E-Commerce e attività fisica: la linea di confine è sempre più sfumata

E-Commerce e attività fisica: la linea di confine è sempre più sfumata

 

Ormai internet ha davvero cambiato tutto. E non parlo di siti, di servizi, e nemmeno di App.

Mi riferisco alla mole incredibile di dati e informazioni che possono essere oggetto di interscambio tra sistemi, software e soprattutto processi.

La vera rivoluzione di internet, negli ultimi anni, è questa. La possibilità di costruire ecosistemi applicativi e di processi che si scambiano dati. 

E il passaggio di questi dati può generare automazioni, eventi e ulteriori sotto processi che si innescano in automatico per fare operazioni che supportano l’attività, aiutano l’imprenditore, senza che questo debba fare nulla, se non accedere ogni tanto a qualche cruscotto di controllo e vedere, comodamente “a colpo d’occhio”, come sta andando la sua impresa.

Non solo, banalmente, in un’ottica di fatturato, ma anche dal punto di vista del controllo di gestione puro e semplice.

Un tema che abbiamo già affrontato la settimana scorsa e che, guardacaso, si ripropone.

Il controllo di gestione è ciò che permette all’imprenditore di monitorare le sue marginalità, la verifica di quanti soldi rimarranno sul conto corrente dell’attività a fine anno, dopo le tasse.

Una disciplina che prima era per pochissimi, più che altro aziende strutturate, tanto che nel tessuto imprenditoriale delle PMI e delle micro partite iva, si è sempre pensato al controllo di gestione come a uno strumento per grandi realtà e organizzazioni molto strutturate.

Quando, in realtà, il Controllo di gestione serve a tutti. Specie in un’epoca dove le materie prime, a partire da carburanti e costi di riscaldamento ed energia elettrica, fluttuano in modo incontrollato e imprevedibile, talvolta senza una apparente logica.

Tutto questo discorso fila alla perfezione se osserviamo come iniziano a muoversi i professionisti, ad esempio. 

Non hanno più il blocchetto numerato per emettere corrispettivi cartacei, ma si presentano muniti di smartphone e stampante bluetooth. 

Il mio incasso non è più solo contante, ma cominciano a prediligere il pagamento col POS, sempre collegato al telefono e a un dispositivo portatile (per altro dai costi di commissione decisamente sostenibili).

Non male se pensiamo che fino ad appena due anni fa, i social erano ancora inondati di dibattiti sull’utilizzo del contante negli esercizi commerciali.

L’Automation sta diventando un fattore di competitività (a cominciare dall’Automazione Fiscale)

Interscambio di dati tra sistemi, ed eventi che si processano da soli, dicevamo.

Facciamo un esempio pratico: l’imbianchino che emette lo scontrino direttamente dallo smartphone, stampando la copia da dare al cliente con una stampante bluetooth che può stare sul palmo di una mano.

 

A questo basta aggiungere un POS portatile e wireless, e l’ecosistema è completo.

 

Il cliente può pagare il professionista col POS, ricevere lo scontrino via e-mail o “via carta”, mentre il professionista – ricevuto il pagamento ed emessa la stampa per il cliente del corrispettivo – si vede recapitare i dati di rendicontazione ad Agenzia delle Entrate.

Tutto in automatico, partendo magari da un evento che può essere l’emissione di un corrispettivo, o la ricezione del pagamento sul POS portatile.

Un ecosistema del genere azzera ogni forma di complessità, ogni perdita di tempo, ogni possibilità di errore relativo a una cattiva digitazione di dati.

Ma da questo set di dati prodotti, a beneficio del processo fiscale, nulla e nessuno mi vieta di organizzare delle informazioni per capire qual è la mia marginalità, se devo alzare i prezzi, o se li posso abbassare.

 

Capisci dove stiamo andando? 

 

 

Ci muoviamo verso una democratizzazione della complessità, verso una capacità incredibile di sfruttare la tecnologia come fattore moltiplicatore della capacità che può avere un imprenditore nell’espletare attività operative quotidiane.

Senza fare fatica, senza anni di studio su questi ambiti di conoscenza imprenditoriale, senza altrettanti anni di esperienze ed errori.

E ancora non ho minimamente tirato in ballo l’Intelligenza Artificiale, mi sono limitato a mettere “sul tavolo” ciò che è realtà oggi, come si può capire dall’analisi delle funzionalità usate dai clienti FatturaPro.

 

Ma cosa sta diventando, quindi, FatturaPro?

A questo punto è lecito chiederselo: “ma FatturaPro non era l’azienda di software che sviluppava sistemi di fatturazione elettronica”?

Sì, ci siamo palesati sul mercato con questa “missione”, verissimo.

Quindi, leggendo queste righe e questo numero della Newsletter, tutto sembra il preambolo di un cambio di rotta imprenditoriale, può darti l’idea che sia in atto una trasformazione della Value Proposito, una sua evoluzione verso qualcosa che prima era diversa e non c’era.

Eh, ma sembra male.

Perché, è vero, FatturaPro inizialmente aveva la gestione della Fatturazione Elettronica come missione “core” della sua attività e della sua azione commerciale. Ma solo perché, al momento della nostra “nascita”, quella era l’esigenza che attivava il mercato e i nostri clienti.

Ma nella nostra idea, la vera missione è sempre stata questa: aiutare gli imprenditori verso l’obiettivo di potersi concentrare esclusivamente sulla conduzione strategica e sulla visione a lungo termine della propria attività (la parte che piace a tutti noi imprenditori), delegando alla tecnologia tutta la parte di pura operatività fiscale (la parte che odiamo tutti noi imprenditori).

Semplicemente, adesso, stiamo iniziando piano piano a cogliere i frutti di ciò che abbiamo seminato con anni di sudore, fatica e tanta pazienza.

La strada è ancora lunga, ma è evidente che il muro di inerzia si sia rotto. Stiamo entrando in un nuovo ciclo di vita del nostro tessuto imprenditoriale.

Un ciclo di vita dirompente, capace di rompere gli argini del conservazionismo persino di un paese ostinatamente resistente al cambiamento come il nostro.

È il segno che dimostra come FatturaPro sia destinato a diventare un alleato, un asset inalienabile. 

Vuoi scoprire anche tu come possiamo introdurre l’automazione fiscale nella tua attività, attraverso un ecosistema tecnologico proprio per te?

Segui il link qui sotto per accedere alla pagina di richiesta

 

Alessandro Cesarini

FatturaPro.click Specialist

Tassazione delle plusvalenze da cripto-attività per persone fisiche nel 2025

Le criptovalute e le cripto-attività sono diventate un asset sempre più diffuso tra i risparmiatori italiani, ma la loro tassazione rimane un tema complesso. Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024) e del decreto legislativo 5 settembre 2024, n. 129, il quadro normativo è stato aggiornato, introducendo aliquote più elevate, eliminando franchigie e definendo nuove regole per la dichiarazione. 

La normativa di riferimento per le cripto-attività: Dal 2023 al 2025

La tassazione  è stata introdotta in Italia con la Legge di Bilancio 2023 (Legge n. 197/2022), che ha modificato l’articolo 67 del TUIR inserendo la lettera c-sexies. Questa disposizione prevedeva un’imposta sostitutiva del 26% sulle plusvalenze superiori a 2.000 euro annui, considerati una soglia di non imponibilità (non una franchigia). Dal 2025, però, la Legge n. 207/2024 ha rivoluzionato il sistema:

  • Anno 2025: L’aliquota rimane al 26%, ma viene eliminata la soglia di 2.000 euro. Tutte le plusvalenze, anche minime, sono ora tassabili.
  • Dal 2026: L’aliquota sale al 33%, allineandosi alla tassazione delle rendite finanziarie.

Cosa sono le cripto-attività? Definizione e ambito

Per “cripto-attività” si intendono rappresentazioni digitali di valore o diritti trasferibili tramite tecnologia distribuita (blockchain o simili), escluse le valute legali digitali (es. euro digitale). Rientrano in questa categoria:

  • Criptovalute (Bitcoin, Ethereum, ecc.).
  • Token utility (servizi specifici).
  • NFT (Non-Fungible Token), se non considerati opere d’arte.
  • Stablecoin (es. USDT).

Non sono invece cripto-attività gli strumenti finanziari tradizionali (azioni, obbligazioni) negoziati digitalmente.

Come si calcola l’imposta sulle cripto-attività? Esempi pratici

Fino al 2024: Soglia di 2.000 Euro

 

Se nel 2024 un contribuente realizza plusvalenze per 2.500 euro, l’imponibile è calcolato detraendo la soglia:

  • 2.500 – 2.000 = 500 euro (base imponibile).
  • Imposta dovuta: 500 × 26% = 130 euro.

Dal 2025: Eliminazione della soglia

 

Con la stessa plusvalenza di 2.500 euro nel 2025:

  • Imposta dovuta: 2.500 × 26% = 650 euro.

Dal 2026: Aliquota al 33%

 

Nel 2026, su 2.500 euro:

  • Imposta dovuta: 2.500 × 33% = 825 euro.

Come dichiarare le plusvalenze: Modello 730 e redditi PF

Le plusvalenze vanno indicate nella dichiarazione dei redditi, con modalità diverse a seconda che le cripto-attività siano detenute presso intermediari italiani o esteri.

Modello 730/2025

  • Quadro T: Per plusvalenze soggette a imposta sostitutiva (26% o 33%).
    • Sezione I: Cessioni di cripto-attività con intermediari italiani.
    • Sezione II: Plusvalenze da intermediari esteri, con obbligo di compilare anche il quadro RW per il monitoraggio fiscale.

Modello redditi PF

  • Quadro RT: Specifico per redditi diversi da cripto-attività, con sezioni analoghe al quadro T del 730.

Imposta sul valore delle cripto-attività (IVCA)

Dal 2025, le cripto-attività detenute all’estero sono soggette a un bollo dello 0,2% sul valore di fine anno, da indicare nel quadro W del modello 730.

Cripto-attività : territorialità e obblighi per i non residenti

L’Agenzia delle Entrate chiarisce che le plusvalenze sono tassabili in Italia se:

  • Il contribuente è residente fiscale in Italia.
  • Le cripto-attività sono detenute presso intermediari italiani o stabili organizzazioni nel territorio.
  • Il reddito è prodotto tramite attività svolte in Italia (es. mining).

I non residenti sono soggetti a tassazione solo se le plusvalenze derivano da attività o beni situati in Italia.

Sanzioni e regole antielusive sulle cripto-attività

Il decreto legislativo n. 129/2024 ha introdotto sanzioni penali per contrastare usi illeciti:

  • Abusivismo: Fino a 4 anni di reclusione e multe fino a 10.329 euro per chi offre servizi non autorizzati (es. exchange non registrati).
  • Omissione dichiarativa: Sanzioni dal 120% al 240% dell’imposta evasa, oltre agli interessi.

Come richiedere il rimborso per errori precedenti

Se nel 2024 un contribuente non ha applicato la soglia di 2.000 euro, può richiedere il rimborso della differenza tramite:

  • Modello RF12: Presentato entro il 31 dicembre 2025.
  • Dichiarazione integrativa: Solo se non è già stato liquidato il modello 730/2024.

 

Consigli pratici per i contribuenti

  1. Conservare la documentazione: Registrare tutte le transazioni (acquisti, vendite, swap) con data, valore in euro e controparte.
  2. Utilizzare software di tracciamento: Strumenti come CoinTracking o Koinly aiutano a generare report fiscali.
  3. Consultare un professionista: Affidarsi a un commercialista esperto in cripto-attività per evitare errori nella dichiarazione.

 

La tassazione delle cripto-attività in Italia è diventata più stringente, con aliquote in aumento e obblighi dichiarativi complessi. Con l’abolizione della soglia di 2.000 euro e l’introduzione del quadro T nel modello 730/2025, è cruciale per i contribuenti adeguarsi alle nuove regole per evitare sanzioni. La collaborazione con intermediari autorizzati e professionisti qualificati rimane la strategia migliore per navigare in un panorama normativo in continua evoluzione.