Rappresentante fiscale: chi è, cosa fa e fatturazione

Il rappresentante fiscale è nominato per gestire la fatturazione e la contabilità di un’azienda estera che opera in Italia. Quindi, per aprire una partita IVA e iniziare subito a fare impresa serve anche nominare un rappresentate fiscale che possa rappresentare la società di fronte alle autorità, per l’ assolvimento degli obblighi fiscali.

Rappresentante fiscale in Italia

Un’azienda estera per poter operare in Italia deve obbligatoriamente avere un proprio rappresentante fiscale. Il procuratore deve aprire partita IVA come persona giuridica oppure come persona fisica. Solo così facendo, può gestire le operazioni rilevanti ai fini IVA. La partita IVA è obbligatoria a meno che l’azienda non venda bene e servizi a privati (non soggetti passivi IVA perché non titolari di partita IVA), a non residenti oppure tratti scambi intracomunitari per i quali non è esplicitamente richiesta la nomina di un rappresentate fiscale.

Le aziende estere per svolgere la propria attività nel Bel Paese, hanno due alternative:

  • creare un’azienda italiana su territorio italiano
  • nominare un rappresentante fiscale e registrarlo direttamente come titolare di partita Iva.

Sono entrambe valide alternative e la differenza risiede solo nella figura che è ritenuta responsabile verso le autorità degli obblighi IVA. Nel primo caso il rappresentante è co-responsabile degli obblighi connessi al pagamento dell’IVA. Nel secondo, invece, è solo l’azienda a rispondere come unica e responsabile perché nessun altro ente agisce in nome e per conto dell’azienda stessa.

Rappresentante fiscale: la nomina

Il rappresentante deve essere nominato prima che l’operazione soggetta IVA si verifichi. La nomina avviene solitamente con atto pubblico. È inoltre possibile consegnare la lettera di nomina direttamente all’ufficio di Agenzia delle Entrate operante nella zona alla quale il rappresentante è nominato.

Rappresentante fiscale

Azienda estera con rappresentante fiscale in Italia: i compiti e le funzioni

Tutti gli obblighi legati all’IVA sono di pertinenza del rappresentante fiscale (RF). In altre parole è a questa figura che spetta il compito di gestire fatturazione elettronica e contabilità dell’azienda. Tra i suoi doveri troviamo:

  1. contabilizzazione di fatture attive e passive
  2. contribuzione dell’IVA all’Erario entro i termini stabiliti
  3. liquidazione dell’IVA
  4. relative dichiarazioni.

Rappresentante fiscale fattura elettronica

Per quanto riguarda la contabilizzazione di fatture attive e passive il RF può agire in due diversi modi:

  • applica un’aliquota nazionale al cliente e riceve poi una relativa fattura per l’operazione dell’azienda estera;
  • l’azienda estera emette fattura al cliente senza applicare IVA, sfruttando il meccanismo del reverse charge. In quest’ultimo caso il cliente italiano deve integrare la fattura ricevuta con l’aliquota adeguata, registrando un’autofattura

Qualunque sia la strada preferita dal rappresentante e dall’azienda estera, i dati della società straniera e quelli del rappresentante, devono sempre essere presenti sulla fattura.

Va infine ricordato che esistono anche società straniere che svolgono solo operazioni non rilevanti ai fini IVA. In questo caso l’azienda può scegliere di nominare un rappresentante fiscale leggero a cui demanderà l’onere di provvedere alla compilazione esclusiva del modello Intrastat.

IVA MOSS

Le aziende straniere che vendono esclusivamente prodotti digitali operando con piattaforme e-commerce, possono registrarsi al regime IVA MOSS. Si tratta di un particolare sistema che consente di evitare alle società estere di adempiere agli obblighi IVA in ciascun Paese straniero.

Il regime IVA MOSS permette, quindi, alle società, di risultare responsabile degli obblighi fiscali, solo nel Paese dov’è concentrata l’attività svolta. La comunità europea ha voluto aiutare e agevolare questo sistema creando uno specifico portale intracomunitario dal quale è possibile richiedere facilmente un eventuale rimborso IVA e presentare le dichiarazioni IVA  a disposizione di ciascuno Stato.

Circuito SWIFT: cos’è, come funziona ed eventuali alternative

Il circuito Swift è il sistema internazionale più conosciuto e usato al mondo per trasferire denaro. Swift è acronimo di Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication ed è nato nel 1977 come evoluzione del Telex. Prima dell’avvento di questo circuito, le banche che necessitavano inviare denaro all’estero, dovevano inviare intere descrizioni delle operazioni da effettuare. Il vecchio sistema era lento, poco sicuro, inaffidabile e, soprattutto, soggetto agli errori umani. Ma tutto iniziò a cambiare grazie allo Swift e ai protocolli innovativi introdotti per trasferimenti di soldi.

Circuito bancario SWIFT: dalle origini a oggi

La Società per la Telecomunicazione Finanziaria Interbancaria Mondiale ha sede legale a Bruxelles, in Belgio. È un intermediario finanziario esecutore delle transazioni finanziarie. Il circuito Swift è usato dalla quasi totalità di banche nel mondo. Permette il pagamento diretto anche quando debitore e creditore non hanno la stessa banca di appoggio. I pagamenti avvengono su scala internazionale.

La società fornisce anche una serie di software e servizi di varia natura alle istituzioni socie (per lo più banche), oppure ai clienti. Prima dell’avvento del circuito bancario Swift le conferme degli avvenuti pagamenti erano fatte via telegramma. Un sistema particolarmente lento, scomodo e soprattutto pericoloso perché soggetto, come non mai, agli errori umani.

Oggi lo Swift è una rete dinamica, veloce e sicura. Permette a oltre 10.000 istituti finanziari dislocati in oltre 212 diversi Paesi d’inviare e ricevere informazioni sulle varie transazioni finanziarie. Il sistema è prevalentemente formato da banche, ma al suo interno troviamo anche istituti di trading, broker, sistemi di compensazione ed enti di gestione d’investimenti. Per entrare a far parte del circuito

Circuito Swift: come funziona

Lo Swift si è differenziato dai precedenti metodi di trasferimento fondi grazie ai codici. Sono chiamati BIC, acronimo di Bank Identifier Code, servono a identificare le banche attraverso una serie di caratteri specifici e univoci. Con i codici ciascuna banca è identificata per una serie d’informazioni:

  1. paese di provenienza
  2. città in cui ha la sede la filiale dalla quale l’utente sta inviando o verso cui sta ricevendo il pagamento
  3. filiale di riferimento

Sapere come fare un bonifico internazionale significa anche essere a conoscenza del fatto che l’IBAN, che individua nello specifico un esatto conto corrente di una determinata banca, deve contenere anche il BIC. Nel corso del tempo il circuito ha conosciuto anche delle evoluzioni. Oggi esiste, ad esempio, il meccanismo di pagamento denominato SEPA (Single Euro Payments Area) che, tramite bonifico, permette di effettuare pagamenti all’interno di una vastissima area. Lo spazio che abbraccia e utilizza questo ingegnoso sistema comprende gli Stati membri dell’Unione Europea e i Paesi dello spazio Economico Europeo (come Islanda e Norvegia). Un sistema che prevede diverse agevolazioni per trasferire denaro da e verso l’estero.

Circuito SWIFT

Swift banca: trasferimento di denaro

Il pagamento in contanti è ormai sostituito, in modo preferenziale, dal bonifico, grazie anche all’avvento del circuito Swift. È però importante capire che con la rete Swift il denaro non concretamente trasferito. In pratica serve solo alle banche per riconoscersi tra di loro e capire da dove sta arrivando il denaro trasferito.

Il circuito ha, sin dagli albori, riscosso subito un grandissimo successo. Con il passare del tempo e grazie anche al diffondersi della tecnologia, lo Swift ha preso sempre più piede. Basti pensare che solo l’anno scorso, l’Europa, Medio Oriente e Africa hanno effettuato addirittura il 45% delle operazioni internazionali sfruttando questo meccanismo. L’America e Regno Unito lo hanno utilizzato per il 40% di tutte le operazioni, mentre nell’Asia Pacifico l’impiego è attestato attorno al 14,5%. Un grandissimo successo.

Il sistema è neutrale, ma spesso è usato come strumento geopolitico. Escludere uno stato dal circuito internazionale, significa non permettergli più di ricevere o inviare denaro verso moltissime parti nel mondo. Una situazione grave che causa non pochi problemi all’importazione e all’esportazione di beni e servizi.

Pagamento Swift e alternative

Nonostante il grandissimo successo del circuito Swift, non è l’unico strumento per il trasferimento internazionale di denaro. Ad esempio, Russia e Cina, nel corso degli anni, hanno sviluppato due alternative:

  1. CIPSCross-Border Interbank Payment System, è gestito dalla People’s Bank of China e basato sulla valuta cinese. È usato da oltre 1280 banche nel mondo (dislocate in Africa, Giappone e Russia).
  2. SPFSSystem for Transfer of Financial Messages, è invece il sistema russo usato, però, prevalentemente sul mercato interno. Nel 2021 ha rappresentato il 20% delle operazioni interne. Vi partecipano 400 banche e nel tempo hanno aderito anche banche straniere di Armenia, Bielorussia, Germania, Kazakistan, Kirghizistan e Svizzera.

Contributo Conai: cos’è e come cambia nel 2022

Il contributo CONAI corrisponde a una voce in fattura che fa riferimento ai costi di riciclo e gestione degli imballaggi. È un costo ripartito tra chi produce imballaggi e chi li utilizza. Ogni produttore e ogni utilizzatore d’imballi deve registrarsi con un preciso codice di riferimento al Consorzio Nazionale Imballaggi (CONAI). L’ente è privato, nato nel 1998 e non ha scopo di lucro, semplicemente si è fatto carico della gestione degli imballaggi, argomento molto sentito soprattutto negli ultimi anni vista la crisi climatica a cui stiamo assistendo.

La voce, presente in fattura, rientra nell’imponibile IVA e può variare a seconda del materiale usato per realizzare l’imballo, dal quale è determinato un tipo di smaltimento diverso.

Contributo CONAI: chi deve pagare?

I produttori e gli utilizzatori d’imballaggi sono tenuti a versare il contributo CONAI. Tra i produttori obbligati al pagamento troviamo:

  • chi produce i propri imballi per vendere i propri articoli
  • coloro che importano i materiali necessari alla fabbricazione degli imballi
  • i produttori di semilavorati utilizzati per la realizzazione degli imballi
  • importatori di semilavorati
  • chi produce imballi vuoti
  • importatori e rivenditori d’imballi vuoti

Tra gli utilizzatori d’imballaggi soggetti all’obbligo di pagamento del CONAI, troviamo:

  • Chi compra e utilizza imballi vuoti
  • Coloro che importano merci imballate
  • Autoproduttori – vale a dire tutti i soggetti che realizzano da soli i prodotti e gli imballi per le spedizioni
  • commercianti

Il valore del contributo varia in base al materiale usato per l’imballo e, di conseguenza, ai metodi necessari per smaltirlo.

Contributo ambientale CONAI: il valore del materiale

Contributo ambientale CONAI è, quindi, una forma di finanziamento con la quale l’ente CONAI sostiene gli oneri da pagare per raccolta differenziata, per il riciclaggio e per il recupero dei rifiuti d’imballaggi. Il Decreto Legislativo n°152/06 stabilisce che il costo deve essere ripartito “in proporzione alla quantità totale, al peso e alla tipologia del materiale d’imballaggio immessi sul mercato nazionale”.

Contributo Conai

Il contributo cambia a seconda del materiale usato per l’imballaggio. La diversificazione contributiva per gli imballi in plastica è entrata in vigore dal 1° gennaio 2018, per quelli in carta, invece. È in vigore dal 1° gennaio 2019.

A oggi, 2022, i contributi richiesti sono:

Materiali/Fasce contributive                 Dal 1° gennaio 2022          Dal 1° luglio 2022

Acciaio                                                                 12,00 €/t                                           8,00 €/t

Alluminio                                                           10,00 €/t                                           7,00 €/t

Carta (suddivisa in 4 fasce)

1 (Base)                                                                 10,00 €/t                                           5,00 €/t

2 (CPL):                                                               30,00 €/t                                          25,00 €/t

3 (Compositi tipo C)                                         120,00 €/t                                         115,00 €/t

4 (Compositi tipo D)                                         250,00 €/t                                        245,00 €/t

Legno                                                                  9,00 € /t                                            9,00 €/t

Plastica (suddivisa in 4 fasce)

A1                                                                         104,00 €/t                                         60,00 €/t

A2                                                                         150,00 €/t                                        150,00 €/t

B1                                                                         149,00 €/t                                         20,00 €/t

B2                                                                         520,00 €/t                                        410,00 €/t

C                                                                           642,00 €/t                                        560,00 €/t

Plastica biodegradabile                           294,00 €/t                                       294,00 €/t

e compostabile

Vetro                                                                   33,00 €/t                                          29,00 €/t

 

Quindi peso e tipologia di materiale dell’imballo oggetto della prima cessione, sono i fattori che determinano il contributo da versare. In fattura, produttori e utilizzatori, devono, pertanto, indicare sempre la natura del materiale utilizzato e il peso complessivo degli imballi usati.

Addebito contributo CONAI in fattura

L’ente CONAI, quindi, fornisce sempre e solo il costo per tonnellata. Spetta a produttori e utilizzatori calcolarne la quantità e l’importo totale da dichiarare. In fattura devono essere presenti tutte le informazioni necessarie a stabilirne l’importo esatto. Non sempre e non tutte le unità possono però essere riconvertite facilmente in “tonnellate”. Quando accade è necessario indicare un secondo valore. Per farlo è possibile:

  • indicare le informazioni relativa al prodotto in questione in due righe separate
  • nella descrizione dei prodotti indicare il riferimento al contributo ambientale. Creare infine un’unica voce se il materiale è sempre lo stesso. Quando i materiali invece sono multipli, sulla medesima fattura è necessario creare voci separate per i singoli componenti.

Esiste poi il caso d’imballi compositi e imballaggi multimateriali. Per i primi il riferimento al contributo prende in considerazione il materiale presente in modo più preponderante rispetto agli altri. Per i secondi, invece, il contributo CONAI è calcolato in percentuale dei componenti stessi.

Moneta elettronica: vantaggi per imprese, professionisti e cittadini

La moneta elettronica non corrisponde alle criptovalute. Si tratta infatti di una valuta che può essere archiviata elettronicamente su vari dispositivi, ma che, a differenza delle cripto, è supportata da una valuta Fiat. Inoltre è regolamentata dall’autorità centrale. Oggi, la moneta elettronica è una parte importante di ciascuna attività commerciale, che si tratti di un negozio fisico, piuttosto che di un e-commerce per la vendita di prodotti online.

Moneta elettronica: come funziona e cos’è

La moneta elettronica è una valuta archiviabile su:

  • smart card – carte di credito oppure carte di debito
  • sistemi informatici
  • smartphone

è una moneta largamente diffusa e utilizzata in tutto il mondo grazie agli accordi che banche, società finanziarie e processori di rete di monete elettroniche, hanno siglato nel corso del tempo. Oggi è praticamente quasi impossibile trovare un e-commerce che non accetti, come metodo di pagamento, la moneta elettronica per l’acquisto di beni e servizi.

La valuta ha un corso legale e il suo valore è stabilito dal governo che la emette ed è sempre supportata da una moneta fiat. Il denaro Fiat è una valuta a cui corrisponde un asset sottostante, come, ad esempio, l’oro, oppure l’argento. Vista l’ampia diffusione della moneta elettronica, piccole, medie e grandi imprese, la tengono seriamente in considerazione quando si tratta di scambi commerciali.

Tipi di moneta elettronica

Esistono due grandi categorie di monete elettroniche:

  1. Hard – è la valuta usata per transazioni irreversibili, cartolarizzate e di natura procedurale.
  2. Soft – è usata per transazioni reversibili e/o flessibili. Gli utenti possono gestire le proprie transazioni anche dopo aver effettuato il pagamento, richiedendone, ad esempio, l’annullamento o la modifica del prezzo pagato. Il periodo per effettuare eventuali modifiche è comunque limitato nel tempo. A questa categoria corrispondono le transazioni effettuate con i metodi più diffusi e conosciuti al mondo: PayPal, PayTM, Interac, carte di credito, ecc…

Moneta elettronica definizione e caratteristiche

Per essere definita tale, la moneta elettronica deve rispondere a determinate caratteristiche:

  • Riserva di valore – anche se elettronica è pur sempre una riserva di valore, archiviato elettronicamente fino al ritiro fisico vero e proprio.
  • Mezzo di scambio – serve per acquistare un bene o un servizio, vale a dire che è una forma di pagamento e quindi di scambio commerciale.
  • Misura il valore dei beni – come qualunque altra moneta anche quella elettronica serve a valutare il reale valore di un bene/servizio.
  • Pagamento differito – è usata per effettuare pagamenti differiti, cioè è usata come strumento di concessione di credito per rimborsare una fattura.

Moneta elettronica

La moneta elettronica e i suoi molteplici vantaggi

Da quando esiste, la moneta elettronica ha apportato una vasta gamma di benefici a livello globale. Che si tratti di aprire una nuova partita IVA e vendere prodotti online, piuttosto che fare impresa vecchio stile con un negozio fisico, il denaro elettronico ha regalato innumerevoli vantaggi a tutti:

  • Versatilità e praticità – è possibile effettuare pagamenti in qualunque parte del mondo e verso qualunque luogo nel mondo. Basta un click, è facile e veloce, un metodo pratico che non richiede alcuna abilità o conoscenza particolare per essere usato.
  • Tracciabilità e storicità – le transazioni effettuate con moneta elettronica lasciano il “segno”. Vale a dire che sono registrate digitalmente e possono essere seguite e ricontrollate anche a distanza di tempo.
  • Evita attività fraudolente – proprio grazie al fatto che risulta essere tracciabile e quindi per ogni operazione è possibile risalire a dati e informazioni relative, le transazioni sono più sicure e scongiurano i rischi di frodi e attività sospette.
  • Immediatezza – Le transazioni elettroniche sono rapide e immediate. Il denaro è trasferito istantaneamente da una parte all’altra, con una velocità mai sperimentata prima dall’economia globale.
  • Sicurezza – è un metodo di pagamento sicuro perché tracciabile e protetto da misure di sicurezza avanzate (autenticazione e tokenizzazione).

Istituto di moneta elettronico

Gli attori che prendono parte alla produzione e circolazione della moneta elettronica sono tre:

  1. istituzioni finanziarie (banche) – elaborano le transazioni
  2. società non bancarie – produttrici di software e hardware usati nelle e per le operazioni digitali
  3. portafogli digitali (wallet) – magazzini virtuali per la moneta che, attraverso la verifica delle credenziali dei vari utenti, permettono la gestione quotidiana del denaro elettronico.

Il denaro elettronico rappresenta quindi il futuro dei pagamenti e delle transazioni mondiali. I consumatori sono ormai abituati a usare i mezzi di pagamento elettronico e hanno accettato tranquillamente anche scontrini elettronici e fatture elettroniche. Il mondo cambia e punta alla digitalizzazione globale per semplificare e velocizzare al massimo il commercio mondiale.

Cosa vendere online per avere successo

Chi desidera aprire una partita iva e cimentarsi in un negozio online deve conoscere molto bene il mercato, domanda e offerta, attuale. Il settore online ha conosciuto, negli ultimi anni, un’impennata vertiginosa. Le previsioni sostengono che entro il 2040 ingloberà addirittura il 95% delle transazioni effettuate nel mondo. Oggi rappresenta circa il 14-18% delle vendite globali al dettaglio. Per avere successo è importante sapere cosa vendere online e puntare sui prodotti giusti, molto richiesti e poco costosi da acquistare, ma che abbiano un discreto margine di guadagno.

Cosa vendere online per guadagnare

Gli articoli vendibili online sono una moltitudine. La prima grande distinzione da fare è tra articoli fisici e quelli digitali. I primi hanno un valore percepito superiore rispetto ai secondi perché sono effettivamente prodotti fisicamente. Le materie prime, la produzione e la distribuzione hanno quindi un loro costo. Sono quindi una categoria che comporta un maggior costo perché richiedono anche un eventuale immagazzinamento e smercio.

I prodotti digitali invece richiedono meno risorse. L’articolo è prodotto solo una volta e rivenduto infinite volte. Per quanto sia più semplice vendere articoli digitali, perché la loro realizzazione non comporta alcuna catena di produzione e/o approvvigionamento, sono anche più facili e soggetti alla contraffazione.

Come vendere le cose online: domande e risposte

Per vendere online bisogna prima chiedersi per quale ragione gli utenti vorrebbero comprare un determinato prodotto. Ci sono diverse ragioni per le quali un utente dovrebbe decidere di acquistare un determinato prodotto su internet:

  • soddisfa un reale e quantificabile bisogno
  • soddisfa un’esigenza emotiva, non precisamente quantificabile
  • si tratta di un articolo che è “necessario avere” anche se non serve effettivamente a qualcosa

Alla fine, qualunque sia la motivazione che spinge un utente verso l’acquisto di un prodotto, l’importante è essere originali, offrire sempre prezzi giusti, vendere prodotti personalizzabili e riuscire a vendere oggetti collegabili tra loro.

Cosa vendere online per avere successo

Cosa fare per vendere online

Per fare impresa e vendere online la prima cosa da fare, oltre ad aprire una nuova partita IVA ad hoc, è quella di trovare una propria nicchia di riferimento. Individuare una nicchia significa localizzare una sorta di vuoto presente sul mercato, che è possibile quindi colmare vendendo i propri articoli. Per trovarla occorre eseguire un’accurata ricerca di mercato andando a individuare quello che piace e a chi piace. Aiuta molto spulciare le grandi piattaforme di vendita online, come Amazon, eBay o Reddit.

Individuata la nicchia si passa invece alla ricerca delle parole chiave che indicano precisamente e identificano il/i prodotto/i da vendere. È importante sapere come Google riesce a far trovare agli utenti quel determinato prodotto. In questo modo tutto il marketing, nonché la piattaforma di vendita vera e propria, saranno improntati a valorizzare i termini più comuni utilizzati dagli utenti quando effettuano le ricerche dei prodotti interessanti.

È inoltre molto importante conoscere le “criticità dei prodotti da vendere. Leggere commenti e opinioni che gli utenti lasciano su prodotti simili acquistati da competitor, aiuta a capire su quali fattori/elementi fare pressione, oppure evitare di spingere. Ad esempio, se la maggior parte degli acquirenti si lamenta che un tale prodotto risulta non impermeabile, nella descrizione della scheda dell’oggetto sul proprio portale, è furbo evidenziare quanto invece lo sia quello che si cerca di piazzare.

Cosa vendere online per avere successo

L’ultimo consiglio da seguire per trovare cosa vendere online e riuscire a guadagnare è quello di sfruttare le tendenze. Gli articoli di tendenza corrispondono agli ultimi usciti, quelli che attirano sempre una grandissima attenzione e che tutti cercano e vogliono. È fondamentale riuscire a individuare prima della concorrenza le ultime tendenze. Per farlo basta darsi un’occhiata in giro:

  • leggere e ascoltare i social media
  • utilizzare Google Trends
  • seguire Trend Hunter
  • usare Reddit come fonte d’informazioni
  • individuare gli articoli più venduti su grandi e famose piattaforme come Amazon oppure Etsy.

Importante non soffermarsi sulle tendenze lampo che nascono e muoiono nel giro di pochissimo tempo. Una tendenza vera è qualcosa che perdura nel tempo, o meglio, all’inizio esplode e con il tempo l’interesse scema ma non scompare del tutto, offrendo comunque buone opportunità di guadagno. Una tendenza soddisfa comunque delle esigenze e lo fa in modi diversi e sempre nuovi. In altre parole un articolo valido da vendere sul web per guadagnare è un prodotto che soddisfa un’esigenza dell’utente e che appaga le aspettative nel tempo presentandosi in modi sempre nuovi e diversi.

Come funziona il reddito di cittadinanza

Ancora oggi sono in molti a chiedersi come funziona il reddito di cittadinanza. Vediamo quindi di capire nel dettaglio cos’è, a chi spetta e come fare per ottenerlo. Si tratta di una novità molto importante in Italia, che ha destato, sin da subito, l’interesse di milioni di cittadini. Uno strumento a sostegno dell’economia che ha l’obiettivo di aiutare le famiglie a reddito più basso, sulla soglia di povertà. È una misura politica che vuole integrare il reddito familiare e aiutare nell’inserimento lavorativo e sociale.

A chi spetta il reddito di cittadinanza

Capire come funziona il reddito di cittadinanza significa anche chi ha diritto a riceverlo. In pratica posso farne richiesta tutti coloro che:

  1. hanno perso il posto di lavoro
  2. non posseggono alcun reddito
  3. posseggono un reddito troppo basso, al di sotto della soglia di povertà

Per poterne fare richiesta occorre che alcuni requisiti siano sempre rispettati. Quindi, i requisiti minimi per inoltrare domanda sono:

  • essere cittadino italiano
  • essere cittadino europeo
  • avere la residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi due consecutivi
  • essere cittadino di Paesi terzi con regolare diritto di soggiorno
  • essere un familiare di cittadini italiani o europei con regolare diritto di soggiorno
  • L’ISEE deve avere un valore inferiore a 9360 euro
  • Il proprio patrimonio immobiliare deve avere un valore inferiore a 30.000 euro (esclusa la prima casa di abitazione)
  • Il reddito familiare totale deve essere sempre inferiore a 6000 euro annui

Come richiedere il reddito di cittadinanza

È possibile presentare domanda per richiedere il reddito di cittadinanza:

  • per via telematica dal sito ufficiale
  • presso i CAF
  • consegnandolo a mano presso gli uffici postali a partire dal quinto giorno di ogni mese.

La richiesta per il RDC non ha scadenza e può essere presentata in qualunque momento. Eccezione è fatta da Poste con le quali è possibile inoltrare domanda solo dopo il sesto giorno di ogni mese.

Per fare richiesta basta compilare un apposito modulo che INPS controlla entro cinque giorni lavorativi. A seguito della verifica e in caso di esito positivo, i richiedenti ricevono l’accredito direttamente su un’apposita Carta, denominata Carta del Reddito di Cittadinanza.

Come funziona il reddito di cittadinanza

Come funziona il reddito di cittadinanza e la Carta per ricevere gli accrediti

La Carta del reddito di Cittadinanza è un vero e proprio bancomat di colore giallo, senza alcun nominativo stampigliato sopra e con il logo di Poste italiane e i numeri in rilievo. La carta permette di effettuare un solo prelievo al mese pari a 100 euro per chi vive da solo e di 210 euro per chi ha famiglia. L’importo varia a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare. Inoltre permette anche di effettuare un bonifico mensile SEPA per pagare la rata dell’affitto o del muto. Movimenti e saldo sono monitorabili direttamente dal sito ufficiale del Reddito di Cittadinanza. L’Esecutivo ha messo anche a disposizione dei cittadini un numero verde specifico per ottenere informazione, anche sul saldo residuo.

Importo reddito di cittadinanza

Tra le molte cose da conoscere su come funziona il reddito di cittadinanza c’è anche quella dell’importo totale corrisposto per soggetto richiedente. L’importo totale è composto da due diverse parti:

  • integrazione al reddito
  • contributo per l’affitto – pari a 280 € per l’affitto e a 150 € per pagare il muto. Il totale non supera mai i 780 € e i 9360 € annui per i nuclei familiari composti da un unico individuo. Per le famiglie composte da più soggetti il totale mensile è pari a 1638 € e 19,656 € annui. Il calcolo corretto si basa sulla scala di equivalenza. Gli importi sono erogati a partire dal mese successivo a quello di richiesta.

Richiesta reddito di cittadinanza: Patto per il lavoro e quella del Patto per l’inclusione sociale

Per fare domanda di RDC è necessario sottoscrivere e accettare:

  • Patto per il lavoro – i beneficiari sono automaticamente inseriti in un piano per il collocamento a livello lavorativo. Il patto prevede che per richiedere e continuare ad accettare il RDC debbano accettare almeno uno dei lavori proposti in ambito di collocamento.
  • Patto per l’inclusione sociale – il Comune del richiedente si deve attivare per permettere al beneficiario, e alla sua famiglia, di uscire dalla povertà, ricorrendo a tutti i servizi per l’inclusione sociale e lavorativa.

Infine va ricordato che il RDC può essere percepito anche da chi effettivamente lavora. Se la soglia di guadagno mensile è inferiore a 780 €, il RDC serve a integrarne il compenso per raggiungere tale soglia. I soggetti che hanno presentato domanda e iniziano a lavorare hanno tempo 30 giorni per comunicarlo ad INPS. Coloro che si licenziano non hanno più diritto al reddito di cittadinanza, né loro, né i suoi familiari (eccezione fatta per ragioni di giusta causa).

WhatsApp account Business: cos’è, come funziona e perché conviene averlo

WhatsApp account business è uno strumento, al apri di un conto corrente aziendale, che aiuta sempre a migliorare e a far crescere il proprio lavoro e giro d’affari. Una piattaforma che aiuta le aziende a migliorarsi e a rispondere alle esigenze dei propri clienti in tempi brevi, con rapidità ed efficienza. WhatsApp è un’app di messaggistica istantanea nata nel 2009. Una delle più diffuse e utilizzate al mondo presente in oltre 180 paesi e in 60 lingue diverse.

Sono oltre 2 miliardi gli utenti mensili che la utilizzano mensilmente. Un “pacchetto clienti” immenso per tutte quelle piccole-medie imprese e proprietari di e-commerce che vogliono allargare e migliorare il proprio business. Che si tratti di vendere prodotti, servizi, fare lead generation, costruire la propria brand awareness, oppure aumentare le vendite, WhatsApp può essere sfruttata per guadagnare.

WhatsApp account Business: nascita e sviluppo

La possibilità di creare degli account business su WhatsApp è nata nel 2018. Lanciata come variante alla versione standard, la business è una piattaforma pensata per tutti gli imprenditori. Un canale di comunicazione sicuro e collaudato che permette alle attività di crescere velocemente.

Lo strumento aziendale è pensato esclusivamente per le imprese che necessitano e desiderano interagire direttamente con i propri clienti (attuali e futuri). Uno strumento che serve a creare un ponte di contatto con i propri utenti ai quali è così garantita: assistenza, aggiornamenti costanti e immediati, supporto per ogni e in ogni occasione e la possibilità, non trascurabile, di gestione dell’impresa direttamente dal proprio smartphone.

Per creare e utilizzare WhatsApp account Business è necessario possedere uno smartphone Android oppure iOS e un numero di cellulare attivo. Moltissimi imprenditori utilizzano una SIM dedicata all’azienda esclusivamente per lavoro e tengono un altro numero per la vita privata. WhatsApp infatti, consente di collegare un unico numero di cellulare all’account business. Quindi se il numero attuale fosse già collegato a un account WhatsApp, per registrarsi e utilizzare la versione business, ne occorre uno nuovo.

WhatsApp account Business

WhatsApp Business: le caratteristiche

WhatsApp Business è gratis. L’installazione e l’utilizzo non richiede nessun pagamento, né per l’acquisto, né a canone mensile e/o annuale. A differenza del passato, quando i messaggi erano a pagamenti, WhatsApp rivoluziona il modo di comunicare con il resto del mondo e lo slega da vincoli economici.

Inoltre, si tratta di una piattaforma che, a differenza della versione standard, può essere d’aiuto ai propri clienti per reperire maggiori informazioni sull’attività svolta. Durante la creazione del profilo è infatti possibile indicare nella descrizione dello stato: indirizzo, recapiti alternativi, sito internet, e-mail, orari di apertura e chiusura uffici/negozi, ecc…

La piattaforma mette anche a disposizione delle opzioni esclusive che non sono invece presenti con la versione standard:

  1. Risposte rapide – per essere sempre presenti e rispondere prontamente a qualunque richiesta e necessità.
  2. Messaggi di assenza – utili per comunicare alla clientela la propria assenza durante le ore di chiusura di uffici e negozi.
  3. Messaggio di benvenuto – per introdurre informazioni basilari ai nuovi clienti

Infine, l’account business di WhatsApp offre anche un efficiente sistema di statistiche di messaggistica. Si tratta di una funzione che fornisce le metriche  sul numero dei messaggi inviati, consegnati e letti in modo tale da poter, ad esempio, sistemare/variare i contenuti delle risposte rapide, oppure della propria strategia di marketing adottata.

Account WhatsApp Business: tutti i vantaggi

Utilizzare un account business su WhatsApp conta, quindi, molteplici vantaggi:

  • Relazioni amichevoli – WhatsApp aiuta gli imprenditori a stabilire delle forti e durevoli connessioni amichevoli con i propri clienti. Avvicina e lega le persone creando una community di fedeli utenti che aumenta la percezione di affidabilità dell’azienda.
  • Servizio clienti – il canale di messaggistica istantanea può essere sfruttato anche per far conoscere ai clienti, quasi in tempo reale, lo stato di spedizione della merce acquistata, per ricevere richieste di rimborso, per verificare le disponibilità dei prodotti, per effettuare prenotazioni e chiedere informazioni sui vari punti vendita.
  • Aggiornamenti e notizie – WhatsApp account Business è il mezzo perfetto per mantenere i clienti aggiornati su tutte le novità aziendali. Comunicazione di natura promozionale possono essere veicolate alla clientela con facilità e immediatezza.
  • Promozione prodotti e iniziative aziendali – tramite WhatsApp è possibile promuovere il proprio catalogo prodotti e informare la clientela su eventuali nuovi servizi e beni.

In conclusione, Avere un account business su WhatsApp permette di raccogliere feedback dagli utenti, di seguire l’andamento degli affari in tempo reale e promuovere la propria attività, rispondendo, al tempo stesso, a richieste ed esigenze dei clienti.

Lotteria degli scontrini 2022: novità ed estrazioni

Per la Lotteria degli Scontrini 2022 sono previste delle importanti novità. Approvati alcuni cambiamenti per quanto riguarda le istruzioni di utilizzo dei codici e, soprattutto, oggi, diventa un concorso a premi “istantaneo”. È il PNRR 2 a stabilire le modifiche al sistema di partecipazione alle estrazioni e sull’entità dei premi erogati. L’emendamento al testo che ha reso possibile le modifiche è approvato dalla Commissione Affari Costituzionali e Istruzione. La conferma è data dalla conversione in legge del DL n° 36/2022.

Lotteria degli scontrini 2022: tutte le novità previste

Le novità previste con la conversione in legge del Decreto PNRR 2 di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, sono moltissime e variegate. Tra le principali relative alla Lotteria degli Scontrini, ricordiamo che non è più necessario comunicare il codice lotteria all’esercente.

Si tratta di un passaggio, a oggi fondamentale per partecipare alle estrazioni, ma che rende l’operazione non immediata. Quindi, l’acquisto dei biglietti virtuali, cambia modalità. Operatività resa possibile dalla Commissione Affari Costituzionali e Istruzione del Senato che, il 17 giugno 2022, ha approvato un emendamento al testo del Decreto PNRR 2 per modificare il sistema di accesso alle estrazioni.

Lotteria degli scontrini: cosa stabilisce il nuovo emendamento

L’articolo n°1 della Legge 11 dicembre 2016, n°232, stabiliva le modalità per concorrere alla Lotteria:

“Per partecipare all’estrazione è necessario che i contribuenti, al momento dell’acquisto, comunichino il proprio codice lotteria (…) all’esercente e che quest’ultimo trasmetta all’Agenzia delle entrate i dati della singola cessione o prestazione”.

Lotteria degli scontrini 2022

Le novità introducono invece una partecipazione legata all’associazione tra pagamenti elettronici effettuati ed emissione dei ticket validi:

“Per partecipare all’estrazione è necessario che le persone fisiche maggiorenni residenti nel territorio dello Stato associno all’acquisto effettuato con metodi di pagamento elettronico di cui sono titolari, che traggano fondi detenuti su propri rapporti di credito o debito bancari, che detti rapporti siano intestati a componenti del proprio nucleo familiare certificato dal proprio stato di famiglia e costituito antecedentemente alla data di estrazione del premio ovvero che operino in forza di una rappresentanza rilasciata antecedentemente alla partecipazione, il proprio codice lotteria (…) e che l’esercente trasmetta all’Agenzia delle entrate i dati della singola cessione o prestazione (…)”.

La Lotteria degli Scontrini diventa Istantanea!

Tra le altre novità introdotte dal nuovo emendamento, troviamo anche quelle relative al comma 544 dell’articolo 1 della legge 11 dicembre 2016, n. 232. Con questo articolo è introdotta la dicitura “istantanea” riferita alla descrizione della Lotteria degli Scontrini, che passa dal singolare al plurale nella sua piena definizione: “tutte le lotterie degli scontrini, sia istantanee sia differite”.

I dettagli relativi alle operazioni di estrazione, entità e numero di premi messi a disposizione devono ancora essere stabiliti. Qualora le modifiche dovessero diventare ufficiali, anche il valore delle vincite dovrà essere ricalcolato.

Lotteria degli scontrini: come funziona

Ma cosa cambia in concreto? Visto le leggi e gli articoli che subiranno delle modifiche, cerchiamo di capire meglio cosa cambierà in concreto per tutti i partecipanti alle estrazioni. In buona sostanza, in seguito a uno o più acquisti effettuati tramite pagamenti elettronici, è emesso scontrino valido per partecipare al gioco a premi.

In futuro, se le modifiche saranno accettate e il decreto modificato, basterà associare il proprio codice-lotteria (che oggi deve ancora essere comunicato all’esercente) all’acquisto appena effettuato. Sullo scontrino si potrà, quindi, verificare immediatamente se si è vinto o meno uno dei premi in palio. Basterà semplicemente inquadrare con lo smartphone l’apposito QR che comparirà stampato sullo scontrino stesso.

Ogni altra caratteristica (ammontare dei premi, modalità di comunicazione della vincita, ecc…) le decisioni verranno prese in seguito, attraverso provvedimenti dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.

Limite pagamento contanti 2022

Con il Decreto Milleproroghe il Governo voleva abbassare il limite pagamento contanti 2022. L’anno scorso la soglia entro la quale accettare pagamenti in contanti, era fissata a 2000 €. L’Esecutivo ha però cambiato idea e preferisce rimandare l’abbassamento della soglia a 1000€ direttamente al 2023. Un rinvio momentaneo che non blocca comunque la crescita all’uso dei pagamenti elettronici, nonostante i pagamenti in contanti siano ancora il metodo preferito da molti.

Limite pagamento contanti 2022

Quindi il limite della soglia in contanti fissato a 1000 € è posticipato a inizio anno prossimo. Per tutto il 2022 per i pagamenti superiori a 2000 € è necessario ricorrere a metodi di pagamento tracciabili. Di conseguenza tutte le trasmissioni devono essere eseguite via:

  1. carte di credito
  2. assegni circolari
  3. carte di debito
  4. carte prepagate
  5. bonifici bancari
  6. bonifici postali
  7. portafogli virtuali che possano garantire l’identificazione esatta del contribuente

Chi possiede un’attività e/o un’impresa può accettare solo ed esclusivamente questo genere di transazioni per rispettare il limite dei pagamenti in contanti previsto da legge.

Pagamento in contanti limite 2022 e obbligo POS

Il metodo di pagamento maggiormente utilizzato oggi è quello delle carte di credito o delle carte prepagate. I commercianti devono essere forniti di un dispositivo in grado di scansionare e leggere i chip delle carte di credito, debito e prepagate.

I pagamenti tramite POS sono ormai diventati comuni, perché facili, sicuri e velocissimi. Da oggi sono anche obbligatori. Nonostante l’obbligo, purtroppo, ancora molti esercenti non sono dotati dell’attrezzatura minima indispensabile ad accettare transazioni elettroniche. Dal 30 giugno 2022 è diventato ufficialmente obbligatorio accettare i pagamenti con il POS per qualunque transazioni, di qualsiasi importo.

Il Governo, infatti, ha finalmente stabilito l’entità delle sanzioni da applicare qualora un negoziante  e professionisti non vogliano accettare i pagamenti elettronici. La multa da pagare è pari a 30 € a cui si aggiunge il 4% del valore del pagamento non consentito. Quindi, al crescere dell’importo non accettato, sale anche il valore della multa da corrispondere.

Limite pagamento contanti: gli incentivi per gli esercenti

Il Governo, oltre a stabilire le sanzioni, ha però anche messo a disposizione diversi incentivi per tutti coloro che devono ancora munirsi di POS. Le principali misure predisposte dall’Esecutivo per aiutare i commercianti e i liberi professionisti a sostenere i costi di acquisto e gestione di un POS, sono:

Limite pagamento contanti 2022

1.   Cashback

Si tratta di un incentivo indiretto, che può essere sfruttato solo dai consumatori e non dagli esercenti. Il Cashback consiste nel rimborso del 10% su acquisti di beni e servizi, fatti utilizzando come metodo il pagamento elettronico. Alla fine si è rivelato essere un sistema che ha incentivato il commercio e ha aumentato le opportunità di guadagno, soprattutto delle piccole imprese e degli artigiani locali.

2.   Lotteria degli scontrini

Alla lotteria degli scontrini partecipano clienti ed esercenti. In seguito a un pagamento digitale è emesso uno scontrino valido come biglietto per partecipare alle varie estrazioni. Ogni euro speso genera un ticket valido. Sono previste estrazioni e vincite settimanali, mensili e annuali. I premi sono corrisposti in denaro e la soglia più alta prevede un premio pari a 1.000.000 € per l’esercente. Fortunato sorteggiato. Ogni commerciante e professionista, per potervi partecipare, deve quindi possedere un POS e consentire ai propri clienti di effettuare i pagamenti tramite metodo elettronico.

Pagamento contanti: limite e credito d’imposta

Costi di gestione e commissioni sulle trasmissioni POS sono i due ostacoli principali che frenano gli  esercenti a voler utilizzare i POS. Per ovviare a questi problemi, l’Esecutivo ha previsto, da luglio 2020, un credito d’imposta pari al 30% sulle spese sostenute dagli esercenti. Una disposizione valido solo per tutti coloro che fatturano meno di 400.000 € l’anno. Fino al 30 giugno 2022 il limite è stato spostato addirittura al 100% per tutti coloro che hanno adottato un POS.

Il credito d’imposta è applicato per:

  • ogni commissione pagata dal commerciante/professionista sulle transazioni
  • costi fissi di locazione e gestione del terminale POS
  • spese sostenute dagli esercenti per tutti i pagamenti elettronici fatti dai clienti (eseguiti sia con carte di credito, debito, prepagate che con metodi alternativi quali, ad esempio, app e e-wallet).
  • Oneri per acquisto o noleggio POS sostenute dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022 (valore massimo 160€)
  • Spese per acquisto o noleggio POS che consente anche la trasmissione telematica dei dati (valore massimo 320 €).

Il credito d’imposta è inserito nella dichiarazione dei redditi. È utilizzabile solo in compensazione alle tasse e imposte dovute. Vale solo dal mese successivo a quello della spesa sostenuta. La documentazione relativa deve essere conservata per i dieci anni successivi e deve rimanere a disposizione delle autorità in caso di richiesta di controlli fiscali.