Annullamento documenti fiscali: come fare in pochi click?

La bella stagione è finalmente arrivata e per molti imprenditori questo non significa solo un aumento delle temperature dopo un freddo inverno ma, anzitutto, un aumento del proprio giro d’affari. Molti dei nostri clienti sono proprietari di B&B o di aziende che lavorano nel campo del turismo o della ristorazione, fino ad arrivare a realtà che si trovano spesso a lavorare in fiere e mercati in giro per l’Italia e non solo. L’aumento di affari e quindi di vendite di beni e servizi comporta un consequenziale incremento delle emissioni di documenti fiscali, siano essi corrispettivi o fatture. Sebbene sappiamo bene che con FatturaPRO.click emettere un corrispettivo o una fattura è facile, spesso si può incorrere in errori. 

Un corrispettivo battuto di fretta che ha un importo sbagliato o un cliente che dopo lo scontrino ci ripensa e ci chiede una fattura, possono essere scenari all’ordine del giorno quando abbiamo molte vendite da gestire. 

 

Una cosa del tutto simile può capitare dopo aver emesso una fattura in tutta fretta, prima di chiudere la giornata. Dopo poco il cliente ci chiama dicendo che l’importo è errato ed effettivamente… ha ragione. 

 

Come possiamo procedere all’annullamento di un documento fiscale prima di emetterne un altro? 

 

Sia che si parli di corrispettivo che di fattura, con FatturaPRO.click la gestione degli annullamenti dei documenti è davvero facile e a portata di click! 

Ma partiamo dalla più facile, ovvero la nota di credito. 

Per crearne una basta davvero un solo click. Andando a destra della riga corrispondente alla fattura troveremo, infatti, il pulsante “emetti nota di credito da fattura”. Cliccandoci sopra avremo una nota di credito già inviabile con tutti i riferimenti alla fattura che andrà a stornare, inclusi i documenti correlati che si riferiscono alla fattura stessa. 

L’annullamento di un corrispettivo, invece, ci costerà appena 3 click!!

 

Tutto quello che bisogna fare è andare alla voce corrispettivi nel menù di sinistra, trovare il corrispettivo da annullare e cliccare sul cestino che si trova in corrispondenza a destra. Si aprirà un popup che ci chiederà la password AdE (per motivi di sicurezza) e cliccando su login verrà emesso un corrispettivo di annullamento a storno totale del corrispettivo a cui fa riferimento. 

Per quanto riguarda il mondo dei corrispettivi ci teniamo a ricordare un paio di cose, che magari sapete già, ma come dicevano i nostri antenati repetita iuvant

  • Tutti i corrispettivi emessi sono disponibili in piattaforma al menu corrispettivi.
  • Se si emettono corrispettivi in app questi saranno visibili anche in piattaforma ma i corrispettivi emessi in piattaforma non sono visibili in app. Se non li vedete lì, state tranquilli, li trovate nel menù corrispettivi di cui abbiamo parlato prima. 
  • L’annullamento dei corrispettivi è possibile solo da piattaforma e non da app. Qualora aveste a disposizione solo il vostro device mobile potete comunque accedere in piattaforma da cellulare o tablet, la nostra piattaforma è completamente responsive. 

 

Speriamo che i consigli di oggi vi siano stati utili. Per ogni dubbio o chiarimento siamo sempre pronti a darvi supporto tramite la nostra chat o telefonicamente. 

 

Il team di supporto

Incentivi alle PMI per l’AI: il nuovo disegno di legge

L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando il panorama produttivo e competitivo delle imprese a livello globale, portando innovazione in settori come la produzione, la logistica, l’agroalimentare, la sanità e il turismo. Per le piccole e medie imprese (PMI) italiane, che rappresentano la colonna portante dell’economia nazionale, l’adozione di queste tecnologie non è più solo un’opzione, ma una necessità per restare al passo con la concorrenza internazionale e con le grandi aziende già dotate di strumenti avanzati.

Tuttavia, i dati più recenti evidenziano che il tasso di adozione dell’AI tra le PMI italiane resta ancora basso: secondo il Rapporto COTEC 2023, solo il 6,6% delle PMI utilizza sistemi di AI, mentre oltre il 30% si dichiara interessato a esplorarne l’uso. Le principali barriere sono la carenza di cultura digitale, la difficoltà di accesso a competenze specialistiche e le limitazioni finanziarie che rendono difficile sostenere investimenti in tecnologie innovative.

Il nuovo disegno di legge: obiettivi e destinatari degli incentivi AI

Per colmare queste lacune e favorire la transizione digitale delle PMI, il Senato ha presentato il disegno di legge n. 494, su iniziativa del senatore Gelmetti, con l’obiettivo di promuovere l’adozione, l’integrazione e la sperimentazione di tecnologie di intelligenza artificiale nelle imprese di piccole e medie dimensioni. Il provvedimento si inserisce nel solco di precedenti iniziative come il Piano Industria 4.0, il PNRR e la Transizione 5.0, ma si concentra in modo specifico sulle tecnologie AI, anche generative.

Le misure sono destinate alle PMI con sede operativa in Italia, attive in settori strategici come manifatturiero, logistica, agroalimentare, sanitario e turistico. Per accedere agli incentivi, le imprese dovranno dimostrare di non aver già effettuato investimenti significativi in AI o di voler ampliare l’uso di queste tecnologie nei propri processi.

Interventi ammissibili e tecnologie coperte

Il disegno di legge prevede un ampio ventaglio di interventi ammissibili, tra cui:

  • Acquisto e implementazione di software e sistemi basati su AI, inclusi strumenti personalizzati;
  • Accesso a servizi di consulenza tecnica e specialistica;
  • Realizzazione di progetti pilota e sperimentali;
  • Attività di formazione e aggiornamento del personale.

Le tecnologie ammesse spaziano dall’ottimizzazione dei processi produttivi e automazione industriale, fino alla personalizzazione dei servizi tramite AI generativa e alla protezione dei dati aziendali con strumenti di cybersecurity.

Un aspetto innovativo della proposta è la premialità aggiuntiva per i progetti che generano benefici ambientali ed energetici misurabili, come la riduzione dei consumi o l’ottimizzazione delle risorse, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e transizione ecologica.

Misure economiche: contributi, crediti d’imposta e formazione

Il disegno di legge prevede quattro principali forme di sostegno economico alle PMI:

  • Contributi a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili, con un tetto massimo di 200.000 euro per impresa;
  • Crediti d’imposta fino al 20% delle spese sostenute per l’integrazione dell’AI nei processi aziendali;
  • Contributi specifici per consulenza e formazione fino a 10.000 euro;
  • Premialità aggiuntiva fino al 10% per i progetti che migliorano la sostenibilità ambientale o l’efficienza energetica.

Queste misure saranno attuate tramite un decreto interministeriale che definirà criteri, modalità operative, sistemi di monitoraggio e risorse annuali disponibili. I fondi proverranno principalmente dal Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, con possibilità di cofinanziamento europeo, in linea con le strategie della Commissione UE e degli strumenti come GenAI4EU.

Sfide e opportunità per le PMI italiane nell’uso dell’AI

Nonostante l’interesse crescente, molte PMI italiane si trovano ancora in una fase esplorativa rispetto all’adozione dell’AI: solo il 12% ha una strategia digitale che contempla l’AI, mentre il 40% ne riconosce il potenziale ma non sa come iniziare. Gli incentivi previsti dal nuovo disegno di legge potrebbero rappresentare una svolta, abbattendo le barriere economiche e culturali e favorendo l’accesso a competenze e tecnologie avanzate.

L’integrazione dell’AI può portare vantaggi concreti: dall’automazione dei processi ripetitivi all’analisi predittiva dei dati, dalla personalizzazione dei prodotti e servizi alla maggiore efficienza energetica e sostenibilità ambientale. In un contesto internazionale sempre più competitivo, la capacità di innovare diventa la chiave per la sopravvivenza e la crescita delle PMI.

Il nuovo disegno di legge sull’intelligenza artificiale rappresenta un passo importante per sostenere la digitalizzazione delle PMI italiane, offrendo strumenti concreti per superare il gap tecnologico e favorire l’innovazione diffusa. L’efficacia della misura dipenderà dalla rapidità di attuazione, dalla semplicità delle procedure di accesso e dalla capacità di accompagnare le imprese anche sul piano della formazione e della cultura digitale.

 

Conservazione delle fatture elettroniche ed ecosistemi zero pensieri

Conservazione delle fatture: l’ultimo miglio dell’ecosistema “zero pensieri”


La conservazione delle fatture è un servizio che ha un valore di rilievo assoluto per chi fa impresa in Italia.

Siamo soliti dire che la nostra nazione non cambi mai.

E che fare impresa nel nostro paese sia molto più difficile.
La pressione fiscale nel 2024 ha raggiunto il 42,6% del PIL, contro il 39,8% della media europea (dati Ansa.it e osservatoriocpi.unicatti.it). Mentre il tasso di burocrazia erode la nostra competitività come un macigno al collo.

Ma c’è un però.

Negli ultimi 16 anni, l’Italia ha fatto cambiamenti enormi di cui fai probabilmente fatica ad avere una percezione. Eppure, il tessuto imprenditoriale italiano registra una riduzione della burocrazia clamoroso, di cui non si parla forse abbastanza.

Secondo i dati di Confartigianato e dell’Osservatorio Burocrazia del CNA, siamo passati da uno spreco di circa 90 giorni medi lavorativi del 2008, ai “soli” 39 giorni lavorativi del 2024.

Questo cambiamento è il risultato di una graduale conversione dei processi burocratici dal cartaceo al telematico.

Cosa c’entra la Conservazione delle fatture e quali meriti ha in tutto questo?

L’ introduzione delle norme AGID sulla Conservazione di documenti digitali, che possono avere rilievo in sede di controlli o di contenziosi giuridici, civilistici e tributari, ha aperto il fronte verso la creazione di Ecosistemi “zero pensieri”.

Ovvero l’insieme di procedure e processi automatici che, gradualmente, aiutano l’imprenditore a disimpegnare il suo tempo da una serie di rallentamenti che nel commercio globale di oggi non possono più trovare posto.

Certo, gli spazi per rendere le cose ancora più facili e ancora più “connesse” alle esigenze di un’impresa che compete sui mercati attuali è ancora tanto.

Ma sta di fatto che se hai un’impresa e vuoi concentrarti esclusivamente sullo sviluppo della tua attività, e sulle scelte corrette da intraprendere, le tue possibilità di farlo sono molte di più rispetto a soli 16 anni fa.

Quando tra una vendita e un’occhiata ai numeri, dovevi anche curare maniacalmente carte bollate, faldoni e marche da bollo.

La vera essenza di un ecosistema “zero pensieri” che deve trarre ispirazione dal “Don’t make me Think”

Nella programmazione software, il “guru” Steve Krug ha introdotto 15 anni fa il principio del “Don’t Make me Think”, che possiamo tradurre in italiano con un “non farmi pensare”.

È una nuova filosofia che nasce sulla base di come gli utenti di internet si sono ormai abituati ed educati a interagire con applicazioni come Facebook, Instagram o Tik Tok. Tutti le sanno usare, senza manuali di istruzioni.

Tuttavia, la generazione di software precedenti erano costellate di manualistica, tanto che dietro ai manuali di Windows, Office, Lotus Notes, ecc., c’erano dei veri e propri mercati fatti di corsi formativi in aula, libri, e successivamente siti web.

È bastato pochissimo tempo per spazzare via questa mentalità. Oggi sta accadendo la stessa cosa nel rapporto tra tessuto imprenditoriale e burocrazia.

Il principio alla base di una gestione “Zero Pensieri”

Gli ecosistemi gestionali, come quelli creati da Fattura.Pro, stanno accompagnando l’imprenditore verso una gestione “zero pensieri”, che non significa “ah come è facile fare impresa”.

Ma, piuttosto, racchiude un concetto che rappresenta un’evoluzione comunque clamorosa, una rottura totale con il passato.

“Zero pensieri” è uguale a: “devo concentrarmi solo sulla mia idea, su come la trasmetto ai potenziali clienti, su come migliorare le vendite e come migliorare la mia erogazione”.

Niente più tempo speso appresso a cervellotici file Excel, niente più tempo speso dietro a file XML gestiti con tool e programmini da gestire “a manina”.

Ogni mattina, un imprenditore si sveglia e sa che potrà concentrarsi solo sui fattori chiave del suo business, mentre il suo ecosistema digitale compila numeri, dati e processi telematici col pilota automatico al posto suo.

Gratuità ad ogni costo VS democratizzazione dei servizi automatici e degli ecosistemi: l’esempio della Conservazione delle fatture è indicativo di cosa convenga di più

 

 

 

 

 

 

Certo, raggiungere l’apice di una gestione “zero pensieri” ha un costo. Non è gratis.

Ma non stiamo più parlando di costi rilevanti come nel 2019.

Quando l’avvento della Fattura Elettronica ha coinciso con incertezze, inesperienza generale e anche un pizzico di speculazione (non certamente da parte di Fattura.Pro, che per sette lunghi anni non ha mai ritoccato i suoi listini mentre nel dopo covid tutti hanno fatto a gara ad alzare i canoni, in tutti i settori).

Oggi stiamo andando decisamente verso un’era di democratizzazione, in cui i costi per avere un ecosistema integrato, capace di mettere in comunicazione più gestionali e più strumenti, per poi inviare ad Agenzia delle Entrate i dati di fatturazione in automatico, e conservare i documenti fiscali, sono veramente alla portata di tutti.

Piccoli imprenditori, startup che aprono nei garage come nelle migliori storie americane, imprese familiari, esercenti e chi più ne ha più ne metta.

La conservazione delle fatture ne è un esempio. Oggi i clienti di Fattura.Pro conservano le fatture con un canone veramente sostenibile, e non devono pensare a nulla.

Nè alla procedura di invio dei dati in conservazione, né a come reperire ed estrarre dal sistema di conservazione i documenti fiscali richiesti, in caso di accertamenti.

Di contro, un imprenditore oggi ha facoltà di conservare le fatture gratuitamente presso agenzia delle entrate. Ma pagando comunque un prezzo.

Il prezzo di dover gestire alcuni “pezzi” del processo a mano, e di essere completamente solo nel momento in cui dovessero sopraggiungere necessità di andare a recuperare un determinato documenti fiscale.

FatturaPro porta il tessuto imprenditoriale verso il raggiungimento dello “zero pensieri”

Il Trend di questa settimana ha riguardato un picco forte di documenti generati dagli ecosistemi Fattura.Pro utilizzati dai nostri clienti, e versati in Conservazione.

Siamo a metà anno ed è un buon momento per cominciare a inviare le fatture ad Agenzia delle Entrate, in modo da liberarsi da questo pensiero e andare sereni verso l’estate.

I flussi di FatturaPro permettono di gestire la Conservazione delle Fatture in modo automatico, attraverso regole semplici di cui l’imprenditore è perfettamente a conoscenza. E quindi ne ha il controllo, ma senza doversene occupare.

Senza avere il pensiero di tenere a mente questo fattore assolutamente essenziale e decisivo in caso di controlli e/o contenziosi. Non solo con l’Agenzia delle Entrate, ma anche in caso di diatribe con clienti finali o rivenditori, per fornire ai propri legali documenti pienamente “opponibili a terzi”.

Cosa significa?

Significa che i documenti fiscali prodotti attraverso gli ecosistemi di FatturaPro non possono essere soggetti a contestazioni dal punto di vista della autenticità e del valore probatorio.

Inoltre, con FatturaPro non hai nessun timore di perdere i tuoi documenti. O di non riuscire più a trovarli nell’archivio digitale, che negli anni ovviamente diventerà sempre più popolato di fatture.

Vuoi conoscere tutte le semplificazioni burocratiche, normative e fiscali incluse in FatturaPro.click?

Come sempre, lo staff di Fattura.Pro ti dedica un filo diretto per porre domande o richieste di approfondimento. Puoi sfruttarlo senza pagare nulla e senza assumerti l’impegno di acquistare qualcosa.

Vuoi organizzare un approfondimento gratuito con noi? Clicca sul link qui sotto:

 

Contatti

Ritenuta d’acconto non ti temo!

Ritenuta d’acconto. Se sei un imprenditore in regime ordinario sicuramente non è la prima volta che senti parlare di questo argomento. I nostri amici forfettari ne sono esenti ma per chi non lo è cercare di capire come applicarla in fattura non è sempre un gioco da ragazzi. 

Dopo aver trovato un cliente, contrattato sul prezzo, cercando di offrire un buon servizio senza però svenderlo, ti sarà sicuramente capitato di dover emettere una fattura che tenga anche conto di una ritenuta d’acconto verso il tuo cliente. Ma cos’è di preciso? 

Quando parliamo di ritenuta d’acconto?

 

La ritenuta d’acconto è un meccanismo fiscale che consiste in una trattenuta effettuata dal committente (sostituto d’imposta) sul compenso dovuto a un lavoratore autonomo o professionista (sostituito), con l’obiettivo di anticipare il pagamento delle imposte sul reddito (IRPEF).

Per avere qualche altra informazione a riguardo ti suggeriamo di dare un’occhiata alla pagina dedicata del nostro dizionario.

Come applicarla con FatturaPRO.click ?

Ma una volta capito di cosa stiamo parlando resta la domanda più importante. Come si applica questa benedetta ritenuta d’acconto? 

Abbiamo due modalità diverse per agire sulla cosa ma tutto dipende dal fatto di applicarla sempre o solo qualche volta in fattura.  Per chi emette sempre fatture con ritenuta d’acconto basterà andare nella sezione “impostazioni”- dati fiscali del proprio profilo e procedere in questo modo: 

  • Alla voce tipo di ritenuta bisognerà indicare se si tratta di una ritenuta persone fisiche (qualora tu sia un libero professionista o una ditta individuale) o giuridiche (qualora tu sia il rappresentante legale di una srl, srls, spa etc.) 
  • Alla voce aliquota ritenuta andrà inserita la percentuale della ritenuta da applicare alle fatture. 
  • Alla voce causale ritenuta si dovrà selezionare la causale di proprio interesse

 

Attraverso questi semplici passaggi, ogni qual volta verrà emessa una fattura, questa terrà conto della ritenuta d’acconto che verrà automaticamente calcolata da FatturaPRO.click. 

 

Come funziona per chi invece la applica di tanto in tanto?

Leggermente diversa è la situazione di chi emette fatture con ritenuta d’acconto in modo sporadico, ma non preoccuparti, bastano solo pochi passaggi. 

Una volta che si sta emettendo una fattura, bisognerà andare nella sezione mittente e seguire gli stessi passaggi descritti sopra : 

  • Alla voce tipo di ritenuta bisognerà indicare se si tratta di una ritenuta persone fisiche (qualora tu sia un libero professionista o una ditta individuale) o giuridiche (qualora tu sia il rappresentante legale di una srl, srls, spa etc.) 
  • Alla voce aliquota ritenuta andrà inserita la percentuale della ritenuta da applicare alle fatture
  • Alla voce causale ritenuta si dovrà selezionare la causale di proprio interesse

 

La differenza con la prima modalità è il fatto che questa richiede un ulteriore semplice passaggio. Man mano che vengono inserite le righe del documento, prima di cliccare su salva e ritorna, bisognerà assicurarsi di selezionare SI alla voce Ritenuta che si trova in basso mentre siamo in modifica della riga del documento.

In questo modo FatturaPRO.click calcolerà la ritenuta come richiesto. Diversamente succede per chi ha inserito la ritenuta nelle impostazioni del profilo; per quegli utenti non ci sarà bisogno di tener conto di questo ultimo passaggio nelle righe della fattura. 

In pochi semplici passaggi potrai avere una fattura con tanto di ritenuta d’acconto pronta per essere inviata al tuo cliente. 

 

Speriamo che anche oggi i nostri consigli ti siano stati d’aiuto e rinnoviamo l’invito a seguire la nostra rubrica la prossima settimana. Se intanto hai problemi sai come contattarci!

 

Il team di supporto

Split Payment: esclusione delle società quotate dal 1° luglio 2025

Il meccanismo dello split payment, introdotto in Italia per contrastare l’evasione IVA, subirà un’importante modifica a partire dal 1° luglio 2025: le società quotate nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana non saranno più soggette a questo regime. La novità, prevista dalla Decisione del Consiglio UE n. 1552/2023 e confermata da recenti comunicazioni istituzionali, ridefinisce gli obblighi per fornitori e committenti, con implicazioni operative e contabili significative. 

Cos’è lo Split Payment e perché cambia

 

Lo split payment (o “scissione dei pagamenti”) è un meccanismo IVA che prevede il versamento diretto dell’imposta all’Erario da parte del committente, anziché tramite il fornitore. Applicato principalmente a enti pubblici e società di rilevante interesse, ha lo scopo di garantire il recupero immediato dell’IVA, riducendo il rischio di evasione. Tuttavia, il Consiglio UE ha autorizzato l’Italia a prorogare il regime solo fino al 30 giugno 2026, a condizione di escludere progressivamente alcune categorie, tra cui le società quotate in borsa.

La modifica risponde a due esigenze:

  1. Armonizzazione con le norme UE: L’Europa considera lo split payment una deroga temporanea, da limitare a settori specifici.
  2. Riduzione degli oneri amministrativi: Le società quotate, spesso impegnate in transazioni complesse e internazionali, beneficeranno di una semplificazione contabile.

Cosa cambia per le società FTSE MIB

 

Dal 1° luglio 2025, le 40 società incluse nell’indice FTSE MIB (come TIM, Enel, Intesa Sanpaolo) non saranno più tenute a applicare lo split payment. Ciò significa che:

  • Per i fornitori: L’IVA dovrà essere indicata in fattura e versata all’Erario attraverso il regime ordinario, senza scissione dei pagamenti.
  • Per le società quotate: L’IVA pagata ai fornitori potrà essere interamente detratta, come avviene per le imprese non soggette allo split payment.

Esempio pratico:


Un fornitore emette una fattura di 10.000 € + 22% IVA (2.200 €) a una società quotata il 5 luglio 2025. In passato, la società avrebbe versato 2.200 € direttamente all’Agenzia delle Entrate, pagando al fornitore solo 10.000 €. Dal 1° luglio, invece:

  • Il fornitore riceve l’intero importo (12.200 €) e versa autonomamente l’IVA.
  • La società quotata detrae 2.200 € nel proprio periodo IVA, come previsto dal regime ordinario.

 

Implicazioni per i fornitori: cosa fare

I fornitori che operano con società quotate devono adeguare i propri sistemi di fatturazione entro il 30 giugno 2025. Le principali azioni da intraprendere includono:

  1. Aggiornare i software contabili: Rimuovere l’opzione split payment per le fatture emesse a partire dal 1° luglio 2025.
  2. Modificare le condizioni contrattuali: Rivedere i termini di pagamento per includere l’IVA a carico del fornitore.
  3. Formare il personale: Assicurarsi che il team amministrativo conosca le nuove procedure.

Attenzione agli errori: Se una fattura emessa dopo il 30 giugno 2025 include ancora lo split payment, la società quotata non potrà versare l’IVA all’Erario e dovrà richiedere una nota di variazione per correggere il documento. In assenza di rettifica, il fornitore rischia sanzioni per mancato versamento dell’imposta.

Casi esclusi dalla modifica dello split payment: cosa resta invariato

L’esclusione delle società quotate non influisce su altre categorie soggette allo split payment fino al 2026:

  • Pubbliche Amministrazioni: Comuni, Regioni, enti pubblici.
  • Società controllate da enti pubblici: Con partecipazione superiore al 70%.
  • Fondazioni e enti no-profit: Finanziati prevalentemente da fondi pubblici.

Restano inoltre esclusi dallo split payment:

  • Operazioni in reverse charge (ad es. costruzioni, telefonia).
  • Professionisti non forfettari: Soggetti a ritenuta alla fonte.
  • Regimi speciali: Agenzie di viaggio, intrattenimento, ecc.16.

Tempistiche e riferimenti normativi

La transizione è regolata da:

  • Decisione UE 2023/1552: Proroga lo split payment fino al 2026 ma esclude le società quotate dal 1° luglio 2025.
  • Comunicazioni ufficiali: TIM e altre società hanno già avvisato i fornitori del cambiamento.
  • Elenchi aggiornati: Il Ministero dell’Economia ha pubblicato a ottobre 2024 gli elenchi dei soggetti ancora soggetti al regime.

Per evitare contenziosi, è fondamentale verificare lo status del committente tramite gli elenchi ufficiali e consultare un commercialista per adeguamenti contabili.

 

L’esclusione delle società quotate dallo split payment segna un passo verso la semplificazione fiscale, allineandosi alle direttive UE. Per i fornitori, è cruciale aggiornare processi e sistemi entro giugno 2025, evitando errori che potrebbero generare sanzioni o ritardi nei pagamenti. Le aziende interessate dovrebbero inoltre monitorare eventuali ulteriori chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate, soprattutto in merito alla compensazione dell’IVA e alla gestione delle fatture transitorie.

 

Gestione lotti nella fatturazione e impatto sull’Automazione Fiscale

Gestione dei lotti e automazione fiscale: continua il “viaggio” dei nostri clienti verso un controllo di gestione che va ben oltre la fattura

Gestire i lotti di fatturazione in modo strategico, non è banale. Ma al tempo stesso non è un elemento trascurabile.
Sette responsabili della contabilità su dieci, secondo una ricerca di Arden Partners, dichiarano che il costo di gestione, per redigere una fattura manuale, sia insostenibile per gli standard di oggi.

Da McKinsey fino a enti di ricerca “nostrani”, come il Politecnico di Milano, tutti valutano il costo di una fattura gestita “a mano” tra i 9 e i 10 euro a documento.

Sempre stando ai dati, il tempo di gestazione della fattura redatta a mano, tra scrittura, invio, eventuali rettifiche e accettazione confermata sul Sistema di Interscambio, può arrivare anche a dieci giorni.

E i responsabili che hanno partecipato ai sondaggi, hanno ragione. Questi non sono più dati sostenibili e coerenti con un mondo che va più veloce e con costi energetici, di affitto e di personale sempre più alti in tutto il mondo.

Ecco perché il controllo di gestione diventa l’elemento che fa la differenza tra un’impresa che può avere un futuro, ed una che non ce l’ha

Prima dell’intelligenza artificiale, prima di qualsiasi altro fattore che i media ti presentano come determinante, essenziale e vitale per il futuro, c’è il controllo di gestione.

La possibilità di aprire una schermata di un software, o meglio ancora di un banalissimo browser web, e avere un colpo d’occhio immediato sui numeri dell’azienda rispetto agli obiettivi.

Unitamente alla possibilità di ponderare ogni singolo parametro numerico, dalla marginalità ai costi, dai flussi di cassa fino ai previsionali di liquidità in banca dei prossimi mesi, o dell’anno corrente.

Anche questa settimana i Trend di FatturaPro vanno oltre il concetto di funzionalità o di singole caratteristiche della nostra soluzione.

I trend che possiamo osservare da qui, abbracciano in pieno tutti gli esiti delle survey, dei sondaggi che escono quasi quotidianamente e che mi riservo di osservare con costanza, almeno un paio di volte alla settimana.

Perché?

Perché questi dati, quando sono attendibili e provenienti da fonti sicure, rappresentano la voce di ciò che il tessuto imprenditoriale italiano si appresta a chiederci, domani, dopodomani e nei prossimi anni.

La gestione dei lotti di fatturazione rientra in pieno nel quadro di semplificazione dei processi di cui le aziende hanno bisogno per ottimizzare operatività e controllo

Il concetto di “lotti”, a livello di fatturazione, si riferisce generalmente alla suddivisione di prodotti o servizi venduti in gruppi specifici, identificati da un codice o un riferimento, per facilitare il tracciamento, il controllo e la gestione amministrativa.

Un lotto rappresenta una quantità definita di beni o servizi che vengono fatturati insieme, e che condividono determinate caratteristiche comuni come, ad esempio, data di produzione, data di consegna, tipo di prodotto, provenienza, ecc.

Perché ti può essere utile questo articolo da un punto di vista fiscale?

È anzitutto una questione di processo e di controllo. Due temi che hai trovato in diversi numeri della nostra newsletter.

In pratica, un lotto rappresenta una quantità definita di beni o servizi che vengono fatturati insieme, e che condividono determinate caratteristiche comuni (ad esempio, data di produzione, data di consegna, tipo di prodotto, provenienza, ecc.).

E perché si usano i lotti nei processi di fatturazione?

Utilizzare criteri e procedure per definire e gestire i lotti, nei processi di produzione, è una scelta che ha a che fare con tre punti importanti:

Tracciabilità e controllo:
I lotti permettono di identificare chiaramente da dove proviene la merce venduta, facilitando il controllo della qualità e la gestione degli stock, soprattutto in ambiti in cui la tracciabilità è fondamentale (alimentare, farmaceutico, cosmetico).

Gestione logistica:
Aiutano a gestire efficientemente magazzini e inventari, agevolando il monitoraggio delle giacenze, degli acquisti, e delle vendite.

Gestione amministrativa e fiscale:
Facilitano la corrispondenza tra fatture, documenti di trasporto (DDT) e ordini, rendendo la gestione contabile e fiscale più trasparente e ordinata.

Come funzionano i lotti in FatturaPro?

 

 

La gestione dei lotti non serve solo per la logistica o per attivare una scorciatoia nei processi di fatturazione.

Una gestione corretta dei lotti serve a evitare errori che ti costano tempo, soldi, e la soddisfazione di quel cliente per il quale hai investito tanto.

Molti gestori di e-commerce, e molte aziende in generale, tendono a gestire i lotti in modo ancora analogico. Al punto che i file Excel – talvolta – possono persino rappresentare una soluzione molto avanzata, rispetto ad altre ancora più antiquate e passibili di piccoli errori che portano a grandi disagi.

Ogni svista può tramutarsi in un costo.
E se a determinarla è un processo manuale, per la legge dei grandi numeri ogni passaggio diventa oggetto di rischio, in termini di tempo perso, clienti insoddisfatti e possibili conseguenze fiscali.

Se devi reinserire i dati del lotto in una fattura o in un DDT, moltiplichi le possibilità di errore.

Ogni volta che non hai visibilità sul residuo di un lotto in tempo reale, rischi di vendere qualcosa che non hai in giacenza.

O un bundle che non puoi deliverare.

Ogni volta che delegare un’informazione a un foglio Excel ti sembra “più semplice”, stai scegliendo di rallentare il tuo business.

Finché va tutto bene, puoi non sentire il bisogno di una gestione così analitica, strutturata e complicata (ma solo in apparenza, visto che una volta impostata non devi più fare nulla).

Ma quando arrivano le grane, per colpa di un ordine urgente che non riesci a evadere, perché hai perso la tracciabilità… allora il problema ti esplode in mano. In termini di tempo, di soldi e di nervi.

La gestione dei lotti è, quindi, una forma di investimento sul tuo tempo e su una gestione corretta della tua azienda

Gestire i lotti in modo controllato, significa:

  • Sapere sempre cosa c’è, quanto ne hai, e da dove arriva.
  • Evadere ogni ordine con sicurezza, con il più alto tasso di automazioni possibili
  • Velocizzare la fatturazione con dati già presenti nel sistema.
  • Dimostrare tracciabilità completa in caso di controlli.
  • Ridurre al minimo il margine d’errore.
  • Dormire sonni tranquilli sapendo che la macchina non si inceppa.

Ogni impresa che ha un magazzino, anche piccolo, ha bisogno di gestire i lotti in modo diverso da come si faceva nel 2005.

Perché siamo nel 2025, e l’efficienza non è solo una parola vuota da scrivere sul sito nella pagina “Chi Siamo”. È una differenza reale tra chi cerca di galleggiare e chi punta a scalare e crescere.

E la gestione dei lotti è una di quelle differenze implicite, silenziose, ma determinanti tra un’attività che galleggia e una che scala.

Vuoi gestire i lotti correttamente all’interno della tua automazione fiscale?

Anche il trend di questa settimana ti dimostra che FatturaPro non è un tool per fare le fatture elettroniche “e basta”.

È un ecosistema di moduli e funzionalità che abbracciano totalmente il principio di Automazione Fiscale.

Quella disciplina di cui tutte le aziende hanno bisogno per azzerare la burocrazia fiscale, in modo da rendere molto più ergonomica la vendita e il delivery dei tuoi prodotti e servizi digitali. Senza intoppi e senza rallentamenti dovuti dalla necessità di gestire a mano fatture e corrispettivi.

Vuoi anche tu entrare a far parte della cerchia di imprenditori che hanno scelto FatturaPro come spalla della loro memorabile storia? Clicca sul link qui sotto ed entra in contatto con il nostro supporto subito:

 

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Prepararsi al bilancio con registri vendite, acquisti e corrispettivi

Se c’è una cosa che l’imprenditore italiano ha imparato bene è che maggio non rappresenta solo l’avvicinarsi della bella stagione ma è anche uno dei mesi più frenetici dell’anno in cui bisogna far quadrare i conti in vista del bilancio aziendale. Cercare di far tornare i conti diventa sempre più un’impresa titanica e spesso ci ritroviamo a batter la testa cercando di raggruppare tutto quello che ci serve da portare al commercialista. Spesso, però, qualcosa sfugge e il rischio è quello di trovarci a fare avanti e indietro dallo studio del commercialista per quella fattura che avevamo dimenticato o quel corrispettivo sbucato fuori all’ultimo minuto. Avere un registro che tenga conto di tutte le entrate e le uscite della nostra attività è una cosa fondamentale soprattutto in questo periodo in cui dobbiamo lavorare a stretto contatto con il nostro commercialista. 

FatturaPRO.click te ne mette a disposizione ben 3! 

Ci è capitato tantissime volte, e soprattutto in questo periodo, di ricevere richieste di assistenza che possono essere riassunte in “ dove trovo una lista delle fatture che ho fatto o di quelle che ho ricevuto? e i corrispettivi?”. 

La sezione “gestione impresa” della nostra piattaforma ci viene in aiuto proprio in questi casi, È lì infatti che troviamo tre voci molto importanti : registro vendite, registro acquisti e registro corrispettivi. 

Le prime due sono dedicate alle fatture. La prima è una lista delle fatture emesse con importi e altre informazioni utili che ci permette di tenere sempre d’occhio il nostro ciclo attivo. La seconda è una lista delle fatture ricevute dai nostri fornitori ed esamina quindi il ciclo passivo

Il registro dei corrispettivi contiene uno storico di tutti i corrispettivi emessi, siano essi di acquisto o di annullamento. 

La preparazione al bilancio ha un nuovo alleato!

 

Tutti e tre i registri sono molto versatili e permettono di fare delle ricerche approfondite per data, permettendoci di avere uno spaccato preciso di un determinato range temporale a nostra scelta.  Ma non finisce qui! Oltre ad essere consultabili, questi registri possono essere scaricati in formato CSV in modo da poterli dare in consultazione al proprio commercialista (qualora non fosse iscritto alla nostra piattaforma con un account admin per poterlo fare in autonomia). 

Che ti serva per redigere il tuo bilancio o no, in pochi semplici click potrai avere dei registri accurati da consegnare al commercialista o da utilizzare per districarti  in una delle attività più rognose della vita imprenditoriale, ma con FatturaPRO.click metà del lavoro è già pronto. 

 

Il team di supporto 

Decreto infrastrutture 2025: Nuovi fondi e indennizzi

Il Decreto-Legge n. 73 del 21 maggio 2025, pubblicato il 22 maggio in Gazzetta Ufficiale, introduce una serie di misure urgenti che toccano infrastrutture, trasporti, appalti pubblici e fonti rinnovabili. Tra le novità di maggiore impatto per il settore privato spiccano le disposizioni dedicate all’autotrasporto, con nuovi fondi per l’ammodernamento dei mezzi e la tutela dei diritti degli autotrasportatori.

Indennizzo automatico per ritardi nel carico/scarico merci

 

L’articolo 4 del decreto modifica la disciplina dei tempi di attesa per carico e scarico nel settore dell’autotrasporto. Da ora, in caso di ritardi superiori ai 90 minuti (franchigia), è previsto un indennizzo automatico di 100 euro per ogni ora o frazione di ora di attesa aggiuntiva. Tale somma sarà a carico solidale sia del committente che del caricatore, e sarà aggiornata annualmente in base all’indice ISTAT FOI.

Questa misura mira a tutelare gli autotrasportatori contro le attese eccessive, spesso causa di inefficienze e costi aggiuntivi per le imprese. L’indennizzo automatico rappresenta un passo avanti verso una maggiore equità contrattuale nel settore, riducendo i contenziosi e incentivando una gestione più efficiente delle operazioni logistiche.

Inoltre, il decreto introduce un nuovo comma 15-bis all’art. 83-bis del DL 112/2008, prevedendo che eventuali ritardi nei pagamenti dei servizi di trasporto potranno essere sanzionati dall’Autorità garante della concorrenza, su segnalazione del creditore o del Comitato centrale per l’Albo degli autotrasportatori. Questo rafforza la tutela dei fornitori contro i ritardi nei pagamenti, una delle principali criticità del comparto. infrastrutture

Fondi per l’ammodernamento della flotta

 

Per favorire la transizione verso una logistica più sostenibile e sicura, il DL 73/2025 stanzia 6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026 destinati all’ammodernamento dei mezzi di trasporto. I fondi saranno erogati tramite un decreto attuativo del Ministero delle Infrastrutture, di concerto con il MEF, e potranno essere utilizzati per incentivare la rottamazione di veicoli obsoleti e l’acquisto di mezzi a basso impatto ambientale.

Secondo le anticipazioni di Conftrasporto e fonti di settore, la priorità sarà data ai veicoli Euro 6, elettrici, a LNG o a idrogeno, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal PNIEC e dal PNRR. Le modalità di accesso e i criteri di assegnazione saranno definiti nei prossimi mesi, ma si prevede una procedura semplificata per le PMI del settore.

Semplificazioni e deroghe per i contratti pubblici

 

Il decreto introduce anche deroghe temporanee al Codice dei Contratti Pubblici (D.lgs. 36/2023) in caso di emergenze (come alluvioni o terremoti), consentendo l’affidamento diretto sopra soglia entro 30 giorni per situazioni non differibili e l’esclusione automatica delle offerte anomale in gare con meno di cinque partecipanti.

Tra le semplificazioni più rilevanti:

  • Estensione dell’uso del criterio del prezzo più basso.
  • Eliminazione di alcuni vincoli formali nelle comunicazioni.
  • Possibilità di ricorrere a Consip e centrali di committenza tramite procedura negoziata per infrastrutture strategiche o strutture temporanee.

L’ANAC vigilerà sull’applicazione delle deroghe, mentre le verifiche antimafia potranno avvalersi di un’informativa liberatoria provvisoria, consentendo la stipula dei contratti sotto condizione risolutiva in attesa delle verifiche integrative (da completare entro 60 giorni).

Accelerazione per le fonti rinnovabili

L’articolo 13 del DL 73/2025 introduce importanti novità per l’accelerazione degli impianti FER (Fonti di Energia Rinnovabile). Le aree industriali, come definite dagli strumenti urbanistici, sono ora automaticamente considerate zone di accelerazione per la realizzazione degli impianti, senza dover attendere delibere regionali. Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) dovrà pubblicare entro il 31 maggio 2025 una mappatura ufficiale online delle aree idonee, semplificando e velocizzando l’iter autorizzativo.

Il DL 73/2025 rappresenta un pacchetto di misure concrete per sostenere il settore dell’autotrasporto, favorire la modernizzazione delle flotte, tutelare i diritti degli operatori e semplificare le procedure nei contratti pubblici e nelle energie rinnovabili. Le imprese sono invitate a monitorare l’uscita dei decreti attuativi per accedere tempestivamente ai fondi e sfruttare le nuove opportunità offerte dal decreto.

Gestione agenti: non ci sono più i venditori di una volta?

La Gestione Agenti resta il collante tra presente e futuro delle micro imprese italiane.

Il mondo sta cambiando! Nel contesto competitivo di oggi…..quanti articoli online iniziano con questa retorica? Sì. Il mondo sta cambiando, l’ha sempre fatto.

Oggi sta solo succedendo un po’ più velocemente, ma il bicchiere non è solo mezzo vuoto. Abbiamo tante di quelle possibilità, oggi, di gestire il lavoro più facilmente da rendere questa epoca tanto spaventosa, quanto invidiabile!

Ci sono anche alcune cose che non cambiano mai. Ad esempio, la PMI italiana si basa ancora su due colonne portanti:

  • Il passaparola
  • L’agente che va in giro a cercare clienti, se li procura e porta a casa la vendite.

Secondo i dati ISTAT, l’81% delle piccole partite IVA si muove ancora così.

Come a testimoniare che i motori di ricerca, i social, l’online marketing hanno sicuramente portato una ventata di novità, in fatto di “procurarsi clienti”. Ma alla fine della fiera le piccole imprese italiane fondano gran parte del loro fatturato sugli schemi di sempre.

È giusto? È sbagliato? Non voglio parlare di questo oggi.

Piuttosto, il trend sulle funzioni di FatturaPro più usate dai nostri clienti questa settimana mi ha aiutato a mettere insieme una serie di riflessioni riguardo a situazioni che non analizzavo da un po’.

Il ruolo degli agenti nel tessuto imprenditoriale italiano

Faccio l’imprenditore da molto tempo ormai, ma da ancora più tempo sono un consumatore, una persona che vive la sua vita come fanno tutti, con i suoi impegni di lavoro, i suoi affetti e il suo tempo libero.

Ora: quanto è seccante essere disturbati da qualcuno che vuole venderti qualcosa mentre ti stai godendo i pochi attimi della giornata fuori dal lavoro, cercando di allontanare lo stress e di recuperare le energie?

Quando ti suona il telefono, quando trovi una pubblicità nella buca delle lettere, quando si apre un popup pubblicitario a tutto schermo, mentre ti stai concedendo un po’ di ozio su internet.

Sono tutte forme “proattive” di vendita. Dietro a ognuno di questi elementi, c’è qualcuno che sta cercando di venderti qualcosa.

E questo, spesso, ti porta a sospirare un: “che palle”.

Eppure gran parte del PIL italiano viene generato da loro, gli agenti. Persone senza stipendi fissi che a furia di “provarci”, di prendere porte in faccia e in mezzo a tanti “NO”, riescono a strappare un ordine, una vendita e un piccolo profitto per l’azienda.

Sono gli antenati delle telefonate dei bot che ti arrivano ogni 10 minuti sul cellulare, sono la trasposizione “umana” dei popup che compaiono davanti alla pagina web che stai leggendo, o delle e-mail di SPAM che ti riempiono la Posta in Arrivo.

L’agente è colui che deve vincere tutta questa repulsione che la nostra società sta accumulando nei confronti di chi cerca di “vendere qualcosa”, senza aspettare che sia tu a fare un passo verso l’acquisto del prodotto o del servizio venduto dall’azienda che il venditore rappresenta.

Nel loro essere apparentemente fastidiosi, forse anche inutili, in realtà queste persone sono dei veri e propri eroi, che superano – da sempre – prove faticosissime per riuscire a portare a casa il loro guadagno.

Ecco perché la gestione degli agenti è fondamentale ed è una delle attività che un imprenditore deve avere maggiormente a cuore. Riconoscere le provvigioni esatte, nel momento giusto, è determinante per evitare il turnover dei venditori che vengono retribuiti “a provvigione”.

C’è stato un tempo in cui tenere ordine tra le provvigioni degli agenti, ai fini di un ottimo controllo di gestione, di un calcolo delle marginalità fatto per bene, era un lavoro che sottraeva ore preziose all’amministrazione.

Oggi, con FatturaPro, bastano pochi minuti.

La gestione agenti di FatturaPro è un altro passo significativo verso un’automazione fiscale che abbraccia il controllo di gestione

Oggi la possibilità di gestire dati e automazioni rappresenta un risparmio di tempo enorme.

 

Le funzionalità di FatturaPro per la gestione degli agenti si rivelano efficaci proprio perché non si limitano a calcolare semplicemente le provvigioni, tramite una rapida associazione degli ordini ai venditori.

Ma aiutano l’imprenditore a controllare, in modo efficace, i dati previsionali essenziali e contribuiscono a tutte quelle attività di monitoraggio delle marginalità sulle vendite di cui abbiamo parlato più volte attraverso questa rubrica.

In pochi click è possibile aggiornare i dati di vendita degli agenti, sia attraverso una compilazione “realtime”, sia attraverso una compilazione “deferred”. Tradotto in termini meno informatichesi e meno nerdosi: con FatturaPro puoi aggiornare la gestione agenti sia vendita dopo vendita, che periodicamente.

Ciò permette di calcolare velocemente eventuali provvigioni da distribuire agli agenti, calcolando gli importi al centesimo e alimentando così un flusso dati che ti permette di monitorare la marginalità di ogni singola commessa.

Anche questo contribuisce ad aiutare il cliente nel comprendere, con ampio anticipo, una serie di informazioni essenziali:

  • Andamento del cashflow: le provvigioni spesso incidono parecchio sulla positività o negatività di un flusso di cassa. Naturalmente chi amministra i conti di un’azienda è portato a differire il più possibile il pagamento delle provvigioni. Ma abusare di questa regola, posticipando ad esempio il riconoscimento della provvigione all’avvenuto incasso del cliente, porta gli agenti ad allontanarsi da un’impresa. Diventa quindi fondamentale avere in pochi click il quadro della situazione per capire quando è possibile retribuire l’agente anche prima di incassare l’importo della vendita
  • Previsionali di liquidità: quanto avrò in banca alla fine del mese? Quanto alla fine dell’anno? Sapere in modo preciso quale disponibilità avrà l’azienda, nei momenti cruciali dell’esercizio fiscale, è ormai uno degli elementi che può fare la differenza tra la vita e la morte di un’attività
  • Controllo della consistenza del listino prezzi: i miei prezzi sono sostenibili per quelli che sono i miei costi e la mia effettiva marginalità? Spesso un’impresa porta avanti una politica dei prezzi orientata quasi esclusivamente su ciò che fa la concorrenza. E in parte è giusto che sia così. Ma se quei prezzi non sono sostenibili, e nel medio-lungo periodo rischiano di mettere in crisi le mie finanze, lo devo sapere per tempo. Intanto lo so, poi sulle azioni da intraprendere vedrò cosa fare. A volte alzare i prezzi è difficile, ma per poter evitare di centrare un ostacolo su cui sfracellarmi, devo intanto poterlo vedere.

FatturaPro è cresciuto, non è più un gestore di fatture…ma voglio svelarti una cosa: non lo è stato mai

Sì forse all’inizio siamo partiti spingendo molto sul tema della fatturazione, e in fondo noi di FatturaPro siamo quelli dell’Automazione Fiscale.

Il nostro obiettivo è supportare le aziende verso una gestione automatica di tutte quelle procedure che servono a produrre documenti fiscali e dati di rendicontazione verso gli enti tributari.

Ma nulla di tutto questo è facile, o forse addirittura possibile, se a monte dei processi fiscali non c’è un ordine logico da un punto di vista gestionale.

Non puoi fare Automazione Fiscale se le informazioni generate a monte della fattura sono frazionate, mal gestite e incomplete.

E al tempo stesso non puoi fare automazione fiscale se per generare una fattura devo costringere l’amministrazione a fare una serie di attività a mano, con l’aggiunta di errori e disattenzioni che per la legge dei grandi numeri possono capitare a chiunque.

Noi in FatturaPro abbiamo sempre avuto chiara la nostra missione e siamo entusiasti nel prendere atto che i nostri clienti lo abbiano potuto comprendere, vivendo sulla loro pelle e nella loro quotidianità i risultati di questo nostro enorme lavoro, iniziato alcuni anni fa.

Se hai una piccola impresa, e vuoi goderti la parte più bella di questo caotico momento storico, grazie ad una soluzione pensata esclusivamente per facilitare la gestione dei numeri di un’attività come la tua, FatturaPro è esattamente ciò che cerchi.

Chi altro vuole una gestione agenti confortevole e ad alto tasso di automazione?

Sempre più persone hanno ormai compreso che FatturaPro.click non è un “fatturatore”, ma un compagno di viaggio in quell’avventura incredibile, epica e piena di emozionanti sali e scendi che è il “fare impresa”.

Vuoi anche tu entrare a far parte della cerchia di imprenditori che hanno scelto FatturaPro come spalla della loro memorabile storia? Clicca sul link qui sotto ed entra in contatto con il nostro supporto subito:

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CIG e CUP: croce e delizia!

Uno degli elementi più importanti della vita di un imprenditore sono, indubbiamente, i suoi clienti. Il nostro lavoro non ci porterebbe a niente se non ci fosse qualcuno disposto a pagarci per poterne usufruire. Molto spesso i nostri clienti sono dei privati cittadini, oppure altre imprese ma può capitare che tra i nostri clienti figurino anche delle Pubbliche Amministrazioni. Lavorare per una PA può essere un grande vantaggio per la nostra azienda, ma come tutte le cose belle, c’è sempre il rovescio della medaglia: i codici CIG e CUP. 

Le pubbliche amministrazioni sono, come ci piace chiamarle, delle  amanti esigenti: le corteggi, riesci ad uscire con loro e magari, dopo qualche tira e molla, riuscite ad avere una relazione stabile. Ma bisogna seguire le loro regole. 

Questo è esattamente quello che succede a molti imprenditori. Partecipano ad un bando indetto da una PA e dopo tanta burocrazia, preventivi e gare d’appalto finalmente riescono ad avere una collaborazione con una Pubblica Amministrazione. A questo punto l’imprenditore fa di tutto per rispettare i tempi di consegna e offrire un prodotto di qualità, invia la fattura ma qualcosa va storto.  

Molto spesso infatti, molti dei nostri clienti ci contattano per comunicarci che la PA ha rifiutato la loro fattura in quanto non conteneva il codice CIG o CUP nei campi corretti. 

 

Ma cosa sono i codici CIG e CUP?

 

Il CIG è un codice alfanumerico assegnato a ogni gara pubblica per garantire la tracciabilità delle procedure di appalto e prevenire frodi. La sua presenza nella fattura è obbligatoria per le forniture e i servizi relativi a contratti pubblici, a meno che non ricorrano specifiche esenzioni previste dalla legge.

Il CUP identifica in modo univoco i progetti di investimento pubblico, soprattutto opere pubbliche, ed è fondamentale per monitorare la destinazione e l’utilizzo delle risorse pubbliche.

L’assenza o l’errata indicazione di questi codici può comportare il rigetto della fattura da parte del Sistema di Interscambio e ritardi nei pagamenti.

Da qui nasce l’esigenza di capire dove inserire tutte le informazioni che la PA richiede in modo da avere una fattura a regola d’arte che non verrà più scartata. Fortunatamente con FatturaPRO.click la gestione di questi codici è estremamente semplice, ma vediamo insieme come fare. 

In fase di creazione della fattura tutto quello che bisogna fare è andare nella sezione “documenti correlati” e cliccare sul tasto verde aggiungi. 

Nel campo “Tipo” bisognerà inserire dettagli ordine acquisto. 

A questo punto i campi necessari da compilare sono il numero di documento e la data della delibera nei campi appositi. 

Infine inserire i codici CIG e CUP forniti dalla Pubblica Amministrazione. 

In pochi semplici passaggi avremo, quindi, una fattura per la PA che contiene i famigerati codici CIG e CUP e tutte le informazioni relative che servono alla Pubblica Amministrazione per predisporre il tanto agognato pagamento.

 

Il team di supporto