Articoli

Coefficiente di redditività forfettario: determinazione, ambito di applicazione e obblighi di comunicazione

Il calcolo del coefficiente di redditività forfettario riveste un’importanza fondamentale per tutti i soggetti che applicano il regime forfettarioIl coefficiente di redditività forfettario consente infatti di determinare il reddito presunto cui applicare l’imposta sostitutiva e di calcolare i contributi previdenziali dovuti.

Sebbene il metodo di calcolo sia relativamente semplice, in quanto prevede l’applicazione del coefficiente ai ricavi o compensi conseguiti nel periodo d’imposta, è bene che tale operazione sia affidata a professionisti esperti, in grado di individuare correttamente il codice ATECO di appartenenza e il valore del coefficiente da utilizzare.

Un errore nell’attribuzione del codice o nell’applicazione del valore tabellare del coefficiente potrebbe infatti determinare una non corretta quantificazione del reddito imponibile e di conseguenza il pagamento di un’imposta sostitutiva e di contributi previdenziali non dovuti. Affidandosi a professionisti qualificati ci si assicura dunque il rispetto di tutti gli adempimenti connessi al regime forfettario e si evitano possibili sanzioni in caso di irregolarità. 

Coefficiente di redditività forfettario: cos’è e come si calcola

Il coefficiente di redditività forfettario è uno strumento utile e obbligatorio per molti commercianti al dettaglio e artigiani per la determinazione del reddito presunto. Il calcolo del coefficiente di redditività forfettario si basa su parametri oggettivi stabiliti per legge.

Il coefficiente di redditività forfettario è applicato a tutti quei titolari di attività commerciali al dettaglio e di imprese artigianali che non sono tenute alla contabilità formale e che optano per il regime di vantaggio o per il regime dei minimi. Questo calcolo consente di determinare in modo semplificato e forfettario il reddito presunto di tali attività, che è poi assoggettato a tassazione.

Per calcolarlo è necessario in primo luogo individuare il codice di attività dell’impresa secondo la classificazione ATECOFIN. In base a questo codice sono associati a ciascuna tipologia di attività uno o più coefficienti di redditività, stabiliti con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze sulla base dei dati desunti dalle dichiarazioni dei redditi delle imprese omogenee. Ad esempio, per il codice di attività di barbiere il coefficiente di redditività forfettario è pari al 78%.

Coefficiente di redditività forfettario

A questo punto, per ottenere il reddito presunto si applica semplicemente il coefficiente di redditività forfettario ai ricavi dell’esercizio desunti dalla fatturazione elettronica obbligatoria. Pertanto, nell’esempio precedente del barbiere, se i suoi ricavi ammontassero a 50.000 euro, il reddito presunto, risultante dall’applicazione del coefficiente del 78%, sarebbe pari a 39.000 euro (50.000 * 0,78).

Pertanto, il calcolo del coefficiente di redditività forfettario costituisce uno strumento semplice ma obbligatorio ai fini fiscali per la determinazione del reddito presunto di molte piccole imprese, basandosi su parametri oggettivi che tengono conto della specifica attività svolta e dei suoi ordinari livelli di redditività.

Coefficienti di redditività regime forfettario: periodo di applicazione e variazioni

I coefficienti di redditività previsti per il regime forfettario sono stabiliti annualmente con decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze e trovano applicazione a decorrere dal periodo d’imposta di riferimento. Negli anni si sono registrate variazioni sia dei valori dei coefficienti che del loro periodo di efficacia.

Per gli anni 2018 e 2019 è stato deliberato, ad esempio, l’utilizzo della medesima tabella, contenente valori stabiliti in riduzione rispetto al passato per tenere conto della crisi economica. In particolare, per l’anno 2018 si sono applicati coefficienti con valori compresi tra il 40% e l’81%, in base alla tipologia di attività esercitata. Per l’anno 2019 è rimasta valida la stessa tabella, in attesa di successivi aggiornamenti normativi.

Nel gennaio 2020 è stato poi pubblicato il decreto attuativo con i nuovi coefficienti di redditività per il regime forfettario efficaci per il periodo d’imposta 2020. La nuova tabella ha previsto un rialzo generale dei valori, con coefficienti compresi ora tra il 48% e l’98% a seconda del codice ATECO. Queste variazioni sono conseguenza della ripresa economica intrapresa.

È altresì da ricordare che con la legge di bilancio 2023 è stata stabilita una nuova soglia massima di fatturato pari a 85.000 euro annui per poter beneficiare del regime forfettario. Tale limitazione ha ampliato la platea dei contribuenti assoggettabili ai coefficienti di redditività.

Fatture Intra UE: rinvio al 2030, la situazione

La fatture intra UE, previste inizialmente per il 1° gennaio 2028, sono state rinviate al 1° luglio 2030. Questo cambiamento fa parte del pacchetto legislativo “VAT in the Digital Age” (VIDA), confermato durante l’Ecofin del 14 maggio 2024. Ecco cosa è successo e cosa significa per le imprese europee.

Cos’è il Pacchetto VIDA?

Il pacchetto VIDA è una serie di misure proposte dalla Commissione Europea l’8 dicembre 2022 per modernizzare e digitalizzare il sistema dell’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) in Europa. Queste misure includono:

  • Obbligo di fatturazione elettronica: le aziende dovranno emettere fatture elettroniche per tutte le transazioni intra-UE;
  • Rendicontazione digitale: i dati delle operazioni saranno inviati in tempo reale alle autorità fiscali;
  • Registrazione unica IVA (SVR): le aziende avranno una sola registrazione IVA valida in tutta l’UE.

Fatture intra UE: perché il rinvio?

L’implementazione di queste nuove regole richiede tempo e preparazione da parte degli Stati membri e delle imprese. Rinviare la scadenza al 1° luglio 2030 permette di armonizzare le normative nazionali agli standard europei e di garantire che tutte le parti coinvolte siano pronte. Inoltre, questo rinvio mira a:

  • Ridurre il VAT gap: utilizzando la digitalizzazione per combattere l’evasione fiscale;
  • Contrasto alle frodi: facilitare la raccolta e lo scambio di informazioni tra le autorità fiscali.

 

Fatture Intra EU rinvio al 2030, la situazione

Nuove scadenze e modifiche

  1. Fatturazione elettronica europea: l’obbligo di fatturazione elettronica per le operazioni intra-UE entrerà in vigore il 1° luglio 2030. Questo include l’obbligo di presentare report digitali in tempo reale;
  2. Registrazione unica IVA (SVR): l’introduzione della registrazione unica IVA è stata posticipata al 1° luglio 2027, rispetto alla data iniziale del 1° gennaio 2025;
  3. Norme per le piattaforme elettroniche: la disciplina sul fornitore presunto per i gestori di piattaforme elettroniche è stata differita al 1° gennaio 2026;
  4. Armonizzazione degli standard: le normative nazionali dovranno essere armonizzate agli standard europei UBL o CII entro il 1° gennaio 2035.

Cosa significa per le imprese?

Il rinvio offre alle imprese più tempo per adeguarsi alle nuove regole, permettendo una maggiore preparazione. Le aziende potranno aggiornare i propri sistemi di fatturazione e rendicontazione, migliorando la loro capacità di conformarsi alle nuove normative. Questo cambiamento faciliterà anche la riduzione delle frodi fiscali grazie alla digitalizzazione, che aumenterà la trasparenza e l’efficienza dei processi. Inoltre, l’armonizzazione normativa consentirà a tutti i Paesi membri di adottare standard uniformi, semplificando le operazioni commerciali intra-UE.

I suggerimenti d FatturaPRO.click

La nostra missione fin dall’inizio è stata non solo di cercare una soluzione per l’assolvimento dell’imminente obbligo, ma di creare uno strumento che potesse trasformarlo in un’opportunità, capire come avrebbe potuto essere utile, migliorando e alleggerendo la tua attività quotidiana.

FatturaPRO.click ha sviluppato un metodo che semplifica il processo di emissione del documento fiscale allo scopo di ottimizzare la gestione delle attività, introducendo strumenti davvero utili che automatizzano procedure, effettuano controlli, intercettano e limitano gli errori.

Se la tua attività prevede operazioni commerciali intra-UE, è cruciale essere pronti per la fatturazione elettronica europea, nonostante il rinvio dell’obbligo al 1° luglio 2030. Mentre oggi puoi cavartela con programmi base, quanti di questi sono realmente pronti per il futuro? FatturaPRO.click ti offre una soluzione già all’avanguardia, progettata per anticipare le esigenze future e rendere la tua gestione fiscale più efficiente e sicura già da oggi.

Immagina di poter automatizzare l’emissione delle fatture per tutte le operazioni intra-UE, di avere un controllo immediato e aggiornato sulle tue transazioni e di ridurre significativamente il rischio di errori e frodi. Grazie alla digitalizzazione, FatturaPRO.click ti permette di ottenere informazioni in tempo reale, tenendo sotto controllo ogni dettaglio delle tue operazioni commerciali.

È importante capire che la digitalizzazione non è solo un obbligo, ma un’opportunità per migliorare e innovare. Non ti serve un programma di contabilità complesso per ottenere questi risultati; ciò che serve è lo spirito giusto, un po’ di lungimiranza e uno strumento adeguato alle tue esigenze.

Pagare con QR code: creazione dei codici e contesti di utilizzo

Pagare con QR code è una modalità di pagamento contactless in forte crescita, grazie alla facilità di utilizzo assicurata dalle moderne tecnologie, ormai accessibili da qualsiasi dispositivo mobile. Bastano pochi e semplici passaggi per generare un codice bidimensionale e consentire rapidi pagamenti tramite smartphone, senza bisogno di avere sofisticate attrezzature.

Le applicazioni per generare codici QR e abilitare i pagamenti sono facili da scaricare e configurare anche per utenti poco avvezzi alla tecnologia. Una volta creato il profilo, basta inserire l’importo da ricevere per ottenere il codice da far inquadrare al cliente con la fotocamera del suo dispositivo. Da lì, il sistema lo reindirizza direttamente alla transazione, scegliendo il metodo di pagamento preferito in pochi click. Il commerciante non deve far altro che assicurarsi di avere a disposizione una connessione internet o dati mobili durante l’operazione. Questo significa che anche piccole attività ed esercizi sprovvisti di fatturazione elettronica possono agevolmente accettare pagamenti digitali.

La semplicità di utilizzo rende la modalità basata sui codici QR alla portata di chiunque, contribuendo alla sua crescente diffusione in svariati settori. Dagli esercizi commerciali ai professionisti, sono molti a sfruttare le potenzialità di questa tecnologia in continua evoluzione. L’uso del QR code per i pagamenti è destinato ad ampliarsi ulteriormente con la progressiva digitalizzazione dell’economia.

Pagare con QR code: cos’è e come si genera un QR code per i pagamenti

Pagare con QR code è una modalità di pagamento contactless che sfrutta la tecnologia dei codici QR, una tecnica digitale ormai ampiamente diffusa. Il codice QR (Quick Response code), noto anche come codice a barre bidimensionale, è generato attraverso apposite applicazioni e consente lo scambio di informazioni tra un dispositivo che lo legge e l’applicazione dall’altra parte. Nel caso specifico dei pagamenti, il commerciante genera un codice QR relativo all’importo da pagare e il cliente, inquadrandolo con la fotocamera del proprio smartphone, è reindirizzato direttamente alla pagina per effettuare il pagamento mediante i sistemi abilitati come carte di credito, carte prepagate o conti online.

Per creare un codice QR da utilizzare per i pagamenti è necessario scaricare un’apposita applicazione gratuita, disponibile sia per sistemi Android che iOS. Tali applicazioni consentono di generare in pochi click un codice QR personalizzato inserendo i propri dati come nome attività, Partita IVA e importo da ricevere. Le informazioni inserite vanno poi a comporre il codice bidimensionale che va mostrato al cliente. A quel punto basta inquadrarlo con lo smartphone per essere reindirizzati alla pagina del sistema di pagamento abilitato, per completare il versamento con un semplice tap.

Pagare con QR code

Questa tecnologia basata sui codici QR e sull’economia digitale sta riscuotendo notevole successo soprattutto tra le piccole attività commerciali, in quanto consente di accettare pagamenti contactless anche senza l’utilizzo di pos fisici, con costi di gestione molto contenuti. I vantaggi principali della modalità di pagamento con QR code riguardano la semplicità di utilizzo sia per il venditore che per l’acquirente, l’abbattimento dei costi legati ai dispositivi tradizionali e la possibilità di accedere a un sistema di pagamento digitale anche con investimenti molto ridotti, soprattutto per le realtà di piccole dimensioni. Questa tecnologia basata su codici QR e sull’economia digitale è destinata quindi a diffondersi sempre più.

Come pagare con QR code: le applicazioni dei pagamenti con QR code

Esistono diverse applicazioni che consentono di accettare pagamenti mediante codici QR, ciascuna con le proprie caratteristiche e metodi di adesione. La più diffusa in Italia è Bancomat Pay. Questa applicazione permette sia ai privati che ai professionisti di generare un codice QR personalizzato relativo all’importo da ricevere e quindi effettuare e ricevere pagamenti tramite il telefono cellulare in modo semplice e immediato.

Sapere come pagare con il telefono significa anche conoscere le app da avere sul cellulare per sfruttare questa opzione. Bancomat Pay è una tra le più recenti applicazioni del circuito PagoBancomat, che consente di incassare pagamenti attraverso il codice QR generato dall’app e di pagare digitalmente anche offline. Un’applicazione in grado di supportare anche i pagamenti da conto corrente.

In generale, le applicazioni come PagoBancomat permettono di accettare pagamenti mediante il codice QR in modo veloce, sicuro e a costi contenuti, senza dover utilizzare dispositivi POS fisici. Il cliente, inquadrando il codice con il proprio telefono cellulare, è reindirizzato alla schermata per finalizzare il pagamento in maniera semplice e rapida, direttamente dal telefono, scegliendo il metodo di pagamento preferito. Questa modalità di pagamento si diffonde sempre di più grazie alla sua estrema praticità sia per gli esercenti che per i clienti.

Storno pagamento: casi ammessi e corretta gestione contabile 

Per poter effettuare correttamente uno storno pagamento è necessario seguire una precisa procedura amministrativa. In primo luogo, lo storno può essere accettato soltanto in presenza di casi ben specifici, quali errori formali nella registrazione del pagamento, come un importo non corretto o un conto sbagliato.

Un caso di particolare rilievo è quando il pagamento originario è connesso all’emissione di uno scontrino elettronico senza registratore di cassa. In queste ipotesi, l’Agenzia delle Entrate ammette espressamente la possibilità di procedere con lo storno pagamento, a condizione che sia comprovato l’errore nell’emissione del documento fiscale.

Una volta individuata la legittima causale, è necessario predisporre formale richiesta di storno alla banca, indicando i dettagli della transazione da rettificare. Ricevuta conferma, vanno registrate scritture contabili simmetriche a quelle originarie, ma con segno contrario, al fine di non alterare i saldi.

Infine, una corretta gestione amministrativa dello storno richiede che sui documenti siano riportati in modo chiaro tutti i dati utili a tracciarne l’operazione. Ciò permette di certificarne l’avvenuta esecuzione nel rispetto delle procedure contabili. Il rispetto di tali step procedurali è presupposto indispensabile perché lo storno pagamento produca i suoi effetti in modo legittimo.

Storno pagamento: quando si può effettuare

Lo storno di un pagamento può verificarsi in situazioni ben specifiche e, affinché sia correttamente gestito a livello contabile, è necessario rispettare alcuni criteri. Lo storno pagamento è ammesso principalmente in presenza di errori materiali commessi nella registrazione della operazione di pagamento, come ad esempio un importo errato, un conto corrente sbagliato o una causale non corretta. Questi errori devono essere documentati in modo formale, ad esempio tramite mail del soggetto che ha commesso l’errore, in modo da certificare l’avvenuto pagamento per sbaglio di un importo non dovuto.

Uno dei casi più frequenti in cui può rendersi necessario lo storno pagamento riguarda la fatturazione elettronicaNel caso in cui una fattura elettronica sia emessa con dati errati e debba essere modificata, la procedura corretta prevede che sia emessa una “nota di credito” che annulli il pagamento originario per permettere la contabilizzazione del nuovo.

Affinché l’operazione di storno contabile sia correttamente registrata, è necessario effettuare le scritture contabili in modo simmetrico a quelle originarie del pagamento, utilizzando le medesime voci contabili ma con segno contrario. Eventuali discrepanze potrebbero infatti causare anomalie nei saldi di verifica.

Per consentire un’agevole tracciabilità della transazione, i documenti giustificativi dello storno devono fare esplicito riferimento alla causale del pagamento originario oggetto di rettifica. Ciò permette di risalire alla movimentazione cui si riferisce lo storno e di appurare la correttezza formale e sostanziale dell’operazione. 

Stornare pagamento: procedure e adempimenti per lo storno di un pagamento

Il corretto svolgimento delle procedure previste per lo storno di un pagamento riveste grande importanza ai fini della tracciabilità contabile. Qualora si renda necessario procedere con lo storno pagamento, è indispensabile identificare subito e con precisione la causale d’errore che ha determinato la necessità della rettifica. Tale motivazione deve essere esplicitata in tutta la documentazione prodotta.

Una volta accertata la legittimità dello storno, è opportuno predisporre formale richiesta all’istituto bancario, specificando gli estremi identificativi del pagamento originario da annullare (data, importo, causale ecc.). La banca provvede così all’emissione di una distinta contabile di storno.

A livello contabile, lo storno è registrato mediante scritture simmetriche a quelle del pagamento iniziale, utilizzando le medesime voci ma con segno contrario. Tale operazione di registrazione simmetrica è fondamentale per non inficiare i saldi di verifica.

Laddove l’operazione di pagamento originaria sia avvenuta nell’ambito dell’economia digitale, ad esempio tramite fatturazione elettronica, è inoltre necessario emettere il documento correttivo previsto (nota di credito) per disporre l’annullamento del precedente pagamento in modo formale e tracciabile. Il rispetto di tali procedure è essenziale per tracciare in modo inequivocabile l’operazione di storno e dimostrarne la correttezza contabile e formale.

Registrazione fatture extra UE: normativa e adempimenti per le operazioni commerciali con l’estero   

La corretta gestione delle fatture extra UE richiede un rigoroso rispetto della normativa di riferimento in quanto eventuali inadempienze potrebbero comportare rilevanti sanzioni. A tal proposito, assume fondamentale importanza l’analisi della disciplina stabilita dal nostro ordinamento in merito alla registrazione delle fatture internazionali. Al riguardo, la norma primaria è rappresentata dal DPR 633/1972 che, all’art.21, prevede distinti obblighi di fatturazione a seconda della natura dell’operazione.

Ulteriori previsioni, come evidenziato, sono contenute nel Decreto Legislativo 146/2021 che ha introdotto per le cessioni e gli acquisti extra-UE l’obbligo di fatturazione elettronica attraverso la trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate mediante i documenti TD17, TD18, TD19.

Assolvere puntualmente a tali incombenze di lex specialis risulta quindi essenziale ai fini contabili e fiscali. Il mancato rispetto della tempistica prevista per gli adempimenti con l’estero, ad esempio, espone a una specifica sanzione. Pertanto, allo scopo di operare correttamente e scongiurare il rischio di sanzioni, risulta indispensabile applicare in modo rigoroso la normativa con riferimento alla fattura elettronica forfettari e non solo.

Registrazione fatture extra UE: Normativa sulla registrazione delle fatture tra un’azienda italiana e clienti/fornitori extra UE

La fatturazione elettronica nelle operazioni passive con l’estero richiede l’utilizzo di specifici documenti come il TD17, il TD18 e il TD19 al fine di assolvere l’obbligo di invio dei dati relativi alle cessioni/acquisti intracomunitari all’Agenzia delle Entrate tramite il cosiddetto “nuovo esterometro” (abbiamo creato anche un articolo su tutto le novità dell’AdE su questa tematica “Novità AdE: fattura estero, versione 1.9“).

La normativa di riferimento per la registrazione delle fatture tra un’azienda italiana e soggetti extra UE è contenuta nel Decreto Legislativo n. 146/2021, che ha introdotto il nuovo obbligo di fatturazione elettronica per la comunicazione dei dati all’Agenzia delle Entrate tramite l’esterometro. Nello specifico, ai sensi dell’articolo 1, commi 2 e 3 del decreto citato, tutti gli acquisti di beni e servizi da soggetti non residenti UE e extra-UE devono essere comunicati tramite i documenti TD17, TD18 o TD19.

Nel dettaglio, il TD17 deve essere utilizzato per l’acquisto di servizi da fornitore UE ed extra-UE, mentre il TD18 riguarda l’acquisto di beni da fornitore UE (o extra-UE identificato in altro paese UE). Infine, il TD19 si applica per l’acquisto di beni già presenti nel territorio nazionale da fornitore Ue e/o extra-UE.

Registrazione fatture extra UE

Per quanto concerne la registrazione delle fatture extra UE, assume rilevanza la modalità con cui il cliente/fornitore estero opera in Italia. Nel caso di stabile organizzazione, l’operazione è assimilabile a un acquisto/vendita interno. Qualora invece il soggetto extra UE agisca tramite identificazione diretta o rappresentante fiscale, il soggetto passivo italiano deve trasmettere il TD17, TD18 o TD19 con valore di autofattura o integrazione della fattura, indicando l’identificativo estero del cliente/fornitore. A tal fine, la fattura ricevuta va registrata in capo al soggetto extra UE, senza menzione del rappresentante fiscale. Pertanto, la registrazione delle fatture extra UE in capo al soggetto italiano avviene attraverso la fatturazione elettronica tramite i documenti TD17, TD18 e TD19, a seconda della casistica.

Registrazione fattura extra UE: Obblighi ed adempimenti per la gestione delle fatture internazionali

La normativa in merito alla registrazione delle fatture extra UE prevede specifici obblighi e adempimenti al fine di garantire una corretta gestione della documentazione fiscale internazionale. In particolare, il soggetto passivo italiano che intrattiene rapporti commerciali con operatori extra-UE ha l’obbligo di assolvere agli adempimenti introdotti dal D.L. 146/2021 in tema di “fatturazione elettronica“. Come già evidenziato, è infatti necessario utilizzare i documenti TD17, TD18 o TD19 per la comunicazione dei dati relativi alle cessioni/acquisti all’Agenzia delle Entrate mediante l’esterometro.

Oltre a ciò, sussiste l’obbligo di registrazione delle fatture ricevute come previsto dall’art.25 del DPR 633/72, che stabilisce le relative modalità contabili. A tal fine, assume rilevanza identificare correttamente la natura dell’operazione, verificando se il fornitore extra UE agisca con stabile organizzazione ovvero tramite identificazione diretta/rappresentante fiscale.

Nel secondo caso, il soggetto passivo italiano è tenuto a emettere autofattura o fattura d’integrazione entro i termini di liquidazione dell’IVAassolvendo agli obblighi di fatturazione e registrazione di cui agli articoli 21 e 22 del DPR 633/72. Gli obblighi principali riguardano la fatturazione elettronica e la tempestiva registrazione delle fatture extra UE, identificando correttamente la natura dell’operazione al fine di assolvere agli adempimenti IVA e contabili previsti.

Fattura di un professionista: maestria e valore di un lavoro fatto con passione e competenza

La fattura emessa dai professionisti ricopre un ruolo di primaria importanza nel dimostrare la qualità del lavoro svolto, assumendo una valenza che va ben oltre il mero adempimento di natura fiscale. La fattura di un professionista non è semplice documento contabile, ma costituisce una vera e propria certificazione della professionalità, attraverso la quale è possibile ricostruire in maniera trasparente ed esaustiva l’attività svolta.

Ogni elemento in essa riportato, dalla dettagliata descrizione delle prestazioni rese ai relativi allegati probatori, attesta lo spessore tecnico e l’impegno profuso. Solo una fatturazione particolarmente accurata nei dettagli consente, infatti, di comprendere appieno la complessità del lavoro, le metodologie applicate e i traguardi raggiunti. Ciò valorizza le indubbie competenze maturate dal professionista nello svolgimento del mandato.

La fatturazione elettronica 2024 è ormai valida per tutti i soggetti in regime di vantaggio e forfettario, e ha esteso un sistema oramai collaudato che ha portato significativi benefici in termini di semplificazione e tracciabilità. Questo consente di garantire ancor più trasparenza sulla qualità dei servizi offerti. La fattura emessa dai professionisti costituisce quindi un vero e proprio attestato di professionalità, oltre che un utile strumento a tutela del committente.

Fattura di un professionista: aspetti tecnici le competenze richieste per un lavoro di qualità

La fattura di un professionista rappresenta il documento chiave attraverso il quale si attesta la complessità e la qualità del lavoro svolto. Questa infatti richiede maestria e competenze trasversali per fornire una testimonianza concreta del valore aggiunto generato dal servizio offerto al cliente.

Quando un professionista emette una fattura, non si limita a mera contabilità ma valorizza l’impegno, la dedizione e le abilità messe in campo per portare a termine l’incarico. Ogni voce indicata e ogni dettaglio riportato testimoniano la passione e la professionalità con cui l’attività è stata svolta. La fattura di un professionista, oltre agli aspetti fiscali, assume un significato più ampio divenendo biglietto da visita del lavoro svolto e specchio delle competenze maturate. Per questo richiede una formattazione precisa e curata nei minimi dettagli, in grado di ricostruire in maniera chiara e trasparente le fasi del processo.

Fattura di un professionista

Una corretta fatturazione, infatti, presuppone la puntuale indicazione delle prestazioni rese e relativa articolazione temporale delle attività. Solo attraverso una rendicontazione analitica è possibile ricostruire e far comprendere al cliente l’iter lavorativo seguito e i risultati ottenuti rispetto agli obiettivi prefissati. Assumono particolare importanza gli allegati contenenti la documentazione a supporto delle voci contabilizzate, atta a dimostrare la bontà del lavoro svolto. Tutti questi elementi confluiscono nella fattura formando un quadro esaustivo del servizio fornito, a beneficio della trasparenza nei confronti del committente.

L’introduzione della fatturazione elettronica ha previsto l’obbligo di emettere e ricevere fatture in formato XML. Questo ha comportato la necessità per i professionisti di apprendere e padroneggiare nuove conoscenze informatiche, al fine di emettere documenti digitali conformi alle specifiche tecniche dell’Agenzia delle Entrate. 

Fattura di un libero professionista: Come riconoscere il valore aggiunto di una fattura professionale

La fattura emessa da un libero professionista costituisce quindi un importante biglietto da visita attraverso il quale è possibile riconoscere il valore aggiunto derivante dalla sua opera. Una fattura, infatti, fornisce una rendicontazione dettagliata delle prestazioni rese che va ben oltre il mero adempimento fiscale.

Le fatture opportunamente predisposte mettono in risalto la padronanza delle competenze tecniche maturate dal professionista nonché la cura applicata nello svolgimento del mandato. Ogni voce indicata e documento allegato attestano la passione con cui l’incarico è stato portato a termine, a beneficio del cliente.

Attraverso le Fatture messe a disposizione del committente, quest’ultimo ha la possibilità di verificare in modo trasparente come sono state impiegate le proprie risorse economiche e come queste abbiano contribuito al raggiungimento dei risultati prefissati. La completezza dell’informativa fornita è essenziale affinché il cliente possa apprezzare appieno la professionalità e l’impegno profusi, riconoscendo al libero professionista un valore aggiunto che va al di là della mera prestazione economica. Solo una rendicontazione particolarmente dettagliata ed esaustiva consente, infatti, di ricostruire il percorso lavorativo seguito e i benefici conseguiti.

La fattura di un professionista, nel rispetto degli standard contabili, svolge anche una funzione divulgativa a tutela della trasparenza e della qualità del servizio prestato.

No profit e obbligo di fatturazione dal 1° gennaio 2024

Con il nuovo anno sono state introdotte alcune novità normative che interessano gli enti no profit in relazione alla fatturazione elettronica.

Le associazioni senza scopo di lucro che hanno esercitato l’opzione per il regime agevolato di cui alla legge n.398 del 1991, comunemente indicato come regime “No profit”, dal 1° gennaio 2024 saranno soggette a discipline differenti rispetto al recente passato per quel che riguarda l’emissione e la conservazione delle fatture elettroniche.

Gli enti del terzo settore che svolgono attività commerciali connesse agli scopi istituzionali dovranno adeguare i propri sistemi contabili per far fronte alle novità normative in tema di fatturazione elettronica introdotte a partire dal nuovo anno. Tra le questioni oggetto di modifica rientrano gli obblighi di fatturazione elettronica in capo ai soggetti No profit e gli adempimenti connessi alla conservazione digitale dei documenti fiscali.

Pertanto, le associazioni interessate dovranno ricevere adeguate informazioni in merito alle nuove disposizioni entrate in vigore il 1° gennaio 2024 per garantire la corretta applicazione delle norme in tema di fatturazione elettronica.

No profit: chi sono i soggetti aderenti al regime 398/91

I soggetti aderenti al regime No profit di cui alla legge 398/91 sono le associazioni non commerciali e gli enti non commerciali che hanno optato per il regime agevolato che prevede un’imposizione forfettaria dei redditi prodotti dalle attività commerciali connesse alla principale attività mutualistica o sociale.

In particolare, aderiscono al regime No profit le associazioni di promozione sociale, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sportiva dilettantistica (ASD) e le società sportive dilettantistiche (SSD). Queste categorie di soggetti, pur svolgendo attività commerciali accessorie agli scopi istituzionali, possono godere di un trattamento fiscale agevolato purché provino, tramite il bilancio, che si tratta di attività connesse e secondarie rispetto alle finalità istituzionali.

Dal 1° gennaio 2024 tutti gli enti No profit dotati di partita IVA sono obbligati all’emissione e trasmissione della fattura elettronica, che già dal 1° luglio 2022 era prevista per i soggetti con volume di ricavi superiori a 25.000 euro annui. Restano esclusi gli enti non commerciali sprovvisti di partita IVA.

Pertanto, le associazioni di promozione sociale, le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sportiva dilettantistica (ASD) e le società sportive dilettantistiche (SSD) con partita IVA e attività commerciale accessoria, a prescindere dal volume di ricavi, dal 1° gennaio 2024 dovranno emettere fattura elettronica per le operazioni imponibili effettuate nell’esercizio dell’attività commerciale.

No profit e obbligo di fatturazione 

Associazione no profit: cosa cambia dal 1° gennaio 2024

A partire dal 1° gennaio 2024 cambiano alcuni importanti adempimenti fiscali per le associazioni senza scopo di lucro che hanno optato per il regime No profit di cui alla legge 398/91.

Innanzitutto, viene abrogata la soglia dei 25.000 euro di ricavi annuali che fino al 31 dicembre 2023 consentiva ai soggetti al di sotto di tale limite di continuare a emettere fattura cartacea. Dal nuovo anno, tutti gli enti No profit, a prescindere dal volume di ricavi conseguito, sono tenuti all’obbligo di fatturazione elettronica per le operazioni imponibili poste in essere nell’esercizio dell’eventuale attività commerciale. Pertanto, ad esempio, è una ONLUS dovrà emettere fattura elettronica nei confronti dei propri clienti e fornitori con i quali intrattiene rapporti di natura commerciale.

Oltre all’emissione del documento in formato digitale, le associazioni No profit devono attrezzarsi per garantire anche la conservazione delle fatture elettroniche, possibile gratuitamente mediante l’utilizzo del portale messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate o ricorrendo a servizi di conservazione offerti da soggetti terzi. Non è invece previsto un obbligo di conservazione per le fatture passive ricevute.

L’adozione della fatturazione elettronica è finalizzata ad assicurare la tracciabilità delle operazioni economiche poste in essere dalle associazioni No profit, semplificando al contempo gli adempimenti contabili a carico di queste importanti realtà del terzo settore.

Programmi firma digitale: tutte le caratteristiche e l’utilizzo nei rapporti commerciali dematerializzati

I programmi di firma digitale rivestono oggi un ruolo di assoluta rilevanza nella gestione di tutti gli scambi commerciali che avvengono per via telematica. Il loro impiego risulta essenziale soprattutto nei rapporti contrattuali che richiedono l’emissione e la ricezione di fatture elettroniche, la cui circolazione in formato digitale è obbligatoria per la generalità di cedenti e committenti dal 1°gennaio 2019.

Grazie alla tecnologia della firma elettronica avanzata generata dai programmi di firma digitale, è possibile per chi emette fatture apporre una sottoscrizione dotata di piena validità legale sui file in formato XML contenenti i dati fiscali delle operazioni.

Il sistema delle chiavi crittografiche asimmetriche gestite dal software assicura l’apposizione di una firma idonea a rendere la fattura elettronica un documento immodificabile, le cui credenziali di autenticità e integrità possono essere verificate dagli utilizzatori.

Senza il ricorso a queste specifiche soluzioni, non sarebbe contemplata l’emissione legittima delle fatture digitali, con evidenti ricadute sull’operatività non solo dei rapporti commerciali B2B e B2G, ma dell’intero sistema economico-produttivo basato sugli scambi telematici di documenti contabili.

I programmi di firma digitale costituiscono pertanto elemento abilitante di fondamentale valore per il corretto svolgimento degli adempimenti connessi alla fatturazione elettronica.

Programmi firma digitale: a cosa servono e perché sono così importanti oggi  

I programmi di firma digitale ricoprono un ruolo determinante nella quotidianità delle transazioni digitali. Grazie alla tecnologia della firma elettronica qualificata, consentono infatti di apporre una firma con validità legale su qualsiasi documento in formato elettronico, garantendone l’autenticità e l’integrità del contenuto.

Nello specifico, questo particolare tipo di software genera una chiave privata e una chiave pubblica associate all’identità digitale del firmatario. La chiave privata viene utilizzata per apporre la firma sul documento, criptandone il contenuto, mentre la chiave pubblica, una volta resa disponibile tramite un certificato qualificato rilasciato da un prestatore di servizi fiduciari qualificati, permette di verificare l’effettiva corrispondenza tra la firma apposta e l’identità del soggetto che ha sottoscritto il documento in questione.

Grazie a questo sistema asimmetrico a chiavi, i programmi di firma digitale consentono di garantire efficacemente autenticità e integrità alle transazioni online, contribuendo in maniera determinante alla loro validità legale equiparata a quella di una sottoscrizione tradizionale su supporto cartaceo. Questa tipologia di soluzioni risulta oggi ancora più importante, dato il massiccio ricorso alla comunicazione e all’erogazione di servizi tramite strumenti digitali che ha caratterizzato l’era pandemica appena trascorsa. Il ricorso alla firma elettronica qualificata resa possibile dai programmi di firma digitale si conferma pertanto come elemento imprescindibile per assicurare il regolare svolgimento di moltissime attività lavorative e personali in modalità da remoto.

Programmi firma digitale

Programma firma digitale: come utilizzarlo in funzione delle fatture elettroniche

L’utilizzo del programma di firma digitale risulta indispensabile per la corretta gestione del processo di fatturazione elettronica.

Grazie alla firma elettronica avanzata generata dal software, il sistema permette infatti di apporre in modo sicuro e legalmente rilevante la sottoscrizione obbligatoria sulle fatture digitali scambiate tra aziende e PA.

Nello specifico, il programma di firma digitale viene impiegato dal soggetto emittente per firmare con validità giuridica il file XML generato contenente i dati fiscali della transazione. L’apposizione della firma digitale avviene attraverso l’utilizzo della chiave privata collegata al certificato del soggetto che sottoscrive, rilasciato da un qualificato fornitore di servizi fiduciari.

Grazie al sistema a chiavi asimmetriche impiegato, la firma digitale apposta rende il documento immodificabile, ne assicura l’autenticità e permette al ricevente di verificare tramite la chiave pubblica l’effettiva identità del mittente. Ciò risulta fondamentale per conferire piena validità legale alla fattura elettronica, rendendola a tutti gli effetti equivalente a quella cartacea tradizionale.

Il ricorso al programma di firma digitale si presenta dunque come requisito essenziale per portare a termine correttamente gli scambi documentali in ottemperanza alle normative sulla fatturazione elettronica vigenti.

Impresa agricola: asset e regole del settore primario

L’impresa agricola è soggetta a una normativa contabile e di fatturazione elettronica specifica, che è importante conoscere per una corretta gestione amministrativa e fiscale.

Dal punto di vista contabile, le imprese agricole di piccole dimensioni possono applicare, in alternativa alla contabilità ordinaria, la mera registrazione di incassi e pagamenti sui registri IVA semplificati o la revisione semestrale delle scritture. Tuttavia, è consigliabile valutare caso per caso la soluzione più adeguata alle proprie esigenze organizzative.

Relativamente alla fatturazione elettronica, dal 1° gennaio 2024 anche l’impresa agricola è tenuta all’invio telematico delle fatture attive e passive al Sistema di Interscambio. È necessario quindi dotarsi degli strumenti tecnologici idonei e acquisire familiarità con le procedure di compilazione e trasmissione dei documenti digitali, al fine di assolvere correttamente a tale obbligo.

Inoltre, l’impresa agricola svolge attività di autospedizione dei propri prodotti, emettendo autofatture. Pertanto, è importante conoscere le specifiche modalità di applicazione della fatturazione elettronica a tali documenti semplificati, al fine di evitare inconvenienti con il fisco.

La normativa contabile e di fatturazione elettronica riserva all’impresa agricola alcune regole peculiari, che è opportuno padroneggiare in modo da gestire in maniera ottimale gli adempimenti amministrativi e fiscali richiesti, scongiurando possibili sanzioni.

Impresa agricola: caratteristiche, settori di attività e normativa di riferimento

L’impresa agricola è un’unità operativa i cui scopi principali sono la produzione agricola e zootecnica. Essa gestisce un’attività economica riguardante la coltivazione del suolo, l’allevamento del bestiame e lo sfruttamento delle risorse naturali, con una organizzazione tecnica ed economica finalizzata alla produzione e vendita di beni agricoli.

Le aziende agricole si differenziano per dimensioni, per settori produttivi coinvolti, per tecniche adottate e per destinazione delle produzioni. In termini generali è possibile suddividere le imprese agricole tra quelle che operano nel settore della coltivazione, quelle orientate all’allevamento zootecnico e quelle attive sia nella coltivazione che nell’allevamento.

La normativa di riferimento per l’impresa agricola è costituita in primo luogo dal Regolamento (UE) n.1308/2013 che ha sostituito l’Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli, disciplinando aspetti come produzione, commercializzazione e organizzazione della filiera agricola. Ulteriori disposizioni sono contenute nel D.Lgs. n.99/2004 che recepisce la direttiva comunitaria sulle norme relative alle organizzazioni comuni di mercato, nella normativa statale in materia civilistica e su questioni come la sicurezza e l’igiene alimentare.

L’impresa agricola può assumere diverse forme giuridiche, prevalendo in Italia la forma di ditta individuale o società semplice. Caratteristica peculiare è l’autofattura agricola, ovvero la possibilità per le imprese agricole di emettere fatture semplificate senza ricorrere a intermediari. Tale forma consente di alleggerire gli adempimenti amministrativi e burocratici in capo alle aziende agricole.

L’impresa agricola svolge un ruolo fondamentale nel sistema economico e sociale del Paese, contribuendo in modo rilevante alla formazione del valore aggiunto nazionale e all’occupazione. Essa costituisce inoltre un presidio importante per il mantenimento del territorio e della biodiversità. Proprio per la sua importanza, il quadro normativo di riferimento è costantemente aggiornato al fine di sostenere la competitività e lo sviluppo sostenibile del settore agricolo.

Impresa agricola

Imprese agricole: Contabilità semplificata e tassazione dei redditi

Le imprese agricole godono di una disciplina contabile e fiscale semplificata rispetto alle altre attività economiche.

Dal punto di vista contabile, per le aziende agricole di piccole dimensioni è facoltativa la tenuta della contabilità ordinaria ed è ammessa la mera registrazione degli incassi e pagamenti mediante moduli prestabiliti, denominati registri IVA semplificati. Inoltre, queste imprese possono applicare il regime di revisione semestrale delle scritture contabili.

Per quanto riguarda la tassazione dei redditi, per l’impresa agricola opera un regime di determinazione del reddito imponibile basato su criteri forfettari, direttamente collegati alla produzione, anziché sulla determinazione analitica dei costi e ricavi. Tale regime semplificato trova applicazione per le aziende al di sotto di determinati limiti di ricavi.

Un’ulteriore agevolazione è rappresentata dalla cosiddetta “autofatturazione”, che consente alle imprese agricole di emettere fatture semplificate per i conferimenti di prodotti senza dover ricorrere a intermediari.

Da evidenziare che a partire dal 1° gennaio 2024, per effetto della riforma fiscale, anche le imprese agricole saranno soggette all’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica 2024, allineandosi alla disciplina delle altre attività economiche. Tale novità semplificherà gli adempimenti amministrativi dell’impresa agricola, rendendo più celere lo scambio delle informazioni fiscali con l’Agenzia delle Entrate.

Pertanto, seppur nel rispetto dei principi generali di determinazione del reddito d’impresa, il quadro normativo riserva alle imprese agricole un regime contabile e fiscale semplificato, con l’obiettivo di alleviarne gli oneri amministrativi, riconoscendone il ruolo strategico per l’economia nazionale.

Fatturazione elettronica Europa: quante e quali differenze esistono e come superarle

La normativa in materia di fatturazione elettronica presenta differenze significative a seconda del paese europeo preso in esame. Nonostante ciò, è possibile rilevare alcuni tratti comuni che accomunano le legislazioni nazionali.

Considerando la Fatturazione elettronica Europa nel suo complesso, salta subito all’occhio l’assenza di regole armonizzate a livello continentale. Ciascuno Stato membro ha adottato proprie disposizioni in merito alle modalità di emissione e conservazione del documento fiscale in formato elettronico. Le scelte compiute sono state eterogenee, sia in termini di ambito di applicazione che di tempistiche di entrata in vigore degli obblighi.

Tuttavia, al di là delle divergenze, permangono alcuni tratti affini. In linea generale, la direttiva europea riconosce la fatturazione elettronica come opzione a disposizione delle parti in causa. Inoltre, tutti i paesi hanno reso obbligatorio l’utilizzo dell’e-fattura per le transazioni Business to Government. Infine, la gran parte delle legislature nazionali prevede funzionalità quali conservazione sostitutiva della fattura, possibilità di invio tramite SDI e formati standard come XML e PDF.

Pertanto, pur persistendo cospicue differenze, sussistono altresì elementi ricorrenti che denotano un incipiente processo di progressiva armonizzazione della fatturazione elettronica in Europa.

Fatturazione elettronica Europa: Le principali differenze nei diversi Paesi europei

La situazione della fatturazione elettronica nei diversi stati membri dell’Unione Europea presenta differenze normative rilevanti. In generale, la legislazione europea in termini di fatturazione elettronica doveva essere considerata un’opzione a disposizione di emittenti e riceventi, mentre l’unico obbligo riguardava gli appalti pubblici, per i quali tutti i paesi dovevano adeguarsi entro il 27 novembre 2018. Dopodiché ogni stato ha deciso diverse date per l’adeguamento totale della tecnologia.

Alcuni stati non hanno introdotto alcuna regolamentazione specifica in merito alla fatturazione elettronica. La maggior parte ha invece scelto di rendere obbligatoria tale modalità di emissione e trasmissione delle fatture nei rapporti Business to Government (B2G). Tra questi ultimi figura l’Italia, che per prima dal 6 giugno 2014 ha reso obbligatoria la fatturazione elettronica anche al di fuori del perimetro B2G.

Numerosi altri stati stanno anticipando e ampliando l’ambito di applicazione degli obblighi, grazie alle moderne tecnologie digitali che consentono una più tempestiva verifica e accertamento delle frodi IVA. Non sembra azzardato ipotizzare, dunque, che molti paesi europei si orienteranno progressivamente verso sistemi obbligatori di fatturazione elettronica implementabili attraverso autorizzazioni in deroga. In questo contesto la Fatturazione elettronica Europa rappresenta un tema centrale nel percorso di armonizzazione fiscale dell’Unione.

Fatturazione elettronica Europa

Fattura elettronica Europa: come deve essere gestita dalle aziende che operano in più Paesi europei

La gestione della fatturazione elettronica da parte di aziende operanti in più Paesi europei presenta diverse criticità legate alle differenze normative tra gli Stati membri.

Sebbene la legislazione europea preveda il 2024 come data di generale adeguamento agli standard comunitari in materia di fatturazione elettronica 2024, le disposizioni adottate singolarmente creano un mosaico normativo eterogeneo. Alcune nazioni hanno già introdotto obblighi in tal senso, prevedendo scadenze più ravvicinate, mentre altre non hanno fissato regole stringenti.

Le imprese multinazionali si trovano di fronte a una complessità di adempimenti dovuti all’operare in Stati dalle normative non armonizzate. Debbono infatti garantire l’emissione e la ricezione di fatture elettroniche conformi alle leggi vigenti paese per paese, considerando tempistiche e modalità differenziate.

Per rispondere a queste esigenze, risulta necessario un sistema centralizzato di gestione della Fatturazione elettronica Europa in grado di interfacciarsi con i molteplici canali disposti a livello nazionale. Una piattaforma in cloud consente di inviare e ricevere e-fatture secondo i requisiti di ciascuna giurisdizione, semplificando un adempimento che altrimenti rischierebbe di risultare eccessivamente oneroso a causa della segmentazione normativa. Sarà compito dell’Unione Europea, entro il 2024, giungere ad una normativa unitaria che superi le attuali disomogeneità, a beneficio di imprese e operatori economici.