Automazione fiscale: i dati di un risparmio tra i 2.400 e i 3.600 euro

Nel 2023 alcune aziende hanno speso tra i 2.422 e i 3.600 euro per produrre i documenti fiscali, ecco perché sta esplodendo il trend della Automazione Fiscale

Abbiamo parlato di Automazione Fiscale solo pochi numeri fa, ma le funzioni di FatturaPro direttamente connesse ai fondamentali della Fatturazione continuano a confermarsi quelle più usate dai nostri clienti anche questa settimana.

Del resto, la Fattura Elettronica si sta espandendo sempre di più.

Nel 2019, quando è diventata obbligatoria per gran parte delle imprese italiane, non è stata accolta a braccia aperte, ma adesso chiunque abbia un’attività si aspetta di poter scambiare fatture elettroniche con clienti e fornitori.

Dal 2022 al 2023, il numero di fatture elettroniche è cresciuto del 29 %, evidenziando una forte digitalizzazione del ciclo fatture in Italia

Questo dato fornisce lo spunto per comprendere perché, oggi, il tema dell’Automazione Fiscale stia diventando così irrinunciabile, anche per piccoli esercenti, a livelli che – forse – non avremmo mai immaginato, considerando la ritrosia di noi italiani alle novità e ai cambiamenti.

Specie quelli un po’ forzati, che arrivano da un cambio del quadro normativo, da obblighi e da leggi.

Dati di Confcommercio e di finanze.gov dicono che, nel 2023 – ad esempio – le partite iva aperte in Italia erano oltre 3 milioni.

Per la precisione 3.696.657.

Queste hanno generato un volume di fatture pari a 1,325 miliardi di fatture elettroniche, secondo Agenzia delle Entrate.

Ora. Sappiamo che non tutte le Partite Iva, nel 2023, avevano l’obbligo di Fatturazione Elettronica. Ad esempio, i forfettari non erano ancora in regime di obbligo, e sappiamo che le partite iva forfettarie, nel 2023, rappresentavano ben il 47% del totale (dati finanze.gov).

Considerando tutti questi fattori, possiamo stimare in circa 678 il numero di Fatture Elettroniche prodotte in media da ogni attività nel 2023.

Quanto costa produrre fatture elettroniche “manualmente”

Per rimanere coerenti con la riflessione che stiamo facendo, consideriamo sempre i dati del 2023, che sono quelli più completi e più vicini che abbiamo tra quelli che puoi leggere tu stesso, attraverso le varie fonti che sto lasciando lungo la stesura di questa semplice analisi.

E cominciamo col rispondere ad una semplice domanda: quanto ci vuole a gestire manualmente una Fattura Elettronica?

Anche con un gestionale, una fattura gestita manualmente comporta almeno 10 minuti tra:

  •     Raccolta e verifica dati del cliente
  •     Inserimento voci e importi
  •     Calcolo IVA, ritenute, eventuali sconti
  •     Generazione e invio all’Agenzia delle Entrate
  •     Archiviazione e salvataggio

Se moltiplichi questi 10 minuti per 678 fatture, ottieni qualcosa come 113 ore di lavoro su base annua.

Sono il corrispettivo di 14 giornate lavorative piene, full-time.

Due settimane in cui una risorsa qualificata si occupa solo di fatture, senza minimamente considerare (per ora), errori di compilazione, nuove compilazioni causate da documenti fiscali respinti dal Sistema di Interscambio, e fatture da riemettere a seguito di Note Credito per le più disparate cause.

Ora non ci resta che calcolare il costo medio aziendale di un dipendente per 14 giornate full time

Per questo calcolo, ci vengono in aiuto dati forniti dal Sole 24 ore, di Confcommercio e dal MEF, che parlano di un costo aziendale medio di 38.000 euro/anno. Cioè 173 euro al giorno.

Se moltiplichiamo questo costo alle 14 giornate lavorative piene, da considerare come tempistica di gestione manuale dell’intero volume annuo di fatture elettroniche prodotte da una attività, si arriva a un costo di 2.422 euro.

E, ripeto, non stiamo considerando:

  •     Errori di compilazione
  •     Fatture da rettificare o riemettere
  •     Tempi morti per invii non riusciti
  •     Gestione note di credito o insoluti

Con questi elementi, il costo reale può superare facilmente i 3.600 euro l’anno. Per un’attività di puro supporto amministrativo.

Un costo destinato ad aumentare, con l’aumento fisiologico delle retribuzioni e del volume medio di fatture prodotte, che spiega la sempre maggiore adesione delle imprese ai principi di Automazione Fiscale

Anche se in Italia siamo molto legati, ancora, al concetto di piccola bottega, e siamo affezionati al principio di lavorare “il giusto e l’onesto”, alla ricerca di un equilibrio tra vita privata, affetti e lavoro, la società in cui viviamo sta rafforzando una serie di “pattern”.

Ovvero fenomeni che si ripetono in una certa sequenza, in maniera quasi fisiologica e automatica.

Così, anche le piccole aziende familiari che costellano il tessuto imprenditoriale italiano, e che ne rappresentano l’ossatura, stanno percorrendo un bivio.

Alcune chiudono, non necessariamente per bilanci in perdita e fallimenti. Ma, a volte, per soglie elevate di età raggiunte da titolari che non se la sentono più di lavorare in un mercato così competitivo, veloce e sotto un costante vortice di rivoluzione che persiste da circa 10 anni.

Altre, invece, rimangono nella mischia. E allora sono indotte a crescere, anche se poco in alcuni casi.

Una crescita che riguarda il volume di fatture generate, il volume di affari, a cui spesso e volentieri corrisponde un incremento dei dipendenti addetti all’erogazione dei servizi, all’assistenza e al controllo di gestione.

Questo significa un incremento di tutti i potenziali costi che abbiamo visto prima, sia quelli espliciti, sia quelli impliciti.

Costi espliciti: stipendi e varie tasse che rimandano direttamente alle varie trattenute da considerare per un collaboratore dipendente.

Costi impliciti: i costi generati dalla produzione di Fatture Elettroniche. Un costo che non puoi vedere a bilancio, ma che c’è, esiste e – come hai visto – viene costantemente analizzato da entità importanti.

Organi di stampa e informazione, enti di statistica sociale, enti di controllo.

L’Automazione Fiscale è l’unica “disciplina” che può abbattere, quantomeno, i costi di produzione delle Fatture Elettroniche

 

Come può riuscirci?

Automazione Fiscale significa inserire il Pilota Automatico nel processo di Fatturazione, e lasciare che sia un sistema “powered by FatturaPro” a fare il lavoro, inclusi i controlli di validità e accettazione del documento fiscale post invio al Sistema di Interscambio.

Ma prima ancora di essere un beneficio che arriva dalla tecnologia informatica, e prima ancora di essere una confortevole ottimizzazione dei processi aziendali, l’Automazione Fiscale è – anzitutto – un taglio dei costi.

Certamente, implementare in azienda l’Automazione Fiscale di FatturaPro non è gratis, così come non lo è l’erogazione dei servizi che offriamo alle oltre 5.000 aziende italiane che, mentre scrivo questo articolo, ci stanno dando la loro fiducia.

Ma ci sono due considerazioni da fare:

1) Il costo di un abbonamento FatturaPro, che comprenda il meglio delle funzionalità collegate all’Automazione Fiscale, non arriva minimamente al volume dei costi stimabili sulla base dei dati 2023, sviscerati nelle righe qui sopra.

2) FatturaPro trasforma in un costo fisso ciò che, senza, diventa un costo variabile. Gli stipendi dei dipendenti aumentano, così come – verosimilmente – capiterà anche a te di aumentare il volume di fatture prodotte. FatturaPro ha registrato, da quando esiste (circa 10 anni), un solo aumento fisiologico dei canoni. E non stiamo certamente parlando di rincari epocali, come in molti atri mercati e in molti altri settori.

Ecco perché, se ancora non l’hai fatto, questo è il TUO momento per portare l’Automazione Fiscale all’interno della tua attività

Ogni settimana, con l’uscita dei vari numeri di questa rubrica, apro le porte a centinaia di imprenditori, invitandoli a prendere contatto – senza impegno – con il nostro Support.

Senza chiedere un euro, senza aspettative di acquisto da parte dei clienti che occupano il tempo del nostro Support Team per chiederci aiuto e consigli.

Approfittane.

Hai dei dubbi, o hai bisogno di condividere idee e consolidare visioni su come ottimizzare la gestione fiscale nella tua organizzazione, al fine di renderla più sostenibile, più ergonomica e regalare ai tuoi collaboratori giornate lavorative più distese e libere dal peso della fatturazione?

Allora segui il link qui sotto e prendi subito contatto con i nostri ragazzi del supporto!

 

Contattaci

Polizza assicurativa contro eventi catastrofali: tutte le novità

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un importante obbligo assicurativo per le imprese italiane, richiedendo la stipula di una polizza assicurativa contro i danni derivanti da eventi catastrofali naturali. Questo adempimento, inizialmente previsto per il 31 dicembre 2024, ha subito diverse proroghe per permettere alle aziende di adeguarsi gradualmente alle nuove disposizioni. Il Decreto-legge n. 39/2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e successivamente convertito nella Legge n. 78/2025, ha definitivamente ridefinito le tempistiche di attuazione, differenziandole in base alle dimensioni aziendali.

Il quadro normativo e gli obiettivi

L’obbligo assicurativo è stato introdotto dall’articolo 1, commi 101-111 della Legge di Bilancio 2024 con l’obiettivo primario di tutelare il tessuto produttivo nazionale dai crescenti rischi derivanti da calamità naturali. La normativa mira a garantire che le imprese possano riprendere rapidamente la propria attività in caso di eventi catastrofici, minimizzando l’impatto economico e sociale sul sistema produttivo italiano.

L’Italia presenta infatti un territorio particolarmente esposto ai rischi naturali: secondo gli studi settoriali, il 94% dei comuni italiani è esposto a frane, alluvioni o erosione costiera. Le piccole e medie imprese potrebbero subire perdite fino al 10% del loro fatturato entro il 2040 a causa di interruzioni dovute a eventi catastrofali.

Le nuove scadenze differenziate

Il Decreto-legge n. 39/2025 ha stabilito un calendario differenziato per l’adempimento dell’obbligo assicurativo, tenendo conto delle diverse capacità organizzative ed economiche delle imprese:

Grandi imprese

Per le grandi imprese, la scadenza originaria del 31 marzo 2025 è stata mantenuta, ma è stata introdotta una moratoria di 90 giorni per l’applicazione delle sanzioni . Questo significa che, pur dovendo stipulare la polizza entro il 31 marzo, le eventuali conseguenze per l’inadempimento decorreranno solo dal 30 giugno 2025.

Medie imprese

Le medie imprese hanno ottenuto una proroga significativa, con l’obbligo che scatta il 1° ottobre 2025. Questa estensione temporale permette alle aziende di dimensioni intermedie di valutare con maggiore attenzione le offerte assicurative presenti sul mercato.

Piccole e micro imprese

Per le piccole e micro imprese, nonché per tutte le imprese di pesca e acquacoltura, l’obbligo è stato posticipato al 31 dicembre 2025. Questa proroga più ampia riconosce le maggiori difficoltà che questi soggetti potrebbero incontrare nell’adeguamento alle nuove disposizioni.

Soggetti obbligati e esclusioni

L’obbligo di stipulare la polizza catastrofale riguarda tutte le imprese con sede legale in Italia e le imprese aventi sede legale all’estero con una stabile organizzazione in Italia, purché siano tenute all’iscrizione nel Registro delle Imprese ai sensi dell’articolo 2188 del Codice Civile. Sono incluse le imprese individuali, le società di persone, le società a responsabilità limitata e le società tra professionisti .

Rimangono escluse dall’obbligo le imprese agricole, per le quali resta ferma la disciplina del Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole. Sono inoltre escluse le imprese i cui beni immobili risultino gravati da abuso edilizio o costruiti in carenza delle autorizzazioni previste.

Eventi catastrofali da assicurare

La polizza deve obbligatoriamente coprire i danni causati da cinque specifiche categorie di eventi naturali:

  • Sismi: sommovimenti bruschi della crosta terrestre dovuti a cause endogene 
  • Alluvioni, inondazioni ed esondazioni: fuoriuscite d’acqua dalle usuali sponde di corsi d’acqua o bacini
  • Frane: movimenti di masse rocciose o terrose lungo versanti

Gli eventi verificatisi entro le 72 ore dalla prima manifestazione sono considerati come singolo evento assicurativo.

Beni da assicurare

La copertura deve riguardare le immobilizzazioni materiali di cui all’articolo 2424 del Codice Civile, sezione Attivo, voce B-II, numeri 1), 2) e 3):

  • Terreni e fabbricati
  • Impianti e macchinari
  • Attrezzature industriali e commerciali, incluse macchine, attrezzi, utensili e mezzi di trasporto non iscritti al P.R.A.

È importante notare che i veicoli iscritti al Pubblico Registro Automobilistico sono esclusi dall’obbligo assicurativo. Sono inoltre escluse le merci in giacenza e l’attivo circolante in generale.

Caratteristiche tecniche della polizza

Franchigie e scoperti

La normativa stabilisce che la polizza deve prevedere un eventuale scoperto o franchigia non superiore al 15% del danno. Tuttavia, il Decreto-legge n. 39/2025 ha introdotto una deroga per le grandi imprese, per le quali non si applicano tali limitazioni.

Premi assicurativi

I premi devono essere proporzionali al rischio specifico dell’impresa e del territorio in cui opera. Questo principio di proporzionalità mira a garantire un equilibrio tra accessibilità economica e sostenibilità del sistema assicurativo.

Modalità di copertura

Le imprese assicurative possono offrire la copertura catastrofale assumendo direttamente l’intero rischio, oppure organizzandosi in coassicurazione o in forma consortile con una pluralità di operatori. Eventuali consorzi devono essere approvati da IVASS e registrati presso l’Istituto.

 

Sanzioni e conseguenze dell’inadempimento

Sanzioni per le compagnie assicurative

In caso di rifiuto o elusione dell’offerta di copertura, IVASS può irrogare alle compagnie assicurative sanzioni amministrative pecuniarie da 100.000 a 500.000 euro. Questo obbligo a contrarre garantisce che le imprese possano effettivamente accedere alla copertura assicurativa richiesta dalla legge.

Conseguenze per le imprese inadempienti

Diversamente da altri obblighi fiscali, non sono previste sanzioni dirette per le imprese che non stipulano la polizza. Tuttavia, l’inadempimento comporta conseguenze indirette significative: il mancato adempimento viene considerato nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riguardo a quelle previste in occasione di eventi calamitosi.

Il Decreto attuativo e le regole operative

Il Decreto Ministeriale n. 18/2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 febbraio 2025, ha definito le modalità attuative e operative degli schemi di assicurazione. Il decreto disciplina in particolare:

  • Le modalità di individuazione degli eventi calamitosi suscettibili di indennizzo 
  • Le modalità di determinazione e adeguamento periodico dei premi 
  • I limiti alla capacità di assunzione del rischio da parte delle imprese assicuratrici 
  • Le modalità di coordinamento con gli atti di regolazione IVASS 

 

L’introduzione dell’obbligo assicurativo contro i rischi catastrofali rappresenta un cambiamento significativo per il tessuto produttivo italiano, con l’obiettivo di aumentare la resilienza delle imprese di fronte a eventi naturali sempre più frequenti e devastanti. Le nuove scadenze differenziate offrono alle imprese più tempo per adeguarsi, ma è fondamentale non procrastinare oltre i termini stabiliti.

 

Come fatturare con una lettera d’intento?

Se c è una cosa che abbiamo già detto ma che non finiremo mai di dire è che la vita dell’imprenditore è sempre ricca di sorprese e di nuove sfide da affrontare. Ricerca di nuovi clienti, fidelizzazione di quelli già acquisiti, campagne marketing e bilanciamento tra l’aumento del costo della vita e i prezzi da mettere in listino sono solo alcune delle sfide giornaliere dell’imprenditore. Alle volte, però, quando arriva il momento di fatturare, può succedere di imbattersi in qualcosa di nuovo o con cui non si ha spesso a che fare: la lettera d’intento

Ma che cos’è la lettera d’intento? 

 

La lettera di intento, o dichiarazione d’intento, viene fatta dagli esportatori abituali per poter acquistare beni e servizi senza pagare l’IVA al fornitore. Questo documento attesta che l’acquirente possiede i requisiti per effettuare operazioni non imponibili IVA, cioè acquisti destinati all’esportazione, e consente quindi di evitare il pagamento anticipato dell’imposta, migliorando la liquidità dell’impresa e riducendo i costi operativi.

In pratica, la lettera d’intento è uno strumento con cui l’esportatore abituale comunica formalmente al fornitore e all’Agenzia delle Entrate la propria situazione fiscale, permettendo al fornitore di emettere fatture senza applicazione dell’IVA entro un plafond stabilito in base all’ammontare delle esportazioni effettuate nell’anno precedente.

 

Cosa bisogna fare per inserirla in una fattura? 

 

Anche se non frequentemente, può capitare di imbattersi in un cliente che è in possesso di una lettera d’intento e che ci chiede di inserirla in fattura per i motivi che abbiamo già citato sopra. 

Prima di procedere con l’inserimento dei dati della lettera d’intento è importante seguire alcuni passaggi di verifica all’Agenzia delle Entrate di cui abbiamo parlato nella nostra voce dedicata del dizionario.  

Una volta seguiti questi passaggi bastano solo due semplici accorgimenti: 

In fase di compilazione della fattura , quando si stanno inserendo le righe del documento, alla voce aliquota iva sarà importante ricordarsi di inserire l’esenzione corretta per questo tipo di operazione, nello specifico la N3.5 reperibile nel menù a tendina. 

Il secondo passaggio sarà quello di inserire il codice della lettera d’intento nella sezione Altri dati gestionali della riga del documento.  Trovate il pulsante apposito per inserire questo tipo di dati a destra della riga del documento una volta che l’avrete salvata. 

Nella finestra che si aprirà bisognerà inserire, alla voce tipo:  INTENTO e nella sezione testo il codice relativo della lettera d’intento.

Bastano solo questi due piccoli accorgimenti per avere una fattura inviabile all’AdE  con tutti i dati relativi alla lettera d’intento.

Per qualsiasi altro dubbio o per maggiori informazioni non esitate a contattarci, saremo felici di aiutarvi!

 

Il team di supporto

Gestione negozi semplificata grazie alle soluzioni di FatturaPRO.click

Il trend di questa settimana riguarda l’aumento dei flussi e delle operazioni documentali e di processo nel contesto della gestione negozi.

Se, da un lato, le vendite stagnano, dall’altro gli esercenti ricorrono alla prima contromisura per migliorare i flussi di cassa e il controllo di gestione generale della propria attività: ottimizzare i margini attraverso un controllo preciso, e supportato da molte automazioni.

Sia a livello di procedure che a livello di gestione fiscale.

Nonostante la Banca Centrale Europea abbia fatto ricorso ai tagli sugli interessi, di 25 punti base, l’inflazione è tornata al +2% e il potere d’acquisto dei consumatori rimane troppo basso.

Chi si aspettava un intervento più sostanzioso delle istituzioni, per favorire una reale ripresa dell’economia, è rimasto deluso e non resta, quindi, che “inventarsi qualcosa” in proprio per gestire la propria contabilità – sia amministrativa che fiscale – con l’aiuto della tecnologia.

Il commercialista rimane un punto di riferimento, ma come il dietologo non può sedersi a tavola tutti i giorni con “il paziente”

Questo è il trend che stanno portando avanti molti esercenti nel tentativo di recuperare un po’ del terreno perso con le vendite, attraverso una gestione oculata degli acquisti, del magazzino e delle marginalità.

Oltre ad una attenzione portata ai massimi storici sul controllo dei previsionali. Chi ha un negozio ha bisogno di sapere quanti soldi ci saranno sul conto corrente al presentarsi delle cosiddette “grandi scadenze”: scadenze tributarie, scadenze di bilancio e versamento IVA.

Il commercialista è sicuramente la figura giusta a cui rivolgersi per mettere in piedi delle routine di controllo corrette, basate sulle giuste metriche e sulle più indicate tempistiche di controllo e aggiornamento.

Certo, il controllo di gestione non deve diventare un’ossessione ma in alcune tipologie di negozi si vede una tendenza di consultazione delle dashboard, e dell’andamento dei principali KPI, anche quotidiana.

Non sempre il consulente fiscale può seguire l’impresa passo dopo passo, giorno dopo giorno, ed ecco che quindi diventa essenziale avere il classico “colpo d’occhio” sull’andamento dei numeri e relativo confronto con gli obiettivi di fabbisogno prefissati.

È un po’ come il dietologo, che ti prescrive la dieta, ti fissa controlli serrati per analizzare l’andamento della bilancia, pronto a rimproverarti severamente se l’ago non indica il peso-obiettivo.

Ma non può sedersi a tavola tutti i giorni con il suo paziente, per vedere se rispetta le tabelle di marcia e le quantità prescritte nella dieta.

Nel rapporto tra imprenditore e commercialista, la dinamica è simile. Si possono fissare obiettivi e incontri periodici, ma ciò che fa la differenza è la quotidianità basata su strumenti che esprimono l’andamento generale dei KPI economici con strumenti e grafici.

Semplici da consultare, a portata di smartphone e disponibili a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Un ecosistema digitale semplice per una gestione negozio “simile a un e-commerce”

 


FatturaPro rappresenta l’alleato perfetto per una gestione semplificata dei negozi nell’era delle sfide e dei mercati globali.

Se leggi questa newsletter, e in particolare segui questa rubrica da quando è cominciata, ti sarai ormai reso conto di come le nostre soluzioni siano cresciute.

Da semplici strumenti di supporto alla Fatturazione Elettronica, a sistemi gestionali che riescono a supportare molti processi organizzativi e di controllo vitali per qualunque piccola realtà alle prese con operazioni commerciali frequenti e quotidiane, tipico della vendita al dettaglio.

FatturaPro è, prima di tutto, cresciuta nella dimensione digitale, sostenendo – anzitutto – attività online e proprietarie di negozi digitali.

Ma, seguendo e conoscendo l’evoluzione normativa della fatturazione, e dell’emissione dei corrispettivi, è sempre stato chiaro per noi l’obiettivo di portare la nostra esperienza all’interno dei negozi fisici.

Del resto, le due cose stanno prendendo sempre di più la via dell’integrazione, se non addirittura dell’unificazione.

Negozio fisico e virtuale si assomigliano ogni giorno di più.

I registratori di cassa evolvono verso sistemi virtuali e digitali, così come i sistemi di pagamento.

I POS sono sempre meno simili ai vecchi terminali “ISDN” (quelli che si collegavano alla piattina telefonica e che richiedevano connessioni complicatissime con le casse), e sembrano sempre più dei normalissimi device smart.

Stretti parenti dei nostri smartphone che sono sempre più facili da collegare con ecosistemi gestionali capaci di mettere insieme magazzino, piano vendita e canali di acquisizione dei dati fiscali messi a punto da Agenzia delle Entrate.

FatturaPro è come un puzzle che compone una gestione dei negozi multicanale

Il background di FatturaPro è tale da permetterne, oggi, l’utilizzo ambivalente tra online e commercio “fisico”.

Una sorta di baricentro tra nuove forme di commercio e quelle più tradizionali, che permette all’esercente di sviluppare un unico ecosistema per gestire, volendo, e-commerce e negozio fisico in un’unica soluzione, con estrema flessibilità e facilità.

Nelle scorse uscite della Newsletter, hai potuto leggere alcuni riferimenti importanti che ti raccontano la profondità, unita alla semplicità, di una soluzione nata per fare – tra virgolette – poche cose.

Ma predisposta per dare, al tessuto imprenditoriale italiano, un supporto realmente capace di rendere facile e gestibile tutta la complessità gestionale e fiscale che un esercizio commerciale italiano deve affrontare.

Vuoi conoscere quali sono i confini di una gestione dei negozi “secondo FatturaPro”?

Questa Newsletter, oltre a informarti su diversi temi e sui trend che riguardano le funzioni più usate dai Clienti FatturaPro, fa un’altra cosa per te.

Ti offre la possibilità di creare un filo diretto con il nostro Supporto. Lo stesso supporto che, da qualche settimana, gestisce per conto suo una delle rubriche più apprezzate di questa Newsletter, proprio in virtù della preparazione, della disponibilità e della competenza di questo team.

Tu hai la possibilità di interagire con esso e di porre al nostro supporto le domande e le richieste che servono a soddisfare la tua curiosità e il tuo bisogno di capire e conoscere come può essere concepito il negozio di domani, in una fusione perfetta tra online e offline.

Unite da un filone fondamentale che riguarda il Controllo di Gestione, e soprattutto il controllo delle marginalità.

Vuoi sapere come puoi ottenere tutto questo nella gestione dei negozi?

Segui il link qui sotto

 

FatturaPRO.click

Annullamento documenti fiscali: come fare in pochi click?

La bella stagione è finalmente arrivata e per molti imprenditori questo non significa solo un aumento delle temperature dopo un freddo inverno ma, anzitutto, un aumento del proprio giro d’affari. Molti dei nostri clienti sono proprietari di B&B o di aziende che lavorano nel campo del turismo o della ristorazione, fino ad arrivare a realtà che si trovano spesso a lavorare in fiere e mercati in giro per l’Italia e non solo. L’aumento di affari e quindi di vendite di beni e servizi comporta un consequenziale incremento delle emissioni di documenti fiscali, siano essi corrispettivi o fatture. Sebbene sappiamo bene che con FatturaPRO.click emettere un corrispettivo o una fattura è facile, spesso si può incorrere in errori. 

Un corrispettivo battuto di fretta che ha un importo sbagliato o un cliente che dopo lo scontrino ci ripensa e ci chiede una fattura, possono essere scenari all’ordine del giorno quando abbiamo molte vendite da gestire. 

 

Una cosa del tutto simile può capitare dopo aver emesso una fattura in tutta fretta, prima di chiudere la giornata. Dopo poco il cliente ci chiama dicendo che l’importo è errato ed effettivamente… ha ragione. 

 

Come possiamo procedere all’annullamento di un documento fiscale prima di emetterne un altro? 

 

Sia che si parli di corrispettivo che di fattura, con FatturaPRO.click la gestione degli annullamenti dei documenti è davvero facile e a portata di click! 

Ma partiamo dalla più facile, ovvero la nota di credito. 

Per crearne una basta davvero un solo click. Andando a destra della riga corrispondente alla fattura troveremo, infatti, il pulsante “emetti nota di credito da fattura”. Cliccandoci sopra avremo una nota di credito già inviabile con tutti i riferimenti alla fattura che andrà a stornare, inclusi i documenti correlati che si riferiscono alla fattura stessa. 

L’annullamento di un corrispettivo, invece, ci costerà appena 3 click!!

 

Tutto quello che bisogna fare è andare alla voce corrispettivi nel menù di sinistra, trovare il corrispettivo da annullare e cliccare sul cestino che si trova in corrispondenza a destra. Si aprirà un popup che ci chiederà la password AdE (per motivi di sicurezza) e cliccando su login verrà emesso un corrispettivo di annullamento a storno totale del corrispettivo a cui fa riferimento. 

Per quanto riguarda il mondo dei corrispettivi ci teniamo a ricordare un paio di cose, che magari sapete già, ma come dicevano i nostri antenati repetita iuvant

  • Tutti i corrispettivi emessi sono disponibili in piattaforma al menu corrispettivi.
  • Se si emettono corrispettivi in app questi saranno visibili anche in piattaforma ma i corrispettivi emessi in piattaforma non sono visibili in app. Se non li vedete lì, state tranquilli, li trovate nel menù corrispettivi di cui abbiamo parlato prima. 
  • L’annullamento dei corrispettivi è possibile solo da piattaforma e non da app. Qualora aveste a disposizione solo il vostro device mobile potete comunque accedere in piattaforma da cellulare o tablet, la nostra piattaforma è completamente responsive. 

 

Speriamo che i consigli di oggi vi siano stati utili. Per ogni dubbio o chiarimento siamo sempre pronti a darvi supporto tramite la nostra chat o telefonicamente. 

 

Il team di supporto

Incentivi alle PMI per l’AI: il nuovo disegno di legge

L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando il panorama produttivo e competitivo delle imprese a livello globale, portando innovazione in settori come la produzione, la logistica, l’agroalimentare, la sanità e il turismo. Per le piccole e medie imprese (PMI) italiane, che rappresentano la colonna portante dell’economia nazionale, l’adozione di queste tecnologie non è più solo un’opzione, ma una necessità per restare al passo con la concorrenza internazionale e con le grandi aziende già dotate di strumenti avanzati.

Tuttavia, i dati più recenti evidenziano che il tasso di adozione dell’AI tra le PMI italiane resta ancora basso: secondo il Rapporto COTEC 2023, solo il 6,6% delle PMI utilizza sistemi di AI, mentre oltre il 30% si dichiara interessato a esplorarne l’uso. Le principali barriere sono la carenza di cultura digitale, la difficoltà di accesso a competenze specialistiche e le limitazioni finanziarie che rendono difficile sostenere investimenti in tecnologie innovative.

Il nuovo disegno di legge: obiettivi e destinatari degli incentivi AI

Per colmare queste lacune e favorire la transizione digitale delle PMI, il Senato ha presentato il disegno di legge n. 494, su iniziativa del senatore Gelmetti, con l’obiettivo di promuovere l’adozione, l’integrazione e la sperimentazione di tecnologie di intelligenza artificiale nelle imprese di piccole e medie dimensioni. Il provvedimento si inserisce nel solco di precedenti iniziative come il Piano Industria 4.0, il PNRR e la Transizione 5.0, ma si concentra in modo specifico sulle tecnologie AI, anche generative.

Le misure sono destinate alle PMI con sede operativa in Italia, attive in settori strategici come manifatturiero, logistica, agroalimentare, sanitario e turistico. Per accedere agli incentivi, le imprese dovranno dimostrare di non aver già effettuato investimenti significativi in AI o di voler ampliare l’uso di queste tecnologie nei propri processi.

Interventi ammissibili e tecnologie coperte

Il disegno di legge prevede un ampio ventaglio di interventi ammissibili, tra cui:

  • Acquisto e implementazione di software e sistemi basati su AI, inclusi strumenti personalizzati;
  • Accesso a servizi di consulenza tecnica e specialistica;
  • Realizzazione di progetti pilota e sperimentali;
  • Attività di formazione e aggiornamento del personale.

Le tecnologie ammesse spaziano dall’ottimizzazione dei processi produttivi e automazione industriale, fino alla personalizzazione dei servizi tramite AI generativa e alla protezione dei dati aziendali con strumenti di cybersecurity.

Un aspetto innovativo della proposta è la premialità aggiuntiva per i progetti che generano benefici ambientali ed energetici misurabili, come la riduzione dei consumi o l’ottimizzazione delle risorse, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e transizione ecologica.

Misure economiche: contributi, crediti d’imposta e formazione

Il disegno di legge prevede quattro principali forme di sostegno economico alle PMI:

  • Contributi a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili, con un tetto massimo di 200.000 euro per impresa;
  • Crediti d’imposta fino al 20% delle spese sostenute per l’integrazione dell’AI nei processi aziendali;
  • Contributi specifici per consulenza e formazione fino a 10.000 euro;
  • Premialità aggiuntiva fino al 10% per i progetti che migliorano la sostenibilità ambientale o l’efficienza energetica.

Queste misure saranno attuate tramite un decreto interministeriale che definirà criteri, modalità operative, sistemi di monitoraggio e risorse annuali disponibili. I fondi proverranno principalmente dal Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, con possibilità di cofinanziamento europeo, in linea con le strategie della Commissione UE e degli strumenti come GenAI4EU.

Sfide e opportunità per le PMI italiane nell’uso dell’AI

Nonostante l’interesse crescente, molte PMI italiane si trovano ancora in una fase esplorativa rispetto all’adozione dell’AI: solo il 12% ha una strategia digitale che contempla l’AI, mentre il 40% ne riconosce il potenziale ma non sa come iniziare. Gli incentivi previsti dal nuovo disegno di legge potrebbero rappresentare una svolta, abbattendo le barriere economiche e culturali e favorendo l’accesso a competenze e tecnologie avanzate.

L’integrazione dell’AI può portare vantaggi concreti: dall’automazione dei processi ripetitivi all’analisi predittiva dei dati, dalla personalizzazione dei prodotti e servizi alla maggiore efficienza energetica e sostenibilità ambientale. In un contesto internazionale sempre più competitivo, la capacità di innovare diventa la chiave per la sopravvivenza e la crescita delle PMI.

Il nuovo disegno di legge sull’intelligenza artificiale rappresenta un passo importante per sostenere la digitalizzazione delle PMI italiane, offrendo strumenti concreti per superare il gap tecnologico e favorire l’innovazione diffusa. L’efficacia della misura dipenderà dalla rapidità di attuazione, dalla semplicità delle procedure di accesso e dalla capacità di accompagnare le imprese anche sul piano della formazione e della cultura digitale.

 

Conservazione delle fatture elettroniche ed ecosistemi zero pensieri

Conservazione delle fatture: l’ultimo miglio dell’ecosistema “zero pensieri”


La conservazione delle fatture è un servizio che ha un valore di rilievo assoluto per chi fa impresa in Italia.

Siamo soliti dire che la nostra nazione non cambi mai.

E che fare impresa nel nostro paese sia molto più difficile.
La pressione fiscale nel 2024 ha raggiunto il 42,6% del PIL, contro il 39,8% della media europea (dati Ansa.it e osservatoriocpi.unicatti.it). Mentre il tasso di burocrazia erode la nostra competitività come un macigno al collo.

Ma c’è un però.

Negli ultimi 16 anni, l’Italia ha fatto cambiamenti enormi di cui fai probabilmente fatica ad avere una percezione. Eppure, il tessuto imprenditoriale italiano registra una riduzione della burocrazia clamoroso, di cui non si parla forse abbastanza.

Secondo i dati di Confartigianato e dell’Osservatorio Burocrazia del CNA, siamo passati da uno spreco di circa 90 giorni medi lavorativi del 2008, ai “soli” 39 giorni lavorativi del 2024.

Questo cambiamento è il risultato di una graduale conversione dei processi burocratici dal cartaceo al telematico.

Cosa c’entra la Conservazione delle fatture e quali meriti ha in tutto questo?

L’ introduzione delle norme AGID sulla Conservazione di documenti digitali, che possono avere rilievo in sede di controlli o di contenziosi giuridici, civilistici e tributari, ha aperto il fronte verso la creazione di Ecosistemi “zero pensieri”.

Ovvero l’insieme di procedure e processi automatici che, gradualmente, aiutano l’imprenditore a disimpegnare il suo tempo da una serie di rallentamenti che nel commercio globale di oggi non possono più trovare posto.

Certo, gli spazi per rendere le cose ancora più facili e ancora più “connesse” alle esigenze di un’impresa che compete sui mercati attuali è ancora tanto.

Ma sta di fatto che se hai un’impresa e vuoi concentrarti esclusivamente sullo sviluppo della tua attività, e sulle scelte corrette da intraprendere, le tue possibilità di farlo sono molte di più rispetto a soli 16 anni fa.

Quando tra una vendita e un’occhiata ai numeri, dovevi anche curare maniacalmente carte bollate, faldoni e marche da bollo.

La vera essenza di un ecosistema “zero pensieri” che deve trarre ispirazione dal “Don’t make me Think”

Nella programmazione software, il “guru” Steve Krug ha introdotto 15 anni fa il principio del “Don’t Make me Think”, che possiamo tradurre in italiano con un “non farmi pensare”.

È una nuova filosofia che nasce sulla base di come gli utenti di internet si sono ormai abituati ed educati a interagire con applicazioni come Facebook, Instagram o Tik Tok. Tutti le sanno usare, senza manuali di istruzioni.

Tuttavia, la generazione di software precedenti erano costellate di manualistica, tanto che dietro ai manuali di Windows, Office, Lotus Notes, ecc., c’erano dei veri e propri mercati fatti di corsi formativi in aula, libri, e successivamente siti web.

È bastato pochissimo tempo per spazzare via questa mentalità. Oggi sta accadendo la stessa cosa nel rapporto tra tessuto imprenditoriale e burocrazia.

Il principio alla base di una gestione “Zero Pensieri”

Gli ecosistemi gestionali, come quelli creati da Fattura.Pro, stanno accompagnando l’imprenditore verso una gestione “zero pensieri”, che non significa “ah come è facile fare impresa”.

Ma, piuttosto, racchiude un concetto che rappresenta un’evoluzione comunque clamorosa, una rottura totale con il passato.

“Zero pensieri” è uguale a: “devo concentrarmi solo sulla mia idea, su come la trasmetto ai potenziali clienti, su come migliorare le vendite e come migliorare la mia erogazione”.

Niente più tempo speso appresso a cervellotici file Excel, niente più tempo speso dietro a file XML gestiti con tool e programmini da gestire “a manina”.

Ogni mattina, un imprenditore si sveglia e sa che potrà concentrarsi solo sui fattori chiave del suo business, mentre il suo ecosistema digitale compila numeri, dati e processi telematici col pilota automatico al posto suo.

Gratuità ad ogni costo VS democratizzazione dei servizi automatici e degli ecosistemi: l’esempio della Conservazione delle fatture è indicativo di cosa convenga di più

 

 

 

 

 

 

Certo, raggiungere l’apice di una gestione “zero pensieri” ha un costo. Non è gratis.

Ma non stiamo più parlando di costi rilevanti come nel 2019.

Quando l’avvento della Fattura Elettronica ha coinciso con incertezze, inesperienza generale e anche un pizzico di speculazione (non certamente da parte di Fattura.Pro, che per sette lunghi anni non ha mai ritoccato i suoi listini mentre nel dopo covid tutti hanno fatto a gara ad alzare i canoni, in tutti i settori).

Oggi stiamo andando decisamente verso un’era di democratizzazione, in cui i costi per avere un ecosistema integrato, capace di mettere in comunicazione più gestionali e più strumenti, per poi inviare ad Agenzia delle Entrate i dati di fatturazione in automatico, e conservare i documenti fiscali, sono veramente alla portata di tutti.

Piccoli imprenditori, startup che aprono nei garage come nelle migliori storie americane, imprese familiari, esercenti e chi più ne ha più ne metta.

La conservazione delle fatture ne è un esempio. Oggi i clienti di Fattura.Pro conservano le fatture con un canone veramente sostenibile, e non devono pensare a nulla.

Nè alla procedura di invio dei dati in conservazione, né a come reperire ed estrarre dal sistema di conservazione i documenti fiscali richiesti, in caso di accertamenti.

Di contro, un imprenditore oggi ha facoltà di conservare le fatture gratuitamente presso agenzia delle entrate. Ma pagando comunque un prezzo.

Il prezzo di dover gestire alcuni “pezzi” del processo a mano, e di essere completamente solo nel momento in cui dovessero sopraggiungere necessità di andare a recuperare un determinato documenti fiscale.

FatturaPro porta il tessuto imprenditoriale verso il raggiungimento dello “zero pensieri”

Il Trend di questa settimana ha riguardato un picco forte di documenti generati dagli ecosistemi Fattura.Pro utilizzati dai nostri clienti, e versati in Conservazione.

Siamo a metà anno ed è un buon momento per cominciare a inviare le fatture ad Agenzia delle Entrate, in modo da liberarsi da questo pensiero e andare sereni verso l’estate.

I flussi di FatturaPro permettono di gestire la Conservazione delle Fatture in modo automatico, attraverso regole semplici di cui l’imprenditore è perfettamente a conoscenza. E quindi ne ha il controllo, ma senza doversene occupare.

Senza avere il pensiero di tenere a mente questo fattore assolutamente essenziale e decisivo in caso di controlli e/o contenziosi. Non solo con l’Agenzia delle Entrate, ma anche in caso di diatribe con clienti finali o rivenditori, per fornire ai propri legali documenti pienamente “opponibili a terzi”.

Cosa significa?

Significa che i documenti fiscali prodotti attraverso gli ecosistemi di FatturaPro non possono essere soggetti a contestazioni dal punto di vista della autenticità e del valore probatorio.

Inoltre, con FatturaPro non hai nessun timore di perdere i tuoi documenti. O di non riuscire più a trovarli nell’archivio digitale, che negli anni ovviamente diventerà sempre più popolato di fatture.

Vuoi conoscere tutte le semplificazioni burocratiche, normative e fiscali incluse in FatturaPro.click?

Come sempre, lo staff di Fattura.Pro ti dedica un filo diretto per porre domande o richieste di approfondimento. Puoi sfruttarlo senza pagare nulla e senza assumerti l’impegno di acquistare qualcosa.

Vuoi organizzare un approfondimento gratuito con noi? Clicca sul link qui sotto:

 

Contatti

Ritenuta d’acconto non ti temo!

Ritenuta d’acconto. Se sei un imprenditore in regime ordinario sicuramente non è la prima volta che senti parlare di questo argomento. I nostri amici forfettari ne sono esenti ma per chi non lo è cercare di capire come applicarla in fattura non è sempre un gioco da ragazzi. 

Dopo aver trovato un cliente, contrattato sul prezzo, cercando di offrire un buon servizio senza però svenderlo, ti sarà sicuramente capitato di dover emettere una fattura che tenga anche conto di una ritenuta d’acconto verso il tuo cliente. Ma cos’è di preciso? 

Quando parliamo di ritenuta d’acconto?

 

La ritenuta d’acconto è un meccanismo fiscale che consiste in una trattenuta effettuata dal committente (sostituto d’imposta) sul compenso dovuto a un lavoratore autonomo o professionista (sostituito), con l’obiettivo di anticipare il pagamento delle imposte sul reddito (IRPEF).

Per avere qualche altra informazione a riguardo ti suggeriamo di dare un’occhiata alla pagina dedicata del nostro dizionario.

Come applicarla con FatturaPRO.click ?

Ma una volta capito di cosa stiamo parlando resta la domanda più importante. Come si applica questa benedetta ritenuta d’acconto? 

Abbiamo due modalità diverse per agire sulla cosa ma tutto dipende dal fatto di applicarla sempre o solo qualche volta in fattura.  Per chi emette sempre fatture con ritenuta d’acconto basterà andare nella sezione “impostazioni”- dati fiscali del proprio profilo e procedere in questo modo: 

  • Alla voce tipo di ritenuta bisognerà indicare se si tratta di una ritenuta persone fisiche (qualora tu sia un libero professionista o una ditta individuale) o giuridiche (qualora tu sia il rappresentante legale di una srl, srls, spa etc.) 
  • Alla voce aliquota ritenuta andrà inserita la percentuale della ritenuta da applicare alle fatture. 
  • Alla voce causale ritenuta si dovrà selezionare la causale di proprio interesse

 

Attraverso questi semplici passaggi, ogni qual volta verrà emessa una fattura, questa terrà conto della ritenuta d’acconto che verrà automaticamente calcolata da FatturaPRO.click. 

 

Come funziona per chi invece la applica di tanto in tanto?

Leggermente diversa è la situazione di chi emette fatture con ritenuta d’acconto in modo sporadico, ma non preoccuparti, bastano solo pochi passaggi. 

Una volta che si sta emettendo una fattura, bisognerà andare nella sezione mittente e seguire gli stessi passaggi descritti sopra : 

  • Alla voce tipo di ritenuta bisognerà indicare se si tratta di una ritenuta persone fisiche (qualora tu sia un libero professionista o una ditta individuale) o giuridiche (qualora tu sia il rappresentante legale di una srl, srls, spa etc.) 
  • Alla voce aliquota ritenuta andrà inserita la percentuale della ritenuta da applicare alle fatture
  • Alla voce causale ritenuta si dovrà selezionare la causale di proprio interesse

 

La differenza con la prima modalità è il fatto che questa richiede un ulteriore semplice passaggio. Man mano che vengono inserite le righe del documento, prima di cliccare su salva e ritorna, bisognerà assicurarsi di selezionare SI alla voce Ritenuta che si trova in basso mentre siamo in modifica della riga del documento.

In questo modo FatturaPRO.click calcolerà la ritenuta come richiesto. Diversamente succede per chi ha inserito la ritenuta nelle impostazioni del profilo; per quegli utenti non ci sarà bisogno di tener conto di questo ultimo passaggio nelle righe della fattura. 

In pochi semplici passaggi potrai avere una fattura con tanto di ritenuta d’acconto pronta per essere inviata al tuo cliente. 

 

Speriamo che anche oggi i nostri consigli ti siano stati d’aiuto e rinnoviamo l’invito a seguire la nostra rubrica la prossima settimana. Se intanto hai problemi sai come contattarci!

 

Il team di supporto

Split Payment: esclusione delle società quotate dal 1° luglio 2025

Il meccanismo dello split payment, introdotto in Italia per contrastare l’evasione IVA, subirà un’importante modifica a partire dal 1° luglio 2025: le società quotate nell’indice FTSE MIB della Borsa Italiana non saranno più soggette a questo regime. La novità, prevista dalla Decisione del Consiglio UE n. 1552/2023 e confermata da recenti comunicazioni istituzionali, ridefinisce gli obblighi per fornitori e committenti, con implicazioni operative e contabili significative. 

Cos’è lo Split Payment e perché cambia

 

Lo split payment (o “scissione dei pagamenti”) è un meccanismo IVA che prevede il versamento diretto dell’imposta all’Erario da parte del committente, anziché tramite il fornitore. Applicato principalmente a enti pubblici e società di rilevante interesse, ha lo scopo di garantire il recupero immediato dell’IVA, riducendo il rischio di evasione. Tuttavia, il Consiglio UE ha autorizzato l’Italia a prorogare il regime solo fino al 30 giugno 2026, a condizione di escludere progressivamente alcune categorie, tra cui le società quotate in borsa.

La modifica risponde a due esigenze:

  1. Armonizzazione con le norme UE: L’Europa considera lo split payment una deroga temporanea, da limitare a settori specifici.
  2. Riduzione degli oneri amministrativi: Le società quotate, spesso impegnate in transazioni complesse e internazionali, beneficeranno di una semplificazione contabile.

Cosa cambia per le società FTSE MIB

 

Dal 1° luglio 2025, le 40 società incluse nell’indice FTSE MIB (come TIM, Enel, Intesa Sanpaolo) non saranno più tenute a applicare lo split payment. Ciò significa che:

  • Per i fornitori: L’IVA dovrà essere indicata in fattura e versata all’Erario attraverso il regime ordinario, senza scissione dei pagamenti.
  • Per le società quotate: L’IVA pagata ai fornitori potrà essere interamente detratta, come avviene per le imprese non soggette allo split payment.

Esempio pratico:


Un fornitore emette una fattura di 10.000 € + 22% IVA (2.200 €) a una società quotata il 5 luglio 2025. In passato, la società avrebbe versato 2.200 € direttamente all’Agenzia delle Entrate, pagando al fornitore solo 10.000 €. Dal 1° luglio, invece:

  • Il fornitore riceve l’intero importo (12.200 €) e versa autonomamente l’IVA.
  • La società quotata detrae 2.200 € nel proprio periodo IVA, come previsto dal regime ordinario.

 

Implicazioni per i fornitori: cosa fare

I fornitori che operano con società quotate devono adeguare i propri sistemi di fatturazione entro il 30 giugno 2025. Le principali azioni da intraprendere includono:

  1. Aggiornare i software contabili: Rimuovere l’opzione split payment per le fatture emesse a partire dal 1° luglio 2025.
  2. Modificare le condizioni contrattuali: Rivedere i termini di pagamento per includere l’IVA a carico del fornitore.
  3. Formare il personale: Assicurarsi che il team amministrativo conosca le nuove procedure.

Attenzione agli errori: Se una fattura emessa dopo il 30 giugno 2025 include ancora lo split payment, la società quotata non potrà versare l’IVA all’Erario e dovrà richiedere una nota di variazione per correggere il documento. In assenza di rettifica, il fornitore rischia sanzioni per mancato versamento dell’imposta.

Casi esclusi dalla modifica dello split payment: cosa resta invariato

L’esclusione delle società quotate non influisce su altre categorie soggette allo split payment fino al 2026:

  • Pubbliche Amministrazioni: Comuni, Regioni, enti pubblici.
  • Società controllate da enti pubblici: Con partecipazione superiore al 70%.
  • Fondazioni e enti no-profit: Finanziati prevalentemente da fondi pubblici.

Restano inoltre esclusi dallo split payment:

  • Operazioni in reverse charge (ad es. costruzioni, telefonia).
  • Professionisti non forfettari: Soggetti a ritenuta alla fonte.
  • Regimi speciali: Agenzie di viaggio, intrattenimento, ecc.16.

Tempistiche e riferimenti normativi

La transizione è regolata da:

  • Decisione UE 2023/1552: Proroga lo split payment fino al 2026 ma esclude le società quotate dal 1° luglio 2025.
  • Comunicazioni ufficiali: TIM e altre società hanno già avvisato i fornitori del cambiamento.
  • Elenchi aggiornati: Il Ministero dell’Economia ha pubblicato a ottobre 2024 gli elenchi dei soggetti ancora soggetti al regime.

Per evitare contenziosi, è fondamentale verificare lo status del committente tramite gli elenchi ufficiali e consultare un commercialista per adeguamenti contabili.

 

L’esclusione delle società quotate dallo split payment segna un passo verso la semplificazione fiscale, allineandosi alle direttive UE. Per i fornitori, è cruciale aggiornare processi e sistemi entro giugno 2025, evitando errori che potrebbero generare sanzioni o ritardi nei pagamenti. Le aziende interessate dovrebbero inoltre monitorare eventuali ulteriori chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate, soprattutto in merito alla compensazione dell’IVA e alla gestione delle fatture transitorie.

 

Gestione lotti nella fatturazione e impatto sull’Automazione Fiscale

Gestione dei lotti e automazione fiscale: continua il “viaggio” dei nostri clienti verso un controllo di gestione che va ben oltre la fattura

Gestire i lotti di fatturazione in modo strategico, non è banale. Ma al tempo stesso non è un elemento trascurabile.
Sette responsabili della contabilità su dieci, secondo una ricerca di Arden Partners, dichiarano che il costo di gestione, per redigere una fattura manuale, sia insostenibile per gli standard di oggi.

Da McKinsey fino a enti di ricerca “nostrani”, come il Politecnico di Milano, tutti valutano il costo di una fattura gestita “a mano” tra i 9 e i 10 euro a documento.

Sempre stando ai dati, il tempo di gestazione della fattura redatta a mano, tra scrittura, invio, eventuali rettifiche e accettazione confermata sul Sistema di Interscambio, può arrivare anche a dieci giorni.

E i responsabili che hanno partecipato ai sondaggi, hanno ragione. Questi non sono più dati sostenibili e coerenti con un mondo che va più veloce e con costi energetici, di affitto e di personale sempre più alti in tutto il mondo.

Ecco perché il controllo di gestione diventa l’elemento che fa la differenza tra un’impresa che può avere un futuro, ed una che non ce l’ha

Prima dell’intelligenza artificiale, prima di qualsiasi altro fattore che i media ti presentano come determinante, essenziale e vitale per il futuro, c’è il controllo di gestione.

La possibilità di aprire una schermata di un software, o meglio ancora di un banalissimo browser web, e avere un colpo d’occhio immediato sui numeri dell’azienda rispetto agli obiettivi.

Unitamente alla possibilità di ponderare ogni singolo parametro numerico, dalla marginalità ai costi, dai flussi di cassa fino ai previsionali di liquidità in banca dei prossimi mesi, o dell’anno corrente.

Anche questa settimana i Trend di FatturaPro vanno oltre il concetto di funzionalità o di singole caratteristiche della nostra soluzione.

I trend che possiamo osservare da qui, abbracciano in pieno tutti gli esiti delle survey, dei sondaggi che escono quasi quotidianamente e che mi riservo di osservare con costanza, almeno un paio di volte alla settimana.

Perché?

Perché questi dati, quando sono attendibili e provenienti da fonti sicure, rappresentano la voce di ciò che il tessuto imprenditoriale italiano si appresta a chiederci, domani, dopodomani e nei prossimi anni.

La gestione dei lotti di fatturazione rientra in pieno nel quadro di semplificazione dei processi di cui le aziende hanno bisogno per ottimizzare operatività e controllo

Il concetto di “lotti”, a livello di fatturazione, si riferisce generalmente alla suddivisione di prodotti o servizi venduti in gruppi specifici, identificati da un codice o un riferimento, per facilitare il tracciamento, il controllo e la gestione amministrativa.

Un lotto rappresenta una quantità definita di beni o servizi che vengono fatturati insieme, e che condividono determinate caratteristiche comuni come, ad esempio, data di produzione, data di consegna, tipo di prodotto, provenienza, ecc.

Perché ti può essere utile questo articolo da un punto di vista fiscale?

È anzitutto una questione di processo e di controllo. Due temi che hai trovato in diversi numeri della nostra newsletter.

In pratica, un lotto rappresenta una quantità definita di beni o servizi che vengono fatturati insieme, e che condividono determinate caratteristiche comuni (ad esempio, data di produzione, data di consegna, tipo di prodotto, provenienza, ecc.).

E perché si usano i lotti nei processi di fatturazione?

Utilizzare criteri e procedure per definire e gestire i lotti, nei processi di produzione, è una scelta che ha a che fare con tre punti importanti:

Tracciabilità e controllo:
I lotti permettono di identificare chiaramente da dove proviene la merce venduta, facilitando il controllo della qualità e la gestione degli stock, soprattutto in ambiti in cui la tracciabilità è fondamentale (alimentare, farmaceutico, cosmetico).

Gestione logistica:
Aiutano a gestire efficientemente magazzini e inventari, agevolando il monitoraggio delle giacenze, degli acquisti, e delle vendite.

Gestione amministrativa e fiscale:
Facilitano la corrispondenza tra fatture, documenti di trasporto (DDT) e ordini, rendendo la gestione contabile e fiscale più trasparente e ordinata.

Come funzionano i lotti in FatturaPro?

 

 

La gestione dei lotti non serve solo per la logistica o per attivare una scorciatoia nei processi di fatturazione.

Una gestione corretta dei lotti serve a evitare errori che ti costano tempo, soldi, e la soddisfazione di quel cliente per il quale hai investito tanto.

Molti gestori di e-commerce, e molte aziende in generale, tendono a gestire i lotti in modo ancora analogico. Al punto che i file Excel – talvolta – possono persino rappresentare una soluzione molto avanzata, rispetto ad altre ancora più antiquate e passibili di piccoli errori che portano a grandi disagi.

Ogni svista può tramutarsi in un costo.
E se a determinarla è un processo manuale, per la legge dei grandi numeri ogni passaggio diventa oggetto di rischio, in termini di tempo perso, clienti insoddisfatti e possibili conseguenze fiscali.

Se devi reinserire i dati del lotto in una fattura o in un DDT, moltiplichi le possibilità di errore.

Ogni volta che non hai visibilità sul residuo di un lotto in tempo reale, rischi di vendere qualcosa che non hai in giacenza.

O un bundle che non puoi deliverare.

Ogni volta che delegare un’informazione a un foglio Excel ti sembra “più semplice”, stai scegliendo di rallentare il tuo business.

Finché va tutto bene, puoi non sentire il bisogno di una gestione così analitica, strutturata e complicata (ma solo in apparenza, visto che una volta impostata non devi più fare nulla).

Ma quando arrivano le grane, per colpa di un ordine urgente che non riesci a evadere, perché hai perso la tracciabilità… allora il problema ti esplode in mano. In termini di tempo, di soldi e di nervi.

La gestione dei lotti è, quindi, una forma di investimento sul tuo tempo e su una gestione corretta della tua azienda

Gestire i lotti in modo controllato, significa:

  • Sapere sempre cosa c’è, quanto ne hai, e da dove arriva.
  • Evadere ogni ordine con sicurezza, con il più alto tasso di automazioni possibili
  • Velocizzare la fatturazione con dati già presenti nel sistema.
  • Dimostrare tracciabilità completa in caso di controlli.
  • Ridurre al minimo il margine d’errore.
  • Dormire sonni tranquilli sapendo che la macchina non si inceppa.

Ogni impresa che ha un magazzino, anche piccolo, ha bisogno di gestire i lotti in modo diverso da come si faceva nel 2005.

Perché siamo nel 2025, e l’efficienza non è solo una parola vuota da scrivere sul sito nella pagina “Chi Siamo”. È una differenza reale tra chi cerca di galleggiare e chi punta a scalare e crescere.

E la gestione dei lotti è una di quelle differenze implicite, silenziose, ma determinanti tra un’attività che galleggia e una che scala.

Vuoi gestire i lotti correttamente all’interno della tua automazione fiscale?

Anche il trend di questa settimana ti dimostra che FatturaPro non è un tool per fare le fatture elettroniche “e basta”.

È un ecosistema di moduli e funzionalità che abbracciano totalmente il principio di Automazione Fiscale.

Quella disciplina di cui tutte le aziende hanno bisogno per azzerare la burocrazia fiscale, in modo da rendere molto più ergonomica la vendita e il delivery dei tuoi prodotti e servizi digitali. Senza intoppi e senza rallentamenti dovuti dalla necessità di gestire a mano fatture e corrispettivi.

Vuoi anche tu entrare a far parte della cerchia di imprenditori che hanno scelto FatturaPro come spalla della loro memorabile storia? Clicca sul link qui sotto ed entra in contatto con il nostro supporto subito:

 

Contattaci