso della Burocrazia Fiscale?)

Vendere online non significa necessariamente avere un e-commerce, come dicevo.

Tra i nostri partner ci sono realtà che non hanno dei veri e propri negozi online, ma vendono comunque servizi, pacchetti di assistenza o di consulenza direttamente sui loro portali aziendali.

Sia che tu debba strutturare un vero e proprio business su internet, o che abbia bisogno semplicemente di rendere acquistabili alcuni prodotti o servizi via web, i Plugin di FatturaPro sono il rimedio assoluto contro il peso della Burocrazia Fiscale.

Sempre più aziende stanno andando in questa direzione, andando incontro alla naturale evoluzione del fare impresa utilizzando le nuove frontiere della tecnologia.

Come l’Intelligenza Artificiale, con la possibilità di attivare degli Agenti virtuali che possono darti una mano nella gestione dei clienti.

Tutte cose che non sono più fantascienza, perché la società globale ormai rende attuali in tempo zero cose che dieci minuti prima sembravano persino “fuffa”.

Senza contare che queste nuove frontiere incredibili della tecnologia sono, al momento, ancora incredibilmente alla portata di chiunque.

Ma nulla di tutto questo è possibile, se non inizi a pensarla nella prospettiva di implementare l’Automazione Fiscale al primo livello di priorità.

È inutile pensare a come incrementare il business grazie alla tecnologia a basso costo di cui ti puoi servire oggi, se poi ogni operazione commerciale ti genera attività da fare a mano, magari su più gestionali.

Quindi, è sufficiente cliccare sul link qui sotto per accedere al form di contatto, dove puoi chiedere un appuntamento con i nostri FatturaPro Specialist, senza alcun impegno.

Clicca sul link, i nostri FatturaPro specialist ti stanno già aspettando.

Alessandro Cesarini

CEO FatturaPro.click

Fattura estera: la guida più semplice di sempre!

Una delle cose più interessanti e vantaggiose che internet ha portato con sé è indubbiamente la possibilità di estendere i confini dei nostri affari ben al di là dei confini che potevamo immaginare fino a 30 anni fa. Per un imprenditore del centro Italia era quasi impensabile pensare di avere dei clienti provenienti dal nord Italia, figuriamoci da altri paesi europei o addirittura da continenti lontani. Se da una parte il commercio con l’estero porta dei vantaggi, dall’altra ci mette davanti ad adempimenti fiscali che,spesso, sembrano molto complessi. Uno tra tutti: la fattura estera. 

Redigere una fattura estera ai giorni d’oggi è frequenta quasi quanto farne una verso un cliente italiano ma a differenza della seconda, ha delle caratteristiche particolari di cui bisogna ricordarsi se vogliamo che lo SDI non la rifiuti. 

Sempre più spesso ci arrivano richieste di supporto da parte di clienti che si affacciano al mondo estero e che iniziano a dover emettere regolare fattura nei confronti di clienti residenti al di fuori del Bel Paese. 

In questa breve guida vedremo insieme i passaggi da seguire nella compilazione del destinatario di una fattura estera, in modo da contabilizzare regolarmente una vendita transfrontaliera all’Agenzia delle Entrate

 

 

Nel corso degli anni abbiamo redatto una brevissima guida che adesso riportiamo qui sotto. Questi semplici passaggi sono fondamentali per far si che la fattura estera risulti correttamente inviabile.

Guardiamo insieme  come compilare una fattura estera

  1. Codice destinatario: Il codice destinatario della fattura estera è XXXXXXX  a differenza di quello per i privati cittadini italiani (sette zeri) o del codice destinatario delle aziende con sede in Italia. 
  2. Denominazione: Sia che si tratti di persona fisica che d’azienda, il campo denominazione va sempre compilato, inserendo Nome e Cognome del cliente estero o il nome della società.
  3. Nome e Cognome: i campi nome e cognome vanno lasciati vuoti in quanto li abbiamo già inseriti nel campo denominazione. 
  4. Partita IVA: La partita IVA del cliente deve contenere 11 caratteri, qualora combaciassero con quelli forniti dal vostro cliente inserite quelli altrimenti potete tranquillamente inserire 11 zeri. In caso di fattura estera l’Agenzia delle Entrate non farà un controllo sulla p.iva estera in quanto si tratta di un documento transfrontaliero. 
  5. Codice fiscale: il codice fiscale del cliente estero va lasciato vuoto.
  6. Indirizzo: Inserire l’indirizzo che vi ha fornito il cliente. NB: Alla fine dell’indirizzo, qualora il cap fosse inferiore a 5 cifre, inserite anche il CAP dividendolo dall’indirizzo con una virgola 
  7. CAP: il CAP deve contenere 5 cifre. Qualora il CAP del vostro cliente ne abbia meno potete aggiungere uno 0 all’inizio o inserire 00000. Potete inserire il vero CAP alla fine dell’indirizzo come abbiamo già visto nel punto precedente. 
  8. Comune: Inserite la città del vostro cliente. 
  9. Provincia: Inserite Non indicata/estera
  10. Nazione: Inserite la corretta nazione del destinatario 

 

In questo modo avremo una fattura estera pronta per essere inviata allo SDI ed essere messa in conservazione sia all’Agenzia delle Entrate sia in piattaforma a norma AgID per 10 anni. 

Gli accorgimenti da tenere a mente non sono pochi ma al momento risultano necessari per creare una fattura estera che soddisfi i requisiti dell’Agenzia delle Entrate. Tutto questo, nel prossimo futuro, non sarà più necessario grazie all’arrivo della rete PEPPOL anche conosciuta come fattura elettronica internazionale. Il nostro team di sviluppo è già a lavoro su PEPPOL per permettere a tutti voi di compilare una fattura estera con la stessa semplicità di una “tradizionale”. 

 

Il team di supporto

Startup Innovative: Novità e Incentivi 2025

Il 2025 segna una svolta per le startup innovative italiane, con l’entrata in vigore di due provvedimenti chiave: la Legge Annuale sulla Concorrenza (n. 193/2024) e la Legge Startup (n. 162/2024). Queste riforme ridefiniscono i criteri per accedere allo status di startup innovativa, potenziano gli incentivi fiscali e introducono misure per favorire la fase di scale-up, ovvero la crescita accelerata verso modelli di business sostenibili e internazionali. L’obiettivo è rafforzare l’ecosistema dell’innovazione, attrarre investimenti e semplificare l’accesso a finanziamenti pubblici e privati.

Definizione aggiornata di startup innovativa: requisiti più stringenti

Per qualificarsi come startup innovativa nel 2025, un’impresa deve soddisfare requisiti più rigorosi, allineati alle direttive europee e alle esigenze del mercato globale:

  1. Dimensione e Settore di Attività:
    • Deve essere una micro, piccola o media impresa (MPMI) con fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro o un totale di bilancio non superiore a 43 milioni di euro.
    • L’oggetto sociale deve essere esclusivamente o prevalentemente lo sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti/servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Sono escluse le attività di consulenza generica.
  2. Investimenti in R&S:
    • Almeno il 15% del fatturato o dei costi operativi annuali deve essere destinato a progetti di ricerca e sviluppo (R&S). Questo incremento rispetto al precedente 10% mira a garantire un impegno concreto nell’innovazione.
  3. Componente Tecnologica:
    • L’impresa deve dimostrare di possedere un’innovazione tecnologica tramite brevetti, software registrati, o un team altamente qualificato (almeno 1/3 di dottori di ricerca o 2/3 di laureati magistrali).
  4. Durata nel Registro delle Imprese:
    • Le startup possono rimanere nella sezione speciale del Registro per un massimo di 5 anni, estendibili a 7 anni se dimostrano una crescita significativa (es. aumento del 50% dei ricavi o assunzione di personale qualificato). Le imprese già registrate prima del 18 dicembre 2024 hanno un periodo transitorio di 6-12 mesi per adeguarsi.

Agevolazioni fiscali 2025: incentivi potenziati per investitori e startup innovative

Le nuove leggi introducono benefici fiscali mirati per attrarre capitali privati e sostenere la fase di scale-up:

Per gli investitori

  • Detrazione IRPEF al 65%: Chi investe nel capitale di startup innovative può detrarre il 65% dell’importo versato, fino a un massimo di 1 milione di euro annui.
  • Credito d’Imposta per Incubatori: Gli incubatori certificati ricevono un credito d’imposta dell’8% sugli investimenti effettuati in startup, fino a 500.000 euro annui, purché mantengano la partecipazione per almeno 3 anni.
  • Esenzione Imposta di Bollo: Le operazioni di aumento di capitale restano esenti da imposta di bollo, riducendo i costi amministrativi.

Per le startup

  • Esoneri Fiscali: Sono confermati l’esonero dall’imposta di bollo, dai diritti camerali annuali e dalle imposte di registro per le operazioni straordinarie.
  • Accesso al Fondo di Garanzia PMI: Le startup possono ottenere garanzie pubbliche fino all’80% sui finanziamenti bancari, facilitando l’accesso al credito.
  • Voucher Innovazione: Contributi fino a 10.000 euro per servizi di consulenza in brevettazione, cybersecurity e internazionalizzazione.

Novità per la fase di scale-up: dal registro startup a quello PMI innovative

Le riforme riconoscono l’importanza della transizione da startup a società scale-up, ovvero imprese con modelli di business consolidati e prospettive di crescita internazionale. Per supportare questa fase:

  • Le startup che superano i 5 anni di attività possono trasferirsi nella sezione delle PMI Innovative, mantenendo parte delle agevolazioni (es. detrazioni fiscali per gli investitori) purché continuino a investire in R&S.
  • Viene introdotto un “Statuto delle Scale-Up” che semplifica le procedure di quotazione in borsa e l’accesso a fondi di private equity.

Adempimenti e sanzioni: attenzione alla compliance

Per mantenere lo status di startup innovativa, le imprese devono sottoporsi a verifiche periodiche:

  • La prima verifica avviene entro 3 anni dall’iscrizione, per accertare il raggiungimento degli obiettivi di R&S e crescita.
  • Le società che non rispettano i requisiti entro i termini previsti decadono dagli incentivi e devono restituire i benefici ricevuti.

In caso di violazioni (es. dichiarazioni false o omissioni), sono previste sanzioni fino al 240% dell’imposta evasa e, in casi gravi, reati penali per abusivismo.

Casi pratici: come sfruttare le opportunità

  1. Esempio di Detrazione IRPEF:
    Un professionista investe 100.000 euro in una startup innovativa nel 2025. Grazie alla detrazione del 65%, riduce il proprio reddito imponibile di 65.000 euro, ottenendo un risparmio fiscale di circa 26.000 euro (ipotizzando un’aliquota IRPEF del 40%).
  2. Accesso al Credito d’Imposta:
    Un incubatore certificato investe 300.000 euro in tre startup. Ottiene un credito d’imposta di 24.000 euro (8% di 300.000), utilizzabile in compensazione o a rimborso.

Verso un ecosistema più competitivo

Le novità del 2025 rappresentano un passo avanti nella costruzione di un ecosistema dell’innovazione maturo e competitivo. Da un lato, i criteri più stringenti garantiscono che solo le imprese realmente innovative accedano agli incentivi; dall’altro, le agevolazioni potenziate attirano capitali privati e sostengono la scalabilità.

Tuttavia, la complessità normativa richiede una consulenza specialistica per navigare tra adempimenti, verifiche e opportunità. Per massimizzare i benefici, fondatori e investitori devono adottare strategie di medio-lungo termine, integrando gli incentivi fiscali con strumenti come l’equity crowdfunding o i fondi europei Horizon.

In un contesto globale sempre più orientato alla tecnologia, l’Italia dimostra di puntare sull’innovazione come leva per la crescita economica e l’occupazione qualificata. La sfida sarà mantenere questo slancio, garantendo stabilità normativa e risorse adeguate negli anni a venire

E-Commerce e attività fisica: la linea di confine è sempre più sfumata

E-Commerce e attività fisica: la linea di confine è sempre più sfumata

 

Ormai internet ha davvero cambiato tutto. E non parlo di siti, di servizi, e nemmeno di App.

Mi riferisco alla mole incredibile di dati e informazioni che possono essere oggetto di interscambio tra sistemi, software e soprattutto processi.

La vera rivoluzione di internet, negli ultimi anni, è questa. La possibilità di costruire ecosistemi applicativi e di processi che si scambiano dati. 

E il passaggio di questi dati può generare automazioni, eventi e ulteriori sotto processi che si innescano in automatico per fare operazioni che supportano l’attività, aiutano l’imprenditore, senza che questo debba fare nulla, se non accedere ogni tanto a qualche cruscotto di controllo e vedere, comodamente “a colpo d’occhio”, come sta andando la sua impresa.

Non solo, banalmente, in un’ottica di fatturato, ma anche dal punto di vista del controllo di gestione puro e semplice.

Un tema che abbiamo già affrontato la settimana scorsa e che, guardacaso, si ripropone.

Il controllo di gestione è ciò che permette all’imprenditore di monitorare le sue marginalità, la verifica di quanti soldi rimarranno sul conto corrente dell’attività a fine anno, dopo le tasse.

Una disciplina che prima era per pochissimi, più che altro aziende strutturate, tanto che nel tessuto imprenditoriale delle PMI e delle micro partite iva, si è sempre pensato al controllo di gestione come a uno strumento per grandi realtà e organizzazioni molto strutturate.

Quando, in realtà, il Controllo di gestione serve a tutti. Specie in un’epoca dove le materie prime, a partire da carburanti e costi di riscaldamento ed energia elettrica, fluttuano in modo incontrollato e imprevedibile, talvolta senza una apparente logica.

Tutto questo discorso fila alla perfezione se osserviamo come iniziano a muoversi i professionisti, ad esempio. 

Non hanno più il blocchetto numerato per emettere corrispettivi cartacei, ma si presentano muniti di smartphone e stampante bluetooth. 

Il mio incasso non è più solo contante, ma cominciano a prediligere il pagamento col POS, sempre collegato al telefono e a un dispositivo portatile (per altro dai costi di commissione decisamente sostenibili).

Non male se pensiamo che fino ad appena due anni fa, i social erano ancora inondati di dibattiti sull’utilizzo del contante negli esercizi commerciali.

L’Automation sta diventando un fattore di competitività (a cominciare dall’Automazione Fiscale)

Interscambio di dati tra sistemi, ed eventi che si processano da soli, dicevamo.

Facciamo un esempio pratico: l’imbianchino che emette lo scontrino direttamente dallo smartphone, stampando la copia da dare al cliente con una stampante bluetooth che può stare sul palmo di una mano.

 

A questo basta aggiungere un POS portatile e wireless, e l’ecosistema è completo.

 

Il cliente può pagare il professionista col POS, ricevere lo scontrino via e-mail o “via carta”, mentre il professionista – ricevuto il pagamento ed emessa la stampa per il cliente del corrispettivo – si vede recapitare i dati di rendicontazione ad Agenzia delle Entrate.

Tutto in automatico, partendo magari da un evento che può essere l’emissione di un corrispettivo, o la ricezione del pagamento sul POS portatile.

Un ecosistema del genere azzera ogni forma di complessità, ogni perdita di tempo, ogni possibilità di errore relativo a una cattiva digitazione di dati.

Ma da questo set di dati prodotti, a beneficio del processo fiscale, nulla e nessuno mi vieta di organizzare delle informazioni per capire qual è la mia marginalità, se devo alzare i prezzi, o se li posso abbassare.

 

Capisci dove stiamo andando? 

 

 

Ci muoviamo verso una democratizzazione della complessità, verso una capacità incredibile di sfruttare la tecnologia come fattore moltiplicatore della capacità che può avere un imprenditore nell’espletare attività operative quotidiane.

Senza fare fatica, senza anni di studio su questi ambiti di conoscenza imprenditoriale, senza altrettanti anni di esperienze ed errori.

E ancora non ho minimamente tirato in ballo l’Intelligenza Artificiale, mi sono limitato a mettere “sul tavolo” ciò che è realtà oggi, come si può capire dall’analisi delle funzionalità usate dai clienti FatturaPro.

 

Ma cosa sta diventando, quindi, FatturaPro?

A questo punto è lecito chiederselo: “ma FatturaPro non era l’azienda di software che sviluppava sistemi di fatturazione elettronica”?

Sì, ci siamo palesati sul mercato con questa “missione”, verissimo.

Quindi, leggendo queste righe e questo numero della Newsletter, tutto sembra il preambolo di un cambio di rotta imprenditoriale, può darti l’idea che sia in atto una trasformazione della Value Proposito, una sua evoluzione verso qualcosa che prima era diversa e non c’era.

Eh, ma sembra male.

Perché, è vero, FatturaPro inizialmente aveva la gestione della Fatturazione Elettronica come missione “core” della sua attività e della sua azione commerciale. Ma solo perché, al momento della nostra “nascita”, quella era l’esigenza che attivava il mercato e i nostri clienti.

Ma nella nostra idea, la vera missione è sempre stata questa: aiutare gli imprenditori verso l’obiettivo di potersi concentrare esclusivamente sulla conduzione strategica e sulla visione a lungo termine della propria attività (la parte che piace a tutti noi imprenditori), delegando alla tecnologia tutta la parte di pura operatività fiscale (la parte che odiamo tutti noi imprenditori).

Semplicemente, adesso, stiamo iniziando piano piano a cogliere i frutti di ciò che abbiamo seminato con anni di sudore, fatica e tanta pazienza.

La strada è ancora lunga, ma è evidente che il muro di inerzia si sia rotto. Stiamo entrando in un nuovo ciclo di vita del nostro tessuto imprenditoriale.

Un ciclo di vita dirompente, capace di rompere gli argini del conservazionismo persino di un paese ostinatamente resistente al cambiamento come il nostro.

È il segno che dimostra come FatturaPro sia destinato a diventare un alleato, un asset inalienabile. 

Vuoi scoprire anche tu come possiamo introdurre l’automazione fiscale nella tua attività, attraverso un ecosistema tecnologico proprio per te?

Segui il link qui sotto per accedere alla pagina di richiesta

 

Alessandro Cesarini

FatturaPro.click Specialist