Criptovalute crollo: cos’è successo e qual è la situazione

Nei mesi successivi al novembre del 2021 sui giornali era comune leggere: “criptovalute crollo del 70% del loro valore” , o titoloni simili. Infatti, dalla fine dell’anno scorso a oggi, le criptovalute hanno perso, complessivamente, oltre il 70% del loro valore e la stessa Bitcoin, criptovaluta originale di riferimento, è scesa sotto il 18.000 dollari USA. In molti si chiedono se questo non sia l’ennesimo crollo del mercato volatile delle criptovalute, oppure l’inizio della fine per la moneta digitale. Nonostante tutto, però, gli investitori vedono ancora un possibile futuro per la moneta digitale.

Criptovalute: un nuovo tipo di asset

Il Bitcoin è stato introdotto nel 2009 e ha rappresentato un innovativo asset. Nonostante un tiepido approccio iniziale, in poco tempo i Bitcoin sono arrivati a valere quasi 20.000 dollari alla fine del 2017. A dicembre 2017, i primi bitcoin futures su una borsa regolamentata sono stati quotati dal Chicago Board Options Exchange. Le opzioni su bitcoin sono seguite al Chicago Mercantile Exchange nel gennaio 2020. Nell’ottobre del 2020 è arrivato anche il primo bitcoin exchange-traded fund (ETF), facendo lievitare l’attenzione alle criptovalute.

All’inizio dell’era delle criptovalute, i Bitcoin erano piuttosto disconnessi dal circuito tradizionale dei mercati finanziari. Da quando, però, hanno iniziato a essere considerati come un altro semplice “asset”, hanno anche cominciato a risentire dei macrofattori che influenzano i mercati classici.

Criptovalute crollo, guerra in Ucraina, aumento dei prezzi del petrolio e aumento dei tassi d’interesse dello 0,75% a giugno 2022, sono tutti collegati tra loro. Tutti questi fattori hanno impattato violentemente sulle criptovalute, non solo sui Bitcoin.

Crollo criptovalute oggi: ecco la situazione

Oltre alla situazione generale mondiale, ci sono altri fattori che hanno decretato un drastico crollo delle criptovalute:

  1. Tra maggio e giugno del 2022 i valori delle stablecoin sono crollati;
  2. Binance (il principale exchange di criptovalute) ha sospeso i prelievi di Bitcoin a causa una “transazione bloccata”;
  3. la piattaforma di prestito Celsius Network ha bloccato prelievi e trasferimenti citando condizioni di mercato “estreme“.

Criptovalute crollo

Alla luce di tutto questo, gli utenti della piattaforma blockchian pubblica Solana ne hanno assunto il controllo temporaneo, per evitare che il proprietario dell’account mettesse in liquidazione le proprie posizioni e facesse scendere ulteriormente i prezzi. Solana è, infatti, la più grande piattaforma con circa 20 milioni di dollari USA. La situazione generale ha fatto diminuire notevolmente la fiducia degli investitori nel settore e nelle criptovalute.

Il Crypto Fear & Greed Index è quasi al minimo storico di 9/100, un dato che indica “paura estrema“. L’indice era a 75/100 quando Bitcoin ha raggiunto il suo massimo di novembre 2021.

Criptovalute crollo e prospettive per il futuro

Alla luce di questo drastico crollo, le prospettive future sono piuttosto nebbiose e molteplici. Il mondo della moneta digitale è estremo e volatile, soggetto anche a bruschi cambiamenti e influenzato da elementi insospettabili. Alcuni credono che sia il momento buono per “acquistare al ribasso”. Altri, invece, più pessimisti, pensano che ormai sia arrivata la fine delle criptovalute.

Alcuni bitcoiner più risoluti vedono questo periodo come un momento in cui la monta digitale inizierà un periodo di accumulo basato sulla storia passata. Sono in molti, comunque, a cercare segnali di riferimento più solidi e durevoli.

Molti altri sostengono che questa sia l’ennesima bolla di criptovalute. Una bolla che si inserisce in un tipico ciclo di mercato. Prevedono, quindi, un mercato che tenderà a rialzarsi e un settore che si riprenderà in modo soddisfacente per tutti.

Le bolle di mercato sono, da sempre, studiate con interesse dagli economisti. Studi e ricerche che hanno comunque messo in evidenza quanto gli asset colpiti da una bolla, non riescano mai a tornare ai massimi precedenti la bolla stessa. Lo stesso ex segretario al lavoro statunitense Robert Reich ha equiparato le criptovalute agli ormai (purtroppo) famosi schemi Ponzi. Non regolamentati seguono una strada che porta all’inevitabile crollo e alla fine definitiva.

Crollo delle criptovalute: conclusioni

Le criptovalute, oggi, devono anche affrontare altri problemi, legati all’energia, alla privacy e alla sicurezza (cyber security). Inoltre l’interesse della banca centrale per il mondo delle cripto, rischia di erodere ulteriormente l’interesse dei suoi principali investitori.

In conclusione criptovalute, crollo e investimenti sono elementi comuni della stessa storia, intrecciati tra loro come una trama per studiata a tavolino. Investire nelle criptovalute è sempre stato rischioso, ma oggi lo è ancora di più. È necessario, quindi, fare molta attenzione e non perdere mai di vista la situazione generale dei mercati, oltre che quella socio economica mondiale.

Obbligo pos: come funziona dal 30 giugno

Dal 30 giugno 2022 è scattato l’obbligo POS per negozianti e studi professionali. Gli esercenti sono tenuti ad accettare i pagamenti con bancomat e carte di credito. Non è più possibile rifiutare i pagamenti elettronici anche se le somme sono molto basse. Sono previste e pronte a scattare sanzioni amministrative a seguito di possibili segnalazioni da parte dei clienti.

Obbligo POS: i soggetti a cui sono applicate le nuove regole

Dal 30 giugno, negozianti e studi professionali devono essere muniti di POS e accettare sempre i pagamenti con bancomat (carta di credito o carta di debito), indipendentemente dall’importo. A imporre il nuovo obbligo POS è decreto legge 36/2022 (cosiddetto “decreto Pnrr 2”, articolo 18, commi 1, 2 e 3) che attua gli obiettivi fissati nel PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza).

L’obbligo doveva partire dal 1° gennaio del 2023, ma il decreto legge lo ha anticipato all’inizio della seconda metà del 2022. Sono quindi applicabili le sanzioni a tutti gli esercenti che rifiutano il pagamento con carta di credito e bancomat. L’obbligo POS deve essere rispettato da tutti coloro che vendono prodotti e/o prestazioni di servizio, anche professionali. È comunque possibile evitare di far pagare tramite POS, senza far scattare le eventuali sanzioni, quando i professionisti possano materialmente dimostrare “l’oggettiva impossibilità tecnica” relativa al suddetto pagamento.

Obbligo POS 2022: le conseguenza per chi non si adegua

I soggetti che dovessero negare la possibilità di pagare tramite POS (bancomat, carta di credito o debito) sono soggetti a sanzioni pecuniarie, un po’ come accade per le sanzioni scontrino elettronico. La sanzione amministrativa ammonta a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione stessa, per la quale è rifiutato il pagamento con carta.

Ad esempio, se il cliente deve pagare 100€ con il POS e l’esercente non ne fosse provvisto, la cifra che il negoziante deve pagare come sanzione ammonta a 34 euro. Il calcolo è dato dalla base di 30 euro previsti come sanzione pecuniaria , più il 4% di 100 euro, che corrisponde a 4 euro.

Obbligo pos

Obbligo pagamento POS: I casi di oggettiva impossibilità tecnica

Alla regola esiste un’eccezione, o meglio, è previsto una casistica particolare. Il decreto legge 179/2012 articolo 15, stabilisce che i negozianti possono non accettare il pagamento con POS solo nei casi di oggettiva impossibilità tecnica. Qualora si dovessero verificare tali circostanze, le sanzioni amministrative applicate, sono quelle previste dalla legge 689/81, con riferimento alle procedure e ai termini (a eccezione dell’articolo 16, che disciplina il pagamento in forma ridotta).

L’oblazione amministrativa, vale a dire l’alternativa alla contestazione della sanzione di effettuare il pagamento in forma ridotta, non è più valida. L’oblazione consente, infatti, al soggetto contravventore di pagare una somma pari a un terzo del massimo della sanzione. In alternativa, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento. Il pagamento è previsto entro 60 giorni dalla contestazione immediata, oppure se questa non dovesse sussistere, dalla notificazione degli estremi della contestazione.

I pagamenti con POS, essendo pagamenti elettronici, sono soggetti a eventuali errori e/o malfunzionamenti tecnici. Di conseguenza è possibile, per gli esercenti, evitare le sanzioni in caso di

  1. malfunzionamento del POS
  2. problemi a rilevare la carta
  3. problemi di connettività a internet che rendono impossibile la trasmissione del pagamento avvenuto
  4. guasti alla rete elettrica

Per evitare le sanzioni, però, è necessario che i negozianti comunichino i disservizi e siano in grado di dimostrarne l’effettività.

Obbligo POS professionisti

L’obbligo POS non vale solo per i commercianti, ma anche per tutti i professionisti che vendono beni e/o servizi. Come per gli esercenti, anche i professionisti potrebbero limitarsi ad accettare anche un unico circuito di pagamento e una sola tipologia di carta di debito e di credito, ma devono comunque accettare il pagamento elettronico.

Per andare incontro a tutti, il Governo ha comunque previsto anche un bonus POS che consiste in un aiuto per acquistare o noleggiare strumenti digitali dedicati alle transazioni B2C, legati a sistemi di pagamento elettronico. Nonostante il bonus, è importante sapere che, per accettare i pagamenti con POS e assolvere all’obbligo POS, basta installare un’app sul proprio smartphone.

Già in passato, i precedenti Governi (Conte e Monti) avevano provato a stabilire l’obbligo POS per i negozianti, ma senza successo. Il governo Conte II, con l’art. 23 del Decreto legge n.124, stabiliva dal 1° luglio 2020 una multa pecuniaria di 30 euro più il 4 % dell’importo rifiutato. Tuttavia, nel corso della conversione in Legge del DL n. 124/2019, l’art. 23 veniva abrogato. Il Governo Monti provò nel 2021 con il Decreto-legge 179/2012, articolo 15, comma 4, ma ugualmente senza risultati.

Lotteria degli scontrini: un venditore può rifiutare la partecipazione?

La lotteria degli scontrini è uno strumento con il quale Governo ed Agenzia delle Entrate vogliono combattere l’evasione fiscale. Insieme all’introduzione della fatturazione elettronica e ai corrispettivi telematici, la lotteria è stata creata appositamente affinché i negozianti emettano regolarmente scontrino fiscale. Nell’articolo: “Lotteria degli scontrini: che cos’è e come funziona” abbiamo visto cos’è nello specifico e quale meccanismo di funzionamento abbia. Volendolo riassumere in modo semplice e conciso, si può dire che la lotteria degli scontrini è una misura anti evasione, con il quale l’Esecutivo, spera di far rientrare, almeno in parte, il fenomeno dilagante dell’evasione fiscale. Qualunque soggetto maggiorenne e residente in Italia, che effettua acquisti di beni o servizi al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa, arte o professione, può partecipare alla lotteria degli scontrini. E come ogni lotteria che si rispetti, anche quella statale mette in palio diversi premi in denaro attribuibili tramite estrazione mensile e annuale.

Lotteria degli scontrini: come si partecipa

La partecipazione alla lotteria è facoltativa. Per farlo è necessario recuperare dal Portale Lotteria un apposito codice lotteria. Questo deve poi essere comunicato all’esercente presso il quale è effettuato l’acquisto del bene/servizio. Il rivenditore deve comunicare ad Agenzia delle entrate ogni codice ricevuto. AdE infine fornirà all’Agenzia dei Monopoli tutte le informazioni raccolte per procedere alle varie estrazioni.

Gli acquisti con i quali concorrere alle varie estrazioni devono essere superiori ad 1€. Il codice rilasciato dal Portale Lotteria è alfanumerico a barre ed è generato partendo dal proprio codice fiscale. Il Portale Lotteria è strutturato con un’area pubblica, cui possono accedere tutti gli utenti interessati, e un’area riservata il cui accesso è consentito, attraverso lo SPID Livello 2, la Carta d’Identità Elettronica (CIE) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).

Lotteria degli scontrini

Premi previsti per il 2021

I premi in palio nella lotteria degli scontrini sono diversi a seconda che il pagamento del bene/servizio, sia stato effettuato in contanti, piuttosto che con carta di credito.

I premi previsti per i pagamenti in contanti sono:

  • Estrazione annuale – 1.000.000 euro
  • Mensile – 30,000 euro (3 premi mensili)
  • Settimanale – 5000 euro (7 premi settimanali)

I premi previsti per i pagamenti con cashless sono:

  • Estrazione annuale – 5.000.000 euro
  • Mensile – 100,000 euro (10 premi mensili)
  • Settimanale – 25000 euro (15 premi settimanali)

Sono previsti premi anche per gli esercenti, ma solo per i pagamenti con carta. I premi prevedono:

  • Estrazione annuale – 1.000.000 euro
  • Mensile – 20,000 euro
  • Settimanale – 5000 euro (15 premi settimanali)

Lotteria degli scontrini: un esercente può rifiutarsi di partecipare?

Una domanda che in molti si pongono da quando è nata l’idea della lotteria degli scontrini, è quelle che prevede l’ipotesi nella quale un esercente si rifiuti di acquisire o trasmettere i codici lotteria e i dati della transazione.

Inizialmente il decreto legge che sanciva la lotteria, aveva previsto una serie di sanzioni amministrative, da 100 a 500€. I commercianti che avessero rifiutato di acquisire il codice fiscale del contribuente o non avessero trasmesso i dati della prestazione/cessione, avrebbero dovuto pagare una multa. Ma questo schema è stato definitivamente abbandonato, preferendo lo sviluppo di un processo che coinvolgesse direttamente i consumatori nella lotteria stessa.

In pratica adesso i venditori che si rifiutano di partecipare alla lotteria possono essere segnalati direttamente dai clienti. Le segnalazioni avvengono per via telematica alle autorità fiscali. Per segnalare un esercente che si rifiuti di partecipare alla lotteria è presente un’apposita sezione direttamente sul Portale Lotteria.

Questa strategia rischia di trasformarsi però in una vera e propria delazione fiscale, nella quale gli esercenti rischiano di essere segnalati come contribuenti fiscalmente a rischio. Questo perché le varie segnalazioni sono usate dal Fisco (Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza) per le analisi del rischio di evasione fiscale, così come disposto dal decreto legge n°201 del 2011. Questo significa che le varie segnalazioni dei contribuenti possono mettere in cattiva luce l’esercente che saranno esposti a maggiori controlli e vedranno abbassarsi il proprio rating fiscale.

Delazione fiscale e segnalazione esercenti

È chiaro quindi che un venditore “può” a tutti gli effetti rifiutare di partecipare alla lotteria degli scontrini, ma a proprio rischio e pericolo. Si tratta infatti di una situazione alquanto delicata. Basti pensare ad un esercente che non “possa” acquisire il codice fiscale e il codice lotteria di un contribuente, o che non possa trasmettere i dati ad AdE, a causa di un sovraffollamento nel negozio. In questo caso il malcapitato, potrebbe incappare in una segnalazione da parte di un contribuente a propria insaputa.

Non voler partecipare alla lotteria degli scontrini non costituisce di fatto una vera e propria “evasione” visto che l’emissione dello scontrino è stata comunque regolarmente effettuata e, di conseguenza, il suo importo concorre al calcolo del volumi d’affari e dei ricavi ai fini IVA e di altre imposte.

In pratica i contribuenti potrebbero trovarsi nelle mani uno strumento alquanto pericoloso e ritorsivo nei confronti dei commercianti. Alcuni potrebbero infatti arrivare a segnalare un commerciante al quale non sia stato addirittura richiesta nemmeno la partecipazione alla lotteria. Difatti ad oggi ai contribuenti non è chiesto alcuna altra precisazione in merito alle eventuali segnalazioni. Basta collegarsi al Portale Lotteria, nella sezione riservata, e procedere alla segnalazione.

Si spera quindi in nuovi e più dettagliati provvedimenti che possano evitare situazioni incresciose che mettono in cattiva luce i negozianti e che potrebbero portare a controlli a tappeto da parte del Fisco.

Pagamento in contanti: limiti e regole per il 2021

Per combattere l’evasione fiscale in Italia negli ultimi anni, sono state adottate diverse misure. Tra queste le più importanti sono sicuramente quelle legate all’adozione della fatturazione elettronica  e dei corrispettivi telematici. Va ricordato però che questi mezzi sono stati posti in essere per incentivare i pagamenti tracciati e disincentivare il pagamento in contanti. Questo rimane sempre possibile, ma sono stati fissati dei limiti e delle modalità precise, per arginare il fenomeno. Infatti anche per questo 2021 il limite previsto per i pagamenti in contanti è pari a 2000 €, anche se è già in corso l’approvazione per una maggiore restrizione per il 2022.

Il limite di pagamento in contanti è stato ritoccato dalla Legge di Bilancio 2020, che ha stabilito una soglia più bassa rispetto a quella precedente. La legge di bilancio ha infatti fissato il limite di soglia per i pagamenti in denaro e la tracciabilità delle spese detraibili IRPEF al 19%. Il limite fissato che varrà anche per tutto il 2021 è posto a 1999,99 euro. Precedentemente era pari a 2999,99 euro. Per il 2022 il governo ha previsto un’ulteriore stretta di vita, facendo scendere la soglia a 999,99 euro. Il limite vale per qualunque tipologia di pagamento, che si tratti di un prestito, un regalo, oppure una donazione (regola che vale anche tra parenti).

Pagamento in contanti: cosa stabilisce la legge di bilancio

In vigore dal primo luglio 2020 e valida per tutto il 2021, la Legge di Bilancio 2020, ha stabilito che è possibile eseguire pagamenti con carta moneta fino al massimo di 1999,99 euro. Allo scoccare dei 2000€ è richiesto obbligatoriamente il pagamento tramite l’utilizzo di strumenti tracciabili come il bonifico bancario, carta di credito, carte di debito, o assegni. Questo vale per i pagamenti tra persone e aziende, mentre non ha validità per quanto riguarda il prelievo o il versamento di somme di denaro sui propri conti correnti, in quanto considerati trasferimenti tra stesso soggetto.

Queste disposizioni porteranno a una non troppo lenta e progressiva diminuzione di circolazione di denaro contante. Alla regola sono comunque previste delle deroghe e delle esclusioni. È il caso, ad esempio, dei pagamenti di cittadini stranieri non residenti in Italia (altrimenti detti turisti) che effettuano pagamenti sul territorio nostrano. Loro infatti possono effettuare pagamenti in contanti oltre i 3000 € nei confronti di operatori di commercio al minuto, agenzie di viaggio e turismo.

Oneri detraibili IRPEF

Modificando le disposizioni previste per i pagamenti in contanti, sono cambiati anche gli oneri detraibili dall’IRPEF al 19%. Questi cambiamenti hanno interessato i pagamenti per spese:

  • mediche e mediche specialistiche
  • funebri
  • assicurazioni rischio morte
  • addetti all’assistenza personale nei casi di non autosufficienza
  • veterinarie
  • interessi passivi mutui prima casa
  • intermediazioni immobiliari per abitazione principale
  • frequenza scuole e università
  • erogazioni liberali
  • iscrizione ragazzi ad associazioni sportive, palestre, piscine, altre strutture e impianti sportivi
  • affitti studenti universitari
  • abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale

Pagamento in contanti

Quindi affinché queste spese possano essere detraibili al 19%  dell’IRPEF, devono essere sostenute usando delle modalità di pagamento tracciabile. Per quanto riguarda le spese mediche, i medicinali e le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o private accreditate al Servizio Sanitario Nazionale, potranno comunque ancora essere pagate in contanti.

Pagamento in contanti di stipendio

Dal primo luglio 2018 è vietato pagare uno stipendio in contanti. Il pagamento della retribuzione è possibile solo ed esclusivamente tramite bonifico bancario sull’IBAN del collaboratore/dipendente, oppure tramite pagamenti elettronici e assegni bancari/postali. Al momento rimangono ancora esclusi i rimborsi spese per le trasferte  e gli anticipi di spese per conto del datore o del committente.

I datori di lavoro o i committenti che non rispettassero l’obbligo di tracciabilità degli stipendi, sono soggetti a sanzioni amministrative pecuniarie che oscillano tra i 1000 e i 1500 euro.

Disincentivazione all’uso del contante

Per cercare di disincentivare la massimo l’uso del contante per pagamenti, il Governo ha ideato il famoso sistema chiamato cashback di Stato. Questo consiste in un rimborso in denaro a tutti coloro che effettuano abitualmente acquisti con metodi di pagamento tracciabili. Sono escluse le spese eseguite per attività d’impresa o esercizio di professione.

Cashback: cos’è e come funziona

Il cashback è una delle manovre che l’Esecutivo ha pensato di introdurre nel Bel Paese per disincentivare l’uso dei contanti. Con le manovre previste nel Piano Italia cashless, il Governo vuole incentivare l’uso dei pagamenti elettronici (con carte di credito) e dispositivi mobile e combattere l’evasione fiscale. Si tratta quindi di ulteriori provvedimenti adottati per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale assieme alla fatturazione elettronica e allo scontrino elettronico. Un’altra grande novità sulla quale gli italiani hanno iniziato a porsi qualche domanda, soprattutto in vista dell’8 dicembre, da quando, cioè prenderà il via il cashback di Natale.

Cashback: cos’è e cosa significa

Cashback significa letteralmente: “soldi indietro” (cash: soldi e back: indietro). In altre parole può essere considerato un sinonimo di rimborso. Il cashback non è un buono sconto, o un vero e proprio guadagno e non va confuso. I soldi sono infatti accreditati a posteriori, cioè dopo che la spesa è già stata fatta. Lo si potrebbe definire meglio come una sorta di “ricompensa”. Una ricompensa con la quale il cliente è premiato per aver fatto acquisti direttamente da un commerciante, piuttosto che da un altro. Parte dell’importo speso è immediatamente riaccreditato sul conto del cliente. La percentuale varia da commerciante a commerciante.

Alcuni rivenditori premiano inoltre i clienti con eventuali percentuali più alte, se promotori di attività extra, derivanti dalle azioni compiute dai propri invitati (i famosi referrals). Si tratta quindi di un ottimo incentivo a fare acquisti e un meccanismo di fidelizzazione molto potente.

Cashback VS evasione fiscale

Il Governo Conte ha pensato al meccanismo del cashback come manovra definitiva per contrastare la piaga dilagante dell’evasione fiscale in Italia. L’idea è quella di incentivare i pagamenti tramite carta di credito e bancomat e dispositivi mobile, abbandonando la strada dei contanti. In questo modo i pagamenti sono tracciati e il flusso di denaro è seguito più da vicino.

Cashback

L’argomento è stato introdotto dalla Legge Finanziaria per il 2020 e inserito nel decreto agosto. Il via ufficiale invece è previsto per il 12° gennaio 2021. La versione sperimentale del cashback di Natale è prevista per l’8 dicembre, dopo il provvedimento Mef.

Il cashback dello stato consisterà nel rimborso del 10% dell’importo speso su acquisti fatti con carta di credito o debito bancomat, bonifici bancari e piattaforme di pagamento installate su smartphone (es: Apple Pay, Google Pay, Satispay). I soldi verranno accreditati direttamente sul conto corrente dei contribuenti. Non varranno invece pagamenti ed acquisti online.

  1. Il meccanismo di funzionamento è così strutturato:
  2. il rimborso avverrà ogni 6 mesi
  3. l’importo massimo rimborsato sarà di 1500€ a semestre

Per accedere al rimborso sarà necessario aver effettuato almeno 50 pagamenti ognuno per un massimo di 150€ a semestre.

Super Cashback

Il super cashback, annunciato dal Governo, prevede un incentivo in più per i primi 100,000 utenti registrati. Questi utenti che riusciranno a superare le 50 operazioni di pagamento previste e raggiunto in 6 mesi il numero dei pagamenti cashless, otterranno 1500 euro aggiunti al cashback standard.

Il cashback è accessibile solo agli utenti maggiorenni, residenti in Italia e registrati all’app IO. Quest’app è una piattaforma messa a disposizione dalla Pubblica Amministrazione, alla quale si accede con il proprio SPID o con la carta d’identità elettronica. Una volta eseguito l’accesso è sufficiente indicare il proprio codice fiscale, uno o più sistemi di pagamento elettronico con il quale partecipare al programma e l’IBANdel conto corrente su cui ricevere l’accredito cashback.

Accedere al Cashback di stato senza SPID o registrazione app IO

Per chi volesse accedere al cashback, ma non ha ancora lo SPID, una propria identità digitale e non si è registrato quindi all’app IO, ci sono delle alternative. Quattro diverse app che consentono la partecipazione al programma, in modo semplice e diretto:

  1. Satispay
  2. Hype
  3. Nexi Pay
  4. Yap

Satispay è forse la più grande piattaforma attualmente conosciuta, per i pagamenti digitali. Dall’8 dicembre la funzione cashback sarà presente nei servizi dell’app.

Hype è la carta-conto di Banca Sella, che permetterà dall’8 dicembre 2020 di ottenere il cashback di Stato anche senza avere lo SPID. All’interno dell’app gli utenti troveranno una sezione dedicata all’iniziativa.

Tutte le carte Nexi e le app Nexi Pay e YAP del Gruppo, consentono di accedere facilmente all’iniziativa del cashback del Governo.

Lotteria degli scontrini: i premi in palio dal 2021

La lotteria degli scontrini partirà dal primo gennaio 2021. La sua entrata in vigore è stata posticipata ad anno nuovo a causa della pandemia da Covid-19. Si tratta di un’ingegnosa manovra messa a punto dall’Esecutivo e da Agenzia delle Entrate, per cercare di combattere la dilagante piaga dell’evasione fiscale.

Il funzionamento è molto semplice. I clienti che acquistano al dettaglio prodotti e articoli per importi superiori ad 1€, hanno la possibilità di partecipare alla Lotteria degli scontrini. Sono previste una serie di estrazioni, settimanali, mensili e una annuale, dove sono messi in palio diversi premi. Per partecipare alle estrazioni è obbligatorio fornire il codice lotteria (non più il codice fiscale come precedentemente era stato ipotizzato) e farsi rilasciare gli scontrini tutte le volte che viene eseguito un acquisto.

Il sistema è stato ideato per “costringere” i clienti a chiedere ogni volta l’emissione dello scontrino ai vari esercenti. Uno stratagemma ingegnoso volto a contrastare la pressante evasione fiscale che da decenni minaccia il tessuto fiscale ed economico del paese.

Lotteria degli scontrini

Lotteria degli scontrini e Decreto Rilancio

La lotteria degli scontrini serve quindi a incentivare la richiesta di emissione scontrino ogni qualvolta venga compiuta una transazione commerciale. La lotteria parte dal primo gennaio 2021,con circa un anno di ritardo rispetto alla normale tabella di marcia.

L’operazione rientra fra le tante novità fiscali previste dal Decreto Rilancio, come lo è ad esempio scontrino elettronico, in un più ampio contesto relativo alla dematerializzazione e digitalizzazione dei processi di gestione dei documenti fiscali e dei dati.

A ottobre di quest’anno sono state introdotte ulteriori novità. Il Garante per la Privacy ha stabilito che riceveranno dei premi a estrazione, non solo i consumatori maggiorenni, ma anche gli esercenti stessi.

Come funziona la Lotteria degli Scontrini

La partecipazione alla lotteria è facoltativa. Il concorso prevede due diverse tipologie di funzionamento a seconda che gli acquisti siano saldati in contanti, piuttosto che con carta. Per partecipare alle estrazioni è necessario richiedere il codice lotteria, direttamente sul sito di Agenzia delle Entrate (la richiesta può essere inoltrata sul sito www.lotteriadegliscontrini.gov.it). Il codice è alfanumerico e può essere richiesto da chiunque, anche dai soggetti che non posseggono le credenziali per l’accesso ai servizi online del Fisco.

Alla lotteria possono partecipare tutti i cittadini maggiorenni residenti in Italia, che acquistano beni o servizi, fuori dall’esercizio di attività di impresa, arte o professione. Per gli esercenti è vincolante essersi regolarizzati con le disposizioni in merito allo scontrino elettronico, che diventerà obbligatorio per tutti dal primo gennaio 2021.

Al momento del pagamento e al rilascio dello scontrino, il cliente deve segnalare al commerciante il proprio codice lotteria. L’esercente a sua volta deve trasmettere i dati ad Agenzia delle Entrate che inoltrerà a sua volta le informazioni necessarie per l’estrazione a sorte all’Agenzia dei Monopoli.

Le vincite possono essere controllate invece sul Portale Lotteria, accedendo con le credenziali SPID, Fisconline o CNS. I biglietti della lotteria degli scontrini non sono cartacei, ma virtuali e sono rilasciati nel computo dello scontrino di importo superiore ad 1€ fino a un massimo di 1000€.

Vecchie sanzioni e nuovi provvedimenti

Inizialmente erano state previste delle sanzioni dai 100 ai 500 euro per tutti quei commercianti che non avessero voluto trasmettere i dati dei clienti ad Agenzia delle Entrate. Adesso invece le sanzioni sono sostituite dalle segnalazioni. In altre parole i clienti avranno la possibilità di segnalare al Fisco gli esercenti che si rifiutano di indicare i dati per partecipare alla lotteria degli scontrini.

In questo modo i clienti diventano una sorta di “spia per il fisco”, che inserirà gli esercenti indicati in un’apposita lista di professionisti e imprese a rischio evasione. Nei confronti di quest’ultime si concentreranno i controlli da parte di Agenzia delle Entrate.

Lotteria degli scontrini: i premi

I premi delle estrazioni sono diverse a seconda che le transazioni vengano saldate in contati, piuttosto che con carta.

I premi previsti per i pagamenti in contanti sono:

  1. Estrazione annuale – 1.000.000 euro
  2. Mensile – 30,000 euro (3 premi mensili)
  3. Settimanale – 5000 euro (7 premi settimanali)

I premi previsti per i pagamenti con cashless sono:

  1. Estrazione annuale – 5.000.000 euro
  2. Mensile – 100,000 euro (10 premi mensili)
  3. Settimanale – 25000 euro (15 premi settimanali)

I premi per gli esercenti

Sono previsti premi anche per gli esercenti, ma solo per i pagamenti con carta. I premi prevedono:

  1. Estrazione annuale – 1.000.000 euro
  2. Mensile – 20,000 euro
  3. Settimanale – 5000 euro (15 premi settimanali)

Nel caso un consumatore vinca, anche al commerciante è assegnato un premio. Gli esercenti dovranno obbligatoriamente adeguarsi alle specifiche legate alla trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri, il così detto scontrino elettronico.

Cos’ è il reverse charge e come funziona

Cos’è il reverse charge ? Domanda che ancora oggi molti si trovano a porsi, non sapendo esattamente a cosa si faccia riferimento quando si usa questa terminologia. É presto detto, il reverse charge è un particolare meccanismo che comporta lo spostamento degli obblighi fiscali relativi all’IVA in capo al cessionario e non al cedente, come normalmente avviene. L’obiettivo della fatturazione reverse charge è quello di evitare frodi IVA. L’inganno è così strutturato: un ipotetico soggetto “A” emette fattura a “B”. Incassa l’IVA, ma non la riversa all’erario. B, ignaro di tutto (oppure no!) chiede il rimborso e l’ottiene.

Cos’è il reverse charge: la posizione dell’erario

Prendendo in considerazione l’esempio precedente, l’Erario non fidandosi del soggetto A, indica nel soggetto B il debitore dell’imposta dovuta. Questo viene fatto quando lo stato considera più affidabile il secondo soggetto rispetto al primo, di solito perché si tratta di una società che vive di vita propria ed ha un mercato reale. La legge quindi impone che, per determinate operazioni, debba essere applicato il meccanismo di Reverse Charge (art. 17 DPR 633/72) con il quale gli obblighi d’imposta vengono spostati in capo al soggetto B.

Quando è applicato il reverse charge

Il meccanismo del reverse charge è stato piano piano esteso a diverse operazioni che prima non lo prevedevano. La prima applicazione è quella relativa alle merci scambiate tra aziende di stati membri dell’Unione Europea, dal 1995. Successivamente hanno aggiunto:

  • cessioni di immobili del terziario
  • cessioni di telefoni cellulari e microprocessori tra operatori del settore all’interno del territorio nazionale
  • prestazioni di servizi generiche da parte di fornitori UE ad imprese italiane ed analogamente da parte di imprese italiane a clienti UE

La fatturazione elettronica e il Reverse Charge

Una fattura elettronica gestita con le regole del reverse charge deve essere registrata seguendo un preciso schema:

  • La fatturazione elettronica è integrata con l’esposizione dell’IVA
  • Il documenti fiscale è registrato nel registro acquisti
  • L’autofattura si registra ex art. 17 c. 6 DPR 633/72 nel registro vendite per rendere l’operazione neutra ai fini IVA (solo ai fini IVA e non ai fini del reddito). Ed è proprio con questa operazione che gli obblighi IVA sono stati invertiti e spostati in capo al secondo soggetto.

Nel gestionale, anche in quello di FatturaPRO.click, va creato un apposito codice IVA analogo a quello utilizzato per registrare gli acquisti intracomunitari e un conto transitorio dove far transitare le registrazioni.

Cos’ è il reverse charge

Settore immobiliare e reverse charge

Dal primo ottobre 2017 le cessioni di immobili per il settore terziario sono soggette al regime dei fatturazione Reverse Charge. In questa categoria rientrano quindi le seguenti operazioni:

  • vendite di immobili del terziario;
  • vendite per le quali il cedente ha espressamente indicato nell’atto di compravendita l’opzione per l’imposizione ai fini IVA.

Sono invece escluse operazioni quali:

  • vendite di immobili terziario nuove
  • quelle eseguite a persone fisiche;
  • vendite di immobili terziario a soggetti con detraibilità IVA inferiore al 25%
  • le vendite di aree edificabili e non edificabili
  • quelle relative ad immobili abitativi
  • gli apporti a fondi immobiliari di una pluralità di immobili prevalentemente locati.

Riepilogo e conclusioni

Abbiamo quindi visto nel dettaglio cos’è il reverse charge e come funziona. Un meccanismo nato con il preciso obiettivo di evitare frodi a scapito dell’Erario. Uno strumento che ha trovato sempre più ampia applicazione nel corso del tempo e che oggi è processato molto più semplicemente grazie all’ausilio di piattaforme per la fatturazione elettronica come FatturaPRO.click.

Le nuove modalità di funzionamento della lotteria degli scontrini elettronici

Il provvedimento 80217/RU del 5 marzo, dell’Agenzia delle Entrate e delle Dogane dei Monopoli, ha stabilito in via definitiva la regolamentazione della Lotteria degli scontrini elettronici. Tutte le regole e le modalità di funzionamento rese finalmente pubbliche, dopo la bozza di inizio anno 2020.

Lotteria degli scontrini

È stato predisposto un portale dedicato alla lotteria degli scontrini elettronici reso disponibile a partire dal 09 Marzo 2020.
Sul portale l’utente può:

  • Registrarsi coni propri dati, comunicando se vuole anche mail/pec e numero di cellulare per gli sms;
  • Richiedere il codice lotteria: si tratta di un codice alfanumerico, composto da otto caratteri (disponibile sotto forma di codice a barre). Il codice rappresenta a tutti gli effetti il consumatore stesso. Per partecipare alla lotteria, il consumatore deve comunicare o mostrare il codice a barre, al negoziante. Non occorrerà comunicare altri dati personali, nel pieno rispetto della privacy.
  • Consultare l’elenco dei propri scontrini e dei relativi biglietti virtuali ricevuti.

Inoltre si possono verificare le vincite e gestire il proprio account. É possibile infatti anche richiedere la cancellazione e la disattivazione dei codici.

In caso di smarrimento del codice lotteria

In questo caso il consumatore potrà andare a visualizzare il proprio codice direttamente nella sua area privata del portale. In alternativa potrà anche richiederne uno nuovo, accedendo alla sezione: “Partecipa Ora”. Attualmente non ancora disponibile, a breve prevederà una sezione nella quale poter inserire il proprio codice fiscale per ottenere il codice lotteria. Nel caso di ritrovamento del primo codice lotteria, l’utente potrà comunque utilizzarlo in alternativa a quello nuovo.

Esercenti e Lotteria degli scontrini elettronici

Dal canto loro tutti gli esercenti potranno, attraverso il portale delle fatture e corrispettivi, andare a visualizzare e controllare i dati dei propri clienti per la partecipazione all’estrazione. L’unico dato che non potrà mai essere visualizzato dagli esercenti, è proprio il codice lotteria. Il codice infatti è univocamente abbinato al codice fiscale dell’utente e serve a mantenerne l’anonimato. Questo impedisce, sia all’esercente, che ad altri soggetti, di risalire all’utente tramite profilazione o analisi delle abitudini di spesa.

I biglietti virtuali

La data inizio lotteria è fissata al primo luglio 2020. Ogni euro speso da inizio luglio in poi, verrà convertito in un biglietto virtuale. Sono previsti arrotondamenti all’unità di euro superiore se la cifra decimale è superiore a 49 centesimi. In sostanza, più alto sarà l’importo speso, maggiore sarà il numero di biglietti associati all’acquisto, fino a un massimo di 1.000 biglietti virtuali.

Nel 2020 sono previste estrazioni mensili e annuali. Dal 2021 anche estrazioni settimanali. Nel 2020 verranno effettuate solamente sei estrazioni mensili e una estrazione annuale. Per le 3 estrazioni mensili sono previsti 3 premi da 30mila euro ciascuno ogni mese. Per l’estrazione annuale il premio previsto è pari a 1 milione di euro. A partire dal 2021 verranno attivate anche estrazioni settimanali. In questo caso verranno estratti 7 premi del valore di 5mila euro ciascuno.

Estrazioni “zero contanti”

Si tratta di estrazioni aggiuntive, riservate a chi effettuerà acquisti pagando solamente con bancomat e carte di credito. Il provvedimento è ancora in fase di emanazione, ma confidiamo arrivi presto. I premi previsti per queste estrazioni, saranno ancora più alti, e quindi più allettanti. Sono previsti sia per gli esercenti, che per i consumatori finali.
Per l’estrazione annuale, infatti, il premio sarà di 5 milioni di euro per il cittadino e di 1 milione di euro per l’esercente; per quelle mensili ci saranno ogni mese 10 premi da 100mila euro per i cittadini e 10 premi da 20mila euro per gli esercenti; per le estrazioni settimanali (dal 2021) sono previsti, infine, 15 premi da 25mila euro per i cittadini e 15 premi da 5mila euro per gli esercenti.

scontrini elettronici

Verificare la vincita

I vincitori della lotteria degli scontrini elettronici saranno avvisati tramite raccomandata con ricevuta di ritorno oppure via PEC e SMS (se hanno comunicato tali dati nell’area riservata del portale lotteria). É possibile anche accedere con SPID, CNS o Fisconline. In questo caso il vincitore, riceverà immediatamente una notifica che segnala la vittoria, senza necessità di ricontrollare.

I limiti della lotteria

È previsto un numero massimo di scontrini virtuali con i quali poter partecipare. Il limite è 1000 euro e di conseguenza 1000 scontrini. Ogni singolo euro speso in più, sarà sprecato ai fini delle estrazioni. Altro limite ancora presente, ma che speriamo verrà rimosso quanto prima, è quello di non poter ancora partecipare alla lotteria con gli acquisti che permettano detrazioni fiscali. É questo il caso, ad esempio, degli scontrini elettronici emessi per spese mediche. Si tratta, in questo caso, di una questione di tutela della privacy. I dati del consumatore, infatti, ivi compreso il codice fiscale, su questi scontrini/fatture, sono infatti presenti e visibili a tutti. Stando così le cose, verrebbe infatti vanificato il ruolo del “codice lotteria”.

Pagamenti elettronici

Per quanto riguarda le estrazioni riservate alla modalità “zero contanti”, purtroppo Agenzia delle entrate, ha ignorato nel provvedimento moltissimi metodi di pagamento digitale innovati, oggi particolarmente diffusi. Gli unici metodi ai quali il provvedimento, nonché il comunicato stampa del 06 marzo, fanno riferimento, sono genericamente:“ pagamenti elettronici con bancomat e carte di credito”.
Da questa categoria, quindi vengono lasciati fuori una buona fetta di pagamenti elettronici innovativi, che molti già conoscono e utilizzano spesso e volentieri.

Estrazioni

Le estrazioni avverranno il secondo giovedì del mese. Nel sorteggio rientreranno tutti gli scontrini trasmessi e registrati dal sistema entro le 23:59 dell’ultimo giorno del mese precedente.
Nel caso in cui il secondo giovedì del mese dovesse coincidere con una Festività nazionale, l’estrazione sarà rinviata al primo giorno feriale successivo. La prima estrazione sarà effettuata venerdì 7 agosto.

Successive estrazioni:

  • Giovedì 10 settembre
  • Giovedì 8 ottobre
  • Giovedì 12 novembre
  • Giovedì 10 dicembre

Lotteria degli scontrini: che cos’è e come funziona

Il Decreto Fiscale collegato alla legge di Bilancio, ha introdotto una novità volta a contrastare l’evasione fiscale: la Lotteria degli scontrini. Oltre alla fatturazione elettronica, agli scontrini elettronici, adesso arriva anche la Lotteria degli scontrini.
L’inizio della Lotteria era stato inizialmente fissato per il primo gennaio 2020. Successivamente è stata spostata al primo luglio 2020. Mancano ancora molte specifiche per definire a tutto tondo il meccanismo di funzionamento della lotteria. Quello che ad oggi è dato sapere è che per parteciparvi bisognerà richiedere il codice lotteria. L’interesse da parte dei consumatori sta crescendo gradualmente, visto che la lotteria promette premi che vanno da 10.000 euro, fino addirittura ad 1 milione di euro.

La lotteria degli scontrini VS evasione fiscale

Ci troviamo a vivere anni particolarmente interessanti dal punto di vista fiscale. Negli ultimi tempi infatti abbiamo assistito a una progressiva digitalizzazione che ci ha portato, in ultima istanza, all’adozione della fatturazione elettronica. Non si tratta però dell’unica novità introdotta dal Governo. Infatti per contrastare l’evasione fiscale, lo Stato ha inventato la Lotteria degli scontrini. Potranno parteciparvi tutte le persone fisiche maggiorenni, residenti in Italia che effettuano acquisti di beni e servizi, fuori dall’esercizio di attività di impresa, arte o professione.
Secondo il Governo, la possibilità di partecipare a una Lotteria con in palio del denaro, fungerà da incentivo agli utenti per richiedere l’emissione dello scontrino fiscale.
Il gioco quindi sarà strettamente legato all’obbligo della memorizzazione e trasmissione dei corrispettivi telematici da parte di tutti gli esercenti, vale a dire il famoso “scontrino elettronico”.
Entrato già in vigore dal primo luglio 2019 per tutti i soggetti con volume di affari superiore a 400,000 euro, diventerà obbligatorio anche per tutti gli altri dal primo luglio 2020.

Come funziona la Lotteria degli scontrini

Si tratta quindi di una misura anti evasione. Il consumatore, al momento della richiesta di emissione dello scontrino, dovrà fornire al venditore, il codice lotteria. In questo modo potrà partecipare alle estrazioni mensili e annuali legate al gioco.
Il codice rilasciato finirà assieme a tutti gli altri codici che il negoziante dovrà trasmettere ad AdE (Agenzia delle Entrate). A sua volta, AdE fornirà all’Agenzia dei Monopoli, tutte le informazioni necessarie per le estrazioni.

fatturazione elettronica

 

007 del fisco: consumatori spie di AdE

Inizialmente il Decreto Fiscale 2020 aveva previsto l’applicazione di una sanzione per evitare il boicottaggio della lotteria. La sanzione andava dai 100 euro, fino ai 500 euro, per tutti quei commercianti che si fossero rifiutati di comunicare i dati del cliente all’Agenzia delle Entrate.
Successivamente, però, la Legge di Conversione, ha sostituito le sanzioni. Ha dato la possibilità al cliente di segnalare al Fisco l’esercente che si fosse rifiutato di emettere scontrino elettronico e di comunicare di conseguenza i dati necessari per partecipare alla lotteria degli scontrini.
A conti fatti il cliente diventa quindi una “spia del Fisco” che contribuisce alla predisposizione delle liste dei professionisti e delle imprese a rischio evasione. Di conseguenza i controlli da parte della Agenzia delle Entrate si concentreranno proprio sulle imprese presenti in queste liste.

Come ottenere il codice Lotteria

Abbiamo visto che per partecipare alla Lotteria degli scontrini, al momento dell’acquisto, il cliente dovrà comunicare il proprio codice lotteria. Come si ottiene questo codice?
Agenzia delle Entrate ha previsto di mettere online un portale dedicato alla Lotteria, dal quale sarà possibile ottenere il proprio codice.
Con il provvedimento del 31/10/2019, sono state rilasciate le prime indicazioni. Il portale ad oggi non è comunque ancora disponibile. Non sarà necessario fornire il proprio codice fiscale all’esercente, come inizialmente si supponeva, servirà invece il famoso codice lotteria, da recuperare sul portale di AdE. I dati raccolti dal commerciante, saranno poi trasmessi all’Agenzia delle Entrate.

Il Regolamento

In realtà un regolamento definitivo, ancora non esiste. Siamo ancora in attesa dei dettami da parte delle Dogane. Tuttavia sono stati diffusi, a grandi linee, i parametri di funzionamento e i premi in palio.
Le estrazioni saranno mensili e annuali. Per le estrazioni mensili, sono previsti premi per i primi tre estratti. Il primo riceverà un premio pari a 50,000 euro, il secondo 30,000 euro e il terzo 10,000 euro. Con l’estrazione annuale invece sarà possibile arrivare a vincere fino ad 1 milione di euro. Si avranno 90 giorni di tempo per richiedere il premio, e sarà predisposto un sito ad hoc da parte dell’Agenzia delle Entrate. Si potrà partecipare solo con lo scontrino elettronico, per spese pari almeno ad 1 euro. Per ogni euro speso si avrà diritto a 10 ticket. Le possibilità però aumentano, se si decide di pagare con carta o bancomat. In tal caso, l’importo speso sarà “virtualmente” maggiorato del 100% e, in sostanza, aumenterà il numero di biglietti rilasciati.
Questa specifica è stata introdotta dal Decreto Crescita, per spingere i contribuenti a pagare con mezzi di pagamento tracciabili.

Scontrino elettronico e trasmissione dei corrispettivi telematici

L’arrivo della Lotteria degli Scontrini è strettamente legata all’obbligo di emissione di scontrino elettronico e di trasmissione dei corrispettivi telematici. La novità dello scontrino elettronico ha affiancato dal primo luglio 2019 la fatturazione elettronica, che ha già coinvolto i titolari di partita IVA con volume d’affari superiore a 400.000 euro. La trasmissione dei corrispettivi telematici deve riportare non solo il dato cumulato dei corrispettivi giornalieri, ma una serie di elementi fondamentali:

  1. data;
  2. importo;
  3. modalità di pagamento;
  4. codice lotteria del cliente.

Solamente attraverso la comunicazione e la ricezione di questa serie di dati, l’agenzia delle Entrate potrà procedere all’estrazione a sorte della Lotteria.