IRPEF 2025: le tre aliquote diventano definitive

La riforma fiscale IRPEF 2025 è stata ufficialmente confermata con la pubblicazione della Legge n. 86 del 19 giugno 2025, che ha convertito il Decreto-legge n. 55/2025. La nuova struttura dell’imposta sul reddito delle persone fisiche diventa strutturale e definitiva, superando il carattere transitorio che aveva caratterizzato il 2024.

Le aliquote IRPEF 2025 confermano il sistema a tre scaglioni già sperimentato nel 2024, con una semplificazione significativa rispetto al precedente modello a quattro fasce:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro
  • 35% per i redditi compresi tra 28.001 e 50.000 euro
  • 43% per i redditi superiori a 50.000 euro

Questa struttura elimina definitivamente l’aliquota intermedia del 25% che gravava sui redditi tra 15.001 e 28.000 euro, generando un risparmio fiscale per circa 13 milioni di contribuenti italiani.

Nuove detrazioni IRPEF 2025: maggiore equità per le famiglie

L’Agenzia delle Entrate, con la Circolare n. 4/E del 16 maggio 2025, ha chiarito le principali novità in materia di detrazioni IRPEF 2025. Le modifiche più significative riguardano:

Detrazioni per lavoro dipendente

La detrazione per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 15.000 euro è stata aumentata da 1.880 a 1.955 euro, estendendo la no tax area a 8.500 euro annui, equiparandola a quella già prevista per i pensionati.

Nuovo tetto alle detrazioni per redditi elevati

Una delle novità più rilevanti è l’introduzione del nuovo articolo 16-ter del TUIR, che stabilisce un tetto massimo alle spese detraibili per i contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro. Il sistema prevede:

  • Soglia base di 14.000 euro per redditi tra 75.000 e 100.000 euro
  • Soglia base di 8.000 euro per redditi superiori a 100.000 euro

Queste soglie vengono moltiplicate per coefficienti variabili in base al numero di figli a carico:

  • 0,50 per nessun figlio a carico
  • 0,70 per un figlio a carico
  • 0,85 per due figli a carico
  • 1,00 per più di due figli o almeno un figlio disabile

Detrazioni IRPEF 2025 per familiari: nuovi limiti di età

La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto importanti modifiche alle detrazioni per figli a carico. La principale novità riguarda l’introduzione di un limite massimo di età: la detrazione spetta ora solo per i figli di età compresa tra 21 e 30 anni, salvo eccezioni per i figli con disabilità accertata ai sensi della Legge 104/1992.

Questa modifica restringe significativamente la platea dei beneficiari rispetto alla normativa precedente, che riconosceva la detrazione per tutti i figli con età pari o superiore a 21 anni senza limiti temporali.

Decreto acconti IRPEF 2025: semplificazione degli adempimenti

Il Decreto-legge n. 55/2025, convertito in Legge n. 86/2025, ha risolto una problematica tecnica relativa al calcolo degli acconti fiscali per il 2025. Il provvedimento stabilisce che gli acconti IRPEF 2025 devono essere calcolati sulla base delle nuove tre aliquote, evitando distorsioni che avrebbero comportato versamenti eccessivi per i contribuenti.

Una conseguenza significativa di questa disposizione è che lavoratori dipendenti e pensionati privi di ulteriori redditi non dovranno versare alcun acconto IRPEF per il 2025, semplificando notevolmente gli adempimenti fiscali.

Impact della riforma IRPEF 2025 sui contribuenti

La riforma fiscale IRPEF 2025 produce effetti differenziati a seconda della fascia di reddito:

  • Redditi fino a 28.000 euro: beneficio significativo per chi guadagna tra 15.001 e 28.000 euro, che vedono ridotta l’aliquota dal 25% al 23%
  • Redditi medi: conferma dell’aliquota del 35% per la fascia 28.001-50.000 euro
  • Redditi elevati: introduzione di limitazioni alle detrazioni per redditi superiori a 75.000 euro, con impatto progressivo in base alla composizione familiare

La riforma rappresenta un passo importante verso la semplificazione del sistema fiscale italiano, mantenendo il principio di progressività ma riducendo la complessità amministrativa e burocratica per cittadini e imprese.

Gestione dei corrispettivi con FatturaPRO.click!

La gestione dei corrispettivi è uno degli aspetti più impegnativi per l’imprenditore che ha un esercizio commerciale e molto spesso, diciamocelo, uno dei più dispendiosi. Comprare o noleggiare un RT, chiamare l’assistenza, aggiornarlo, ricordarsi di fare la chiusura giornaliera, sono aspetti della vita quotidiana di chiunque abbia un RT nel suo esercizio commerciale. 

Con FatturaPRO.click la gestione dei corrispettivi è semplice e non hai bisogno di un RT!! 

 

Chi ci usa da un po ormai sa che la gestione dei corrispettivi con FatturaPRO.click è un gioco da ragazzi. È un po ‘come avere un RT ma senza i costi esorbitanti che questo strumento comporta. La nostra piattaforma, infatti, si avvale del documento commerciale online, alternativa messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate che viaggia parallelamente agli scontrini fatti tramite RT. 

Le differenze più grandi tra documento commerciale online e scontrino RT sono il fatto che il primo viene emesso contestualmente alla vendita e parte direttamente verso l’AdE, non necessitando di una chiusura giornaliera e che per farlo non hai bisogno di un RT, risparmiando sui costi di gestione. 

Gestione dei corrispettivi con FatturaPRO.click. Come funziona? 

 

La gestione dei corrispettivi con FatturaPRO.click segue due strade, dando all’utente due possibili soluzioni tra cui scegliere. Puoi, infatti, decidere di emettere i corrispettivi tramite il Punto Cassa POS dentro la nostra piattaforma o tramite l’app dedicata, disponibile su Google Play e App Store. Che tu scelga una soluzione o l’altra, ci sono dei passaggi preliminari da fare in modo che tutto sia pronto per l’emissione dei corrispettivi. 

Passaggi preliminari 

 

La cosa principale di cui avrai bisogno sono le credenziali di sicurezza di Fisconline rilasciate dall’Agenzia delle Entrate ai possessori di p.iva. A questo link trovi una video guida fatta dal nostro CEO per recuperarle entrando direttamente sul sito dell AdE. 

Una volta che avrai le credenziali e avrai trasformato la tua password iniziale in operativa, come spiegato nel video, dovrai andare su FatturaPRO.click nle tuo prodilo e inserire il pin di 10 cifre alla voce Pin dell’Agenzia delle Entrate

Qualora decidessi di utilizzare il Punto Cassa POS della piattaforma dovrai andare nell’apposita sezione dal menu di sinistra e poi cliccare sul tasto LOGINCF che trovi nella parte destra della pagina. A quel punto ti verrà chiesto di inserire la tua password operativa dell’AdE e dovrai cliccare su Login. Se le informazioni sono corrette non riceverai nessun avviso di errore e sarai pronto allo step successivo. 

Per quanto riguarda l’app bisognerà, invece, andare in impostazioni e inserire la password operativa alla voce Password ADE nella sezione corrispettivo. 

NB: Sia il PIN sia la password vengono salvati in forma criptata di modo da evitare che vengano estrapolati da qualche malintenzionato. Ognuno dei due è salvato in un posto diverso: il PIN viene memorizzato in piattaforma mentre la password nel device che stai utilizzando. Se utilizzi un nuovo pc per l’emissione dei corrispettivi vedrai che al primo ti verrà chiesta nuovamente la password AdE. 

Gestione dei corrispettivi tramite Punto Cassa POS

 

Per quanto riguarda la gestione dei corrispettivi con il Punto Cassa POS, dovrai andare nella sezione prodotti e servizi del menù di sinistra e aggiungere i tuoi prodotti. È possibile anche importarli in piattaforma attraverso un file CSV, seguendo le istruzioni reperibili cliccando sul tasto Importa da file che trovi in alto a destra nella pagina.

Qualora non volessi procedere in questo modo puoi decidere di aggiungere un singolo prodotto con un costo indicativo in modo da avere un prodotto da utilizzare nella sezione Punto Cassa POS.

Una volta aggiunti i prodotti vedrai che sul lato sinistro della sezione Punto Cassa POS saranno presenti i prodotti inseriti o il tuo prodotto di prova. Cliccando sul + in corrispondenza dei prodotti, questi ultimi andranno nella parte destra dello schermo dove si trova il punto cassa.

A quel punto, se hai inserito la tua lista prodotti, potrai cambiare le quantità di ogni singolo prodotto, se invece hai inserito un prodotto di prova potrai cambiare la descrizione, la quantità e il totale, di modo da avere un corrispettivo che rispecchi ciò che stai effettivamente vendendo. 

Una volta inseriti tutti i prodotti nel punto cassa basterà scegliere il tipo di pagamento, cliccando su carta (per pagamenti elettronici) o contanti .

La prima volta che emetterai uno scontrino, qualora tu non abbia fatto LOGINCF in precedenza, ti verrà chiesta la password operativa di fisconline; a quel punto lo scontrino verrà emesso e sarà disponibile nella sezione Corrispettivi del menù di sinistra, oltre che nel registro corrispettivi che trovi sotto la sezione gestione impresa.

Gestione dei corrispettivi tramite App FatturaPRO Smart

 

Se decidi di gestire i corrispettivi tramite la nostra app, dovrai scaricarla dallo store del tuo device ed effettuare il login. 

Una volta scaricata l’app e fatta la prima sincronizzazione. troverai a disposizione i prodotti che ha caricato in prodotti e servizi in piattaforma, qualora tu li abbia caricati. 

La gestione dei corrispettivi tramite App è in un certo qual modo più snella in quanto, a differenza del Punto Cassa POS, ha a disposizione i reparti.

Nella nostra applicazione è, infatti,  possibile creare dei reparti andando su nuovo e cliccando sul + azzurro che troverai in basso accanto al tastierino verde. 

È possibile aggiungere vari reparti a seconda delle proprie esigenze, ad esempio “alimentari”, e indicare l’aliquota iva del reparto. Una volta creato il reparto si può procedere all’emissione del corrispettivo tramite questa modalità. Facciamo conto di aver venduto 10€ di prodotti facenti parte del reparto alimentari, tutto quello che bisognerà fare è digitare 10 sulla tastiera verde e cliccare sul reparto alimentari. 

A quel punto verrà aggiunto un prodotto nel carrello. Una volta terminata l’operazione dovrai cliccare sul carrello, scegliere il tipo di pagamento che trovi in basso a destra e cliccare sull’aeroplanino bianco per emettere il corrispettivo. 

Ti verrà chiesto se vuoi inviare il documento e cliccando su ok si procederà con l’emissione del corrispettivo.

A quel punto potrai decidere se stamparlo tramite stampante bluetooth, se condividere il link tramite whatsapp, telegram email o altro oppure se far visualizzare il QR CODE direttamente al cliente. Scansionando il QR Code col proprio cellulare il cliente verrà reindirizzato al link dello scontrino.

 

Gestione dei corrispettivi con FatturaPRO.click. Informazioni utili da sapere.

Qualora avessi bisogno di annullare uno scontrino che hai fatto, sia tramite app che da Punto Cassa POS, dovrai andare nella sezione corrispettivi della piattaforma, rintracciare lo scontrino da annullare e cliccare sul cestino che trovi in corrispondenza a destra. 

Ti verrà chiesto di inserire la password di fisconline e verrà creato un corrispettivo di annullamento a storno totale del corrispettivo che hai deciso di annullare.

NB: al momento l’annullamento parziale dei corrispettivi non è supportato. 

Un’altra cosa importante da tenere a mente è che dalla sezione corrispettivi della piattaforma avrai la possibilità di visualizzare tutti i corrispettivi emessi, sia da Punto Cassa POS che da ap, mentre dall’app potrai vedere solo i corrispettivi emessi tramite app.

 

Speriamo che questa guida ti sia stata utile e che deciderai di unirti alle migliaia di utenti che hanno deciso di emettere corrispettivi in pochi click con FatturaPRO.click.

 

Il team di supporto

Il sistema di interscambio e la vera automazione fiscale dei documenti

Il sistema di interscambio ti rifiuta? Forse non stai lavorando con lo strumento giusto.

Nel 2023 il sistema di interscambio ha gestito circa 2,4 miliardi di fatture per 5,6 milioni di partite IVA. Sono numeri che il 1° gennaio 2019, giorno dell’introduzione del sistema di Fatturazione Elettronica, sembravano lontanissimi.

Oggi nessuno si sognerebbe di farne a meno, anche perché non si può.

Ma quando qualcosa si incastra nel processo, in assenza di un sistema preposto per l’Automazione Fiscale, entri in un girone dantesco che può lasciarti a fare i conti con frustrazioni e tempo perso per 5 giorni.

Peccato che fare da balia al sistema di interscambio non sia il tuo lavoro.

In mezzo c’è una quotidianità fatta da ordini, incassi, clienti.

Ed è qui che diventa fondamentale avere il supporto della tecnologia per azzerare la burocrazia fiscale.

Fattura scartata dal Sistema di Interscambio? Panico!

Aprire il gestionale e trovare una notifica di scarto per un CAP mancante, o un codice fiscale digitato male, ti fa sentire un po’ come quando arrivi in aeroporto, in netto anticipo, per poi trovare sul tabellone dei voli la scritta delay accanto al tuo.

Può anche essere il 6 di dicembre, con -2 gradi fuori e 15 gradi in ufficio. Ma senti lo stesso quel rivolino di sudore freddo scenderti lungo i fianchi.

“ E adesso? Quando ne uscirò”?

Provi a sistemare, rientri, invii, ma scopri che il cliente non riceve perché la PEC è piena.

Ti scrivi un post it, telefoni, segnali la questione all’amministrativa del cliente.

Nel frattempo l’ordine esce, ma l’incasso resta appeso a una ricevuta di consegna …che non c’è.

Chi si limita a definire tutto questo “un po’ di burocrazia”, non sa quanto ti costi indirettamente tutto ci. Tempo sottratto a nuovi delivery e a nuovi ordini.

Insomma, incassi che volano dalla finestra.

Le piccole trappole sono sempre le stesse.

Numero di fattura già usato, perché nel frattempo le serie si sono accavallate tra punto vendita e shop, e non hai fatto in tempo a intervenire manualmente sul numero univoco.

Oppure, una svista nello scegliere l’aliquota, e  totali che non tornano al centesimo.

Download e upload in giro per le caselle e-mail, gli account di webmail della PEC sparsi in diversi portali.

E questa scena può ripresentarsi un mese dopo, o forse tre, o forse anche dopo tre giorni.

Ma a tutto ciò puoi porre un freno, se vuoi

Senza cambiare gestionale, e senza stravolgere il pacchetto di strumenti che utilizzi.

Come?  Semplicemente intervenendo sul “raccordo” che unisce il tuo gestionale al sistema di interscambio.

Ed è proprio dentro quel raccordo che prende forma la magia dell’Automazione Fiscale.

Il recapito ha sempre un piano B (e un C). Se qualcosa non va, lo sai subito e solo quando c’è da intervenire.

Il processo diventa più scorrevole, gli interventi da fare manualmente sempre più limitati, mentre tu ti occupi di ordini, margini, cassa.

È una salita corta, ma la diminuzione di pressione sulle tue spalle si sente con la stessa velocità con cui fa effetto un Oki quando hai quell’emicrania che ti spacca la testa.

Non staremo parlando di cose che salvano il mondo, tuttavia è zucchero per il tuo sistema nervoso, no?

Invece, finita la lettura di questo articolo, torni alla scrivania e la realtà presenta il conto dell’amara realtà.

Un cliente non vede la fattura perché il canale non risponde; una NS per un’anagrafica incompleta; un numero duplicato, nato da una serie impostata mesi fa.

Ed ecco che tornano i pensieri oscuri e le frustrazioni di tutti i giorni:

“senza questa zavorra andrei il doppio, e avrei il doppio del tempo libero”.

L’evoluzione della tecnologia fiscale che sblocca il flusso verso lo Sdi

Il digitale ormai è lo standard.

Dopo qualche illusione delle prime settimane, ti è stato subito chiaro che la Farttura Elettronica fosse arrivata per restare, non per apparire e andare via come una moda, o un capriccio del momento.

Il passo che puoi fare è renderla non presidiata.  Fare in modo che, grazie agli algoritmi, e a una tecnologia affidabile, l’Automazione Fiscale possa “pilotarsi da sola”, togliendoti dai piedi un sacco di scocciature, frustrazioni e mal di pancia.

Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, non servono  “più mani in amministrazione”; servono automatismi affidabili che evitino di perdere tempo in attività correttive di basso valore.

Con FatturaPRO.click fai esattamente questo.

Affidi la gestione dei processi fiscali a un sistema automatico che gestisce tutto per te.

Prima dell’invio, seguire attentamente le istruzioni


Un po’ come quando apri la scatola di un medicinale e leggi il bugiardino, FatturaPRO.click è una piattaforma a cui devi semplicemente serrare i bulloni quando la fai partire all’interno della tua attività.

Con FatturaPRO.click gli scarti da SdI si riducono a 0!

 

La compilazione della fattura con FatturaPRO.click è completamente guidata con campi obbligatori tra cui p.iva e codice fiscale.

In fase di invio la piattaforma ti notifica qualsiasi problema della fattura che potrebbe comportare un rifiuto da parte dello sdi.

Tutto quello che non abbiamo previsto, che comporterebbe comunque un rifiuto da parte dello sdi, viene revisionato da un sistema di verifica dei dati.

Il team tecnico viene notificato dalla piattaforma con l’errore da correggere, la fattura viene corretta e viene inviata allo SdI.

 

Invia le tue fatture senza pensieri, lasciando il rifiuto dello SdI nel cassetto dei brutti ricordi!

 

Collegamento POS-RT: Sciogliamo insieme i dubbi!

Nelle ultime settimane la Legge di Bilancio 2025 ha fatto molto parlare di sé, suscitando perplessità e non pochi allarmismi, soprattutto in riferimento all’art. I, comma 75 che tratta un argomento spinoso per tutti gli esercenti italiani: il collegamento POS-RT.

Cos’è la legge di bilancio e di cosa parla l’art. I, comma 75? 

La legge di bilancio è la norma con cui ogni anno lo Stato stabilisce come spendere e da dove prendere le risorse pubbliche. Serve a programmare entrate e uscite, ma anche a introdurre nuove regole fiscali e misure economiche che incidono sulla vita quotidiana di cittadini e imprese.

La legge di bilancio 2025, l’articolo 1, comma 75, introduce un nuovo obbligo (l’ennesimo) per commercianti e professionisti: dal 1° gennaio 2026 i POS dovranno essere collegati ai registratori telematici, cioè ai dispositivi che inviano i dati dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate. In pratica, ogni pagamento elettronico dovrebbe essere registrato automaticamente anche dal registratore di cassa, così da rendere più trasparenti e tracciabili gli incassi.

Lo scopo è quello di ridurre l’evasione fiscale e di semplificare i controlli, ma per gli esercenti questo significherà adeguare la propria attrezzatura e rispettare un obbligo che, se disatteso, comporterà sanzioni.

Cosa comporta l’entrata in vigore dell’art. I, comma 75?

Ogni grande cambiamento, si sa, porta con sé molte preoccupazioni, soprattutto se il mancato adeguamento può portare a sanzioni che possono aggirarsi sulle migliaia di euro. 

Molti dei nostri utenti si sono allarmati, chiedendosi come fosse possibile collegare i loro dispositivi al proprio pos, in modo da avere un corrispettivo che rispettasse le nuove regole che entreranno in vigore dal 1° gennaio 2026. 

Bisogna fare prima una grande precisazione: l’art. I, comma 75 si riferisce, al momento, solo ai registratori di cassa (RT) e non al documento commerciale online. Quest’ultimo, infatti, sul sito dell’Agenzia delle Entrate non presenta nessun campo in cui sia richiesto l’inserimento di una transazione fatta da POS. Per di più, nell’area dedicata al documento commerciale online non si trova nessun avviso riguardante il nuovo articolo I della legge di bilancio 2025. 

 

Ma se l’obbligo passasse anche al documento commerciale online? 

 

Una domanda indubbiamente lecita è “ma se l’obbligo passa anche al documento commerciale online? Sarà possibile adeguarsi per tempo?. La risposta è ovviamente SI. L’amministrazione e il team di sviluppo sono sempre informati sui nuovi aggiornamenti che coinvolgono i nostri prodotti e la sicurezza dei nostri clienti è un elemento indispensabile di tutto il nostro lavoro. 

Art. I, comma 75: arrivano delle novità

 

Proprio come detto prima, il nostro team è sempre aggiornato su tutte le novità fiscali rilevanti per l’esercizio in sicurezza e conformità alle norme vigenti.

L’Agenzia delle Entrate, a seguito di un confronto con AssoSoftware (a cui Gestisco Italia è associata) e altri soggetti coinvolti nell’applicazione della nuova normativa (cioè poter collegare fisicamente i POS agli RT) è arrivata ad una conclusione: il collegamento tra POS e RT non sarà fisico ma logico

Ogni POS, quindi, dovrà provvedere direttamente all’invio delle transazioni all’AdE, in una modalità simile a quella oggi adottata dagli RT. In questo modo l’RT continuerà a trasmettere i dati degli scontrini, mentre il POS invierà quelli relativi alle transazioni. Sarà l’AdE ad occuparsi di effettuare il collegamento logico tra lo scontrino e la transazione.

Questo cosa comporta? 

 

Il nuovo obbligo per gli esercenti sarà quello di censire anche i POS allo stesso modo degli RT e questa procedura dovrà essere eseguita dagli installatori.

L’obbligo coinvolge tutti gli esercenti, inclusi coloro che hanno optato per il Documento Commerciale Online tramite FatturaPRO.click. Tutto quello che bisognerà fare sarà collegare il proprio POS al cassetto fiscale, la modalità di emissione del documento commerciale online resta invariata! L’Agenzia delle Entrate è già al lavoro per apportare le dovute modifiche a livello legislativo. 

Speriamo di esservi stati utili  e aver dissipato tutti i vostri dubbi. Restiamo sempre a disposizione per maggiori chiarimenti.

 

Il team di supporto 

Finanziamenti Turismo Italia: 10 Miliardi per la Crescita del Settore

Il settore turistico italiano riceve un impulso storico con l’accordo strategico tra Intesa Sanpaolo e le associazioni di categoria del turismo. Dieci miliardi di euro sono ora disponibili per i finanziamenti turismo delle imprese associate a Confindustria. I fondi sono parte di un programma nazionale da 200 miliardi destinato alla trasformazione digitale ed energetica del sistema produttivo italiano.

Accordo strategico per i finanziamenti turismo delle imprese italiane

L’accordo sottoscritto il 14 gennaio 2025 tra Confindustria e Intesa Sanpaolo stabilisce un quadro di collaborazione quadriennale per il periodo 2025-2028. Confindustria Alberghi, Federterme e Federturismo Confindustria hanno firmato questa intesa per fornire un pacchetto di risorse finanziarie dedicato agli investimenti . Questi fondi mirano a migliorare la qualità ricettiva e rafforzano la competitività del settore.

Stefano Barrese, responsabile della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, ha dichiarato che “la collaborazione tra Intesa Sanpaolo e il sistema associativo del settore sarà decisiva per la sostenibilità futura del turismo in Italia”. Dal 2020 al giugno 2025, la banca ha già erogato oltre 12 miliardi di euro per sostenere le aziende del settore turistico, prevalentemente PMI.

Investimenti per la trasformazione digitale ed energetica

I finanziamenti turismo si concentrano su sei aree strategiche di intervento che rispondono alle sfide contemporanee del settore:

  1. Riqualificazione delle strutture ricettive: miglioramento degli standard qualitativi per posizionare l’Italia come destinazione di qualità nel mercato internazionale.
  2. Transizione sostenibile: investimenti in prodotti, servizi, tecnologie e infrastrutture che accelerano i processi di transizione sostenibile, con particolare attenzione all’economia circolare e al bilanciamento energetico tra fonti rinnovabili.
  3. Digitalizzazione e formazione: supporto alla digitalizzazione delle imprese e alla formazione del personale come elemento qualificante per la crescita competitiva.
  4. Aggregazioni e crescita dimensionale: iniziative a sostegno delle aggregazioni nel settore turistico-ricettivo attraverso la finanza straordinaria.
  5. Staff housing: sviluppo di nuove soluzioni per facilitare la mobilità e l’attrazione dei lavoratori, affrontando la carenza di personale qualificato.
  6. Noleggio beni strumentali: servizi di noleggio per ottimizzare l’efficienza energetica e il ciclo di vita delle attrezzature.

Supporto alla ZES Unica Mezzogiorno

L’accordo dedica particolare attenzione al rilancio delle imprese del Sud Italia attraverso il supporto alla ZES Unica Mezzogiorno. Questa zona economica speciale, istituita con decreto-legge n. 124/2023, comprende i territori di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

Le imprese operanti nella ZES Unica possono beneficiare di crediti d’imposta che variano dal 15% al 50% delle spese ammissibili, con percentuali specifiche per regione: 40% per Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; 30% per Basilicata, Molise e Sardegna. L’investimento minimo richiesto è di 200.000 euro, con un massimo di 100 milioni per singolo progetto.

Integrazione con il PNRR e Transizione 5.0

I finanziamenti turismo si integrano perfettamente con le risorse già stanziate per la realizzazione degli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il PNRR destina 2,4 miliardi di euro al settore turistico, con l’obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese e promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione.

Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’evoluzione rispetto al precedente 4.0, ampliando l’orizzonte per includere anche la transizione energetica con forte enfasi sulla sostenibilità ambientale. Le imprese che riescono a ridurre il consumo energetico di almeno il 3% per la struttura produttiva o il 5% per i processi interessati possono beneficiare di un credito d’imposta che varia dal 5% al 45% del costo dell’investimento.

Finanziamenti turismo e prospettive di crescita del settore

Secondo il terzo Rapporto “Turismo & Territorio” presentato durante il convegno, le previsioni per il 2025 stimano circa 477 milioni di presenze turistiche e un valore aggiunto della filiera superiore a 106 miliardi di euro. Il turismo rappresenta circa il 10% del PIL nazionale con oltre 1,3 milioni di persone occupate.

Elisabetta Fabri, presidente di Confindustria Alberghi, ha sottolineato che “l’innovazione, la sostenibilità e la formazione del capitale umano sono leve imprescindibili per rafforzare la competitività delle nostre strutture e valorizzare il patrimonio territoriale”

L’accordo sui finanziamenti turismo rappresenta quindi un’opportunità strategica per il settore, offrendo strumenti concreti per affrontare le sfide della digitalizzazione, della sostenibilità e della competitività internazionale, confermando l’impegno del sistema bancario e industriale italiano nel sostegno a un comparto vitale per l’economia nazionale.

Automazione Fiscale: ecommerce integrati al fisco? Parliamone qui

Automazione Fiscale: nasce uno spazio per chi vuole un e-commerce integrato col fisco

Un recente sondaggio ha rivelato che quasi l’80% dei gestori di e-commerce danno priorità assoluta al checkout, ovvero la chiusura del processo di acquisto.

Il campione ha dichiarato che circa il 12% del fatturato proviene dalla capacità del sistema di accompagnare il cliente verso l’acquisto di un prodotto venduto in upselling e crosselling, proprio durante la fase conclusiva della sessione utente.

Hai fatto 30…fai 31!

Questo “modo di dire” rappresenta al meglio la situazione: un cliente è entrato nel negozio online, ha scelto un prodotto e ha “rotto gli indugi”: è la fase in cui tutte le difese e le contromisure dell’utente si sono abbassate, e quello è il momento in cui stimolarlo ad acquistare ancora di più.

Solitamente le proposte di upselling e crosselling da checkout vanno a segno quando il sistema è “capace” di proporre all’acquirente l’item giusto. Può essere un elemento che fa da corredo, e completa l’acquisto del prodotto principale che ha attratto il cliente.

Oppure può essere una vendita legata allo stesso prodotto. Il sistema propone all’utente di acquistarne una quantità maggiore a un prezzo più vantaggioso, o di aderire a un pacchetto di servizi più completo di quello scelto inizialmente, a patto di farlo subito.

Quando lo scenario è dinamico, serve una tecnologia intelligente: ecco perché l’Automazione Fiscale diventa indispensabile per questi scenari della Customer Journey

 

Mettere a punto questi processi sembra banale, ma non lo è affatto.

E i dati dimostrano che è proprio dietro a questi meccanismi, a queste strategie di dettaglio, che si nascondono le marginalità di un settore che vive di una competizione sempre più globale, nella quale è difficile emergere senza le infinite risorse di Amazon e dei grandi negozi online.

Ed è qui che entra in gioco l’importanza dell’Automazione Fiscale: un sistema così dinamico non può appoggiarsi su processi rigidi e predeterminati.

Oltre un certo limite, il gestore dell’e-commerce non può preconfigurare “a monte” bundle e lotti da proporre durante la fase di checkout.

Ecco perché gli imprenditori digitali investono sempre di più su tecnologie di checkout intelligenti.

Capaci di calcolare le variabili di acquisto, di comprendere il profilo dell’acquirente anche al primo acquisto, e di analizzarne il comportamento nel tempo secondo le discipline del behavioural marketing.

Cioè quel comparto del marketing strategico che adatta la strategia da usare con un cliente sulla base dei suoi comportamenti all’interno di un negozio online (behaviour).

Dietro a tutto questo sforzo fatto di scelte tecnologiche, visione, e strategie sia digitali che imprenditoriali, deve esserci poi un sistema capace di gestire corrispettivi e fatture in modo altrettanto intelligente, flessibile e tecnologico.

Ecco perché Automazione Fiscale è un termine che sta assumendo un ruolo sempre più prioritario nell’ambito dei negozi digitali.

Un universo in espansione, al punto tale che era necessario trovargli una casa: questa è Automazione Fiscale, lo spazio che abbiamo creato su Substack per parlare di connessioni e automazioni col fisco

Sono convinto valesse la pena di “violare le regole” della rubrica dedicata ai trend per presentarti questo progetto.

Del resto, se leggi questa Newsletter da un po’, avrai capito che mi piace variare e provare a sorprendere.

A volte le routine sono utili, ma possono essere anche noiose e divulgare questa notizia non solo aiuta a spezzare la monotonia, ma lo fa per una “buona causa”, se così posso dire.

Il canale Substack di FatturaPro non è un progetto di monetizzazione.

L’accesso ai contenuti è gratuito, non servono né soldi né iscrizioni forzate per accedervi, proprio perché ho deciso di crearlo anzitutto per spirito di servizio.

Credo profondamente in un’Italia a trazione digitale, dove i negozi online stanno già giocando un ruolo essenziale per generare Prodotto Interno Lordo e posti di lavoro.

Ne abbiamo enormemente bisogno dal momento che la nostra amata nazione ha perso il suo posto nell’élite mondiale dell’industria, e le pubbliche amministrazioni soffrono di una cronica carenza economica, con effetti drammatici sulle assunzioni.

Perché vale la pena iscriversi al nostro Substack dedicato al tema dell’Automazione Fiscale

Veniamo alle cose pratiche.

Il nostro Substack nasce, anzitutto, perché il mercato chiedeva a gran voce uno spazio dedicato al tema dell’Automazione Fiscale, anche se in pochi hanno saputo percepire questa spinta per tempo.

Quindi, da una parte il settore sta manifestando un interesse crescente verso l’esperienza del Checkout, come testimoniato anche dagli sforzi concreti prodotti dagli sviluppatori dei principali sistemi e-commerce del mondo (Shopify, Woocommerce, Prestashop).

Dall’altro lato, lo stesso settore sta volgendo il suo sguardo verso il tema della semplificazione dei pagamenti elettronici e delle connessioni con i flussi dati del Fisco.

Un interesse che sfocia anche nella crescita esponenziale che sta registrando il settore dei POS, la cui evoluzione è degna di nota: da strumenti percepiti come “male necessario”, a bocchettone che può connettere un’attività fisica con il mondo digitale.

Uno dei tanti fronti di evoluzione che ti invito ad osservare, grazie al quale negozio fisico e negozio online hanno confini sempre più sfumati e porte di comunicazione sempre più aperte, con l’abbattimento di tante soglie tecniche e tecnologiche, la cui rimozione comportava, una volta, investimenti copiosi.

Fino ad oggi.

Cosa ci sarà di diverso tra lo spazio su Substack e i canali di FatturaPro dedicati all’Automazione Fiscale, come il blog e questa newsletter?

Il progetto dello spazio Substack ha un taglio molto diverso. Ovviamente, sui canali di FatturaPro ti parlo delle novità che riguardano la piattaforma, le sue innovazioni, e tutto ciò che riguarda la capacità delle nostre tecnologie di rispondere a bisogni conclamati o del tutto nuovi.

Su Substack, invece, voglio sbizzarrirmi nel parlare dell’evoluzione del mondo E-Commerce.

Ovviamente il tema dell’Automazione Fiscale farà da cornice al tutto, ma il mio obiettivo è rivolgermi anche agli imprenditori di PMI che un E-Commerce ancora non ce l’hanno, che stanno pianificando di crearlo e non vogliono commettere errori, impostando strategie sbagliate.

Quindi, rispetto ai canali tradizionali di FatturaPro, che ovviamente rimarranno in piedi e del tutto autonomi, su Substack troverai una pluralità di contenuti.

Non solo dal punto di vista degli argomenti, ma anche sul piano della multimedialità: presto troverai anche video, interviste, podcast.

Coinvolgeremo anche persone esterne alla nostra azienda: imprenditori, esponenti del comparto tecnologico, fino ad arrivare a personalità istituzionali.

Se hai anche solo un minimo interesse in questo settore e su questi temi, non puoi davvero non iscriverti. Non troverai niente di equiparabile, ed era il momento che qualcuno lo facesse.

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https://fatturapro.substack.com

Incentivi autoproduzione energia: ultimi giorni per PMI e fotovoltaico

Il mondo delle piccole e medie imprese italiane ha tempo solo fino al 30 settembre 2025 per presentare domanda di accesso agli incentivi per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Si tratta di un’opportunità straordinaria nell’ambito del PNRR che può coprire fino al 40% dei costi di investimento per impianti fotovoltaici, minieolici e sistemi di accumulo.

Chi può beneficiare degli incentivi per l’autoproduzione energia

La misura “Sostegno per l’autoproduzione di energia da Fonti Rinnovabili nelle PMI – FER” si rivolge a tutte le piccole e medie imprese operanti sul territorio nazionale, con alcune importanti esclusioni. Non possono accedere agli incentivi le imprese che operano nel settore carbonifero, nella produzione primaria di prodotti agricoli, nella pesca e nell’acquacoltura.

Un requisito fondamentale è il rispetto del principio DNSH (Do No Significant Harm), previsto dall’articolo 17 del regolamento UE n. 852/2020, che garantisce che gli investimenti non arrechino danni significativi all’ambiente.

Risorse disponibili e ripartizione territoriale

Il bando mette a disposizione 178.668.093 euro, risorse residue dall’attuazione del primo sportello agevolativo. Una quota significativa è riservata alle aree del Mezzogiorno: il 40% delle risorse è destinato alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Un ulteriore 40% è riservato specificamente alle micro e piccole imprese, dimostrando l’attenzione particolare verso le realtà imprenditoriali più piccole.

Interventi ammessi per l’autoproduzione energia

Gli investimenti finanziabili comprendono l’installazione di impianti solari fotovoltaici o minieolici destinati all’autoconsumo immediato. È possibile includere anche sistemi di accumulo e stoccaggio dell’energia dietro il contatore per l’autoconsumo differito.

Le spese ammissibili includono anche le apparecchiature e tecnologie digitali necessarie al funzionamento degli impianti e la diagnosi energetica ex-ante, obbligatoria per accedere all’agevolazione.

Entità dei contributi per l’autoproduzione energia

I programmi di investimento devono prevedere spese ammissibili non inferiori a 30.000 euro e non superiori a 1.000.000 euro. Le percentuali di contributo variano in base alla dimensione dell’impresa:

  • 40% per micro e piccole imprese
  • 30% per medie imprese
  • 30% per la componente aggiuntiva di stoccaggio di energia elettrica
  • 50% per la diagnosi energetica

Modalità di presentazione delle domande

Le domande devono essere presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma informatica di Invitalia (www.invitalia.it), soggetto attuatore della misura. Il portale è accessibile dalle ore 12:00 dell’8 luglio 2025 fino alle ore 12:00 del 30 settembre 2025.

L’accesso alla piattaforma richiede identificazione tramite SPID, Carta Nazionale dei Servizi o Carta di Identità Elettronica. La procedura è riservata al rappresentante legale dell’impresa o a un soggetto delegato con potere di rappresentanza.

Criteri di valutazione e graduatoria

La selezione avviene attraverso una procedura valutativa a graduatoria. I criteri di valutazione includono la capacità addizionale di produzione di energia rinnovabile, l’incidenza degli impianti fotovoltaici iscritti nel Registro delle tecnologie, la sostenibilità economica dell’investimento e il possesso di certificazioni ambientali.

Sono previsti punteggi aggiuntivi per le PMI in possesso del rating di legalità o della certificazione sulla parità di genere.

Vantaggi strategici dell’autoproduzione energia

L’investimento in autoproduzione energetica offre benefici concreti alle PMI. La riduzione dei costi in bolletta può raggiungere il 60%, con possibilità di copertura dei consumi fino al 75% grazie ai sistemi di accumulo. L’investimento medio viene ripagato in circa quattro anni, considerando sia l’incentivo che il risparmio mensile sulle bollette.

Oltre ai vantaggi economici, l’autoproduzione di energia migliora l’immagine “green” dell’azienda, elemento sempre più valorizzato da clienti, fornitori e istituti di credito.

​​FatturaPRO.click diventa asset per il controllo di gestione nelle PMI

Il controllo di gestione è una “dottrina” del management aziendale, salita alla ribalta con l’inasprimento delle normative sul rischio d’impresa, e le possibili ripercussioni penali a carico di Amministratori di aziende e non solo.

FatturaPro, partito come sistema “semplice” di Fatturazione Elettronica, oggi racchiude al suo interno anche numerosi strumenti essenziali sul controllo di gestione.

Delle vere e proprie chicche, capaci di aiutare l’imprenditore a rimanere al largo di bassi fondali che possono risultare fatali.

Ma è davvero un argomento che ti riguarda così da vicino? E perché? Vediamo insieme alcuni dati:

  • Il 58% delle PMI italiane usa software di controllo di gestione (≈ +3 p.p. vs 2021). Fonte: Osservatori Digital Innovation – Politecnico di Milano, 2022
  • Il 93% adotta almeno un gestionale, ma solo 29% ha integrazioni tra applicazioni; 27% lavora ancora a silos. Fonte: Osservatori/AssoSoftware, 2022
  • oltre 1 PMI su 2 segnala margini in crescita dopo l’adozione di gestionali/BI. Fonti varie su campioni PMI 2022–2024
  • Ecosistema dati: mercato Big Data & Analytics in Italia ≈ €3,42 mld (2024), +20% YoY; BI nelle grandi imprese: 93%. Fonti: Osservatori BDA, 2024
  • PMI & digitale: 54% investe con decisione, ma solo 19% usa tecnologie avanzate in modo strutturato; barriere: skill gap 59%, connettività 47%. Fonti: report PMI Italia 2023–2024

Controllo di gestione: da semplici dati su un grafico a sistema per prendere decisioni

Se gestisci una PMI, oggi non ti mancano di certo i dati.

Quello che ti manca, è il modo di trasformarli in decisioni. Senza un controllo di gestione, resti in una dimensione onirica fatta di sensazioni:

“dunque, il fatturato è ok, i costi – sì – sono quelli che avevo pensato a inizio anno, in cassa c’è qualche soldino, quindi tutto a posto”.

Poi il mese dopo scopri che il margine è evaporato, perché nel giro di poco hai versato l’IVA, hai saldato una fattura di cui ti eri quasi dimenticato, in più hai pagato qualche tassa che sembrava insignificante.

Con un impianto essenziale — budget, forecast, scostamenti — metti sul tavolo una serie di dati che puoi vedere “con gli occhi”, e non con le sensazioni.

 E smetti di navigare a vista. In poche settimane passi da report sparsi a una pagina con i numeri che contano. Perché il Controllo di Gestione è questo, saper aggregare bene i numeri, sfruttando correttamente i gestionali, in modo da sapere mese su mese, anno su anno, quale sarà la situazione del tuo conto corrente.

E la parte veramente “succosa” è questa: non devi rifare tutto il tuo sistema informativo.

Ti basta integrare ciò che hai e decidere come organizzare l’inserimento dei dati in modo ergonomico, affinché tutti aggiornino la situazione. Qui sotto trovi benefici, prove, e una procedura pratica in 5 mosse. Alla fine ti propongo un assessment gratuito per costruire il tuo cruscotto KPI in tempi brevi.

I Benefici concreti per una Piccola-Media Impresa

  • Decisioni per l’appunto più rapide. Fissando i KPI vitali ( come ad esempio ricavi per linea, margine lordo, MOL/EBITDA, cassa, DSO/DPO, rotazione magazzino) hai la possibilità di monitorarli, e di farlo praticamente in tempo reale, ovunque tu sia. Così puoi prendere decisioni concrete sulla base di fatti rappresentati da numeri, e non da sensazioni e opinioni.
  • Più margine senza “tagliare a caso”. Le analisi di scostamento (price/volume/mix/costi) mostrano dove stai raggiungendo, superando o mancando i tuoi obiettivi economici, finanziari e di performance. E puoi correggere listini, potenziare canali, o strutturare l’azienda, sulla base di ciò che sta accadendo realmente.
  • Cassa prevedibile. Con un forecast rolling 90/180 giorni, riesci a prevenire gli stress di tesoreria, hai sicuramente più credibilità agli occhi agli occhi della banca e ti rapporti efficacemente con i fornitori, evitando di ritrovarti a “spegnere incendi”.
  • Tutti allineati. Un cruscotto condiviso evita il ping-pong sui file: ogni centro di costo ha i propri target e il proprio perimetro di responsabilità, e per ogni dato esiste un grafico, o un cruscotto numerico, che ti parla in modo “sincero” di come stanno andando le cose.

Questi benefici non arrivano dai prodotti gestionali, in realtà. E questo ti potrà sembrare strano: arrivano dal processo. E il processo parte dai dati in apertura: adozione in crescita, ma integrazioni basse. Tradotto: se sistemi il flusso dati, giochi con un vantaggio competitivo immediato. Vediamo perché.

La disciplina “paga”

Il 29% di integrazione fra applicazioni significa che in molte PMI il dato “viaggia” a mano: esportazioni, copia/incolla, riconciliazioni infinite. L’effetto è un quadro di dati impreciso, tempi lunghi e report in cui nessuno crede davvero. Il primo effetto del controllo di gestione è pulire il dato alla fonte e ridurre i passaggi manuali, con ricadute positive sulla reportistica che diventa un asset realmente utile e efficace.

Quando oltre una PMI su due dichiara margini in crescita dopo l’adozione di gestionali di Business Intelligence, il messaggio che esprime questo dato è che la disciplina paga. Non è (solo) tecnologia, quindi, ma un’agenda fatta di confronti continui tra obiettivi e risultati che si incontrano, per aiutarti a maturare decisioni. Una volta al mese, tutte le settimane, ogni giorno. Questo poi lo decidi tu.

Il mercato Big Data & Analytics cresce a doppia cifra e la Business Intelligence è quasi ovunque, quando un’impresa struttura i propri processi affinché siano sempre misurabili.

Possono sembrare concetti solo da grande azienda, ma non è così.

Questo ti interessa per due motivi: 1) strumenti e competenze scendono di prezzo; 2) puoi copiare processi maturi e portarli “leggeri” nella tua azienda. Non ti serve un data lake per iniziare: ti serve una pagina con KPI coerenti.

Se fin qui ti ritrovi, è il momento di “giocare” un po’ con le cose pratiche:

Come si inizia a implementare un controllo di gestione? 5 possibili mosse essenziali

 

 

1) Scegli i KPI vitali (massimo 8, non uno di più).
Parti da ciò che muove davvero l’utile: ricavi per linea/prodotto, margine lordo (€/%), MOL/EBITDA, break-even (volumi/prezzi), rotazione magazzino, DSO/DPO, cassa netta. Ogni KPI deve avere una definizione univoca e un responsabile. Nessuna guerra tra file Excel e tools “scollegati”.

2) Disegna il modello dati.
Mappa le fonti: ERP/gestionale, CRM, e-commerce, fogli di calcolo, contabilità industriale. Stabilisci le chiavi di raccordo (prodotto, cliente, canale, centro di costo) e la frequenza di aggiornamento (giornaliera/settimanale/mensile). Se oggi il 62% aggiorna “a pezzi”, tu punta a un flusso completo e ricorrente: meglio pochi dati coerenti che mille tabelle incoerenti. E ricordati: per gli utenti, l’immissione dei dati deve avvenire in modo ergonomico, come portare un orologio. Questa è la tattica vincente per non perdere il controllo di tutto, solo perché nessuno ha tempo o voglia di aggionare i dati.

3) Budget & Forecast (driver-based).
Costruisci un budget annuale e un forecast rolling mensile. Usa driver chiari (volumi × prezzo × mix) e assegna obiettivi per centro di costo. Il senso non è “indovinare il futuro”: è confrontare mese su mese l’atteso con il reale e capire subito dove intervenire.

4) Analisi scostamenti (mensile, calendario fisso).
Ogni mese al massimo, verifica lo scostamento tra ogni singolo KPI che prevedevi di raggiungere, confrontandolo con il dato presente. Chiudi poi l’analisi con 3–5 azioni al massimo: un’azienda che migliora 3 KPI in un mese, un quadrimestre, o anche in un anno, semplicemente non è più la stessa azienda di prima. Non farti prendere dalla fobia del 100% di KPI superati.

5) Cruscotto BI (3 viste).

  • C-level: una pagina dedicata ai KPI di redditività e cassa.
  • Finance: analisi per centro di costo e leve margine.
  • Operation: magazzino, tempi, scarti, livelli di servizio.
    Automatizza refresh e distribuzione (report programmati). Evita di “abbellire”: conta la leggibilità. Un numero giusto in meno è meglio di dieci numeri vaghi.

In questa fase capirai se ti serve un connettore (Zapier/n8n), un layer di trasformazione leggero o già uno schema stella in BI. L’importante è non fermarti al “progetto”: metti in produzione la prima pagina e migliora dal giorno dopo.

Strumenti: come seguire un processo di messa a punto

  • Prima pensa ai dati (qui addirittura un foglio di carta ti può aiutare). Se non partiamo dai dati, e dalle priorità, l’entusiasmo ti passerà presto, e l’avventura finirà prima di iniziare. Parti da definizioni e flussi.
  • Integra i dati senza duplicarli. Evita nuovi silos: ERP/gestionale + BI + connettori; i fogli restano utili, ma diventano output, non sorgenti parallele.
  • Aggiorna con disciplina, ma trova anche il modo di farla facile. Passare da aggiornamenti “a pezzi” a un refresh completo è già un vantaggio competitivo: i competitor decidono su dati vecchi, tu probabilmente ancora non puoi. Mettere la testa su questo aspetto ti aiuterà.
  • Misura il costo della non-decisione. Un mese senza scostamenti costa più di qualsiasi licenza.

La verità è semplice: lo stack “perfetto” non esiste. Esiste uno stack sufficiente, integrato e sotto controllo. Se vuoi, nell’assessment vediamo cosa tenere, cosa collegare e cosa eliminare.

I principali dubbi di un imprenditore che affronta questo tema

Cos’è il controllo di gestione in una frase?
È il sistema che mette in fila obiettivi (budget/forecast) e risultati, misura gli scostamenti e ti obbliga a decidere.

Quali KPI non possono mancare?


Margine lordo, MOL/EBITDA, break-even, cassa (DSO/DPO), rotazione magazzino, ricavi per linea/prodotto e volendo molto di più (ma tu parti da poche cose)

Il resto è “un di più”, diciamo..

Quanto ci metto a partire?

Una settimana per un MVP: KPI definiti, calendario scostamenti, primo foglio di budget. 30–60 giorni per un cruscotto di Business Intelligence stabile che si aggiorna in tempo reale.

Se hai letto fin qui, l’ultimo miglio è logico: trasformare l’intenzione in operatività.

Vuoi un primo cruscotto KPI in 30 giorni per migliorare il livello di controllo dell’azienda, ed essere subito “a posto” con le aspre leggi sulla crisi di impresa?

Prenota un assessment gratuito. In 60 mettiamo le basi per mappare dati, KPI e flussi interessanti per la tua situazione specifica.

 

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Digitalizzazione PMI: al via il fondo UE da 10 miliardi

La digitalizzazione delle PMI europee ha raggiunto un punto di svolta storico. Un nuovo fondo da 10 miliardi di euro della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), sviluppato in collaborazione con fondi sovrani e investitori privati, rappresenta la più ambiziosa iniziativa mai lanciata per accelerare la trasformazione digitale del tessuto produttivo continentale.

Un investimento strategico senza precedenti

L’iniziativa si inserisce nel piano operativo BEI 2025-2027, che prevede investimenti annuali di oltre 95 miliardi di euro, di cui una quota significativa destinata specificamente alla digitalizzazione delle PMI e alle tecnologie innovative. Il programma TechEU, con un volume di finanziamento di almeno 20 miliardi di euro nel 2025, rappresenta il cuore pulsante di questa strategia.

La portata dell’investimento diventa ancora più evidente considerando che nel 2024 il Gruppo BEI ha già sostenuto oltre 431.000 piccole e medie imprese, mantenendo un volume di finanziamento di 45 miliardi di euro destinati alle PMI. Questo rappresenta il 47% del volume totale delle firme della BEI.

Digitalizzazione PMI: le tre direttrici tecnologiche del cambiamento

Automazione dei Processi Robotici (RPA)

L’RPA rappresenta una delle tecnologie più mature e immediatamente applicabili per la digitalizzazione delle PMI europee. Come dimostrato dal caso di Automation Hero, azienda finanziata dalla BEI, l’Intelligent Process Automation permette alle organizzazioni di ridurre gli errori umani e riassegnare i dipendenti a compiti più soddisfacenti. La soluzione sviluppata dall’azienda utilizza intelligenza artificiale proprietaria per automatizzare i processi aziendali, principalmente nel settore dei servizi finanziari.

I benefici dell’RPA si concretizzano in investimenti a basso costo con risultati rapidi, eliminando il peso delle tecnologie legacy e dei processi manuali ripetitivi. Le PMI possono ora accedere a soluzioni di automazione precedentemente riservate alle grandi corporazioni, ottenendo un processo decisionale più veloce e informato.

Intelligenza Artificiale Generativa

Il settore dell’IA rappresenta circa l’80% del gap di investimento tecnologico europeo, stimato tra 5-10 miliardi di euro annui. La Commissione Europea ha già stanziato 1,3 miliardi di euro per tecnologie strategiche critiche, inclusa l’intelligenza artificiale, mentre il programma AI Factories ha un budget di 10 miliardi di euro dal 2021 al 2027.

Il progetto europeo AI MATTERS, con un finanziamento di 60 milioni di euro, offre alle PMI coperture fino al 100% dei costi per micro e piccole imprese, 90% per le medie imprese. Questo programma si concentra specificamente su applicazioni AI per l’ottimizzazione della produzione, manutenzione predittiva e collaborazione uomo-robot.

Cybersecurity per l’Automazione

La sicurezza informatica rappresenta una priorità assoluta nell’era dell’automazione digitale. L’Unione Europea ha messo a disposizione 145,5 milioni di euro attraverso due programmi chiave: il Digital Europe Programme e Horizon Europe. Il primo round da 55 milioni di euro si concentra specificamente su soluzioni di cybersecurity per il settore sanitario, mentre il secondo round da 90,5 milioni di euro supporta PMI di vari settori, con particolare focus sull’integrazione dell’AI generativa per migliorare le operazioni di cybersecurity.

Il programma CYSSME (Cybersecurity for SMEs), finanziato dall’UE con 101 milioni di euro, offre supporto specifico per micro, piccole e medie imprese. L’iniziativa considera che le sfide di cybersecurity per le aziende europee possano essere risolte con prodotti e soluzioni di origine europea.

Meccanismi di finanziamento innovativi per la digitalizzazione delle PMI

La BEI ha sviluppato strumenti finanziari sofisticati per supportare la digitalizzazione delle PMI. Il co-investimento AI Facility da 150 milioni di euro, lanciato nel 2020, ha già dimostrato la capacità di investire insieme ai gestori di fondi supportati dal Fondo Europeo per gli Investimenti. Questa struttura permette di supportare circa 20-30 piccole e medie imprese nel settore dell’intelligenza artificiale.

Gli accordi recenti dimostrano l’efficacia di questo approccio: la partnership con Santander ha sbloccato 370 milioni di euro per sostenere piccole imprese nella transizione verde, mentre l’accordo con Mediobanca ha reso disponibili 200 milioni di euro per microimprese e aziende guidate da donne.

L’ecosistema di supporto alla digitalizzazione delle PMI

I Digital Innovation Hub rappresentano coordinatori regionali cruciali nell’ecosistema di innovazione e digitalizzazione. Questi hub servono come ponte tra domanda e offerta di soluzioni digitali, fornendo consulenza tecnica e finanziaria alle PMI. La loro importanza è cresciuta esponenzialmente durante la pandemia COVID-19, quando hanno preso azioni rapide per supportare le PMI nelle circostanze difficili.

La propensione alla digitalizzazione delle PMI non è influenzata solo da fattori finanziari, ma anche da elementi non finanziari come conoscenza e ambizione. Gli hub di innovazione digitale giocano un ruolo cruciale nel supportare questo processo di trasformazione.

Risultati misurabili e impact economico

Le ricerche dimostrano che le PMI beneficiarie del finanziamento del Gruppo BEI crescono significativamente di più in termini di asset e numero di dipendenti rispetto alle aziende comparabili che non ricevono supporto BEI. Per ogni 1% di aumento del capitale di rischio fornito dal FEI in una regione, si registra storicamente un aumento dell’1,4% nell’attività di altri investitori nella stessa regione.

Nel 2020, delle 52 unicorn europee high-tech supportate da venture capital, 28 erano state sostenute dal FEI nelle fasi iniziali del loro sviluppo. Le startup in cui il FEI ha investito capitale di rischio hanno mostrato una probabilità tre volte maggiore di partecipare a operazioni di fusione e acquisizione o di sperimentare un’offerta pubblica iniziale.

Digitalizzazione PMI: sfide e opportunità future

Meno del 20% delle PMI europee risulta altamente digitalizzato, rispetto al quasi 50% delle grandi corporazioni. I livelli di digitalizzazione sono particolarmente bassi nelle aziende dell’Europa orientale e meridionale e nei settori tradizionali. Questo gap rappresenta un’enorme opportunità di crescita che il nuovo fondo da 10 miliardi di euro mira a colmare.

La digitalizzazione non riguarda solo l’acquisizione di sistemi IT, ma coinvolge cambiamenti fondamentali nelle dimensioni aziendali: processi, prodotti e modelli di business. L’automazione crescente nella produzione, l’integrazione di simulazione e analisi dati nei processi e nelle catene di approvvigionamento possono realizzare guadagni sostanziali e continui in produttività ed efficienza delle risorse.

Il nuovo fondo europeo da 10 miliardi di euro rappresenta quindi non solo un’iniezione di capitale, ma una strategia complessiva per posizionare l’Europa come leader globale nella digitalizzazione delle PMI, combinando finanziamenti, supporto tecnologico e competenze specialistiche in un ecosistema integrato che promette di trasformare radicalmente il panorama imprenditoriale continentale.

Gestione delle scadenze: ecco come fare in pochi semplici passaggi.

Chi di noi non si è mai trovato alle prese con una RiBa a 30, 60 o 90 giorni? La gestione dei pagamenti dilazionati rappresenta una delle sfide più comuni nella vita imprenditoriale italiana. Che sia per tradizione consolidata nel nostro tessuto commerciale, per le difficoltà economiche che attraversano il mercato europeo, o per il desiderio di mantenere rapporti collaborativi con i clienti rimanendo competitivi, spesso ci ritroviamo a dover gestire scadenze multiple e complesse. Ma come orientarsi efficacemente in questo scenario, soprattutto nell’era della fatturazione elettronica?

Gestione delle scadenze e FatturaPRO.click

 

Le vie percorribili per la gestione delle scadenze in piattaforma sono due: creare delle scadenze ad hoc, che verranno inserite nei metodi di pagamento della fattura (con i pacchetti PLUS) o la gestione manuale delle scadenze. 

Sebbene la prima sia indubbiamente più allettante, la gestione manuale delle scadenze è consigliata per chi deve effettuare solo qualche fattura di tanto in tanto con questa modalità o non necessita di tutti gli automatismi e tool aggiuntivi di un pacchetto PLUS. 

Gestione delle scadenze manuali: i passaggi da seguire 

 

La prima cosa da fare per poter inserire più scadenze nella stessa fattura è andare nelle impostazioni del proprio profilo e nella sezione avanzate andare alla voce gestione scadenze scegliendo l’opzione manuale dal menù a tendina.

Una volta fatto questo passaggio bisognerà salvare le modifiche e andare a creare la fattura. 

Quando sarete in modifica della fattura, noterete una nuova sezione: scadenze

Cliccandoci sopra si aprirà la sezione dedicata della fattura in cui troverete il tasto verde aggiungi. 

 

A questo punto bisognerà inserire:

 

  • Il metodo di pagamento
  • L’iban, qualora si scelga bonifico come metodo di pagamento
  • La data di scadenza della rata 
  • L’importo della rata 

 

Cliccando su Salva e Nuovo sarà possibile inserire subito una nuova scadenza. Una volta terminato il processo, all’ultima scadenza inserita, bisognerà cliccare su Salva e Ritorna.

NB: è importante che la somma delle rate sia precisamente il totale della fattura in quanto la piattaforma non effettua aggiustamenti automatici sui dati immessi. In caso di incongruenza verrà segnalato l’errore in fase di salvataggio della fattura. 

Una volta che avrai creato la fattura che presenta più scadenze, dovrai fare il processo inverso nelle impostazioni riportando la scadenza in automatico. 

 

Sebbene la gestione avanzata delle scadenze dei pacchetti PLUS sia più comoda e permetta il salvataggio di determinate modalità di pagamento, la possibilità di gestire le scadenze in modo manuale è un grande aiuto per chi ha bisogno, in alcune circostanze, di mettere a disposizione un dilazionamento del pagamento. 

Per ogni ulteriore dubbio restiamo sempre a disposizione. 

 

Il team di supporto