Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: cos’è e come funziona

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è una delle tre agenzie fiscali al servizio del Ministero delle Finanze. Le altre due sono Agenzia delle Entrate e l’Agenzia del Demanio. L’ADM (acronimo di Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) svolge tutte le attività tecniche e operative per conto del Ministero.

La ritroviamo, ad esempio, parte attiva e importante nel sistema ideato per la Lotteria degli Scontrini, che entrerà in vigore dal primo gennaio 2021. ADM è anche l’Agenzia incaricata di assegnare e rilasciare il codice Eori, indispensabile nei rapporti con le autorità delle dogane degli Stati Europei, di cui abbiamo trattato in un articolo precedente:

ADM è stata istituita grazie al decreto legislativo 30 luglio 1999 n°300, ed ha incorporato anche la vecchia AAMS (Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato – il precedente organi del Ministero dell’Economia e delle Finanze addetto, tra l’altro, alla gestione del gioco pubblico).

Il 26 aprile 2018 il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha approvato un nuovo statuto di ADM. Questo ha previsto un riassetto delle risorse umane e una semplificazione amministrativa dell’Agenzia. Una riorganizzazione che ha portato 400 incaricati a essere declassati a semplici funzionari.

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: quali sono i suoi compiti

ADM è un ente pubblico dotato di personalità giuridica e ampia autonomia regolamentare, amministrativa, patrimoniale, organizzativa, contabile e finanziaria, dipendente, politicamente, dal Dipartimento delle Finanze.

Le sue competenze sono molteplici:

  1. Gestisce il sistema doganale italiano (si accerta tra l’altro dell’applicazione e della riscossione delle accise)
  2. Regola il comparto del gioco pubblico in Italia (ivi compresa la famosa futura Lotteria degli scontrini)
  3. Verifica gli adempimenti dei concessionari e degli operatori del settore del gioco
  4. Contrasta il gioco praticato illegalmente
  5. Controlla la produzione, la distribuzione e la vendita dei tabacchi lavorati
  6. Assicura l’afflusso regolare delle imposte gravanti sui tabacchi
  7. Controlla le merci in ambito tributario ed extra-tributario
  8. Si occupa della gestione del laboratori chimici
  9. Promuove e partecipa ai consorzi e alle società private previsti dall’art. 59 comma 5 del decreto istitutivo
  10. Redige e pubblica il libro Blu (rapporto statistico sul gioco d’azzardo in Italia)

I suoi funzionari sono riconosciuti come ufficiali/agenti di Polizia Giudiziaria e Tributaria, che possono accertare reati e violazioni di legge relative alle dogane.

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

Gli obiettivi perseguiti

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli si è posta quattro diversi obiettivi, suddivisi in macro categorie. La prima è quella relativa all’impegno della crescita economica del paese. Obiettivo questo che intende perseguire facilitando la circolazione delle merci negli scambi internazionali (ecco quindi che ritorna l’importanza del codice Eori).

Il secondo riguarda invece la lotta all’evasione fiscale e alle frodi contro lo Stato. ADM contribuisce alla fiscalità interna e tutela gli interessi finanziari dell’Italia e dell’Unione Europea. Per questo motivo è addetta alla riscossione di tributi specifici, oltre ad avere poteri di polizia tributaria e giudiziaria.

Il terzo obiettivo è quello relativo al gioco d’azzardo e del settore dei tabacchi. L’Agenzia infatti esercita il ruolo di presidio dello Stato nei settori dei giochi e dei tabacchi. ADM assicura la riscossione dei tributi per l’Erario e allo stesso tempo tutela il cittadino attraverso concessioni e atti regolamentari.

Infine, il quarto obiettivo preposto per l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli è quello relativo alla salute e al benessere dei cittadini. Questo compito lo svolge controllando tutte le merci in ingresso all’interno del paese. ADM si impegna a combattere il contrabbando, la contraffazione, il riciclaggio e il traffico illecito di armi, droga, rifiuti, alimenti e farmaci non rispondenti alla normativa sanitaria vigente.

I principi dell’organizzazione

L’Agenzia è organizzata sulla base dei seguenti principi generali riferiti all’azione amministrativa:

  • legalità
  • trasparenza
  • imparzialità

L’azione dell’Agenzia è quindi volta a valorizzare gli stili di gestione orientati al conseguimento dei risultati e a una corretta e proficua conduzione delle relazioni sindacali. In Agenzia è promossa la sperimentazione di soluzioni innovative in materia di pari opportunità e sostenibilità ambientale. L’organo sostiene l’assunzione responsabile delle decisioni e lo sviluppo di rapporti cooperativi con altri organi ed enti statali e non. Una responsabilità basata sulla consapevolezza della dimensione economica e sociale delle scelte gestionali e all’affermazione del senso etico dei fini pubblici primari.

Infine Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sostiene il decentramento delle responsabilità operative, attraverso un’organizzazione interna centrale e periferica improntata a criteri di efficienza e flessibilità.

Evasione fiscale: un fenomeno dilagante

Se ne sente tanto parlare, ma non tutti sanno effettivamente cosa sia e come viene compiuta. In Italia il fenomeno dell’evasione fiscale, negli ultimi decenni si è paurosamente aggravato. I vari Governi hanno cercato di arginare il problema, ma non sempre sono riusciti a risolverlo o per lo meno a ridurlo. Uno spiraglio di luce in fondo al tunnel si è avvistato con le manovre che mirano alla dematerializzazione e digitalizzazione dei processi di gestione dei documenti fiscali e dei dati.

Ne sono un esempio lo scontrino elettronico, l’introduzione della fatturazione elettronica e, dal primo gennaio 2021, l’entrata in vigore della Lotteria degli Scontrini.

Evasione Fiscale: cos’è e come funziona

Per evasione fiscale, in ambito di scienza delle finanze, si intende l’insieme dei metodi adottati per ridurre o eliminare del tutto il prelievo fiscale da parte dello Stato sul cittadino. L’Italia purtroppo in quest’ambito vanta un triste primato. È lo stato europeo con la più alta percentuale di evasione fiscale. Recenti stime dimostrano che l’evasione fiscale in Italia è pari a 300 miliardi di euro l’anno, evasione riconducibile a imposte dirette, al lavoro al “nero” e all’economia sommersa (vale a dire l’insieme di tutte le attività economiche che contribuiscono al prodotto interno lordo, ma che non sono registrate e dunque regolarmente tassate).

Sul podio comunque non si trova da sola, ma in buona compagnia. Seguita a ruota da Germania e Francia, combatte una guerra dura da ormai svariati anni. L’evasione fiscale si manifesta attraverso la violazione di specifiche norme fiscali.

L’evasione fiscale in termini giuridici non può essere considerata un furto. Questo perché ha a oggetto somme di denaro che, in assenza dell’evasore, non esisterebbero. Nonostante questo però l’evasione tende a ledere il tessuto socio-economico di un paese perché fa diminuire il gettito fiscale statale. Il gettito fiscale, cioè l’insieme delle entrate nell’erario di uno Stato, serve a fornire ai cittadini i servizi necessari. Servizi che non possono essere forniti se manca il gettito fiscale perché gli evasori non pagano le tasse.

Come avviene l’evasione fiscale

Ci sono vari metodi per evadere il fisco. Quello più noto è non emettere regolare fattura, ricevuta fiscale o scontrino elettronico per operazioni di vendita di beni e servizi. É considerata evasione fiscale anche quando è emessa regolare fattura, ma per importo parziale rispetto a quello realmente sostenuto.

Anche redigere dichiarazioni dei redditi false, equivale a evadere il fisco. Tutte le informazioni mancanti, parziali, o infedeli portano a un successivo mancato versamento dell’imposta realmente dovuta. Le tipologie di evasione continuano e le ritroviamo anche in ambito di lavoro regolarmente concettualizzato. Quando a un dipendente parte dello stipendio è somministrato in forma non documentata, si parla sempre di evasione fiscale.

Evasione Fiscale

Le alterazioni del cedolino paga (ad esempio quando sono indicate false trasferte e/o richieste di rimborsi non dovuti) sono considerate evasione fiscale, tanto quando accordarsi segretamente per evitare l’esposizione in fattura del dovuto (anche alterandone le voci).

Infine la più classica delle evasioni fiscali: non pagare imposte e tributi e non eseguire adempimenti obbligatori (come ad esempio pagare il canone RAI, oppure apporre la dovuta marca da bollo, o evitare di pagare il bollo auto).

Elusione fiscale: cos’è e come funziona

Quando tributi e tasse non sono pagati, ma senza violare la legge, si parla di elusione fiscale. In altre parole la legittimità formale delle norme è rispettata, ma il fine rimane sempre lo stesso. Questo è il caso in cui i contribuenti che “non contribuiscono” lo fanno andando a sfruttare le carenze dell’ordinamento giuridico. In questo modo riescono a non pagare tributi e tasse senza violare la legge e, di conseguenza, senza essere assoggettati a sanzioni da parte delle autorità.

L’elusione fiscale è normata dal DPR n° 600/1973 articolo 37-bis che sancisce l’inopponibilità all’amministrazione finanziaria di atti, fatti e negozi, privi di valide ragioni economiche, diretti ad aggirare obblighi o divieti previsti dall’ordinamento tributario e a ottenere riduzioni di imposte o rimborsi, altrimenti indebiti. Tramite questa norma la pubblica amministra “disconosce” i vantaggi tributari che vengono conseguiti attraverso l’elusione delle disposizioni relative alle imposte.

Conclusioni

Alla fine che si tratti di evasione fiscale vera e propria, piuttosto che di elusione fiscale, lo scopo rimane sempre lo stesso: evitare di pagare tasse e contributi, o quanto meno di ridurne la pressione. In ogni caso l’Esecutivo ha cercato di ridurre il fenomeno attraverso una serie di manovre volte alla digitalizzazione del sistema fiscale, introducendo sistemi come lo scontrino elettronico, la Lotteria degli scontrini e l’ormai nota, fattura elettronica.

Lotteria degli scontrini: i premi in palio dal 2021

La lotteria degli scontrini partirà dal primo gennaio 2021. La sua entrata in vigore è stata posticipata ad anno nuovo a causa della pandemia da Covid-19. Si tratta di un’ingegnosa manovra messa a punto dall’Esecutivo e da Agenzia delle Entrate, per cercare di combattere la dilagante piaga dell’evasione fiscale.

Il funzionamento è molto semplice. I clienti che acquistano al dettaglio prodotti e articoli per importi superiori ad 1€, hanno la possibilità di partecipare alla Lotteria degli scontrini. Sono previste una serie di estrazioni, settimanali, mensili e una annuale, dove sono messi in palio diversi premi. Per partecipare alle estrazioni è obbligatorio fornire il codice lotteria (non più il codice fiscale come precedentemente era stato ipotizzato) e farsi rilasciare gli scontrini tutte le volte che viene eseguito un acquisto.

Il sistema è stato ideato per “costringere” i clienti a chiedere ogni volta l’emissione dello scontrino ai vari esercenti. Uno stratagemma ingegnoso volto a contrastare la pressante evasione fiscale che da decenni minaccia il tessuto fiscale ed economico del paese.

Lotteria degli scontrini

Lotteria degli scontrini e Decreto Rilancio

La lotteria degli scontrini serve quindi a incentivare la richiesta di emissione scontrino ogni qualvolta venga compiuta una transazione commerciale. La lotteria parte dal primo gennaio 2021,con circa un anno di ritardo rispetto alla normale tabella di marcia.

L’operazione rientra fra le tante novità fiscali previste dal Decreto Rilancio, come lo è ad esempio scontrino elettronico, in un più ampio contesto relativo alla dematerializzazione e digitalizzazione dei processi di gestione dei documenti fiscali e dei dati.

A ottobre di quest’anno sono state introdotte ulteriori novità. Il Garante per la Privacy ha stabilito che riceveranno dei premi a estrazione, non solo i consumatori maggiorenni, ma anche gli esercenti stessi.

Come funziona la Lotteria degli Scontrini

La partecipazione alla lotteria è facoltativa. Il concorso prevede due diverse tipologie di funzionamento a seconda che gli acquisti siano saldati in contanti, piuttosto che con carta. Per partecipare alle estrazioni è necessario richiedere il codice lotteria, direttamente sul sito di Agenzia delle Entrate (la richiesta può essere inoltrata sul sito www.lotteriadegliscontrini.gov.it). Il codice è alfanumerico e può essere richiesto da chiunque, anche dai soggetti che non posseggono le credenziali per l’accesso ai servizi online del Fisco.

Alla lotteria possono partecipare tutti i cittadini maggiorenni residenti in Italia, che acquistano beni o servizi, fuori dall’esercizio di attività di impresa, arte o professione. Per gli esercenti è vincolante essersi regolarizzati con le disposizioni in merito allo scontrino elettronico, che diventerà obbligatorio per tutti dal primo gennaio 2021.

Al momento del pagamento e al rilascio dello scontrino, il cliente deve segnalare al commerciante il proprio codice lotteria. L’esercente a sua volta deve trasmettere i dati ad Agenzia delle Entrate che inoltrerà a sua volta le informazioni necessarie per l’estrazione a sorte all’Agenzia dei Monopoli.

Le vincite possono essere controllate invece sul Portale Lotteria, accedendo con le credenziali SPID, Fisconline o CNS. I biglietti della lotteria degli scontrini non sono cartacei, ma virtuali e sono rilasciati nel computo dello scontrino di importo superiore ad 1€ fino a un massimo di 1000€.

Vecchie sanzioni e nuovi provvedimenti

Inizialmente erano state previste delle sanzioni dai 100 ai 500 euro per tutti quei commercianti che non avessero voluto trasmettere i dati dei clienti ad Agenzia delle Entrate. Adesso invece le sanzioni sono sostituite dalle segnalazioni. In altre parole i clienti avranno la possibilità di segnalare al Fisco gli esercenti che si rifiutano di indicare i dati per partecipare alla lotteria degli scontrini.

In questo modo i clienti diventano una sorta di “spia per il fisco”, che inserirà gli esercenti indicati in un’apposita lista di professionisti e imprese a rischio evasione. Nei confronti di quest’ultime si concentreranno i controlli da parte di Agenzia delle Entrate.

Lotteria degli scontrini: i premi

I premi delle estrazioni sono diverse a seconda che le transazioni vengano saldate in contati, piuttosto che con carta.

I premi previsti per i pagamenti in contanti sono:

  1. Estrazione annuale – 1.000.000 euro
  2. Mensile – 30,000 euro (3 premi mensili)
  3. Settimanale – 5000 euro (7 premi settimanali)

I premi previsti per i pagamenti con cashless sono:

  1. Estrazione annuale – 5.000.000 euro
  2. Mensile – 100,000 euro (10 premi mensili)
  3. Settimanale – 25000 euro (15 premi settimanali)

I premi per gli esercenti

Sono previsti premi anche per gli esercenti, ma solo per i pagamenti con carta. I premi prevedono:

  1. Estrazione annuale – 1.000.000 euro
  2. Mensile – 20,000 euro
  3. Settimanale – 5000 euro (15 premi settimanali)

Nel caso un consumatore vinca, anche al commerciante è assegnato un premio. Gli esercenti dovranno obbligatoriamente adeguarsi alle specifiche legate alla trasmissione telematica dei corrispettivi giornalieri, il così detto scontrino elettronico.

Credito di imposta: cos’è e come utilizzarlo

Il credito di imposta è un argomento molto attuale, vista la realtà che la diffusione del Coronavirus ha creato in Italia e nel mondo. Il Decreto Rilancio , approvato dall’Esecutivo lo scorso 13 maggio, ha rinforzato ulteriormente il concetto di credito di imposta. Per spiegarlo in modo semplice, basta dire che il credito di imposta altro non è che un credito di natura tributaria che un qualunque soggetto, vanta nei confronti dello Stato.

Nello specifico il contribuente è titolare di una situazione giuridica soggettiva attiva nei confronti dell’ente impositore. In altre parole il contribuente ha un credito, di una certa somma, da riscuotere, da parte dell’Erario.

Credito di imposta: quando i contribuenti vantano una somma nei confronti dello stato

Esistono tre diversi casi nei quali è previsto che il contribuente possa esigere un credito di imposta dall’Erario.

Il primo caso si verifica quando sono stati prelevati e/o versati importi superiori al reale debito fiscale. Questo avviene ad esempio quando sono versati acconti IRPEF superiori al debito fiscale risultante dal 730. In questo caso la dichiarazione dei redditi chiuderà con un credito di imposta “rimborsabile” da parte dell’utente.

Il secondo caso invece si presenta in automatico all’operare di determinati meccanismi tributari indispensabili affinché specifiche imposte, possano funzionare. É il caso questo del meccanismo della rivalsa e detrazione dell’IVA (Imposta Valore Aggiunto).

Il terzo e ultimo caso si verifica quando sono previste determinate agevolazioni, erogabili appunto sotto forma di credito di imposta.

Credito di imposta

Come si concretizza il credito di imposta

Si concretizza in due modi diversi:

  1. rimborso
  2. compensazione

Nel rimborso il credito di imposta è scomputato direttamente in dichiarazione dei redditi, sottraendo al debito annuale il relativo credito.

Nella compensazione invece il credito si concretizza bilanciando la differenza. Questa avviene a favore di tutti i contribuenti che hanno la possibilità di compensare i tributi a debito con il suddetto credito d’imposta.

Credito d’imposta e modello F24

L’ultima casistica precedente, quella che prevede la compensazione, trova forma grazie all’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997 n°24. I soggetti che possono avvalersi della compensazione sono:

  • persone fisiche titolari di partita IVA
  • persone fisiche non titolari di partita IVA
  • società di persone
  • società di capitali

In questi casi la compensazione avviene utilizzando il modello F24. Quest’ultimo è un documento utilizzato in Italia per pagare gran parte delle imposte, delle tasse e dei contributi previsti. Per ciascun tributo, esiste uno specifico modello F24 (IRAP, IMU, TASI, TARI, diritti camerali, Imposte sostitutive delle imposte sui redditi e dell’Iva, Contributi e premi INPS, INAIL, ENPALS, INPDAI, INPDAP, ecc…)

Per quando riguarda nello specifico il credito di imposta, questo è indicato nella colonna degli “importi a credito”. É indicato quindi l’ammontare che lo Stato deve al contribuente, oltre al periodo e al codice tributo al quale si riferisce.

Il credito d’imposta si utilizza fino a quando non si esaurisce il dovuto. Il credito eccedente è utilizzato per i successivi versamenti (nulla va perduto o arrotondato). La compensazione tramite F24 presentata tramite intermediario abilitato, oppure tramite cassetto fiscale.

Tipologie e caratteristiche

Con il DL Cura Italia e il DL Rilancio, sono stati introdotte molte nuove tipologie di credito d’imposta e ne sono state modificate altrettante. Ad esempio sono stati introdotti i nuovi crediti d’imposta per:

  • spese di sanificazione (pari al 60% delle spese di sanificazione per un massimale di 60,000€)
  • per botteghe e negozi (60% del canone di locazione per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno 2020)
  • adeguamento degli ambienti di lavoro (60% sugli interventi necessari all’adeguamento degli ambienti di lavoro)
  • per bonus vacanze (massimo 500€ a nucleo familiare con reddito ISEE non superiore a 40,000€)
  • per investimenti pubblicitari (50% degli investimenti per stampa quotidiana e periodica, online emittenti televisive e radiofoniche)
  • servizi digitali
  • attività di ricerca e sviluppo nelle aree del Mezzogiorno
  • aumenti di capitale (pari al 20% per chi sottoscrive aumento di capitale sociale a seguito di perdite derivanti dall’emergenza epidemiologica COVID-19)
  • sugli investimenti (introdotti dalla legge Bilancio)
  • Ace (introdotti dalla Legge di Bilancio)

Domicilio digitale: cos’è, come funziona e a cosa serve

Il domicilio digitale è l’indirizzo al quale sono inviate le notifiche previste dalla legge ai fini tributari ed indica la competenza dei vari uffici tributari. Il concetto è stato introdotto dalla legge Semplificazioni, che ha previsto l’obbligo del domicilio digitale per aziende e professionisti a partire dal primo ottobre. Al momento però questa operazione si è tradotta solamente nell’avere una PEC personale e ad aver fissato delle sanzioni. Si tratta comunque di un primo importante passo compiuto verso l’obbligo per tutti i cittadini, che prima o poi saranno iscritti nell’Indice nazionale dei domicili digitali (INAD).

Con il domicilio digitale le comunicazioni con la Pubblica Amministrazione (PA) saranno più facile. Oggi ancora limitate alla casella di posta cartacea, in futuro saranno gestite interamente online. Con il decreto Semplificazioni è stato stabilito che aziende e professionisti devono quindi comunicare al Registro delle Imprese il proprio domicilio digitale. I professionisti invece devono comunicarlo all’ordine o al collegio al quale sono iscritti.

A oggi avere un domicilio digitale significa solamente avere l’obbligo di avere una PEC aziendale. Questo era già obbligatorio, ma non erano previste sanzioni per chi ancora non avesse provveduto ad averla. Il nuovo decreto invece modifica la dicitura di “PEC” a “domicilio digitale” e prevede delle integrazioni sanzionatorie.

Domicilio digitale: la definizione

Quindi oggi il domicilio digitale è, a tutti gli effetti, un indirizzo di posta elettronica certificata (PEC). Questa serve a individuare un luogo virtuale dove sono inviate comunicazioni di natura giuridica, da parte di PA, professionisti, o aziende. Adesso esiste e vale anche per i privati. Non corrisponde a un indirizzo fisico, ma è composto da nome.cognome@gestorepec.it

Questo significa che adesso, qualunque sia la posizione fisica di un soggetto, gli saranno potute recapitare comunicazioni dalle PA. La PEC fa risparmiare tempo e denaro. Inoltre è matematica la certezza di ricevere e/o comunicazioni importanti.

Domicilio digitale: come fare per dichiararlo

Chi già possiede una PEC, ha in automatico il domicilio digitale. Imprese e aziende hanno già comunicato il proprio indirizzo PEC come disposto dal Decreto Legge 179/2012 e dalla Legge 2/2009.

I professionisti che ancora oggi, purtroppo non utilizzano regolarmente o che non hanno ancora una PEC valida, però sono ancora circa 1,7 milioni. Pertanto, tutti questi freelance, che ancora non hanno PEC, riceveranno delle sanzioni e gli uffici della Camera di Commercio assegnerà loro un domicilio digitale. I professionisti troveranno quindi questo nuovo “indirizzo” a disposizione sul Cassetto digitale dell’imprenditore erogato dalle Camere di Commercio (ma solo per la ricezione dei documenti).

Quindi chi non ha ancora una PEC, deve fare in fretta e crearne una il prima possibile, comunicandola poi al registro delle imprese o al proprio ordine professionale.

Domicilio digitale

Sanzioni previste per le imprese ancora senza domicilio digitale (PEC)

Per tutte le imprese che ancora non hanno una PEC sono previste delle sanzioni che vanno da un minimo di 206 euro, a un massimo di ben 2064 euro. Per le imprese individuali l’importo scende ed è compreso tra i 30 e i 1548 euro. Normalmente il Registro Imprese propone la definizione agevolata entro 60 giorni pagando il doppio del minimo o il terzo del massimo. É quindi possibile ravvedersi rispettando le scadenze versando circa 412 euro per le società e 60 euro per i lavoratori individuali.

Oltre alle sanzioni, il Registro Imprese assegnerà un nuovo indirizzo digitale di default. Questo sarà reso disponibile sul cassetto digitale dell’imprenditore. Ogni impresa trova il proprio a disposizione sul sito: impresa.italia.it Questo però sarà valido esclusivamente per ricevere documenti, comunicazioni e notifiche. Alla piattaforma è possibile accedere esclusivamente attraverso identità digitale (SPID, CNS e CIE).

Professionisti

Per i liberi professionisti ancora sprovvisti di PEC invece, la legge non prevede sanzioni pecuniarie. Però l’Ordine deve diffidare il professionista ad adempiere all’obbligo entro 30 giorni. In caso di mancata ottemperanza, l’Ordine può sospendere il professionista dal relativo Collegio od Ordine di appartenenza, fino a quando non comunicherà il domicilio digitale.

Per tutti i professionisti non obbligati a iscriversi a Ordini o Collegi, invece non è previsto ancora nessun obbligo, ne tanto meno sanzione. Possono quindi continuare a non avere la PEC.

Agenzia delle entrate e riscossione: cos’è e come funziona

Equitalia era una società italiana incaricata alla riscossione dei tributi su tutto il territorio nazionale, ad eccezione della Sicilia. A questa società partecipavano Agenzia delle Entrate (con una quota pari al 51%) e l’INPS (quota pari al 49%). Dal primo luglio 2017, Equitalia non esiste più. L’unica società del gruppo che è ancora attiva è Equitalia Giustizia. Il gruppo è stato sostituito da Agenzia delle entrate e riscossione. Si tratta di un ente pubblico economico strumentale dell’Agenzia delle Entrate che, per semplificare, possiamo dire che oggi gestisce le vecchie cartelle Equitalia.

Decreto legge n. 193/2016

A partire dal 30 giugno 2017 il gruppo Equitalia non esiste più. Al suo posto oggi, abbiamo Agenzia delle Entrate e Riscossione (Aer). Questa è subentrata nei rapporti giuridici attivi e passivi, anche di natura processuale, grazie al decreto legislativo n° 193/2016.

Aer è diventata pertanto agente di riscossione. Il suo ruolo è quello di occuparsi dell’attività di esazione a livello nazionale, a eccezione sempre della regione Sicilia. Nel decreto sono specificate le varie funzioni necessarie a svolgere le attività di riscossione.

Il personale in servizio dell’Equitalia, al momento del trasferimento, ha mantenuto la propria posizione giuridica, economica e previdenziale. Prima però i dipendenti sono stati controllati per verificare che “… La ricognizione delle competenze possedute, ai fini di una collocazione organizzativa coerente e funzionale alle esigenze dello stesso ente.”

Agenzia delle entrate e riscossione: struttura e organizzazione

Agenzia delle entrate e riscossione è composta da:

  1. Presidente (che corrisponde al Direttore dell’Agenzia delle Entrate)
  2. Comitato di gestione
  3. Collegio dei revisori dei conti (il cui Presidente è scelto tra i magistrati della Corte dei Conti).

Il presidente di Aer oltre a essere il Direttore dell’Agenzia delle Entrate è anche il soggetto che compone il Comitato di gestione. Si tratta di cariche gratuite che non prevedono rimborsi spese, compensi o indennità.

Agenzia delle Entrate e Riscossioni è direttamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Si tratta, come abbiamo già specificato, di un organismo strumentale di Agenzia delle Entrate, che rimane titolare della riscossione nazionale.

Agenzia delle entrate e riscossione

Qual è lo scopo di Agenzia delle entrate e riscossione

Questo organismo è stato creato per migliorare e facilitare i processi di riscossione a livello nazionale. Aer è stato composto pensando a soddisfare le esigenze di economicità di gestione della riscossione in tutto il paese. Inoltre, rispetto alla vecchia Equitalia, è stata posta maggiore attenzione alla soddisfazione dei soggetti che si avvalgono dei suoi servizi. Con Aer è stato auspicato un aumento degli importi riscossi, una maggiore incentivazione alle azioni di prevenzione e di contrasto all’evasione fiscale. Questo organo, assieme alla fatturazione elettronica e allo scontrino elettronico è uno dei tanti strumenti adottati per combattere la dilagante piaga dell’evasione fiscale in Italia.

Agenzia delle entrate e riscossione: cosa può fare

Dal primo ottobre 2011 gli avvisi di accertamento emessi da Agenzia delle Entrate, ai fini delle imposte sui redditi, IVA e IRAP, sono “esecutivi”. Questo perché contengono l’intimazione ad adempiere al pagamento degli importi indicati, nei termini previsti. Questi avvisi di accertamento diventano esecutivi trascorsi 30 giorni, periodo messo a disposizione per presentare eventuale ricorso.

Aer informa l’utente con raccomandata semplice o con posta elettronica, di aver preso in carico la riscossione delle somme. L’esecuzione forzata è comunque sospesa per un periodo di 180 giorni dalla data di tale affidamento. Questa sospensione non vale nel caso di accertamenti definitivi e nel caso di recupero di somme derivanti da decadenza dalla rateizzazione.

Allo stesso modo, dal primo gennaio 2011, avvengono gli avvisi di addebiti notificati dall’INPS. Gli avvisi hanno quindi valore di titolo esecutivo per la riscossione che sostituisce in tutto e per tutto la classica vecchia cartella di pagamento.

Cos’è l’iscrizione a ruolo

Si tratta dell’inserimento di un contribuente nell’elenco dei debitori, creato dall’ente creditore (Agenzia delle Entrate, INPS, comuni, ecc…). Sono iscritti a ruolo i soggetti intimati da Aer al pagamento di tributi, altre entrate, sanzioni e interessi. Con questa iscrizione l’ente incarica l’agente di riscossione (agenzia delle entrate e riscossione) a richiedere il pagamento di quanto dovuto. Questa operazione avviene attraverso l’invio della cartella di pagamento o, in fase di riscossione volontaria, di un avviso di pagamento.

La cartella di pagamento è notificata dal messo notificatore.

Cassetto fiscale fatture elettroniche: cos’è, a cosa serve e come accedervi

Il cassetto fiscale è un servizio personale messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate. Il cassetto è accessibile da privati e aziende. Dal cassetto è possibile controllare tutta una serie di informazioni fiscali personali. A tutti gli effetti è una sorta di archivio personale, un valido e comodo strumento di riferimento per tenere sotto controllo tutta la propria documentazione fiscale (tasse, contributi e fatture elettroniche). I documenti fiscali aggiunti di volta in volta, sono automaticamente inseriti da AdE (Agenzia delle Entrate). Cassetto fiscale fatture elettroniche, informazioni fiscali personali, ecc… Tutto è strettamente correlato. Vediamo come.

Cassetto fiscale: fatture elettroniche, tasse e contributi

Dal cassetto fiscale si possono quindi consultare tutta una serie di dati fiscali personali:

  1. anagrafici
  2. dichiarazioni fiscali
  3. rimborsi
  4. dati dei versamenti effettuati tramite modello F24 e F23
  5. atti del registro (dati patrimoniali)
  6. dati e informazioni relativi agli studi di settore e agli indicatori sintetici di affidabilità fiscale (Isa)
  7. le informazioni sul proprio stato di iscrizione al Vies
  8. fatture elettroniche emesse e ricevute

Cassetto fiscale fatture elettroniche

Le fatture elettroniche sono tra i vari documenti che possono essere controllati tramite il cassetto fiscale. Il servizio è libero e gratuito per tutti i contribuenti. Questo però non vuol dire che si tratti di un sistema particolarmente semplice e intuitivo da utilizzare. Chi non ha molta dimestichezza con la tecnologia e internet, potrebbe a tutti gli effetti, incontrare delle difficoltà. Il procedimento per controllare le e-fatture emesse e ricevute, o semplicemente per verificare un solo documento, è alquanto macchinoso.

Suggeriamo quindi di utilizzare sistemi alternativi a quelli statali, di più semplice e veloce comprensione. Uno fra tutti FatturaPRO.click. Interfaccia intuitiva e registrazioni rapide con un semplice click. I documenti rimangono sempre a portata di mano e consultabili ovunque.

In ogni caso, il cassetto fiscale assolve comunque ai servizi di conservazione delle fatture elettroniche e di consultazione degli status. Permette inoltre di generare il QR code relativo alla propria attività.

Una breve parentesi sul QR code aziendale. Questo contiene tutti i dati della propria attività e della partita IVA, oltre all’indirizzo telematico al quale ricevere le fatture elettroniche. Il QR lo si può conservare sul tablet o smartphone, sempre a portata di mano.

Abilitazione del cassetto fiscale: richiesta del PIN e dello SPID

L’accesso al cassetto è possibile rivolgendosi ad AdE. É necessario iscriversi a Fisconline o Entratel. La registrazione può essere fatta telefonicamente al call center di Agenzia delle Entrate, oppure allo sportello territorialmente competente (serve un documento di identità in corso di validità).

Al momento della registrazione AdE inoltra richiesta per ottenere un PIN a dieci cifre. Le prime quattro cifre sono fornite al momento della richiesta, mentre le restanti sei, sono inoltrate all’utente per posta entro quindici giorni (oggi questa procedura è stata semplificata e i tempi ridotti causa Coronavirus).

Il PIN serve per entrare e consultare tutti i servizi del cassetto fiscale e non solo. Al posto del PIN è possibile eseguire l’accesso con lo SPID (sistema pubblico di identità digitale).

INPS e cassetto previdenziale

Tra i vari servizi consultabili c’è il cassetto previdenziale INPS. Questo è un fascicolo digitale che contiene tutte le informazioni relative ai propri contributi. A seconda dell’utente, le funzioni e le visualizzazioni del cassetto fiscale sono diverse. I fruitori del cassetto sono:

  • liberi professionisti
  • committenti Gestione separata
  • agricoltori autonomi
  • aziende agricole
  • aziende
  • artigiani
  • commercianti.

Delegare la consultazione del cassetto fiscale

L’utente può delegare un altro soggetto alla verifica e al controllo del proprio cassetto fiscale. Questa procedura è disciplinata dall’art.3, comma 3, del DPR 322/1998. Gli intermediari a cui delegare la consultazione possono essere un massimo di due.

La delega avviene online, presso gli uffici abilitati locali, oppure consegnando una delega PDF.

Online è predisposta una specifica funzione, disponibile a tutti gli utenti registrati al servizio telematico e presente nell’area riservata del Fisconline/Entratel. Recando presso gli uffici invece è necessario presentare la delega sottoscritta, più un documento di identità valido.

La delega in formato PDF può anche essere trasmessa dall’intermediario ad Agenzia delle Entrate, accompagnata da un documento di identità in corso di validità. In quest’ultimo caso l’utente, entro 15 giorni, riceverà un codice al proprio recapito. Questo codice deve essere successivamente consegnato all’intermediario.

La delega si revoca con le stesse modalità con le quali è possibile inoltrarla. Gli intermediari sono tenuti a sottoscrivere un regolamento-pdf per consultare il cassetto.

INPS iscrizione gestione separata: cos’è, come funziona e quando iscriversi

La Gestione Separata è un fondo pensionistico dell’INPS, finanziato con i contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori. Il sistema pensionistico ha visto la nascita dell’iscrizione gestione separata nel 1995, grazie alla legge 335. La riforma è stata prevista per garantire ed erogare le assicurazioni sociali obbligatorie per i lavoratori atipici. In passato infatti esistevano delle categorie escluse dal piano pensionistico nazionale. Solo dopo la riforma del sistema pensionistico pubblico Dini, i lavoratori atipici, autonomi con partita IVA o parasubordinati, hanno avuto garanzia di pensione. Queste categorie infatti erano state escluse fino a quel momento, ma grazie a un intervento, articolato su tre diversi fronti, hanno avuto anche loro una certa garanzia pensionistica.

INPS iscrizione gestione separata: cos’è e come è stata resa possibile

L’iscrizione gestione separata è quindi un fondo pensionistico previsto per tutte quelle categorie escluse fino al 1995/96. Categorie alle quali è stata assicurata una previdenza assistenziale derivante dalla raccolta di tutti i contributi previdenziali dei liberi professionisti.

Tra i tanti vantaggi introdotti dalla riforma degli anni ‘90, ai lavoratori è stata assicurata l’assistenza per invalidità, la pensione anticipata e supplementare, la pensione di vecchiaia e la pensione indiretta.

INPS iscrizione gestione separata

La riforma ha agito in tre diverse modi:

  • ha disposto la costituzione di nuovi fondi previdenziali (grazie al Decreto Legislativo n°103 del 10/02/1996);
  • sono aggregate diverse categorie di lavoratori e professionisti a casse previdenziali già esistenti;
  • È costituita l’iscrizione alla Gestione Separata (art.2 comma 26) (tutti i liberi professionisti, la quasi totalità delle forme di collaborazione coordinata e continuativa, la categoria dei venditori a domicilio, ecc…).

INPS iscrizione gestione separata: i soggetti obbligati

Esistono casi in cui l’iscrizione alla gestione separata risulta essere obbligatoria. Questa può avvenire anche in via telematica oggi, accedendo, ad esempio, al sito ufficiale dell’INPS, oppure telefonicamente, chiamando l’istituto.

L’iscrizione è obbligatoria per:

  1. Freelance senza una specifica cassa previdenziale
  2. lavoratori autonomi occasionali
  3. collaboratori coordinati e continuativi
  4. beneficiari di borse di studio a sostegno della mobilità internazionale degli studenti
  5. beneficiari di degli assegni per attività di tutorato, didattico-integrative, propedeutiche e di recupero
  6. assegnisti di ricerca
  7. associati in partecipazione
  8. amministratori locali
  9. spedizionieri doganali non dipendenti
  10. medici che si stanno formando (formazione specialistica)
  11. i Volontari del Servizio Civile Nazionale (avviati dal 2006 al 2008)

I soggetti che devono versare i contributi

In alcuni casi i contributi previdenziali destinati ad alimentare la gestione separata, devono essere versati dagli stessi lavoratori autonomi e in altri casi dai committenti. I liberi professionisti che emettono fattura elettronica devono provvedere al versamento dei contributi autonomamente. Il versamento avviene attraverso modello f24.

I collaboratori oggi rientrano nella categoria dei lavoratori dipendenti. Di conseguenza questo significa che il pagamento dei contributi avviene per 1/3 a carico del collaboratore e per i restanti 2/3 a carico del committente del lavoro stesso. Il calcolo è fatto in base alla percentuale delle somme e ai valori percepiti a qualunque titolo dagli assicurati (anche sotto forma di erogazioni liberali).

Infine, per i lavoratori occasionali, è il datore di lavoro che versa le somme all’INPS.

INPS iscrizione gestione separata: come avviene la registrazione

L’iscrizione avviene sempre e comunque in concomitanza del primo rapporto di lavoro, senza bisogno che si ripeta per tutti quelli successivi. Quindi è possibile iscriversi:

  • via web attraverso i servizi telematici (è necessario in questo caso un PIN dispositivo rilasciato dallo stesso sistema INPS);
  • attraverso contact center (quindi chiamando semplicemente l’Istituto di previdenza sociale);
  • Interpellando i vari patronati.

A cosa da diritto la Gestione Separata

Questa garantisce ai propri iscritti:

  • Pensioni (calcolate con il sistema contributivo);
  • Indennità di disoccupazione DIS-COLL;
  • Assegno per il nucleo familiare;
  • Indennità di malattia per degenza ospedaliera;
  • malattia;
  • maternità.