Automazione fiscale: sfrutta internet per vendere, senza burocrazia

Cos’è l’Automazione fiscale? Dalla parola può sembrare un argomento interessante per studi commercialisti, più che per l’imprenditoria. Ma non è così e in questo articolo avrò l’occasione di raccontarti perché.

Ma andiamo per gradi.


Con Automazione fiscale mi riferisco a quelle metodologie applicative che permettono, a noi di FatturaPro, di supportare le aziende nella gestione sempre più ottimizzata dei processi di fatturazione ed emissione di corrispettivi.

In particolare, questa settimana ti parlo dell’automazione fiscale in ambito e-commerce.

Un tema fondamentale per chi gestisce un negozio online, ma anche per chi ha un negozio fisico, o persino un’azienda.

Ma quindi la Automazione fiscale non è una funzione di FatturaPro, casomai è una caratteristica…perché allora parlarne qui?

Effettivamente è vero.
Questa rubrica è nata per parlare di funzionalità. Ma analizzando i dati dei processi più attivi, all’interno delle attività dei clienti FatturaPro, mi sono accorto che parlare di singole caratteristiche software, è abbastanza limitante.

Ad esempio, il tema dell’Automazione Fiscale si lega a un concetto di “environment”, come piace dire a noi “tecnici dei gestionali”. Tradotto: è una questione di ambiente gestionale, per dirla in italiano.

Non c’è in FatturaPro un tasto con scritto “fai l’Automazione Fiscale”.
Ci sono, invece, una serie di procedure e caratteristiche delle soluzioni FatturaPro che rendono possibile fare Automazione Fiscale, in diversi ambiti.

L’analisi del trend della settimana, ci porta ad analizzare questo tema sul piano dell’e-commerce, perché le maggiori evidenze di questa settimana, relative ai nostri trend, riguardano in particolare questo tipo di clienti FatturaPro.

Ma, come premesso, vedrai che questo argomento torna buono anche per altre tipologie di aziende, quindi questo è un articolo che vale la pena di essere scritto, e vale la pena di essere letto fino alla fine.

Vedrai come il contesto dell’e-commerce servirà solo come pretesto per approfondire il tema fondamentale dell’Automazione Fiscale, a tutti i livelli.

Automazione Fiscale come antitesi della Burocrazia Fiscale: esempi concreti

Anche se non hai un e-commerce può venirti facile metterti nei panni di chi ce l’ha.

Pensa di avere dei prodotti che rendi acquistabili sul tuo sito. Nel caso dell’e-commerce può essere della merce, ma nel caso di un’azienda possono essere anche pacchetti di consulenza, pacchetti di assistenza, o mille altre cose sia “impacchettabile” in un’offerta lineare.

Arriva un tuo cliente e procede con l’acquisto del prodotto. Per lui è tutto molto facile, ormai l’esperienza d’acquisto in “stile Amazon” è alla portata di tutti.

Esistono sistemi basati su WordPress per farlo, così come esistono “motori gestionali” che rendono possibile la creazione di negozi online come Prestashop e Shopify.
Senza bisogno di sviluppare portali da zero, con livelli di budget decisamente alla portata di tutti.

Una sensazione di appagamento e soddisfazione ti pervade.
Con relativamente poco sforzo hai messo online la tua proposta, e tramite Paypal, Stripe, o uno degli altri sistemi di pagamento online, ricevi la notifica del tuo incasso.

Sembra un momento da festeggiare. Fino a quando arriva il momento di gestire la documentazione fiscale.

Come invio la fattura elettronica al cliente? Come gestisco il corrispettivo? Dove metto lo scontrino?

Devi sapere che tipicamente gli e-commerce “prefabbricati” non arrivano fino a qui, ma ti aiutano fino alla vendita del tuo prodotto o servizio online.

Trattandosi, prevalentemente, di sistemi nati all’estero (spesso negli Stati Uniti o comunque fuori dall’Europa), non prevedono la possibilità di gestire anche la parte fiscale.

Che, lo ricordiamo, si compone sempre di due parti, quando parliamo di vendite online:

  • Una parte è la documentazione da mandare al cliente, appunto fatture, corrispettivi, scontrini, ecc.
  • L’altra parte è la rendicontazione da inviare alla Agenzia delle Entrate. Una sorta di registro delle vendite da inviare regolarmente agli organi tributari italiani.

Ed è qui che vendere online ti riporta dritto dritto indietro di una cinquantina d’anni

Quando vendi online, le operazioni non si chiudono con l’acquisto del cliente, né con l’incasso del suo pagamento elettronico. E nemmeno con l’erogazione dell’ordine.

Una volta incassato, devi gestire i documenti fiscali prima di spedire i prodotti, se si tratta ad esempio di un prodotto fisico.

Devi quindi fermare il delivery per imputare manualmente i dati che serviranno per l’emissione di una fattura elettronica, piuttosto che di un corrispettivo.
In certi casi è necessario inserire questi documenti direttamente nel collo, quindi non puoi spedire prima di procedere anche lato fisco.

Tutto ciò richiede di ricopiare e digitare dati anagrafici “a mano”, magari su più gestionali diversi, che non parlano nemmeno tra loro.

Un vero cocktail dal sapore “anni 70-80”, completamente in contrasto con ciò che oggi rappresenta la scelta di aprire un’attività online, che può essere un’azienda o semplicemente una linea di business.

Questo è un chiaro esempio di Burocrazia Fiscale. Una forma di rallentamento che davvero non può esistere all’interno di un’impresa moderna.

I Plugin di FatturaPro: l’antidoto contro la Burocrazia Fiscale

Esistono tanti plugin per le più diffuse piattaforme E-Commerce che tutti usano.
Sia come base per dei veri e propri business online, sia per le aziende B2B che hanno solo bisogno di mettere singoli prodotti da vendere nelle proprie pagine web, come corsi, libri, masterclass e tanto altro.

Ma FatturaPro è pensato prima di tutto da imprenditori che hanno vissuto, sulla loro pelle e sulla loro quotidianità lavorativa, l’importanza di gestire i processi fiscali in modo veloce, automatico e senza perdite di tempo.

Oggi portiamo la nostra specializzazione in Automazione Fiscale all’interno di tutte quelle organizzazioni che hanno scelto di aprire un e-commerce. Per essere più liberi da vincoli burocratici, di spazio e di tempo, e che non hanno nessuna intenzione di perdere tempo dietro ad attività manuali e ripetitive.

Ma questo nostro know how, da cui oggi scaturisce un trend in fortissima crescita di processi gestiti attraverso i nostri sistemi.
È solo una rappresentazione verticale di ciò che sappiamo fare, e del motivo per cui siamo sul mercato: aiutare il tessuto imprenditoriale italiano a staccarsi di dosso il peso della Burocrazia Fiscale.

Come funzionano i Plugin di FatturaPro per l’Automazione fiscale? 

Raggiungere un obiettivo ambizioso, come quello della totale Automazione Fiscale delle vendite generate online, significa partire da un obiettivo basilare: rendere l’implementazione di queste tecnologie facile e alla portata di chiunque.

Non servono complesse attività di integrazione, né tantomeno serve sviluppare codice o effettuare operazioni rischiose sul portale, che possano minarne la sicurezza, il funzionamento e la continuità di servizio.

Niente di tutto questo.

Per portare i nostri plugin sul mercato abbiamo anzitutto pensato come creare una procedura di installazione semplice, alla stregua di quanto erano facili le installazioni dei driver per i modem vent’anni fa.

Quando bastava inserire il famoso “cd autoinstallante” nel PC, cliccare su “Installa” e osservare.
Giusto qualche minuto, la barra di caricamento del programma di installazione fare il suo lavoro e allungarsi nel suo rapido percorso verso l’indicazione di fine procedura.

Ecco, implementare i Plugin di FatturaPro è ancora più facile. Basta seguire una procedura guidata in due click per partire.

Fatto questo, il portale si collega automaticamente ai servizi di FatturaPro, che sono in grado di recepire automaticamente la generazione di un nuovo ordine sul portale, ad ogni acquisto effettuato da un utente.

A questo punto, il sistema acquisisce i dati anagrafici del cliente, analizza i prodotti acquistati, le condizioni di acquisto, e le riporta autonomamente sui Sistemi FatturaPro.

Da qui, viene generato il corrispettivo, o la fattura, per il cliente che può essere sia un soggetto privato, che un’altra azienda, e le informazioni vengono inoltrate alla fase di gestione successiva.

Quella della rendicontazione verso Agenzia delle Entrate.

Nel caso di Fattura Elettronica la fattura viene inviata prima al Sistema di Interscambio. Poi all’archivio di Conservazione a Norma, come da normative AGID.

Se, invece, dobbiamo  generare un corrispettivo, questo può essere elaborato sia in modo totalmente digitale, sia inviato  come copia all’utente.

E tu? Hai già cominciato a vendere online (senza il peso della Burocrazia Fiscale?)

Vendere online non significa necessariamente avere un e-commerce, come dicevo.

Tra i nostri partner ci sono realtà che non hanno dei veri e propri negozi online, ma vendono comunque servizi, pacchetti di assistenza o di consulenza direttamente sui loro portali aziendali.

Sia che tu debba strutturare un vero e proprio business su internet, o che abbia bisogno semplicemente di rendere acquistabili alcuni prodotti o servizi via web, i Plugin di FatturaPro sono il rimedio assoluto contro il peso della Burocrazia Fiscale.

Sempre più aziende stanno andando in questa direzione, andando incontro alla naturale evoluzione del fare impresa utilizzando le nuove frontiere della tecnologia.

Come l’Intelligenza Artificiale, con la possibilità di attivare degli Agenti virtuali che possono darti una mano nella gestione dei clienti.

Tutte cose che non sono più fantascienza, perché la società globale ormai rende attuali in tempo zero cose che dieci minuti prima sembravano persino “fuffa”.

Senza contare che queste nuove frontiere incredibili della tecnologia sono, al momento, ancora incredibilmente alla portata di chiunque.

Ma nulla di tutto questo è possibile, se non inizi a pensarla nella prospettiva di implementare l’Automazione Fiscale al primo livello di priorità.

È inutile pensare a come incrementare il business grazie alla tecnologia a basso costo di cui ti puoi servire oggi, se poi ogni operazione commerciale ti genera attività da fare a mano, magari su più gestionali.

Quindi, è sufficiente cliccare sul link qui sotto per accedere al form di contatto, dove puoi chiedere un appuntamento con i nostri FatturaPro Specialist, senza alcun impegno.

Clicca sul link, i nostri FatturaPro specialist ti stanno già aspettando.

Alessandro Cesarini

CEO FatturaPro.click

Fattura estera: la guida più semplice di sempre!

Una delle cose più interessanti e vantaggiose che internet ha portato con sé è indubbiamente la possibilità di estendere i confini dei nostri affari ben al di là dei confini che potevamo immaginare fino a 30 anni fa. Per un imprenditore del centro Italia era quasi impensabile pensare di avere dei clienti provenienti dal nord Italia, figuriamoci da altri paesi europei o addirittura da continenti lontani. Se da una parte il commercio con l’estero porta dei vantaggi, dall’altra ci mette davanti ad adempimenti fiscali che,spesso, sembrano molto complessi. Uno tra tutti: la fattura estera. 

Redigere una fattura estera ai giorni d’oggi è frequenta quasi quanto farne una verso un cliente italiano ma a differenza della seconda, ha delle caratteristiche particolari di cui bisogna ricordarsi se vogliamo che lo SDI non la rifiuti. 

Sempre più spesso ci arrivano richieste di supporto da parte di clienti che si affacciano al mondo estero e che iniziano a dover emettere regolare fattura nei confronti di clienti residenti al di fuori del Bel Paese. 

In questa breve guida vedremo insieme i passaggi da seguire nella compilazione del destinatario di una fattura estera, in modo da contabilizzare regolarmente una vendita transfrontaliera all’Agenzia delle Entrate

 

 

Nel corso degli anni abbiamo redatto una brevissima guida che adesso riportiamo qui sotto. Questi semplici passaggi sono fondamentali per far si che la fattura estera risulti correttamente inviabile.

Guardiamo insieme  come compilare una fattura estera

  1. Codice destinatario: Il codice destinatario della fattura estera è XXXXXXX  a differenza di quello per i privati cittadini italiani (sette zeri) o del codice destinatario delle aziende con sede in Italia. 
  2. Denominazione: Sia che si tratti di persona fisica che d’azienda, il campo denominazione va sempre compilato, inserendo Nome e Cognome del cliente estero o il nome della società.
  3. Nome e Cognome: i campi nome e cognome vanno lasciati vuoti in quanto li abbiamo già inseriti nel campo denominazione. 
  4. Partita IVA: La partita IVA del cliente deve contenere 11 caratteri, qualora combaciassero con quelli forniti dal vostro cliente inserite quelli altrimenti potete tranquillamente inserire 11 zeri. In caso di fattura estera l’Agenzia delle Entrate non farà un controllo sulla p.iva estera in quanto si tratta di un documento transfrontaliero. 
  5. Codice fiscale: il codice fiscale del cliente estero va lasciato vuoto.
  6. Indirizzo: Inserire l’indirizzo che vi ha fornito il cliente. NB: Alla fine dell’indirizzo, qualora il cap fosse inferiore a 5 cifre, inserite anche il CAP dividendolo dall’indirizzo con una virgola 
  7. CAP: il CAP deve contenere 5 cifre. Qualora il CAP del vostro cliente ne abbia meno potete aggiungere uno 0 all’inizio o inserire 00000. Potete inserire il vero CAP alla fine dell’indirizzo come abbiamo già visto nel punto precedente. 
  8. Comune: Inserite la città del vostro cliente. 
  9. Provincia: Inserite Non indicata/estera
  10. Nazione: Inserite la corretta nazione del destinatario 

 

In questo modo avremo una fattura estera pronta per essere inviata allo SDI ed essere messa in conservazione sia all’Agenzia delle Entrate sia in piattaforma a norma AgID per 10 anni. 

Gli accorgimenti da tenere a mente non sono pochi ma al momento risultano necessari per creare una fattura estera che soddisfi i requisiti dell’Agenzia delle Entrate. Tutto questo, nel prossimo futuro, non sarà più necessario grazie all’arrivo della rete PEPPOL anche conosciuta come fattura elettronica internazionale. Il nostro team di sviluppo è già a lavoro su PEPPOL per permettere a tutti voi di compilare una fattura estera con la stessa semplicità di una “tradizionale”. 

 

Il team di supporto

Startup Innovative: Novità e Incentivi 2025

Il 2025 segna una svolta per le startup innovative italiane, con l’entrata in vigore di due provvedimenti chiave: la Legge Annuale sulla Concorrenza (n. 193/2024) e la Legge Startup (n. 162/2024). Queste riforme ridefiniscono i criteri per accedere allo status di startup innovativa, potenziano gli incentivi fiscali e introducono misure per favorire la fase di scale-up, ovvero la crescita accelerata verso modelli di business sostenibili e internazionali. L’obiettivo è rafforzare l’ecosistema dell’innovazione, attrarre investimenti e semplificare l’accesso a finanziamenti pubblici e privati.

Definizione aggiornata di startup innovativa: requisiti più stringenti

Per qualificarsi come startup innovativa nel 2025, un’impresa deve soddisfare requisiti più rigorosi, allineati alle direttive europee e alle esigenze del mercato globale:

  1. Dimensione e Settore di Attività:
    • Deve essere una micro, piccola o media impresa (MPMI) con fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro o un totale di bilancio non superiore a 43 milioni di euro.
    • L’oggetto sociale deve essere esclusivamente o prevalentemente lo sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti/servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Sono escluse le attività di consulenza generica.
  2. Investimenti in R&S:
    • Almeno il 15% del fatturato o dei costi operativi annuali deve essere destinato a progetti di ricerca e sviluppo (R&S). Questo incremento rispetto al precedente 10% mira a garantire un impegno concreto nell’innovazione.
  3. Componente Tecnologica:
    • L’impresa deve dimostrare di possedere un’innovazione tecnologica tramite brevetti, software registrati, o un team altamente qualificato (almeno 1/3 di dottori di ricerca o 2/3 di laureati magistrali).
  4. Durata nel Registro delle Imprese:
    • Le startup possono rimanere nella sezione speciale del Registro per un massimo di 5 anni, estendibili a 7 anni se dimostrano una crescita significativa (es. aumento del 50% dei ricavi o assunzione di personale qualificato). Le imprese già registrate prima del 18 dicembre 2024 hanno un periodo transitorio di 6-12 mesi per adeguarsi.

Agevolazioni fiscali 2025: incentivi potenziati per investitori e startup innovative

Le nuove leggi introducono benefici fiscali mirati per attrarre capitali privati e sostenere la fase di scale-up:

Per gli investitori

  • Detrazione IRPEF al 65%: Chi investe nel capitale di startup innovative può detrarre il 65% dell’importo versato, fino a un massimo di 1 milione di euro annui.
  • Credito d’Imposta per Incubatori: Gli incubatori certificati ricevono un credito d’imposta dell’8% sugli investimenti effettuati in startup, fino a 500.000 euro annui, purché mantengano la partecipazione per almeno 3 anni.
  • Esenzione Imposta di Bollo: Le operazioni di aumento di capitale restano esenti da imposta di bollo, riducendo i costi amministrativi.

Per le startup

  • Esoneri Fiscali: Sono confermati l’esonero dall’imposta di bollo, dai diritti camerali annuali e dalle imposte di registro per le operazioni straordinarie.
  • Accesso al Fondo di Garanzia PMI: Le startup possono ottenere garanzie pubbliche fino all’80% sui finanziamenti bancari, facilitando l’accesso al credito.
  • Voucher Innovazione: Contributi fino a 10.000 euro per servizi di consulenza in brevettazione, cybersecurity e internazionalizzazione.

Novità per la fase di scale-up: dal registro startup a quello PMI innovative

Le riforme riconoscono l’importanza della transizione da startup a società scale-up, ovvero imprese con modelli di business consolidati e prospettive di crescita internazionale. Per supportare questa fase:

  • Le startup che superano i 5 anni di attività possono trasferirsi nella sezione delle PMI Innovative, mantenendo parte delle agevolazioni (es. detrazioni fiscali per gli investitori) purché continuino a investire in R&S.
  • Viene introdotto un “Statuto delle Scale-Up” che semplifica le procedure di quotazione in borsa e l’accesso a fondi di private equity.

Adempimenti e sanzioni: attenzione alla compliance

Per mantenere lo status di startup innovativa, le imprese devono sottoporsi a verifiche periodiche:

  • La prima verifica avviene entro 3 anni dall’iscrizione, per accertare il raggiungimento degli obiettivi di R&S e crescita.
  • Le società che non rispettano i requisiti entro i termini previsti decadono dagli incentivi e devono restituire i benefici ricevuti.

In caso di violazioni (es. dichiarazioni false o omissioni), sono previste sanzioni fino al 240% dell’imposta evasa e, in casi gravi, reati penali per abusivismo.

Casi pratici: come sfruttare le opportunità

  1. Esempio di Detrazione IRPEF:
    Un professionista investe 100.000 euro in una startup innovativa nel 2025. Grazie alla detrazione del 65%, riduce il proprio reddito imponibile di 65.000 euro, ottenendo un risparmio fiscale di circa 26.000 euro (ipotizzando un’aliquota IRPEF del 40%).
  2. Accesso al Credito d’Imposta:
    Un incubatore certificato investe 300.000 euro in tre startup. Ottiene un credito d’imposta di 24.000 euro (8% di 300.000), utilizzabile in compensazione o a rimborso.

Verso un ecosistema più competitivo

Le novità del 2025 rappresentano un passo avanti nella costruzione di un ecosistema dell’innovazione maturo e competitivo. Da un lato, i criteri più stringenti garantiscono che solo le imprese realmente innovative accedano agli incentivi; dall’altro, le agevolazioni potenziate attirano capitali privati e sostengono la scalabilità.

Tuttavia, la complessità normativa richiede una consulenza specialistica per navigare tra adempimenti, verifiche e opportunità. Per massimizzare i benefici, fondatori e investitori devono adottare strategie di medio-lungo termine, integrando gli incentivi fiscali con strumenti come l’equity crowdfunding o i fondi europei Horizon.

In un contesto globale sempre più orientato alla tecnologia, l’Italia dimostra di puntare sull’innovazione come leva per la crescita economica e l’occupazione qualificata. La sfida sarà mantenere questo slancio, garantendo stabilità normativa e risorse adeguate negli anni a venire

E-Commerce e attività fisica: la linea di confine è sempre più sfumata

E-Commerce e attività fisica: la linea di confine è sempre più sfumata

 

Ormai internet ha davvero cambiato tutto. E non parlo di siti, di servizi, e nemmeno di App.

Mi riferisco alla mole incredibile di dati e informazioni che possono essere oggetto di interscambio tra sistemi, software e soprattutto processi.

La vera rivoluzione di internet, negli ultimi anni, è questa. La possibilità di costruire ecosistemi applicativi e di processi che si scambiano dati. 

E il passaggio di questi dati può generare automazioni, eventi e ulteriori sotto processi che si innescano in automatico per fare operazioni che supportano l’attività, aiutano l’imprenditore, senza che questo debba fare nulla, se non accedere ogni tanto a qualche cruscotto di controllo e vedere, comodamente “a colpo d’occhio”, come sta andando la sua impresa.

Non solo, banalmente, in un’ottica di fatturato, ma anche dal punto di vista del controllo di gestione puro e semplice.

Un tema che abbiamo già affrontato la settimana scorsa e che, guardacaso, si ripropone.

Il controllo di gestione è ciò che permette all’imprenditore di monitorare le sue marginalità, la verifica di quanti soldi rimarranno sul conto corrente dell’attività a fine anno, dopo le tasse.

Una disciplina che prima era per pochissimi, più che altro aziende strutturate, tanto che nel tessuto imprenditoriale delle PMI e delle micro partite iva, si è sempre pensato al controllo di gestione come a uno strumento per grandi realtà e organizzazioni molto strutturate.

Quando, in realtà, il Controllo di gestione serve a tutti. Specie in un’epoca dove le materie prime, a partire da carburanti e costi di riscaldamento ed energia elettrica, fluttuano in modo incontrollato e imprevedibile, talvolta senza una apparente logica.

Tutto questo discorso fila alla perfezione se osserviamo come iniziano a muoversi i professionisti, ad esempio. 

Non hanno più il blocchetto numerato per emettere corrispettivi cartacei, ma si presentano muniti di smartphone e stampante bluetooth. 

Il mio incasso non è più solo contante, ma cominciano a prediligere il pagamento col POS, sempre collegato al telefono e a un dispositivo portatile (per altro dai costi di commissione decisamente sostenibili).

Non male se pensiamo che fino ad appena due anni fa, i social erano ancora inondati di dibattiti sull’utilizzo del contante negli esercizi commerciali.

L’Automation sta diventando un fattore di competitività (a cominciare dall’Automazione Fiscale)

Interscambio di dati tra sistemi, ed eventi che si processano da soli, dicevamo.

Facciamo un esempio pratico: l’imbianchino che emette lo scontrino direttamente dallo smartphone, stampando la copia da dare al cliente con una stampante bluetooth che può stare sul palmo di una mano.

 

A questo basta aggiungere un POS portatile e wireless, e l’ecosistema è completo.

 

Il cliente può pagare il professionista col POS, ricevere lo scontrino via e-mail o “via carta”, mentre il professionista – ricevuto il pagamento ed emessa la stampa per il cliente del corrispettivo – si vede recapitare i dati di rendicontazione ad Agenzia delle Entrate.

Tutto in automatico, partendo magari da un evento che può essere l’emissione di un corrispettivo, o la ricezione del pagamento sul POS portatile.

Un ecosistema del genere azzera ogni forma di complessità, ogni perdita di tempo, ogni possibilità di errore relativo a una cattiva digitazione di dati.

Ma da questo set di dati prodotti, a beneficio del processo fiscale, nulla e nessuno mi vieta di organizzare delle informazioni per capire qual è la mia marginalità, se devo alzare i prezzi, o se li posso abbassare.

 

Capisci dove stiamo andando? 

 

 

Ci muoviamo verso una democratizzazione della complessità, verso una capacità incredibile di sfruttare la tecnologia come fattore moltiplicatore della capacità che può avere un imprenditore nell’espletare attività operative quotidiane.

Senza fare fatica, senza anni di studio su questi ambiti di conoscenza imprenditoriale, senza altrettanti anni di esperienze ed errori.

E ancora non ho minimamente tirato in ballo l’Intelligenza Artificiale, mi sono limitato a mettere “sul tavolo” ciò che è realtà oggi, come si può capire dall’analisi delle funzionalità usate dai clienti FatturaPro.

 

Ma cosa sta diventando, quindi, FatturaPro?

A questo punto è lecito chiederselo: “ma FatturaPro non era l’azienda di software che sviluppava sistemi di fatturazione elettronica”?

Sì, ci siamo palesati sul mercato con questa “missione”, verissimo.

Quindi, leggendo queste righe e questo numero della Newsletter, tutto sembra il preambolo di un cambio di rotta imprenditoriale, può darti l’idea che sia in atto una trasformazione della Value Proposito, una sua evoluzione verso qualcosa che prima era diversa e non c’era.

Eh, ma sembra male.

Perché, è vero, FatturaPro inizialmente aveva la gestione della Fatturazione Elettronica come missione “core” della sua attività e della sua azione commerciale. Ma solo perché, al momento della nostra “nascita”, quella era l’esigenza che attivava il mercato e i nostri clienti.

Ma nella nostra idea, la vera missione è sempre stata questa: aiutare gli imprenditori verso l’obiettivo di potersi concentrare esclusivamente sulla conduzione strategica e sulla visione a lungo termine della propria attività (la parte che piace a tutti noi imprenditori), delegando alla tecnologia tutta la parte di pura operatività fiscale (la parte che odiamo tutti noi imprenditori).

Semplicemente, adesso, stiamo iniziando piano piano a cogliere i frutti di ciò che abbiamo seminato con anni di sudore, fatica e tanta pazienza.

La strada è ancora lunga, ma è evidente che il muro di inerzia si sia rotto. Stiamo entrando in un nuovo ciclo di vita del nostro tessuto imprenditoriale.

Un ciclo di vita dirompente, capace di rompere gli argini del conservazionismo persino di un paese ostinatamente resistente al cambiamento come il nostro.

È il segno che dimostra come FatturaPro sia destinato a diventare un alleato, un asset inalienabile. 

Vuoi scoprire anche tu come possiamo introdurre l’automazione fiscale nella tua attività, attraverso un ecosistema tecnologico proprio per te?

Segui il link qui sotto per accedere alla pagina di richiesta

 

Alessandro Cesarini

FatturaPro.click Specialist

Tassazione delle plusvalenze da cripto-attività per persone fisiche nel 2025

Le criptovalute e le cripto-attività sono diventate un asset sempre più diffuso tra i risparmiatori italiani, ma la loro tassazione rimane un tema complesso. Con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024) e del decreto legislativo 5 settembre 2024, n. 129, il quadro normativo è stato aggiornato, introducendo aliquote più elevate, eliminando franchigie e definendo nuove regole per la dichiarazione. 

La normativa di riferimento per le cripto-attività: Dal 2023 al 2025

La tassazione  è stata introdotta in Italia con la Legge di Bilancio 2023 (Legge n. 197/2022), che ha modificato l’articolo 67 del TUIR inserendo la lettera c-sexies. Questa disposizione prevedeva un’imposta sostitutiva del 26% sulle plusvalenze superiori a 2.000 euro annui, considerati una soglia di non imponibilità (non una franchigia). Dal 2025, però, la Legge n. 207/2024 ha rivoluzionato il sistema:

  • Anno 2025: L’aliquota rimane al 26%, ma viene eliminata la soglia di 2.000 euro. Tutte le plusvalenze, anche minime, sono ora tassabili.
  • Dal 2026: L’aliquota sale al 33%, allineandosi alla tassazione delle rendite finanziarie.

Cosa sono le cripto-attività? Definizione e ambito

Per “cripto-attività” si intendono rappresentazioni digitali di valore o diritti trasferibili tramite tecnologia distribuita (blockchain o simili), escluse le valute legali digitali (es. euro digitale). Rientrano in questa categoria:

  • Criptovalute (Bitcoin, Ethereum, ecc.).
  • Token utility (servizi specifici).
  • NFT (Non-Fungible Token), se non considerati opere d’arte.
  • Stablecoin (es. USDT).

Non sono invece cripto-attività gli strumenti finanziari tradizionali (azioni, obbligazioni) negoziati digitalmente.

Come si calcola l’imposta sulle cripto-attività? Esempi pratici

Fino al 2024: Soglia di 2.000 Euro

 

Se nel 2024 un contribuente realizza plusvalenze per 2.500 euro, l’imponibile è calcolato detraendo la soglia:

  • 2.500 – 2.000 = 500 euro (base imponibile).
  • Imposta dovuta: 500 × 26% = 130 euro.

Dal 2025: Eliminazione della soglia

 

Con la stessa plusvalenza di 2.500 euro nel 2025:

  • Imposta dovuta: 2.500 × 26% = 650 euro.

Dal 2026: Aliquota al 33%

 

Nel 2026, su 2.500 euro:

  • Imposta dovuta: 2.500 × 33% = 825 euro.

Come dichiarare le plusvalenze: Modello 730 e redditi PF

Le plusvalenze vanno indicate nella dichiarazione dei redditi, con modalità diverse a seconda che le cripto-attività siano detenute presso intermediari italiani o esteri.

Modello 730/2025

  • Quadro T: Per plusvalenze soggette a imposta sostitutiva (26% o 33%).
    • Sezione I: Cessioni di cripto-attività con intermediari italiani.
    • Sezione II: Plusvalenze da intermediari esteri, con obbligo di compilare anche il quadro RW per il monitoraggio fiscale.

Modello redditi PF

  • Quadro RT: Specifico per redditi diversi da cripto-attività, con sezioni analoghe al quadro T del 730.

Imposta sul valore delle cripto-attività (IVCA)

Dal 2025, le cripto-attività detenute all’estero sono soggette a un bollo dello 0,2% sul valore di fine anno, da indicare nel quadro W del modello 730.

Cripto-attività : territorialità e obblighi per i non residenti

L’Agenzia delle Entrate chiarisce che le plusvalenze sono tassabili in Italia se:

  • Il contribuente è residente fiscale in Italia.
  • Le cripto-attività sono detenute presso intermediari italiani o stabili organizzazioni nel territorio.
  • Il reddito è prodotto tramite attività svolte in Italia (es. mining).

I non residenti sono soggetti a tassazione solo se le plusvalenze derivano da attività o beni situati in Italia.

Sanzioni e regole antielusive sulle cripto-attività

Il decreto legislativo n. 129/2024 ha introdotto sanzioni penali per contrastare usi illeciti:

  • Abusivismo: Fino a 4 anni di reclusione e multe fino a 10.329 euro per chi offre servizi non autorizzati (es. exchange non registrati).
  • Omissione dichiarativa: Sanzioni dal 120% al 240% dell’imposta evasa, oltre agli interessi.

Come richiedere il rimborso per errori precedenti

Se nel 2024 un contribuente non ha applicato la soglia di 2.000 euro, può richiedere il rimborso della differenza tramite:

  • Modello RF12: Presentato entro il 31 dicembre 2025.
  • Dichiarazione integrativa: Solo se non è già stato liquidato il modello 730/2024.

 

Consigli pratici per i contribuenti

  1. Conservare la documentazione: Registrare tutte le transazioni (acquisti, vendite, swap) con data, valore in euro e controparte.
  2. Utilizzare software di tracciamento: Strumenti come CoinTracking o Koinly aiutano a generare report fiscali.
  3. Consultare un professionista: Affidarsi a un commercialista esperto in cripto-attività per evitare errori nella dichiarazione.

 

La tassazione delle cripto-attività in Italia è diventata più stringente, con aliquote in aumento e obblighi dichiarativi complessi. Con l’abolizione della soglia di 2.000 euro e l’introduzione del quadro T nel modello 730/2025, è cruciale per i contribuenti adeguarsi alle nuove regole per evitare sanzioni. La collaborazione con intermediari autorizzati e professionisti qualificati rimane la strategia migliore per navigare in un panorama normativo in continua evoluzione.

Come rendere un ristorante 100% compliant alle normative sul rischio d’impresa

Controllo di gestione d’impresa: perché in pochi lo fanno, e perché tutti dovrebbero farlo

 

Fino a pochissimo tempo fa, gli imprenditori che introducevano un Controllo di gestione nella loro “PMI” si contavano sulle dita di una mano. Era considerata una cosa per “grandi aziende”.

Perché? 

Intuirlo è facile: il controllo di gestione costava tempo e denaro. Occorreva dedicare una persona a supporto della sua messa a punto, un “Controller Manager” per l’esattezza. Un tipo di figura che sul mercato valeva – e vale – tanto.

L’esercente, o l’imprenditore che conduceva un’attività familiare, non aveva nemmeno il tempo di pensare e organizzare la propria impresa secondo i dettami di un Controllo di Gestione. 

E l’unico strumento per misurare lo stato di salute economico finanziario di una PMI, rimaneva tipicamente il bilancio redatto dal commercialista, che però ha una finalità diversa dal controllo di gestione. 

Perché il bilancio è un documento prodotto per il fisco, non nasce per essere un vero strumento di controllo. 

Poi, nel tessuto imprenditoriale italiano, fatto da persone che imparano presto a cavarsela con quello che hanno, si è diffusa la cultura del bilancio come strumento di controllo, e del commercialista come consulente d’impresa, ma non è mai stato il modo corretto per inquadrare queste risorse.

Sia ben chiaro, non lo dico in senso polemico. Chiunque abbia avuto un negozio, o una PMI in generale, ha sempre fatto così dal dopoguerra al 2022.

Perché proprio fino al 2022? Perché a luglio di quell’anno è entrata in vigore la legge di cui ti ho accennato nella premessa.

Si tratta, per essere esatti, del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (CCII). Un insieme di norme che obbligano qualsiasi attività iscritta in camera di commercio a dotarsi di metodologie e strumenti per prevenire la crisi d’impresa.

In pratica si tratta di misure che servono a obbligare l’imprenditore a misurare costantemente lo stato di salute della propria attività, sul fronte economico finanziario, senza aspettare di verificarlo sul bilancio annuale.

Chi non lo fa, rischia sanzioni molto gravi in caso di controllo, o in caso di avvenuta crisi d’impresa nella quale si accerta che l’imprenditore non ha mai assecondato la normativa di cui sopra.

Ecco perché esiste un legame molto profondo tra questo Codice e il Controllo di Gestione, ovvero lo strumento principe capace di fornire a chi fa impresa, o all’esercente, un controllo costante dei propri numeri e della propria solidità.

 

Oggi, fortunatamente, fare “Controllo di Gestione” non è più così proibitivo come una volta e FatturaPro, in questo, è un valido alleato 

 

Secondo la regola del “bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto”, insieme a una brutta notizia – spesso – ce n’è anche una buona.

Quella buona è che oggi gettare le basi per un controllo di gestione non è più così costoso e complicato, grazie alle infinite possibilità di connettere e integrare tra loro strumenti di uso quotidiano, che generano dati e informazioni.

FatturaPro nasce, ed entra sul mercato, per portare nel tessuto imprenditoriale il concetto di Automazione Fiscale. Il nome FatturaPro sembra richiamare esclusivamente l’ultimo miglio della catena economica di un esercizio commerciale, quello della Fattura (appunto).

Ma non si limita a questo. FatturaPro è specializzata proprio nel connettere insieme flussi di informazioni e rendere automatica l’aggregazione, l’assemblaggio e la composizione di questi dati, per andare a formare i documenti fiscali necessari per regolare i rapporti con Agenzia delle Entrate.

Nessuno, però, ti impedisce, o impedisce a noi, di usare questi stessi dati per dare a chi fa impresa degli strumenti immediati a beneficio del Controllo di Gestione.

Un altro bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, quindi, lo troviamo proprio nell’essenza stessa dell’obbligo di avere un controllo fatto in questo modo.

Se, da una parte, le norme sul “rischio di impresa” si sommano a un quadro di normative pazzesche, pesanti e complesse, dall’altro il Controllo di Gestione – per chi ce l’ha – diventa un enorme facilitatore di decisioni.

Ed ecco perché si parla di ecosistemi FatturaPro. Perché per elaborare questi dati, e trasformarli in informazioni utili all’imprenditore per monitorare, addirittura ora su ora, lo stato di salute della propria attività, serve integrare e mettere in comunicazione tutti gli strumenti in campo.

L’insieme di dati che provengono dall’acquisto delle materie prime, dalle bollette, dallo studio paghe che eroga gli stipendi dei camerieri, dalle promozioni offerte ai consumatori, ecc., danno quel quadro d’insieme che oggi serve.

Serve al fisco per avere riprova del fatto che l’imprenditore ha adottato degli strumenti di controllo, e serve all’imprenditore per prendere decisioni facili.

Che, nel caso, del ristoratore, verteranno su cose del tipo: quante materie prime compro il martedì, piuttosto che il mercoledì? Quanti camerieri metto in turno a pranzo il giovedì? I listini prezzi sono corretti o sono da rivedere? Posso abbassare il prezzo di un piatto per spingerlo e venderlo di più e farlo conoscere? Devo alzare il prezzo di un altro piatto perché c’è poco margine?

E ancora: come sarà il flusso di cassa del prossimo mese? Quanto devo accantonare per fare fronte ai prossimi periodi di scarso incasso? Come nel caso di un ristorante di Milano che deve iniziare a pensare alla “bassa marea” delle due settimane centrali di agosto, per esempio.

Nel tuo caso, invece, saranno altri fattori da considerare, mantenendo inalterato il principio.

Durante la Pasqua e i “ponti” festivi del 25 aprile, gli ecosistemi di FatturaPro installati presso i nostri clienti ristoratori, hanno processato una mole di dati impressionanti.

Ovviamente noi non possiamo vedere le informazioni di dettaglio e riservate degli imprenditori, per ovvie questioni di correttezza e privacy. Ma possiamo vedere i carichi di lavoro cui vengono sottoposti i nostri sistemi, ed è davvero magnifico pensare a quanto oggi FatturaPro sia centrale nella vita di un’attività.

Sapere che queste informazioni possono aiutare un imprenditore a rispettare anche le sempre più pesanti norme che gravitano attorno al Controllo di Gestione è un ulteriore soddisfazione per noi tutti di FatturaPro.

Vuoi conoscere anche tu come rendere la tua impresa conforme alle normative sul Controllo di Gestione? 

Unisciti anche tu alle attività che sfruttano FatturaPro.click per creare un ecosistema conforme alle normative sul rischio d’impresa:

 

Contatti

 

Plugin per Woocommerce, Prestashop e Shopify per un’emissione automatica

FatturaPro.Click ha creato i Plugin per Woocommerce, Prestashop e Shopify per emettere scontrini elettronici e fatture elettroniche in modo automatico, creando un ponte tra l’attività e-commerce che avevi sempre sognato, e la realtà

 

Secondo una recente pubblicazione, a cura della redazione di Shopify, il 71% delle vendite deve passare per attività manuali da predisporre quando un cliente acquista un prodotto, per gestire regolarmente la parte fiscale dell’ordine.

FatturaPro.click è l’unica azienda che, attraverso l’installazione di semplici plugin dedicati alle tre principali piattaforme e-commerce, ti permette di creare scontrini elettronici e fatture elettroniche automaticamente, e di inviarle all’Agenzia delle Entrate.

 Anche mentre ti stai occupando d’altro, stai dormendo, o non sei davanti a un dispositivo per lavorare.

Non era esattamente per questo che avevi scelto, quel giorno, di aprirti un e-commerce?

 

Fatture e Corrispettivi e-commerce: il pezzo mancante è (finalmente) al suo posto

Vendere online è ormai semplice. Farlo rispettando tutte le regole fiscali… un po’ meno. 

Quando si tratta di emettere un corrispettivo elettronico per una vendita online, molti gestori di e-commerce come te, si ritrovano a improvvisare: chi stampa ancora lo scontrino RT da mettere nel pacco, chi sceglie di gestire a mano le fatture attraverso software esterni al sistema e-commerce. Il risultato? Tempo perso, qualche errore ogni tanto, e un flusso di lavoro certamente non automatico.

Con i Plug In di FatturaPro.click per Shopify, Woocommerce e Prestashop, finalmente puoi ottenere uno strumento di automazione fiscale, che puoi implementare con estrema facilità nel tuo e-commerce, come fosse un qualunque altro Plug In.

E puoi dire “Basta” ai rallentamenti, agli errori, alle procedure da eseguire a mano, magari utilizzando anche software aggiuntivi che devi pagare per avere, oltre alla parte fiscale, anche altre funzioni e strumenti gestionali che non ti servono, perché le hai già sul tuo sistema E-Commerce, e quindi le paghi per niente.

 

L’unico requisito per iniziare ad usare subito i Plug In di automazione fiscale di FatturaPro? Devi avere le tue credenziali Fisconline, da inserire durante la configurazione iniziale (e poi basta) 

Per attivare l’emissione automatica dei corrispettivi ti basta una cosa: le credenziali di sicurezza Fisconline dell’Agenzia delle Entrate. Una volta inserite nelle impostazioni del plugin (Prestashop o WooCommerce) o dell’app (Shopify), il sistema è pronto a partire.

Segui questo tutorial per sapere, passo dopo passo, come ottenere le tue credenziali da inserire all’interno del plugin:

https://www.youtube.com/watch?v=s5Uq2_bf5TQ

Da lì in poi, è tutto automatico e la tua “nuova vita”, dal punto di vista della gestione fiscale, può cominciare.

 

Cosa succede quando arriva un ordine?

Il cliente paga.

Il tuo e-commerce segna l’ordine come “pagato”.

Il Plug In di FatturaPro.click emette in tempo reale il documento commerciale con progressivo ufficiale ADE.
Niente più stampe, procedure da eseguire a mano, nessun pacco da aprire per infilarci dentro scontrini o documenti fiscali al di là delle copie di cortesia che – magari per tua scelta e preferenza – desideri produrre. Nessun file Excel, tabella o tabellina da inviare “a mano” alla Agenzia delle Entrate attraverso ulteriori procedure telematiche lentissime.

E mentre la fattura, anche se tecnicamente “emessa”, richiede un invio manuale a SDI, il corrispettivo viene generato e chiuso automaticamente. È già lì, valido, pronto a essere consultato.

 

Perché il Plug-in di FatturaPro.click è davvero diverso da tutto il resto? 

Nessun altro, oltre a FatturaPro.click, ti offre questo tipo di servizio e di risultato.

Altre soluzioni si appoggiano a registratori di cassa fisici, che devono quindi essere acquistati e installati da qualche parte, anche se non hai un’attività commerciale “fisica”. Oppure richiedono di emettere i documenti manualmente, magari con un software a parte.

FatturaPro.click – invece – è pensato per chi lavora online: si integra al tuo flusso di vendita e lo completa, senza aggiungere complicazioni.

Dentro alla frenesia della competizione quotidiana, automatizzare la parte fiscale non è semplicemente comodo, ma è un fattore fondamentale nei confronti della competizione con i tuoi concorrenti più diretti e aggressivi, che può aiutarti persino a colmare una piccola distanza con i grandi e-commerce.

 

Vuoi avere comodamente informazioni sui Plug In di FatturaPro.click, senza impegno e senza anticipare soldi per fare delle prove, prima di avere la certezza che faccia esattamente al caso tuo?

Puoi organizzare subito un approfondimento gratuito direttamente con il nostro staff! Zero Bot o Intelligenza Artificiale. Siamo entusiasti di poterti aiutare a smettere di perdere tempo e di rischiare sanzioni senza aver fatto nulla di male.

 

Clicca sul link qui sotto:

Contatti

Approvato al Senato il DDL sulla Governance dell’AI

Il Senato italiano ha approvato in prima lettura il Disegno di Legge A.C. 2316, un provvedimento ambizioso che mira a regolamentare lo sviluppo, l’uso e la sperimentazione dell’intelligenza artificiale (IA) nel Paese. Questo testo, ora all’esame della Camera, rappresenta un passo fondamentale per allineare l’Italia al Regolamento UE 2024/1689 (noto come “AI Act”) e definire un modello nazionale basato su principi etici, sicurezza e tutela dei diritti fondamentali. Con 28 articoli suddivisi in sei capi tematici, il DDL affronta temi cruciali come la trasparenza degli algoritmi, l’impatto dell’AI sul lavoro e sulla sanità, e la governance pubblica delle tecnologie emergenti.

Principi Fondamentali: Centralità Umana e Sicurezza

Il Capo I del DDL fissa i principi cardine dell’approccio italiano all’AI, ispirato a un modello antropocentrico che pone l’essere umano al centro dello sviluppo tecnologico. Tra i pilastri chiave:

  • Trasparenza: Gli algoritmi di IA devono essere spiegabili, garantendo che le decisioni automatizzate siano comprensibili e verificabili.
  • Sicurezza informatica: I sistemi di IA devono essere progettati per resistere a vulnerabilità e attacchi esterni durante tutto il loro ciclo di vita.
  • Protezione dei diritti fondamentali: Privacy, non discriminazione e autonomia decisionale umana sono priorità assolute.
  • Responsabilità: Gli sviluppatori e gli utilizzatori di AI sono tenuti a rispettare norme etiche e giuridiche, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili (minori, disabili).

In linea con il GDPR e l’AI Act europeo, il DDL specifica che i minori sotto i 14 anni necessitano del consenso dei genitori per l’utilizzo di sistemi di AI, mentre quelli sopra i 14 possono prestare consenso autonomo, purché le informazioni siano fornite in linguaggio chiaro.

AI nella Sanità: Strumento di Supporto, Non Sostituto

Il settore sanitario è uno dei campi più sensibili toccati dal DDL. L’articolo 7 riconosce il potenziale dell’AI nel migliorare prevenzione, diagnosi e terapia, ma sottolinea che la decisione finale rimane sempre in mano al medico. Ad esempio, un sistema di AI che analizza immagini radiologiche può suggerire possibili patologie, ma la diagnosi definitiva e la scelta terapeutica spettano al professionista sanitario.

Inoltre, il testo promuove l’uso dell’AI per progetti di inclusione sociale, come strumenti che favoriscono l’autonomia delle persone con disabilità nei percorsi di vita individualizzati. Tuttavia, è vietato l’impiego di sistemi di AI per modificare il genoma umano o per finalità eugenetiche, in linea con i divieti previsti dall’AI Act europeo.

Pubblica Amministrazione: Tra Efficienza e Controllo Umano

L’articolo 14 disciplina l’uso dell’AI nella PA, stabilendo che i sistemi automatizzati devono essere strumentali alle decisioni umane, mai sostitutivi. Un comune che utilizza algoritmi per valutare le richieste di sussidi abitativi, ad esempio, deve garantire che il funzionario incaricato riesamini manualmente i casi segnalati come “critici” dall’AI.

Il DDL richiede anche che i processi decisionali basati su AI siano tracciabili e documentati, con accesso pubblico alle logiche algoritmiche (se non contrastanti con la sicurezza nazionale). Questa disposizione mira a prevenire casi di opacità, come quelli emersi in passato con algoritmi utilizzati per l’assegnazione di benefit sociali.

Impatto sul Lavoro: Diritti dei Lavoratori e Obblighi Datoriali

Uno dei capi più innovativi del DDL è dedicato al mondo del lavoro, con misure che bilanciano innovazione e tutela dei diritti:

  • Articolo 11: Impone ai datori di lavoro di utilizzare l’AI per migliorare le condizioni lavorative, non per ridurre personale o aumentare il controllo sui dipendenti. Ad esempio, sensori AI che ottimizzano i turni per ridurre lo stress devono essere accompagnati da formazione specifica per i lavoratori.
  • Articolo 12: Istituisce l’Osservatorio sull’AI nel lavoro, con il compito di monitorare l’impatto occupazionale delle tecnologie e definire linee guida per un uso etico. L’Osservatorio coinvolgerà sindacati, imprese e esperti indipendenti.
  • Articolo 13: Vieta l’uso dell’AI nelle professioni intellettuali (avvocati, commercialisti, medici) se non come supporto. Un avvocato che utilizza software per analizzare contratti deve informare il cliente e rimanere responsabile del parere finale.

Governance Nazionale: Il Ruolo di AgID e ACN

Il Capo III del DDL definisce la governance dell’AI in Italia, designando Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) come autorità di riferimento. I loro compiti includono:

  • Coordinare l’attuazione della Strategia Nazionale per l’AI, aggiornata ogni tre anni.
  • Vigilare sul rispetto delle norme, con poteri ispettivi su enti pubblici e privati.
  • Promuovere la formazione di personale specializzato in AI, in collaborazione con università e centri di ricerca.

Una novità significativa è la delega al Governo per armonizzare la legislazione italiana con l’AI Act europeo, garantendo coerenza tra quadro nazionale e normativo UE.

Sanzioni Penali e Clausola di Invarianza Finanziaria

Il DDL introduce un primo nucleo di sanzioni penali per contrastare usi illeciti dell’AI:

  • Fino a 3 anni di reclusione per chi sviluppa o utilizza sistemi di AI in modo ingannevole o pericoloso, soprattutto se ciò comporta rischi per l’integrità fisica o psichica delle persone.
  • Multe fino a 500.000 euro per le aziende che violano gli obblighi di trasparenza o utilizzano dati sensibili senza consenso.

Nonostante l’ampio raggio d’azione, il Capo VI assicura che il provvedimento non comporterà oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, grazie a una riallocazione interna delle risorse esistenti.

Verso un Modello Italiano di AI Etica

Il DDL A.C. 2316 rappresenta un tentativo di coniugare innovazione e diritti, proponendo un modello di AI “antropocentrica” che potrebbe influenzare il dibattito europeo. La sfida principale sarà garantire che le norme non ostacolino la competitività delle imprese italiane, soprattutto delle PMI, ma favoriscano un’adozione responsabile delle tecnologie.

Con l’approvazione definitiva alla Camera, l’Italia si posizionerebbe tra i primi Paesi UE a dotarsi di una legislazione organica sull’AI, anticipando in parte l’entrata in vigore dell’AI Act prevista per il 2026. Resta da vedere come verranno bilanciati, nei decreti attuativi, rigore normativo e flessibilità necessaria per un settore in rapidissima evoluzione.

 

Automazione fiscale e AI: come evolve FatturaPro.click

Le novità di legge che hai appena letto sono la conferma di alcune prospettive che in FatturaPro abbiamo iniziato a seguire con interesse da tempo, tanto da ispirare le nostre scelte future.
Nella seconda metà dell’anno inizieremo gradualmente a presentare molte novità nel campo dell’Intelligenza Artificiale, applicata al supporto quotidiano di professionisti e imprenditori.

Se il tema dell’Automazione Fiscale rimane la colonna portante della nostra offerta di soluzioni gestionali, l’AI ne rappresenta una naturale evoluzione che porterà a nuove funzioni capaci di semplificare la vita delle persone in modo attivo, intervenendo su tutte quelle attività “umane” che ancora oggi possono essere causa di rallentamenti, errori o dimenticanze.

La parola chiave, quindi, sarà “supporto” e non “sostituzione”. Vogliamo essere un moltiplicatore di produttività, e non un fattore sottrattivo di risorse umane. Come portatori di un’innovazione volta a migliorare la vita delle persone, non siamo mai stati favorevoli alla visione di una tecnologia orientata alla speculazione.

Siamo coscienti di quanto sia importante ottimizzare i costi all’interno di un’organizzazione aziendale. Ma è la nostra esperienza quotidiana a renderci ancora più consapevoli di un principio che, nell’immediato futuro che ci attende, sarà centrale per chi — come noi — è parte attiva del tessuto imprenditoriale:

le aziende sono fatte di persone. E, da oggi in avanti, lo saranno ancora di più.

 

Nota di credito in un solo click!

Nel 2025 il concetto di “one click” assume un valore imprescindibile, in un momento storico dove tutto è complesso, la tua attività non deve esserlo

 

Portare avanti un’attività, con i tempi che corrono, è già abbastanza complicato di suo.

 

Me ne rendo conto perfettamente, e così tutto lo staff di FatturaPro: stare sulla piazza, oggi, è una vera e propria impresa da eroi.

 

Le materie prime, ed i beni di largo consumo, hanno delle oscillazioni che sono la rappresentazione più pura dell’epoca che viviamo, al ritmo di isterie collettive e di piccoli e grandi eventi che si propagano in tutto il mondo, riecheggiando nella quotidianità di tutti noi.

 

Mentre scrivo questo articolo, ad esempio, i prezzi dei carburanti sono scesi, ma quelli dell’energia continuano a rimanere alti.

 

Tutto questo si riflette sull’umore e la propensione all’acquisto che portano i nostri clienti a comprare, o non comprare, ciò che vendiamo.

 

Ma, allo stesso tempo, questa isteria impatta anche sui nostri costi di gestione, sulle possibilità di un imprenditore di fare investimenti che lo “impegnano” per tanto tempo, come – ad esempio – nell’assunzione di personale che possa dare una mano in azienda nel seguire alcune attività.

 

Diciamoci la verità: due o tre decenni fa, non avremmo avuto alcun problema nel valutare la possibilità di assumere un giovane per fargli fare attività semplici e un po’ ripetitive, per lasciarci più tempo nella gestione dell’impresa.

 

Un tempo anche le piccole imprese avevano il loro archivista, la persona giovane che si occupava delle stampe e delle fotocopie. Oggi quei mestieri non avrebbero comunque senso, perché la tecnica moderna permette di fare molte cose in digitale.

 

Ma, al netto di questo, è pur vedo che risorse per gestire piccole procedure lineari ce ne sono meno. E, soprattutto, c’è molta meno serenità nel prendersi l’impegno di assumere qualcuno “a tempo indeterminato”.

 

Per tutte queste ragioni, legate alla volatilità della nostra società e alla necessità di avere aziende snelle, sia nel rapporto con i clienti, sia nelle dinamiche interne, anche la banale gestione delle note di credito diventa un aspetto sul quale mettere la testa.

 

FatturaPro.click nasce e cresce con un’attenzione spasmodica a questo aspetto della vita imprenditoriale: gestire tutto con un click

 

 

Ormai capita sempre più spesso di allacciare ottimi rapporti con i nostri clienti.

 

Molte volte lavoriamo con esercizi commerciali, studi e altre attività nelle quali l’imprenditore non è solo colui che sviluppa l’impresa, ma è anche una delle persone – se non l’unica – a lavorare al suo interno, e ad occuparsi di tutti e tre i pilastri dell’azienda:

 

– Gestione dei clienti

– Erogazione dei servizi, o consegna dei prodotti

– Gestione contabile, amministrativa e fiscale (fin dove non arriva poi il commercialista).

 

 

Tante di queste persone, una volta entrati in confidenza, mi chiedono perché abbiamo scelto un dominio. click.

 

A volte sono indotte a pensare che sia stata una “scelta involontaria”, dovuta dalla indisponibilità di altri domini.

 

Ma non è così. Abbiamo scelto il dominio FatturaPro.click proprio perché, per noi, gestire tutto con un click fa tutta la differenza del mondo tra chiudere e stare aperti.

 

Tra dare al cliente un servizio in linea con gli standard che oggi qualunque acquirente di prodotti o servizi si aspetta, e perderlo.

 

E tra una gestione dei costi e delle risorse efficace, e la perdita di marginalità.

 

Per questo ogni singola funzione di FatturaPro.click è studiata in modo viscerale per l’imprenditore che si trova ad affrontare le sfide di questo momento storico così complicato.

 

Talmente complicato da indurre tante persone a chiedersi chi ce lo faccia fare.

 

Ma chi fa impresa non ragiona così. È qualcosa che ha a che fare con il superamento degli ostacoli, con sfide personali intime e incomprensibili per chi non c’è dentro.

 

E certamente non possono essere le procedure contabili e fiscali a farci desistere dal nostro sogno, dal nostro bisogno di farcela.

 

Come FatturaPro.click permette la gestione delle Note Credito con un click

 

 

Gestire una nota credito con FatturaPro.click è davvero semplice, e penso di poter dire che la cosa sia oggettiva sul serio.

 

Basta individuare la fattura da cui hai bisogno di produrre una nota credito all’interno della sezione “Fatture e Note di Credito”.

 

Sulla destra, in corrispondenza dei pulsanti di gestione che trovi a lato, puoi vedere il tasto “emetti nota di credito da fattura”.

 

A questo punto, FatturaPro.click genera automaticamente una nota di credito a storno totale della fattura a cui fa riferimento.

 

Il numero e la data della fattura stornata, vengono riportati nella causale della nota di credito, e nei documenti correlati, generati dal sistema.

 

Semplice come fare un ordine sul tuo e-commerce, sia per il cliente che per te.

 

Un altro esempio di come FatturaPro.click sia sempre coerente nella sua promessa di rendere la vita di chi fa impresa semplice, contro ogni complessità burocratica e contro quella scarsità di buon senso che spesso noi imprenditori percepiamo in chi detta gli standard, le regole e le norme.

 

 

Vuoi conoscere tutte le semplificazioni burocratiche, normative e fiscali incluse in FatturaPro.click?

 

Tutto lo staff di FatturaPro è sempre pronto ad accogliere ogni tua domanda, idea o necessità procedurale.

 

Vuoi organizzare un approfondimento gratuito con noi? Clicca sul link qui sotto:

 

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Mini Contratti di Sviluppo: Proroga al 27 Maggio per le PMI

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha esteso i termini per la presentazione delle domande relative ai Mini Contratti di Sviluppo, un’iniziativa pensata per le Piccole e Medie Imprese (PMI) che intendono investire in tecnologie strategiche. La nuova scadenza è fissata al 27 maggio 2025 alle ore 12:00, offrendo alle aziende più tempo per prepararsi e accedere ai finanziamenti disponibili.

Questa misura, introdotta con il Decreto Legge Coesione (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 107 del 7 maggio 2024), stanzia 300 milioni di euro per supportare progetti volti allo sviluppo e alla fabbricazione di tecnologie critiche, con l’obiettivo di rafforzare la competitività e la resilienza delle PMI italiane.

Cosa Sono i Mini Contratti di Sviluppo?

I Mini Contratti di Sviluppo rappresentano una versione semplificata dei Contratti di Sviluppo, strumenti di politica industriale volti a sostenere grandi investimenti. Questa versione “mini” è specificamente pensata per le PMI che operano nelle regioni meno sviluppate del Paese, incentivando gli investimenti in tecnologie strategiche e la creazione di valore aggiunto.

Obiettivi Chiave

I Mini Contratti di Sviluppo mirano a:

  1. Sostenere lo sviluppo e la fabbricazione di tecnologie critiche, essenziali per la competitività del sistema produttivo italiano.
  2. Proteggere e rafforzare le catene del valore negli ambiti del Regolamento UE n. 795/2024, istitutivo della Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP).
  3. Promuovere la sicurezza degli approvvigionamenti e la resilienza del sistema produttivo nazionale, riducendo la dipendenza da fornitori esterni.

Chi Può Accedere ai Mini Contratti di Sviluppo?

I Mini Contratti di Sviluppo sono destinati alle PMI (Piccole e Medie Imprese) che realizzano investimenti in una unica unità produttiva situata nelle regioni meno sviluppate.

Regioni Ammissibili

Le regioni interessate sono:

  • Abruzzo
  • Basilicata
  • Calabria
  • Campania
  • Molise
  • Puglia
  • Sardegna
  • Sicilia

Requisiti di Ammissibilità

Per poter beneficiare delle agevolazioni, le PMI devono:

  • Essere regolarmente iscritte al Registro delle Imprese.
  • Operare in regime di contabilità ordinaria.
  • Non trovarsi in stato di liquidazione volontaria, fallimento o altre procedure concorsuali.
  • Essere in regola con gli obblighi contributivi e fiscali (DURC regolare).
  • Rispettare le normative in materia di sicurezza sul lavoro e tutela dell’ambiente.

Quali Investimenti Sono Finanziabili?

I piani di investimento ammissibili devono essere focalizzati sullo sviluppo e/o sulla fabbricazione delle tecnologie critiche individuate dal Regolamento STEP, oppure sullo sviluppo della catena del valore ad esse collegata. È fondamentale che gli investimenti contribuiscano a migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti e la resilienza del sistema produttivo.

Settori Prioritari:

  1. Tecnologie digitali e deeptech: Intelligenza artificiale, blockchain, cybersecurity, cloud computing, big data e altre tecnologie emergenti.
  2. Tecnologie pulite ed efficienti: Energie rinnovabili, efficienza energetica, mobilità sostenibile, gestione dei rifiuti e altre tecnologie a zero emissioni nette.
  3. Biotecnologie: Farmaci, diagnostica, terapie avanzate e altre biotecnologie industriali.

Spese Ammissibili:

  • Acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica.
  • Opere murarie e impiantistiche necessarie per l’installazione dei macchinari.
  • Acquisizione di brevetti, licenze, know-how e altre forme di proprietà intellettuale.
  • Servizi di consulenza specialistica.
  • Costi del personale direttamente impiegato nella realizzazione del progetto.

Importante: Non sono ammissibili i piani di investimento che prevedono l’implementazione delle tecnologie critiche in processi produttivi che non siano strettamente legati agli ambiti del Regolamento STEP.

Quali Sono le Agevolazioni?

Le agevolazioni previste dai Mini Contratti di Sviluppo consistono in contributi a fondo perduto, concessi nei limiti delle intensità massime stabilite dalla Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale. Le percentuali di copertura delle spese ammissibili variano in base alla dimensione dell’impresa:

  • Piccole imprese: 55%
  • Medie imprese: 45%
  • Grandi imprese: 35% (solo per spese relative a consulenze)

Per le spese di consulenza connesse alla realizzazione del piano di investimenti, l’agevolazione è concessa nella misura del 50% delle spese ammissibili.

Dotazione Finanziaria

Lo sportello per i Mini Contratti di Sviluppo dispone di una dotazione finanziaria complessiva di 300 milioni di euro, suddivisi tra:

  • 100 milioni di euro a valere sulle risorse del PN RIC 2021 – 2027 (Priorità 1, Obiettivo specifico 1.3).
  • 200 milioni di euro a valere su altre risorse.

Come Presentare la Domanda di Agevolazione?

La domanda di agevolazione deve essere presentata esclusivamente in modalità telematica, attraverso la piattaforma informatica messa a disposizione da Invitalia. L’accesso alla piattaforma richiede l’autenticazione tramite SPID, Carta Nazionale dei Servizi (CNS) o Carta d’Identità Elettronica (CIE) del legale rappresentante dell’impresa.

Procedura di Domanda:

  1. Accesso alla piattaforma online.
  2. Compilazione del formulario di domanda, redatto in lingua italiana e conforme agli schemi messi a disposizione da Invitalia.
  3. Caricamento della documentazione richiesta.
  4. Invio telematico della domanda entro il 27 maggio 2025 alle ore 12:00.

Documenti Necessari:

  • Piano di investimento dettagliato, con descrizione delle attività previste, dei risultati attesi e del loro impatto sulla competitività dell’impresa.
  • Documentazione comprovante la capacità tecnico-organizzativa dell’impresa, come curriculum vitae del personale chiave e certificazioni di qualità.
  • Copia dei bilanci degli ultimi tre esercizi finanziari.
  • Autocertificazioni relative al possesso dei requisiti di ammissibilità.
  • Ulteriore documentazione specifica richiesta dal bando.

Consigli Utili per la Presentazione della Domanda

Per massimizzare le possibilità di successo, è consigliabile:

  • Leggere attentamente il bando e i relativi allegati, prestando particolare attenzione ai criteri di valutazione e ai requisiti di ammissibilità.
  • Verificare in anticipo il possesso di tutti i requisiti richiesti, evitando di presentare una domanda incompleta o inammissibile.
  • Elaborare un piano di investimento dettagliato e realistico, evidenziando i benefici attesi in termini di innovazione, crescita e competitività.
  • Richiedere il supporto di un consulente specializzato nella redazione di domande di agevolazione, in grado di fornire assistenza nella predisposizione della documentazione e nella presentazione della domanda.

Un’Opportunità per Innovare e Crescere

I Mini Contratti di Sviluppo rappresentano una valida opportunità per le PMI italiane che intendono investire in tecnologie strategiche e rafforzare la propria posizione sul mercato. La proroga dei termini per la presentazione delle domande offre alle aziende più tempo per prepararsi e presentare progetti validi e ben strutturati. Non lasciatevi sfuggire questa occasione per dare una spinta all’innovazione e alla crescita della vostra impresa.