L’ecommerce è l’industria italiana del futuro?

Le funzionalità FatturaPro che riguardano il mondo degli ecommerce, si rivelano le più usate anche questa settimana.

Il lavoro che stiamo facendo, per raccontarti i trend principali di ogni singola settimana delle funzionalità di FatturaPro più usate dagli utenti, sta assumendo i contorni di un piccolo osservatorio sull’economia italiana.

Mi rendo conto che il titolo possa sembrare un pizzico fuorviante. L’ecommerce non è un’industria, e in molti casi l’accostamento di questi due termini risuona come una vera e propria contraddizione.

Ma posso dirti, in tutta franchezza, che non lo ritengo affatto un titolo acchiappa click. Piuttosto, possiamo attribuire alle prossime righe che stai per leggere un significato di piccola speranza, un tentativo di avviare un nuovo “miracolo italiano” in scala ridotta.

È esagerato? Cerchiamo di capirlo attraverso numeri che non riguardano FatturaPro, ma il quadro generale del settore.

Volumi di affari in aumento, cambiamento sociale e occupazione: ecco perché l’ecommerce può soppiantare la nostra tradizione industriale in via di estinzione

Per molti anni l’economia, il welfare, il quadro occupazionale italiano hanno fatto molto affidamento sul comparto italiano.

Industrie di Stato, industrie private, dalla Fiat all’Olivetti passando per le varie Montedison, ma anche tutta l’industria trasporti e infrastrutture, Ferrovie dello Stato, Tirrenia, Alitalia, sono solo alcuni nomi di realtà dove un dipendente poteva essere assunto dopo gli studi, e arrivare fino alla pensione senza mai cambiare datore di lavoro.

Carriere che duravano 30-40 anni filati, durante i quali un dipendente aveva la sicurezza necessaria per aprire finanziamenti, comprare casa, cambiare l’automobile, sposarsi, e garantire ai figli la possibilità di studiare.

Molte di queste industrie generavano volumi di fatturato plurimiliardari, ma non avevano nemmeno l’obbligo di presentare un bilancio. Al di là delle solite speculazioni politiche, e fatte le dovute eccezioni, a nessuno importava veramente di come andassero le performance economiche e finanziarie di queste enormi realtà.

Oggi è tutto cambiato. Tanti nomi, tra quelli citati a caso qui sopra, non esistono più. Oppure esistono, sotto altri nomi, sotto altri stati.

L’impatto sui dati occupazionali e sulla fiducia dei consumatori è stato enorme. Viviamo in questo nuovo ciclo economico da qualche decennio, e non ce ne ricordiamo nemmeno più di cosa significasse la possibilità di scegliere una vita tranquilla.

Fatta magari di compensi modici, di scarse soddisfazioni personali, ma di certezze e continuità.

L’ecommerce, anche se lentamente, sta cominciando a offrire opportunità di nuove forme di stabilità, non equiparabili (ancora) a quelle del passato, ma di cui la società italiana ha sicuramente bisogno.

Il comparto ecommerce si “nutre” di tutte le competenze e di tutti quegli spazi di opportunità che il mercato globale offre in questo momento

Se ti fermi a pensarci un attimo, l’ecommerce incarna tutto ciò che oggi rappresenta il centro di gravità esatto del nostro scenario sociale.

Guardiamo la questione dal lato dell’imprenditore. Oggi è impensabile creare una fabbrica da zero in Italia. Tra costi dei terreni, dei capannoni, normative, e la complessità della gestione tributaria, è praticamente impossibile riuscirci.

Il carico da 90 lo mette la questione competitività: per tutte le ragioni di cui sopra, una fabbrica cinese, o asiatica in generale, avrà sempre maggiori possibilità rispetto a una fabbrica creata in Italia.

Ma l’ecommerce è diverso. È un tipo di attività che permette di partire testando il mercato, volendo non serve nemmeno un garage “alla Steve Jobs”. Si può partire persino dalla casa di mamma e papà, realizzando comunque un’attività seria, che non truffa i clienti e anzi li soddisfa.

Per poi ampliare struttura societaria, organizzazione e spazi, proporzionalmente all’incremento di ordini e giro di affari.

Per i lavoratori, la maturazione del comparto ecommerce in Italia incrocia perfettamente il livello di crescita registrato dai corsi universitari dove si apprendono proprio le competenze che servono a un ecommerce per crescere.

Percorsi di studi che interessano la filiera del marketing, dell’ingegneria informatica, del controllo di gestione.

Imprenditori che hanno la possibilità di imparare sul campo, e studenti che – magari privi inizialmente di uno spirito imprenditoriale – vogliono portare sul mercato del lavoro le competenze per le quali hanno studiato.

Una convergenza perfetta che in parte aiuta a spiegare i numeri di una crescita, quello del comparto ecommerce in Italia, per l’appunto.

Ma quali sono questi numeri?

Come si stanno affermando i negozi online in un paese tecnologicamente bloccato da una tradizione di “si è sempre fatto così”

In effetti, se avessimo letto tutte le righe precedenti meno di 20 anni fa, avremmo pensato a un articolo scritto da un pazzo.

Fino al 2008, dati alla mano, l’Italia era tra gli assoluti fanalini di coda per quanto concerne non solo lo sviluppo di attività online, ma anche i volumi di acquisto e di spesa.

Gli italiani erano terrorizzati anche solo all’idea di comunicare a “un sito” il proprio codice fiscale, figuriamoci cosa potessero pensare dell’idea di fornire i dati di una carta di credito, o aprire un conto Paypal.

Ma, come sempre, l’italiano evolve nel mezzo delle crisi. E con il Covid è cambiato tutto.

Nel 2023, l’intero mercato ecommerce italiano ha raggiunto circa €80,6 mld, con una crescita annua del +7,8% rispetto al 2022 (dati Unioncamere e Agenda Digitale).

Anche questi numeri – nel 2008 – sarebbero sembrati impossibili.

Una filiera che sostiene 380.000 posti di lavoro.

Market Research Future indica una crescita del +5,2% per il 2025‑2035, con una incidenza del settore ecommerce sul PIL che potrebbe superare il 5%.

Sarebbero numeri che potrebbero incidere in maniera nettamente superiore rispetto a settori come il calcio, considerato da tutti una delle 10 industrie più profittevoli al mondo.

Come si incastra FatturaPro in questo scenario che tende a seminare positività in mezzo a tante “brutte notizie”

Per sviluppare un ecommerce in Italia, con le poche risorse che abbiamo e le scarse quantità di formule a sostegno della crescita, degli errori imprenditoriali e della sostenibilità di una startup che cerca di scalare, non basta la capacità imprenditoriale, non basta il marketing.

Né il controllo di gestione.

Per quanto siano tutte e tre competenze vitali, in Italia serve una quarta colonna.

Che è l’automazione fiscale.

Sviluppare un ecommerce, portarlo dal salotto di mamma e papà a diventare una vera e propria “piccola industria”, che genera PIL, dispensa stipendi e supporta le carriere delle nuove leve, è un percorso che non può prescindere dall’azzeramento della burocrazia fiscale.

Per fortuna gli strumenti per farlo ci sono, e noi di FatturaPro – oltre a sviluppare soluzioni per creare questi strumenti – mettiamo a disposizione dei nostri clienti anche le competenze per affinare procedure e processi capaci di automatizzare l’intera catena della burocrazia fiscale.

Ecco perché la nostra piattaforma, quasi tutte le settimane, mette al primo posto le funzionalità relative agli ecommerce tra le funzioni di FatturaPro più usate dai nostri clienti.

Competenze che ormai sbordano abbondantemente dai confini della fatturazione, della gestione dei corrispettivi e della soluzione che hanno a che vedere con problematiche di integrazione e applicative in generale.

E che ormai lambiscono anche i confini della competenza fiscale, di processi organizzativi e di una corretta impostazione di un ecommerce in via di sviluppo, di rilancio o di consolidamento.

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Stop definitivo alla fattura elettronica per le prestazioni sanitarie

Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo n. 81 del 12 giugno 2025, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 134 del 12 giugno, il panorama normativo della fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie ha subito una svolta definitiva. Il provvedimento, noto come “Decreto Correttivo”, ha sancito in via permanente il divieto di fatturazione elettronica tramite Sistema di Interscambio (SdI) per le prestazioni sanitarie erogate verso persone fisiche, ponendo fine a una lunga serie di proroghe annuali che caratterizzavano questo settore da diversi anni.

Fatture per prestazioni sanitarie: dalle proroghe annuali alla decisione definitiva

Le origini del divieto

Il divieto di fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie affonda le sue radici nel Decreto-Legge n. 119 del 2018, quando il Garante per la Protezione dei Dati Personali aveva espresso forti perplessità circa la compatibilità del sistema con la normativa sulla privacy. L’autorità garante aveva evidenziato che il transito dei dati sensibili dei pazienti attraverso il Sistema di Interscambio presentava “rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”.

Le proroghe successive

Negli anni seguenti, l’obbligo è stato costantemente prorogato attraverso diversi interventi normativi. Il Decreto Milleproroghe 2025 (DL n. 202/2024) aveva inizialmente previsto una proroga fino al 31 marzo 2025, successivamente estesa a tutto il 2025 durante l’iter di conversione in legge. Questa continua necessità di proroghe aveva creato un clima di incertezza per gli operatori del settore, che si trovavano ogni anno a dover attendere le decisioni del legislatore.

La decisione definitiva del decreto correttivo

L’articolo 2 del Decreto Legislativo n. 81/2025 ha modificato l’articolo 10-bis del DL 119/2018, rendendo permanente il divieto di fatturazione elettronica per i soggetti tenuti all’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria. La norma stabilisce che “in nessun caso le fatture elettroniche relative all’erogazione di prestazioni sanitarie nei confronti degli assistiti debbano essere emesse tramite il Sistema di Interscambio”.

Soggetti interessati

Il divieto si applica a un’ampia categoria di operatori sanitari, come previsto dall’articolo 3, comma 3, del Decreto Legislativo n. 175/2014. Tra i soggetti interessati figurano:

  • Le strutture sanitarie pubbliche e private
  • Gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico
  • I medici chirurghi e odontoiatri
  • I farmacisti e le farmacie
  • I veterinari
  • Altri professionisti sanitari come psicologi, infermieri, fisioterapisti
  • Gli ottici che inviano dati al Sistema Tessera Sanitaria

Le motivazioni della scelta legislativa per le prestazioni sanitarie

Tutela della privacy

La relazione illustrativa al Decreto Correttivo ha chiarito le motivazioni alla base della decisione di rendere permanente il divieto. La principale ragione risiede nella necessità di garantire un’adeguata tutela dei dati personali contenuti nelle fatture sanitarie, considerando la particolare delicatezza delle informazioni relative alla salute dei pazienti.

Considerazioni economiche

Un aspetto fondamentale della decisione riguarda l’esigenza di evitare il sostenimento di costi significativi sia da parte degli operatori sanitari, sia dell’Amministrazione finanziaria. L’implementazione di un sistema di fatturazione elettronica per il settore sanitario avrebbe richiesto investimenti infrastrutturali considerevoli per individuare un sistema di gestione alternativo al Sistema di Interscambio, in grado di garantire la protezione dei dati personali.

Modalità operative per gli operatori sanitari

Fatturazione verso persone fisiche

Gli operatori sanitari dovranno continuare a emettere fatture per le prestazioni rese a persone fisiche esclusivamente in formato cartaceo o in formato elettronico che non transiti attraverso il Sistema di Interscambio. Questa modalità operativa, già chiarita dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 14/E del 2019, rimane l’unica consentita per i rapporti con i pazienti privati.

Fatturazione verso soggetti giuridici

Resta invece confermato l’obbligo di fatturazione elettronica tramite Sistema di Interscambio per le prestazioni sanitarie rivolte a soggetti giuridici, quali società ed enti. Analogamente, tutte le prestazioni non sanitarie, come consulenze e relazioni professionali, continuano a essere soggette all’obbligo di fatturazione elettronica secondo le regole generali.

Novità per il sistema tessera sanitaria

Dall’invio semestrale a quello annuale

Il Decreto Correttivo ha introdotto una significativa semplificazione anche per quanto riguarda l’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria. L’articolo 5 del decreto modifica l’articolo 12 del Decreto Legislativo n. 1/2024, stabilendo che a partire dai dati relativi all’anno 2025, la trasmissione delle informazioni sanitarie avverrà con cadenza annuale anziché semestrale.

Modalità operative del nuovo sistema

La nuova disciplina prevede che tutti i soggetti obbligati provvedano alla trasmissione dei dati delle spese sanitarie una volta all’anno, entro un termine che sarà stabilito con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Questo cambiamento mira a semplificare gli adempimenti per gli operatori sanitari, riducendo la frequenza delle comunicazioni e migliorando l’efficienza complessiva del sistema.

Impatto sulla dichiarazione precompilata

Nonostante la modifica della tempistica, la dichiarazione dei redditi precompilata manterrà la sua piena operatività. Una volta trasmessi tutti i dati relativi all’anno precedente, il Sistema Tessera Sanitaria provvederà a rendere disponibili all’Agenzia delle Entrate i dati aggregati per tipologia di spesa, consentendo l’elaborazione della dichiarazione precompilata entro il 30 aprile dell’anno successivo.

 

Nonostante il parere favorevole del Garante, il legislatore ha preferito mantenere il divieto permanente, privilegiando considerazioni di carattere economico e operativo. Questa scelta riflette la volontà di evitare un regime di incertezza che aveva caratterizzato il settore per anni, fornendo finalmente una soluzione definitiva agli operatori sanitari.

Il Decreto Correttivo rappresenta quindi un punto di svolta definitivo per il settore sanitario, fornendo certezza normativa e semplificazione amministrativa, pur mantenendo fermi i principi di tutela della privacy dei pazienti che avevano ispirato le prime decisioni in materia di fatturazione sanitaria.

La domanda delle domande: come si emette una fattura?

La fattura elettronica è entrata a far parte della vita dell’imprenditore ordinario già dal 2019, mentre l’obbligo per il forfettario ha atteso il 2024 per entrare in vigore. Sin dalla sua nascita e ancora oggi, la fattura elettronica ha creato una grande divisione nel mondo imprenditoriale tra chi la trova comoda e innovativa e chi rimpiange i cari fogli di carta e le marche da bollo comprate al tabacchi. 

Che ci piaccia o no oggi la fattura elettronica è un elemento indispensabile e imprescindibile per ogni imprenditore ma su una cosa siamo tutti d’accordo: purché sia veloce e semplice da compilare! 

La nostra piattaforma, sin dagli albori nel lontano 2014 quando abbiamo iniziato a lavorare per le PA, si è sempre posta un obiettivo fondamentale: rendere la fattura elettronica facile e alla portata di tutti.

L’intuitività e semplicità è un elemento che ha sempre caratterizzato FatturaPRO.click sia agli albori con la PA sia quando ha aperto le porte agli imprenditori a seguito dell’obbligatorietà della fatturazione elettronica.

Sebbene la facilità d’uso della piattaforma sia notevole, ci rendiamo conto che chi si accinge a fare la sua prima fattura con noi potrebbe necessitare di una mano, e noi siamo qui apposta! 

Quali sono i passaggi per poter emettere una fattura con FatturaPRO.click?

 

Per prima cosa bisognerà spostarsi sul menù a sinistra e andare su “fatture e note di credito” e cliccare sul pulsante verde Aggiungi. Una volta fatta questa operazione saremo dentro la fattura. Vediamo insieme quali sono le sezioni sulle quali bisognerà operare. 

Sezione Documento

 

Nella sezione documento della fattura abbiamo varie voci ma qui esamineremo insieme quelle che ci interessano per l’emissione di una fattura: 

 

  • Tipo documento: nel creare una nuova fattura quello che troveremo di default sarà la voce fattura ma dal menù a tendina sarà possibile selezionare varie voci come nota di credito, nota di accredito, vari tipi di autofattura e molto altro 
  • Numero: riguarda il numero della fattura. Se è la prima che si emette per l’anno corrente si dovrà lasciare il numero 1 oppure quello successivo all’ultima fattura emessa con altro gestionale o sul sito di AdE, per evitare di avere un rifiuto da parte dello Sdi
  • Sezionale: è un suffisso che si aggiunge alla numerazione della fattura. Può essere compilato con massimo 3 caratteri ed è utile qualora si voglia fare una distinzione interna delle fatture emesse. Se abbiamo un’attività che ha un banco alimentari ma abbiamo anche dei tavoli dove serviamo piatti  pronti si potrà utilizzare, ad esempio, il sezionale A per le fatture emesse per l’alimentari mentre il sezionale T per il servizio ai tavoli. 
  • Data : La data in cui viene emessa la fattura. Ricordiamo che una fattura va emessa entro 12 giorni dalla data dell’’operazione. 
  • Causale: Indica il motivo per cui stiamo emettendo la fattura.

 

Ci sono altre voci nella sezione documento ma vanno compilate solo in determinati casi e solo se strettamente richiesto dal cliente. 

Mittente 

 

La sezione mittente è quella più semplice da gestire in quanto per il 99% dei casi non c’è niente da dover fare qui. I dati del mittente, infatti, saranno già compilati di default dalla piattaforma che reperisce le informazioni  da quelle che avrai inserito nel tuo profilo. Una delle pochissime occasioni in cui potresti aver bisogno di operare nella sezione mittente è quando devi preparare una fattura con ritenuta d’acconto. Abbiamo parlato di questo argomento in un altro articolo che ti lasciamo qui

Destinatario

 

La sezione destinatario è una tra le più importanti della fattura elettronica. In questa sezione bisognerà inserire i dati del cliente verso cui emettiamo la nostra fattura. Vediamo insieme i vari campi da compilare: 

  • Codice destinatario: il codice destinatario è composto da sette caratteri alfanumerici e viene dato a disposizione del programma di fatturazione al proprio cliente in modo da ricevere direttamente in piattaforma le fatture elettroniche, quello di FatturaPRO.click, ad esempio, è W4KYJ8V. Nel caso si stia emettendo fattura verso un cliente privato che non ha p.iva andranno inseriti sette zeri. Diverso è per le pubbliche amministrazioni, che hanno un codice destinatario di 6 cifre. Per queste ultime la nostra piattaforma dispone di un elenco che aggiorniamo periodicamente, una volta trovato il codice destinatario desiderato la piattaforma compilerà automaticamente gli altri dati. 
  • Pec destinatario: La pec destinatario va compilata SOLO SE non si è a conoscenza di un codice destinatario. La compilazione di uno dei primi due campi esclude la compilazione dell’altro. 
  • Denominazione: In questo campo andrà inserita la denominazione dell’azienda verso cui stiamo emettendo fattura 
  • Nome e Cognome : Questi campi vanno compilati se si emette fattura verso un privato senza partita iva e vanno lasciati in bianco in caso di fattura verso azienda. 
  • Partita IVA: In questo campo va inserita la partita iva del cliente o lasciato in bianco qualora si tratti di privato cittadino sprovvisto di p.iva.
  • Codice fiscale : Qui andrà inserito il cf dell’azienda e del privato cittadino. 

 

Gli altri dati sono relativi all’indirizzo di fatturazione del cliente 

 

La compilazione di questi campi richiede un’attenzione particolare quando parliamo di fattura estera, argomento che abbiamo già trattato in passato e che ti invitiamo a consultare qui qualora ne avessi bisogno. 

Dati pagamento 

 

Nella sezione dati pagamento abbiamo alcune informazioni relative per l’appunto al pagamento della fattura. Vediamoli insieme 

 

  • Esigibilità iva : Questa sezione ci permette di decidere il tipo di esigibilità, sia essa immediata, differita o scissione dei pagamenti, meglio conosciuta come split payment. Qualora non venisse indicata verrà selezionata di default quella immediata, il tipo di esigibilità standard usata nelle fatture elettroniche. 
  • Sconto: utile in fase di finalizzazione della fattura per effettuare un arrotondamento sull’importo totale.  
  • Tipo di pagamento: In questa sezione è possibile scegliere il modo in cui il nostro cliente pagherà la fattura che stiamo preparando come ad esempio contanti, bonifico o altre opzioni presenti nel menù a tendina. 
  • Codice IBAN: andrà compilato solo se si richiede un tipo di pagamento a mezzo bonifico. 

 

Qual’è uno degli scogli della fattura elettronica? Sicuramente le righe del documento

 

Righe documento

 

Le righe del documento sono spesso uno dei tasti dolenti della compilazione della fattura, questo a causa delle varie voci che ogni riga può contenere (per andare in contro a ogni esigenza) ma le voci fondamentali da tenere in considerazione sono solo alcune di cui parliamo qui sotto: 

 

  • Tipo riga: A questa voce sarà possibile decidere il tipo di riga da inserire, sia essa una riga normale legata a un compenso, una riga di acconto, sconto, storno o anticipazione e altre presenti dal menù a tendina. 
  • Codice: Questa voce è utile qualora si sia popolata la sezione prodotti e servizi della piattaforma. Da qui è possibile, infatti, richiamare un prodotto o un servizio precedentemente caricato nel sistema. 
  • Descrizione: In questa voce andremo a descrivere di cosa parla la riga che stiamo aggiungendo. Se abbiamo una  
  • Importo: in questa sezione andrà inserito l’importo della riga. Si può decidere di inserire l’importo iva inclusa o via esclusa. 
  • Sconto : in questa voce è possibile inserire uno sconto in percentuale da inserire alla riga che stiamo compilando. 
  • Quantità: la quantità dei prodotti che si vanno a sommare in questa riga. Se abbiamo inserito un prodotto che si chiama “maglietta” ad esempio, dal valore di 10 euro al pezzo, inserendo 5 nella sezione quantità avremo una riga da 50 euro in quanto avremo 5 pezzi da 10 euro. 
  • Aliquota iva: cliccando sull’aliquota iva si aprirà un menù a tendina in cui saranno messe a disposizione tutte le aliquote ed esenzioni codificate da Assosoftware
  • Ritenuta: Di default questa voce è segnata a NO ma sarà necessario impostarla a SI se si sta facendo una fattura con ritenuta d’acconto. 

 

Una volta salvata la riga, a destra avrai degli ulteriori pulsanti per modificarla, eliminarla o aggiungere quelli che vengono chiamati altri dati gestionali. Questi dati sono utili in alcuni casi specifici come, ad esempio, l’inserimento dei dati relativi ai lotti cui la riga fa riferimento o a una lettera d’intento legata alla fattura che stiamo emettendo. Riguardo la lettera d’intento abbiamo già parlato e ti invitiamo a cliccare qui per maggiori approfondimenti. 

Documenti correlati 

 

I documenti correlati di una fattura sono informazioni aggiuntive che collegano la fattura stessa ad altri documenti o riferimenti esterni, con lo scopo di garantire la tracciabilità e la correttezza delle operazioni contabili e amministrative. Sono particolarmente importanti nella fatturazione elettronica, soprattutto nei rapporti con la Pubblica Amministrazione e negli appalti pubblici, dove è spesso obbligatorio inserire riferimenti come il CIG (Codice Identificativo Gara) e il CUP (Codice Unico di Progetto. 

 

A proposito di CIG e CUP ti invitiamo a leggere la nostra piccola guida che ti spiega in poche parole come aggiungerli in fattura. 

 

Allegati 

 

Gli allegati della fattura sono dei file che si possono allegare alla fattura che andiamo ad inviare. 

Questa è una sezione che spesso invitiamo ad utilizzare soprattutto quando ci viene chiesto come fare delle righe a 0 che siano solo descrittive. 

Ci teniamo a ricordarvi che le righe a 0, sebbene siano consentite da alcuni nostri competitor, non sono né belle da vedere né accettate volentieri dall’Agenzia delle Entrate. Quello che suggeriamo spesso ai nostri clienti è inserire un rimando all’allegato nella riga della fattura e inserire un allegato con tutte le descrizioni e righe che si desidera. 

 

Sembrano davvero tante cose da tenere a mente ma vi assicuriamo che è più facile a farsi che a leggersi! Per tutto il resto noi restiamo comunque a vostra completa disposizione per chiarire qualsiasi dubbio! 

 

 

Il team di supporto 

Automazione fiscale: i dati di un risparmio tra i 2.400 e i 3.600 euro

Nel 2023 alcune aziende hanno speso tra i 2.422 e i 3.600 euro per produrre i documenti fiscali, ecco perché sta esplodendo il trend della Automazione Fiscale

Abbiamo parlato di Automazione Fiscale solo pochi numeri fa, ma le funzioni di FatturaPro direttamente connesse ai fondamentali della Fatturazione continuano a confermarsi quelle più usate dai nostri clienti anche questa settimana.

Del resto, la Fattura Elettronica si sta espandendo sempre di più.

Nel 2019, quando è diventata obbligatoria per gran parte delle imprese italiane, non è stata accolta a braccia aperte, ma adesso chiunque abbia un’attività si aspetta di poter scambiare fatture elettroniche con clienti e fornitori.

Dal 2022 al 2023, il numero di fatture elettroniche è cresciuto del 29 %, evidenziando una forte digitalizzazione del ciclo fatture in Italia

Questo dato fornisce lo spunto per comprendere perché, oggi, il tema dell’Automazione Fiscale stia diventando così irrinunciabile, anche per piccoli esercenti, a livelli che – forse – non avremmo mai immaginato, considerando la ritrosia di noi italiani alle novità e ai cambiamenti.

Specie quelli un po’ forzati, che arrivano da un cambio del quadro normativo, da obblighi e da leggi.

Dati di Confcommercio e di finanze.gov dicono che, nel 2023 – ad esempio – le partite iva aperte in Italia erano oltre 3 milioni.

Per la precisione 3.696.657.

Queste hanno generato un volume di fatture pari a 1,325 miliardi di fatture elettroniche, secondo Agenzia delle Entrate.

Ora. Sappiamo che non tutte le Partite Iva, nel 2023, avevano l’obbligo di Fatturazione Elettronica. Ad esempio, i forfettari non erano ancora in regime di obbligo, e sappiamo che le partite iva forfettarie, nel 2023, rappresentavano ben il 47% del totale (dati finanze.gov).

Considerando tutti questi fattori, possiamo stimare in circa 678 il numero di Fatture Elettroniche prodotte in media da ogni attività nel 2023.

Quanto costa produrre fatture elettroniche “manualmente”

Per rimanere coerenti con la riflessione che stiamo facendo, consideriamo sempre i dati del 2023, che sono quelli più completi e più vicini che abbiamo tra quelli che puoi leggere tu stesso, attraverso le varie fonti che sto lasciando lungo la stesura di questa semplice analisi.

E cominciamo col rispondere ad una semplice domanda: quanto ci vuole a gestire manualmente una Fattura Elettronica?

Anche con un gestionale, una fattura gestita manualmente comporta almeno 10 minuti tra:

  •     Raccolta e verifica dati del cliente
  •     Inserimento voci e importi
  •     Calcolo IVA, ritenute, eventuali sconti
  •     Generazione e invio all’Agenzia delle Entrate
  •     Archiviazione e salvataggio

Se moltiplichi questi 10 minuti per 678 fatture, ottieni qualcosa come 113 ore di lavoro su base annua.

Sono il corrispettivo di 14 giornate lavorative piene, full-time.

Due settimane in cui una risorsa qualificata si occupa solo di fatture, senza minimamente considerare (per ora), errori di compilazione, nuove compilazioni causate da documenti fiscali respinti dal Sistema di Interscambio, e fatture da riemettere a seguito di Note Credito per le più disparate cause.

Ora non ci resta che calcolare il costo medio aziendale di un dipendente per 14 giornate full time

Per questo calcolo, ci vengono in aiuto dati forniti dal Sole 24 ore, di Confcommercio e dal MEF, che parlano di un costo aziendale medio di 38.000 euro/anno. Cioè 173 euro al giorno.

Se moltiplichiamo questo costo alle 14 giornate lavorative piene, da considerare come tempistica di gestione manuale dell’intero volume annuo di fatture elettroniche prodotte da una attività, si arriva a un costo di 2.422 euro.

E, ripeto, non stiamo considerando:

  •     Errori di compilazione
  •     Fatture da rettificare o riemettere
  •     Tempi morti per invii non riusciti
  •     Gestione note di credito o insoluti

Con questi elementi, il costo reale può superare facilmente i 3.600 euro l’anno. Per un’attività di puro supporto amministrativo.

Un costo destinato ad aumentare, con l’aumento fisiologico delle retribuzioni e del volume medio di fatture prodotte, che spiega la sempre maggiore adesione delle imprese ai principi di Automazione Fiscale

Anche se in Italia siamo molto legati, ancora, al concetto di piccola bottega, e siamo affezionati al principio di lavorare “il giusto e l’onesto”, alla ricerca di un equilibrio tra vita privata, affetti e lavoro, la società in cui viviamo sta rafforzando una serie di “pattern”.

Ovvero fenomeni che si ripetono in una certa sequenza, in maniera quasi fisiologica e automatica.

Così, anche le piccole aziende familiari che costellano il tessuto imprenditoriale italiano, e che ne rappresentano l’ossatura, stanno percorrendo un bivio.

Alcune chiudono, non necessariamente per bilanci in perdita e fallimenti. Ma, a volte, per soglie elevate di età raggiunte da titolari che non se la sentono più di lavorare in un mercato così competitivo, veloce e sotto un costante vortice di rivoluzione che persiste da circa 10 anni.

Altre, invece, rimangono nella mischia. E allora sono indotte a crescere, anche se poco in alcuni casi.

Una crescita che riguarda il volume di fatture generate, il volume di affari, a cui spesso e volentieri corrisponde un incremento dei dipendenti addetti all’erogazione dei servizi, all’assistenza e al controllo di gestione.

Questo significa un incremento di tutti i potenziali costi che abbiamo visto prima, sia quelli espliciti, sia quelli impliciti.

Costi espliciti: stipendi e varie tasse che rimandano direttamente alle varie trattenute da considerare per un collaboratore dipendente.

Costi impliciti: i costi generati dalla produzione di Fatture Elettroniche. Un costo che non puoi vedere a bilancio, ma che c’è, esiste e – come hai visto – viene costantemente analizzato da entità importanti.

Organi di stampa e informazione, enti di statistica sociale, enti di controllo.

L’Automazione Fiscale è l’unica “disciplina” che può abbattere, quantomeno, i costi di produzione delle Fatture Elettroniche

 

Come può riuscirci?

Automazione Fiscale significa inserire il Pilota Automatico nel processo di Fatturazione, e lasciare che sia un sistema “powered by FatturaPro” a fare il lavoro, inclusi i controlli di validità e accettazione del documento fiscale post invio al Sistema di Interscambio.

Ma prima ancora di essere un beneficio che arriva dalla tecnologia informatica, e prima ancora di essere una confortevole ottimizzazione dei processi aziendali, l’Automazione Fiscale è – anzitutto – un taglio dei costi.

Certamente, implementare in azienda l’Automazione Fiscale di FatturaPro non è gratis, così come non lo è l’erogazione dei servizi che offriamo alle oltre 5.000 aziende italiane che, mentre scrivo questo articolo, ci stanno dando la loro fiducia.

Ma ci sono due considerazioni da fare:

1) Il costo di un abbonamento FatturaPro, che comprenda il meglio delle funzionalità collegate all’Automazione Fiscale, non arriva minimamente al volume dei costi stimabili sulla base dei dati 2023, sviscerati nelle righe qui sopra.

2) FatturaPro trasforma in un costo fisso ciò che, senza, diventa un costo variabile. Gli stipendi dei dipendenti aumentano, così come – verosimilmente – capiterà anche a te di aumentare il volume di fatture prodotte. FatturaPro ha registrato, da quando esiste (circa 10 anni), un solo aumento fisiologico dei canoni. E non stiamo certamente parlando di rincari epocali, come in molti atri mercati e in molti altri settori.

Ecco perché, se ancora non l’hai fatto, questo è il TUO momento per portare l’Automazione Fiscale all’interno della tua attività

Ogni settimana, con l’uscita dei vari numeri di questa rubrica, apro le porte a centinaia di imprenditori, invitandoli a prendere contatto – senza impegno – con il nostro Support.

Senza chiedere un euro, senza aspettative di acquisto da parte dei clienti che occupano il tempo del nostro Support Team per chiederci aiuto e consigli.

Approfittane.

Hai dei dubbi, o hai bisogno di condividere idee e consolidare visioni su come ottimizzare la gestione fiscale nella tua organizzazione, al fine di renderla più sostenibile, più ergonomica e regalare ai tuoi collaboratori giornate lavorative più distese e libere dal peso della fatturazione?

Allora segui il link qui sotto e prendi subito contatto con i nostri ragazzi del supporto!

 

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Polizza assicurativa contro eventi catastrofali: tutte le novità

La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un importante obbligo assicurativo per le imprese italiane, richiedendo la stipula di una polizza assicurativa contro i danni derivanti da eventi catastrofali naturali. Questo adempimento, inizialmente previsto per il 31 dicembre 2024, ha subito diverse proroghe per permettere alle aziende di adeguarsi gradualmente alle nuove disposizioni. Il Decreto-legge n. 39/2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale e successivamente convertito nella Legge n. 78/2025, ha definitivamente ridefinito le tempistiche di attuazione, differenziandole in base alle dimensioni aziendali.

Il quadro normativo e gli obiettivi

L’obbligo assicurativo è stato introdotto dall’articolo 1, commi 101-111 della Legge di Bilancio 2024 con l’obiettivo primario di tutelare il tessuto produttivo nazionale dai crescenti rischi derivanti da calamità naturali. La normativa mira a garantire che le imprese possano riprendere rapidamente la propria attività in caso di eventi catastrofici, minimizzando l’impatto economico e sociale sul sistema produttivo italiano.

L’Italia presenta infatti un territorio particolarmente esposto ai rischi naturali: secondo gli studi settoriali, il 94% dei comuni italiani è esposto a frane, alluvioni o erosione costiera. Le piccole e medie imprese potrebbero subire perdite fino al 10% del loro fatturato entro il 2040 a causa di interruzioni dovute a eventi catastrofali.

Le nuove scadenze differenziate

Il Decreto-legge n. 39/2025 ha stabilito un calendario differenziato per l’adempimento dell’obbligo assicurativo, tenendo conto delle diverse capacità organizzative ed economiche delle imprese:

Grandi imprese

Per le grandi imprese, la scadenza originaria del 31 marzo 2025 è stata mantenuta, ma è stata introdotta una moratoria di 90 giorni per l’applicazione delle sanzioni . Questo significa che, pur dovendo stipulare la polizza entro il 31 marzo, le eventuali conseguenze per l’inadempimento decorreranno solo dal 30 giugno 2025.

Medie imprese

Le medie imprese hanno ottenuto una proroga significativa, con l’obbligo che scatta il 1° ottobre 2025. Questa estensione temporale permette alle aziende di dimensioni intermedie di valutare con maggiore attenzione le offerte assicurative presenti sul mercato.

Piccole e micro imprese

Per le piccole e micro imprese, nonché per tutte le imprese di pesca e acquacoltura, l’obbligo è stato posticipato al 31 dicembre 2025. Questa proroga più ampia riconosce le maggiori difficoltà che questi soggetti potrebbero incontrare nell’adeguamento alle nuove disposizioni.

Soggetti obbligati e esclusioni

L’obbligo di stipulare la polizza catastrofale riguarda tutte le imprese con sede legale in Italia e le imprese aventi sede legale all’estero con una stabile organizzazione in Italia, purché siano tenute all’iscrizione nel Registro delle Imprese ai sensi dell’articolo 2188 del Codice Civile. Sono incluse le imprese individuali, le società di persone, le società a responsabilità limitata e le società tra professionisti .

Rimangono escluse dall’obbligo le imprese agricole, per le quali resta ferma la disciplina del Fondo mutualistico nazionale per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole. Sono inoltre escluse le imprese i cui beni immobili risultino gravati da abuso edilizio o costruiti in carenza delle autorizzazioni previste.

Eventi catastrofali da assicurare

La polizza deve obbligatoriamente coprire i danni causati da cinque specifiche categorie di eventi naturali:

  • Sismi: sommovimenti bruschi della crosta terrestre dovuti a cause endogene 
  • Alluvioni, inondazioni ed esondazioni: fuoriuscite d’acqua dalle usuali sponde di corsi d’acqua o bacini
  • Frane: movimenti di masse rocciose o terrose lungo versanti

Gli eventi verificatisi entro le 72 ore dalla prima manifestazione sono considerati come singolo evento assicurativo.

Beni da assicurare

La copertura deve riguardare le immobilizzazioni materiali di cui all’articolo 2424 del Codice Civile, sezione Attivo, voce B-II, numeri 1), 2) e 3):

  • Terreni e fabbricati
  • Impianti e macchinari
  • Attrezzature industriali e commerciali, incluse macchine, attrezzi, utensili e mezzi di trasporto non iscritti al P.R.A.

È importante notare che i veicoli iscritti al Pubblico Registro Automobilistico sono esclusi dall’obbligo assicurativo. Sono inoltre escluse le merci in giacenza e l’attivo circolante in generale.

Caratteristiche tecniche della polizza

Franchigie e scoperti

La normativa stabilisce che la polizza deve prevedere un eventuale scoperto o franchigia non superiore al 15% del danno. Tuttavia, il Decreto-legge n. 39/2025 ha introdotto una deroga per le grandi imprese, per le quali non si applicano tali limitazioni.

Premi assicurativi

I premi devono essere proporzionali al rischio specifico dell’impresa e del territorio in cui opera. Questo principio di proporzionalità mira a garantire un equilibrio tra accessibilità economica e sostenibilità del sistema assicurativo.

Modalità di copertura

Le imprese assicurative possono offrire la copertura catastrofale assumendo direttamente l’intero rischio, oppure organizzandosi in coassicurazione o in forma consortile con una pluralità di operatori. Eventuali consorzi devono essere approvati da IVASS e registrati presso l’Istituto.

 

Sanzioni e conseguenze dell’inadempimento

Sanzioni per le compagnie assicurative

In caso di rifiuto o elusione dell’offerta di copertura, IVASS può irrogare alle compagnie assicurative sanzioni amministrative pecuniarie da 100.000 a 500.000 euro. Questo obbligo a contrarre garantisce che le imprese possano effettivamente accedere alla copertura assicurativa richiesta dalla legge.

Conseguenze per le imprese inadempienti

Diversamente da altri obblighi fiscali, non sono previste sanzioni dirette per le imprese che non stipulano la polizza. Tuttavia, l’inadempimento comporta conseguenze indirette significative: il mancato adempimento viene considerato nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riguardo a quelle previste in occasione di eventi calamitosi.

Il Decreto attuativo e le regole operative

Il Decreto Ministeriale n. 18/2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 febbraio 2025, ha definito le modalità attuative e operative degli schemi di assicurazione. Il decreto disciplina in particolare:

  • Le modalità di individuazione degli eventi calamitosi suscettibili di indennizzo 
  • Le modalità di determinazione e adeguamento periodico dei premi 
  • I limiti alla capacità di assunzione del rischio da parte delle imprese assicuratrici 
  • Le modalità di coordinamento con gli atti di regolazione IVASS 

 

L’introduzione dell’obbligo assicurativo contro i rischi catastrofali rappresenta un cambiamento significativo per il tessuto produttivo italiano, con l’obiettivo di aumentare la resilienza delle imprese di fronte a eventi naturali sempre più frequenti e devastanti. Le nuove scadenze differenziate offrono alle imprese più tempo per adeguarsi, ma è fondamentale non procrastinare oltre i termini stabiliti.

 

Come fatturare con una lettera d’intento?

Se c è una cosa che abbiamo già detto ma che non finiremo mai di dire è che la vita dell’imprenditore è sempre ricca di sorprese e di nuove sfide da affrontare. Ricerca di nuovi clienti, fidelizzazione di quelli già acquisiti, campagne marketing e bilanciamento tra l’aumento del costo della vita e i prezzi da mettere in listino sono solo alcune delle sfide giornaliere dell’imprenditore. Alle volte, però, quando arriva il momento di fatturare, può succedere di imbattersi in qualcosa di nuovo o con cui non si ha spesso a che fare: la lettera d’intento

Ma che cos’è la lettera d’intento? 

 

La lettera di intento, o dichiarazione d’intento, viene fatta dagli esportatori abituali per poter acquistare beni e servizi senza pagare l’IVA al fornitore. Questo documento attesta che l’acquirente possiede i requisiti per effettuare operazioni non imponibili IVA, cioè acquisti destinati all’esportazione, e consente quindi di evitare il pagamento anticipato dell’imposta, migliorando la liquidità dell’impresa e riducendo i costi operativi.

In pratica, la lettera d’intento è uno strumento con cui l’esportatore abituale comunica formalmente al fornitore e all’Agenzia delle Entrate la propria situazione fiscale, permettendo al fornitore di emettere fatture senza applicazione dell’IVA entro un plafond stabilito in base all’ammontare delle esportazioni effettuate nell’anno precedente.

 

Cosa bisogna fare per inserirla in una fattura? 

 

Anche se non frequentemente, può capitare di imbattersi in un cliente che è in possesso di una lettera d’intento e che ci chiede di inserirla in fattura per i motivi che abbiamo già citato sopra. 

Prima di procedere con l’inserimento dei dati della lettera d’intento è importante seguire alcuni passaggi di verifica all’Agenzia delle Entrate di cui abbiamo parlato nella nostra voce dedicata del dizionario.  

Una volta seguiti questi passaggi bastano solo due semplici accorgimenti: 

In fase di compilazione della fattura , quando si stanno inserendo le righe del documento, alla voce aliquota iva sarà importante ricordarsi di inserire l’esenzione corretta per questo tipo di operazione, nello specifico la N3.5 reperibile nel menù a tendina. 

Il secondo passaggio sarà quello di inserire il codice della lettera d’intento nella sezione Altri dati gestionali della riga del documento.  Trovate il pulsante apposito per inserire questo tipo di dati a destra della riga del documento una volta che l’avrete salvata. 

Nella finestra che si aprirà bisognerà inserire, alla voce tipo:  INTENTO e nella sezione testo il codice relativo della lettera d’intento.

Bastano solo questi due piccoli accorgimenti per avere una fattura inviabile all’AdE  con tutti i dati relativi alla lettera d’intento.

Per qualsiasi altro dubbio o per maggiori informazioni non esitate a contattarci, saremo felici di aiutarvi!

 

Il team di supporto

Gestione negozi semplificata grazie alle soluzioni di FatturaPRO.click

Il trend di questa settimana riguarda l’aumento dei flussi e delle operazioni documentali e di processo nel contesto della gestione negozi.

Se, da un lato, le vendite stagnano, dall’altro gli esercenti ricorrono alla prima contromisura per migliorare i flussi di cassa e il controllo di gestione generale della propria attività: ottimizzare i margini attraverso un controllo preciso, e supportato da molte automazioni.

Sia a livello di procedure che a livello di gestione fiscale.

Nonostante la Banca Centrale Europea abbia fatto ricorso ai tagli sugli interessi, di 25 punti base, l’inflazione è tornata al +2% e il potere d’acquisto dei consumatori rimane troppo basso.

Chi si aspettava un intervento più sostanzioso delle istituzioni, per favorire una reale ripresa dell’economia, è rimasto deluso e non resta, quindi, che “inventarsi qualcosa” in proprio per gestire la propria contabilità – sia amministrativa che fiscale – con l’aiuto della tecnologia.

Il commercialista rimane un punto di riferimento, ma come il dietologo non può sedersi a tavola tutti i giorni con “il paziente”

Questo è il trend che stanno portando avanti molti esercenti nel tentativo di recuperare un po’ del terreno perso con le vendite, attraverso una gestione oculata degli acquisti, del magazzino e delle marginalità.

Oltre ad una attenzione portata ai massimi storici sul controllo dei previsionali. Chi ha un negozio ha bisogno di sapere quanti soldi ci saranno sul conto corrente al presentarsi delle cosiddette “grandi scadenze”: scadenze tributarie, scadenze di bilancio e versamento IVA.

Il commercialista è sicuramente la figura giusta a cui rivolgersi per mettere in piedi delle routine di controllo corrette, basate sulle giuste metriche e sulle più indicate tempistiche di controllo e aggiornamento.

Certo, il controllo di gestione non deve diventare un’ossessione ma in alcune tipologie di negozi si vede una tendenza di consultazione delle dashboard, e dell’andamento dei principali KPI, anche quotidiana.

Non sempre il consulente fiscale può seguire l’impresa passo dopo passo, giorno dopo giorno, ed ecco che quindi diventa essenziale avere il classico “colpo d’occhio” sull’andamento dei numeri e relativo confronto con gli obiettivi di fabbisogno prefissati.

È un po’ come il dietologo, che ti prescrive la dieta, ti fissa controlli serrati per analizzare l’andamento della bilancia, pronto a rimproverarti severamente se l’ago non indica il peso-obiettivo.

Ma non può sedersi a tavola tutti i giorni con il suo paziente, per vedere se rispetta le tabelle di marcia e le quantità prescritte nella dieta.

Nel rapporto tra imprenditore e commercialista, la dinamica è simile. Si possono fissare obiettivi e incontri periodici, ma ciò che fa la differenza è la quotidianità basata su strumenti che esprimono l’andamento generale dei KPI economici con strumenti e grafici.

Semplici da consultare, a portata di smartphone e disponibili a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Un ecosistema digitale semplice per una gestione negozio “simile a un e-commerce”

 


FatturaPro rappresenta l’alleato perfetto per una gestione semplificata dei negozi nell’era delle sfide e dei mercati globali.

Se leggi questa newsletter, e in particolare segui questa rubrica da quando è cominciata, ti sarai ormai reso conto di come le nostre soluzioni siano cresciute.

Da semplici strumenti di supporto alla Fatturazione Elettronica, a sistemi gestionali che riescono a supportare molti processi organizzativi e di controllo vitali per qualunque piccola realtà alle prese con operazioni commerciali frequenti e quotidiane, tipico della vendita al dettaglio.

FatturaPro è, prima di tutto, cresciuta nella dimensione digitale, sostenendo – anzitutto – attività online e proprietarie di negozi digitali.

Ma, seguendo e conoscendo l’evoluzione normativa della fatturazione, e dell’emissione dei corrispettivi, è sempre stato chiaro per noi l’obiettivo di portare la nostra esperienza all’interno dei negozi fisici.

Del resto, le due cose stanno prendendo sempre di più la via dell’integrazione, se non addirittura dell’unificazione.

Negozio fisico e virtuale si assomigliano ogni giorno di più.

I registratori di cassa evolvono verso sistemi virtuali e digitali, così come i sistemi di pagamento.

I POS sono sempre meno simili ai vecchi terminali “ISDN” (quelli che si collegavano alla piattina telefonica e che richiedevano connessioni complicatissime con le casse), e sembrano sempre più dei normalissimi device smart.

Stretti parenti dei nostri smartphone che sono sempre più facili da collegare con ecosistemi gestionali capaci di mettere insieme magazzino, piano vendita e canali di acquisizione dei dati fiscali messi a punto da Agenzia delle Entrate.

FatturaPro è come un puzzle che compone una gestione dei negozi multicanale

Il background di FatturaPro è tale da permetterne, oggi, l’utilizzo ambivalente tra online e commercio “fisico”.

Una sorta di baricentro tra nuove forme di commercio e quelle più tradizionali, che permette all’esercente di sviluppare un unico ecosistema per gestire, volendo, e-commerce e negozio fisico in un’unica soluzione, con estrema flessibilità e facilità.

Nelle scorse uscite della Newsletter, hai potuto leggere alcuni riferimenti importanti che ti raccontano la profondità, unita alla semplicità, di una soluzione nata per fare – tra virgolette – poche cose.

Ma predisposta per dare, al tessuto imprenditoriale italiano, un supporto realmente capace di rendere facile e gestibile tutta la complessità gestionale e fiscale che un esercizio commerciale italiano deve affrontare.

Vuoi conoscere quali sono i confini di una gestione dei negozi “secondo FatturaPro”?

Questa Newsletter, oltre a informarti su diversi temi e sui trend che riguardano le funzioni più usate dai Clienti FatturaPro, fa un’altra cosa per te.

Ti offre la possibilità di creare un filo diretto con il nostro Supporto. Lo stesso supporto che, da qualche settimana, gestisce per conto suo una delle rubriche più apprezzate di questa Newsletter, proprio in virtù della preparazione, della disponibilità e della competenza di questo team.

Tu hai la possibilità di interagire con esso e di porre al nostro supporto le domande e le richieste che servono a soddisfare la tua curiosità e il tuo bisogno di capire e conoscere come può essere concepito il negozio di domani, in una fusione perfetta tra online e offline.

Unite da un filone fondamentale che riguarda il Controllo di Gestione, e soprattutto il controllo delle marginalità.

Vuoi sapere come puoi ottenere tutto questo nella gestione dei negozi?

Segui il link qui sotto

 

FatturaPRO.click

Annullamento documenti fiscali: come fare in pochi click?

La bella stagione è finalmente arrivata e per molti imprenditori questo non significa solo un aumento delle temperature dopo un freddo inverno ma, anzitutto, un aumento del proprio giro d’affari. Molti dei nostri clienti sono proprietari di B&B o di aziende che lavorano nel campo del turismo o della ristorazione, fino ad arrivare a realtà che si trovano spesso a lavorare in fiere e mercati in giro per l’Italia e non solo. L’aumento di affari e quindi di vendite di beni e servizi comporta un consequenziale incremento delle emissioni di documenti fiscali, siano essi corrispettivi o fatture. Sebbene sappiamo bene che con FatturaPRO.click emettere un corrispettivo o una fattura è facile, spesso si può incorrere in errori. 

Un corrispettivo battuto di fretta che ha un importo sbagliato o un cliente che dopo lo scontrino ci ripensa e ci chiede una fattura, possono essere scenari all’ordine del giorno quando abbiamo molte vendite da gestire. 

 

Una cosa del tutto simile può capitare dopo aver emesso una fattura in tutta fretta, prima di chiudere la giornata. Dopo poco il cliente ci chiama dicendo che l’importo è errato ed effettivamente… ha ragione. 

 

Come possiamo procedere all’annullamento di un documento fiscale prima di emetterne un altro? 

 

Sia che si parli di corrispettivo che di fattura, con FatturaPRO.click la gestione degli annullamenti dei documenti è davvero facile e a portata di click! 

Ma partiamo dalla più facile, ovvero la nota di credito. 

Per crearne una basta davvero un solo click. Andando a destra della riga corrispondente alla fattura troveremo, infatti, il pulsante “emetti nota di credito da fattura”. Cliccandoci sopra avremo una nota di credito già inviabile con tutti i riferimenti alla fattura che andrà a stornare, inclusi i documenti correlati che si riferiscono alla fattura stessa. 

L’annullamento di un corrispettivo, invece, ci costerà appena 3 click!!

 

Tutto quello che bisogna fare è andare alla voce corrispettivi nel menù di sinistra, trovare il corrispettivo da annullare e cliccare sul cestino che si trova in corrispondenza a destra. Si aprirà un popup che ci chiederà la password AdE (per motivi di sicurezza) e cliccando su login verrà emesso un corrispettivo di annullamento a storno totale del corrispettivo a cui fa riferimento. 

Per quanto riguarda il mondo dei corrispettivi ci teniamo a ricordare un paio di cose, che magari sapete già, ma come dicevano i nostri antenati repetita iuvant

  • Tutti i corrispettivi emessi sono disponibili in piattaforma al menu corrispettivi.
  • Se si emettono corrispettivi in app questi saranno visibili anche in piattaforma ma i corrispettivi emessi in piattaforma non sono visibili in app. Se non li vedete lì, state tranquilli, li trovate nel menù corrispettivi di cui abbiamo parlato prima. 
  • L’annullamento dei corrispettivi è possibile solo da piattaforma e non da app. Qualora aveste a disposizione solo il vostro device mobile potete comunque accedere in piattaforma da cellulare o tablet, la nostra piattaforma è completamente responsive. 

 

Speriamo che i consigli di oggi vi siano stati utili. Per ogni dubbio o chiarimento siamo sempre pronti a darvi supporto tramite la nostra chat o telefonicamente. 

 

Il team di supporto

Incentivi alle PMI per l’AI: il nuovo disegno di legge

L’intelligenza artificiale (AI) sta rivoluzionando il panorama produttivo e competitivo delle imprese a livello globale, portando innovazione in settori come la produzione, la logistica, l’agroalimentare, la sanità e il turismo. Per le piccole e medie imprese (PMI) italiane, che rappresentano la colonna portante dell’economia nazionale, l’adozione di queste tecnologie non è più solo un’opzione, ma una necessità per restare al passo con la concorrenza internazionale e con le grandi aziende già dotate di strumenti avanzati.

Tuttavia, i dati più recenti evidenziano che il tasso di adozione dell’AI tra le PMI italiane resta ancora basso: secondo il Rapporto COTEC 2023, solo il 6,6% delle PMI utilizza sistemi di AI, mentre oltre il 30% si dichiara interessato a esplorarne l’uso. Le principali barriere sono la carenza di cultura digitale, la difficoltà di accesso a competenze specialistiche e le limitazioni finanziarie che rendono difficile sostenere investimenti in tecnologie innovative.

Il nuovo disegno di legge: obiettivi e destinatari degli incentivi AI

Per colmare queste lacune e favorire la transizione digitale delle PMI, il Senato ha presentato il disegno di legge n. 494, su iniziativa del senatore Gelmetti, con l’obiettivo di promuovere l’adozione, l’integrazione e la sperimentazione di tecnologie di intelligenza artificiale nelle imprese di piccole e medie dimensioni. Il provvedimento si inserisce nel solco di precedenti iniziative come il Piano Industria 4.0, il PNRR e la Transizione 5.0, ma si concentra in modo specifico sulle tecnologie AI, anche generative.

Le misure sono destinate alle PMI con sede operativa in Italia, attive in settori strategici come manifatturiero, logistica, agroalimentare, sanitario e turistico. Per accedere agli incentivi, le imprese dovranno dimostrare di non aver già effettuato investimenti significativi in AI o di voler ampliare l’uso di queste tecnologie nei propri processi.

Interventi ammissibili e tecnologie coperte

Il disegno di legge prevede un ampio ventaglio di interventi ammissibili, tra cui:

  • Acquisto e implementazione di software e sistemi basati su AI, inclusi strumenti personalizzati;
  • Accesso a servizi di consulenza tecnica e specialistica;
  • Realizzazione di progetti pilota e sperimentali;
  • Attività di formazione e aggiornamento del personale.

Le tecnologie ammesse spaziano dall’ottimizzazione dei processi produttivi e automazione industriale, fino alla personalizzazione dei servizi tramite AI generativa e alla protezione dei dati aziendali con strumenti di cybersecurity.

Un aspetto innovativo della proposta è la premialità aggiuntiva per i progetti che generano benefici ambientali ed energetici misurabili, come la riduzione dei consumi o l’ottimizzazione delle risorse, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e transizione ecologica.

Misure economiche: contributi, crediti d’imposta e formazione

Il disegno di legge prevede quattro principali forme di sostegno economico alle PMI:

  • Contributi a fondo perduto fino al 50% delle spese ammissibili, con un tetto massimo di 200.000 euro per impresa;
  • Crediti d’imposta fino al 20% delle spese sostenute per l’integrazione dell’AI nei processi aziendali;
  • Contributi specifici per consulenza e formazione fino a 10.000 euro;
  • Premialità aggiuntiva fino al 10% per i progetti che migliorano la sostenibilità ambientale o l’efficienza energetica.

Queste misure saranno attuate tramite un decreto interministeriale che definirà criteri, modalità operative, sistemi di monitoraggio e risorse annuali disponibili. I fondi proverranno principalmente dal Fondo per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, con possibilità di cofinanziamento europeo, in linea con le strategie della Commissione UE e degli strumenti come GenAI4EU.

Sfide e opportunità per le PMI italiane nell’uso dell’AI

Nonostante l’interesse crescente, molte PMI italiane si trovano ancora in una fase esplorativa rispetto all’adozione dell’AI: solo il 12% ha una strategia digitale che contempla l’AI, mentre il 40% ne riconosce il potenziale ma non sa come iniziare. Gli incentivi previsti dal nuovo disegno di legge potrebbero rappresentare una svolta, abbattendo le barriere economiche e culturali e favorendo l’accesso a competenze e tecnologie avanzate.

L’integrazione dell’AI può portare vantaggi concreti: dall’automazione dei processi ripetitivi all’analisi predittiva dei dati, dalla personalizzazione dei prodotti e servizi alla maggiore efficienza energetica e sostenibilità ambientale. In un contesto internazionale sempre più competitivo, la capacità di innovare diventa la chiave per la sopravvivenza e la crescita delle PMI.

Il nuovo disegno di legge sull’intelligenza artificiale rappresenta un passo importante per sostenere la digitalizzazione delle PMI italiane, offrendo strumenti concreti per superare il gap tecnologico e favorire l’innovazione diffusa. L’efficacia della misura dipenderà dalla rapidità di attuazione, dalla semplicità delle procedure di accesso e dalla capacità di accompagnare le imprese anche sul piano della formazione e della cultura digitale.