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Come guadagnare con TikTok

Ci sono molte persone che ancora non sanno come guadagnare con TikTok. Con questa famosa app è possibile iniziare a fare soldi e fatturare velocemente. TikTok può essere utilizzata per creare e condividere brevi video con i propri amici ed è possibile arrivare a guadagnare in base al numero di visualizzazioni e di like ottenuti. Con milioni di nuovi utenti che si iscrivono ogni giorno, l’app rappresenta un nuovo e remunerativo modo di fatturare. L’importante è scegliere il regime fiscale giusto, emettere sempre fattura elettronica e adempiere a tutti gli obblighi fiscali previsti.

Come guadagnare con TikTok

TikTok, l’app con oltre 500 milioni di utenti attivi, può essere utilizzata per fare soldi. Gli utenti possono creare e condividere brevi video con gli amici, guadagnando in base al numero di visualizzazioni e di like ottenuti. Per iniziare a capire come guadagnare con TikTok, è necessario innanzitutto creare un account. Una volta creato l’account, possono essere caricati i propri video e iniziare a monetizzare vendendo annunci o ricevendo donazioni.

Per ottenere il massimo dai video risulta fondamentale la scelta di un titolo accattivante e la presenza di personaggi interessanti e divertenti. Altrettanto importante è assicurarsi che la qualità del video, che deve essere sempre ben girato e montato professionalmente. Risulta fruttuoso sperimentare angolazioni di ripresa nuove ed effetti di luce creativi.

Per realizzare video davvero redditizi, è possibile prendere in considerazione la possibilità di collaborare con marchi famosi, o di avviare un’attività in proprio. In entrambi i casi, è importante rispettare tutte le leggi fiscali pertinenti e adempiere a tutti gli obblighi fiscali previsti. Con un po’ d’impegno, è possibile imparare velocemente come guadagnare con TikTok e iniziare a fatturare seriamente.

Guadagnare con TikTok: serve la partita IVA?

TikTok è un’applicazione molto popolare che vanta milioni di nuovi utenti iscritti ogni giorno. È quindi facile capire come guadagnare con TikTok sia diventata una possibilità facile, aperta a tutti.

Come abbiamo detto per guadagnare con TikTok, la prima cosa da fare è iscriversi e aprire un nuovo account. È possibile farlo scaricando l’app dall’App Store o dal Google Play Store. Una volta creato un account, è necessario impostare il proprio profilo. A tal fine è necessario inserire:

  1. nome
  2. età
  3. località.
Come guadagnare con TikTok

Come guadagnare con TikTok

Successivamente è reso possibile aggiungere i video al proprio account. I video possono essere su qualunque argomento: da clip divertenti a filmati completi. I filmati aggiunti possono essere condivisi con i propri amici e resi visibili a chiunque.

I video devono essere ottimizzati. L’ottimizzazione consiste in riprese professionali che possano, grazie alla loro qualità, aggiudicarsi un gran numero di visualizzazioni e di like sufficientemente alti, in breve tempo. Più visualizzazioni e like hanno i vostri video, più soldi è possibile guadagnare. Il guadagno è ricavabile anche partecipando a brevi concorsi video, oppure vendendo spazi pubblicitari all’interno dei propri video.

Per approfittare della normativa fiscale italiana in materia di guadagni online, devono essere presentati annualmente, alle autorità fiscali, i resoconti dei guadagni. Non esiste però una normativa giuridica o fiscale specifica di riferimento. Questo significa che la dichiarazione dei guadagni online non è definita in modo chiaro e preciso. Al momento, la legge italiana, equipara la gestione di E-commerce, l’affiliazione commerciale o di vendita di post a pagamento su siti o social network, a una semplice attività economica abituale. Da questo è possibile dedurre che per guadagnare con TikTok è necessario aprire una partita IVA. In alternativa è possibile ovviare con una prestazione occasionale tranne che per i guadagni legati alle affiliazioni con i brand sponsorizzati.

Come sempre, per aprire partita IVA, occorre individuare prima di tutto, il corretto codice ATECO. Tra quelli presenti potrebbero risultare pertinenti i seguenti codici:

  • 11.01 – Ideazione di campagne pubblicitarie
  • 11.02 – Conduzione di campagne marketing e altri servizi pubblicitari
  • 90.99 – Altre attività professionali NCA

Infine va scelto il corretto regime fiscale.

Come si fa a guadagnare con TikTok: il regime fiscale giusto

Aprire partita IVA e iniziare a fatturare come influencer su TikTok richiede, infine, la scelta del regime fiscale. Sicuramente uno dei più vantaggiosi rimane sempre il regime forfettario. I soggetti che non guadagnano oltre i 65.000 € annui, possono scegliere questo regime agevolato. Quindi anche tutti gli influencer che non oltrepassano quella soglia, possono trarre vantaggio da questo regime.

L’agevolazione maggiore prevista dal forfettario è l’applicazione di un’unica imposta pari al 15%, sostitutiva delle imposte sui redditi, delle addizionali regionali e comunali e dell’IRAP. Quindi, sapere come guadagnare con TikTok significa anche essere consapevoli dei propri obblighi fiscali.

Accompagnatore Turistico: requisiti, regole e regime

Un accompagnatore turistico non è esattamente una guida turistica. La sua attività consiste nell’accompagnare i turisti, singoli o in gruppo, nei vari viaggi svolti sul territorio italiano. Si occupa dell’organizzazione del viaggio (tappe, tour e spostamenti) e fornisce informazioni generiche sui luoghi visitati. Per svolgere questa attività in modo autonomo è necessario aprire partita IVA, scegliere il regime fiscale più consono e versare i contributi previdenziali che permettono di accedere alla pensione.

Accompagnatore Turistico: chi è e cosa fa

L’accompagnatore turistico guida gruppi di persone straniere in Italia, oppure italiani all’estero. Organizza il viaggio e segue persone e comitive per accertarsi che tutto vada per il meglio e che il programma stabilito si svolga regolarmente. Non illustra le bellezze locali descrivendone la storia e la produzione, a differenza della guida turistica.

Per svolgere questa attività sono necessarie conoscenze e requisiti specifici stabiliti dalla normativa regionale vigente. Per diventare accompagnatore turistico è necessario:

  • aver compiuto almeno 18 anni di età
  • aver conseguito il diploma di scuola media superiore
  • possedere una fedina penale pulita
  • conoscere l’inglese a livello avanzato (C1)

Ci sono poi dei requisiti ulteriori che differiscono da regione a regione. Per operare come accompagnatore, oltre al diploma di scuola superiore è necessario aver sostenuto e superato un esame specifico di abilitazione per il conseguimento del patentino.

L’accompagnatore turistico e la partita IVA

La professione è tutelata da un sindacato specifico e per svolgerla è necessaria l’iscrizione al relativo albo. Il lavoro può essere svolto sia come dipendente, che come libero professionista, aprendo partita IVA. I soggetti che invece svolgono l’attività in modo saltuario possono ricorrere alla prestazione occasionale.

Accompagnatore Turistico

Come per lo sviluppatore app, anche l’accompagnatore turistico deve aprire partita IVA compilando il modulo AA 9/11 e presentarlo ad Agenzia delle Entrate. Il codice ATECO per accompagnatori turistici è il 79.90.2. È possibile, inoltre, aderire sia al regime ordinario che a quello forfettario. Ogni volta che un accompagnatore presta un servizio, è tenuto per legge, a emettere fattura elettronica.

Come diventare accompagnatore turistico: la scelta del regime fiscale

L’accompagnatore può decidere se aderire al regime ordinario, piuttosto che a quello forfettario. Sicuramente il più vantaggioso è il secondo. Per aderirvi è necessario rispettare alcuni requisiti, come ad esempio quello che relativo al fatturato annuo che non deve essere superiore ai 65.000€.

Il forfettario prevede un’aliquota unica pari al 15% che si abbassa al 5% nei primi 5 anni di attività. Da luglio del 2022 è diventato obbligatorio anche per i forfettari emettere fatturazione elettronica.

Scelto il regime serve poi l’iscrizione alla Gestione separata INPS. La gestione separata non prevede il versamento di una quota fissa annuale, ma solamente di una percentuale pari al 25,98% dei redditi percepiti. Infine, il regime forfettario esonera dall’obbligo delle scritture contabili e non prevede l’applicazione d’IVA e ritenute d’acconto.

Abilitazione accompagnatore turistico

L’ultimo passo da compiere per iniziare questa attività, è quello di presentare al proprio Comune di residenza una SCIA (segnalazione certificata di inizio attività). Il documento è necessario per dimostrare al proprio comune di essere in possesso di tutti i requisiti richiesti per svolgere attività di accompagnatore turistico.

Il documento deve essere presentato almeno un giorno prima dell’inizio dell’attività e può essere inviato sia per PEC, oppure telematicamente online. Il modulo deve riportare anche la firma digitale del soggetto che inoltra certificazione. È possibile trovare ulteriori informazioni consultando un dottore commercialista, oppure rivolgendosi all’ufficio SUAP del Comune dove deve essere avviata l’attività.

Metodi di pagamento: quali e quanti ne esistono nel 2022

Al mondo esistono tantissimi metodi di pagamento. Nonostante questo, però, L’Italia è il “paese dei contanti”. Pagare con la moneta è, infatti, ancora il metodo più diffuso e preferito nella penisola. Per fortuna però non è l’unico. Dalle carte di credito agli assegni circolari, dalla cambiale agli F24, le possibilità sono molte.

Metodi di pagamento: contanti e pagamenti cash

Per combattere l’evasione fiscale i pagamenti in contanti sono sconsigliati, ma, nonostante tutto, sono ancora i preferiti dagli italiani. Il popolo del Bel Paese preferisce pagare cash. Il pagamento in contanti, per essere ritenuto valido, deve essere eseguito con moneta in corso di validità  secondo valore nominale. Si tratta del concetto secondo il quale il pagamento deve essere effettuato con la quantità di moneta prevista al momento in cui l’obbligazione è sorta. Non è sempre possibile pagare in contanti. Esiste una legge che pone un tetto massimo di 3000 € sulle transazioni.

Pagamento con carta di credito

Il pagamento con carta di credito è sicuramente uno dei più utilizzati. Le carte di credito sono rilasciate dagli Istituti Bancari e prevedono un massimale (somma massima) utilizzabile giornalmente e mensilmente. Le carte di credito si possono ottenere solo se già titolari di un conto corrente aziendale o privato. I massimali possono essere alzati su richiesta del cliente e previa autorizzazione bancaria. Le carte di credito sono usate sia  per acquisti fisici in negozio e che online.

Come funziona la carta di debito

Cugina della carta di credito, quella di debito è conosciuta come carta prepagata. Sulle carte di debito le somme di denaro sono versate anticipatamente dai titolari. Per averne una non è necessario avere un conto corrente. Gli esempi più comuni di carte di debito sono la PostePay e PayPal. Le carte possono essere ricaricate, secondo necessità e le somme utilizzate in un secondo momento. Gli importi ricaricabili variano da carta a carta.

Pagamento con bancomat

Il bancomat si ottiene solo se titolari di un conto corrente. Al momento del pagamento, la somma dovuta è immediatamente addebitata sul proprio conto (a differenza delle carte di credito). Anche il bancomat prevede un massimale giornaliero e mensile, modulabile secondo richiesta e accettazione. Oggi il bancomat è uno dei metodi di pagamento che ogni esercente dovrebbe accettare da quando è entrato in vigore l’obbligo POS per le transazioni commerciali.

Il bonifico bancario

Abbiamo già spiegato come fare un bonifico bancario quindi ci limitiamo a dire che, attraverso questa forma di pagamento, l’ordinante ordina alla propria banca il trasferimento di denaro sul conto corrente del beneficiario.

Compilare un assegno

Esistono tre diverse tipologie di assegni:

  1. circolare
  2. bancario
  3. postale

Assegno circolare

È emesso dalla banca che ne garantisce la copertura. È infatti emesso solo dopo ricezione e verifica della somma richiesta dall’ordinante. Per importi pari o superiori a 1000 € deve riportare la dicitura “non trasferibile”. Affinché sia ritenuto valido deve riportare i seguenti dati:

  • denominazione di assegno circolare
  • garanzia da parte dell’ente emittente del pagamento della somma dovuta
  • nome del beneficiario
  • data e luogo di emissione
  • firma dell’ente emittente

Metodi di pagamento

Assegno bancario

Con l’assegno bancario un soggetto (traente) ordina alla propria banca di pagare uno specifico beneficiario (prenditore). È pagabile a vista. Se inferiore a 1000 € può anche riportare la dicitura al portatore o trasferibile.

Assegno postale

Le Poste italiane sono intermediari finanziari al pari (o quasi) delle banche. Possono quindi rilasciare assegni aventi le stesse caratteristiche di quelli bancari.

Pagamento con cambiali

Si tratta di un metodo di pagamento forse un po’ obsoleto, ma ancora in corso di validità La cambiale altro non è che la promessa di pagamento in una certa data e in dato luogo. È una forma di pagamento differito con efficacia probatoria. In caso di mancato pagamento alla data stabilita, il creditore può agire in via esecutiva sul patrimonio del debitore.

Modello F24

Il modulo F24 è usato per il pagamento della maggior parte delle imposte, tasse e contributi. Ne esistono diverse tipologie: base, accise ed elide.

Ricevuta bancaria

È conosciuta come Ri.BA. e serve a conferire alla propria banca un mandato per l’incasso. È un comodo metodo di pagamento che consente al creditore d’incassare ingenti somme di denaro anche in modo ripetitivo.

Moneta elettronica: vantaggi per imprese, professionisti e cittadini

La moneta elettronica non corrisponde alle criptovalute. Si tratta infatti di una valuta che può essere archiviata elettronicamente su vari dispositivi, ma che, a differenza delle cripto, è supportata da una valuta Fiat. Inoltre è regolamentata dall’autorità centrale. Oggi, la moneta elettronica è una parte importante di ciascuna attività commerciale, che si tratti di un negozio fisico, piuttosto che di un e-commerce per la vendita di prodotti online.

Moneta elettronica: come funziona e cos’è

La moneta elettronica è una valuta archiviabile su:

  • smart card – carte di credito oppure carte di debito
  • sistemi informatici
  • smartphone

è una moneta largamente diffusa e utilizzata in tutto il mondo grazie agli accordi che banche, società finanziarie e processori di rete di monete elettroniche, hanno siglato nel corso del tempo. Oggi è praticamente quasi impossibile trovare un e-commerce che non accetti, come metodo di pagamento, la moneta elettronica per l’acquisto di beni e servizi.

La valuta ha un corso legale e il suo valore è stabilito dal governo che la emette ed è sempre supportata da una moneta fiat. Il denaro Fiat è una valuta a cui corrisponde un asset sottostante, come, ad esempio, l’oro, oppure l’argento. Vista l’ampia diffusione della moneta elettronica, piccole, medie e grandi imprese, la tengono seriamente in considerazione quando si tratta di scambi commerciali.

Tipi di moneta elettronica

Esistono due grandi categorie di monete elettroniche:

  1. Hard – è la valuta usata per transazioni irreversibili, cartolarizzate e di natura procedurale.
  2. Soft – è usata per transazioni reversibili e/o flessibili. Gli utenti possono gestire le proprie transazioni anche dopo aver effettuato il pagamento, richiedendone, ad esempio, l’annullamento o la modifica del prezzo pagato. Il periodo per effettuare eventuali modifiche è comunque limitato nel tempo. A questa categoria corrispondono le transazioni effettuate con i metodi più diffusi e conosciuti al mondo: PayPal, PayTM, Interac, carte di credito, ecc…

Moneta elettronica definizione e caratteristiche

Per essere definita tale, la moneta elettronica deve rispondere a determinate caratteristiche:

  • Riserva di valore – anche se elettronica è pur sempre una riserva di valore, archiviato elettronicamente fino al ritiro fisico vero e proprio.
  • Mezzo di scambio – serve per acquistare un bene o un servizio, vale a dire che è una forma di pagamento e quindi di scambio commerciale.
  • Misura il valore dei beni – come qualunque altra moneta anche quella elettronica serve a valutare il reale valore di un bene/servizio.
  • Pagamento differito – è usata per effettuare pagamenti differiti, cioè è usata come strumento di concessione di credito per rimborsare una fattura.

Moneta elettronica

La moneta elettronica e i suoi molteplici vantaggi

Da quando esiste, la moneta elettronica ha apportato una vasta gamma di benefici a livello globale. Che si tratti di aprire una nuova partita IVA e vendere prodotti online, piuttosto che fare impresa vecchio stile con un negozio fisico, il denaro elettronico ha regalato innumerevoli vantaggi a tutti:

  • Versatilità e praticità – è possibile effettuare pagamenti in qualunque parte del mondo e verso qualunque luogo nel mondo. Basta un click, è facile e veloce, un metodo pratico che non richiede alcuna abilità o conoscenza particolare per essere usato.
  • Tracciabilità e storicità – le transazioni effettuate con moneta elettronica lasciano il “segno”. Vale a dire che sono registrate digitalmente e possono essere seguite e ricontrollate anche a distanza di tempo.
  • Evita attività fraudolente – proprio grazie al fatto che risulta essere tracciabile e quindi per ogni operazione è possibile risalire a dati e informazioni relative, le transazioni sono più sicure e scongiurano i rischi di frodi e attività sospette.
  • Immediatezza – Le transazioni elettroniche sono rapide e immediate. Il denaro è trasferito istantaneamente da una parte all’altra, con una velocità mai sperimentata prima dall’economia globale.
  • Sicurezza – è un metodo di pagamento sicuro perché tracciabile e protetto da misure di sicurezza avanzate (autenticazione e tokenizzazione).

Istituto di moneta elettronico

Gli attori che prendono parte alla produzione e circolazione della moneta elettronica sono tre:

  1. istituzioni finanziarie (banche) – elaborano le transazioni
  2. società non bancarie – produttrici di software e hardware usati nelle e per le operazioni digitali
  3. portafogli digitali (wallet) – magazzini virtuali per la moneta che, attraverso la verifica delle credenziali dei vari utenti, permettono la gestione quotidiana del denaro elettronico.

Il denaro elettronico rappresenta quindi il futuro dei pagamenti e delle transazioni mondiali. I consumatori sono ormai abituati a usare i mezzi di pagamento elettronico e hanno accettato tranquillamente anche scontrini elettronici e fatture elettroniche. Il mondo cambia e punta alla digitalizzazione globale per semplificare e velocizzare al massimo il commercio mondiale.

Cosa vendere online per avere successo

Chi desidera aprire una partita iva e cimentarsi in un negozio online deve conoscere molto bene il mercato, domanda e offerta, attuale. Il settore online ha conosciuto, negli ultimi anni, un’impennata vertiginosa. Le previsioni sostengono che entro il 2040 ingloberà addirittura il 95% delle transazioni effettuate nel mondo. Oggi rappresenta circa il 14-18% delle vendite globali al dettaglio. Per avere successo è importante sapere cosa vendere online e puntare sui prodotti giusti, molto richiesti e poco costosi da acquistare, ma che abbiano un discreto margine di guadagno.

Cosa vendere online per guadagnare

Gli articoli vendibili online sono una moltitudine. La prima grande distinzione da fare è tra articoli fisici e quelli digitali. I primi hanno un valore percepito superiore rispetto ai secondi perché sono effettivamente prodotti fisicamente. Le materie prime, la produzione e la distribuzione hanno quindi un loro costo. Sono quindi una categoria che comporta un maggior costo perché richiedono anche un eventuale immagazzinamento e smercio.

I prodotti digitali invece richiedono meno risorse. L’articolo è prodotto solo una volta e rivenduto infinite volte. Per quanto sia più semplice vendere articoli digitali, perché la loro realizzazione non comporta alcuna catena di produzione e/o approvvigionamento, sono anche più facili e soggetti alla contraffazione.

Come vendere le cose online: domande e risposte

Per vendere online bisogna prima chiedersi per quale ragione gli utenti vorrebbero comprare un determinato prodotto. Ci sono diverse ragioni per le quali un utente dovrebbe decidere di acquistare un determinato prodotto su internet:

  • soddisfa un reale e quantificabile bisogno
  • soddisfa un’esigenza emotiva, non precisamente quantificabile
  • si tratta di un articolo che è “necessario avere” anche se non serve effettivamente a qualcosa

Alla fine, qualunque sia la motivazione che spinge un utente verso l’acquisto di un prodotto, l’importante è essere originali, offrire sempre prezzi giusti, vendere prodotti personalizzabili e riuscire a vendere oggetti collegabili tra loro.

Cosa vendere online per avere successo

Cosa fare per vendere online

Per fare impresa e vendere online la prima cosa da fare, oltre ad aprire una nuova partita IVA ad hoc, è quella di trovare una propria nicchia di riferimento. Individuare una nicchia significa localizzare una sorta di vuoto presente sul mercato, che è possibile quindi colmare vendendo i propri articoli. Per trovarla occorre eseguire un’accurata ricerca di mercato andando a individuare quello che piace e a chi piace. Aiuta molto spulciare le grandi piattaforme di vendita online, come Amazon, eBay o Reddit.

Individuata la nicchia si passa invece alla ricerca delle parole chiave che indicano precisamente e identificano il/i prodotto/i da vendere. È importante sapere come Google riesce a far trovare agli utenti quel determinato prodotto. In questo modo tutto il marketing, nonché la piattaforma di vendita vera e propria, saranno improntati a valorizzare i termini più comuni utilizzati dagli utenti quando effettuano le ricerche dei prodotti interessanti.

È inoltre molto importante conoscere le “criticità dei prodotti da vendere. Leggere commenti e opinioni che gli utenti lasciano su prodotti simili acquistati da competitor, aiuta a capire su quali fattori/elementi fare pressione, oppure evitare di spingere. Ad esempio, se la maggior parte degli acquirenti si lamenta che un tale prodotto risulta non impermeabile, nella descrizione della scheda dell’oggetto sul proprio portale, è furbo evidenziare quanto invece lo sia quello che si cerca di piazzare.

Cosa vendere online per avere successo

L’ultimo consiglio da seguire per trovare cosa vendere online e riuscire a guadagnare è quello di sfruttare le tendenze. Gli articoli di tendenza corrispondono agli ultimi usciti, quelli che attirano sempre una grandissima attenzione e che tutti cercano e vogliono. È fondamentale riuscire a individuare prima della concorrenza le ultime tendenze. Per farlo basta darsi un’occhiata in giro:

  • leggere e ascoltare i social media
  • utilizzare Google Trends
  • seguire Trend Hunter
  • usare Reddit come fonte d’informazioni
  • individuare gli articoli più venduti su grandi e famose piattaforme come Amazon oppure Etsy.

Importante non soffermarsi sulle tendenze lampo che nascono e muoiono nel giro di pochissimo tempo. Una tendenza vera è qualcosa che perdura nel tempo, o meglio, all’inizio esplode e con il tempo l’interesse scema ma non scompare del tutto, offrendo comunque buone opportunità di guadagno. Una tendenza soddisfa comunque delle esigenze e lo fa in modi diversi e sempre nuovi. In altre parole un articolo valido da vendere sul web per guadagnare è un prodotto che soddisfa un’esigenza dell’utente e che appaga le aspettative nel tempo presentandosi in modi sempre nuovi e diversi.

WhatsApp account Business: cos’è, come funziona e perché conviene averlo

WhatsApp account business è uno strumento, al apri di un conto corrente aziendale, che aiuta sempre a migliorare e a far crescere il proprio lavoro e giro d’affari. Una piattaforma che aiuta le aziende a migliorarsi e a rispondere alle esigenze dei propri clienti in tempi brevi, con rapidità ed efficienza. WhatsApp è un’app di messaggistica istantanea nata nel 2009. Una delle più diffuse e utilizzate al mondo presente in oltre 180 paesi e in 60 lingue diverse.

Sono oltre 2 miliardi gli utenti mensili che la utilizzano mensilmente. Un “pacchetto clienti” immenso per tutte quelle piccole-medie imprese e proprietari di e-commerce che vogliono allargare e migliorare il proprio business. Che si tratti di vendere prodotti, servizi, fare lead generation, costruire la propria brand awareness, oppure aumentare le vendite, WhatsApp può essere sfruttata per guadagnare.

WhatsApp account Business: nascita e sviluppo

La possibilità di creare degli account business su WhatsApp è nata nel 2018. Lanciata come variante alla versione standard, la business è una piattaforma pensata per tutti gli imprenditori. Un canale di comunicazione sicuro e collaudato che permette alle attività di crescere velocemente.

Lo strumento aziendale è pensato esclusivamente per le imprese che necessitano e desiderano interagire direttamente con i propri clienti (attuali e futuri). Uno strumento che serve a creare un ponte di contatto con i propri utenti ai quali è così garantita: assistenza, aggiornamenti costanti e immediati, supporto per ogni e in ogni occasione e la possibilità, non trascurabile, di gestione dell’impresa direttamente dal proprio smartphone.

Per creare e utilizzare WhatsApp account Business è necessario possedere uno smartphone Android oppure iOS e un numero di cellulare attivo. Moltissimi imprenditori utilizzano una SIM dedicata all’azienda esclusivamente per lavoro e tengono un altro numero per la vita privata. WhatsApp infatti, consente di collegare un unico numero di cellulare all’account business. Quindi se il numero attuale fosse già collegato a un account WhatsApp, per registrarsi e utilizzare la versione business, ne occorre uno nuovo.

WhatsApp account Business

WhatsApp Business: le caratteristiche

WhatsApp Business è gratis. L’installazione e l’utilizzo non richiede nessun pagamento, né per l’acquisto, né a canone mensile e/o annuale. A differenza del passato, quando i messaggi erano a pagamenti, WhatsApp rivoluziona il modo di comunicare con il resto del mondo e lo slega da vincoli economici.

Inoltre, si tratta di una piattaforma che, a differenza della versione standard, può essere d’aiuto ai propri clienti per reperire maggiori informazioni sull’attività svolta. Durante la creazione del profilo è infatti possibile indicare nella descrizione dello stato: indirizzo, recapiti alternativi, sito internet, e-mail, orari di apertura e chiusura uffici/negozi, ecc…

La piattaforma mette anche a disposizione delle opzioni esclusive che non sono invece presenti con la versione standard:

  1. Risposte rapide – per essere sempre presenti e rispondere prontamente a qualunque richiesta e necessità.
  2. Messaggi di assenza – utili per comunicare alla clientela la propria assenza durante le ore di chiusura di uffici e negozi.
  3. Messaggio di benvenuto – per introdurre informazioni basilari ai nuovi clienti

Infine, l’account business di WhatsApp offre anche un efficiente sistema di statistiche di messaggistica. Si tratta di una funzione che fornisce le metriche  sul numero dei messaggi inviati, consegnati e letti in modo tale da poter, ad esempio, sistemare/variare i contenuti delle risposte rapide, oppure della propria strategia di marketing adottata.

Account WhatsApp Business: tutti i vantaggi

Utilizzare un account business su WhatsApp conta, quindi, molteplici vantaggi:

  • Relazioni amichevoli – WhatsApp aiuta gli imprenditori a stabilire delle forti e durevoli connessioni amichevoli con i propri clienti. Avvicina e lega le persone creando una community di fedeli utenti che aumenta la percezione di affidabilità dell’azienda.
  • Servizio clienti – il canale di messaggistica istantanea può essere sfruttato anche per far conoscere ai clienti, quasi in tempo reale, lo stato di spedizione della merce acquistata, per ricevere richieste di rimborso, per verificare le disponibilità dei prodotti, per effettuare prenotazioni e chiedere informazioni sui vari punti vendita.
  • Aggiornamenti e notizie – WhatsApp account Business è il mezzo perfetto per mantenere i clienti aggiornati su tutte le novità aziendali. Comunicazione di natura promozionale possono essere veicolate alla clientela con facilità e immediatezza.
  • Promozione prodotti e iniziative aziendali – tramite WhatsApp è possibile promuovere il proprio catalogo prodotti e informare la clientela su eventuali nuovi servizi e beni.

In conclusione, Avere un account business su WhatsApp permette di raccogliere feedback dagli utenti, di seguire l’andamento degli affari in tempo reale e promuovere la propria attività, rispondendo, al tempo stesso, a richieste ed esigenze dei clienti.

Limite pagamento contanti 2022

Con il Decreto Milleproroghe il Governo voleva abbassare il limite pagamento contanti 2022. L’anno scorso la soglia entro la quale accettare pagamenti in contanti, era fissata a 2000 €. L’Esecutivo ha però cambiato idea e preferisce rimandare l’abbassamento della soglia a 1000€ direttamente al 2023. Un rinvio momentaneo che non blocca comunque la crescita all’uso dei pagamenti elettronici, nonostante i pagamenti in contanti siano ancora il metodo preferito da molti.

Limite pagamento contanti 2022

Quindi il limite della soglia in contanti fissato a 1000 € è posticipato a inizio anno prossimo. Per tutto il 2022 per i pagamenti superiori a 2000 € è necessario ricorrere a metodi di pagamento tracciabili. Di conseguenza tutte le trasmissioni devono essere eseguite via:

  1. carte di credito
  2. assegni circolari
  3. carte di debito
  4. carte prepagate
  5. bonifici bancari
  6. bonifici postali
  7. portafogli virtuali che possano garantire l’identificazione esatta del contribuente

Chi possiede un’attività e/o un’impresa può accettare solo ed esclusivamente questo genere di transazioni per rispettare il limite dei pagamenti in contanti previsto da legge.

Pagamento in contanti limite 2022 e obbligo POS

Il metodo di pagamento maggiormente utilizzato oggi è quello delle carte di credito o delle carte prepagate. I commercianti devono essere forniti di un dispositivo in grado di scansionare e leggere i chip delle carte di credito, debito e prepagate.

I pagamenti tramite POS sono ormai diventati comuni, perché facili, sicuri e velocissimi. Da oggi sono anche obbligatori. Nonostante l’obbligo, purtroppo, ancora molti esercenti non sono dotati dell’attrezzatura minima indispensabile ad accettare transazioni elettroniche. Dal 30 giugno 2022 è diventato ufficialmente obbligatorio accettare i pagamenti con il POS per qualunque transazioni, di qualsiasi importo.

Il Governo, infatti, ha finalmente stabilito l’entità delle sanzioni da applicare qualora un negoziante  e professionisti non vogliano accettare i pagamenti elettronici. La multa da pagare è pari a 30 € a cui si aggiunge il 4% del valore del pagamento non consentito. Quindi, al crescere dell’importo non accettato, sale anche il valore della multa da corrispondere.

Limite pagamento contanti: gli incentivi per gli esercenti

Il Governo, oltre a stabilire le sanzioni, ha però anche messo a disposizione diversi incentivi per tutti coloro che devono ancora munirsi di POS. Le principali misure predisposte dall’Esecutivo per aiutare i commercianti e i liberi professionisti a sostenere i costi di acquisto e gestione di un POS, sono:

Limite pagamento contanti 2022

1.   Cashback

Si tratta di un incentivo indiretto, che può essere sfruttato solo dai consumatori e non dagli esercenti. Il Cashback consiste nel rimborso del 10% su acquisti di beni e servizi, fatti utilizzando come metodo il pagamento elettronico. Alla fine si è rivelato essere un sistema che ha incentivato il commercio e ha aumentato le opportunità di guadagno, soprattutto delle piccole imprese e degli artigiani locali.

2.   Lotteria degli scontrini

Alla lotteria degli scontrini partecipano clienti ed esercenti. In seguito a un pagamento digitale è emesso uno scontrino valido come biglietto per partecipare alle varie estrazioni. Ogni euro speso genera un ticket valido. Sono previste estrazioni e vincite settimanali, mensili e annuali. I premi sono corrisposti in denaro e la soglia più alta prevede un premio pari a 1.000.000 € per l’esercente. Fortunato sorteggiato. Ogni commerciante e professionista, per potervi partecipare, deve quindi possedere un POS e consentire ai propri clienti di effettuare i pagamenti tramite metodo elettronico.

Pagamento contanti: limite e credito d’imposta

Costi di gestione e commissioni sulle trasmissioni POS sono i due ostacoli principali che frenano gli  esercenti a voler utilizzare i POS. Per ovviare a questi problemi, l’Esecutivo ha previsto, da luglio 2020, un credito d’imposta pari al 30% sulle spese sostenute dagli esercenti. Una disposizione valido solo per tutti coloro che fatturano meno di 400.000 € l’anno. Fino al 30 giugno 2022 il limite è stato spostato addirittura al 100% per tutti coloro che hanno adottato un POS.

Il credito d’imposta è applicato per:

  • ogni commissione pagata dal commerciante/professionista sulle transazioni
  • costi fissi di locazione e gestione del terminale POS
  • spese sostenute dagli esercenti per tutti i pagamenti elettronici fatti dai clienti (eseguiti sia con carte di credito, debito, prepagate che con metodi alternativi quali, ad esempio, app e e-wallet).
  • Oneri per acquisto o noleggio POS sostenute dal 1° luglio 2021 al 30 giugno 2022 (valore massimo 160€)
  • Spese per acquisto o noleggio POS che consente anche la trasmissione telematica dei dati (valore massimo 320 €).

Il credito d’imposta è inserito nella dichiarazione dei redditi. È utilizzabile solo in compensazione alle tasse e imposte dovute. Vale solo dal mese successivo a quello della spesa sostenuta. La documentazione relativa deve essere conservata per i dieci anni successivi e deve rimanere a disposizione delle autorità in caso di richiesta di controlli fiscali.

Come fare un bonifico: ecco come funziona nel 2022

Come fare un bonifico non è più un problema al giorno d’oggi. Esistono tanti diversi modi per effettuarne uno con o senza conto corrente. Bancario, online, postale, o addirittura con PayPal. È un’operazione facile, sicura e veloce. Il trasferimento di denaro tra un conto corrente a un altro, appartenenti a soggetti diversi, non è mai stato così semplice. Effettuato per eseguire pagamenti, è uno dei metodi più vecchi che esistano come modalità di saldo e trasferimento risorse.

Bonifico: cos’è

Sembra scontato, ma è bene specificarlo: un bonifico è il trasferimento di denaro tra due diversi conti correnti appartenenti a due differenti titolari. Quando, invece, il denaro è spostato tra due conti correnti appartenenti allo stesso titolare, si tratta di giroconto. Esistono diverse tipologie di bonifico, che si distinguono in base all’istituto che ne prende il carico:

  1. bancario – il conto corrente di partenza è bancario, quello di arrivo può anche essere postale.
  2. postale – il conto corrente di partenza è postale, quello di arrivo può anche essere bancario.

Come fare un bonifico bancario

Il bonifico bancario è possibile effettuarlo presso lo sportello di una banca, oppure direttamente online. Online è necessario che il conto corrente di partenza abbia abilitata l’operatività denominata e-banking.

Il bonifico presso lo sportello, invece, consiste semplicemente nel recarsi presso l’istituto di credito ed esternare la volontà di eseguire un bonifico. È necessario compilare un modulo con le seguenti voci:

  • dati dell’ordinante – nome, cognome, codice fiscale
  • dati del beneficiario – nome e cognome
  • IBAN del conto corrente beneficiario
  • somma da trasferire
  • Paese di destinazione della somma, se in Italia o all’estero
  • firma

è l’impiegato a inviare la richiesta di bonifico. Al termine dell’operazione è rilasciata una ricevuta che ne attesta l’esecuzione. Il bonifico è solitamente accreditato nel giro di qualche giorno. Il pagamento presso lo sportello può essere saldato in contanti, con carta di credito o bancomat, oppure con PostePay. L’istituto di credito è solito richiedere il pagamento di un corrispettivo per l’esecuzione dell’operazione.

Come fare un bonifico postale

La procedura è del tutto simile a quella di come fare  un bonifico bancario. Il postale può essere eseguito online, presso lo sportello di un ufficio postale, oppure utilizzando un’applicazione mobile. Allo sportello è necessario seguire la medesima prassi del bonifico bancario e comunicare gli stessi dati. Al termine dell’operazione l’impiegato rilascia sempre una ricevuta e i soldi sono trasferiti nell’arco di qualche giorno (per i bonifici esteri, fuori Europa, occorrono più giorni).

Come fare un bonifico online

Il bonifico online, come visto, è possibile sia dal sito della propria banca, che da quello delle poste (se si possiede un conto alla Posta). In entrambi i casi basta eseguire la registrazione sul sito di riferimento, accedere con le proprie credenziali e selezionare l’opzione corrispondente dal menù di riferimento.

L’unica differenza consiste nella selezione del servizio in caso di bonifico dal sito delle Poste. Qualora fosse necessario trasferire denaro da un conto BancoPosta a un altro, è necessario selezionare la voce “Postagiro”, altrimenti per trasferimenti verso un conto corrente, selezionare “bonifico”.

Come fare un bonifico

L’istituto postale differenzia anche tra Bonifico SEPA, in caso di conto corrente beneficiario in Italia o Europa e Bonifico Estero, per destinatari Extraeuropei. Infine, bonifico SEPA per detrazioni Fiscali quando è necessario effettuare un pagamento per il quale sussista il diritto ad avere delle agevolazioni.

Come fare un bonifico dal bancomat

Oggi, è possibile effettuare un bonifico anche presso un semplice sportello bancomat. All’ATM, dove di solito i soldi sono prelevati, è possibile recarsi per trasferire contanti. Inserita la carta e digitato il PIN, basta accedere alla sezione  bonifico (o trasferimento denaro). I dati richiesti sono:

  1. IBAN
  2. intestatario del conto
  3. causale

Il terminale richiede la conferma dell’operazione e, su richiesta, rilascia una ricevuta cartacea.

Come fare un bonifico con PayPal

PayPal rappresenta oggi, uno dei più comuni e utilizzati metodi di pagamento, soprattutto per quanto riguarda gli acquisti online (e non solo). Per trasferire soldi con PayPal è necessario avere solo ed esclusivamente un dato: l’indirizzo di posta elettronica del beneficiario.

Il sistema distingue però due differenti modalità di trasferimento soldi:

  1. pagamento beni e/o servizi – nel caso di acquisti per i quali sono emesse regolarmente fatture elettroniche e ricevute.
  2. trasferimento denaro tra amici – nel caso il motivo del trasferimento non corrisponda all’acquisto di beni e servizi, ma semplicemente allo spostamento di soldi in qualità di regalo.

PayPal, in realtà, permette di effettuare pagamenti solo ed esclusivamente verso altri conti PayPal. Non è possibile effettuare un trasferimento di contanti verso un conto corrente.

Pagare con il telefono: facile, veloce e conveniente

Pagare con il telefono oggi è una realtà diffusa e affermata. Una modalità di pagamento semplice, veloce e sicura resa possibile da una tecnologia innovativa e testata in ogni paese d’Europa e del mondo.

Come pagare con il telefono

NFC acronimo di Near Field Communication è la tecnologia sfruttata per effettuare i pagamenti con il telefono. In italiano è tradotto come “Comunicazione di prossimità” e permette trasmissioni wireless dei dati. Si tratta della stessa tecnologia utilizzata per il pagamento contactless, usufruibile senza chip e molto spesso anche senza PIN (almeno per quanto riguarda le transazioni sotto i 25 euro).

Per utilizzare la tecnologia NFC e pagare con il cellulare, lo smartphone deve avere l’abilitazione NFC. Installata un’apposita app (come ad esempio Apple Pay oppure Google Pay) basta aggiungere la propria carta di credito/debito e il telefono si trasforma magicamente in un portafoglio.

Al momento del pagamento è sufficiente aprire l’applicazione di riferimento, selezionare la carta di pagamento che si desidera utilizzare e avvicinare il cellulare al terminal per la transazione. Anche la carta di credito/debito deve possedere l’abilitazione NFC (riscontrabile dalla presenza di un’icona raffigurante delle piccole onde bianche decrescenti).

Applicazione per pagare con il telefono

Esistono molte applicazioni per pagare con il telefono. È possibile scegliere in base al produttore del proprio smartphone. Apple Pay, ad esempio, è l’applicazione per effettuare pagamenti per chi possiede un iPhone. Invece Google Pay è usata dagli utenti titolari di un telefono Android. In entrambi i casi i passaggi da seguire per concludere una transazione sono davvero semplici.

Il cellulare va tenuto a una distanza di soli quattro centimetri dal terminale. Il pagamento è confermato sia sullo schermo del cellulare che su quello del terminal. In alcuni casi è presente anche un avviso sonoro. Basta seguire le indicazioni richieste sullo smartphone. Qualche volta è necessario inserire anche un Pin di sicurezza, oppure apporre l’impronta digitale, o una scansione facciale per un riconoscimento completo.

Pagare con il telefono

Smartphone NFC

Per poter essere utilizzati come mezzo di pagamento, gli smartphone devono avere la tecnologia NFC integrata. Si tratta di un apposito chip che, di norma, oggi, è presente su quasi tutti i cellulari più famosi e commercializzati. Ad esempio, tutti i modelli d’iPhone a partire dalla versione sei in poi, possiedono  un chip NFC.

Per quanto riguarda invece i modelli Android, per scoprire se hanno l’abilitazione necessaria a effettuare pagamenti contactless, basta verificare dalle impostazioni di sistema se è presente o meno la voce: “NFC e pagamento”.

Pagare con il telefono è possibile quando il cellulare è acceso, la batteria carica e in presenza di connessione internet stabile.

Pagare con smartphone: i vantaggi

Pagare con smartphone conviene a clienti ed esercenti e presenta molti vantaggi:

  • Velocità – bastano davvero pochi secondi per effettuare un pagamento. In questo modo la transazione risulta più facile e fluida e si evitano code di attesa inutile e frustrante. Inoltre il cellulare è sempre a portata di mano e pronto per essere utilizzato, molto di più rispetto a contanti e portafoglio.
  • Igiene – il denaro contante è molto sporco. Monete e banconote sono portatori d’innumerevoli agenti patogeni. Passando di mano in mano trasmettono e veicolano germi e batteri ovunque. Invece, il sistema di pagamento con smartphone è molto più igienico e sicuro per la salute di tutti. Pagare con il telefono significa non toccare nulla che non ci appartenga, niente soldi, niente terminali, nessuno scambio di virus e batteri. È sicuramente uno dei metodi di pagamento più igienici che esista.
  • Facilità – pagare con il telefono è ormai diventata una pratica comune e abituale per la maggior parte delle persone (clienti ed esercenti). Sono in tanti gli utenti che si aspettano di poter pagare con questo sistema e non solamente i più giovani.

Pagare con il cellulare è sicuro!

Pagare con il telefono è molto sicuro. Il numero della carta di credito non è mai inviato e segnalato. I pagamento con smartphone sono più sicuri di quelli eseguiti direttamente con carta, proprio perché durante l’operazione i dati della carta non sono mai visualizzati, né inviati.

Anche in caso di furto o smarrimento del cellulare, i malintenzionati non possono usarlo per effettuare pagamenti. Non potranno, infatti, confermare le transazioni per mancanza del riconoscimento digitale, facciale o dell’inserimento del PIN di sicurezza. È comunque importante usare sempre il blocco dello schermo.

Pagamento contactless: cos’è e come ha cambiato l’economia

Il pagamento contactless è ormai entrato a far parte della vita quotidiana di molti consumatori. Poter effettuare acquisti semplicemente avvicinando la carta di credito o lo smartphone a un terminal, ha semplificato moltissimo le transazioni. Il commercio ne ha beneficiato grandemente e la realtà si diffonde sempre di più, ogni giorno che passa.

Pagamento contactless: cos’è e come funziona

I pagamenti contactless sono pagamenti effettuati attraverso un sistema che non necessita di contatto fisico tra i dispositivi impiegati a tale scopo: carte di credito/debito/bancomat o dispositivi mobili e i terminal autorizzati a ricevere i pagamenti (POS). Difatti, contactless significa, letteralmente: “senza contatto”

Oggi, più che mai, a seguito dell’obbligo POS entrato in vigore a partire dal 30 giugno 2022, il pagamento contactless è un vantaggio e un’agevolazione per tutti, esercenti e clienti. Avvicinando bancomat o carta al POS il terminal riconosce la tecnologia contactless e permette la transazione.

Affinché il sistema funzioni correttamente le carte devono essere dotate di tecnologia RFID, acronimo d’Identificazione a Radio Frequenza. Un’innovazione che consente di non inserire la carta all’interno del Pos per poter essere riconosciuta. Per quanto riguarda invece i cellulari, volendo utilizzare uno smartphone come strumento di pagamento, questo deve essere dotato di tecnologia NFC, acronimo di Near Field Communication. In pratica il cellulare si trasforma in un portafoglio virtuale.

Pagamento con carta contactless

Le carte contactless sono dotate di una targhetta elettronica che contiene tutte le informazioni necessarie affinché sia riconosciuta come tale dai terminal usati per effettuare i pagamenti. Avvicinando la carta al POS il pagamento si finalizza automaticamente, senza dover inserire fisicamente la carta all’interno del dispositivo o dover digitare codici di sicurezza.

Per riconoscere se una carta è contactless oppure no basta controllare se sulla superficie è presente un simbolo che rappresenta delle piccole onde bianche che aumentano di grandezza da sinistra verso destra. Sempre più commercianti espongono il simbolo per far capire ai propri clienti che in quel locale è possibile pagare anche tramite questa innovativa modalità di saldo. La maggior parte delle carte attualmente in circolazione possiede ormai questo simbolo e la relativa tecnologia. Si tratta sia di bancomat che carte di credito, debito o prepagate.

Pagamento contactless

Come funziona il pagamento contactless per i commercianti?

Molti commercianti sono intimoriti dai costi per l’acquisto o il noleggio di un POS contactless, o dalle relative commissioni richieste per l’uso di questa tecnologia. Solo due imprese su tre ne posseggono uno e solo il 53% dei POS dispone di questa tecnologia. Sono molti a pensare che adottare una tecnologia del genere per la propria impresa sia, oggi, ancora troppo oneroso.

Per questo motivo il Governo ha previsto una proposta di legge che prevede zero commissioni per le transazioni sotto i 25 euro. In ottica di digitalizzazione delle PMI l’incentivo proposto vuole spronare il settore terziario ad adottare il pagamento pos contactless. La strada da seguire è quindi quella di diminuire i costi dei servizi offerti, incentivando i commercianti ad adeguarsi alle nuove tecnologie.

Pagamento contactless e sicurezza

Per effettuare un pagamento contactless è sufficiente avvicinare la carta al terminal e la transazione è automaticamente eseguita. In molti casi non è nemmeno richiesto di digitare un pin. Il pagamento contactless è molto sicuro, nonostante molti siano ancora dubbiosi.

La sicurezza di questa modalità di pagamento è garantita anche da:

  1. la transazione è registrata solo una volta
  2. funziona solo se il POS è attivo e pronto a ricevere il pagamento
  3. per importi superiori a 25 euro è sempre richiesto un PIN di sicurezza
  4. le carte emesse da qualunque ente bancario o simile, tutela comunque il cliente.

Usare il pagamento contactless aumenta la fiducia nelle transazioni e riduce i tempi di operatività. Una tecnologia che presenta molteplici vantaggi per tutti, commercianti e clienti.

I dati parlano chiaro:

  • 35 milioni le carte contactless
  • 1 carta su 2 è contactless
  • Oltre un milione le transazioni effettuate nel 2018 con questo metodo di pagamento
  • Un servizio che registra il 150% di crescita di utilizzo

Usare un pagamento contactless migliora l’esperienza di acquisto, oltre a semplificarla e renderla molto più fluida e veloce rispetto ai vecchi sistemi di pagamento. Senza contare che oggi come oggi non necessario avere una carta o un bancomat per acquistare contactless. È sufficiente avere uno smartphone con tecnologia NFC e il cellulare si trasforma in carta/portafoglio.