Buoni spesa dipendenti: benefici fiscali per lavoratori e datori di lavoro
Oggi, i buoni spesa dipendenti possono essere considerati uno strumento particolarmente ingegnoso per incrementare il fatturato aziendale. Può sembrare controintuitivo, ma aumentare la soddisfazione dei lavoratori attraverso questi benefit motiva i dipendenti a dare il massimo in termini di produttività e qualità del lavoro. Una forza lavoro soddisfatta produce risultati migliori che, inevitabilmente, si riflettono sull’andamento degli affari.
Infatti, un maggior numero di commesse elaborate e consolidati standard qualitativi consentono di emettere una mole più cospicua di fatture elettroniche e, di conseguenza, fatturare importi superiori. Ma non solo: i buoni spesa si rivelano fondamentali anche per fidelizzare i dipendenti all’azienda, generando un minor turnover che garantisce continuità operativa.
Bisogna inoltre considerare i notevoli benefici fiscali riconosciuti sia ai lavoratori che alle aziende. Per queste ultime, la totale deducibilità delle spese sostenute per il welfare aziendale, unitamente alla possibilità di detrarre l’IVA per alcune fattispecie, abbattono i costi legati all’erogazione dei buoni. Ciò consente di migliorare i margini reddituali e di risparmiare risorse da reinvestire nello sviluppo del business.
Appare dunque sempre più evidente come i buoni spesa dipendenti costituiscano non solo uno strumento di rewarding per i collaboratori, ma anche un’opportunità di ottimizzazione dei profitti mediante un accrescimento organico e sostenibile del fatturato. Un approccio manageriale lungimirante non può oggi prescindere dall’attenzione al welfare aziendale.
Buoni spesa dipendenti: i vantaggi fiscali per il lavoratore
I buoni spesa dipendenti rappresentano uno strumento di welfare aziendale molto diffuso in Italia grazie ai consistenti vantaggi fiscali per il lavoratore. I buoni acquisto rientrano nella categoria dei compensi in natura, ossia fringe benefit, che il datore di lavoro può corrispondere al dipendente e che costituiscono un costo deducibile per l’azienda. Come stabilito dall’art.51 del TUIR, fino a 258,23 euro annualmente il loro valore non concorre a formare il reddito imponibile. Per il 2024, secondo la Legge di Bilancio n. 213/2023, tali soglie esentasse sono state innalzate a 2.000 euro per chi ha figli a carico e 1.000 euro per gli altri dipendenti.
I buoni sono erogati tramite “documenti di legittimazione” e ai sensi del comma 3-bis dell’art.51 TUIR non sono soggetti a contribuzione fiscale e previdenziale. Il loro importo è indicato in busta paga come “dato figurativo” esente da IRPEF e addizionali. Tra i vantaggi per il dipendente vi è l’aumento del potere d’acquisto grazie a uno strumento che va incontro a ogni tipologia di lavoratore. Inoltre, i buoni multibrand possono essere utilizzati in circa 27.000 punti vendita di vari settori, risultando semplici da usare sia per lo shopping che per la spesa o il rifornimento di carburante. Tale versatilità li rende ideali per soddisfare le più svariate esigenze del singolo.
I buoni acquisto motivano inoltre il lavoratore incentivando la produttività e fidelizzandolo all’azienda, che mostra di pensare al suo benessere in modo concreto. Rappresentano quindi uno strumento importante anche in termini di employee retention. I buoni spesa possono risultare particolarmente vantaggiosi anche per le small business, che con questo strumento possono offrire benefit al personale nonostante risorse limitate.
Buoni spesa per dipendenti: i vantaggi fiscali per le aziende
I buoni spesa dipendenti rappresentano uno strumento di welfare aziendale di notevole interesse non solo per i lavoratori ma anche per le imprese, che possono beneficiare di consistenti agevolazioni fiscali.
Secondo quanto stabilito dall’art. 95 del DPR n. 917/1986, le spese sostenute dal datore di lavoro per l’erogazione dei buoni acquisto sono integralmente deducibili in quanto riconducibili alle spese connesse al lavoro dipendente. Tale deducibilità si applica sia nell’ambito di un piano di welfare aziendale che in caso di erogazione diretta, ad esempio come regalo natalizio.
I buoni possono essere assegnati sia in virtù di un accordo sindacale che unilateralmente, su iniziativa volontaria dell’azienda. Rappresentano inoltre uno strumento conveniente per remunerare gli agenti commerciali al raggiungimento di obiettivi di vendita o per fidelizzare aziende partner come distributori e clienti.
La deducibilità riguarda anche l’ipotesi di erogazione a titolo di premio per traguardi conseguiti. Inoltre, i buoni possono essere usati come omaggi promozionali, rientrando tra le spese di rappresentanza deducibili a condizione che rispondano a requisiti di inerenza quali la finalità gratuita e di pubbliche relazioni.
Le spese di rappresentanza sono commisurate in percentuale ai ricavi dell’impresa e sono deducibili nell’intero ammontare quelle relative a beni omaggio di valore unitario non superiore ai 50 euro. Riguardo l’IVA, invece, essa è indetraibile sulle spese di rappresentanza, salvo i beni omaggio di valore sotto i 50 euro. I buoni acquisto si rivelano quindi uno strumento fiscalmente vantaggioso non solo per remunerare e fidelizzare i dipendenti ma anche per promuovere la vision aziendale nei confronti di clienti e stakeholder esterni attraverso omaggi e campagne marketing.