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Proroga esterometro 2022: slitta l’abrogazione

Proroga esterometro 2022 datata 1° luglio. L’anno passato era circolata comunicazione che l’abrogazione doveva entrare in vigore a partire dal 1° gennaio 2022. Nuove comunicazioni hanno smentito definitivamente quanto preventivano nel 2021. Infatti, fino al 30 giugno 2022 tutti i dati relativi alle operazioni transnazionali effettuate dai soggetti passivi IVA, residenti o stabiliti in Italia, devono continuare a essere comunicati ogni tre mesi ad Agenzia delle entrate. La situazione cambio invece dal 1° luglio, quando la comunicazione dei dati ad Agenzia delle Entrate (AdE) dovrà usare obbligatoriamente il Sistema di Interscambio e utilizzare il formato della classica fattura elettronica.

Proroga esterometro 2022: legge di conversione del decreto Fisco-Lavoro (D.L. n. 146/2021)

La Legge di Bilancio 2018 ha introdotto l’obbligo a carico dei soggetti passivi IVA la trasmissione dei dati relativi alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi transfrontaliere. In altre parole, l’esterometro. I soggetti obbligati a tale adempimento sono tutti quelli residenti o stabiliti nel territorio italiano. Le operazioni soggette a comunicazione sono tutte quelle rese o ricevute da soggetti non residenti o stabiliti su territorio dello Stato. La periodicità della comunicazione ha cadenza trimestrale.

Scadenza esterometro

Riassumendo schematicamente le scadenze previste per la comunicazione dell’esterometro, troviamo:

  1. Gennaio, febbraio, marzo – 30 aprile 2021
  2. Aprile, maggio, giugno – 2 agosto 2021
  3. Luglio, agosto, settembre – 2 novembre 2021
  4. Ottobre, novembre, dicembre – 31 gennaio 2022

Agenzia delle entrate esterometro: operazioni escluse

La comunicazione dei dati transnazionali non è obbligatoria per le seguenti operazioni:

Proroga esterometro 2022

Proroga esterometro 2022: cosa cambia

La Legge di Bilancio 2021 prevedeva un cambiamento delle precedenti disposizioni. Dal 1° gennaio 2022 la comunicazione dell’esterometro doveva avvenire attraverso il Sistema di Interscambio, secondo formato di fattura elettronica.

In particolare:

  • per le operazioni svolte nei confronti di soggetti non residenti o non stabiliti sul territorio dello Stato, la comunicazione doveva avvenire entro 12 giorni dal momento dell’operazione stessa;
  • per le operazioni ricevute da soggetti non residenti o non stabiliti sul territorio dello Stato, doveva essere effettuata entro il 15° giorno del mese successivo a quello di ricevimento del documento comprovante l’operazione o di effettuazione della stessa.

La proroga esterometro 2022 slitta però al 1° Luglio. Questo significa che per Operazioni transnazionali effettuate fino al 30 giugno 2022, i dati devono essere comunicati sempre trimestralmente ad Agenzia delle Entrate. Rimangono come sempre escluse tutte le operazioni per le quali siano state emesse bollette doganali, oppure ricevuta una fattura elettronica.

Proroga esterometro: cosa succede dal 1° luglio in poi

Dal 1à luglio 2022 tutti i dati relativi alle operazioni transnazionali potranno essere trasmessi esclusivamente attraverso il Sistema di Interscambio. Il formato utilizzabile sarà solamente quello XML, lo stesso utilizzato per le fatture elettroniche. Alcune specifiche per la compilazione corretta e l’invio delle comunicazioni:

  1. Il campo destinatario deve essere compilato con “XXXXXXX” (7 volte la lettera “X”) per quanto riguarda le fatture attive;
  2. per le fatture passive, vale a dire quelle ricevute dai fornitori esterni, il documento da generare è quello di tipo TD17, TD18 e TD19, da trasmettere al Sistema di Interscambio.

L’abrogazione quindi è rimandata ancora una volta. Dal 1° luglio per le operazioni transfrontaliere di:

  • cessioni di beni
  • e prestazioni di servizi effettuate (e ricevute)
  • nei confronti di soggetti al di fuori del territorio dello Stato

per le quali è prevista l’emissione di fattura, diventa quindi obbligatoria la trasmissione tramite Sistema di Interscambio (già previsto in Italia per le fatture elettroniche).

Per le operazioni che prevedono emissione di una bolletta doganale, o per quelle per le quali sono emesse o ricevute fatture elettroniche, la trasmissione telematica è effettuata trimestralmente entro la fine del mese successivo al trimestre di riferimento.

Agevolazioni imprese: cosa prevede il Decreto attuativo

Il 2 febbraio 2022 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Mise del 19-11-2021. Il DM stabilisce le disposizioni per l’attuazione dell’art. 1 relativo ai commi dal 109 al 112 della Legge di bilancio 2021. In particolare riguarda le agevolazioni imprese creative, sia piccole che medie, e individua la ripartizione della dotazione finanziaria del Fondo.

Agevolazioni nuove imprese: cosa stabilisce il decreto

Il decreto attuativo, in merito al Fondo per piccole e medie imprese creative, ha individuato:

  • ripartizione finanziaria del Fondo
  • codici Ateco per le imprese del settore creativo
  • modalità e criteri di concessione delle agevolazioni imprese
  • iniziative ammissibili alle forme di aiuto
  • ulteriori forme d’intervento del Fondo

La disciplina del decreto

In modo particolare il Decreto attuativo, suddiviso in diversi capitoli, stabilisce la disciplina inerente alla creazione, lo sviluppo, la dotazione finanziaria e l’acquisizione di servizi specialistici delle imprese creative.

Al Capo II troviamo, infatti, la normativa relativa alla nascita, allo sviluppo e al consolidamento delle imprese creative in relazione ai programmi di:

  • investimento da parte delle singole imprese creative
  • investimento da parte d’imprese creative in collaborazioni con altre imprese creative e non
  • investimenti nel capitale di rischio delle imprese creative, a beneficio esclusivo di quelle che costituiscono start-up innovative e PMI innovative

Al Capo III invece è normata la situazione relativa ai voucher per l’acquisizione dei servizi specialistici erogati da imprese creative. Inoltre sono presi in considerazione gli interventi per la promozione della collaborazione tra imprese creative e soggetti operanti in altri settori, sostenendo l’acquisizione di servizi specialistici.

Capo IV, analizza tutte le modalità di agevolazioni imprese relative ai paragrafi precedenti.

Al Capo V, infine, sono normate altre formule di sostegno all’intero sistema imprenditoriale creativo.

Agevolazioni imprese: la ripartizione della dotazione finanziaria

La dotazione finanziaria prevista dal Fondo per ciascun anno, 2021 e 2022, ammonta a 20 milioni di euro. La ripartizione prevista è la seguente:

  • 28.000.000,00 euro per ogni intervento previsto al Capo II
  • 10.000.000,00 euro per gli interventi relativi al Capo III
  • 2.000.000,00 euro per i sistemi previsti al Capo V

La concessione dell’erogazione dei fondi è quindi subordinata a un’accettazione preventiva sottoposta a una procedura valutativa con procedimento a sportello.

Per ottenere le agevolazioni imprese previste al Capo II e III, le domande devono essere inoltrate seguendo le regole stabilite da diversi provvedimenti del Ministero. Regole che prevedono, eventuali concorsi finanziari delle regioni, specifici ambiti settoriali, di filiera o tecnologici.

I finanziamenti agevolati imprese sono gestiti direttamente dall’Agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.a., Invitalia.

Agevolazioni imprese

Impresa Creativa: definizione

Il Decreto Ministeriale definisce impresa creativa:

“l’impresa operante nel settore creativo la cui attività, come risultante dal registro delle imprese, è individuata da uno dei codici ATECO elencati all’allegato 1”

Per meglio capire e identificare tale imprese, riportiamo anche alcuni codici Ateco dell’elenco proposto nel Decreto:

  • 15.12.09 Fabbricazione di altri articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria
  • 16.10.00 Taglio e piallatura del legno
  •  16.2 Fabbricazione di prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio
  • 16.29.19 Fabbricazione di altri prodotti vari in legno (esclusi i mobili)
  • 16.29.20 Fabbricazione dei prodotti della lavorazione del sughero
  •  16.29.30 Fabbricazione di articoli in paglia e materiali da intreccio
  •  16.29.40 Laboratori di corniciai
  • 17.29 Fabbricazione di altri articoli di carta e cartone
  • 18.1 Stampa e servizi connessi alla stampa
  • 18.13 Lavorazioni preliminari alla stampa e ai media
  • 18.14 Legatoria e servizi connessi
  •  18.20 Stampa e riproduzione di supporti registrati
  • 23.19.20 Lavorazione di vetro a mano e a soffio artistico
  •  23.41.00 Fabbricazione di prodotti in ceramica per usi domestici e ornamentali
  • 23.49.00 Fabbricazione di altri prodotti in ceramica

Per l’elenco completo è possibile consultare il seguente link.

Gli incentivi per le piccole e medie imprese sono, ormai, all’ordine del giorno e la classe politica prende sempre in seria considerazione tali misure, anche per fini propagandistici. In particolare, come abbiamo potuto vedere con questo Decreto attuativo, i settori maggiormente interessati dalle agevolazioni, sono proprio quelli relativi all’innovazione tecnologica. Un campo diventato quindi indispensabile ed essenziale per l’intera struttura socio-economica del paese.

IVA prima casa: AdE chiarisce le novità per gli under 36

Nell’articolo precedente: “Esenzione iva per i servizi anti Covid” abbiamo visto come la Legge di Bilancio 2021 avesse introdotto delle importanti novità in materia di esenzione iva per i servizi anti Covid-19. Oggi, vogliamo invece affrontare un altro importante argomento che riguarda l’IVA prima casa e le novità previste dalla nuova Legge di bilancio 2022. Novità che riguardano l’acquisto della prima casa da parte degli under 36. Il decreto sostegni bis ha introdotto delle agevolazioni relative all’imposta sul valore aggiunto nel caso di compravendite d’immobili. La Legge di Bilancio 2022 ha previsto che, per gli atti soggetti a IVA, il credito d’imposta sia dello stesso importo del tributo corrisposto. Agenzia delle Entrate chiarisce l’argomento con la circolare numero 3 del 4 febbraio.

IVA prima casa: contenuto della circolare numero 3 del 4 Febbraio

La circolare numero 3 del 4 febbraio 2022 ha chiarito alcuni importanti argomenti, quale, ad esempio, l’IVA prima casa under 36. Il documento riassume brevemente il contenuto della Legge di Bilancio 2022. È poi prevista un’IVA agevolata e ridotta al 5% sulle forniture gas metano destinato a usi civili e industriali, per i primi tre mesi dell’anno in corso (2022).

Senza contare che la circolare riporta anche chiarimenti sulle novità per quanto riguarda la sospensione dei versamenti delle imposte dovute dagli enti sportivi (come abbiamo visto nell’articolo: “LIPE: istruzioni di compilazione per il 2022”) e l’applicazione dell’IVA al 5% sulla vendita degli assorbenti e, infine, delucidazioni sull’imposta di bollo.

Quello che interessa, con questo articolo, è prendere in esame le agevolazioni acquisto prima casa per i giovani sotto i 36 anni. Anche questa novità è introdotta dal decreto Sostegni Bis.

Bonus prima casa

La Legge di Bilancio 2022 ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 il bonus prima casa. In sostanza questo prevede che i giovani sotto i 36 anni di età, con un ISEE non superiore ai 40.000€, possono acquistare la prima casa sfruttando le agevolazioni previste dal decreto.

È il punto 3.2 a trattare l’argomento: “Proroga agevolazioni prima casa under 36 (comma 151)”

IVA prima casa

IVA prima casa: cosa prevede il bonus nello specifico

L’articolo 1 al comma 151 della Legge di Bilancio, prevede la proroga delle agevolazioni sull’acquisto prima casa da parte dei giovani under 36. Per accedere al bonus e usufruire delle agevolazioni, i requisiti da rispettare sono sempre gli stessi:

  1. non avere ancora compiuto i 36 anni di età nell’anno in cui l’atto di compravendita è rogitato
  2. avere un ISEE non superiore ai 40.000€ annui
  3. la compravendita deve riguardare solo l’acquisto della prima casa
  4. l’atto deve quindi rispettare quanto previsto nelle condizioni indicate dalla Nota II-bis all’articolo 1 della Tariffa, parte I, allegata al TUR, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131.

In alternativa all’esenzione è prevista un’agevolazione anche per gli atti soggetti a IVA. Questo vale al momento del rogito per il pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale.

Per essere più chiari, i soggetti hanno diritto a un credito d’imposta pari all’ammontare del tributo corrisposto in relazione all’acquisto. La circolare numero 3 del 4 febbraio 2022 specifica inoltre:

“Tale credito può essere portato in diminuzione dalle imposte di registro, ipotecaria, catastale, sulle successioni e donazioni dovute per successivi atti e denunce ovvero dalle imposte sui redditi delle persone fisiche risultanti dalla dichiarazione presentata dopo il perfezionamento dell’acquisto oppure in compensazione tramite F24.”

È prevista anche l’esenzione dell’imposta sostitutiva ex articolo 18 del DPR numero 601 del 1973, per i finanziamenti erogati per l’acquisto, costruzione e ristrutturazione dell’immobile a uso abitativo. Per quanto riguarda i requisiti, si tratta sempre dei medesimi che devono essere rispettati.

Esenzione iva per i servizi anti Covid

L’esenzione IVA per i servizi anti Covid è prevista per tutta una serie di misure atte a prevenire e controllare la diffusione della pandemia. Effettuazione dei tamponi e somministrazione dei vaccini prima di tutto, servizi e prestazioni strettamente connesse alla diagnostica per Covid-19. Agenzia delle entrate ha specificato le varie configurazioni all’interno della risposta all’Interpello numero 81 del 9 febbraio 2022. Servizi e prestazioni che possono usufruire dell’esenzione IVA proprio come previsto dalla Legge di bilancio 2021. L’agevolazione è applicata a tutti i beni e i servizi che rientrano nel lasso di tempo compreso tra il 1° gennaio 2021 fino al 31 dicembre 2022.

Esenzione IVA servizi anti Covid-19: il caso analizzato

Nella Legge di bilancio 2021, all’articolo 1 comma 452 e 453 è prevista un’esenzione IVA per servizi e beni anti Covid-19. L’Interpello n°81 del 9 febbraio di quest’anno, ha posto un quesito molto importante e interessante ad Agenzia delle entrate. Il problema riguardava una certa società di noleggio di tende e accessori che si è trovata, in periodo di pandemia, a locare accessori, tende, impianti di condizionamento e riscaldamento a una fondazione dove vengono effettuati tamponi e somministrati vaccini con modalità drive-in.

La fondazione, a sua volta, ha concesso, in comodato d’uso gratuito, tutti i beni locati a un’azienda socio sanitaria territoriale. Lo scopo della fondazione è quello di “offrire al territorio un efficace presidio Covid-19 per il periodo di tempo in cui è possibile prevedere una recrudescenza del fenomeno epidemico.”

A questo punto è sorto un dubbio sulla corretta tassazione IVA da applicare alle cessioni dei beni e dei servizi utilizzati per contrastare la diffusione della pandemia.

Direttive europee

Le esenzioni IVA predisposte da AdE riguardano le cessioni di strumentazioni per diagnostica in vitro e di vaccini anti Covid-19, oltre che hai servizi strettamente connessi a queste cessioni particolari.

I periodi agevolati sono i seguenti:

  • dal 1° gennaio 2021 al 31 dicembre 2022 per tutti i beni e servizi che rientrano nel comma 452
  • dal 20 dicembre 2020 per quelli che invece rientrano nel comma 453

Per definire i beni e i servizi in questione, nonché i periodi di riferimento e la tipologia di agevolazioni, AdE ha richiamato la direttiva UE 2020 del 2020 del Consiglio del 7 dicembre 2020 (direttiva Covid). Una direttiva che aveva apportato delle modifiche alla precedente, denominata “direttiva IVA”. In sostanza le modifiche apportate sono quelle che prevedono la possibilità di ridurre l’imposta dell’Iva su alcuni beni e servizi specifici.

Il documento cita:

“Si tratta in particolare di prestazioni di servizi “strettamente connesse” (rectius indispensabili) a tali dispositivi e vaccini anti-Covid senza le quali diventa difficile per uno Stato membro assicurare una capillare ed efficace campagna di prevenzione/diagnosi e vaccinale a costi sostenibili.”

Esenzione iva

IVA da applicare ai servizi anti Covid-19

Oltre alla risposta all’Interpello n° 81, Agenzia delle Entrate fa riferimento anche a una precedente risposta data all’interpello n°354 del 2021. Nel documento citato, AdE spiega che l’esenzione con il diritto alla detrazione, si applica solo alle prestazioni effettuate per i tamponi se strettamente connessi ai dispositivi in vitro.

Nel caso specifico, l’amministrazione finanziaria sottolinea che l’unica operazione rilevante ai fini IVA, è la locazione tra la società e la fondazione in questione. Questo significa che solo questa operazione di “noleggio” è passibile d’IVA. Di conseguenza, può beneficiare dell’esenzione IVA come beni connessi alla prevenzione e al controllo anti Covid-19. L’operazione successiva, vale a dire, la cessione dei beni all’azienda socio sanitaria territoriale, essendo a titolo gratuito, non è rilevante ai fini d’IVA. Quindi, come diretta conseguenza, non può certo beneficiare dell’esenzione dall’imposta sul valore aggiunto.

Per rispondere in modo esaustivo all’interpello, Agenzia delle Entrate, cita le seguenti risposte:

  • 354 del 2021
  • 541 del 2021
  • 548 del 2021
  • principio di diritto numero 12 del 2021

Esenzione IVA: la risposta definitiva di Agenzia delle Entrate

All’Interpello n° 81 del 9 febbraio 2022, Agenzia delle Entrate ha risposto, in via definitiva, come segue:

“si ritiene che le prestazioni di servizi indicate nel contratto oggetto del presente interpello – le uniche rilevanti ai fini IVA – possano beneficiare del particolare regime di esenzione in commento e quindi essere acquistati dalla Fondazione in esenzione da IVA, senza pregiudizio, in capo all’Istante, del diritto alla detrazione dell’imposta ai sensi dell’articolo 19, comma 1, del Decreto IVA.”

Fattura cointestata elettronica: più di un’eccezione!

La fattura cointestata elettronica è diventata, oggi, una realtà e non più un’eccezione. Capita sempre più spesso, infatti, che i contribuenti debbano confrontarsi con fatture elettroniche da cointestare a più soggetti diversi. Il caso nasce soprattutto per consulenze fiscali, o notarili, su comproprietà e interessi comuni. In questi casi infatti capita che il committente sia un soggetto pluripersonale con posizione tributaria autonoma (vale a dire, con partita IVA, oppure con codice fiscale). Il dubbio, quindi, nasce, per l’emissione della fattura elettronica che potrebbe essere cointestata verso uno o più cessionari e/o committenti. Vediamo quindi di capire meglio la situazione specifica.

Fattura elettronica cointestata: cosa prevede la norma

Nel DPR n°633/72 sono indicati gli elementi obbligatori che la fattura elettronica ordinaria deve riportare:

  1. a) data di emissione;
  2. b) numero progressivo che la identifichi in modo univoco;
  3. c) ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o domicilio del soggetto cedente o prestatore, del rappresentante fiscale nonché ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti non residenti;
  4. d) numero di partita IVA del soggetto cedente o prestatore;
  5. e) ditta, denominazione o ragione sociale, nome e cognome, residenza o domicilio del soggetto cessionario o committente, del rappresentante fiscale nonché ubicazione della stabile organizzazione per i soggetti non residenti;
  6. f) numero di partita IVA del soggetto cessionario o committente ovvero, in caso di soggetto passivo stabilito in un altro Stato membro dell’Unione europea, numero di identificazione IVA attribuito dallo Stato membro di stabilimento; nel caso in cui il cessionario o committente residente o domiciliato nel territorio dello Stato non agisce nell’esercizio d’impresa, arte o professione, codice fiscale;
  7. g) natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi formanti oggetto dell’operazione;

e ancora…

g-bis) data in cui è effettuata la cessione di beni o la prestazione di servizi ovvero data in cui é corrisposto in tutto o in parte il corrispettivo, sempreché tale data sia diversa dalla data di emissione della fattura;

  1. h) corrispettivi ed altri dati necessari per la determinazione della base imponibile, compresi quelli relativi ai beni ceduti a titolo di sconto, premio o abbuono di cui all’articolo 15, primo comma, n. 2;
  2. i) corrispettivi relativi agli altri beni ceduti a titolo di sconto, premio o abbuono;
  3. l) aliquota, ammontare dell’imposta e dell’imponibile con arrotondamento al centesimo di euro; …”

È evidente che emergono delle limitazioni per quanto riguarda la composizione plurima dei soggetti destinatari. In pratica Agenzia delle Entrate ammette il caso della fattura cointestata elettronica solo se il soggetto plurimo destinatario sia composto da privati (B2C) e non quando i soggetti sono titolari di partita IVA (B2B).

Fattura cointestata elettronica

Fattura cointestata elettronica: ecco come emetterla correttamente

In merito alla questione sulla possibilità di emettere una fattura cointestata elettronica, AdE si è espressa con la Risoluzione n° 87/E del 5 Luglio 2017.

In pratica non si ritiene plausibile la possibilità di emettere fattura cointestata elettronica in caso di cessionario/committente soggetto passivo IVA B2B. Invece, nel caso in cui il committente/cessionario sia un soggetto non passivo IVA, quindi un soggetto B2C, nella sezione identificativi fiscali devono essere. Riportati i dati di uno solo dei soggetti coinvolti.

Il Sistema di Interscambio non effettua, di conseguenza, controlli automatizzati sull’intestazione plurima delle fatture elettroniche. In generale quindi, è possibile concludere che è possibile emettere una fattura cointesta elettronica solo quando il committente/cessionario è un soggetto non passivo IVA e riportando solo i dati di un unico soggetto coinvolto nell’operazione.

Una soluzione sempre valida

In ogni caso, comunque, non esiste un formato specifico oppure delle indicazioni di ordine pratico da seguire da parte dell’Amministrazione Finanziaria, per emettere una fattura cointestata elettronica.

Non esistono delle indicazioni esatte, ma ugualmente si è andata delineando una procedura standard quando si presenta questa situazione specifica:

  • nel caso di soggetti plurimi B2B la fattura deve essere frazionata tra tutti gli interessati
  • uno dei componenti dei soggetti plurimi, deve essere indicato come destinatario della fattura. Tutti gli altri, devono essere indicati come cointestatari all’interno di uno degli altri campi non sottoposto al controllo automatizzato del Sistema di Interscambio.

In ogni caso, comunque, la fattura elettronica emessa, sarà ritenuta valida per l’Amministrazione finanziaria e, quindi, non potrà essere scartata dal Sistema di Interscambio.

LIPE: istruzioni di compilazione per il 2022

LIPE= liquidazioni periodiche IVA, per il 2022 Agenzia delle Entrate (AdE) aggiorna le istruzioni per la comunicazione dell’IVA trimestrale. Anche il software per la compilazione e il controllo delle comunicazioni subisce degli aggiornamenti sostanziali. Tra i vari aggiornamenti troviamo, ad esempio, la sospensione dei versamenti nel settore sport da gennaio ad aprile, prevista direttamente dalla Legge di Bilancio 2022.

Le federazioni sportive nazionali, devono indicare con il codice 2, l’accesso alla sospensione dei versamenti IVA. La sospensione è ideata e valida per tutte le federazioni sportive nazionali, gli enti di promozione sportiva e le associazioni e società dilettantistiche e professionali. Quindi, aggiornamenti LIPE e nuove specifiche tecniche.

LIPE: nuove specifiche tecniche e sospensione versamenti settore sport

Abbiamo quindi detto che per le seguenti categorie:

  • federazioni sportive nazionali
  • enti di promozione sportiva
  • associazioni e società dilettantistiche e professionali

La Legge di bilancio 2022 ha previsto delle sospensioni dei versamenti per:

  • somme dovute a titolo di ritenute alla fonte dei sostituti d’imposta
  • contributi previdenziali
  • contributi assistenziali
  • IVA
  • Imposte sui redditi

Questo significa che i pagamenti relativi ai mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile rimangono congelati.  Agenzia delle Entrate (AdE) ha quindi aggiornato tempestivamente le istruzioni relative alla compilazione delle comunicazioni Iva tenendo conto dell’articolo 1, comma 923 lettera C della Legge n° 234/2021, al rigo VP1 nella casella relativa agli “Eventi eccezionali” debutta il codice 2.

Eventi Eccezionali si riferiscono a tutti i soggetti che hanno beneficiato di agevolazioni fiscali in materia di IVA che sono previste per chi ha subito calamità o altre tipologie di situazioni gravi.

LIPE

LIPE: disposizioni aggiornate da Agenzia delle Entrate

Riportiamo il dettaglio delle specifiche LIPE 2022 che Agenzia delle Entrate ha riportato direttamente sul proprio sito ufficiali:

“… Il codice 2 va indicato dalle Federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva e associazioni e società sportive professionistiche e dilettantistiche che hanno il domicilio fiscale, la sede legale o la sede operativa nel territorio dello Stato e operano nell’ambito di competizioni sportive in corso di svolgimento ai sensi del d.p.c.m. 24 ottobre 2020. Per tali soggetti l’articolo 1, comma 923, della legge n. 234 del 2021, ha sospeso i termini dei versamenti relativi all’imposta sul valore aggiunto in scadenza nei mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile 2022.”

Le modifiche adottate da AdE coinvolgono, di conseguenza, anche le specifiche tecniche per la compilazione della comunicazione delle liquidazioni IVA periodiche e i relativi software di compilazione e controllo. Gli aggiornamenti fanno riferimento al 10 febbraio 2022.

LIPE: sospensione versamenti IVA settore sport e competizioni in corso

Agenzia delle Entrate ha pubblicato le nuove indicazioni per la compilazione delle LIPE 2022 dopo la decisione di sospendere i versamenti IVA.

Le novità sono indicate nella circolare n°3/4 del 4 febbraio 2022. I primi soggetti che beneficiano delle sospensioni dei versamenti IVA sono, come abbiamo detto, le federazioni sportive nazionali, enti di promozione sportiva e associazioni e società sportive professionistiche e dilettantistiche. I soggetti devono avere il domicilio fiscale, la sede legale, oppure la sede operativa sul territorio dello stato e devono operare nell’ambito delle competizioni sportive, ancora in corso di svolgimento.

Non tutti i soggetti del mondo dello sport hanno accesso e diritto alla sospensione dei versamenti Iva previsti dalla Legge di Bilancio 2022. Anche le varie associazioni e federazioni sportive possono usufruire dell’agevolazione esclusivamente nell’ambito di attività e competizioni sportive ancora in corso di svolgimento. La competizione sportiva deve quindi essere in corso di svolgimento alla data del 1° gennaio 2022. La data è stata prevista direttamente nella Legge di Bilancio 2022.

Fattura elettronica europea: la proposta INT

L’INT – Istituto Nazionale Tributaristi ha inviato, alla Commissione Europea, un contributo sulla fattura elettronica europea. Le proposte sono contenute in un comunicato risalente a 10 giorni fa, esattamente il 7 febbraio 2022, dove l’INT chiede di semplificare l’iter per gli adempimenti d’imprese e contribuenti. È inoltre auspicata un omogeneità normativa in Unione Europea per quando riguarda IVA e fatturazione elettronica.

Fattura elettronica europea: in cosa consiste la proposta dell’INT

L’INT ha manifestato uno spiccato gradimento nei confronti del piano d’azione adottato dalla Commissione Europea e invita a non fermarsi e a implementare nuove attività. L’INT propone la fattura elettronica europea, sottolineando come questo strumento possa essere necessario ed efficace a combattere l’evasione fiscale.

Suggerisce alla Commissione di semplificare le procedure burocratiche a cui, imprese e contribuenti, devono adempiere. Le parole testuali dell’INT sono state:

“Semplificare i rapporti commerciali intracomunitari riducendo gli adempimenti burocratici.”

La Commissione deve lavorare per cercare di armonizzare il più possibile la normativa che vige nei vari paesi dell’UE relativa all’imposta sul valore aggiunto. Deve inoltre adoperarsi per semplificare al massimo gli adempimenti tra i paesi dell’Unione. I punti obbligatori, presi in esame, sono:

Fattura elettronica europea 2022: le parole del presidente Alemanno

Il presidente dell’INT, Riccardo Alemanno, si è espresso sull’argomento IVA e fattura elettronica europea:

“I sistemi digitali applicati alla fiscalità possono sicuramente avere grande efficacia sia in termini di lotta all’evasione sia di semplificazione. Occorre però che a monte dell’utilizzo di tali strumenti informatici si attui una politica di omogeneità delle norme all’interno dell’Unione europea, in particolare su aliquote IVA e fatturazione elettronica. Pertanto si è assolutamente d’accordo sull’introduzione di una partita IVA europea e si auspica che quanto prima si possa avere anche un’unica piattaforma digitale per la gestione degli scambi intracomunitari.”

Con queste parole, il presidente, ha voluto sottolineare che, grazie a un’auspicabile uniformità normativa, all’interno dell’UE, anche le operazioni commerciali, ne gioverebbero e migliorerebbero sicuramente.

Fattura elettronica europea

Modifiche che si ripercuoterebbero positivamente, anche su contribuenti e consumatori. Alemanno, infatti, sostiene che è necessario arrivare progressivamente ad aliquote armonizzate, così da evitare difformità negli scambi commerciali tra Paesi membri. Inoltre, propone e si augura, che l’obbligo della fatturazione elettronica potrebbe già adesso essere imposto a b2b  e b2c. Così facendo, molte procedure burocratiche che gravano sui consumatori, verrebbero snellite grandemente.

Per la precisione, le parole del Presidente sono state le seguenti:

“È evidente che l’introduzione di sistemi digitali in ambito fiscale possa produrre il massimo beneficio e apportare una semplificazione effettiva degli adempimenti, solo se le attuali normative saranno riformate e adattate all’era digitale. È necessario in ambito IVA arrivare gradualmente ad aliquote armonizzate per evitare difformità negli scambi commerciali dei Paesi membri e semplificarne gli aspetti burocratici e amministrativi. Nell’immediato si potrebbe già attuare l’obbligo di fatturazione elettronica b2b e b2c che, oltre a contribuire alla riduzione dell’evasione dell’IVA, semplificherebbero lo scambio di documentazione evitando una serie di adempimenti che attualmente gravano sulle attività produttive e conseguentemente sui consumatori.”

Fattura elettronica europea e sicurezza nella gestione dei dati

Argomento delicato e spinoso, è trattato con lungimiranza dal presidente Alemanno che esplicita la necessità di una revisione generale delle norme che regolano la privacy in ciascuno Stato membro. Un riesame che porterebbe anche a garantire una sicurezza digitale superiore ai contribuenti, attraverso l’applicazione di strumenti anti intrusione delle piattaforme digitali.

La Commissione Europea ha proposto al Parlamento Comunitario la redazione di una dichiarazione di diritti e principi che guidino in modo condiviso la trasformazione digitale all’interno dell’Unione europea. Alemanno si augura che questa “dichiarazione” possa trovare inserimento anche nel contesto degli scambi commerciali di beni e servizi. Solo così si potranno salvaguardare dati e privacy, senza aggravare ulteriormente gli adempimenti burocratici.

Infine il presidente ha sottolineato la necessità che il legislatore italiano renda al più presto operative le misure previste all’interno della Legge Delega della Riforma Fiscale.

Startup innovative e agevolazioni IVA

Le Startup innovative, hanno la possibilità di sfruttare una serie di agevolazioni IVA. I vantaggi fiscali a loro riservati sono molteplici: deduzioni e detrazioni per le imposte dirette IRPEF e IRES e benefici a livello d’imposte indirette. Le regole che disciplinano la costituzione delle startup innovative sono contenute nell’ articolo 25 del D.L. n. 179/2012  e con la  Legge n. 221/2012. Per incentivarne lo sviluppo, il legislatore ha previsto una serie di agevolazioni, tra le quali ritroviamo, appunto, quelle relative all’IVA. Vediamo di cosa si tratta.

Startup innovative agevolazioni

Tra le agevolazioni previste per le Startup innovative, ci sono quelle relative ai rimborsi annuali e alla compensazione dell’imposta sul valore aggiunto. Quando in dichiarazione IVA risulta un saldo a credito del contribuente, si prospettano tre diverse possibilità:

  1. richiesta di rimborso totale o parziale – solo se l’ammontare è superiore a euro 2.582,28 e se deriva da una delle seguenti situazioni:
  • cessazione attività
  • se l’aliquota media sugli acquisti e importazioni supera quella media sulle operazioni attive, aumentata del 10%
  • in presenza di operazioni non imponibili per esportazioni
  • presenza di acquisti di beni ammortizzabili
  • rimborsi Iva spettanti ai rappresentanti fiscali in Italia di società non residenti
  • esportazioni e cessioni intracomunitarie di prodotti soggetti ad accisa
  1. riporto all’anno successivo del credito utilizzabile nelle liquidazioni periodiche
  2. compensazione

La decisione può essere manifestata all’interno della dichiarazione IVA stessa. Rimborso o compensazione, invece, possono anche essere scelte durante l’anno attraverso i rimborsi infrannuali.

Il rimborso può essere richiesto e spetta solo se risultano eccedenze d’IVA detraibile, dalle dichiarazioni dei due anni precedenti.

Rimborso IVA: come funziona

Il rimborso IVA deve essere effettuato entro tre mesi dalla dichiarazione annuale. Esistono diverse modalità di rimborso a seconda degli importi da versare:

  • rimborsi inferiori o uguali a euro 30.000,00 – basta la dichiarazione annuale
  • rimborsi superiori a euro 30.000,00 – erogabili senza garanzia, a meno che il soggetto non rientri in casistiche particolari (come, ad esempio, per i soggetti che esercitano attività d’impresa da meno di due anni, o soggetti che presentano la dichiarazione annuale IVA senza visto di conformità o di sottoscrizione alternativa.)

Per ottenere il rimborso IVA, il soggetto deve apporre alla dichiarazione annuale il visto di conformità o la sottoscrizione. In alcuni casi particolari è poi necessario allegare anche una dichiarazione sostitutiva che attesta le precise condizioni.

Startup innovative e agevolazioni IVA

Per le Startup innovative, il limite di 5.000 euro è aumentato a 50.000 euro annui. Questo vale per tutti il periodo d’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle imprese. Lo stesso vale quando chiedono l’esonero dall’obbligo del visto di conformità, soprattutto quando è richiesta la compensazione dell’IVA.

Quindi, le Startup Innovative sono esonerate dall’obbligo di apposizione del visto di conformità per compensazione dei crediti IVA fino a 50.000 euro. Solo quando questa soglia viene superata, allora è dovuta l’apposizione del visto di conformità in dichiarazione IVA.

Startup innovative

Startup innovative agevolazioni

Vogliamo ricordare, brevemente anche tutte le altre agevolazioni di cui godono le Startup Innovative:

  • Costituzione digitale gratuita – possono quindi evitare la costituzione della società presso un notaio, grazie alla firma digitale.
  • Esonero da bollo e diritti – le Startup innovative devono iscriversi nella sezione speciale del registro delle imprese tenuto presso le Camere di Commercio. Questa registrazione consente loro di avere diritto all’esonero dall’applicazione dall’imposta di bollo.
  • Deroghe alla gestione ordinaria – con la formula giuridica di S.R.L., possono costituire categorie particolari di azioni.
  • Riporto delle perdite con disciplina derogatoria – nel caso si verificasse una diminuzione del capitale, di oltre un terzo, il tempo, entro il quale, devono provare che la perdita è diminuita è posticipato al secondo esercizio successivo.
  • Disciplina sulle società di comodo – alle start up innovative non può essere applicata la disciplina sulle società di comodo.
  • Disciplina del lavoro ad hoc – la costituzione dei contratti a tempo determinato, non può superare la soglia dei 36 mesi.
  • Strumenti di partecipazione al capitale – i collaboratori possono ricevere strumenti di partecipazione al capitale, quale forma di remunerazione. I fornitori esterni, invece, possono essere pagati attraverso work for equity.

Per concludere, si ricorda che le Startup Innovative sono società che non rientrano nel reddito imponibile, ma sono soggette solamente alla tassazione sul capital gain.

eIDAS: electronic IDentification, Authentication and trust Services

eIDAS, acronimo di electronic IDentification, Authentication and trust Services, è il Regolamento Europeo relativo all’identificazione elettronica e i servizi fiduciari per le transazioni elettroniche. Il Regolamento è nato nel 2014 con la legge UE n° 910/2014 presentata il 23 luglio dello stesso anno. Il 3 giugno del 2021, è stata presentata una proposta per il nuovo regolamento. Vediamo quali e quante novità ha introdotto.

eIDAS: cos’è e cosa disciplina

Lo scopo dell’eIDAS è quello di andare a individuare e disciplinare tutti gli strumenti elettronici necessari a identificare, autenticare e firmare i rapporti d’interoperabilità giuridica e tecnica tra i Paesi dell’UE. In pratica è uno strumento che mira a rafforzare il commercio elettronico tra i Paesi dell’Unione. Si tratta di una normativa applicabile direttamente da tutti gli stati membri, senza necessità di atti di recepimento nei singoli Stati.

eIDAS: com’è strutturato

Il Regolamento è suddiviso in quattro parti principali:

  • Definizioni
  • Identificazione e autenticazione elettronica – è un processo che utilizza i dati di autenticazione personale in forma elettronica per identificare univocamente una persona fisica e una persona giuridica. In Italia si utilizza il Sistema Pubblico d’Identità Digitale (SPID).
  • Firme elettroniche – nella nuova proposta del 2021, questa sezione non ha presentato delle significative modifiche. È confermato, ad esempio, il principio del non disconoscimento del documento informatico e delle firme elettroniche. In base a detto principio non può essere negata dignità e rilevanza giuridica a una firma elettronica, solo in ragione della sua forma, appunto elettronica. Rimangono invariate anche le definizioni di firma elettronica avanzata e firma elettronica qualificata. È introdotto, invece, il concetto di sigillo elettronico. Si tratta di un insieme di dati in forma elettronica acclusi o connessi tramite associazione logica, ad altri dati in forma elettronica, per garantirne la provenienza e l’integrità.
  • Servizi fiduciari o trust services – il nuovo regolamento introduce la valutazione temporale elettronica. In altre parole è un insieme di dati in forma elettronica che associano altri dati sempre in forma elettronica a una particolare ora e data. Tale associazione permette di provare che questi ultimi esistevano in quel preciso momento.

eIDAS

eIDAS: le novità

Il nuovo Regolamento presentato nel giugno dell’anno scorso, vuole definire un quadro di riferimento per un’identità digitale europea. Un obiettivo che sembra oggi essere più facile, grazie al portafoglio europeo d’identità digitali (cioè la carta d’identità digitale a portata di wallet). Un progetto ambizioso che tiene in considerazione anche un aspetto particolarmente delicato: la tutela dei dati personali. Un principio secondo il quale, salvo  il consenso dell’interessato, rimane vietato raccogliere o condividere le informazioni del soggetto.

Tra le novità introdotte troviamo anche quella relativa all’erogazione ai cittadini del servizio di wallet. È compito di ciascun stato erogare tale servizio, i forma gratuita, rilasciandolo direttamente, oppure delegando il compito a soggetti terzi. Queste novità hanno lo scopo di spingere gli Stati verso una maggiore digitalizzazione dei servizi pubblici e privati.

Infine, in materia di archiviazione elettronica sono introdotti i registri elettronici per un’archiviazione qualificata. La definizione dei registri trova molte analogie con la tecnologia dei registri distribuiti e della blockchian. Sono inoltre espressi anche i concetti relativi ai dispositivi per la creazione di firme e sigilli elettronici qualificati in modalità remota.

Società semplice: cos’è e come si costituisce

La società semplice è il modello base delle società di persone. Per oggetto può avere solo attività economiche lucrative non commerciali. È quindi usata, soprattutto, per le attività agricole, per la gestione dei patrimoni immobiliari, le attività di tempo libero, o altre forme con rischio d’impresa. I soci hanno una responsabilità illimitata e solidale per le obbligazioni societarie L’amministrazione societaria spetta a ciascun socio in modo disgiunto. Cerchiamo quindi di capire meglio cosa sono veramente le società semplici e come sono costituite.

Società semplice: ecco come costituirla

Per costituire una società semplice non occorre un atto costitutivo. Serve però almeno la forma scritta come specificato dall’articolo 1350 del Codice Civile, in caso di:

  • beni mobili
  • diritti reali immobiliari
  • conferimento del godimento dei beni a tempo indeterminato, o comunque superiore ai nove anni

La società va poi iscritta al Registro delle Imprese entro 30 giorni dall’espressione di volontà di avvio della società. L’iscrizione nel registro è fatta all’interno di un’apposita sezione priva di effetti giuridici. L’iscrizione serve solo a censire e certificare anagraficamente l’avvio della società, dandone pubblica notizia.

Non è richiesto capitale minimo. Per quanto riguarda il contratto ci sono alcune limitazioni relativamente all’oggetto sociale. Non potendo trattare attività economiche, le società semplici non producono reddito d’impresa. Nelle società semplici non sono nemmeno previste le assemblee dei soci. Per modifiche al contratto di società, all’atto costitutivo e ai patti societari, occorre il consenso di tutti i soci.

Non ci sono formalità obbligatorie richieste per la costituzione di una società semplice. Non serve nemmeno la redazione di un contratto scritto e non è necessaria l’esistenza di un capitale sociale minimo per l’avvio della società.

Società semplice

I soci

Per diventare socio occorre l’atto di conferimento. La legge inoltre stabilisce che il socio è obbligato a eseguire i conferimenti previsti nel contratto sociale. In questo genere di aggregazioni non esiste alcuna limitazione circa l’autonomia negoziale per il conferimento dei beni. Di conseguenza a un socio è possibile conferire qualunque bene o servizio, di qualsiasi entità, che occorra per il conseguimento dell’oggetto sociale. I conferimenti consistono in:

  • denaro
  • crediti
  • beni mobili
  • beni immobili
  • attività lavorativa in favore della società
  • aziende in proprietà o godimento, anche se gravate da debiti

Società semplice: tipologie e autonomia patrimoniale

La società semplice, di solito, è costituita per:

  • attività agricole
  • professioni intellettuali che vogliono prendere forma societaria
  • attività sportive dilettantistiche
  • gestione di proprietà immobiliari e mobiliari

Invece, per quanto riguarda l’autonomia patrimoniale è imperfetta. In altre parole, un eventuale creditore della società, potrà rivalersi non solo sul patrimonio sociale, ma anche su quello personale dei singoli soci. Il creditore può comunque aggredire il patrimonio del socio, solo in via sussidiaria. Significa che prima deve rivalersi su quello della struttura e solo dopo, da ultimo, in caso di insufficienza, su quello del singolo socio.

Al contrario, invece il creditore personale del singolo socio, non può rivalersi sul patrimonio societario per trovare la giusta soddisfazione del suo credito.

Società semplice: com’è amministrata

Il potere di amministrazione consiste nella gestione dell’impresa collettiva. Amministrazione che riguarda la governance interna e la fase decisoria delle operazioni sociali utili al conseguimento dell’oggetto sociale.

Per dirla in altre parole, ogni socio illimitatamente responsabile è anche amministratore della società. Quindi la società è amministrata in modo disgiunto da tutti i soci. Nulla vieta comunque un’amministrazione congiunta, tutto dipende da quello che i soci stessi stabiliscono nel contratto societario.

Con l’amministrazione disgiunta, ciascun socio ha il potere di compiere qualunque atto che rientri nell’oggetto sociale, con o senza consenso da parte degli altri soci e senza che debbano essere informati. Agli altri soci, però, spetta il diritto d’opposizione, che può essere esercitato solo prima che l’atto venga compiuto. L’opposizione può essere presentata dal singolo socio, ma deve essere giudicata e accettata dagli altri soci. La votazione non va per numero di teste, ma in base al valore degli utili attribuiti.

In conclusione, queste strutture sono amministrate disgiuntamente, hanno il vantaggio di poter contare sulla possibilità di prendere decisioni rapide. Di contro, però, le decisioni assunte dai singoli soci, possono essere, alla fine, svantaggiose per l’intera struttura e soprattutto prese all’insaputa di tutti gli altri membri societari.