Decreto Terzo Settore: Proroga IVA e Nuove Agevolazioni
Il decreto terzo settore, approvato dal Consiglio dei Ministri il 20 novembre 2025, rappresenta un importante intervento normativo che introduce significative novità in materia fiscale per gli enti del terzo settore, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale. Questo provvedimento legislativo, emanato in attuazione della delega fiscale contenuta nella legge 9 agosto 2023 n. 111, riforma profondamente il trattamento tributario degli enti non commerciali, stabilizzando le loro condizioni operative e riducendo il carico burocratico e amministrativo. Le modifiche introdotte dal decreto terzo settore interessano principalmente tre ambiti: la disciplina IVA, la commercialità delle attività e il regime forfettario, creando un quadro normativo più favorevole per migliaia di associazioni italiane.
Decreto Terzo Settore: La Proroga della Disciplina IVA al 2036
Tra le novità più significative del decreto terzo settore figura la proroga al 1° gennaio 2036 dell’entrata in vigore delle norme che avrebbero richiesto l’assoggettamento agli obblighi strumentali ai fini IVA, nonché la tenuta della contabilità e della fatturazione, per gli enti benefici che svolgono prestazioni nei confronti dei propri associati. Questa decisione, frutto di un dialogo costruttivo con la Commissione Europea, significa che gli enti del terzo settore continueranno a beneficiare del regime di esclusione IVA sui corrispettivi specifici versati da associati, partecipanti o tesserati per lo svolgimento delle proprie attività istituzionali. Senza questa proroga, la normativa originaria avrebbe comportato un impatto economico devastante, costringendo migliaia di enti a applicare l’IVA su quote associative, corsi, attività culturali, sportive e ricreative rivolte ai propri soci.
Il decreto terzo settore riconosce così la specificità delle prestazioni rese dagli enti del terzo settore, garantendo loro continuità operativa, semplificazione degli adempimenti burocratici e tutela della loro missione sociale ed economica. La conferma della proroga rappresenta un segnale politico forte del riconoscimento del valore generato dal terzo settore italiano, capace di integrare le funzioni del settore pubblico e privato nella realizzazione di servizi di interesse generale per i cittadini.
Decreto Terzo Settore: Commercialità e Plusvalenze Latenti
Il decreto terzo settore introduce l’articolo 79 bis del Codice del Terzo Settore, una disposizione che risolve gli effetti critici derivanti dal passaggio dalle regole ordinarie a quelle specifiche degli enti non commerciali. In particolare, questa norma prevede che a fronte del mutamento di qualificazione fiscale delle attività svolte, da commerciale a non commerciale, le plusvalenze latenti sui beni strumentali non debbano essere immediatamente tassate. Questo beneficio è riconosciuto a condizione che l’ente eserciti un’apposita opzione nella dichiarazione dei redditi e che i beni rimangono destinati allo svolgimento delle attività statutarie di interesse generale.
È importante sottolineare che la plusvalenza non è eliminata, bensì sottoposta a un congelamento temporaneo. Nel caso in cui i beni vengano successivamente ceduti, destinati a usi diversi o perduti, il beneficio viene meno e la plusvalenza torna a concorrere alla formazione del reddito imponibile. Tuttavia, il decreto terzo settore consente la rateizzazione dell’imposta fino a quattro anni, purché i beni siano stati posseduti dall’ente per almeno tre esercizi, rendendo così più gestibile il carico fiscale eventuale nel tempo.

Innalzamento della Soglia Forfettaria a 85.000 Euro
Un’altra importante novità contenuta nel decreto terzo settore riguarda il regime forfettario applicabile alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale. La norma innalza la soglia dei ricavi, da 65.000 euro a 85.000 euro, entro la quale è consentito l’accesso al regime forfettario per le attività commerciali svolte da queste organizzazioni. Questo allineamento della soglia alle persone fisiche che accedono al regime ordinario della flat tax rappresenta una semplificazione significativa e una riduzione della complessità amministrativa.
Nel contesto del decreto terzo settore, le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale con ricavi non superiori a 85.000 euro annui possono applicare il regime speciale forfettario IVA, beneficiando di notevoli semplificazioni: non applicano l’IVA sulle operazioni attive, non detraggono l’IVA sugli acquisti, non liquidano e versano l’IVA, e sono esentate da numerosi obblighi amministrativi come la comunicazione dei dati IVA e la registrazione dei corrispettivi. Inoltre, è prevista l’esenzione dalla certificazione dei corrispettivi per le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale che optano per il regime forfettario a partire dal 2026.
Decreto Terzo Settore: Benefici e Prospettive Future
L’approvazione del decreto terzo settore rappresenta il riconoscimento del ruolo strategico del terzo settore nell’economia e nella società italiana, nella duplice qualità di motore di innovazione sociale e di generatore di valore economico responsabile. Le misure introdotte garantiscono stabilità normativa agli enti, facilitano il loro operato riducendo gli adempimenti burocratici e consentono loro di concentrare le risorse sulle attività di interesse generale piuttosto che sulla compliance fiscale.
Il Governo ha espresso l’intenzione di utilizzare i prossimi anni, in collaborazione con le rappresentanze del terzo settore e gli organismi europei, per costruire una disciplina definitiva e strutturale del regime fiscale degli enti del terzo settore. Questo progetto mira a conciliare pienamente le esigenze di trasparenza e di equità fiscale con la tutela delle finalità solidaristiche e civiche degli enti, garantendo così un equilibrio sostenibile tra semplificazione amministrativa e controllo fiscale.









