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Shopify fatturazione elettronica e corrispettivi con FatturaPRO.click

FatturaPRO.click ha sviluppato con successo un’applicazione integrata per Shopify che risolve in modo definitivo la problematica della fatturazione elettronica per i merchants che utilizzano questa piattaforma di commercio digitale. Grazie all’app FatturaPRO, gli operatori del mondo Shopify oggi possono contare su uno strumento eccezionale che garantisce l’emissione automatica e diretta di fatture e corrispettivi a partire dagli ordini registrati nel backoffice del negozio online.

Tutto il processo risulta completamente snellito e gestibile con pochi click: basta collegare il proprio account Shopify all’app tramite le proprie credenziali e impostare solo una volta i dati aziendali per attivare il flusso documentale in modo completamente digitale e conforme alle normative fiscali.

Tra i principali vantaggi di questa soluzione spiccano l’assoluta semplicità d’uso e il risparmio notevole di tempo, grazie all’automazione end-to-end del ciclo di fatturazione. Inoltre, gli avanzati sistemi di sicurezza implementati da FatturaPRO.click tutelano i dati sensibili da possibili minacce. Grazie a questa app sviluppata ad hoc, FatturaPRO si dimostra ancora una volta il partner ideale per la gestione fiscale delle attività di commercio digitale su Shopify.

Fatture Shopify: come funziona la piattaforma e-commerce

Shopify è una piattaforma di e-commerce che permette di creare e gestire negozi online in modo semplice e flessibile. Secondo il sito ufficiale di Shopify, oltre 1 milione di attività in 175 paesi utilizzano la piattaforma. Stando al report annuale pubblicato da Shopify, nel 2021 il volume globale di vendite sulla piattaforma ha raggiunto i 175 miliardi di dollari. Per quanto riguarda il mercato italiano, l’Osservatorio eCommerce B2c della School of Management del Politecnico di Milano certifica che in Italia sono oltre 50.000 gli shop online gestiti tramite Shopify.

Shopify fatturazione elettronica

La soluzione offre tutti gli strumenti necessari per avviare un business digitale: dalla gestione del catalogo prodotti e ordini, alla configurazione del tema grafico e delle modalità di pagamento, fino alla creazione di campagne promozionali e di fidelizzazione della clientela. Inoltre, grazie all’integrazione con soluzioni di terze parti, Shopify consente di ottimizzare ulteriormente le funzioni del proprio negozio online.

Per quanto riguarda Shopify fatturazione elettronica, è possibile, attraverso un’app appositamente sviluppata da FatturaPRO.click, provevdere in modo facile e veloce alla fatturazione elettronica in modo automatico e completamente integrato con la piattaforma. Il merchant può configurare direttamente i propri dati fiscali e procedere alla generazione e all’invio delle fatture elettroniche, senza passaggi manuali. Una funzione che semplifica notevolmente la gestione amministrativo-fiscale per gli utenti. Shopify rappresenta una soluzione di successo per la vendita online, grazie alla sua completa gamma di strumenti per avviare con successo un’attività di e-commerce.

Shopify fatturazione elettronica con FatturaPRO.click

Shopify è quindi oggi uno dei principali software per la vendita online, utilizzato da centinaia di migliaia di attività commerciali a livello globale. Come accaduto in precedenza per WooCommerce, anche per questa piattaforma FatturaPRO.click ha sviluppato una soluzione integrata capace di semplificare notevolmente la gestione della fatturazione fiscale da negozio online.

L’app FatturaPRO per Shopify permette infatti di generare ed emettere fatture elettroniche e corrispettivi telematici in modo diretto e completamente automatizzato a partire dagli ordini registrati nel back-end del negozio. Il merchant non deve fare altro che collegare il proprio account Shopify all’app tramite le credenziali, impostare i dati aziendali una sola volta e da quel momento ogni ordine diventa immediatamente una fattura fiscale pronta per l’invio al Sistema di Interscambio.

Grazie a questa soluzione, i titolari di e-commerce basati su Shopify hanno finalmente la possibilità di digitalizzare del tutto il flusso documentale legato agli scambi commerciali, liberandosi da fastidiosi adempimenti burocratici e gestendo la parte amministrativo-contabile direttamente all’interno del proprio shop online, con assoluta tranquillità e semplicità.

I lavori del futuro trainati dall’innovazione tecnologica e dai nuovi stili di vita

Il mondo del lavoro è in costante evoluzione grazie all’innovazione tecnologica che è motore di progresso e cambiamento. I lavori del futuro legati alla trasformazione digitale emergono continuamente, richiedendo competenze e skill set sempre più sofisticati soprattutto nell’ambito tech.

Per esempio ruoli come Data Scientist, Cloud Engineer, Intelligenza Artificial Specialist, Cybersecurity Expert ai quali si affiancano nuove figure ibride con conoscenze sia informatiche che di altri settori. La romoterapeuta, che usa la tecnologia a supporto del benessere, o l’Agricoltore verticale, esperto di coltivazioni idroponiche e automatizzate.

Anche il mondo dell’imprenditoria, in ottica delle nuove professioni, subisce continui aggiornamenti normativi che definiscono meglio tutele e doveri. Uno di questi è la fatturazione elettronica, obbligatoria per legge dal 1° gennaio 2019 per la maggior parte delle attività economiche al fine di contrastare l’evasione fiscale e rendere più trasparenti i rapporti commerciali.

I professionisti che supportano le imprese in questa transizione offrendo servizi di consulenza fiscale e assistenza per l’adeguamento dei sistemi gestionali sono sempre più richiesti. Così come i liberi professionisti dotati di partita IVA che sfruttano nuovi metodi di fatturazione digitale per offrire prestazioni online.

 

I lavori del futuro emergenti nel campo del digitale

L’evoluzione tecnologica che caratterizza il nostro tempo sta contribuendo all’emergere di nuove figure professionali fortemente legate all’ambito digitale. Secondo recenti analisi condotte da Harvard Business Review e LinkedIn, le professioni in più rapida ascesa includono:

  1. Data Scientist, ovvero esperti nell’estrazione di informazioni preziose dai Big Data, sempre più ricercati dalle aziende per guidare processi decisionali basati sull’analisi dei dati.
  2. Esperti di cybersecurity, per la protezione delle infrastrutture informatiche e dei sistemi da rischi legati alla criminalità online.
  3. Specialisti in Intelligenza Artificiale, per integrare soluzioni di machine learning nei processi aziendali in ottica Industry 4.0.
  4. Figura del Digital Nomad, professionista che sfrutta le potenzialità del secondo lavoro online e del remote working per gestire la propria attività da qualsiasi luogo.
  5. Consulenti di Social Media Management e SEO, per supportare le aziende nella promozione e distribuzione dei propri prodotti/servizi attraverso i nuovi canali digitali.

Queste figure professionali altamente specializzate stanno già rivoluzionando molti ambiti lavorativi e continueranno a essere molto ricercate negli anni a venire, guidando la trasformazione tecnologica in atto. Questi ruoli richiedono una formazione continua per rimanere aggiornati sulle innovazioni in campo digitale, creando ottime opportunità per chi desidera reinventarsi professionalmente.

Molte delle hard e soft skill richieste si apprendono anche tramite corsi online e certificazioni digitali. Un modo accessibile per restare competitivi nel mercato del lavoro in evoluzione. La domanda per queste figure altamente specializzate supera spesso l’offerta, con la possibilità per i professionisti di lavorare anche da remoto per aziende di diversi settori e paesi.

Secondo lavoro online

Lavori del futuro: Nuove esigenze sociali e ambientali

I mutamenti in atto nella nostra società stanno quindi favorendo l’emergere di nuove figure professionali legate a bisogni emergenti quali sostenibilità ambientale e inclusione sociale.

Un ambito in forte espansione è quello della green economy, con profili tanto nel pubblico che nel privato ricercati per progettare soluzioni per l’efficientamento energetico, la produzione da fonti rinnovabili, l’economia circolare. Tecnici esperti nei sistemi di raccolta differenziata, specialisti nella riduzione delle emissioni, responsabili HSE sono alcune delle figure maggiormente richieste.

Anche il mondo del terzo settore offre opportunità di reddito da lavoro autonomo a chi desidera impiegare le proprie competenze in ambito sociale, con il coordinamento di iniziative di inclusione, volontariato, educazione alla cittadinanza globale. Particolarmente dinamico risulta infine il filone della mobilità sostenibile, con esperti nella progettazione di infrastrutture per la micro-mobilità elettrica, nella promozione del car sharing, nello sviluppo di app per l’ottimizzazione dei trasporti locali.

Si prevedono forti sviluppi per questo cluster professionale, trainato dall’attenzione crescente verso modelli economici e stili di vita più rispettosi del pianeta e delle persone. Queste professioni richiedono spesso una formazione specifica nelle scienze ambientali, ingegneria sostenibile, economia circolare e progettazione sociale.

Tuttavia, il settore offre anche opportunità di riqualificazione per chi proviene da altri ambiti disciplinari, grazie a master e corsi di aggiornamento sulle competenze green. Il lavoro in questo ambito può essere svolto sia in forma autonoma, come libero professionista o consulente, sia alle dipendenze di enti pubblici, aziende private sensibili ai temi ESG o terzo settore.

Travel influencer: dalla passione per i viaggi al business

I travel influencer stanno vivendo un momento di grande sviluppo e si stanno affermando sempre di più come una vera e propria professione. Negli ultimi anni il numero di questi creator di contenuti a tema viaggi è cresciuto in modo esponenziale, grazie alla diffusione dei social network che hanno permesso a molti di trasformare la propria passione in un lavoro remunerato.

Chi sa costruirsi una fanbase numerosa e affezionata diventa una risorsa preziosa per l’industria del turismo, che vede negli influencer dei moltiplicatori eccezionali per promuovere destinazioni e servizi. Le grandi capacità di engagement dei travel creator sul proprio pubblico attirano così le sponsorship di operatori del settore, portali di prenotazione, strutture ricettive.

Grazie a collaborazioni di questo tipo abbinate ad altre forme di monetizzazione come affiliate marketing o e-commerce, i migliori travel influencer sono oggi in grado di trasformare la condivisione della propria passione per i viaggi in un lavoro a tempo pieno, con guadagni annui anche a sei zeri. Naturalmente è necessario approcciare questa attività in modo strutturato e professionale, curando costantemente community management, strategie social, branding personale.

Ma le potenzialità di guadagno sono evidenti, come dimostrano i casi di successo emersi negli anni, che hanno reso il mestiere di travel influencer ambito e redditizio se svolto con consapevolezza e dedizione.

Travel influencer: Dalla passione per i viaggi alla community online

I travel influencer hanno saputo trasformare la propria passione per i viaggi in una community altamente coinvolta sui social media. Queste figure hanno origine dalla propensione personale alla scoperta di nuove culture e mete turistiche, spesso radicate fin dalla giovane età. Grazie alle potenzialità del digital marketing e in particolare alle piattaforme di social network più diffuse come Instagram e YouTube, i travel influencer hanno iniziato a condividere online le proprie experience di viaggio attraverso racconti, fotografie e video originali.

Nel tempo, la qualità e l’autenticità dei contenuti prodotti ha permesso di fidelizzare un pubblico sempre più ampio di appassionati, desiderosi di ricevere spunti, consigli e ispirazioni per programmare le proprie vacanze. Gli algoritmi di engagement tipici dei social media hanno poi avviato dei processi di viralità che hanno fatto espandere esponenzialmente le dimensioni di queste nicchie tematiche di viaggiatori. Oggi è possibile reperire dettagliate metriche sull’audience raggiunta, analizzando i canonici key performance indicators (KPI) di ciascuna piattaforma: follower, interazioni, tassi di crescita confermano l’alto livello di coinvolgimento raggiunto da taluni esperti di settore.

Grazie all’autorevolezza guadagnata nel tempo nel proprio segmento e alla mole di contenuti geo-taggati pubblicati, i travel influencer sono ormai considerati a tutti gli effetti dei punto di riferimento del travel content marketing online.

Governata da algoritmi di machine learning basati su big data derivanti dalle interazioni degli utenti, l’architettura tecnologica dei social media favorisce la viralità di contenuti autentici e di valore come quelli prodotti dai travel influencer. Monitorando le performance tramite analisi avanzate dei dati quantitativi e qualitativi su engagement, demografiche del pubblico e competitors di settore, i travel influencer ottimizzano costantemente la propria strategia di content creation.

Costantemente aggiornati sulle nuove tendenze del digital travel marketing e sull’evoluzione delle piattaforme, i travel influencer sanno adattare il proprio storytelling alle preferenze di fruizione dei consumatori mantenendo altamente performanti i propri canali.

Secondo lavoro online

Travel influencers: Come trasformare la passione per i viaggi in un lavoro

I travel influencer più esperti hanno quindi saputo monetizzare la propria attività sui social media, trasformando la passione per i viaggi nella loro professione. Quando si raggiunge una fanbase considerevole, di solito stimabile in decine di migliaia di follower attivi, diventa infatti possibile attirare l’interesse di brand del settore turistico.

Le aziende di questo comparto operano oggi attraverso sofisticate strategie di influencer marketing, identificando sul mercato creator di contenuti verticali come i travel influencer, per veicolare campagne pubblicitarie geo-localizzate. Questi ultimi possono collaborare in diverse forme: produzione di branded content patrocinati su commissione, partecipazione come ambassador a fiere ed eventi, affiliazioni commerciali con codici sconto.

Tra i network di macro-influencer più attivi in questo ambito vi sono sicuramente Webfluence per il mercato italiano e Mediakix a livello internazionale. Entrambi mettono in contatto agenzie e brand con talent certificati, fornendo reportistica dettagliata sulle performance. Come sottolineato da Midia Research, anche TikTok sta diventando una piattaforma sempre più redditizia per il travel content, grazie alla possibilità di guadagnare con i Live e le dirette sponsorizzate.

Social commerce: cos’è e come sta rivoluzionando gli acquisti online

Il social commerce rappresenta una tendenza in costante crescita che sta progressivamente integrandosi alle classiche modalità di acquisto. Esso sfrutta le potenzialità dei social network per promuovere, vendere e distribuire beni e servizi.

Si tratta di un fenomeno ancora agli albori ma in forte ascesa, complice una progressiva digitalizzazione degli acquisti e l’abitudine delle nuove generazioni a ricercare prodotti e informazioni sul web. Alcuni dati testimoniano l’affermazione di questa tendenza:

  • Secondo Statista, nel 2021 il giro d’affari del comparto ha superato globalmente i 500 miliardi di dollari, con una crescita del 45% rispetto all’anno precedente.
  • Facebook e Instagram rappresentano da soli oltre il 30% del mercato del social commerce, grazie a innovative funzionalità come le dirette live e i cataloghi inseriti nei post.
  • Anche in Italia la quota di consumatori che ricerca e acquista beni sui social è in costante aumento, attestandosi sul 26% nel 2022 contro il 18% del 2020 (dati Audiweb).

Questi dati confermano come il social commerce sia ormai una realtà consolidata in continua espansione, che va a influenzare progressivamente le abitudini d’acquisto dei consumatori.

Social commerce cos’è e quali sono i canali coinvolti

Il social commerce è una branca dell’e-commerce che sfrutta i social network per promuovere, vendere e distribuire prodotti/servizi. Si basa sul concetto di “shoppertainment“, coniugando la ricerca di contenuti di intrattenimento con quella di offerte commerciali.

Nel dettaglio, il social commerce include tutte le transazioni mediate dai principali social, come ad esempio Facebook (con oltre 190 milioni di utenti mensili attivi in Italia), Instagram (20 milioni), Twitter, YouTube, Pinterest e LinkedIn. Questi rappresentano una preziosa vetrina per gli imprenditori commerciali che desiderano ampliare il bacino di utenza.

Social commerce

Particolarmente proficuo risulta il commercio su Facebook e Instagram, dove le aziende possono pubblicare annunci sponsorizzati, gestire profili aziendali e bot e inserire feed di prodotti all’interno dei diversi post. Anche gruppi ed eventi pubblici virtuali costituiscono un’opportunità per promuovere brand e vendite. Il social commerce sfrutta le community online per differenziare la customer experience e massimizzare le conversioni di acquisto.

Il consente alle aziende di raggiungere nuovi target demografici, come gli utenti più giovani che trascorrono molto tempo sui social network. Rispetto all’e-commerce tradizionale, i canali social permettono di <strong>integrare perfettamente contenuti editoriali, pubblicitari e commerciali creando un’esperienza più coinvolgente per l’utente. Grazie a strumenti di analisi avanzati, gli operatori del social commerce possono ottenere informazioni preziose sui comportamenti di acquisto online e offline del pubblico, ottimizzando di conseguenza le proprie strategie.

<strong>Social commerce: I vantaggi per aziende e clienti e i dati sullo sviluppo di questo settore

Il <strong>social commerce presenta&lt;/strong> numerosi benefici sia per gli imprenditori commerciali che per i consumatori. Per le aziende rappresenta un‘opportunità di incrementare la brand awareness, fidelizzare i clienti grazie all’interazione diretta e ampliare la customer base sfruttando gli elevati volumi di utenti attivi sui social network. Ciò si traduce in una maggiore conversione del traffico al commercio elettronico diretto o indiretto.

Anche i costi di acquisizione clienti risultano contenuti se paragonati ad altre forme di digital advertising. I consumatori possono facilmente confrontare prodotti e valutare opinioni prima di effettuare acquisti in maniera rapida e sicura.

Secondo dati Shopify, nel 2023 il giro d’affari del social commerce globale raggiungerà i 79 miliardi di dollari, più che raddoppiando rispetto al 2018. Facebook e Instagram da soli genereranno rispettivamente 25 e 19 miliardi. Elemento che conferma la crescita esponenziale di questo settore.

Grazie alle funzionalità di targeting sempre più sofisticate, gli operatori sono in grado di proporre annunci estremamente personalizzati raggiungendo clienti realmente interessati. L’integrazione dei pagamenti direttamente sulle piattaforme sociali rende l’esperienza di acquisto ancora più fluida e riduce l’abbandono del carrello. Il fenomeno live shopping, ovvero le dirette video per mostrare e vendere prodotti, sta crescendo rapidamente e coinvolge già numerosi settori merceologici soprattutto in paesi asiatici.

Fondo transizione industriale: cos’è, come funziona e quali sono i requisiti di ammissione

Il Fondo transizione industriale rappresenta uno strumento fondamentale per supportare i processi di ammodernamento e sostenibilità del tessuto produttivo italiano. Gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico, il Fondo mette a disposizione delle imprese manifatturiere risorse economiche rilevanti per intraprendere quei cospicui investimenti pluriennali necessari a ridisegnare i modelli produttivi in un’ottica di eco-compatibilità.

Parliamo di progetti altamente innovativi e complessi dal punto di vista tecnologico-industriale, finalizzati a innalzare gli standard di efficienza energetica, adottare soluzioni per l’economia circolare, utilizzare nuovi materiali ecocompatibili, ridurre le emissioni inquinanti. Interventi strutturali di questa portata richiedono ingenti capitali che poche imprese potrebbero sostenere con mezzi propri.

Il Fondo per la transizione industriale si rivela dunque uno strumento imprescindibile per agevolare concretamente la sostenibilità del settore manifatturiero nazionale, fornendo un adeguato supporto finanziario sia nella forma di finanziamenti a tasso agevolato che sotto forma di contributi a fondo perduto. Ciò consente alle aziende industriali di affrontare con maggiori risorse e tempistiche più efficienti la duplice sfida della riconversione ecologica dei processi e del rilancio competitivo sui mercati internazionali.

Fondo transizione industriale: cos’è, obiettivi generali e le finalità

Il Fondo per la transizione industriale è uno strumento gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico al fine di promuovere e supportare i processi di ristrutturazione e riconversione del tessuto produttivo manifatturiero nazionale verso un modello di sviluppo economico più sostenibile ed eco-compatibile.

Istituito in attuazione dell’articolo 37-decies del decreto-legge n.34/2020, il Fondo consente il finanziamento agevolato di ingenti investimenti pluriennali delle imprese volti alla transizione del proprio apparato industriale verso tecnologie e modelli produttivi a minor impatto ambientale, in un’ottica di economia circolare.

Gli obiettivi perseguiti sono principalmente l’aumento dell’efficienza energetica dei processi, la riduzione dell’impronta carbonica, il riutilizzo e riciclo intelligente delle risorse, la sostituzione dei cicli produttivi più vetusti e inquinanti con nuove soluzioni green based. Ciò al fine di accelerare la riconfigurazione dell’industria manifatturiera italiana secondo parametri di eco-sostenibilità e compatibilità ambientale.

Fondo transizione industriale

Fondo per la transizione industriale: modalità di accesso e requisiti

Per poter accedere alle risorse del Fondo transizione industriale, le imprese devono presentare dei progetti di investimento che rispettino alcuni requisiti chiave:

  1. Gli investimenti proposti devono riguardare la riconversione dei processi produttivi verso soluzioni a minor impatto ambientale, nel rispetto dei criteri di economia circolare.
  2. L’investimento complessivo ammissibile non può essere inferiore a 30 milioni di euro e deve essere realizzato entro 18 mesi dalla data di concessione del finanziamento.
  3. Le imprese devono avere sede legale in Italia, almeno 250 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro.
  4. Le agevolazioni prevedono un mix di finanziamenti a tasso agevolato e contributi a fondo perduto. Tutti devono essere in misura compatibile con le norme UE sugli aiuti di stato.
  5. È necessario presentare una dettagliata relazione illustrativa del progetto e dei suoi impatti in termini di sostenibilità.
  6. Sono valutati positivamente gli investimenti in sinergia con attività di R&S e con altre imprese del territorio.

Fondo per il sostegno alla transizione industriale: Modalità di accesso e requisiti

Il Fondo per la transizione industriale mette a disposizione delle imprese due distinte tipologie di agevolazioni: finanziamenti a tasso agevolato e contributi a fondo perduto. I finanziamenti prevedono la concessione di prestiti, da parte di banche e intermediari finanziari accreditati, per una quota fino al 50% dell’investimento ammissibile. Questi sono da restituire in un arco di tempo massimo di 15 anni. I contributi a fondo perduto sono invece erogati direttamente dallo Stato. Servono a coprire fino al 25% dell’investimento, in conformità alla normativa europea sugli aiuti di Stato. Sono ammissibili le spese relative a impianti, macchinari e attrezzature, programmi informatici, opere murarie e impiantistiche, investimenti immateriali, attività di R&S.

La procedura prevede la presentazione di una dettagliata relazione di progetto, documentazione contabile societaria e certificazioni attestanti il rispetto dei requisiti dimensionali. L’accesso è garantito a imprese di capitali con unità produttiva nazionale. Queste devono avere un organico medio dei 250 dipendenti e fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro negli ultimi due esercizi.

Click and collect: una strategia di vendita molto interessante!

Clicca e ritira, ovvero click and collect, è una strategia di commercio elettronico sempre più diffusa e redditizia. Consente ai clienti di ordinare prodotti online, ma ritirarli direttamente in negozio o in punti vendita, evitando così costi e tempi di spedizione. Questo sistema ibrido tra online e offline sta riscuotendo sempre maggiore successo sia tra i consumatori, che amano la comodità e immediatezza degli acquisti digitali, sia tra le aziende, che possono aumentare i propri incassi sfruttando il canale online.

I vantaggi del click and collect sono molti: da un lato migliora l’esperienza clienti e la fidelizzazione, dall’altro aumenta le vendite riducendo tempi e costi legati alle consegne a domicilio. Si tratta di una strategia furba, che permette alle imprese di diffondersi sul web senza dover affrontare gli oneri tipici di un ecommerce, come gestione logistica e spedizioni. In particolare durante la pandemia, quando i negozi fisici erano chiusi al pubblico, il click and collect ha consentito a molte attività di restare aperte eseguendo i ritiri su appuntamento, un vero e proprio “salvavita” per molte realtà commerciali.

Click and collect: cos’è         

Il click and collect, letteralmente “clicca e ritira“, è una strategia di marketing omnicanale che consente ai clienti di effettuare acquisti online e poi ritirare i prodotti presso il punto vendita fisico dell’azienda. Nel dettaglio, il cliente sceglie i prodotti desiderati sul sito web o sull’app dell’insegna commerciale, completa il proprio ordine online e sceglie “ritiro in negozio” come metodo di spedizione. Successivamente, si reca presso il negozio nella data e ora prestabilita per ritirare i prodotti.

Il click and collect permette dunque ai clienti di beneficiare della comodità degli acquisti digitali, ma di ottenere subito i prodotti, senza attese e costi di spedizione.  Anche per coloro che vogliono vendere online senza partita IVA, ad esempio tramite un e-commerce su Amazon, il click and collect è una soluzione interessante, perché semplifica la logistica grazie alla gestione del ritiro del prodotto direttamente presso il cliente.

Click and collect

Click & collect: quali vantaggi offre

L’adozione del servizio di click and collect offre numerosi vantaggi alle imprese che desiderano espandere la propria presenza online e offrire ai clienti un’esperienza d’acquisto più flessibile e conveniente. Di seguito sono elencati i principali vantaggi del click and collect per le imprese:

  1. Aumenta le vendite sfruttando il canale online, senza dover gestire le spedizioni: consente alle imprese di offrire ai clienti la possibilità di effettuare acquisti online e ritirare i prodotti direttamente presso il negozio fisico. Questo si traduce in un aumento delle vendite, poiché l’azienda può sfruttare il canale online senza dover affrontare la complessità e i costi associati alla gestione delle spedizioni.
  2. Attira nuovi clienti abituati agli acquisti digitali: è particolarmente attraente per i clienti abituati a fare acquisti online. Offrire loro la possibilità di ritirare i prodotti presso il negozio fisico rappresenta un incentivo per scegliere l’impresa rispetto alla concorrenza.
  3. Riduce i costi di spedizione e reso: Una delle principali sfide per le imprese che operano nel commercio online è rappresentata dai costi di spedizione e reso. Con questo sistema, l’azienda elimina completamente i costi di spedizione e riduce la probabilità di resi, poiché i clienti ritirano direttamente i prodotti presso il negozio fisico. Ciò si traduce in un notevole risparmio di risorse finanziarie e logistiche per l’impresa.
  4. Fornisce informazioni utili sulle preferenze dei clienti: offre un’opportunità preziosa per raccogliere informazioni sul comportamento e le preferenze dei clienti. Durante il processo di ritiro dei prodotti, l’impresa può interagire direttamente con i clienti, ottenendo feedback e informazioni utili per migliorare i propri prodotti e servizi.
  5. Migliora l’esperienza d’acquisto, facendo sentire il cliente al centro dell’attenzione: Il click and collect offre un’esperienza d’acquisto più comoda e flessibile per i clienti. Questo servizio permette loro di selezionare e acquistare i prodotti online, riservandoli per il ritiro presso il negozio fisico in un momento che sia loro più conveniente. In questo modo, l’impresa fa sentire il cliente al centro dell’attenzione, offrendo un servizio personalizzato che si adatta alle loro esigenze.
  6. È un sistema flessibile e integrato con il negozio fisico: rappresenta un sistema flessibile che consente alle imprese di integrare il canale online con il negozio fisico. Questo approccio ibrido offre numerosi vantaggi, poiché l’azienda può sfruttare sia la presenza fisica che il canale online per raggiungere un pubblico più ampio e soddisfare le diverse preferenze dei clienti. Inoltre, il click and collect può essere implementato in modo modulare, consentendo alle imprese di adattarsi alle proprie risorse e alle capacità operative esistenti.

Quindi, il click and collect rappresenta un’opportunità vantaggiosa per le imprese che desiderano ampliare la propria presenza online e offrire ai clienti un’esperienza d’acquisto migliorata. Questo servizio consente di aumentare le vendite, attrarre nuovi clienti, ridurre i costi di spedizione e reso, raccogliere informazioni utili sui clienti, migliorare l’esperienza d’acquisto e integrare il canale online con il negozio fisico.

Finanza sostenibile: uno sviluppo alla portata di tutti

La finanza sostenibile si riferisce a tutte quelle pratiche di investimento e gestione finanziaria che tengono in considerazione non solo il ritorno economico ma anche gli impatti ambientali e sociali. Essa quindi orienta i capitali verso attività sostenibili, in grado di generare valore condiviso per tutti gli stakeholder.

La diffusione della finanza sostenibile è sostenuta da diversi fattori:

  1. L’aumento della consapevolezza globale su temi come cambiamenti climatici, diseguaglianze sociali ed economia circolare sta spingendo un numero crescente di investitori a considerare i criteri ESG.
  2. La disponibilità di fondi dedicati: stanno nascendo sempre più fondi comuni, obbligazioni e prodotti finanziari sostenibili, alimentati dagli stessi risparmiatori.
  3. Le strategie adottate dalle istituzioni: sia l’UE che i singoli governi stanno incentivando forme di finanza sostenibile, ad esempio legando gli stimoli post-Covid a obiettivi ambientali e sociali.
  4. La pressione dal basso: consumatori, comunità locali e società civile chiedono sempre più alle imprese di dimostrare una responsabilità sociale e ambientale.
  5. Gli incentivi fiscali: in molti paesi sono introdotti sgravi fiscali per investimenti orientati alla sostenibilità.

Complice la maggiore consapevolezza sui rischi sistemici, la finanza sostenibile sta passando da niche a mainstream, diventando una componente sempre più rilevante del sistema economico e finanziario globale.

Finanza sostenibile cos’è e quali sono i principi fondamentali

La finanza sostenibile orienta i capitali verso uno sviluppo rispettoso dell’ambiente e delle persone. Il concetto di finanza sostenibile si riferisce a quell’insieme di pratiche e investimenti finanziari che mirano a generare benefici sociali e ambientali, oltre che un ritorno economico.

I principi cardine sono tre: integrare nei processi decisionali e di allocazione delle risorse criteri ambientali, sociali e di buona governance (ESG); orientare i capitali verso attività sostenibili, in grado di coniugare crescita economica e sviluppo sostenibile; adottare un approccio a lungo termine, che tenga conto degli impatti nel tempo delle scelte di investimento.

La finanza sostenibile si applica a tutte le forme di investimentodebito, equity, progetti – e può abbracciare diversi settori: dalle energie rinnovabili al social housing, dalla mobilità sostenibile all’agricoltura biologica.

Molti fondi di finanza agevolata hanno l’obiettivo esplicito di promuovere la transizione verso un modello economico più sostenibile. Con la finanza sostenibile gli investitori diventano promotori di uno sviluppo equilibrato e durevole nel tempo, in grado di coniugare efficacemente le dimensioni economica, sociale e ambientale.

finanza sostenibile

Finanza sostenibile: quanto e perché è importante

La finanza sostenibile è importante per varie ragioni:

  1. Riduce i rischi sistemici a lungo termine. Orientando i capitali verso attività a basso impatto ambientale e ad alta sostenibilità sociale, si riducono i rischi legati a fenomeni come il cambiamento climatico e la scarsità di risorse, salvaguardando la stabilità del sistema economico nel lungo periodo.
  2. Genera valore condiviso. Gli investimenti sostenibili sono in grado di generare ritorni economici per gli investitori ma al contempo produrre impatti positivi per la società e l’ambiente, creando un valore condiviso.
  3. Sostiene uno sviluppo inclusivo. Incanalando capitali verso imprese, progetti e settori che generano occupazione di qualità e inclusione sociale, la finanza sostenibile stimola una crescita equa ed estesa.
  4. Migliora il benessere delle comunità. Gli investimenti sostenibili in sanità, istruzione, mobilità e altri settori di interesse collettivo, producono impatti significativi sulla qualità di vita delle persone e sul tessuto sociale.
  5. Favorisce l’innovazione. L’orientamento verso progetti sostenibili stimola lo sviluppo di tecnologie e modelli operativi innovativi, capaci di coniugare efficacia ed efficienza.

Quindi, la finanza sostenibile ha impatti positivi trasversali, riguardanti tutti gli stakeholder: da chi investe a chi riceve gli investimenti, fino alla società e all’ambiente. Per questo è uno strumento così importante ed efficace.

Patent box: cos’è e come funziona il regime opzionale

Il regime Patent Box si sta diffondendo sempre di più tra le imprese italiane che investono in innovazione e ricerca, grazie alla possibilità di abbattere in modo significativo il carico fiscale sui redditi generati da software, brevetti, marchi e disegni industriali. Questa crescente popolarità è confermata dai dati. Secondo un’analisi dell’Osservatorio sulla fiscalità di confronti internazionali, il numero di imprese che hanno beneficiato del Patent box è più che raddoppiato negli ultimi quattro anni, passando da 549 nel 2016 a 1.232 nel 2019.

In termini di gettito fiscale, l’agevolazione ha comportato minori entrate per l’erario di circa 330 milioni di euro nel 2019, più del doppio rispetto ai 150 milioni del 2016. La diffusione è trasversale, con PMI innovative e grandi gruppi che ricorrono sempre di più al Patent box. Ma i maggiori beneficiari sono le imprese dei settori ad alta intensità di ricerca e innovazione, come farmaceutico, chimico, meccanico, automobilistico ed elettronico.

Questi dati confermano come il regime Patent box stia diventando una misura strutturale apprezzata dalle imprese più dinamiche, che compensa almeno in parte gli alti costi sostenuti per ricerca e sviluppo. Tuttavia la sua effettiva diffusione è ancora inferiore rispetto ad altri paesi europei. Per questo il governo italiano sta valutando ulteriori interventi per semplificare l’accesso al Patent box, soprattutto per le PMI.

Patent box cos’è

Il regime Patent box, anche definito “patrimoniale“, è un regime opzionale previsto nell’ordinamento fiscale italiano che permette alle imprese di tassare i redditi derivanti dall’utilizzo di software protetto da copyright e di beni immateriali tutelati da brevetti, marchi d’impresa e disegni e modelli industriali. Questi redditi sono assoggettati a un’aliquota agevolata pari al 15%, anziché alla normale aliquota IRES/IRPEF che può arrivare fino al 24%.

In questo modo il Patent box consente un risparmio fiscale importante sui redditi connessi a beni immateriali, generati soprattutto da attività di ricerca e sviluppo. Il regime Patent box, come regime opzionale OSS, è facoltativo: spetta alle imprese decidere se aderirvi o meno, presentando un’apposita dichiarazione.

Per fruire dell’agevolazione è necessario però determinare la “base imponibile agevolata”, ossia la parte dei ricavi effettivamente riconducibile all’utilizzo di beni immateriali tutelati. Questo richiede un’attività documentale accurata e costi di adempimento amministrativo che vanno ponderati assieme al risparmio fiscale ottenibile.

Patent box

Patent box: a chi si applica e come funziona

Il regime Patent box si applica alle imprese residenti in Italia che sostengono spese per ricerca e sviluppo volte alla creazione di software protetto da copyright e beni immateriali tutelati da brevetti, marchi e disegni industriali. Non sono previsti limiti dimensionali o settoriali, quindi il regime Patent box può essere fruito sia da PMI innovative che da grandi imprese e in tutti i settori industriali e dei servizi.

Il regime funziona attraverso la determinazione di una “base imponibile agevolata“, che rappresenta la parte dei ricavi dell’impresa effettivamente riconducibile all’utilizzo economico di beni immateriali tutelati. Su questa base imponibile è poi applicata un’aliquota IRES/IRAP ridotta al 15%, anziché quella ordinaria. Questo meccanismo consente di ottenere un notevole risparmio fiscale sui redditi legati allo sviluppo e sfruttamento industriale e commerciale di tecnologie e asset immateriali.

Inizialmente il regime prevedeva una procedura di calcolo della base imponibile agevolata molto complessa. Successivamente sono state introdotte alcune semplificazioni, tra cui un regime semplificato, per agevolare l’accesso soprattutto alle PMI. Tuttavia la procedura rimane mediamente onerosa. Per questo spetta alle imprese valutare con attenzione se il risparmio fiscale ottenibile giustifica gli adempimenti richiesti per il regime.

Patent box 2023: vantaggi e limiti

I vantaggi principali del regime Patent box consistono nel notevole risparmio fiscale che è possibile ottenere tassando i redditi derivanti da beni immateriali con un’aliquota pari al 15%, anziché quella del regime ordinario che è molto più alta, arrivando anche al 24%.

Questo risparmio fiscale può tradursi in maggiori risorse per reinvestire nello sviluppo di nuove tecnologie e prodotti basati proprio sulla proprietà intellettuale tutelata. Tuttavia per accedere al regime è necessario determinare la “base imponibile agevolata”, vale a dire la parte dei ricavi effettivamente correlabili all’utilizzo di beni immateriali tutelati. Questo richiede un’attività documentale complessa, che comporta costi di gestione e adempimenti burocratici non trascurabili.

Bisogna infatti tracciare, analizzare e documentare in modo puntuale i ricavi connessi a brevetti, software, marchi e disegni industriali, discriminandoli da quelli delle attività ordinarie. Questi oneri amministrativi sotto forma di consulenze, certificazioni, analisi interne rappresentano un vero e proprio limite del regime Patent box, che le imprese devono ponderare attentamente confrontandoli coi potenziali risparmi fiscali.

Non a caso anche le semplificazioni introdotte hanno lasciato il regime complessivamente più complesso del regime ordinario. Sta quindi alle singole imprese valutare se l’accesso al Patent box si giustifica dati gli oneri richiesti.

Social selling: ecco cosa occorre per trovare nuovi clienti

Il social selling è la pratica di sfruttare i social media e le community online per trovare e interagire con potenziali clienti, sviluppando e chiudendo nuovi affari. Rappresenta un modello di business basato sull’economia digitale e sui social network.

Secondo una ricerca di Salesforce, gli acquirenti consultano fino a 10 fonti online prima di contattare un fornitore, e il 91% considera i social media come fonte di informazioni rilevanti. LinkedIn, il principale social network professionale con 774 milioni di utenti in tutto il mondo, è il canale privilegiato dai vendor: il 73% delle aziende ricorre a LinkedIn per attività di social selling.

Il 70% dei buyer oggi inizia il proprio processo decisionale d’acquisto attraverso i social media, secondo una ricerca Social Selling di Minneapolis. Le aziende che utilizzano il social selling hanno il 91% di possibilità in più di chiudere con successo una trattativa rispetto a chi non lo usa.

Social selling: costruire la propria reputazione online e Diventare parte delle conversazioni rilevanti

Avere profili completi e aggiornati sui principali social network professionali, come LinkedIn, è il primo passo per farsi trovare online da potenziali clienti. Oltre ai dati anagrafici e professionali standard, è importante aggiungere una foto professionale, una descrizione chiara del proprio ruolo e competenze, nonché tutte le esperienze lavorative pregresse. Tenere aggiornate queste informazioni nel tempo è altrettanto importante.

Condividere regolarmente contenuti di valore legati alla propria area di competenza è un ottimo modo per aumentare la propria visibilità e reputazione online. Si possono pubblicare analisi, statistiche, approfondimenti utili per il proprio target di riferimento. L’importante è focalizzarsi sul valore che tali contenuti portano agli utenti, più che su sé stessi.

Rispondere tempestivamente e in modo pertinente alle domande e alle richieste ricevute sui social mostra esperienza e disponibilità, aumentando la fiducia nei potenziali clienti. Le risposte dovrebbero essere il più possibile complete e approfondite, facendo riferimento anche alla propria esperienza.

Social selling

Diventare parte delle conversazioni rilevanti

Individuare i gruppi e le community online legati al proprio settore è cruciale per entrare in contatto con potenziali clienti e condividerne gli interessi. I gruppi su LinkedIn, le community di settore su Facebook o le board di discussione possono essere un ottimo punto di partenza.

Partecipare attivamente a tali conversazioni con interventi pertinenti, tempestivi e di valore è il modo migliore per farsi notare come esperti. È importante commentare e condividere i contenuti degli altri membri, aggiungendo sempre il proprio punto di vista autorevole e mostrando di apprezzare idee e contributi altrui.

Creando e promuovendo propri contenuti originali e interessanti è possibile guadagnare visibilità come autorità di settore, aumentando le probabilità di entrare in contatto con i clienti ideali. Bisogna però focalizzarsi sempre sul reale valore apportato agli utenti della community, più che su sé stessi.

Social Selling Index: Stabilire contatti personali

Individuare i potenziali clienti più interessati nei social network è il primo passo per avviare i contatti giusti. Ciò implica monitorare continuamente i propri canali e le community di riferimento, identificando account interessati che condividono contenuti rilevanti, post ecc…

Inviare loro delle richieste di connessione personalizzate è un ottimo modo per attirare la loro attenzione. Nella richiesta è bene specificare brevemente da dove li si è trovati e perché potrebbe essere utile una connessione, facendo riferimento ad argomenti di interesse comune.

Una volta accettata la richiesta, interagire regolarmente con i contatti mostrando un autentico interesse verso di loro, può consolidare la relazione. Ciò può avvenire condividendo e commentando i loro post, rispondendo alle loro domande, mettendo “mi piace” ai loro contenuti. L’obiettivo è dimostrarli che si è interessati ad approfondire la conoscenza, prima ancora di parlare di business. Solo in un secondo momento, passando gradualmente da un rapporto informativo a uno più propositivo, si può iniziare a introdurre soluzioni e offerte potenzialmente interessanti per quei contatti. Naturalmente questo passaggio deve avvenire nel momento e nel modo giusto, quando si è costruita una base di fiducia e familiarità sufficiente.

È importante partire da una genuina volontà di conoscere e interagire con i potenziali clienti prima di passare a una fase propositiva, in modo da stabilite relazioni più autentiche e durature nel tempo.

Modello di business: cos’è, a cosa serve e quanti ne esistono

Il modello di business è la descrizione di come un’azienda crea, distribuisce e offre valore ai propri clienti e di come trasforma quel valore in reddito e profitti. Include elementi come:

  1. La proposta di valore offerta ai clienti
  2. I segmenti di mercato a cui ci si rivolge
  3. Le attività principali per creare quel valore
  4. Le risorse e competenze necessarie
  5. I canali di distribuzione.

Avere un modello di business ben definito e studiato presenta molti vantaggi per le imprese:

  • Aiuta a focalizzarsi sui clienti reali e soddisfare i loro bisogni
  • Permette di ottimizzare le risorse e le attività impiegate
  • Rende più facile prendere decisioni strategiche consapevoli
  • Migliora la competitività e le performance aziendali
  • Facilita l’accesso a finanziamenti per la crescita

De facto, le aziende che hanno un modello di business chiaro e coerente crescono più velocemente e hanno più probabilità di avere successo. Una ricerca Nielsen mostra che le imprese con un modello di business ben definito sono cresciute del 132% in più rispetto alle altre nell’arco di 5 anni.

Inoltre, le imprese che rivalutano e aggiornano regolarmente il proprio modello per adattarlo ai cambiamenti del mercato sono ancora più avvantaggiate. Definire e ottimizzare il modello di business è una pietra miliare fondamentale per la crescita e i profitti di un’impresa.

Modello di business: una definizione esaustiva

Abbia quindi visto che un modello di business definisce come un’azienda crea, distribuisce e offre valore ai propri clienti e come la trasforma in profitti. Il modello descrive le strategie e le relazioni con i partner che permettono all’azienda di operare.

Una corretta definizione del modello di business è fondamentale sia per le aziende tradizionali sia per quelle native digitali dell’economia digitale.

Un modello di business ben definito permette infatti di:

  • Identificare in modo preciso la proposta di valore e i clienti target
  • Pianificare efficacemente le attività, le risorse e i flussi economici per raggiungere gli obiettivi
  • Stabilire le metriche giuste per la misurazione delle performance
  • Definire le strategie più idonee per generare ricavi e redditività
  • Ottimizzare la pianificazione fiscale in base alle entrate e ai costi.

In particolare nell’economia digitale, dove i modelli di business sono più fluidi e frequentemente basati su abbonamenti e revenue streams digitali, definire chiaramente il modello operativo dell’azienda è fondamentale per gestirla efficacemente e trarne profitto.

Un modello di business ben definito è la base per prendere decisioni strategiche consapevoli e pianificare al meglio le attività dell’azienda, sia essa tradizionale o digitale.

Modello di business

Modelli di business: i principali elementi che lo caratterizzano

I principali elementi che dovrebbero far parte della definizione di un modello di business aziendale sono:

  • La proposta di valore: definisce qual è il valore che l’azienda offre ai propri clienti in termini di prodotti, servizi o soluzioni. Risponde alla domanda: cosa offriamo ai clienti che valga il loro denaro?
  • Il segmento di mercato: identifica quali sono i clienti a cui ci si rivolge e quali bisogni specifici si vogliono soddisfare. Aiuta a segmentare il mercato e a focalizzarsi su una nicchia.
  • Le attività chiave: descrivono le attività principali che l’azienda svolge per creare e fornire la propria proposta di valore ai clienti. Sono la base del business.
  • Le risorse chiave: indicano le risorse e le competenze principali che l’azienda utilizza, come per esempio risorse finanziarie, umane, conoscenze tecniche, Know-how specifico.
  • Le relazioni con i partner: includono la descrizione di eventuali partnership chiave che l’azienda ha instaurato per migliorare le proprie attività o ampliare la propria offerta.
  • I canali di distribuzione: comprendono i modi con cui l’azienda comunica con i clienti e offre loro la propria proposta di valore, come la vendita diretta, i canali indiretti, il digitale, l’e-commerce ecc…
  • I flussi di entrate: mostrano le principali fonti di reddito del modello di business, come revenue streams basate su commissioni, vendite di prodotti, servizi, abbonamenti, pubblicità.

Un modello di business efficace è scalabile e redditizio, creando valore per i clienti e per l’azienda. Tuttavia è importante che i modelli di business abbiano un impatto positivo su persone e società, non solo su azionisti e profitti. Ridefinire i modelli di business per bilanciare meglio obiettivi economici con valori sociali e umani, grazie all’innovazione e alla tecnologia, è la chiave per la sostenibilità a lungo termine.