Anticipazioni in fattura e come gestirle

Se c’è qualcosa che abbiamo imparato negli anni è che non importa che tu sia un avvocato, un agente di vendita o un possessore di p.iva in genere, ci sarà sempre una cosa che, nel momento di redigere una fattura, riuscirà a metterti in crisi: inserire le anticipazioni.

Ma cosa sono le anticipazioni? 

Le anticipazioni in fattura sono somme che un professionista o un’impresa anticipa per conto di un cliente, ad esempio per pagamenti di tasse, bolli, o spese espressamente riferite a quel cliente. Questi importi vengono poi fatturati separatamente e non concorrono alla base imponibile IVA, cioè sono esclusi dall’applicazione dell’IVA ai sensi dell’art. 15 del DPR 633/72,

Già dalla definizione del termine anticipazioni abbiamo molti punti utili su cui riflettere, come somme anticipate, bolli ( che fa entrare spesso in confusione alcuni professionisti) e art.15. 

Un’anticipazione è una somma di denaro che anticipiamo per il nostro cliente e che dobbiamo inserire in fattura in modo da essere rimborsati. A differenza di una normale riga della fattura però, che concorre all’imponibile e alla nostra cassa previdenziale, le anticipazioni sono un semplice rimborso che dobbiamo avere dal nostro cliente che non deve figurare nel calcolo dell’imponibile o della cassa della nostra fattura.

Come funziona la gestione delle anticipazioni con FatturaPRO.click??? 

 

Con FatturaPRO.click la gestione delle anticipazioni è davvero semplicissima e come sempre a portata di click! Tutto quello che bisognerà fare, in fase di redazione della fattura, sarà aggiungere una riga e scegliere come tipo riga “anticipazioni”. Da li la piattaforma inserirà tutte le specifiche del caso come “Anticipazioni esc. art. 15/3 D.P.R. Nr. 633/72” nella descrizione della riga, “Escluse ex, art. 15” alla voce esenzioni e “0%” nell’aliquota iva da applicare. 

 

In questo modo la fattura rispetterà tutte le regole imposte dall’Agenzia delle Entrate e dallo SDI e le somme anticipate per i clienti non concorrono né nell’imponibile da pagare né nel computo della cassa.

 

A proposito di anticipazioni: che si fa con il bollo dei forfettari?

Quella del bollo dei forfettari e delle anticipazioni è una domanda che ci capita spessissimo di ricevere dai nostri clienti e notiamo che pochi sanno che, ad oggi, il bollo assolto da 2 euro NON FA PARTE  delle anticipazioni.

 

Ebbene si, l’AdE ha da molto tempo messo in chiaro il fatto che il bollo da due euro in fattura non può essere una tassa a carico del committente ma è un’imposta esclusiva a carico del prestatore. Bisognerà, quindi, inserire l’importo 2.00 alla voce “bollo assolto” nelle impostazioni in modo che, superando la cifra stabilità dall’AdE in fattura verrà aggiunta la dicitura bollo assolto. 

Quello che bisognerà fare è pagare i bolli tramite F24 trimestralmente. Anche per quello non aver paura, è nostra consuetudine inviare un reminder in prossimità delle scadenze indicandoti la cifra da pagare per le fatture emesse, un avviso in più oltre a quello che sicuramente ti da il tuo commercialista. 

Speriamo che, come sempre, questa nostra rubrica ti sia stata d’aiuto. Qualora avessi ulteriori domande non esitare a contattarci, siamo sempre pronti ad aiutarti nelle sfide quotidiane della vita imprenditoriale!

 

Il team di supporto

Controllo di gestione 4.0: strategie e normative per la PMI digitale

Il controllo di gestione è ormai il cuore pulsante del decision-making aziendale, capace di trasformare numeri e report in valore competitivo. In questa guida approfondita mostreremo come il controllo di gestione stia evolvendo verso un modello “Next Gen” basato su tecnologie avanzate, cultura data-driven e nuovi obblighi normativi. 

Contesto e rilevanza del controllo di gestione

Nel panorama competitivo attuale, caratterizzato da volatilità dei mercati e digitalizzazione dei processi, il controllo di gestione funge da sistema nervoso centrale dell’impresa. Grazie a un monitoraggio costante di costi, ricavi e flussi finanziari, esso consente di:

  • allineare le decisioni operative agli obiettivi strategici;
  • individuare tempestivamente scostamenti e rischi;
  • supportare la compliance al Codice della Crisi d’Impresa (CCII).

Controllo di gestione: definizione, scopi e benefici

Il controllo di gestione è l’insieme di strumenti tecnico-contabili che supporta la direzione aziendale nella ricerca di efficienza ed efficacia, misurando risultati economico-finanziari e trasformando i dati in scelte consapevoli. I benefici chiave includono:

  • maggiore qualità del processo decisionale;
  • responsabilizzazione dei centri di responsabilità;
  • prevenzione di squilibri economico-finanziari;
  • creazione di valore attraverso l’analisi predittiva.

Controllo di gestione Next Gen: perché serve un salto di paradigma

Il “Controllo di Gestione Next Gen” trasforma la funzione da analisi retrospettiva a leva proattiva di crescita, grazie a dashboard in tempo reale, AI e Self-BI. Le imprese chiedono professionisti capaci di:

  • interpretare big data con logiche predittive;
  • fungere da ponte tra numeri e strategia aziendale;
  • lavorare in team multifunzionali, abbandonando un approccio puramente contabile.

Competenze del controller di nuova generazione

Il controller “next gen” deve integrare hard e soft skill:

  • data analytics, Business Intelligence e visualizzazione dati;
  • conoscenza dei processi operativi e della supply chain;
  • sensibilità ESG e gestione dei rischi fiscali tramite Tax Control Framework;
  • capacità di storytelling finanziario per facilitare il change management.

Strumenti e tecnologie a supporto

Contabilità analitica e cost accounting

Metodologie come full costing, direct costing e activity-based costing permettono di attribuire costi diretti e indiretti con precisione, valutando la redditività di prodotti e clienti.

Business Intelligence (BI) e Self-BI

Soluzioni come Power BI e moduli integrati nei software di fatturazione elettronica consentono di creare cruscotti interattivi che combinano dati contabili, logistici e di fatturazione in tempo reale.

Automazione e Intelligenza Artificiale

Robot Process Automation (RPA) libera il controller da attività ripetitive di riconciliazione, mentre algoritmi di machine learning migliorano l’accuratezza delle previsioni.

Moduli di controllo di gestione nativi nei gestionali di fatturazione elettronica

L’integrazione diretta con i flussi XML delle e-invoice velocizza la raccolta dati e riduce errori di imputazione.

Controllo di gestione e fatturazione elettronica

L’adozione massiva della fatturazione elettronica genera grandi volumi di dati strutturati che, se inseriti in tempo reale nei sistemi di controllo di gestione, migliorano:

  • la tempestività del monitoraggio dei flussi di cassa;
  • l’analisi dei tempi medi d’incasso (DSO) e di pagamento (DPO);
  • il calcolo di marginalità per cliente e per prodotto su base quotidiana.

Obblighi normativi e continuità aziendale

Il DL 14/2019 (CCII) impone a tutte le imprese di dotarsi di assetti organizzativi e contabili adeguati per rilevare squilibri economici e finanziari. Un sistema avanzato di controllo di gestione soddisfa tali requisiti garantendo:

  • identificazione tempestiva degli indici di allerta;
  • predisposizione di scenari prospettici su sostenibilità dei debiti;
  • tracciabilità delle azioni correttive grazie a workflow digitali.

Implementazione del sistema nelle PMI

  1. Assessment iniziale: mappatura processi, sistemi informativi e fabbisogni decisionali.
  2. Selezione degli strumenti: scelta di moduli integrati nel gestionale di fatturazione elettronica.
  3. Design di KPI e report: definizione di metriche rilevanti per area funzionale, con dashboard intuitive.
  4. Formazione del personale: sviluppo competenze di data literacy e change management.
  5. Go-live e tuning: avvio in modalità pilota, verifica scostamenti, fine-tuning dei modelli.

Trend emergenti: sustainability controlling e integrazione ESG

Il controllo di gestione si estende agli indicatori ambientali, sociali e di governance per valutare la creazione di valore a lungo termine. Dashboard unificate combinano KPI finanziari, carbon footprint e gender diversity, allineando l’impresa alle direttive CSRD.

 

Il controllo di gestione Next Gen non è più un mero strumento di verifica, ma un sistema dinamico che guida innovazione, resilienza e crescita. L’integrazione con la fatturazione elettronica, la diffusione della BI self-service e l’obbligo di adeguati assetti organizzativi rendono prioritario investire in competenze, tecnologie e cultura data-driven. Le imprese che sapranno sfruttare appieno questi strumenti trasformeranno i numeri in decisioni rapide, mitigando i rischi e cogliendo nuove opportunità di mercato.

Marketing Automation e Automazione Fiscale: presente e futuro

Web Agency, e-commerce e automazione fiscale: dalla Marketing Automation alla “Fiscal Automation” il passo è davvero corto

 

Uno dei fattori che porta ad una costante presenza delle funzioni legate alla generazione automatica dei corrispettivi, è la crescita pazzesca delle web agency non solo nel nostro portafoglio clienti, ma più in generale a livello italiano.

Dopo il covid-19 questa crescita è diventata inarrestabile. Negli scorsi numeri abbiamo visto quante imprese, negli ultimi 4-5 anni, abbiano investito nella creazione di canali online per vendere.

Tipicamente si tratta di e-commerce che vendono prodotti, ma anche servizi.

I dati ISTAT, dal 2020, mostrano come la quota di operatori che vendono online (sia B2C che cross‑border) sia costantemente salita, passando dal 65 % al 75 % circa, con più del 50 % delle imprese attive sull’e‑commerce internazionale.

Numeri davvero incredibili, che determinano la crescita delle web agency in Italia, a supporto di questo sviluppo pazzesco dell’e-commerce in Italia.

In meno di 5 anni, le agenzie digitali sono più che raddoppiate di numero

Meno di cinque anni fa, erano operative circa 18.000 imprese legate alla consulenza e allo sviluppo di servizi per il settore e-commerce.

Piccole, medie e grandi attività che nascono proprio con l’intento di aiutare le imprese a sviluppare sistemi e-commerce.

Oggi il numero è più che raddoppiato, passando a 39.000 attività aperte in questo campo!

Per lo più sono un insieme di consulenti e sviluppatori che portano sul mercato le loro competenze nella creazione di siti, e nella gestione di sistemi per la Marketing Automation.

Ovvero ecosistemi e tecnologie che accompagnano un utente verso l’acquisto di un prodotto, attraverso un’analisi dei suoi comportamenti online e percorsi (chiamati in gergo Funnel).

Servono a instradare il potenziale cliente da un punto A ad un punto B.

Dove il Punto A, tipicamente, è una situazione in cui l’utente sta cercando la soluzione ad un problema.

Il Punto B è il traguardo verso cui il “sistema E-commerce” lo porta a completare l’acquisto di un prodotto o di un servizio come soluzione.

Questa è la nuova frontiera del commercio: individuare utenti bisognosi di un prodotto, e spingerli verso l’acquisto, eliminando – per quanto possibile – azioni invasive, come telefonate “a freddo”, visite porta a porta.

E tutto ciò che riguarda la “vecchia scuola del vendere”.

La competizione di oggi si gioca sugli schermi dei clienti e dei consumatori: o riesci a ritagliarti il “tuo pixel”, oppure rischi di restare fuori

Questi aumenti impressionanti di attività che vendono online, e di imprese che offrono consulenza per vendere online, ha generato una competizione davvero serrata.

C’è ancora sicuramente tempo per riuscire a conquistare un angolino, quell’ultimo pixel disponibile sul PC e sullo smartphone dei tuoi clienti.

Ma è come il gioco che si usava fare quando ero un bambino, quello della musica che si ferma obbligando tutti i partecipanti a trovare una sedia, sapendo che i posti a sedere sono sempre meno delle persone che stanno giocando.

Quindi, a ogni manche, qualcuno resta in piedi e viene eliminato.

È una versione un po’ cinica se vuoi.

Ma il mondo è cinico!

Questi ultimi cinque anni pazzeschi, che abbiamo vissuto, hanno messo proprio in evidenza la fobia (ma al tempo stesso l’importanza) dell’arrivare prima.

Prima i siti erano delle “vetrine” per far conoscere le aziende, oggi sono vetrine per vendere prodotti

 

Perché è così fondamentale avere un e-commerce oggi?

Ci sono tantissime ragioni, sia per un’azienda B2B che per una realtà B2C.

Chi pensa ancora all’e-commerce come a una piattaforma per vedere abbigliamento, o prodotti fisici, ragiona ancora come fossimo nei primi anni duemila. È indietro di vent’anni.

Ma in questi vent’anni è cambiato il mondo, persino i negozi fisici si sono ormai aperti al digitale.

Non solo affiliandosi a diversi servizi di delivery, ma hanno digitalizzato le casse, hanno digitalizzato i pagamenti con POS sempre più simili a smart device, e sempre più distanti dal vecchio concetto di terminale.

Per un’azienda, oggi, parlare di e-commerce significa aprirsi al futuro, fatto da agenti AI, di linee telefoniche basate su centralini virtuali che possono fare cose incredibili, leggere dati, creare automazioni.

Ecco perché le web agency proliferano di numero. Perché molti imprenditori del settore digitale, hanno capito che lo sviluppo di competenze e-commerce avranno tutto un altro valore, e un’altra rivendibilità nel prossimo futuro.

Il concetto di e-commerce sta cambiando.

Da piattaforma per vendere prodotti fisici, a piattaforma su cui generare una Customer Experience digitale, con automazioni di marketing capaci di agire sempre più in profondità per ampliare le capacità delle risorse umane addette alla vendita e alla gestione del cliente.

Dalla Marketing Automation alla Fiscal Automation: come si legano oggi e cosa può succedere in futuro

Ora, il tema da capire resta sempre quello dell’ultimo miglio.

La Marketing Automation è uno strumento sempre più essenziale per evitare di andare a cercare clienti con telefonate a freddo e porta a porta, che stanno via via diventando illegali, oltre che anacronistiche.

Delle buone automazioni permettono di catturare l’attenzione di un potenziale cliente in target, di rendere manifesto il suo interesse verso le tue offerte, prima ancora di entrare in contatto con lui via telefono o e-mail, e molto prima di incontrarlo di persona o online.

Puoi continuare a seguire, e profilare, i potenziali clienti che non portano avanti il loro interesse verso la tua proposta, dopo un primo interessamento iniziale e recuperarli, trasformando il loro disinteresse in un rinnovato interesse.

Con un sito web strategicamente attrezzato per chiudere vendite almeno di alcuni servizi e di prodotti, puoi innescare processi di upselling, senza interrompere il percorso di acquisto.

E, infine, puoi affidare all’intelligenza artificiale una parte di questi processi che accompagnano il cliente dall’essere un perfetto sconosciuto per la tua attività, a diventare un acquirente di almeno un prodotto o servizio della tua gamma.

Ma se il futuro promette di passare alla dimensione digitale una fetta consistente del tuo business, e delle tue vendite…

…se persino un negozio fisico, con le casse virtuali e sistemi di pagamento digitali, sta iniziando a portare dentro all’attività “su strada” i principi fondamentali e fondanti dell’e-commerce…

…se buona parte del processo di vendita si digitalizza, ha senso continuare a fare le fatture e i corrispettivi a mano?

Assolutamente no, ed ecco il motivo per cui la classifica dei trend della settimana, vedono sempre più spesso e volentieri trionfare le funzionalità di FatturaPro legate all’automazione fiscale applicate agli e-commerce.

Che tu abbia un’azienda che vende prodotti o servizi, o che tu sia a capo di una web agency, il futuro è tracciato dai numeri: i documenti fiscali richiedono automazione fiscale al pari delle vendite

Fortunatamente, oggi, hai un grande alleato che può introdurre l’automazione fiscale nella tua realtà, o nei processi dei tuoi clienti che ti affidano lo sviluppo del loro e-commerce, senza dover creare processi di ricerca e sviluppo anche in questo campo così delicato.

Tra parentesi: diventare “esperti” di automazione fiscale, significa diventare esperti di fisco.

Di fisco italiano, più esattamente.

Una materia completamente distante e isolata rispetto alle tematiche di branding, di strategie e tattiche utili alla lead generation, alla realizzazione di una customer journey e funnel performanti, ecc.

Lascia che te lo dica chi c’è passato. Quando abbiamo creato FatturaPro, avevamo in mente proprio questo. Fare noi tutta la fatica per comprendere i fondamentali dei meccanismi del fisco, e creare un sistema capace di automatizzare fatturazione, produzione di corrispettivi, ecc, rendendo tutto semplice.

È sufficiente installare i plugin di FatturaPro nella tua piattaforma e-commerce, e non pensarci più.

Ma non è solo un Add-On. L’automazione fiscale è molto di più.

È il pezzo del puzzle, è quell’ultimo miglio che permette ad un’attività di digitalizzarsi gradualmente, senza i blocchi e i rallentamenti causati dal dover creare fatture e corrispettivi a mano alla chiusura di ogni vendita.

Vuoi capire come possiamo aprire qualsiasi attività al futuro dell’automazione fiscale?

Ci stiamo avvicinando ad agosto a grandissimi passi. L’inverno sembra finito da ieri, eppure siamo già a un passo da quelle due/quattro settimane dell’anno in cui tutto si ferma.

E in cui le persone hanno più tempo per riflettere, leggere, informarsi.

Per il team del Supporto, questo diventa paradossalmente un periodo di alta stagione, in cui tanti imprenditori ci contattano proprio in previsione di cambiamenti da portare alle loro attività in settembre.

Molte attività chiudono, quindi calano un po’ le domande di assistenza, e aumentano tantissimo le richieste di contatto per nuovi progetti.

Se vuoi cominciare a farti un’idea dei tuoi prossimi passi verso l’automazione fiscale, clicca subito sul link qui sotto, senza aspettare di diventare la “centesima” persona in coda:

 

Contattaci 

Imprese Europee e Fatturazione Elettronica: verso un nuovo standard

Il continente europeo sta vivendo una trasformazione epocale nel modo in cui le aziende gestiscono la fatturazione. Quello che è iniziato come un semplice adempimento normativo si sta rapidamente trasformando in una leva strategica fondamentale per la modernizzazione e la competitività delle imprese.

La fatturazione elettronica non è più una mera esigenza legale, ma rappresenta un’opportunità concreta per ripensare l’intera catena documentale aziendale. Dalla gestione degli ordini ai contratti, dai documenti di trasporto alle note spese, l’obiettivo non è solo l’efficienza, ma anche la resilienza operativa.

Il Quadro Normativo Europeo: ViDA come catalizzatore del cambiamento

Al centro di questa rivoluzione digitale troviamo ViDA (VAT in the Digital Age), l’iniziativa della Commissione Europea che sta accelerando la convergenza normativa in materia di fatturazione elettronica. Approvata ufficialmente il 12 febbraio 2025 dal Parlamento Europeo, ViDA rappresenta una trasformazione radicale nel sistema IVA dell’Unione Europea.

La direttiva ViDA introduce tre componenti fondamentali:

  • Rendicontazione digitale in tempo reale per le vendite B2B a livello UE attraverso Digital Reporting Requirements (DRR)
  • Fatturazione elettronica obbligatoria per le forniture intracomunitarie a partire dal luglio 2030
  • Obblighi estesi per gli operatori di piattaforme nell‘e-commerce

L’impatto economico è significativo: secondo le ultime cifre pubblicate dall’UE nel dicembre 2024, gli Stati membri hanno perso 89 miliardi di euro nel 2022 a causa del VAT gap, un divario largamente dovuto a frode, errata rendicontazione e inefficienze amministrative.

Il caso Belgio: un modello di implementazione strategica

Tra i Paesi che si stanno muovendo con maggiore decisione verso l’obbligatorietà della fatturazione elettronica, il Belgio rappresenta un caso particolarmente significativo. A partire dal 1° gennaio 2026, tutte le aziende residenti o con organizzazione stabile nel Paese dovranno utilizzare la fatturazione elettronica per le transazioni B2B.

Il modello belga presenta caratteristiche innovative:

  • Applicazione universale: l’obbligo riguarda tutte le aziende, indipendentemente dal fatturato o dalla dimensione
  • Focus B2B: le transazioni verso i consumatori finali restano escluse in questa fase
  • Standard europeo: utilizzo obbligatorio del formato EN 16931 con trasmissione privilegiata attraverso la rete PEPPOL

Dal 2028, il Belgio adotterà un modello a cinque angoli, coinvolgendo direttamente l’amministrazione fiscale nella ricezione dei documenti, favorendo l’allineamento in tempo reale tra venditore, acquirente e fisco.

La tecnologia alla base: standard e infrastrutture

Il Formato Europeo EN 16931

La norma europea EN 16931 rappresenta il cuore tecnico della fatturazione elettronica europea. Questa norma definisce gli elementi essenziali che una fattura elettronica deve contenere per essere accettata dalle autorità governative di tutti gli Stati membri dell’UE.

La norma si articola in diverse componenti:

  • UNI EN 16931-1:2017: Modello di dati semantico degli elementi essenziali
  • UNI CEN/TS 16931-2:2017: Elenco delle sintassi conformi
  • Specifiche tecniche: Metodologia per la sintassi degli elementi principali

L’infrastruttura PEPPOL

PEPPOL (Pan-European Public Procurement On-Line) è l’infrastruttura che rende possibile lo scambio standardizzato di documenti commerciali e fatture elettroniche tra i diversi Paesi europei. Non si tratta di una piattaforma singola, ma di una rete che collega diverse piattaforme esistenti, permettendo alle aziende di scambiare documenti con provider di tutto il mondo.

Il sistema PEPPOL si basa su tre elementi fondamentali:

  • eDelivery Network: l’infrastruttura di rete
  • PEPPOL BIS: le specifiche tecniche per l’interoperabilità
  • PEPPOL TIA: le regole per l’utilizzo dell’infrastruttura

Benefici economici e operativi per le aziende

Riduzione dei costi operativi

La fatturazione elettronica porta a significativi risparmi economici per le aziende. Secondo l’Osservatorio Fatturazione Elettronica del Politecnico di Milano, una grande azienda può risparmiare fino a 11,50 euro per fattura, mentre una piccola impresa può ottenere un risparmio fino a 3,50 euro per fattura.

Il costo medio della fatturazione tradizionale oscillava tra 1,80 e 3,70 euro per documento, mentre la gestione digitale presenta costi tra 0,90 e 1,80 euro per documento. Per un’azienda di medie dimensioni con più di 3.000 documenti annui, questo si traduce in un risparmio tra 7,50 e 11,50 euro per documento emesso.

Efficienza operativa e automazione

I vantaggi operativi della fatturazione elettronica si manifestano in diversi ambiti:

Nel ciclo passivo:

  • Maggiore velocità nella registrazione delle fatture (33% delle grandi imprese, 31% delle PMI)
  • Semplificazione della fase di verifica della fattura (21% del campione)
  • Ottimizzazione del processo di approvazione dei pagamenti (20% e 14%)

Nel ciclo attivo:

  • Riduzione dei tempi di pagamento
  • Miglioramento della riconciliazione dei pagamenti
  • Eliminazione dei costi di stampa e spedizione

Impatto ambientale e sostenibilità

La transizione verso la fatturazione elettronica ha anche un impatto positivo significativo sull’ambiente. L’eliminazione della carta riduce le emissioni di gas serra associate al trasporto fisico dei documenti e alla produzione di materiali cartacei.

Implementazione graduale negli Stati membri

Attualmente, Italia e Serbia rimangono gli unici Paesi in Europa ad avere un obbligo di fatturazione elettronica completo in tutti gli ambiti B2G e B2B. L’Italia ha ottenuto una proroga fino al 31 dicembre 2027 per continuare a utilizzare il sistema di fatturazione elettronica obbligatoria.

La Francia implementerà la fatturazione elettronica B2B obbligatoria a partire dal 1° settembre 2026 per tutte le aziende, con un approccio graduale che vedrà le piccole e medie imprese seguire il 1° settembre 2027.

La Germania ha introdotto dal 1° gennaio 2025 l’obbligo di fatturazione elettronica per le transazioni B2B nazionali, con l’utilizzo di formati come XRechnung, ZUGFeRD e PEPPOL.

Verso un sistema europeo integrato

Il 1° luglio 2030 rappresenta una data cruciale: sarà obbligatoria la fatturazione elettronica per tutte le transazioni intracomunitarie, con l’introduzione di un sistema centralizzato che trasmetterà i dati alle autorità fiscali nazionali e poi al VIES centrale.

Sfide e opportunità per le imprese

La Necessità di Soluzioni Scalabili

Il panorama normativo europeo presenta ancora significative diversità. Ogni Paese definisce propri tracciati, tempistiche e canali di trasmissione. Operare su scala internazionale richiede soluzioni flessibili e scalabili, supportate da una solida capacità di adattamento normativo.

Il Modello One Stop Shop

Una delle principali sfide è la semplificazione della governance documentale. Avere un unico interlocutore in grado di gestire l’intero ciclo documentale rappresenta un vantaggio competitivo significativo, soprattutto per le aziende che operano con strutture ERP complesse.

Preparazione e compliance

Le aziende devono prepararsi con largo anticipo non solo per essere conformi, ma per sfruttare l’opportunità di rivedere e ottimizzare i propri processi documentali in chiave digitale. La capacità di adattamento sarà il vero fattore critico di successo.

Il futuro digitale delle imprese europee

La fatturazione elettronica rappresenta solo la punta dell’iceberg di una trasformazione più ampia che riguarda l’intero modo in cui le imprese gestiscono e valorizzano i propri dati. I prossimi 3-5 anni saranno caratterizzati da un’accelerazione decisiva nell’adozione di questi strumenti digitali.

L’Europa si sta muovendo verso un ecosistema digitale transnazionale dove la fatturazione elettronica diventerà lo standard per tutte le transazioni B2B. Le imprese che anticipano questa trasformazione potranno cogliere immediatamente i vantaggi dell’automazione, mentre quelle che rimangono indietro rischiano di trovarsi impreparate di fronte alle scadenze normative.

La convergenza tra e-invoicing e fiscalità digitale porterà a una situazione in cui i dati delle fatture non solo saranno il cuore dei processi aziendali, ma costituiranno anche la base per la determinazione automatica dell’imposta, fino alla dichiarazione IVA precompilata.

Anticipare è meglio che rincorrere: iniziare oggi questo percorso di trasformazione digitale consente alle imprese di cogliere subito i vantaggi competitivi dell’automazione, evitando il rischio di trovarsi impreparate nel momento in cui le normative diventeranno completamente operative. La scelta del giusto partner tecnologico e strategico può fare la differenza tra il successo e il fallimento in questa trasformazione epocale.

Paga in 3 rate Paypal: bello! Ma devi fatturare o fare i corrispettivi

I dati diffusi da Paypal per il 2022 indicano l’utilizzo del servizio Paga in 3 rate da parte di circa 420.000 utenti. Oltre 6 utenti abituali di Paypal su 10, dichiarano inoltre di usare regolarmente il Paga in 3 rate. Un dato che dimostra una verità inconfutabile:

Se non trovi il modo di usare questi gateway di pagamento, con annessa potenza finanziaria che permette di sostenere quasi mezzo milione di prestiti tra i 30 e i 2.000 euro, senza nemmeno fare un controllo di solvibilità, rischi veramente di essere catapultato fuori da qualunque mercato.

Questa settimana faccio due riflessioni su questo dato e sulla premessa di cui sopra, per cercare di arrivare ad una riflessione utile per tutti.

Ma, a questo punto, è probabile che tu ti stia chiedendo: “cosa c’entra tutto questo con FatturaPro”?

Vedi, il Trend di questa settimana, sulle funzionalità più usate di FatturaPro, vede ancora in testa la generazione automatica dei corrispettivi da ordini online.

È un tema di cui abbiamo, in realtà, già ampiamente discusso in questa rubrica. Ma ci sta che questa funzione, che rappresenta uno dei capisaldi di FatturaPro, si riproponga spesso come la più usata dai nostri clienti.

L’Automazione Fiscale è una delle frontiere più delicate della eterna battaglia tra piccole-medie imprese e la velocità.

Un “piccolo imprenditore” deve correre più velocemente dei costi fissi, delle tasse, dei concorrenti, quindi tutto ciò che può aiutarlo a non distrarsi da questa infinita corsa verso il sole, diventa prezioso come un diamante.

Quindi, di tanto in tanto, è giusto analizzare la quotidianità dell’imprenditore, che emette corrispettivi automatici con FatturaPro, da una prospettiva sempre nuova, sempre diversa.

Per evitare che questa rubrica diventi una ripetizione continua di notizie e informazioni già viste, che porterebbe alla morte della rubrica stessa.

È ormai chiaro che il servizio Paga in 3 rate di Paypal stia diventando “l’alter ego” dell’usanza di dilazionare le fatture nel B2B (quindi, se non ce l’hai, è dura…)

La mossa di Paypal, di rendere il suo servizio “agganciabile” facilmente da qualsiasi e-commerce del mondo, è stata semplicemente geniale.

Senza sviluppare codice, chiunque è ormai nella condizione di essere pagato con Paypal, in modo sicuro, senza problemi, con una serie di garanzie sia per chi incassa, sia per chi paga.

Certo, non è gratis! Ma non voglio entrare, adesso, nel merito di questo tema.

Il punto è un altro: il servizio Paga in 3 rate sta diventando una consuetudine, al pari del dilazionamento delle fatture nel B2B. Quell’usanza di emettere una fattura, dichiarandola pagabile in 30 giorni, piuttosto che in 60 o 90.

Con una differenza sostanziale! Nel caso del Paga in 3 rate, chi “vende” incassa l’intero importo subito!

Nel B2B, invece, incassi effettivamente nei tempi che hai dichiarato in fattura, al “lordo” dei tempi bancari (in verità sempre meno problematici), e di ulteriori ritardi nei pagamenti da parte del cliente.

In questo caso, sappiamo bene come recuperare il credito inneschi tutta una serie di altre problematiche e di costi.

Ecco perché la vendita su e-commerce di piccoli servizi, pagabili con Paypal, sta sbarcando anche nel B2B

Per questo motivo, molte micro imprese che vendono servizi, consulenze e prodotti digitali ad altre aziende, stanno cominciando a utilizzare Paypal come metodo di pagamento, anche a chiusura di una vendita “presidiata”.

Cioè:: non stiamo parlando dell’azienda che mette in vendita un software su un portale, e aspetta che qualche estraneo lo compri, senza che nessun venditore parli con l’acquirente.

Mi riferisco ad alcuni nostri clienti, che vendono nel B2B in modo “tradizionale” e poi incassano inviando un’offerta direttamente da una sottospecie di e-commerce verticale, da cui il cliente può accettare l’offerta, firmare il contratto e….pagare online tramite Paypal!

Ecco dove volevo portarti con la mia leggera divagazione di questa settimana. Molti clienti FatturaPro, che appartengono a mercati B2B, iniziano a usare Paypal esattamente come nel B2C, per accelerare i tempi di incasso, dando al tempo stesso al cliente un dilazionamento in 3 mesi.

Inutile aggiungere che questa fase evolutiva apre il fronte anche agli agenti guidati dall’Intelligenza Artificiale, e a un commercio sempre più automatizzato e disintermediato.

Ma questo è il domani. Mentre a me interessava darti una notizia, e condividere una riflessione, sull’oggi. Su quanto sia fondamentale saper cogliere questi trend per capire fino a che punto puoi essere disposto a restarne fuori.

Pagamenti online, Paypal e Paga in 3 rate: tutto bellissimo, poi però tocca fare fatture e corrispettivi!

 

Automatizzare, disintermediare i processi di vendita. Aprirli al futuro degli Agenti AI, che rispondono 24 su 24 e guidano direttamente il cliente verso il suo checkout.

Che si tratti di un cliente che sta comprando una crema su e-commerce, o di una società che sta comprando una consulenza nel B2B.

È tutto fantastico!

Sembrano passati anni luce da quando mandavamo le fatture via e-mail, con i programmini in Access compilati la sera da qualche nipote, figlio o giovane parente per farlo imparare a programmare (e scroccare un softwarino gratis! Chiusa parentesi).

Invece era ieri.

È superfluo stare qui a ricordarti come il mondo stia cambiando velocemente, e come sia materialmente impossibile stare dietro a tutto e tutti.

L’Automazione Fiscale sta entrando intimamente nelle esigenze primarie di qualsiasi azienda, a maggior ragione (paradossalmente) se piccola!

Da bravi italiani, siamo sempre abituati a credere che una micro impresa, così come una piccola o una media, abbia solo bisogno di pane e concretezza.

I software? La tecnologia “di bordo”? Ma sì! Va bene comprarla solo negli anni di vacche grasse, per scaricare un po’ di spese deducibili, alzare un po’ gli ammortamenti, patrimonializzare per migliorare i bilanci e avere, magari, qualche piccolo beneficio dalle banche.

Nel resto del tempo? In periodi “normali” o di vacche magre, siamo abituati a pensare che per fare impresa basti un telefono, la sveglia che suona la mattina presto, e tanta…tanta buona volontà.

Ma non è più così! Oggi qualsiasi impresa va pensata dai fondamentali, e i fondamentali sono tutto ciò che ti lega a una sedia, fosse anche una volta alla settimana, a spippolare su conti correnti, software amministrativi e file di Word piuttosto che Excel.

E questo non perché deve piacere a te! Ma perché se lo aspettano i clienti, e nella mischia dei tuoi mille e più concorrenti, c’è qualcuno – più di uno – che l’ha capito, o lo sta capendo.

Pensaci, ormai anche gli imbianchini girano con il POS mobile tipo SumUp. Ma come? Fino a due anni fa noi italiani eravamo tutti su facebook, o su linkedin, a scrivere o leggere post di improperi sull’obbligo dei pagamenti elettronici.

E oggi? Chiunque riesce a farsi pagare con carta di credito. È indicativo no? Ecco, sul tema del rendere prodotti e servizi acquistabili online, siamo esattamente nello stesso momento di evoluzione che abbiamo visto con i pagamenti elettronici “in presenza”.

Vuoi anche tu implementare un sistema di Automazione Fiscale che ti permetta di aprire i tuoi canali di vendita all’utilizzo di pagamenti elettronici e dilazionati?

Se stai leggendo questa newsletter, e ancora non sei tra gli oltre 3000 titolari di attività che hanno implementato i principi dell’Automazione Fiscale nella loro impresa, hai la possibilità di interagire con il nostro supporto per capire come fare.

Basta riempire questo form, e i ragazzi del Support ti rispondono alla velocità della luce, fissando con te un appuntamento per cominciare a progettare, insieme a te, l’adozione, la messa a punto o il perfezionamento dei tuoi sistemi di incasso e di automazione fiscale.

Avviso importante che devi tenere in considerazione: ad ogni invio di Newsletter, veniamo subissati di richieste da parte di imprenditori che hanno bisogno di prendere appuntamento con noi per sviluppare i temi che trattiamo, e riportarli alla loro realtà e quotidianità aziendale.

Quindi non voglio metterti ansia, o fretta, come nelle migliori televendite. Voglio solo che tu non resti deluso se ti tocca aspettare un po’ di più per pianificare la call con i nostri ragazzi.

Solo per chiarezza.

A te il link per prenotarti!

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ESG e performance di lungo termine

Nell’epoca contemporanea dominata dalla ricerca ossessiva di risultati immediati, le imprese si trovano sempre più spesso intrappolate in una visione miope che privilegia le performance di brevissimo periodo a discapito di una crescita sostenibile e duratura. Tuttavia, un crescente corpus di evidenze scientifiche e casi di studio dimostra che l’integrazione dei fattori ESG (Environmental, Social e Governance) nelle strategie aziendali rappresenta non solo un imperativo etico, ma un vero e proprio acceleratore di valore economico a lungo termine.

La rivoluzione del paradigma: oltre il mito del trade-off

 

Per decenni, il mondo imprenditoriale è stato dominato dalla convinzione che sostenibilità e profittabilità fossero due obiettivi inconciliabili. Questa percezione si è rivelata non solo errata, ma profondamente dannosa per la competitività aziendale. Le aziende che integrano la sostenibilità nelle loro strategie hanno il 75% in più di probabilità di migliorare significativamente i propri ricavi e il 52% di maggiori possibilità di superare i concorrenti in termini di redditività.

La meta-analisi condotta dalla NYU Stern School su oltre 1.000 studi pubblicati tra il 2015 e il 2020 ha definitivamente demolito il falso mito del trade-off sostenibilità-profitto. I risultati sono inequivocabili: il 58% degli studi aziendali dimostra una relazione positiva tra ESG e performance finanziarie, mentre solo l’8% evidenzia correlazioni negative. Questi dati, confermati da 13 meta-analisi che coprono 1.272 studi unici, attestano una correlazione positiva robusta e persistente nel tempo.

Il meccanismo di creazione del valore: Come l’ESG diventa profitto

 

L’implementazione di strategie ESG efficaci genera valore attraverso molteplici canali sinergici che trasformano gli investimenti in sostenibilità in vantaggi competitivi tangibili.

Riduzione del costo del capitale

 

Le aziende con rating ESG elevati beneficiano di un accesso privilegiato ai mercati finanziari con costi di finanziamento significativamente inferiori. Secondo lo studio MSCI, le società con i punteggi ESG più alti si finanziano a un tasso medio del 6,8%, mentre quelle con rating bassi affrontano costi del 7,9%. Questa differenza, apparentemente modesta, si traduce in milioni di euro di risparmi annuali per aziende di media-grande dimensione.

L’87% dei CFO riconosce che i fattori ESG hanno un impatto diretto sul costo del capitale, mentre il mercato dei sustainability-linked bonds sta emergendo come strumento privilegiato per le aziende virtuose di accedere a capitali a condizioni vantaggiose.

Efficienza operativa e innovazione

 

Le pratiche sostenibili si traducono in immediati risparmi operativi e incrementi di produttività. Un esempio paradigmatico è rappresentato da un’azienda farmaceutica che, riprogettando i processi produttivi secondo principi “green”, ha ottenuto una riduzione del 75% delle emissioni di gas serra e significativi risparmi nei costi di produzione.

La metodologia ROSI (Return on Sustainability Investment) sviluppata dalla NYU Stern Center for Sustainable Business quantifica questi benefici: una società automotive ha registrato un valore attuale netto quinquennale pari al 12% del fatturato annuale grazie agli investimenti in sostenibilità.

Attrazione di talenti e stakeholder engagement

 

Le aziende ESG-oriented registrano un aumento del coinvolgimento dei dipendenti fino al 40%, traducendosi in maggiore produttività, minor turnover e costi di recruitment inferiori. La capacità di attrarre e trattenere talenti di alta qualità rappresenta un vantaggio competitivo sempre più critico in un mercato del lavoro caratterizzato da crescente mobilità e selettività.

L’approccio strategico: dalla teoria degli stakeholder alla pratica ESG

 

La teoria degli stakeholder di Edward Freeman, formulata nel 1984, ha anticipato di decenni l’attuale paradigma ESG. Freeman sosteneva che le imprese durature nel tempo devono creare valore per tutti gli stakeholder, non solo per gli azionisti, costruendo relazioni stabili e durature che generano vantaggi competitivi sostenibili.

Questo approccio si traduce in una governance più efficace e trasparente, che migliora la gestione del rischio e aumenta la resilienza aziendale. Le aziende che adottano modelli di governance orientati alla sostenibilità dimostrano una maggiore capacità di anticipare e gestire shock esterni, come evidenziato durante la pandemia COVID-19.

Evidenze quantitative: I numeri della trasformazione

 

I dati più recenti confermano l’accelerazione del fenomeno: il 91% delle aziende con strategie ESG integrate prevede un aumento dei ricavi nel 2025, mentre il 69% anticipa una crescita della redditività. Le aziende che implementano strategie ESG registrano un 28% di miglioramento del ROI delle attività aziendali, con benefici che spaziano dalla riduzione dei costi operativi (30%) all’incremento dell’innovazione (37%).

Un altro studio condotto su 3.651 aziende in 19 paesi del G20 ha dimostrato una relazione negativa e significativa tra pratiche ESG e costi di capitale, confermando che l’investimento in sostenibilità riduce sistematicamente il costo del finanziamento per le imprese.

Prospettive future: La sostenibilità come imperativo competitivo

 

L’evoluzione del panorama normativo, con l’introduzione della Direttiva Corporate Sustainability Reporting (CSRD) e dei nuovi standard di rendicontazione, sta trasformando la sostenibilità da opportunità a necessità competitiva. Le aziende che non si adatteranno a questo nuovo paradigma rischiano di essere escluse dalle catene del valore globali e di perdere l’accesso ai capitali.

Il futuro appartiene alle aziende che sapranno integrare strategicamente i fattori ESG nei loro modelli di business, trasformando la sostenibilità da costo a investimento, da compliance a vantaggio competitivo. In questo scenario, la performance di lungo termine non sarà più una conseguenza fortuita, ma il risultato di scelte strategiche consapevoli e orientate alla creazione di valore condiviso per tutti gli stakeholder.

La sostenibilità non è più una questione di “se”, ma di “quando” e “come”. Le aziende lungimiranti stanno già raccogliendo i frutti di questa trasformazione, mentre quelle che rimangono ancorate a paradigmi obsoleti rischiano di trovarsi progressivamente marginalizzate in un mercato che premia sempre più la capacità di coniugare performance economica e impatto positivo sulla società e sull’ambiente.

Importazione righe CSV su Fatture Elettroniche

Da qualche giorno è disponibile in FatturaPro una nuova modalità di importazione delle righe di vendita per semplificare il processo di fatturazione.

Una funzione che è balzata subito in vetta alle più usate di FatturaPro

Non c’è da stupirsi: l’e-commerce si sta confermando uno dei settori più in crescita ad ogni livello, nonostante l’instabilità geopolitica e la costante opera di drammatizzazione dei media.

Questi sono i dati (di fatto) al di là delle opinioni:

  • L’ e-commerce B2C in Italia nel 2025 crescerà del 6 % rispetto al 2024, superando i 62 miliardi €, di cui:
    – Prodotti: oltre i  40 miliardi di € (+6 %)
    – Servizi: 22 miliardi di € (+8 %)

    • L’e commerce complessivo (B2C + C2C) ha raggiunto 85,4 miliardi € nel 2024, con +6 % sul 2023 .
    • Il mercato B2C da solo vale circa 40,1 miliardi € nel 2025, con crescita del +6 %
    (Dati osservatori.net).

Le aziende che vendono attraverso almeno un negozio online sono 91.000, in crescita del +3,4 % rispetto al 2024.

Le aziende che hanno un “piccolo e-commerce”, si trovano a dover fronteggiare le aspettative e le abitudini di acquisto da parte di clienti che sono ormai totalmente assuefatti dalla potenza di Amazon, e dei grandi colossi di abbigliamento, con la loro capacità di distribuzione a getto continuo, senza sosta, e i loro efficientissimi processi di reso.

Non mi stancherò mai di dire che il primo strumento da mettere a punto, per fare parte di questo gioco, è eliminare la Burocrazia Fiscale, per abbattere anche del 50-80% costi e tempi di pre-delivery.

Ovvero di tutte quelle fasi che vanno dalla ricezione dell’ordine all’assegnazione del pacco allo spedizioniere, o corriere che sia.

Certo il prodotto deve essere valido, quantomeno corrispondente a quanto promesso nella scheda e nella pagina di acquisto, certo i resi devono essere gestiti in velocità e la consegna veloce come la luce.

Ma se tutto il processo inizia inciampando sulla necessità di gestire bolle, corrispettivi e fatture per il tramite dell’intervento umano, la vedo durissima.

Per evitare di dover gestire a mano ogni corrispettivo, fattura o documento fiscale in generale, la parola d’ordine – fino ad oggi – era: interoperabilità

L’interoperabilità è l’ostacolo maggiore che frena la produzione e la gestione dei documenti fiscali durante le fasi di pre-delivery.

Per interoperabilità si fa riferimento a tutte quelle modalità e soluzioni tecnologiche in grado di mettere diversi gestionali e piattaforme in comunicazione tra loro, di passarsi i dati senza l’intervento dell’uomo.

Solitamente tutto questo si ottiene attraverso integrazioni, ovvero lo sviluppo di codice specifico nei software che devono essere messi in comunicazione, affinché vengano aggiunte istruzioni sulle modalità di trasferimento delle informazioni e dei dati.

Un lavoro che solitamente rappresenta un progetto nel progetto, capace di portarsi dietro ingenti investimenti di tempo e di denaro.

Ma una PMI italiana non ha sempre le risorse economiche, e di tempo, per pagare e aspettare che questo tipo di soluzione venga studiato, budgetizzato, realizzato e testato, per poi entrare in produzione.

Ecco perché FatturaPro pensa sempre in modo trasversale alle sue soluzioni, come l’importazione righe, e alle modalità per implementarlo.

Vogliamo consentire, a chi deve far partire un negozio online, tra mille sfide iniziali, di lavorare senza perdere tempo.

E senza investire fiumi e fiumi di denaro.

FatturaPro nasce da imprenditori che conoscono la quotidianità del tessuto imprenditoriale italiano

FatturaPro è ciò che vorrei trovare sul mercato se oggi fossi io a dover aprire un e-commerce.

Quando stai per aprire un’attività, non ti fermi a pensare all’importanza di creare un processo di fatturazione ergonomico. Ti concentri sul prodotto, sulla piattaforma, sulla grafica. E tante altre cose sicuramente fondamentali.

Eppure, se non tieni fortemente in considerazione questo aspetto, ti trovi molto presto a fare i conti con la scelta di non attribuire la giusta priorità a questo tema.

Ecco perché ogni aspetto, ogni sviluppo, viene curato per dare a chi fa impresa diverse opzioni per implementare FatturaPro nei processi di business e per utilizzarne le funzioni principali.

A prescindere dalle possibilità di investimento e dalla complessità che ogni singolo gestore di negozi può ricercare.

A volte ci sono tempi e risorse per implementazioni complesse, che comportano maggiori tempi di attesa e maggiori costi.

Altre volte, la necessità in fase di startup per l’imprenditore è badare al sodo. Andare alla ricerca di concretezza, strade brevi e semplici.

Il comune denominatore, tra questi due estremi, rimane sempre uno e lo vediamo ogni singolo giorno in cui parliamo con tanti imprenditori che hanno business online: eliminare la burocrazia fiscale e velocizzare i processi di produzione dei documenti fiscali, senza rischi di errori, rallentamenti e possibili non conformità normative (e relative conseguenze).

Qualunque sia la situazione presente dell’imprenditore, FatturaPro rappresenta un valido alleato per abbattere la Burocrazia fiscale e dare così vita alla Automazione fiscale

Se la tua situazione ricade tra quelle in cui non c’è spazio, né forse bisogno, di fare integrazioni complesse col tuo gestionale, l’importazione delle righe di vendita da file CSV fa esattamente al caso tuo.

Uno spaccato perfetto della trasversalità e delle opportunità che FatturaPro offre nel disporre di strade differenti per ottenere risultati simili.

Tutto avviene in modo estremamente semplice: si crea un file CSV direttamente dal backend del tuo e-commerce, o dal sistema di contabilità, o da qualunque altro strumento utilizzi per impostare la documentazione di vendita.

La maggior parte di questi strumenti dispone della possibilità di creare file CSV, ma nella peggiore delle ipotesi questo formato si può creare anche lavorando banalmente con dei copia/incolla su file Excel, avendo semplicemente l’accortezza di salvare il tutto – per l’appunto – in formato CSV.

Fatto questo, FatturaPro è oggi abilitato a importare questo tipo di file, e a leggere tutti i singoli campi che compongono ciascuna riga.

Inclusi: prezzi, sconti, codice prodotto, ecc.

Qualsiasi dato può essere dato in pasto a FatturaPro in un singolo click, come da tradizione FatturaPro.

Non solo B2C.…perché l’e-commerce non è più soltanto uno strumento per “clienti privati”

FatturaPro non si distingue soltanto per la capacità di essere adattabile alle diverse forme di complessità delle aziende, delle organizzazioni e delle architetture che caratterizzano le differenti aziende e-commerce e le loro piattaforme.

Oggi, con le innumerevoli funzionalità, tools e caratteristiche (di cui l’importazione delle righe è solo l’ultima), possiamo diventare un partner preziosissimo anche per chi crea negozi online dedicati alla vendita di servizi o prodotti B2B.

La novità della importazione righe, di cui abbiamo parlato, è pensata anche per loro.

Aprendo la strada verso progetti sperimentali che anche le imprese B2B possono affrontare, prima di decidere – ad esempio – se investire su integrazioni più profonde e automazioni più spinte.

Vuoi anche tu scoprire i benefici di una fatturazione efficiente, semplice ed ergonomica rispetto alla quotidianità di chi fa impresa?

Le strade che ti permettono, oggi, di valutare l’adozione di FatturaPro nella tua attività, sono davvero tante.

Ecco perché sempre più persone si rivolgono al nostro support per ricevere consigli e consulenze che possono aiutare a inquadrare più velocemente il proprio scenario e il percorso più idoneo per passare da una fase di startup a una fase di consolidamento.

Come invito sempre a fare, ti consiglio di mettere alla prova il nostro Support. Troverai nel nostro team un centro di competenze, un riparo, per chi vuole lanciarsi in una avventura e-commerce senza commettere passi falsi, e senza disperdere soldi che potrebbero servire ad avviare più serenamente ed efficacemente l’impresa.

Come puoi contattare il nostro Support Team? Segui il link qui sotto:

 

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Nuove Misure di Sostegno per Imprese in Crisi e Settore Moda

Il Decreto-Legge 26 giugno 2025, n. 92, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 146 del 26 giugno 2025, introduce un pacchetto articolato di misure straordinarie per il sostegno dell’occupazione nelle imprese italiane colpite da difficoltà strutturali. Il provvedimento, entrato in vigore il 27 giugno 2025, rappresenta una risposta concreta del Governo alle sfide che stanno attraversando diversi settori produttivi, con particolare attenzione alle aree di crisi industriale complessa e alla filiera della moda a cui afferiscono molte PMI italiane.

Le misure per le aree di crisi industriale complessa

Esonero dal contributo addizionale CIGS

L’articolo 6 del decreto dispone l’esonero dal contributo addizionale previsto per l’accesso alla Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (CIGS) per l’anno 2025. Questo beneficio è riservato alle imprese che operano in territori riconosciuti come “aree di crisi industriale complessa” ai sensi del DL 83/2012.

Il contributo addizionale, normalmente calcolato sulla retribuzione globale che sarebbe spettata al lavoratore per le ore di lavoro non prestate, varia in funzione dell’intensità di utilizzo delle integrazioni salariali: 9% fino a 52 settimane, 12% oltre le 52 settimane e fino a 104 settimane, e 15% oltre le 104 settimane in un quinquennio mobile.

L’esonero rappresenta un intervento mirato a ridurre gli oneri contributivi per le aziende già colpite da difficoltà strutturali, consentendo loro di beneficiare del trattamento straordinario senza versare la contribuzione normalmente richiesta. Tuttavia, l’esonero non è concesso a chi attiva procedure di licenziamento collettivo nel corso del periodo di integrazione, incoraggiando i datori di lavoro a utilizzare gli ammortizzatori come strumento per la salvaguardia effettiva dell’occupazione.

Il finanziamento dell’intervento è previsto per un importo di 6,5 milioni di euro per l’anno 2025, con copertura tramite il Fondo sociale per occupazione e formazione.

Contesto delle aree di crisi industriale complessa

Le aree di crisi industriale complessa riguardano territori soggetti a  recessione economica e perdita occupazionale di rilevanza nazionale, derivanti dalla crisi di una o più imprese di grande o media dimensione con effetti sull’indotto, oppure da una grave crisi di uno specifico settore industriale con elevata specializzazione territoriale.

Attualmente sono riconosciute come aree CIC diverse zone distribuite in quattordici regioni italiane, tra cui Val Vibrata (Abruzzo), Acerra-Marcianise-Airola, Torre Annunziata-Castellammare e Battipaglia-Solofra (Campania), Trieste (Friuli-Venezia Giulia), Taranto (Puglia), Porto Torres e Portovesme (Sardegna), Gela e Termini Imerese (Sicilia), e molte altre.

Ammortizzatori sociali per i grandi gruppi

L’articolo 7 introduce una misura di grande rilievo per i gruppi di imprese con almeno 1.000 dipendenti sul territorio nazionale. In presenza di un accordo quadro firmato con i sindacati maggiormente rappresentativi, il Ministero del Lavoro e il Ministero delle Imprese, è possibile richiedere una proroga della CIGS fino al 31 dicembre 2027.

Questo ammortizzatore straordinario, concesso in deroga alla normativa ordinaria, si colloca in continuità con trattamenti già avviati e consente di sospendere i lavoratori fino al 100% dell’orario. L’obiettivo è duplice: gestire le eccedenze di personale in maniera non traumatica e favorire processi di reindustrializzazione e riconversione produttiva.

La spesa pubblica prevista è considerevole: 30,7 milioni di euro nel 2025, 31,3 milioni nel 2026 e 32 milioni nel 2027, coperta con riduzioni del Fondo sociale e altri meccanismi di compensazione.

Sostegno in caso di cessione aziendale

L’articolo 8 prevede un ulteriore strumento a favore dei lavoratori coinvolti in cessazioni aziendali. In presenza di un accordo governativo presso il Ministero del Lavoro, può essere concessa una proroga della CIGS per sei mesi non rinnovabili, nel caso in cui esistano prospettive concrete di cessione dell’azienda e riassorbimento occupazionale.

Principio di condizionalità attiva

Il decreto introduce un importante principio di condizionalità attiva per i lavoratori beneficiari degli ammortizzatori sociali. Il lavoratore decade dal diritto al trattamento se:

  • Rifiuta corsi di formazione o non li frequenta regolarmente
  • Non accetta un’offerta di lavoro con retribuzione almeno all’80% di quella precedente, a condizione che la sede sia entro 50 km o raggiungibile in massimo 80 minuti con mezzi pubblici

L’elenco dei lavoratori sospesi deve essere trasmesso al Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (SIISL), la piattaforma del Ministero del Lavoro che ha l’obiettivo di incrociare i dati relativi alle domande e offerte di lavoro in Italia.

Il sostegno al settore moda

L’articolo 10 rappresenta una boccata d’ossigeno per il settore moda italiano, da tempo in particolare difficoltà. La misura stabilisce l’incremento del tetto di spesa per le disposizioni già previste dalla legge di bilancio 2024, estendendo per tutto l’anno 2025 gli ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori dipendenti di datori di lavoro operanti nei settori tessile, dell’abbigliamento, calzaturiero (TAC), conciario e settori affini.

Viene riconosciuta un’integrazione in deroga per un ulteriore periodo massimo di 12 settimane dal 1° febbraio 2025 fino al 31 dicembre 2025. Questo si aggiunge alle 12 settimane già previste fino al 31 gennaio 2025, per un totale potenziale di 24 settimane di copertura.

La crisi del settore moda italiano

Il settore moda italiano sta attraversando una fase particolarmente critica. Secondo i dati più recenti, a febbraio 2025 la produzione della moda scende del -12,9%, rappresentando il 25esimo mese consecutivo con trend negativo. Nel primo bimestre del 2025, la produzione scende del 12,7%, peggiorando la flessione dell’11,8% registrata nel 2024.

Le esportazioni nei primi due mesi del 2025 scendono del 6,0% su base annua, con una flessione più intensa (-10,1%) nei mercati extra UE. Il settore automotive risulta il più colpito in tutti i paesi europei, ma il calo è marcato anche nei settori della moda e nella lavorazione dei metalli.

Per il 2025, le previsioni indicano un calo dei ricavi del 5,8% rispetto al 2024, con un picco del -7,7% per i settori core: abbigliamento, accessori e calzature. L’export dovrebbe attestarsi a -2,8%, in un contesto generale dove il fatturato 2024 del settore moda ha raggiunto quota 96 miliardi di euro, in calo del 5,3%.

 

Decreti attuativi e procedure

Per l’implementazione pratica delle misure previste dal decreto, è necessaria l’emanazione di specifici decreti ministeriali che definiscano le modalità operative. L’INPS, con la circolare n. 3 del 15 gennaio 2025, ha fornito un quadro riepilogativo delle novità in materia di ammortizzatori sociali per il 2025.

Il Ministero del Lavoro ha già emanato diversi decreti attuativi, tra cui il decreto n. 989 del 28 marzo 2025 concernente le misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti da imprese operanti in aree di crisi industriali complesse.

Il ruolo del Fondo sociale per l’occupazione e formazione

Il Fondo sociale per occupazione e formazione rappresenta lo strumento principale di finanziamento delle misure previste dal decreto. Gli interventi finanziati attraverso tale fondo riguardano contributi economici o sgravi contributivi concessi ai lavoratori per il sostegno al reddito e ai datori di lavoro per l’assunzione di categorie specifiche come giovani, donne, disoccupati e soggetti svantaggiati.

Prospettive e implicazioni future

Il Decreto-Legge 92/2025 si inserisce in un quadro più ampio di politiche attive del lavoro e di sostegno alla reindustrializzazione del Paese. Le misure previste rappresentano un importante segnale di attenzione del Governo verso i settori in difficoltà, bilanciando il sostegno immediato ai lavoratori con l’obiettivo di favorire processi di riconversione e riqualificazione produttiva.

L’introduzione del principio di condizionalità attiva e il rafforzamento del sistema informativo SIISL dimostrano la volontà di modernizzare gli strumenti di politica attiva, rendendoli più efficaci nel favorire il reinserimento lavorativo e lo sviluppo delle competenze.

Per il settore moda, l’estensione degli ammortizzatori rappresenta un sostegno fondamentale in una fase particolarmente critica, mentre per le aree di crisi industriale complessa l’esonero dal contributo addizionale può alleggerire significativamente i costi per le imprese che investono nella salvaguardia occupazionale.

Il successo di queste misure dipenderà dalla loro implementazione operativa e dalla capacità di integrarsi con le altre politiche industriali in corso di definizione, in un momento cruciale per il futuro dell’industria italiana e la sua competitività sui mercati globali.

Meglio una sincronizzazione oggi che una ricerca domani!

I mesi appena trascorsi sono indubbiamente alcuni tra i più stressanti della vita imprenditoriale. Fare i conti è sempre un’attività tediosa, sebbene necessaria, e preparare tutto per il commercialista può risultare un lavoro interminabile, specie se i conti non tornano. Se per le fatture il problema è parecchio arginato, i corrispettivi sono spesso una spada di Damocle sull’imprenditore e può succedere che, anche per qualche euro i conti non tornano. Il nostro consiglio è semplice ma molto risolutivo: sincronizzazione del cassetto  fiscale.

Che si intende con sincronizzazione del cassetto fiscale? 

 

Quando parliamo di sincronizzazione del cassetto fiscale ci riferiamo a una buona pratica da tenere a mente, soprattutto quando una buona parte dei documenti fiscali emessi sono dei corrispettivi. 

Negli ultimi mesi, l’Agenzia delle Entrate è in continuo aggiornamento e può capitare che, durante uno di questi, risulti essere irraggiungibile. Quello che succede è semplice: riceviamo un messaggio di errore che ci comunica che l’AdE non è raggiungibile e il corrispettivo viene messo in emergenza. 

Molto spesso, però, soprattutto se parliamo di vendite e-commerce con grandi volumi, può succedere che la situazione si risistemi in poco tempo, ma con qualche minuto di troppo. Spesso, infatti, mossi dalla buona volontà di emettere un corrispettivo nei confronti del nostro cliente, procediamo ad emetterlo manualmente, lascando da parte quello che sarebbe dovuto partire automaticamente dal plugin dedicato del nostro e-commerce. 

Spesso, però, l’AdE riesce comunque ad intercettare il corrispettivo che pensavamo ormai in errore e ci ritroviamo con un doppio scontrino per una vendita. 

A cosa serve quindi la sincronizzazione del cassetto fiscale? 

 

La sincronizzazione del cassetto fiscale  è un degno alleato per evitare questo tipo di errori e ci aiuta a risparmiare ore di tempo prezioso quando, a fine anno contabile, dobbiamo trovare in tutti i modi una discrepanza nascosta chissà dove in qualche giorno dell’anno appena passato. È buona prassi effettuarlo in modo sistematico almeno una volta alla settimana in modo da evitare di dover perdere tanto tempo in futuro. 

Come effettuare la sincronizzazione del cassetto fiscale con FatturaPRO.click? 

 

La sincronizzazione del cassetto fiscale con FatturaPRO.click è davvero semplice e richiede solo un paio di minuti. Tutto quello che bisognerà fare è andare nella sezione “corrispettivi” dal menù di sinistra. 

In alto a destra troverai il pulsante “Sincronizza Cassetto Fiscale”. Ti verrà chiesto il range temporale da sincronizzare e la password di Fisconline per motivi di sicurezza. 

Una volta effettuata la sincronizzazione sarà possibile vedere se ci sono dei doppioni di corrispettivi e agire prontamente eliminando il doppione cliccando sul tasto del cestino che trovi in corrispondenza a destra. 

La sincronizzazione del cassetto fiscale è una semplice pratica che, però,  può darci una grande mano in sede di periodi importanti come quello appena trascorso. 

Per qualsiasi dubbio non esitare a contattarci!! Siamo qui per darti una mano in caso di bisogno. 

 

Il team di supporto 

L’ecommerce è l’industria italiana del futuro?

Le funzionalità FatturaPro che riguardano il mondo degli ecommerce, si rivelano le più usate anche questa settimana.

Il lavoro che stiamo facendo, per raccontarti i trend principali di ogni singola settimana delle funzionalità di FatturaPro più usate dagli utenti, sta assumendo i contorni di un piccolo osservatorio sull’economia italiana.

Mi rendo conto che il titolo possa sembrare un pizzico fuorviante. L’ecommerce non è un’industria, e in molti casi l’accostamento di questi due termini risuona come una vera e propria contraddizione.

Ma posso dirti, in tutta franchezza, che non lo ritengo affatto un titolo acchiappa click. Piuttosto, possiamo attribuire alle prossime righe che stai per leggere un significato di piccola speranza, un tentativo di avviare un nuovo “miracolo italiano” in scala ridotta.

È esagerato? Cerchiamo di capirlo attraverso numeri che non riguardano FatturaPro, ma il quadro generale del settore.

Volumi di affari in aumento, cambiamento sociale e occupazione: ecco perché l’ecommerce può soppiantare la nostra tradizione industriale in via di estinzione

Per molti anni l’economia, il welfare, il quadro occupazionale italiano hanno fatto molto affidamento sul comparto italiano.

Industrie di Stato, industrie private, dalla Fiat all’Olivetti passando per le varie Montedison, ma anche tutta l’industria trasporti e infrastrutture, Ferrovie dello Stato, Tirrenia, Alitalia, sono solo alcuni nomi di realtà dove un dipendente poteva essere assunto dopo gli studi, e arrivare fino alla pensione senza mai cambiare datore di lavoro.

Carriere che duravano 30-40 anni filati, durante i quali un dipendente aveva la sicurezza necessaria per aprire finanziamenti, comprare casa, cambiare l’automobile, sposarsi, e garantire ai figli la possibilità di studiare.

Molte di queste industrie generavano volumi di fatturato plurimiliardari, ma non avevano nemmeno l’obbligo di presentare un bilancio. Al di là delle solite speculazioni politiche, e fatte le dovute eccezioni, a nessuno importava veramente di come andassero le performance economiche e finanziarie di queste enormi realtà.

Oggi è tutto cambiato. Tanti nomi, tra quelli citati a caso qui sopra, non esistono più. Oppure esistono, sotto altri nomi, sotto altri stati.

L’impatto sui dati occupazionali e sulla fiducia dei consumatori è stato enorme. Viviamo in questo nuovo ciclo economico da qualche decennio, e non ce ne ricordiamo nemmeno più di cosa significasse la possibilità di scegliere una vita tranquilla.

Fatta magari di compensi modici, di scarse soddisfazioni personali, ma di certezze e continuità.

L’ecommerce, anche se lentamente, sta cominciando a offrire opportunità di nuove forme di stabilità, non equiparabili (ancora) a quelle del passato, ma di cui la società italiana ha sicuramente bisogno.

Il comparto ecommerce si “nutre” di tutte le competenze e di tutti quegli spazi di opportunità che il mercato globale offre in questo momento

Se ti fermi a pensarci un attimo, l’ecommerce incarna tutto ciò che oggi rappresenta il centro di gravità esatto del nostro scenario sociale.

Guardiamo la questione dal lato dell’imprenditore. Oggi è impensabile creare una fabbrica da zero in Italia. Tra costi dei terreni, dei capannoni, normative, e la complessità della gestione tributaria, è praticamente impossibile riuscirci.

Il carico da 90 lo mette la questione competitività: per tutte le ragioni di cui sopra, una fabbrica cinese, o asiatica in generale, avrà sempre maggiori possibilità rispetto a una fabbrica creata in Italia.

Ma l’ecommerce è diverso. È un tipo di attività che permette di partire testando il mercato, volendo non serve nemmeno un garage “alla Steve Jobs”. Si può partire persino dalla casa di mamma e papà, realizzando comunque un’attività seria, che non truffa i clienti e anzi li soddisfa.

Per poi ampliare struttura societaria, organizzazione e spazi, proporzionalmente all’incremento di ordini e giro di affari.

Per i lavoratori, la maturazione del comparto ecommerce in Italia incrocia perfettamente il livello di crescita registrato dai corsi universitari dove si apprendono proprio le competenze che servono a un ecommerce per crescere.

Percorsi di studi che interessano la filiera del marketing, dell’ingegneria informatica, del controllo di gestione.

Imprenditori che hanno la possibilità di imparare sul campo, e studenti che – magari privi inizialmente di uno spirito imprenditoriale – vogliono portare sul mercato del lavoro le competenze per le quali hanno studiato.

Una convergenza perfetta che in parte aiuta a spiegare i numeri di una crescita, quello del comparto ecommerce in Italia, per l’appunto.

Ma quali sono questi numeri?

Come si stanno affermando i negozi online in un paese tecnologicamente bloccato da una tradizione di “si è sempre fatto così”

In effetti, se avessimo letto tutte le righe precedenti meno di 20 anni fa, avremmo pensato a un articolo scritto da un pazzo.

Fino al 2008, dati alla mano, l’Italia era tra gli assoluti fanalini di coda per quanto concerne non solo lo sviluppo di attività online, ma anche i volumi di acquisto e di spesa.

Gli italiani erano terrorizzati anche solo all’idea di comunicare a “un sito” il proprio codice fiscale, figuriamoci cosa potessero pensare dell’idea di fornire i dati di una carta di credito, o aprire un conto Paypal.

Ma, come sempre, l’italiano evolve nel mezzo delle crisi. E con il Covid è cambiato tutto.

Nel 2023, l’intero mercato ecommerce italiano ha raggiunto circa €80,6 mld, con una crescita annua del +7,8% rispetto al 2022 (dati Unioncamere e Agenda Digitale).

Anche questi numeri – nel 2008 – sarebbero sembrati impossibili.

Una filiera che sostiene 380.000 posti di lavoro.

Market Research Future indica una crescita del +5,2% per il 2025‑2035, con una incidenza del settore ecommerce sul PIL che potrebbe superare il 5%.

Sarebbero numeri che potrebbero incidere in maniera nettamente superiore rispetto a settori come il calcio, considerato da tutti una delle 10 industrie più profittevoli al mondo.

Come si incastra FatturaPro in questo scenario che tende a seminare positività in mezzo a tante “brutte notizie”

Per sviluppare un ecommerce in Italia, con le poche risorse che abbiamo e le scarse quantità di formule a sostegno della crescita, degli errori imprenditoriali e della sostenibilità di una startup che cerca di scalare, non basta la capacità imprenditoriale, non basta il marketing.

Né il controllo di gestione.

Per quanto siano tutte e tre competenze vitali, in Italia serve una quarta colonna.

Che è l’automazione fiscale.

Sviluppare un ecommerce, portarlo dal salotto di mamma e papà a diventare una vera e propria “piccola industria”, che genera PIL, dispensa stipendi e supporta le carriere delle nuove leve, è un percorso che non può prescindere dall’azzeramento della burocrazia fiscale.

Per fortuna gli strumenti per farlo ci sono, e noi di FatturaPro – oltre a sviluppare soluzioni per creare questi strumenti – mettiamo a disposizione dei nostri clienti anche le competenze per affinare procedure e processi capaci di automatizzare l’intera catena della burocrazia fiscale.

Ecco perché la nostra piattaforma, quasi tutte le settimane, mette al primo posto le funzionalità relative agli ecommerce tra le funzioni di FatturaPro più usate dai nostri clienti.

Competenze che ormai sbordano abbondantemente dai confini della fatturazione, della gestione dei corrispettivi e della soluzione che hanno a che vedere con problematiche di integrazione e applicative in generale.

E che ormai lambiscono anche i confini della competenza fiscale, di processi organizzativi e di una corretta impostazione di un ecommerce in via di sviluppo, di rilancio o di consolidamento.

Hai un ecommerce? Testa, senza impegno, la competenza e la reattività del nostro Support Team

Se anche tu stai sviluppando un ecommerce, o ti appresti ad affrontare una fase di consolidamento, e vuoi capire come iniziare a investire sull’Automazione Fiscale, evitando così rallentanti in ambito:

  • Produzione e gestione delle Fatture Elettroniche da vendita ecommerce
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Allora anche tu puoi avvalerti dell’aiuto del nostro Support Team.

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