Forzatura di emissione documento fiscale da e-commerce? Non è mai stata più facile di così!

Come ribadito nell’articolo della scorsa settimana, l’e-commerce è stata una manna dal cielo per molti imprenditori del Bel Paese. Ma se la gestione delle aliquote iva è uno dei tasti dolenti della gestione dell’e-commerce, la gestione dei documenti fiscali non è da meno. La soluzione a questo tedioso problema è sicuramente la gestione della forzatura di emissione documento disponibile su FatturaPRO.click. 

A differenza dello scorso articolo, un pò lungo visto che abbiamo analizzato insieme come modificare le aliquote per i vari prodotti in tutti gli e-commerce, questo sarà più breve, perchè, chi ci conosce lo sa già, noi di FatturaPRO.click amiamo la semplificazione dei processi.

Cosa si intende per forzatura di emissione documento e quando sono utili? 

 

Quando si parla di forzatura di emissione ci riferiamo a un comando che forza l’emissione di un tipo di documento rispetto a quello che l’e-commerce emetterebbe in base ai dati presenti nel checkout dell’ordine. 

Si potrebbe pensare : “ perchè forzare un tipo di documento se il cliente ne ha chiesto un’altro?” 

La risposta è semplice e di natura gestionale per la maggior parte dei casi. Ma vediamo insieme le casistiche. 

Abbiamo vari tipi di forzature in FatturaPRO.click tra cui le più rilevanti sono : 

 

    1. Emetti sempre un corrispettivo: questa funzione permette di forzare l’emissione di un corrispettivo, indipendentemente dai dati presenti nel checkout. Questa forzatura è da utilizzare soltanto per ordini provenienti da UE ( o in qualche caso per il resto del mondo)  in quanto in italia il cliente ha il diritto di poter ricevere una fattura se inserisce i propri dati fiscali
    2. Emetti sempre una fattura: questa funzione permette di forzare l’emissione di una fattura. Anche questa è molto utile quando si parla di vendite estere, soprattutto quelle che si trovano fuori dall’UE, che necessitano di un documento di accompagnamento per i controlli doganali. 
    3. Compila il registro OSS: la compilazione del registro OSS viene utilizzata da molti clienti che superano una certa soglia di vendita in UE o extra UE, definita dalle normative vigenti.

Come impostare la forzatura di emissione documento su FatturaPRO.click? 

 

Come per la forzatura delle aliquote iva, anche quella dell’emissione documento è molto semplice da impostare. 

Bisognerà andare al menù account- siti e-commerce e cliccare su modifica a destra del proprio dominio. 

Una volta entrati in modifica bisognerà andare nella sezione Forza emissione e scegliere le forzature a seconda delle aree e salvare le nuove impostazioni. 

Speriamo che questa guida vi sia stata utile, come sempre noi restiamo a disposizione per ogni possibile dubbio. 

 

Il team di supporto

 

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Tassazione criptoattività 2026: novità dalla legge di bilancio

La tassazione criptoattività rappresenta uno degli aspetti più rilevanti della legge di bilancio 2026, che introduce un trattamento fiscale differenziato per le operazioni su asset digitali. Mentre l’aliquota generale del 33% sulle plusvalenze da cripto-attività viene confermata dal 1° gennaio 2026, come già previsto dalla manovra dell’anno precedente, il legislatore introduce un’importante eccezione per i token di moneta elettronica denominati in euro, comunemente noti come stablecoin euro.​

Tassazione criptoattività agevolata per stablecoin in euro

L’articolo 13 della bozza del disegno di legge di bilancio 2026 prevede l’applicazione di un’aliquota ridotta al 26% per i redditi derivanti da operazioni di detenzione, cessione o impiego di token di moneta elettronica ancorati all’euro, in luogo dell’aliquota ordinaria del 33%. Questa misura si applica esclusivamente ai token conformi alla definizione prevista dall’articolo 3, paragrafo 1, numero 7 del Regolamento europeo MiCAR (UE) 2023/1114.​

Per beneficiare della tassazione criptoattività agevolata, i token devono soddisfare requisiti specifici: il valore deve essere stabilmente ancorato all’euro e i fondi di riserva devono essere detenuti integralmente in attività denominate in euro presso soggetti autorizzati nell’Unione europea. La norma chiarisce inoltre che non costituisce evento fiscalmente rilevante la mera conversione tra euro e token di moneta elettronica denominati in euro, né il rimborso in euro del relativo valore nominale. Questo significa che l’utilizzo delle stablecoin in euro come strumento di pagamento o custodia non comporta tassazione, che si applica solo in presenza di un effettivo guadagno economico.​

Tassazione criptoattività: il Tavolo permanente di vigilanza

Contestualmente alle modifiche fiscali sulla tassazione criptoattività, la legge di bilancio 2026 prevede l’istituzione di un Tavolo permanente di controllo e vigilanza sulle cripto-attività e la finanza innovativa, da costituire entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della legge tramite decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il Tavolo sarà composto da rappresentanti del MEF, della Guardia di Finanza, della CONSOB, della Banca d’Italia, dell’Unità di informazione finanziaria, dell’Agenzia delle Entrate, nonché delle associazioni più rappresentative del settore ed esperti accademici.​

I compiti principali dell’organismo includono il monitoraggio costante dei rischi connessi al settore, l’elaborazione di indirizzi strategici nazionali in materia di prevenzione di frodi e abusi, la predisposizione di un protocollo di legalità tra istituzioni e operatori per contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, la redazione di rapporti periodici sull’evoluzione tecnologica e finanziaria del comparto e la promozione di iniziative per l’educazione finanziaria dei consumatori. È importante sottolineare che ai componenti del Tavolo non spettano compensi, gettoni di presenza o altri emolumenti.​

Tassazione criptoattività: il contesto normativo europeo

La scelta di riservare un trattamento fiscale agevolato alle stablecoin denominate in euro si inserisce nel più ampio contesto della regolamentazione europea MiCAR, entrata in vigore in modo progressivo nel corso del 2024. Il regolamento distingue tra token di moneta elettronica (EMT), che mantengono un valore stabile ancorato a una singola valuta ufficiale, e token collegati ad attività (ART), che fanno riferimento a panieri di asset diversi. Le norme relative a EMT e ART sono entrate in vigore il 30 giugno 2024, mentre l’intero impianto normativo sarà pienamente applicabile dal 30 dicembre 2024.​

Questa distinzione ha conseguenze fiscali rilevanti: mentre le conversioni verso EMT denominati in euro beneficiano dell’aliquota ridotta al 26%, le operazioni che coinvolgono stablecoin ancorate ad altre valute, come il dollaro statunitense, restano soggette all’aliquota ordinaria del 33%. L’Italia si pone così su una linea di equilibrio tra innovazione e certezza fiscale, evitando di scoraggiare l’adozione delle stablecoin regolamentate europee e garantendo al contempo un gettito coerente e trasparente.​

Gestione aliquote IVA e-commerce: non farti trovare impreparato!

Se dovessimo descrivere in poche parole la gestione aliquote IVA in un e-commerce potremmo definirle, senza ombra di dubbio, come il tasto dolente dell’imprenditore digitale.

Negli ultimi anni, l’e-commerce in Italia ha registrato una crescita costante, diventando una leva strategica anche per le micro e piccole imprese. Un numero sempre maggiore di imprenditori decide, infatti, di lanciarsi nella vendita e-commerce nella speranza di estendere il proprio giro di clienti e far conoscere a più persone possibili i propri prodotti o servizi.

Secondo i dati più recenti di Netcomm e ISTAT, oggi sono oltre 82.000 le imprese italiane che vendono online tramite un proprio sito o marketplace. Un dato significativo, soprattutto se confrontato con le circa 50.000 attive nel 2019.

In termini percentuali, circa il 18% delle aziende italiane utilizza canali e-commerce per la vendita dei propri prodotti o servizi. Anche se il dato è in crescita, resta inferiore alla media europea, che si attesta intorno al 23%. L’adozione è particolarmente diffusa tra le grandi imprese (41%), mentre cala al 22% nelle medie e scende ulteriormente nelle microimprese, dove si ferma tra l’8% e il 10%

Sebbene l’apertura di un e-commerce rappresenti una grande opportunità di business c’è sempre una nota dolente dietro l’angolo. Una di queste, forse la più problematica in fase di predisposizione del marketplace, è la gestione delle aliquote iva dei prodotti. 

Con l’articolo di oggi vogliamo provare a chiarire i vari step da seguire per la gestione delle aliquote IVA dei prodotti dei nostri e-commerce, basandoci sui tre più utilizzati e integrati perfettamente a FatturaPRO.click tramite plugin/app: Shopify, Woocommerce e Prestashop. 

 

Gestione aliquote IVA su Shopify

 

Shopify è una delle piattaforme di e-commerce più usate in italia, grazie alla facilità d’uso, al design moderno e alle funzionalità integrate.

I passaggi per la corretta applicazione dell’aliquota IVA/esenzione in Shopify sono i seguenti:

 

1. Accedi al tuo pannello di controllo Shopify

  • Vai su https://www.shopify.com/login
  • Inserisci email e password associate al tuo store

 2. Vai nella sezione “Prodotti”

  • Dal menù laterale clicca su “Prodotti”
  • Seleziona il prodotto su cui vuoi configurare l’IVA (o clicca “Aggiungi prodotto” per crearne uno nuovo)

3. Scorri fino alla sezione “Prezzi”

  • Nella scheda del prodotto, individua la sezione “Prezzo”
  • Qui troverai:
    • Prezzo: inserisci l’importo lordo o netto (a seconda delle tue impostazioni fiscali)
    • “Addebita le imposte su questo prodotto”: assicurati che la casella sia selezionata

NB: Spuntare questa opzione permette a Shopify di applicare l’IVA automaticamente secondo le regole fiscali configurate per il tuo store.

 

 4. Configura le aliquote IVA per il tuo Paese (es. Italia)

Questo passaggio è cruciale per impostare la corretta aliquota IVA (es. 22%, 10%, 4%) da applicare ai prodotti.

Vai su:

Impostazioni > Tasse e dazi (Taxes and duties)

Seleziona la regione fiscale (es. Italia)

  • Clicca su “Europa”, poi su “Italia”
  • Shopify calcolerà in automatico l’IVA standard (22%), ma puoi modificare o aggiungere aliquote personalizzate

Per aggiungere un’aliquota personalizzata:

  • Vai su “Override delle imposte”
  • Clicca su “Aggiungi override”
  • Scegli una collezione di prodotti o una categoria a cui applicare una diversa aliquota (es. 4% per libri, 10% per alimenti)
  • Inserisci la nuova aliquota IVA e salva

 5. Salva il prodotto

  • Dopo aver spuntato “Addebita le imposte su questo prodotto” e verificato le aliquote, clicca su “Salva” in alto a destra

 

Gestione aliquote IVA su Woocommerce

 

Woocommerce resta, al momento, la piattaforma di e-commerce più utilizzata non solo in Italia ma nel mondo intero. I suoi punti di forza sono la sua natura open source e la flessibilità che consente di avere a chiunque sia pratico nella programmazione.

La gestione delle aliquote in Woocommerce risulta leggermente più semplice che in Shopify. Vediamo insieme come fare. 

 

1. Accedi alla dashboard di WordPress

  • Vai su tuosito.it/wp-admin
  • Inserisci le credenziali del tuo amministratore WordPress

 2. Vai su WooCommerce > Impostazioni > Imposte

Se la sezione “Imposte” non è visibile, attivala qui:
WooCommerce > Impostazioni > Generale > Abilita le imposte e i calcoli fiscali

 

3. Configura le aliquote IVA

  • Clicca su “Imposte”, poi su “Aliquote standard”
  • Inserisci una nuova riga con:

 

    • Paese: IT
    • Codice postale, città, provincia: lascia * o specifica
    • Aliquota: es. 22, 10, 4
    • Nome tassa: IVA 22%
    • Priorità: 1
    • Composta: no
    • Spedizione tassata: sì

 Ripeti per le altre aliquote (10%, 4%)

 

 4. Imposta l’IVA sul prodotto

 

  • Vai su Prodotti > Tutti i prodotti
  • Seleziona o crea un prodotto
  • Nella scheda prodotto, vai su:
    • Dati prodotto > Generale
    • Campo Prezzo normale
    • Spunta: Prezzo comprensivo di IVA? (impostazione generale)
    • Campo Classe tassa: scegli tra Standard, IVA ridotta (10%), IVA super ridotta (4%) o Esente

 

 5. Salva il prodotto

Clicca su “Aggiorna” o “Pubblica” per confermare.

 

Gestione aliquote IVA su Prestashop

 

Ultimo, ma non per importanza, Prestashop. Questa piattaforma è una delle più longeve in Europa, utilizzata soprattutto dalle PMI.  Come si impostano le aliquote IVA in Prestashop? 

1. Accedi al back office di PrestaShop

  • Vai su tuosito.it/admin (personalizzato)
  • Login con utente e password amministratore

2. Configura le tasse

  • Vai su International > Tasse
  • Clicca su “Aggiungi nuova tassa”
    • Nome: IVA 22%
    • Aliquota: 22
    • Stato: attivo

 Ripeti per 10% e 4%

 

 3. Crea o assegna una regola fiscale

 

  • Vai su International > Regole fiscali
  • Clicca su “Aggiungi nuova regola fiscale”
    • Nome: Italia – IVA Standard
    • Paese: Italia
    • Imposta: IVA 22%
    • Comportamento: Applica solo questa tassa

 Puoi creare regole per ogni aliquota da associare a diversi prodotti

 

 4. Assegna l’IVA al prodotto

 

  • Vai su Catalogo > Prodotti
  • Modifica o aggiungi un prodotto
  • Scheda Prezzi
    • Campo: Prezzo tasse escluse
    • Campo: Regola fiscale → seleziona la regola con l’IVA desiderata (es. Italia – IVA 22%)

  5. Salva

  Clicca su “Salva” in alto a destra

Gestione aliquote IVA su FatturaPRO.click 

 

Pochi lo sanno ma, tramite FatturaPRO.click e il suo collegamento all’e-commerce via Api Key, è possibile stabilire una forzatura delle aliquote in due modalità diverse: in base alle singole nazioni o alle aree geografiche. 

NB: Questa opzione è praticabile solo se tutti i prodotti hanno una sola aliquota IVA. Per chi vende in Italia con aliquote iva diverse l’unica soluzione è procedere come descritto sopra a seconda dell’e-commerce con cui si lavora. 

Gestione aliquote IVA per singola nazione

 

Andando alla voce Tabelle dal menù di sinistra della piattaforma è possibile trovare la sezione Nazioni

Tutto quello che bisognerà fare è cliccare sul tasto aggiungi e procedere inserendo la nazione e la rispettiva aliquota iva da applicare. A quel punto si potrà cliccare su salva e nuovo per aggiungere una nuova nazione o su salva e ritorna al completamento dell’operazione.

Dopo aver inserito le varie nazioni, tutti i prodotti venduti per quel Paese verranno importati in piattaforma scorporando automaticamente l’IVA in base alle impostazioni salvate, per poi procedere all’emissione del documento fiscale.

 

Gestione aliquote IVA per aree geografiche

 

Qualora si preferisse operare per aree geografiche più estese, il percorso da fare è leggermente diverso ma altrettanto semplice. 

Alla voce account del menù di sinistra bisognerà selezionare Siti e-commerce. A quel punto troveremo il nostro dominio con Api Key associata e, in fondo, il tasto modifica

Andando in modifica bisognerà spostarsi nella sezione Forza aliquota. Lì sarà possibile impostare un’aliquota unica per le vendite provenienti da Italia, UE o resto del mondo

 

 

Come già detto in precedenza, le forzature messe a disposizione da FatturaPRO.click vanno a sovrascrivere i dati presenti negli e-commerce, aggiungendo un IVA da scorporare durante l’emissione dei documenti fiscali. Queste forzature sono, però, applicate a tutti i prodotti. È quindi importante ricordare che le forzature presenti in piattaforma sono da utilizzare qualora si applicasse solo una determinata aliquota iva cumulativa per tutti i prodotti. 

 

Speriamo che questa piccola guida vi sia stata utile e restiamo comunque a disposizione per maggiori informazioni e/o chiarimenti a riguardo. 

 

Il team di supporto.

POS di nuova generazione: il gancio tra negozio offline e online

POS: Porta aperta tra due mondi, Online e Offline. 

Solo pochi anni fa, il POS era visto come il male assoluto. Qualcosa di dolorosamente necessario, da osteggiare il più possibile.

Negli ultimi 5 anni, tuttavia, Banca d’Italia ha registrato un incremento di terminali pari a oltre mezzo milione di unità.

In parte, sicuramente, lo si deve al fatto che molti esercenti si sono rivolti a sistemi di pagamento alternativi, con formule più convenienti a seconda delle transazioni.

Ma non è certamente solo questo il motivo, anche perché proprio in funzione di una diversificazione dell’offerta, molti terminali dei circuiti tradizionali sono stati dismessi.

Cos’è cambiato? Cosa è veramente successo? E perché questo trend è incredibilmente importante per te?

Entriamo subito nel vivo per scoprirlo.

Il tessuto imprenditoriale italiano e il concetto di costo-beneficio

Non è la prima volta che, in questa rubrica, affrontiamo l’argomento del POS nelle sue nuove declinazioni e funzionalità.

Sappiamo bene che, anzitutto, l’oggetto “terminale” è proprio cambiato, in una evoluzione generazionale che l’ha visto passare da semplice terminale digitale-analogico, a “punto di contatto intelligente” con la clientela, anche grazie alla rivoluzione in essere sui registratori di cassa.

Ma noi italiani non siamo così attratti da questo genere di innovazione. E, al tempo stesso, siamo molto avversi alle imposizioni dello Stato.

In questa riflessione mi ci metto anche io, sia chiaro.

Specie quando abbiamo la sensazione di dover pagare noi, di tasca nostra, il costo del cambiamento.

Eppure, già con la Fatturazione Elettronica è successo qualcosa di simile: da legge ostile e contestatissima, siamo arrivati a 6 anni di distanza dalla sua entrata in vigore senza che nessuno si sia smaterializzato. 

Nel caso del POS, ciò che ha permesso al cambiamento – ancora in corso – di prendere vita, è qualcosa di ulteriormente diverso.

Il tessuto di esercenti e piccoli imprenditori italiani ha capito il principio di costo- beneficio.

Il POS è una rottura. Costa in commissioni, costa in canoni e costa in manutenzione, per quanto i prezzi si siano calmierati, proprio in funzione dell’arrivo di diversi player alternativi.

Però, oltre ad essere comodo per il cliente pagante, ha un altro risvolto che lo ha reso via via sempre più accettabile e accettato.

Il POS è diventato un dispositivo intelligente, che può trasmettere dati e dare vita a dei piccoli processi che possono ripagare tutti i fastidi che comporta.

POS: Automazione fiscale… e non solo

Grazie alla nuova generazione di terminali, è possibile gestire la contabilità fiscale con livelli di automazione che diventeranno sempre più profondi, con la graduale adozione dei registratori di cassa.

Gli esercenti stanno iniziando a capire che, per quanto il mantenimento di un POS sia costoso, e per quanto possa ridurre i margini di escapologia che qualche esercente ha continuato a mantenere in voga, nonostante i tempi non siano favorevoli per queste cose, il ritorno è troppo importante.

Un ritorno fatto di scontrini che vengono gestiti in automatico, di una contabilità fiscale che non richiede più ore di gestione, di chiusure di cassa, di verifica per via dei conti che non tornano.

E questi benefici piacciono. 

Arrivano a piacere persino di più rispetto ai fastidi e alle abitudini da cambiare che l’evoluzione dei POS si porta dietro.

Quindi, se consideriamo che:

  • Con i nuovi POS è aumentata la concorrenza tra player, e i canoni hanno registrato una significativa flessione (in alcuni casi anche le commissioni)
  • Ci sono meno cose da fare, perché è sempre più facile che questa nuova generazione di POS introducano automatismi fiscali graditissimi
  • Sono in molti casi anche facili da implementare, perché possono collegarsi senza fili e non richiedere più linee ISDN antiquate (e anch’esse costose),

Appare chiaro perché questi nuovi terminali risultano molto più accettati dagli esercenti e dai “piccoli imprenditori” italiani rispetto al passato.

Ad un livello che, probabilmente, non avremmo mai immaginato prima e non avremmo potuto prevedere.

Ma il POS introduce anche un ulteriore livello di automazione (e innovazione)

Proprio in virtù della sua caratteristica di “dispositivo intelligente”, il POS è anche – ormai – un pozzo di dati, che possono essere sfruttati per sviluppare l’attività in modo del tutto etico.

Questi dispositivi sono, infatti, destinati a diventare dei “touchpoint”, come si dice in gergo “tecnico” nel settore retail.

Dei punti di contatto tra l’attività e il cliente stesso.

Degli strumenti che possono condividere, in modo protetto e sicuro, informazioni preziose.

Che oltre a essere indirizzate ad Agenzia delle Entrate, possono essere condivise anche con le aree interne della tua stessa attività o piccola impresa.

In particolare con il Servizio Clienti.

So già cosa stai per pensare.

Ancora una volta, il tuo istinto italiano produce i suoi riflessi. 

Non si tratta di spiare il cliente, o di passare le sue informazioni sulle abitudini di acquisto e di pagamento a qualche entità sottobanco, per aprire chissà quale mercato di informazioni occulte.

Niente affatto! 

Possiamo, invece, reinserire queste informazioni all’interno di piccoli ecosistemi digitali che possono aiutare il cliente a vivere un’esperienza “post acquisto” migliore.

Il miglior antidoto contro il “buyer remorse”

Offrire al cliente una meravigliosa esperienza post acquisto, aiuta a calmare quel senso di rimorso che ognuno prova quando acquista qualcosa.

Far sentire il cliente coccolato e immerso in un rapporto che, senza risultare invadente e fuori luogo, è ciò che lo accompagna nei momenti successivi all’acquisto.

Ovviamente questo funziona se fatto bene e con uso di tecniche comunicative, di marketing e vendita professionali, valorizza l’acquisto senza disturbare.

Di sicuro succede anche a te di trovarti bene a contatto con il servizio di un’azienda, e ti ritrovi periodicamente a riacquistare determinati prodotti, o servizi, dalla stessa impresa, soprattutto quando questi acquisti sono associati a una sensazione di benessere.

Mettere in piedi dei sistemi che fanno proseguire questo piacere nel tempo, nei giorni successivi, mantiene il consumatore collegato alla sua fonte di benessere. Lo fa fantasticare e desiderare il giorno in cui tornerà a godersi quell’esperienza ancora e ancora.

Senza che qualche concorrente possa distrarlo e portarlo via.

OK, il POS avrà sempre più un ruolo importante in tutto questo. Perché trasmettendo i dati al Servizio Clienti, può diventare quel “touchpoint”, quel dispositivo intelligente che innesta processi automatici di marketing, di comunicazione e di offerte mirate che tengono il cliente legato.

Collegato e informato.

Senza essere né fastidiosi, né pesanti.

POS: il Ponte tra Online e Offline, dicevamo

Ma non è tutto, perché – come se fosse poco ciò che abbiamo detto – il POS diventa anche il punto di congiunzione tra il mondo fisico e il mondo online.

Tra negozio fisico e e-commerce.

Mentre leggi questa riflessione, infatti, sempre più esercenti si stanno munendo di strumenti per poter vendere online, H24 e raggiungendo clienti in tutto il mondo.

Il POS può diventare quel dispositivo capace di “agganciare”, ad esempio, un cliente occasionale, che entra in un esercizio commerciale lontano da casa, e che può innescare dei processi di marketing utili affinché questa persona lontana possa essere invogliata a comprare ancora.

Grazie all’online, per l’appunto.

Ecco perché il POS non è più un terminale di pagamento,  ma un dispositivo che proietta esercizi ed imprese verso il commercio del futuro, fatto di punti vendita fisici e e-commerce.

Vuoi ricevere una nostra consulenza per capire come puoi, anche tu, progettare il tuo ponte di connessione tra offline e online, anche se non hai un e-commerce e il tuo POS non fa (ancora) le cose mirabolanti che abbiamo raccontato qui?

Prendi contatto subito con il nostro Servizio Clienti. 

Iper ammortamento 2026: nuove aliquote per beni strumentali e transizione ecologica

La bozza del Disegno di Legge di Bilancio 2026, approvata dal Governo il 17 ottobre, segna un importante cambiamento per le imprese italiane: torna infatti l’iper ammortamento come principale strumento agevolativo per gli investimenti in beni strumentali. Questa misura, contenuta nell’articolo 95 della Manovra 2026, sostituisce l’attuale sistema dei crediti d’imposta Transizione 4.0 e 5.0 e introduce aliquote di maggiorazione particolarmente vantaggiose, raggiungendo il 180% per i beni strumentali e persino il 220% per gli investimenti orientati alla transizione ecologica.​

L’iper ammortamento rappresenta una leva fiscale strategica che consente alle aziende di dedurre dal reddito imponibile una quota superiore al costo effettivamente sostenuto per l’acquisto di beni strumentali innovativi. A differenza del credito d’imposta, che viene compensato direttamente in F24, l’iper ammortamento opera come maggiorazione extracontabile del costo del bene, valida esclusivamente ai fini delle imposte sui redditi (IRES) e non per l’IRAP.​

Iper ammortamento 2026: destinatari e requisiti di accesso

La nuova agevolazione si rivolge esclusivamente ai soggetti titolari di reddito d’impresa, mentre restano esclusi i professionisti. Per beneficiare dell’iper ammortamento, le imprese devono effettuare investimenti in beni strumentali nuovi nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2026 e il 31 dicembre 2026. È previsto inoltre un termine lungo fino al 30 giugno 2027, a condizione che entro il 31 dicembre 2026 l’ordine risulti accettato dal venditore e sia stato versato un acconto pari ad almeno il 20% del costo di acquisizione.​

La misura si applica indipendentemente dalla forma giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico in cui opera l’impresa, purché questa abbia sede fiscale in Italia. Questa universalità di applicazione rappresenta un elemento di continuità rispetto alle precedenti agevolazioni e garantisce un accesso ampio agli incentivi fiscali previsti dalla Manovra.​

Iper ammortamento: le categorie di beni agevolabili

La normativa individua due categorie principali di beni ammissibili all’iper ammortamento. La prima categoria comprende i beni materiali e immateriali 4.0, ovvero quelli inclusi negli allegati A e B della Legge 232/2016, che devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura. L’allegato A identifica specificamente macchine utensili per asportazione, macchine operanti con laser o altri processi a flusso di energia, impianti per la realizzazione di prodotti mediante trasformazione dei materiali, sistemi per l’assicurazione della qualità e dispositivi per l’interazione uomo-macchina in logica 4.0.​

La seconda categoria riguarda gli impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, anche a distanza ai sensi dell’articolo 30, comma 1, lettera a), numero 2, del decreto legislativo 199/2021. Sono inclusi gli impianti per la produzione e lo stoccaggio di energia, nonché gli impianti fotovoltaici con moduli rientranti nell’articolo 12, commi 1, lettere a), b) e c) del Decreto Legge 181/2023.​

Iper ammortamento: aliquote di maggiorazione per scaglioni di investimento

Il meccanismo dell’iper ammortamento prevede una maggiorazione extracontabile del costo di acquisizione del bene, articolata su tre scaglioni di investimento. Per gli investimenti ordinari in beni 4.0 e per l’autoproduzione di energia rinnovabile, le aliquote di maggiorazione sono: 180% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 100% per la quota compresa tra 2,5 e 10 milioni di euro, e 50% per la quota tra 10 e 20 milioni di euro.​

Queste percentuali rappresentano i valori più elevati nella storia delle maggiorazioni degli ammortamenti in Italia. Nella versione originaria dell’iper ammortamento del 2017, la maggiorazione era infatti del 150%, mentre nel 2019 era stata portata al 170%. Con l’aliquota del 180% e un’aliquota IRES del 24%, il vantaggio fiscale effettivo corrisponde a circa il 43,2% del costo del bene (180% x 24%), che si aggiunge al risparmio derivante dall’ammortamento ordinario.​

Iper ammortamento rafforzato per la transizione ecologica

Una delle novità più significative del nuovo iper ammortamento riguarda le maggiorazioni rafforzate per gli investimenti finalizzati alla transizione ecologica. Queste aliquote incrementate si applicano quando l’investimento consente una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva non inferiore al 3%, oppure una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento non inferiore al 5%.​

In presenza di tali requisiti di efficientamento energetico, le aliquote di maggiorazione salgono rispettivamente al 220% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, al 140% per la quota tra 2,5 e 10 milioni di euro, e al 90% per la quota tra 10 e 20 milioni di euro. La riduzione dei consumi energetici deve essere attestata mediante certificazioni tecniche ex ante ed ex post, rilasciate da valutatori indipendenti nella forma di perizie asseverate. Questi documenti certificano la riduzione prevista degli consumi prima dell’investimento e l’effettiva realizzazione degli investimenti conformemente alle previsioni iniziali.​

Iper ammortamento: interconnessione e requisiti tecnici dei beni 4.0

Per accedere all’iper ammortamento sui beni materiali 4.0, è fondamentale che questi siano interconnessi al sistema aziendale. L’interconnessione rappresenta un requisito centrale della normativa e implica che il bene sia in grado di comunicare e condividere dati con altri dispositivi o sistemi informatici in modo bidirezionale. Questo significa che il macchinario deve poter esportare i dati prodotti e, al contempo, deve essere possibile gestirlo da remoto attraverso l’invio di comandi o file tramite la rete internet.​

Per i beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati, la normativa richiede cinque caratteristiche obbligatorie: controllo per mezzo di CNC e/o PLC, interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni, integrazione automatizzata con il sistema logistico della fabbrica o con altre macchine del ciclo produttivo, interfaccia uomo-macchina semplice e intuitiva, e rispondenza ai parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro. Oltre a questi requisiti obbligatori, il bene deve possedere almeno due delle tre caratteristiche ulteriori che lo rendono assimilabile a sistemi cyberfisici: sistemi di telemanutenzione e/o telediagnosi, monitoraggio continuo delle condizioni di lavoro mediante sensori, e caratteristiche di integrazione tra macchina fisica e simulazione del proprio comportamento.​

È importante sottolineare che la normativa non obbliga le imprese a interconnettere l’apparecchiatura con il gestionale aziendale: un macchinario può beneficiare dell’iper ammortamento anche se collegato solo a un software dedicato che consenta la visualizzazione dei dati e l’invio di comandi gestionali. Per dimostrare l’interconnessione è necessaria un’autocertificazione del legale rappresentante per beni di valore inferiore a 300.000 euro, mentre per importi superiori è obbligatoria una perizia asseverata redatta da un ingegnere o perito industriale iscritto agli albi professionali.​

Iper ammortamento vs credito d’imposta: vantaggi e differenze

Il passaggio dal credito d’imposta all’iper ammortamento comporta significative differenze operative e temporali per le imprese. Il credito d’imposta, utilizzato dal 2020 al 2025, permetteva una compensazione diretta e immediata in cinque anni attraverso il modello F24, offrendo un beneficio finanziario più rapido. L’iper ammortamento, invece, si traduce in una deduzione fiscale che segue il piano di ammortamento del bene, distribuendo quindi il vantaggio su un periodo più lungo, generalmente pari alla durata dell’ammortamento fiscale previsto dal decreto ministeriale 31 dicembre 1988.​

Questa differenza temporale rappresenta il principale svantaggio dell’iper ammortamento rispetto al credito d’imposta: le imprese dovranno attendere più anni per fruire completamente del beneficio fiscale, con conseguenze sulla liquidità aziendale. Tuttavia, le aliquote di maggiorazione del nuovo iper ammortamento 2026 sono sensibilmente più elevate rispetto alle percentuali del credito d’imposta 4.0 del 2025, che prevedevano aliquote del 20%, 15% e 5% per i tre scaglioni di investimento in beni materiali 4.0. In termini di risparmio fiscale complessivo, l’iper ammortamento può risultare più vantaggioso per le imprese con elevata capacità di generare reddito imponibile nel medio-lungo periodo.​

Un altro elemento distintivo riguarda la semplicità amministrativa: l’iper ammortamento richiede documentazione tecnica (autocertificazione o perizia asseverata) simile al credito d’imposta 4.0, ma non prevede la comunicazione preventiva al GSE che era invece obbligatoria per il credito d’imposta sui beni materiali 4.0 dal 2025. Questo potrebbe semplificare l’accesso alla misura per le imprese di minori dimensioni.​

Ritenuta d’acconto calcolata in automatico e e-commerce

Ritenuta d’acconto calcolata in automatico: un altro esempio che esprime perché FatturaPRO.click “è diverso

La ritenuta d’acconto calcolata in automatico, nel mondo digitale di oggi, è una delle cose che può farti perdere tempo e ritmo, in questo momento storico in cui il focus e la semplificazione sono un parametro di vitale importanza.

Intanto perché da questo dipende molta della tua capacità di rimanere competitivo. Poi perché da ciò dipende anche la tua possibilità di ottimizzare il lavoro, e di dividere il tuo tempo tra vita privata e vita lavorativa in modo bilanciato.

Siamo rapidamente arrivati a ottobre: inizia la fine dell’anno e, di conseguenza, iniziano le manovre frenetiche per sistemare la contabilità fiscale della tua azienda e dei professionisti che gravitano attorno al tuo business.

“Un numero impressionante di ore trascorse a programmare, in compagnia di tanti caffè”.

Questa frase l’ho scritta tanti anni fa quando ho redatto i testi del sito di FatturaPRO.click, e mi è venuto in mente di riprenderla adesso.

Perché? 

Perché sempre più utenti stanno iniziando a capire l’importanza di utilizzare uno strumento verticale, al posto di gestionali generici che apparentemente fanno un sacco di cose, ma raramente eccellono in qualcosa.

FatturaPRO.click è nato sette anni fa per semplificare i processi di rendicontazione fiscali delle imprese, ma oggi è diventato grande. 

Si è trasformato in un asset fondamentale per chi ha un negozio online e non può perdere nemmeno un minuto di tempo in processi burocratici.

Calcolare in automatico la ritenuta d’acconto di professionisti e partner, che aiutano gli imprenditori italiani a realizzare siti e-commerce, è qualcosa di cui avevamo colto l’importanza un sacco di tempo fa.

E moltissimi caffè sono passati sotto i ponti (o affianco delle nostre tastiere, per essere esatti).

Questo non è avvenuto perché in FatturaPRO.click siamo degli oracoli. E nemmeno per l’intercessione delle capacità predittive di ChatGpt…che otto anni fa nemmeno esisteva.

E-Commerce: non solo fatture, corrispettivi, storni e resi. Dietro a un negozio online c’è un universo di professionisti e prestazioni che necessitano di Ritenuta d’acconto

Anche il mondo degli e-commerce, all’epoca, non era così conosciuto ed espanso come oggi. 

Ma era come se, in un certo qual modo, per noi il futuro di questo mondo fosse già chiaro.

Era chiaro il livello di successo e diffusione che avrebbe avuto questo modo di fare business.

Anche nell’Italia ultra conservatrice e restia ai cambiamenti, ai pagamenti online e a dare fiducia agli estranei, pagando addirittura prima qualcosa che verrà ricevuto giorni dopo.

Ed era chiara la struttura della filiera che avrebbe alimentato questo mercato così giovane e dalla crescita esponenziale, in una Italia ormai senza industrie.

In cui le grandi aziende si contano sulle dita di due mani e dove “il posto fisso” ormai è appannaggio di pochissimi.

E ripeto, questo l’abbiamo visto prima degli altri non perché siamo degli oracoli. 

Ma perché, dal 2018, siamo focalizzati su una cosa e una soltanto.

Aiutare le micro imprese italiane a azzerare il tempo perso dietro alla burocrazia fiscale, a cui abbiamo contrapposto una disciplina che ne rappresenta l’alter ego, e che prende (ovviamente) il nome di Automazione Fiscale.

Facendo il canonico esempio di amici che si trovano al bar, se qualcuno avesse detto ai propri compagni di happy hour “guarda, entro sei anni in Italia raggiungeremo quota 91.000 e-commerce, che daranno lavoro a centinaia di migliaia di professionisti”, tutto il tavolo si sarebbe lasciato andare ad una risata.

E qualcuno avrebbe finito col versarsi lo Spritz sulla camicia bianca, guastandosi la serata.

Eppure è successo, e per questo motivo la ritenuta d’acconto calcolata in automatico, oggi è una funzione così tanto gettonata.

L’esercito delle “Ritenute d’acconto” più grandi d’Italia, dopo quello dei call center

Sono tantissime le figure che servono a un e-commerce per essere competitivo online, e sono di conseguenza tante le ritenute d’acconto elaborate da questa filiera.

Io e il mio team abbiamo imparato a conoscerla intimamente, dai racconti degli imprenditori con cui lavoriamo ogni giorno, e la rete di collaborazioni e collaboratori, che partecipano ogni giorno al successo dei negozi online italiani è davvero ampia.

Dai consulenti SEO che, in alcuni casi, offrono un aiuto saltuario agli imprenditori, per alleggerire il peso dei compensi e renderli più sostenibili, ai fotografi che eseguono mini shooting e foto dei prodotti, con competenze specifiche di assoluta eccellenza.

Dalla ritenuta calcolata in automatico su provigioni riconosciute a agenti, rappresentanti, mediatori, procacciatori e commissionari, fino ad arrivare a inventaristi e aiutanti alla logistica che vanno nei magazzini degli e-commerce a fare un po’ di lavoro stagionale.

Alcune survey nazionali arrivano a stimare che il numero di persone che ricevono una retribuzione, anche occasionale o saltuaria, nell’ambito delle attività svolte da aziende che hanno un e-commerce, stia viaggiando velocemente verso il mezzo milione.

Nella maggior parte dei casi parliamo di micro imprese, che non sono pronte a garantire posti di lavoro stabili, e retribuzioni sufficienti a considerare queste collaborazioni come impattanti nel quadro occupazionale italiano.

Ma devi considerarlo un inizio, se pensi che otto anni fa i numeri del settore era infinitamente più piccoli.

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Preventivi e proforma: gli alleati quotidiani dell’imprenditore!

La vita dell’imprenditore è un mosaico vivace e dinamico, fatto di innumerevoli momenti che si intrecciano tra loro: dalle riunioni mattutine con i fornitori, dove si discutono forniture e condizioni commerciali, ai confronti con i collaboratori per coordinare progetti e strategie, fino agli incontri con i clienti, dove ogni parola può fare la differenza tra un affare concluso e un’opportunità perduta..È proprio dall’esperienza quotidiana nella relazione commerciale con i clienti che è nata, nel tempo, un’esigenza concreta: disporre di uno strumento chiaro che potesse riassumere in modo ordinato gli articoli o i servizi offerti, con le relative condizioni economiche. Un documento capace di presentare l’offerta in modo trasparente e di accompagnare entrambe le parti verso la conclusione della compravendita. Parliamo dei preventivi e delle proforma: strumenti indispensabili che rappresentano molto più di semplici documenti, ma veri punti di riferimento per formalizzare le proposte commerciali.

Preventivi e proforma: cosa sono? 

 

Il preventivo è un documento non fiscale e non vincolante che un fornitore o professionista redige per presentare in anticipo i costi e le condizioni di un prodotto o servizio richiesto dal cliente.

La fattura proforma è un documento simile alla fattura, ma senza valore fiscale, emesso per anticipare al cliente l’importo da pagare prima della prestazione del servizio o della consegna del bene.

Entrambi i documenti sono fondamentali quando l’imprenditore ha a che fare con un cliente indeciso o se presenta la sua proposta insieme ad altri imprenditori come lui per lo stesso cliente. 

Con FatturaPRO.click preventivi e proforma sono semplici e trasformarli in fatture è un gioco da ragazzi. 

Con FatturaPRO.click  i preventivi e proforma diventano fattura in un solo click!

 

Creare un preventivo o una proforma con FatturaPRO.click è davvero semplice e ti fa risparmiare tantissimo tempo nell’emissione della fattura. 

Andando alla voce altri documenti del menù di sinistra sarà possibile accedere alla funzionalità preventivi e proforma. Cliccando sul tasto aggiungi sarà possibile iniziare a creare il documento. Oltre ai preventivi e proforma, sarà possibile anche procedere nella creazione di una notula, qualora tu fossi un avvocato. 

Quello che bisogna fare è semplicemente procedere alla creazione del documento come se fosse una fattura, sia essa verso Italia o estero. 

Se ti sei perso gli articoli in cui spieghiamo come emetterle ti lasciamo qui i link dedicati : 

 

 

Una volta compilato il documento con tutti i campi necessari, sarà possibile scaricare il pdf del preventivo o della proforma cliccando sull’apposito tasto stampa PDF.

 

Ma non è finita qui!

Infatti, se il cliente accetta il vostro preventivo o è soddisfatto della proforma che gli avete inviato e siete quindi pronti ad emettere fattura, non dovrete creare un nuovo documento ex novo ma vi basterà semplicemente cliccare sull’apposito tasto emetti fattura.

Questa funzione risolve due problemi importanti: 

 

  1. Non c’è bisogno di ricreare un documento ex novo 
  2. Non si rischia di creare preventivamente una fattura da inviare dopo l’ok del cliente che superi poi i 12 giorni messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate

 

Il menù altri documenti è ricco di funzioni che spesso non vengono tenute in considerazione per “paura di cliccare”. Vi invitiamo ad essere curiosi e ad esplorare quanto più possibile la nostra piattaforma!  Per ogni dubbio o chiarimento siamo sempre disponibili a darvi una mano! 

 

Il team di supporto 

 

Agentic AI: rivoluzione della prevenzione crisi

Il panorama della prevenzione crisi aziendale sta vivendo una rivoluzione tecnologica senza precedenti. L’introduzione dell’Agentic AI rappresenta un salto evolutivo che supera i tradizionali sistemi di allerta, trasformando il monitoraggio passivo in una strategia predittiva e proattiva per la continuità aziendale.

Negli ultimi anni, la disciplina della crisi d’impresa ha subito un’evoluzione profonda, spostando il baricentro dalla gestione reattiva alla prevenzione sistemica. Il Codice della crisi e dell’insolvenza (D.Lgs. 14/2019) ha codificato il principio dell’emersione tempestiva, responsabilizzando amministratori, sindaci e revisori nel monitoraggio anticipato dei segnali di squilibrio. Tuttavia, i sistemi di allerta tradizionali, basati su indicatori statici di bilancio, soglie patrimoniali e segnalazioni bancarie, faticano a cogliere l’anticipazione reale della crisi, soprattutto nelle PMI.

Agentic AI: Oltre i Sistemi di Allerta Tradizionali

L’Agentic AI si distingue dall’intelligenza artificiale convenzionale per la sua capacità di agire autonomamente e contestualmente. Questa nuova generazione di AI non si limita ad analizzare e generare contenuti, ma interagisce con i sistemi informativi aziendali, identifica anomalie e suggerisce azioni correttive in tempo reale.

A differenza degli algoritmi tradizionali che operano post factum, l’Agentic AI anticipa la genesi della crisi attraverso l’analisi predittiva di pattern complessi. Questa tecnologia permette di passare dall’allerta normativa alla prevenzione predittiva, da un approccio di vigilanza a uno di intelligenza organizzativa.

L’automazione intelligente rappresenta uno dei principali vantaggi dell’Agentic AI. Gli agenti trasformano passaggi disconnessi in flussi end-to-end, liberando i team dal coordinamento routinario e permettendo di scalare senza aumentare il personale. Inoltre, l’esperienza di servizio migliora significativamente: gli agenti combinano contesto, memoria e azioni proattive per anticipare i bisogni e risolvere i problemi più velocemente.

Prevenzione Predittiva: Dal Monitoraggio all’Azione

La gestione del rischio aziendale con intelligenza artificiale consente alle aziende di identificare, valutare e mitigare i rischi in modo più efficace. Gli algoritmi di apprendimento automatico permettono di rilevare minacce, prevedere scenari di crisi e adottare azioni preventive con maggiore precisione rispetto ai metodi tradizionali.

I sistemi di early warning potenziati dall’Agentic AI possono automatizzare la valutazione del rischio riducendo gli errori umani, identificare anomalie nei dati e segnalare potenziali minacce, oltre a mitigare i rischi attraverso strategie di intervento proattivo. L’INPS ha già sviluppato algoritmi che utilizzano l’intelligenza artificiale per analizzare dati contributivi, posizioni assicurative e variazioni occupazionali, anticipando segnali deboli di crisi prima ancora che l’impresa stessa ne sia consapevole.

Implementazione Strategica negli Adeguati Assetti Organizzativi

Il nuovo art. 2086 del Codice Civile, modificato dal D.Lgs. 14/2019, impone agli imprenditori di istituire assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati anche per la rilevazione tempestiva della crisi. L’Agentic AI può rappresentare un elemento fondamentale di questi assetti, fornendo il supporto tecnologico necessario per il monitoraggio continuo richiesto dalla normativa.

Gli algoritmi predittivi possono analizzare una grande mole di dati complessi, intercettare i segnali rivelatori della crisi al momento del loro manifestarsi e predire la loro verificazione. Le macchine sono capaci di trasmettere automaticamente le informazioni rilevanti, debitamente sistematizzate, agli organi sociali per l’assunzione delle misure idonee a fronteggiare la crisi.

Governance e Responsabilità nell’Era dell’Agentic AI

L’implementazione dell’Agentic AI richiede un framework di governance dell’intelligenza artificiale robusto. La gestione del rischio dell’AI deve essere integrata nelle strategie di gestione dei rischi aziendali più ampie, creando un approccio unificato alla governance dell’AI, della cybersecurity e della privacy.

Con l’aumento dell’autonomia degli agenti AI, cresce anche la responsabilità delle aziende. È necessario adottare pratiche di AI etica per garantire sistemi affidabili e sicuri, con particolare attenzione alla trasparenza, accountability, mitigazione dei bias e protezione della privacy.

Il Futuro della Continuità Aziendale

Guardando al futuro, la combinazione di Agentic AI e spiegabilità dei modelli potrà rendere la prevenzione della crisi un processo continuo. L’Agentic AI diventerà uno strato fondamentale della logica aziendale, come oggi lo sono cloud e API.

Le prospettive includono agenti come collaboratori digitali che organizzano riunioni e redigono report, sistemi multi-agent che gestiscono end-to-end supply chain e operation interne, ed esperienze adattive basate su apprendimento continuo. Per i professionisti della consulenza aziendale, questo significa amplificare la capacità diagnostica e strategica, passando da un approccio di vigilanza a uno di intelligenza organizzativa.