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Hobbisti: chi sono e come possono fatturare

Gli hobby stanno diventando sempre più una risorsa economica anche in Italia. Sono infatti in crescita gli hobbisti che riescono a trasformare la propria passione in un’integrazione di reddito.

Oltre ad essere un piacevole passatempo che consente di coltivare interessi e sviluppare abilità manuali e creative, gli hobby offrono infatti opportunità per fare business e guadagnare. Grazie ai social network e all’e-commerce risulta oggi molto più semplice promuovere i propri manufatti e metterli in vendita, raggiungendo potenziali clienti ovunque.

Alcuni hobbisti si sono specializzati nella creazione di articoli originali e di nicchia, facendosi apprezzare da community online disposte a pagare prezzi remunerativi. Altri propongono corsi e consulenze mettendo a frutto le proprie competenze. C’è anche chi partecipa ad eventi e fiere di settore per promuovere la propria attività.

Con un piccolo investimento iniziale e sfruttando le opportunità del digitale, molti riescono oggi a ricavare dai propri hobby un flusso di entrate extra tutto da aggiungere allo stipendio. Un’integrazione di reddito facile, veloce e soprattutto legata a qualcosa di appagante come il coltivare i propri interessi.

 

Hobbisti: chi sono, cosa fanno e il loro business

Gli hobbisti si possono definire come coloro che dedicano il proprio tempo libero ad attività creative e manuali a titolo non professionale. I settori di riferimento sono i più vari, come l’artigianato, la ceramica, la lavorazione del legno, la sartoria, la cucina e la gastronomia.

Le motivazioni principali sono il piacere della manualità nel realizzare manufatti originali, della sperimentazione e dell’apprendimento di nuove tecniche.

Spesso però, grazie alle abilità acquisite, gli hobbisti iniziano a ricevere commissioni o richieste sempre più consistenti, fino ad arrivare a proporsi come veri e propri professionisti.

In questi casi, superata una certa soglia di ricavi, si rende necessario aprire una partita IVA e dichiarare la propria attività come lavoro autonomo vero e proprio. Compiere questo passaggio è importante sia per poter emettere fatture e ricevute fiscali, sia per pagare le tasse dovute.

La passione può così trasformarsi in un’opportunità di guadagno, mantenendo comunque sempre lo spirito creativo e sperimentale dell’hobby.

Gli hobbisti che decidono di aprire partita IVA devono classificare correttamente la propria attività (artigianato, consulenza, design ecc.) per rispettare gli obblighi fiscali e contributivi previsti. È inoltre fondamentale dotarsi della strumentazione necessaria per la contabilità, come l’emissione di fatture elettroniche. Per chi vuole promuovere la propria attività ed entrare in contatto con nuovi potenziali clienti, risulta strategico creare una presenza online curata tramite sito web o social network. Allo stesso tempo è bene partecipare a fiere ed eventi di settore per farsi conoscere e allargare la propria rete di contatti. Con le giuste competenze e una gestione oculata, l’hobby può davvero trasformarsi in un’integrazione di reddito duratura e appagante.

Hobbisti

Hobbista: le opportunità per fatturare

Gli hobbisti che desiderano trarre un reddito integrativo dalla propria passione hanno oggigiorno diverse possibilità. La vendita diretta dei propri manufatti su vetrine digitali, come marketplace e siti di e-commerce, rappresenta un’opzione pratica per raggiungere una platea vasta di potenziali clienti anche per chi svolge un secondo lavoro online.

Promuovere i propri prodotti e servizi su social network specializzati, blog personali o community del settore facilita inoltre la visibilità del brand. Alcuni hobbisti scelgono di erogare consulenze, organizzare corsi e laboratori didattici per trasmettere le proprie abilità: un’occasione per fatturare grazie a una propria attività formativa.

Il “crowdfunding” e le raccolte fondi online sono strumenti utili per finanziare progetti creativi e innovativi, mentre le commissioni e le collaborazioni con aziende consentono di ampliare il giro d’affari sfruttando le competenze acquisite. Infine, aperture di minimarket, negozi o punti vendita temporanei in fiere rappresentano valide alternative per la commercializzazione dei manufatti, garantendo l’emissione di regolare fatturazione elettronica.

Soft skills e hard skills: le competenze del futuro per il successo professionale

Oggi per incrementare il fatturato aziendale e rimanere competitivi sul mercato, diventa sempre più importante possedere le giuste conoscenze e capacità. Sia le hard skills legate alle specifiche competenze tecniche del proprio settore, sia le soft skills trasversali come il problem solving, il lavoro in team e la comunicazione risultano determinanti.

Con l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica ad esempio, le conoscenze informatiche diventano basilari per gestire in modo efficiente i processi amministrativi. Ma anche le abilità relazionali, di project management e di gestione dello stress risultano utili a fronteggiare i cambiamenti normativi.

Solo dotandosi del mix vincente tra competenze tecniche e trasversali è possibile far crescere al meglio il business aziendale e cogliere nuove opportunità in un contesto in rapida evoluzione come quello attuale.

 

Soft skills e hard skills: impariamo a conoscerle partendo dalle Soft

Le soft skills rivestono un ruolo fondamentale nell’ambito della formazione aziendale, in quanto trasversali a qualsiasi settore professionale e processi organizzativi.

Risulta ampiamente documentato che la presenza di soft skills efficienti sia fattore abilitante per l’innovazione e la crescita di business, poiché permettono una circolazione delle informazioni fluida, la gestione ottimale dei team nonché rapporti efficaci con clienti e partner commerciali.

Molte imprenditori riconoscono come proprio più Soft skills che Hard skills in termini di valore aggiunto al core business e alla competitività sul mercato. Investire quindi nel potenziamento attraverso la formazione aziendale di soft skills come comunicazione, problem solving, lavoro in squadra, si traduce in vantaggi concreti in termini di maggiore produttività ed engagement dei dipendenti.

Lo sviluppo di soft skills risulta oggi parte integrante di una strategia di gestione del capitale umano lungimirante, tesa a massimizzare contributo del fattore lavoro nel contesto aziendale grazie a sinergie tra competenze tecniche verticali e abilità trasversali.

  1. Comunicazione efficace – La comunicazione efficace permette di farsi comprendere in modo chiaro e diretto dai diversi interlocutori, ascoltandone attivamente i feedback. Richiede anche abilità nella negoziazione e nel saper gestire efficacemente riunioni e presentazioni.
  2. Problem solving – Abilità fondamentale per individuare con metodo causali e soluzioni di eventuali problemi in stretta collaborazione con i colleghi. Comporta capacità di sintesi e analisi nonché orientamento all’obiettivo.
  3. Gestione dello stress – Cruciale per conservare lucidità anche in contesti operativi densi di scadenze e imprevisti, dosando correttamente le energie ed evitando un eccessivo carico di lavoro.
  4. Adattabilità e flessibilità – Consente di districarsi con disinvoltura in scenari multidimensionali, aggiornando rapidamente le proprie conoscenze e skill in funzione dei cambiamenti.
  5. Teamworking – Presuppone lavoro collaborativo, condivisione di ruoli e una visione comune stimolata dal confronto costruttivo anche nella gestione di opinioni divergenti.
  6. Creatività – Capacità di elaborare soluzioni nuove e alternative, fuori dagli schemi, individuando associazioni originali di idee e prospettive inesplorate.

Tali abilità risultano sempre più sviluppate attraverso percorsi di formazione aziendale tesi a integrare le competenze tecniche con quelle trasversali.

Hard skills e soft skills… E ora passiamo alle Hard

Le hard skill sono quelle competenze tecniche e specialistiche fondamentali nel mondo del lavoro contemporaneo e indispensabili per portare avanti con successo la vision aziendale.

Per contribuire al raggiungimento degli obiettivi strategici e della mission, è necessario dotarsi di una solida preparazione trasversale in campi quali le lingue straniere, le conoscenze digitali e informatiche, le abilità di project management.

Sapersi orientare negli scenari globali operando in inglese e talvolta in altre lingue è cruciale per una società che vuole espandersi oltre i propri confini. Non basta più una specializzazione verticale, serve sviluppare competenze orizzontali complementari come la capacità di gestire team multiculturali, portare a termine progetti in linea con la vision, elaborare e analizzare dati per prendere decisioni strategiche.

  1. Conoscenze specialistiche e tecniche: Conoscenza approfondita di una o più aree specifiche come l’informatica, la finanza, l’ingegneria etc. Padronanza degli aspetti teorici e pratici di un determinato settore.
  2. Competenze digitali: Padronanza nell’uso di software, sistemi informatici e strumenti digitali, dalle basi di programmazione ai programmi di grafica, videoscrittura, elaborazione dati, reti e connessioni internet.
  3. Lingue straniere: Conoscenza fluida sia scritta che orale di una o più lingue straniere, livello B2 o superiore secondo il Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue.
  4. Conoscenze scientifiche e matematiche: Solida preparazione in discipline quali fisica, chimica, biologia, con capacità di analisi logica, risoluzione di problemi anche complessi e utilizzo di modelli matematici e statistici.
  5. Gestione di progetti e attività operative: Abilità nella programmazione, organizzazione e monitoraggio di progetti, definizione di tempistiche e responsabilità, gestione di risorse e budget per raggiungere obiettivi.
  6. Abilità analitiche e di project management: Capacità di analizzare problemi complessi, raccogliere e interpretare correttamente dati e informazioni, gestire il ciclo di vita di un progetto avvalendosi di opportune metodologie.

Le hard skill si apprendono anche sul campo ma è importante che rispecchino la vision aziendale già in fase di inserimento, attraverso uno studio approfondito di materie coerenti ed esperienze pratiche in contesti allineati agli obiettivi di lungo periodo dell’azienda. Solo così il proprio bagaglio di competenze potrà essere strategicamente rilevante.

Machine Learning Specialist: qual è il suo ruolo e quali competenze sono richieste

Negli ultimi anni anche nelle aziende italiane sta emergendo sempre più la figura del Machine Learning Specialist, vista la necessità di affrontare le sfide poste dalla trasformazione digitale in atto. Il ML Specialist, grazie alle sue competenze tecniche e di data analysis, può supportare concretamente i processi aziendali attraverso lo sviluppo di modelli predittivi ad hoc.

Ad esempio, nell’ambito della fatturazione elettronica, il machine learning risulta utile per automatizzare alcune delicate operazioni quali il riconoscimento ottico dei documenti in entrata, la classificazione automatica delle voci e il ricondizionamento alla contabilità aziendale.

Ciò permette di ottimizzare sensibilmente tempi e costi legati a queste attività, liberando risorse interne da dedicare ad attività a maggior valore aggiunto. Non sorprende quindi che, grazie anche agli incentivi fiscali introdotti, sempre più imprese stiano investendo nella figura chiave del ML Specialist per cogliere le opportunità connesse alla digitalizzazione di processi amministrativi come la fatturazione elettronica.

Il Machine Learning Specialist supporta le aziende anche nell’ambito del customer care, sviluppando assistenti virtuali addestrati tramite chatbot in grado di rispondere autonomamente alle richieste dei clienti, riducendo i tempi di attesa. La sua competenza risulta rilevante pure per analizzare big data al fine di incrementare le vendite tramite attività di marketing e comunicazione mirate, in linea con i reali bisogni e comportamenti dei consumatori.

Che cos’è il machine learning e cosa fa il Machine Learning Specialist

Il Machine Learning Specialist ricopre un ruolo chiave per sfruttare appieno le potenzialità dell’intelligenza artificiale e guidare i processi di innovazione legati ai lavori del futuro. Si occupa della progettazione e implementazione di modelli di machine learning idonei a risolvere specifiche esigenze di business, scegliendo di volta in volta l’algoritmo più adatto in base al dominio e agli obiettivi da raggiungere. Realizza quindi prototipi da integrare progressivamente nelle soluzioni aziendali.

Monitora costantemente le performance dei modelli implementati, apportando opportuni aggiustamenti al fine di guidarne l’ottimizzazione nel tempo. Ciò consente di massimizzare l’accuratezza dei risultati generati nell’esecuzione dei lavori del futuro.

Supporta inoltre le figure IT e i team di sviluppo fornendo consulenza tecnica e guidandoli nell’integrazione delle logiche di ML in maniera funzionale agli scenari operativi. La sua competenza risulta quindi sempre più strategica per trasformare le enormi potenzialità dell’intelligenza artificiale in reali vantaggi competitivi, abilitando nuove opportunità occupazionali legate alle professioni emergenti.

Il Machine Learning Specialist cura anche la formazione specifica di altre figure aziendali nella comprensione e interpretazione critica dei sistemi predittivi sviluppati, in modo da assicurare una corretta applicazione nelle attività lavorative.

Svolge un’importante funzione di storytelling dei dati, sviluppando reportistica avanzata per spiegare in modo semplice ed efficace agli stakeholder i risultati ottenuti dai modelli e stimolare una maggiore diffusione della cultura dell’AI all’interno dell’organizzazione.

Machine Learning Specialist

Machine Learning Specialist: competenze tecniche e soft skills

Le competenze tecniche e soft skills sono fondamentali per il Machine Learning Specialist a supporto dei processi decisionali sul fronte degli investimenti aziendali. A livello tecnico, è richiesta una solida formazione in programmazione utilizzando linguaggi quali Python e R, nonché familiarità con piattaforme di machine learning avanzato come TensorFlow e Keras. Requisiti indispensabili includono inoltre statistica, calcolo numerico e capacità di gestire database.

Dal punto di vista delle soft skills, risulta essenziale la capacità di teamworking data dalla natura multidisciplinare dei progetti AI. Occorre eccellere nella comunicazione efficace di concetti complessi ad attori con differenti background. Altrettanto importante è la predisposizione alla leadership nella pianificazione e supervisione di progetti data-driven volti a massimizzare il ROI degli investimenti aziendali nelle innovative soluzioni di machine learning.

Tramite il costante aggiornamento e l’applicazione sinergica di tali competenze, il Machine Learning Specialist fornisce un contributo decisivo per orientare strategicamente le scelte in ottica di crescita e competitività.

Shopify fatturazione elettronica e corrispettivi con FatturaPRO.click

FatturaPRO.click ha sviluppato con successo un’applicazione integrata per Shopify che risolve in modo definitivo la problematica della fatturazione elettronica per i merchants che utilizzano questa piattaforma di commercio digitale. Grazie all’app FatturaPRO, gli operatori del mondo Shopify oggi possono contare su uno strumento eccezionale che garantisce l’emissione automatica e diretta di fatture e corrispettivi a partire dagli ordini registrati nel backoffice del negozio online.

Tutto il processo risulta completamente snellito e gestibile con pochi click: basta collegare il proprio account Shopify all’app tramite le proprie credenziali e impostare solo una volta i dati aziendali per attivare il flusso documentale in modo completamente digitale e conforme alle normative fiscali.

Tra i principali vantaggi di questa soluzione spiccano l’assoluta semplicità d’uso e il risparmio notevole di tempo, grazie all’automazione end-to-end del ciclo di fatturazione. Inoltre, gli avanzati sistemi di sicurezza implementati da FatturaPRO.click tutelano i dati sensibili da possibili minacce. Grazie a questa app sviluppata ad hoc, FatturaPRO si dimostra ancora una volta il partner ideale per la gestione fiscale delle attività di commercio digitale su Shopify.

Fatture Shopify: come funziona la piattaforma e-commerce

Shopify è una piattaforma di e-commerce che permette di creare e gestire negozi online in modo semplice e flessibile. Secondo il sito ufficiale di Shopify, oltre 1 milione di attività in 175 paesi utilizzano la piattaforma. Stando al report annuale pubblicato da Shopify, nel 2021 il volume globale di vendite sulla piattaforma ha raggiunto i 175 miliardi di dollari. Per quanto riguarda il mercato italiano, l’Osservatorio eCommerce B2c della School of Management del Politecnico di Milano certifica che in Italia sono oltre 50.000 gli shop online gestiti tramite Shopify.

Shopify fatturazione elettronica

La soluzione offre tutti gli strumenti necessari per avviare un business digitale: dalla gestione del catalogo prodotti e ordini, alla configurazione del tema grafico e delle modalità di pagamento, fino alla creazione di campagne promozionali e di fidelizzazione della clientela. Inoltre, grazie all’integrazione con soluzioni di terze parti, Shopify consente di ottimizzare ulteriormente le funzioni del proprio negozio online.

Per quanto riguarda Shopify fatturazione elettronica, è possibile, attraverso un’app appositamente sviluppata da FatturaPRO.click, provevdere in modo facile e veloce alla fatturazione elettronica in modo automatico e completamente integrato con la piattaforma. Il merchant può configurare direttamente i propri dati fiscali e procedere alla generazione e all’invio delle fatture elettroniche, senza passaggi manuali. Una funzione che semplifica notevolmente la gestione amministrativo-fiscale per gli utenti. Shopify rappresenta una soluzione di successo per la vendita online, grazie alla sua completa gamma di strumenti per avviare con successo un’attività di e-commerce.

Shopify fatturazione elettronica con FatturaPRO.click

Shopify è quindi oggi uno dei principali software per la vendita online, utilizzato da centinaia di migliaia di attività commerciali a livello globale. Come accaduto in precedenza per WooCommerce, anche per questa piattaforma FatturaPRO.click ha sviluppato una soluzione integrata capace di semplificare notevolmente la gestione della fatturazione fiscale da negozio online.

L’app FatturaPRO per Shopify permette infatti di generare ed emettere fatture elettroniche e corrispettivi telematici in modo diretto e completamente automatizzato a partire dagli ordini registrati nel back-end del negozio. Il merchant non deve fare altro che collegare il proprio account Shopify all’app tramite le credenziali, impostare i dati aziendali una sola volta e da quel momento ogni ordine diventa immediatamente una fattura fiscale pronta per l’invio al Sistema di Interscambio.

Grazie a questa soluzione, i titolari di e-commerce basati su Shopify hanno finalmente la possibilità di digitalizzare del tutto il flusso documentale legato agli scambi commerciali, liberandosi da fastidiosi adempimenti burocratici e gestendo la parte amministrativo-contabile direttamente all’interno del proprio shop online, con assoluta tranquillità e semplicità.

Fattura elettronica forfettari: l’obbligo dal 1° gennaio 2024

A partire dal 1°gennaio 2024, la fatturazione elettronica diventerà obbligatoria per tutti i contribuenti aderenti al regime forfettario, senza alcuna distinzione legata ai volumi di ricavi e compensi.

Si tratta di un momento importante nel percorso di digitalizzazione intrapreso dal nostro Paese, che porterà a uniformare le modalità di fatturazione tra operatori economici. Gli oltre 1,7 milioni di forfettari saranno tenuti a emettere, ricevere e conservare le fatture unicamente in formato elettronico, gestendo i documenti fiscali attraverso un idoneo sistema informatico. La normativa pone quindi la necessità per ciascun operatore di dotarsi di una piattaforma telematica sicura, certificata e di semplice utilizzo, al fine di garantire l’invio delle fatture verso i clienti e la corretta archiviazione fiscale obbligatoria, proprio come FatturaPRO.click. La scelta deve ricadere su piattaforme professionali in grado di assolvere agli adempimenti in modo efficace e conforme alle disposizioni.

Fattura elettronica forfettari: i cambiamenti dal 1° gennaio 2024

Come previsto dalla normativa, dal 1 gennaio 2024 il sistema di fatturazione elettronica sarà esteso a tutti i soggetti aderenti al regime forfettario, senza alcuna distinzione legata ai volumi di ricavi e compensi conseguiti, com’era stato finora. In particolare, l’obbligo di fatturazione elettronica riguarderà:

  1. I contribuenti forfettari che applicano il regime agevolato di determinazione del reddito (di cui all’articolo 1, commi da 54 a 89, della legge 23 dicembre 2014, n. 190);
  2. I soggetti aderenti al regime di vantaggio, caratterizzato dall’applicazione di un’aliquota IVA pari al 15% e di un’imposta sostitutiva dell’IRPEF del 5% (di cui all’articolo 27, commi 1 e 2, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111);
  3. Le associazioni sportive dilettantistiche (ASD) iscritte nel registro CONI o nel registro parallelo CIP.

Pertanto, a decorrere dal 1° gennaio 2024 tutte queste categorie di operatori economici saranno obbligate a emettere fattura in formato elettronico verso terzi, senza alcun vincolo legato al volume d’affari conseguito. Attualmente, l’obbligo di fatturazione elettronica per i forfettari era già in vigore dal 1°luglio 2022, ma limitatamente a coloro che nell’anno 2021 avevano registrato introiti superiori a 25.000 euro.

Tale limite soggettivo verrà meno dal nuovo anno, rendendo omogenea l’applicazione del nuovo sistema di fatturazione per tutti i contribuenti forfettari, come confermato anche dalla recente circolare n.26/E dell’Agenzia delle Entrate.

Secondo i dati statistici emersi dalle dichiarazioni dei redditi 2022, risultano aderire al regime forfettario oltre 1,7 milioni di soggetti, prevalentemente operanti nel settore dei servizi professionali, del commercio e sanitario. Il reddito medio imponibile dichiarato è pari a circa 15.601 euro, cifra che sale a 21.853 euro per il comparto immobiliare. Ciò dimostra come il regime forfettario risulti il più utilizzato e conveniente tra quelli agevolati. Quindi, dal prossimo 1°gennaio il sistematizzato passaggio all’emissione elettronica delle fatture interesserà in maniera capillare tutti i contribuenti aderenti al regime fiscale con imposta sostitutiva semplificata.

Fattura elettronica forfettari

Fatturazione elettronica forfettari: vantaggi e opportunità

L’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica a tutti i soggetti in regime forfettario determinerà consistenti benefici e opportunità sia per gli operatori interessati che per l’amministrazione finanziaria.

  1. Maggiore semplicità ed efficienza nei rapporti commerciali. Grazie all’impiego uniforme della “fattura elettronica“, verrà superata la complessità legata alla gestione di diversi formati di fatturazione. Ciò consentirà tempi di scambio più rapidi e la tempestiva condivisione del documento fiscale con tutte le controparti.
  2. Riduzione dei costi di gestione e conservazione dei documenti. L’abolizione del supporto cartaceo e l’archiviazione in formato digitale della fattura elettronica porteranno a ingenti risparmi sui costi di stampa, spedizione e archiviazione delle fatture per operatori e aziende.
  3. Vantaggi fiscali per gli operatori IVA. Gli operatori IVA che emettono e ricevono solo fattura elettronica potranno beneficiare dell’eliminazione dell’obbligo contabile e della riduzione dei termini di accertamento fiscale, con alleggerimento degli adempimenti e maggiori garanzie. Per dirlo in altre parole, gli operatori IVA in regime di contabilità semplificata che emettono solo fatture elettroniche (cioè soggetti che effettuano solo cessioni di beni e prestazioni di servizi non soggette ad IVA) potranno beneficiare dell’esonero dagli obblighi contabili di registrazione delle operazioni attive e passive, come previsto dagli articoli 23 e 25 del D.P.R. 633/1972. Inoltre, gli stessi operatori IVA, ricevendo ed effettuando pagamenti tracciabili di importo superiore a 500 euro, godranno della riduzione di 2 anni dei termini di accertamento fiscale, passando da 5 a 3 anni sia per l’IVA che per le imposte dirette ai sensi degli articoli 57 del DPR 633/1972 e 43 del DPR 600/1973. Ciò comporterà un alleggerimento degli oneri amministrativi da sostenere e maggiori garanzie di definizione formale dei rapporti con il fisco, con benefici in termini fiscali per tutti gli operatori interessati dall’obbligo di fatturazione elettronica.
  4. Opportunità di digitalizzazione dei processi aziendali. L’adozione integrale della “fattura elettronica” consentirà l’ammodernamento digitale del ciclo passivo-attivo, con considerevoli benefici in termini di efficienza e tracciabilità delle informazioni fiscali.
  5. Uniformità delle disposizioni normative. L’estensione della normativa assicurerà uniformità di trattamento, semplificando gli obblighi per tutti i forfettari mediante una disciplina fiscale coerente e omogenea dal punto di vista tecnologico.

L’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica a tutti i contribuenti forfettari determinerà una trasformazione digitale integrale dei processi fiscali che coinvolgeranno tali categorie di operatori economici. L’ammodernamento tecnologico imposto dalla normativa consentirà di velocizzare gli scambi commerciali, semplificare gli adempimenti contabili e razionalizzare la conservazione dei documenti amministrativi. Tali benefici si riverseranno positivamente anche sull’attività di analisi dei dati svolta dall’Amministrazione Finanziaria, che potrà contare su flussi informativi più completi e tempestivi. Pur con gli oneri di adeguamento iniziale che saranno sostenuti, soprattutto dalle realtà di minori dimensioni, nel medio-lungo periodo i vantaggi economici e le opportunità di efficientamento produrranno indubbi benefici per tutto il tessuto produttivo italiano composto prevalentemente da piccole e medie imprese.

Idee imprenditoriali: come nasce un’idea imprenditoriale di successo

Le idee imprenditoriali di successo non possono considerarsi il frutto del caso, bensì richiedono un processo strutturato di ideazione e validazione. Esplorare nuove opportunità commerciali e tradurle in un modello di business vincente è tutt’altro che banale, comportando un percorso mentale che deve essere vagliato ed elaborato con saggezza. È innanzitutto necessario sviluppare una visione critica del contesto di riferimento, individuando con professionalità i principali trend, gap di mercato e potenziali profili di clientela.

 

Solo attraverso un’analisi attenta delle dinamiche competitive e dell’evoluzione delle preferenze dei consumatori è possibile generare idee imprenditoriali in grado di intercettare reali esigenze insoddisfatte. Una volta selezionata un’opportunità teoricamente promettente, risulta poi fondamentale testarne la fattibilità e la rispondenza al bisogno reale della base clienti mediante fasi pilota che consentano di perfezionare il value proposition prima del lancio vero e proprio sul mercato.

 

In questo senso, la validazione tecnica del business model attraverso strumenti di rendicontazione gestionale e la successiva concretizzazione dell’iniziativa imprenditoriale richiedono l’ausilio di soluzioni professionali come quelle legate alla fatturazione elettronica, che supportino il monitoraggio delle performance e l’ottimizzazione dei processi di back office. Solo agendo con sistematicità e avvalendosi delle migliori competenze è possibile massimizzare le probabilità di tramutare un’idea in un progetto imprenditoriale di effettivo successo.

Idee imprenditoriali: l’ideazione e la validazione dell’idea

L’ideazione e la convalida dell’idea costituiscono una fase critica nel processo di sviluppo di un’iniziativa imprenditoriale. È indispensabile effettuare accurate attività di market research al fine di comprendere appieno la struttura di mercato di riferimento, le dinamiche competitive in atto e i possibili trend disruptivi (vale a dire trend di mercato o innovazioni tecnologiche che sono in grado di modificare profondamente uno specifico settore economico, creando nuove opportunità ma anche minando posizioni consolidate). Solo raccogliendo dati e informazioni precise attraverso fonti istituzionali, report di settore, interviste one-to-one e gruppi di discussione è possibile identificare opportunità commerciali ancora inespresse e segmenti insoddisfatti di clientela.

Idee imprenditoriali

Una volta selezionata un’idea di business che appare promettente, è essenziale elaborare un business plan dettagliato per valutarne la fattibilità tecnica ed economico-finanziaria. È necessario definire chiaramente il modello di revenue, stimare i costi da sostenere, stilare previsioni su volumi e margini attesi in un rapporto risk-benefit.

Cruciale risulta poi testare sul mercato l’idea imprenditoriale, al fine di validarne gli assunti e migliorarne gli aspetti non rispondenti alle reali esigenze della customer base. Soltanto attraverso una fase pilota, in cui raccogliere il feedback di un campione di clienti target attraverso sondaggi post-vendita e focus group, è possibile apportare i necessari aggiustamenti al value proposition e al modello operativo prima del lancio vero e proprio.

Solo espletando in modo sistematico e professionale queste attività preliminari di market analysis e pre-testing sul campo è dunque possibile aumentare la probabilità di successo delle idee di business nel momento in cui sono portate strutturalmente sul mercato.

Idea imprenditoriale: la realizzazione dell’idea e la crescita dell’impresa

La realizzazione dell’idea imprenditoriale e la successiva fase di crescita dell’impresa risultano delicate e complesse. Una volta convalidata un’idea di business tramite un processo strutturato di market research e pre-testing, è necessario tradurla in un veicolo aziendale concreto, costituendo la società e identificando le risorse più idonee in termini di competenze manageriali, capacità tecniche e network relazionale.

Parallelamente, vanno definiti piani operativi dettagliati per coordinare in modo efficace le varie funzioni aziendali durante le delicate fasi di startup e scaling. Risulta essenziale implementare sistemi di controllo di gestione evoluti per monitorare costantemente performance, scostamenti e leva finanziarie. Assolutamente rilevante risulta poi impostare una governance solida basata su linee guida strategiche chiare, processi organizzativi allineati agli obiettivi e strutture decisionali snelle. Necessita promuovere una cultura aziendale propensa al cambiamento, all’innovazione e al lavoro per obiettivi.

Solo mediante un approccio scientifico e professionale nel portare avanti in contemporanea tutti questi fondamentali fattori abilitanti – come ad esempio l’utilizzo di piattaforme cloud per la contabilità e la fatturazione o servizi che consentano di guadagnare soldi extra svolgendo piccoli lavori – è possibile supportare in modo continuativo la crescita dimensionale e reddituale della startup, affermandola con successo sul mercato.

I lavori del futuro trainati dall’innovazione tecnologica e dai nuovi stili di vita

Il mondo del lavoro è in costante evoluzione grazie all’innovazione tecnologica che è motore di progresso e cambiamento. I lavori del futuro legati alla trasformazione digitale emergono continuamente, richiedendo competenze e skill set sempre più sofisticati soprattutto nell’ambito tech.

Per esempio ruoli come Data Scientist, Cloud Engineer, Intelligenza Artificial Specialist, Cybersecurity Expert ai quali si affiancano nuove figure ibride con conoscenze sia informatiche che di altri settori. La romoterapeuta, che usa la tecnologia a supporto del benessere, o l’Agricoltore verticale, esperto di coltivazioni idroponiche e automatizzate.

Anche il mondo dell’imprenditoria, in ottica delle nuove professioni, subisce continui aggiornamenti normativi che definiscono meglio tutele e doveri. Uno di questi è la fatturazione elettronica, obbligatoria per legge dal 1° gennaio 2019 per la maggior parte delle attività economiche al fine di contrastare l’evasione fiscale e rendere più trasparenti i rapporti commerciali.

I professionisti che supportano le imprese in questa transizione offrendo servizi di consulenza fiscale e assistenza per l’adeguamento dei sistemi gestionali sono sempre più richiesti. Così come i liberi professionisti dotati di partita IVA che sfruttano nuovi metodi di fatturazione digitale per offrire prestazioni online.

 

I lavori del futuro emergenti nel campo del digitale

L’evoluzione tecnologica che caratterizza il nostro tempo sta contribuendo all’emergere di nuove figure professionali fortemente legate all’ambito digitale. Secondo recenti analisi condotte da Harvard Business Review e LinkedIn, le professioni in più rapida ascesa includono:

  1. Data Scientist, ovvero esperti nell’estrazione di informazioni preziose dai Big Data, sempre più ricercati dalle aziende per guidare processi decisionali basati sull’analisi dei dati.
  2. Esperti di cybersecurity, per la protezione delle infrastrutture informatiche e dei sistemi da rischi legati alla criminalità online.
  3. Specialisti in Intelligenza Artificiale, per integrare soluzioni di machine learning nei processi aziendali in ottica Industry 4.0.
  4. Figura del Digital Nomad, professionista che sfrutta le potenzialità del secondo lavoro online e del remote working per gestire la propria attività da qualsiasi luogo.
  5. Consulenti di Social Media Management e SEO, per supportare le aziende nella promozione e distribuzione dei propri prodotti/servizi attraverso i nuovi canali digitali.

Queste figure professionali altamente specializzate stanno già rivoluzionando molti ambiti lavorativi e continueranno a essere molto ricercate negli anni a venire, guidando la trasformazione tecnologica in atto. Questi ruoli richiedono una formazione continua per rimanere aggiornati sulle innovazioni in campo digitale, creando ottime opportunità per chi desidera reinventarsi professionalmente.

Molte delle hard e soft skill richieste si apprendono anche tramite corsi online e certificazioni digitali. Un modo accessibile per restare competitivi nel mercato del lavoro in evoluzione. La domanda per queste figure altamente specializzate supera spesso l’offerta, con la possibilità per i professionisti di lavorare anche da remoto per aziende di diversi settori e paesi.

Secondo lavoro online

Lavori del futuro: Nuove esigenze sociali e ambientali

I mutamenti in atto nella nostra società stanno quindi favorendo l’emergere di nuove figure professionali legate a bisogni emergenti quali sostenibilità ambientale e inclusione sociale.

Un ambito in forte espansione è quello della green economy, con profili tanto nel pubblico che nel privato ricercati per progettare soluzioni per l’efficientamento energetico, la produzione da fonti rinnovabili, l’economia circolare. Tecnici esperti nei sistemi di raccolta differenziata, specialisti nella riduzione delle emissioni, responsabili HSE sono alcune delle figure maggiormente richieste.

Anche il mondo del terzo settore offre opportunità di reddito da lavoro autonomo a chi desidera impiegare le proprie competenze in ambito sociale, con il coordinamento di iniziative di inclusione, volontariato, educazione alla cittadinanza globale. Particolarmente dinamico risulta infine il filone della mobilità sostenibile, con esperti nella progettazione di infrastrutture per la micro-mobilità elettrica, nella promozione del car sharing, nello sviluppo di app per l’ottimizzazione dei trasporti locali.

Si prevedono forti sviluppi per questo cluster professionale, trainato dall’attenzione crescente verso modelli economici e stili di vita più rispettosi del pianeta e delle persone. Queste professioni richiedono spesso una formazione specifica nelle scienze ambientali, ingegneria sostenibile, economia circolare e progettazione sociale.

Tuttavia, il settore offre anche opportunità di riqualificazione per chi proviene da altri ambiti disciplinari, grazie a master e corsi di aggiornamento sulle competenze green. Il lavoro in questo ambito può essere svolto sia in forma autonoma, come libero professionista o consulente, sia alle dipendenze di enti pubblici, aziende private sensibili ai temi ESG o terzo settore.

Affiliazioni: contratti, pagamenti e dichiarazione dei redditi nell’attività di affiliante

Le affiliazioni stanno diventando una strategia popolare per guadagnare denaro extra grazie alla promozione di prodotti e servizi online. Secondo una ricerca di Anthropic, nell’ultimo anno il 34% degli influencer ha integrato i propri guadagni proprio con le campagne affiliate.

Questa modalità permette di monetizzare il traffico su blog e canali social indicizzando link sponsorizzati. I pagamenti possono avvenire mediante i più diffusi programmi di commission, come previsto dagli accordi CPA, CPL o revenue sharing. Piattaforme come ShareASale e Rakuten hanno registrato nel 2021 un incremento del 20% nel numero di affiliati attivi a livello globale, segno di come il settore stia beneficiando di una crescita costante.

Per chi desidera apprendere tecniche utili per guadagnare soldi extra online, le affiliazioni rappresentano dunque un’opportunità da considerare. Non richiedono competenze tecniche avanzate ma solo impegno nello studio dei migliori prodotti/servizi su cui piazzare link promozionali, ottimizzazione SEO e abilità nel content marketing.

Con una corretta strategia, diversificando le proposte su più canali digitali da monetizzare, è possibile incrementare nel tempo i propri introiti provenienti dalle partnership commerciali. Questa fonte di reddito complementare si affianca bene ad altre attività digitali volte a integrare il bilancio personale grazie ai guadagni del web.

 

Affiliazioni: quanti e quali contratti prevedono

I contratti per le affiliazioni prevedono diversi modelli remunerativi, regolati in base agli accordi definiti con ciascun merchant od offerente. Le tipologie più diffuse nel panorama dell’economia digitale sono principalmente tre:

  1. CPA (Cost Per Action): in questo modello l’affiliato è ricompensato a ogni conversione o lead generato, ad esempio per una registrazione, un download, un acquisto. Il CPA può essere fisso o variabile in base a determinati parametri.
  2. CPL (Cost Per Lead): simile al CPA ma in questo caso il pagamento avviene per ogni contatto/Lead qualificato consegnato all’offerente.
  3. Revenue sharing: il corrispettivo per l’affiliato è calcolato in percentuale sulle effettive vendite o transazioni realizzate dai clienti acquisiti tramite il link sponsorizzato. La percentuale di revenue share è di solito più bassa rispetto ai modelli CPA/CPL.

Il network di affiliazione, che funge da tramite tra affiliati e marchi promossi, si occupa della liquidazione dei compensi sulla base degli accordi contrattuali siglati. Questi prevedono comunque sempre termini e policy rispetto i tempi di pagamento, esclusioni e penali per assicurare la tutela di entrambe le parti coinvolte nel programma di commission.

Fattura non pagata

Programma affiliazione: la gestione fiscale dei redditi da affiliazione

I redditi derivanti dalle attività di affiliazione rientrano nella categoria dei redditi diversi, assoggettati al regime della fatturazione elettronica e della partita IVA per importi superiori ai 5.000€ annui.

I pagamenti da parte dei network sono solitamente erogati con cadenza mensile e gli importi corrisposti devono essere riportati nella Certificazione Unica che l’affiliato può scaricare dal proprio account.

Annualmente si procede alla dichiarazione dei redditi, includendo gli introiti da affiliazione nel Modello Redditi Persone Fisiche sotto la sezione dedicata ai redditi diversi. L’aliquota IRPEF applicata è del 26%. Eventuali ulteriori fonti di guadagno extra devono essere considerate nel calcolo del reddito complessivo, per non incorrere nel superamento delle soglie di compensi oltre le quali scatta l’obbligo di partita IVA.

Utilizzando il regime forfettario, l’affiliato può detrarre costi e spese sostenute per beneficiare di aliquote agevolate, purché non vengano superati gli 85.000€ annui. La corretta gestione fiscale, supportata da software contabili, come FatturaPRO.click, è fondamentale per la sostenibilità dell’attività di affiliazione nel lungo periodo.

È importante che l’affiliato conservi tutta la documentazione comprovante i pagamenti ricevuti e le spese sostenute, come fatture, scontrini e ricevute, così da poterle esibire in caso di controlli fiscali. Per importi annui di reddito da affiliazione inferiori a 5.000€ non è necessaria la partita IVA ma solo la presentazione di una dichiarazione dei redditi. Alcuni network di affiliazione forniscono ai propri affiliati dei servizi di consulenza fiscale per chiarire eventuali dubbi sulla corretta gestione della documentazione e sugli adempimenti previsti.

Secondo lavoro online: come avviarlo, quando è necessaria la partita IVA e come gestire la fatturazione elettronica

Oggigiorno avere un secondo lavoro online è senza dubbio più facile e fattibile che in passato. Grazie alla diffusione di Internet e dei social network, alle tante opportunità offerte dal digitale e all’abbattimento di molte barriere geografiche, chi possiede ingegno, motivazione e una adeguata preparazione ha concrete chances di incrementare il proprio reddito lavorando da remoto.

Basta saper individuare una propria nicchia di competenza e sviluppare un’idea vincente, sia essa la creazione di contenuti digitali, l’erogazione di corsi online, il commercio elettronico o altre attività web-based. Con impegno e costanza nel tempo si può costruire progressivamente una clientela sparsa in vari Paesi.

Anche chi ha un lavoro dipendente a tempo pieno può trovare spazi per avviare un business parallelo sfruttando il proprio talento e investendo tempo libero nella formazione. Gli strumenti tecnologici oggi permettono di lavorare da qualsiasi luogo, in autonomia e flessibilità di orario.

Per chi desidera e sa cogliere le potenzialità del lavoro agile e dei canali digitali, avere una seconda occupazione online è certamente realizzabile senza particolari ostacoli.

Secondo lavoro online: le categorie principali e come avviare un’attività in rete

Esistono diverse opportunità per incrementare il proprio reddito attraverso i cosiddetti “secondi lavori online“. Per sapere come guadagnare soldi extra basta usare un po’ di ingegno, ma non solo! Alcuni tra i più diffusi sono:

  1. Content creator: creazione e pubblicazione di contenuti su blog/YouTube legati a un topic specifico. Prevede una preliminare strategia di social media marketing per acquisire followers.
  2. Dropshipping: vendita di prodotti presenti su marketplace tramite l’apertura di un e-commerce gestito da terzi per l’inventario e le spedizioni. Necessita ottimizzazione SEO del sito e campagne promozionali.
  3. Social media manager: gestione di profili aziendali sui principali social network secondo obiettivi prefissati, reportistica e piani editoriali. Richiede competenze relative a Instagram, Facebook, Twitter e relativi strumenti pubblicitari.
  4. Tutoraggio online: erogazione di lezioni one-to-one in videoconferenza su diversi argomenti didattici. Predisposizione di programmi di apprendimento differenziati.

Secondo lavoro online

In ogni caso è buona norma aprire la Partita IVA per attività continuative e redditizie al fine di adempiere a tutti gli obblighi di natura fiscale e previdenziale. Per avviare con successo le attività sopracitate è consigliabile redigere un piano editoriale a supporto della propria presenza sui canali social, per assicurare la produzione e pubblicazione di contenuti in modo strutturato.

Alcune figure professionali emergenti includono il personal shopper digitale, che fornisce suggerimenti e consulenza agli utenti per gli acquisti online, e il content reviewer, ovvero chi produce resoconti e recensioni di prodotti e servizi. Prima di intraprendere queste attività è importante verificare la normativa di riferimento al fine di rispettare tutti gli adempimenti burocratici, amministrativi e fiscali richiesti per legge.

Secondo lavoro da casa: la normativa fiscale per le attività online, partita IVA e fatturazione elettronica

Gli aspetti fiscali assumono particolare rilevanza per le attività da aprire da casa attraverso Internet, in quanto determinano gli adempimenti cui è necessario ottemperare.

In linea generale, è richiesta l’apertura della partita IVA per qualsiasi attività commerciale, artistica o professionale che consenta di produrre proventi, anche se svolta online e prevalentemente da remoto. Non rientrano invece nel regime IVA i semplici hobby occasionali privi di finalità lucrative.

Una volta ottenuto il codice fiscale e la partita IVA tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate (sempre consultabili gratuitamente come descritto nel nostro articolo “come trovare una partita IVA“), si deve procedere alla registrazione sul Sistema di Interscambio (SdI), abilitando i servizi di fatturazione elettronica. Quest’ultima prevede l’emissione, la trasmissione e la conservazione in formato XML delle fatture attraverso un software certificato.

Presentando le caratteristiche di accuratezza e tracciabilità dei dati, la fatturazione elettronica è ormai obbligatoria per legge per la generalità dei soggetti IVA al fine di garantire la trasparenza fiscale. È importante che il regime fiscale scelto per le attività online sia compatibile con il carico di lavoro previsto e con i redditi stimati, per evitare di incorrere in sanzioni in sede di dichiarazione dei redditi.

Tra gli adempimenti periodici rientrano anche la liquidazione dell’IVA con modello F24 e la presentazione della dichiarazione dei redditi, operazioni per le quali è possibile avvalersi del supporto di commercialisti ed esperti contabili. Alcune forme giuridiche, come la disciplina del lavoro autonomo occasionale, consentono di fatturare sotto determinate soglie di compenso annuo senza dover aprire la partita IVA, semplificando gli oneri amministrativi.

Processo di budgeting: l’importanza di una corretta pianificazione strategica

Il processo di budgeting ricopre un ruolo fondamentale all’interno della pianificazione strategica di un’azienda. Esso permette di tradurre in modo pragmatico la visione e gli obiettivi di medio-lungo periodo in target operativi e finanziari annuali, verificandone la coerenza. Attraverso il budgeting, la direzione può stimolare la partecipazione trasversale di tutte le funzioni aziendali, chiamate a declinare gli obiettivi strategici in termini propri. Questo consente da un lato di coinvolgere l’intera organizzazione nel raggiungimento degli scopi, dall’altro di responsabilizzare ciascun centro di costo.

Il processo budgetario permette inoltre di testare anticipatamente l’impatto di nuove iniziative strategiche sulla performance economico-finanziaria, come investimenti, aperture di nuovi business, partnership. Ciò consente di valutarne con accuratezza i pro e i contro prima ancora di implementarle concretamente.

Monitorando periodicamente l’andamento gestionale rispetto al budget, la direzione può inoltre cogliere tempestivamente scostamenti e apportare correttivi al piano, se necessario. Così come può valutare sin da subito gli effetti di mutamenti esterni, ad esempio modifiche normative o andamento di mercato.

Sulla base dei risultati conseguiti e dell’esperienza maturata, grazie al budgeting è possibile aggiornare la strategia aziendale, delineando anche possibili scenari futuri. Si comprende quindi come questo strumento rivesta un ruolo determinante nel gestire efficacemente le dinamiche competitive.

Processo di budgeting: Cos’è e quali sono le sue funzioni principali

Il budget può essere definito come lo strumento attraverso il quale l’azienda pianifica preventivamente i risultati finanziari e operativi attesi per il periodo oggetto di analisi. Nello specifico, il budget è un documento contabile programmatico, stilato generalmente su base annuale, che prevede i valori target di conto economico, stato patrimoniale e rendiconto finanziario suddivisi per centri di costo e responsabilità.

I principali obiettivi che il processo di budgeting intende perseguire all’interno di un’impresa sono essenzialmente tre:

  1. Funzione di pianificazione e coordinamento, fissando gli obiettivi operativi, commerciali e finanziari da raggiungere tramite il piano di fare impresa;
  2. Funzione di controllo, verificando periodicamente l’andamento della gestione effettiva rispetto alle previsioni;
  3. Funzione di motivazione, coinvolgendo tutta l’organizzazione nel raggiungimento degli scopi aziendali predefiniti.

Si può affermare che il budget costituisca una vera e propria “bussola strategica” per indirizzare al meglio nel tempo le performance dell’azienda.

Processo di budgeting

Il budget può anche influenzare le decisioni strategiche di un’azienda in diversi modi:

  • Stimola la definizione di obiettivi coerenti con la strategia definita, verificandone periodicamente l’allineamento.
  • Fornisce indicazioni utili su eventuali scostamenti tra risultati attesi e consuntivati, facilitando scelte correttive.
  • Permette di testare preventivamente l’impatto economico-finanziario di nuovi progetti e investimenti strategici.
  • Integra la pianificazione operativa con quella patrimoniale e finanziaria, valorizzando le sinergie.
  • Responsabilizza tutta l’organizzazione al raggiungimento degli obiettivi di medio periodo.
  • Favorisce un approccio predittivo basato su scenari alternativi, anziché reattivo.
  • Supporta processi decisionali strategici come diversificazione, turnaround, ristrutturazioni.

Grazie al budget l’azienda giunge a definire un piano d’azione coerente e misurabile nel tempo, adattandolo prontamente ai cambiamenti di contesto. Questo facilita l’approntamento di manovre strategiche tempestive ed efficaci.

Processo di budgeting fasi: Gli step del processo e l’importanza della pianificazione strategica

La stesura di un processo di budgeting efficace deve basarsi su una metodologia strutturata, costituita da differenti fasi complementari:

  1. Analisi del contesto competitivo, di mercato e normativo, considerando elementi come andamento economico e settoriale, evoluzione della fatturazione elettronica, etc.
  2. Revisione della mission e della vision aziendale, aggiornando gli obiettivi strategici coerenti con trends macroeconomici.
  3. Predisposizione del business plan di medio-lungo periodo contenente la strategia selezionata, i pilastri della politica commerciale e gli investimenti chiave.
  4. Individuazione dei centri di responsabilità e traduzione operativa degli obiettivi generali in target specifici misurabili.
  5. Comunicazione del budget all’interno dell’organizzazione per stimolare la partecipazione trasversale.
  6. Controllo periodico dell’andamento, analizzando scostamenti e predisponendo azioni correttive.

L’importanza di avviare il budgeting da una corretta pianificazione strategica risiede nella capacità di fissare obiettivi armonizzati e raggiungibili, allineando operatività e direttrice evolutiva di medio periodo dell’impresa.