Fondo transizione industriale: cos’è, come funziona e quali sono i requisiti di ammissione
Il Fondo transizione industriale rappresenta uno strumento fondamentale per supportare i processi di ammodernamento e sostenibilità del tessuto produttivo italiano. Gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico, il Fondo mette a disposizione delle imprese manifatturiere risorse economiche rilevanti per intraprendere quei cospicui investimenti pluriennali necessari a ridisegnare i modelli produttivi in un’ottica di eco-compatibilità.
Parliamo di progetti altamente innovativi e complessi dal punto di vista tecnologico-industriale, finalizzati a innalzare gli standard di efficienza energetica, adottare soluzioni per l’economia circolare, utilizzare nuovi materiali ecocompatibili, ridurre le emissioni inquinanti. Interventi strutturali di questa portata richiedono ingenti capitali che poche imprese potrebbero sostenere con mezzi propri.
Il Fondo per la transizione industriale si rivela dunque uno strumento imprescindibile per agevolare concretamente la sostenibilità del settore manifatturiero nazionale, fornendo un adeguato supporto finanziario sia nella forma di finanziamenti a tasso agevolato che sotto forma di contributi a fondo perduto. Ciò consente alle aziende industriali di affrontare con maggiori risorse e tempistiche più efficienti la duplice sfida della riconversione ecologica dei processi e del rilancio competitivo sui mercati internazionali.
Fondo transizione industriale: cos’è, obiettivi generali e le finalità
Il Fondo per la transizione industriale è uno strumento gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico al fine di promuovere e supportare i processi di ristrutturazione e riconversione del tessuto produttivo manifatturiero nazionale verso un modello di sviluppo economico più sostenibile ed eco-compatibile.
Istituito in attuazione dell’articolo 37-decies del decreto-legge n.34/2020, il Fondo consente il finanziamento agevolato di ingenti investimenti pluriennali delle imprese volti alla transizione del proprio apparato industriale verso tecnologie e modelli produttivi a minor impatto ambientale, in un’ottica di economia circolare.
Gli obiettivi perseguiti sono principalmente l’aumento dell’efficienza energetica dei processi, la riduzione dell’impronta carbonica, il riutilizzo e riciclo intelligente delle risorse, la sostituzione dei cicli produttivi più vetusti e inquinanti con nuove soluzioni green based. Ciò al fine di accelerare la riconfigurazione dell’industria manifatturiera italiana secondo parametri di eco-sostenibilità e compatibilità ambientale.
Fondo per la transizione industriale: modalità di accesso e requisiti
Per poter accedere alle risorse del Fondo transizione industriale, le imprese devono presentare dei progetti di investimento che rispettino alcuni requisiti chiave:
- Gli investimenti proposti devono riguardare la riconversione dei processi produttivi verso soluzioni a minor impatto ambientale, nel rispetto dei criteri di economia circolare.
- L’investimento complessivo ammissibile non può essere inferiore a 30 milioni di euro e deve essere realizzato entro 18 mesi dalla data di concessione del finanziamento.
- Le imprese devono avere sede legale in Italia, almeno 250 dipendenti e un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro.
- Le agevolazioni prevedono un mix di finanziamenti a tasso agevolato e contributi a fondo perduto. Tutti devono essere in misura compatibile con le norme UE sugli aiuti di stato.
- È necessario presentare una dettagliata relazione illustrativa del progetto e dei suoi impatti in termini di sostenibilità.
- Sono valutati positivamente gli investimenti in sinergia con attività di R&S e con altre imprese del territorio.
Fondo per il sostegno alla transizione industriale: Modalità di accesso e requisiti
Il Fondo per la transizione industriale mette a disposizione delle imprese due distinte tipologie di agevolazioni: finanziamenti a tasso agevolato e contributi a fondo perduto. I finanziamenti prevedono la concessione di prestiti, da parte di banche e intermediari finanziari accreditati, per una quota fino al 50% dell’investimento ammissibile. Questi sono da restituire in un arco di tempo massimo di 15 anni. I contributi a fondo perduto sono invece erogati direttamente dallo Stato. Servono a coprire fino al 25% dell’investimento, in conformità alla normativa europea sugli aiuti di Stato. Sono ammissibili le spese relative a impianti, macchinari e attrezzature, programmi informatici, opere murarie e impiantistiche, investimenti immateriali, attività di R&S.
La procedura prevede la presentazione di una dettagliata relazione di progetto, documentazione contabile societaria e certificazioni attestanti il rispetto dei requisiti dimensionali. L’accesso è garantito a imprese di capitali con unità produttiva nazionale. Queste devono avere un organico medio dei 250 dipendenti e fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro negli ultimi due esercizi.