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Pagare con QR code: creazione dei codici e contesti di utilizzo

Pagare con QR code è una modalità di pagamento contactless in forte crescita, grazie alla facilità di utilizzo assicurata dalle moderne tecnologie, ormai accessibili da qualsiasi dispositivo mobile. Bastano pochi e semplici passaggi per generare un codice bidimensionale e consentire rapidi pagamenti tramite smartphone, senza bisogno di avere sofisticate attrezzature.

Le applicazioni per generare codici QR e abilitare i pagamenti sono facili da scaricare e configurare anche per utenti poco avvezzi alla tecnologia. Una volta creato il profilo, basta inserire l’importo da ricevere per ottenere il codice da far inquadrare al cliente con la fotocamera del suo dispositivo. Da lì, il sistema lo reindirizza direttamente alla transazione, scegliendo il metodo di pagamento preferito in pochi click. Il commerciante non deve far altro che assicurarsi di avere a disposizione una connessione internet o dati mobili durante l’operazione. Questo significa che anche piccole attività ed esercizi sprovvisti di fatturazione elettronica possono agevolmente accettare pagamenti digitali.

La semplicità di utilizzo rende la modalità basata sui codici QR alla portata di chiunque, contribuendo alla sua crescente diffusione in svariati settori. Dagli esercizi commerciali ai professionisti, sono molti a sfruttare le potenzialità di questa tecnologia in continua evoluzione. L’uso del QR code per i pagamenti è destinato ad ampliarsi ulteriormente con la progressiva digitalizzazione dell’economia.

Pagare con QR code: cos’è e come si genera un QR code per i pagamenti

Pagare con QR code è una modalità di pagamento contactless che sfrutta la tecnologia dei codici QR, una tecnica digitale ormai ampiamente diffusa. Il codice QR (Quick Response code), noto anche come codice a barre bidimensionale, è generato attraverso apposite applicazioni e consente lo scambio di informazioni tra un dispositivo che lo legge e l’applicazione dall’altra parte. Nel caso specifico dei pagamenti, il commerciante genera un codice QR relativo all’importo da pagare e il cliente, inquadrandolo con la fotocamera del proprio smartphone, è reindirizzato direttamente alla pagina per effettuare il pagamento mediante i sistemi abilitati come carte di credito, carte prepagate o conti online.

Per creare un codice QR da utilizzare per i pagamenti è necessario scaricare un’apposita applicazione gratuita, disponibile sia per sistemi Android che iOS. Tali applicazioni consentono di generare in pochi click un codice QR personalizzato inserendo i propri dati come nome attività, Partita IVA e importo da ricevere. Le informazioni inserite vanno poi a comporre il codice bidimensionale che va mostrato al cliente. A quel punto basta inquadrarlo con lo smartphone per essere reindirizzati alla pagina del sistema di pagamento abilitato, per completare il versamento con un semplice tap.

Pagare con QR code

Questa tecnologia basata sui codici QR e sull’economia digitale sta riscuotendo notevole successo soprattutto tra le piccole attività commerciali, in quanto consente di accettare pagamenti contactless anche senza l’utilizzo di pos fisici, con costi di gestione molto contenuti. I vantaggi principali della modalità di pagamento con QR code riguardano la semplicità di utilizzo sia per il venditore che per l’acquirente, l’abbattimento dei costi legati ai dispositivi tradizionali e la possibilità di accedere a un sistema di pagamento digitale anche con investimenti molto ridotti, soprattutto per le realtà di piccole dimensioni. Questa tecnologia basata su codici QR e sull’economia digitale è destinata quindi a diffondersi sempre più.

Come pagare con QR code: le applicazioni dei pagamenti con QR code

Esistono diverse applicazioni che consentono di accettare pagamenti mediante codici QR, ciascuna con le proprie caratteristiche e metodi di adesione. La più diffusa in Italia è Bancomat Pay. Questa applicazione permette sia ai privati che ai professionisti di generare un codice QR personalizzato relativo all’importo da ricevere e quindi effettuare e ricevere pagamenti tramite il telefono cellulare in modo semplice e immediato.

Sapere come pagare con il telefono significa anche conoscere le app da avere sul cellulare per sfruttare questa opzione. Bancomat Pay è una tra le più recenti applicazioni del circuito PagoBancomat, che consente di incassare pagamenti attraverso il codice QR generato dall’app e di pagare digitalmente anche offline. Un’applicazione in grado di supportare anche i pagamenti da conto corrente.

In generale, le applicazioni come PagoBancomat permettono di accettare pagamenti mediante il codice QR in modo veloce, sicuro e a costi contenuti, senza dover utilizzare dispositivi POS fisici. Il cliente, inquadrando il codice con il proprio telefono cellulare, è reindirizzato alla schermata per finalizzare il pagamento in maniera semplice e rapida, direttamente dal telefono, scegliendo il metodo di pagamento preferito. Questa modalità di pagamento si diffonde sempre di più grazie alla sua estrema praticità sia per gli esercenti che per i clienti.

Contabilità automatizzata e Automazione fiscale in Italia oggi

Nel panorama aziendale odierno, la contabilità automatizzata e l’automazione fiscale stanno diventando sempre più indispensabili, anche se sono ancora poche le aziende che ne sfruttano appieno i vantaggi. Questi strumenti sono fondamentali per ogni impresa che desideri migliorare l’efficienza, ridurre gli errori e garantire la conformità fiscale. In questo articolo, esploreremo cos’è la contabilità automatizzata, le differenze con l‘automazione fiscale, come si complementano e, per ultimo, perché e come l’intelligenza artificiale (AI) è diventata indispensabile nel mondo del fisco.

Cos’è la Contabilità Automatizzata?

La contabilità automatizzata si riferisce all’uso di software avanzati per automatizzare una vasta gamma di attività contabili. Questo include la registrazione delle transazioni, la generazione di report finanziari, la riconciliazione bancaria e molto altro. In pratica, qualsiasi attività contabile che può essere automatizzata viene gestita da sistemi software, richiedendo poca o nessuna interazione umana.

Differenza tra Contabilità Automatizzata e Automazione Fiscale

La contabilità automatizzata comprende attività come la registrazione delle transazioni, la tenuta dei libri contabili e la generazione di bilanci e report finanziari. L’obiettivo è migliorare l’efficienza operativa, ridurre gli errori umani e fornire informazioni finanziarie in tempo reale. L’automazione fiscale, invece, riguarda specificamente i processi fiscali, come il calcolo delle imposte, l’emissione di documenti fiscali, la conservazione digitale dei documenti e la comunicazione con le autorità fiscali. Il suo obiettivo è assicurare la conformità alle normative fiscali, ridurre il rischio di sanzioni e migliorare la precisione nel calcolo e nella dichiarazione delle imposte.

Come si complementano?

La contabilità automatizzata e l’automazione fiscale sono pezzi della stessa idea di gestione fiscale automatizzata. Insieme, offrono una soluzione integrata che copre tutte le necessità contabili e fiscali di un’azienda, garantendo efficienza e conformità. Mentre la contabilità automatizzata si concentra sull’ottimizzazione delle operazioni contabili quotidiane, l’automazione fiscale assicura che tutte le attività fiscali siano gestite correttamente e in conformità con le leggi vigenti.

Vantaggi di una gestione totalmente automatizzata dell’azienda

  • Efficienza: automatizza le operazioni contabili di routine, riducendo il carico di lavoro manuale;
  • Accuratezza: minimizza gli errori umani, garantendo che i dati contabili siano sempre corretti;
  • Scalabilità: permette di gestire un volume crescente di transazioni senza aumentare il carico di lavoro;
  • Reportistica: fornisce dati finanziari aggiornati per decisioni informate e tempestive.
  • Risparmio di tempo: consente ai dipendenti di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto.

Contabilità Automatizzata

Il ruolo della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale

La digitalizzazione è il processo attraverso il quale i dati e i processi aziendali vengono trasformati in formato digitale. Questo rappresenta il primo passo verso l’automazione, poiché consente di gestire e analizzare grandi quantità di dati in modo efficiente.

L’intelligenza artificiale (AI) invece gioca un ruolo fondamentale nell’automazione dei processi aziendali. Tecnologie come il machine learning e la robotic process automation (RPA) permettono di emulare le azioni umane, migliorando l’efficienza e riducendo gli errori. L’AI è in grado di analizzare grandi volumi di dati per identificare tendenze e comportamenti, prendere decisioni autonome e adattarsi continuamente alle nuove informazioni.

Perché è importante per la PA?

Nel contesto fiscale, l’AI è diventata indispensabile per diverse ragioni. In primo luogo, aumenta la precisione, riducendo gli errori nei calcoli fiscali e nelle dichiarazioni. Inoltre, garantisce che tutte le operazioni fiscali siano conformi alle normative vigenti, migliorando la conformità. L’AI automatizza anche i processi fiscali, liberando risorse umane per attività più strategiche, incrementando così l’efficienza. Infine, l’AI svolge un ruolo cruciale anche nella prevenzione delle frodi, analizzando i dati in tempo reale per identificare potenziali frodi fiscali.

Un sistema fiscale più efficiente e trasparente può incoraggiare le imprese a investire e creare posti di lavoro. Questo può portare a una crescita economica e a un maggiore benessere per tutti i cittadini.

Come utilizzano l’automazione e l’AI le Pubbliche Amministrazioni?

Le pubbliche amministrazioni italiane stanno già utilizzando l’intelligenza artificiale (IA) per l’automazione fiscale in vari modi. L’Agenzia delle Entrate, ad esempio, sfrutta l’IA per automatizzare la verifica delle dichiarazioni dei redditi e identificare potenziali frodi. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) sta sviluppando un sistema basato sull’IA per monitorare i flussi finanziari e individuare transazioni sospette. Inoltre, alcune Regioni stanno sperimentando l’uso di chatbot basati sull’IA per fornire assistenza fiscale ai cittadini.

Tuttavia, l’adozione dell’IA nell’automazione fiscale presenta alcune sfide per le pubbliche amministrazioni italiane. I costi di implementazione delle soluzioni basate sull’IA possono essere elevati, soprattutto per le piccole amministrazioni. Esiste anche una mancanza di competenze, poiché potrebbero non esserci abbastanza dipendenti pubblici con le competenze necessarie per sviluppare e gestire sistemi basati sull’IA. Problemi di privacy e sicurezza sono un’altra preoccupazione, poiché è fondamentale garantire la protezione dei dati fiscali dei cittadini quando vengono utilizzati in sistemi basati sull’IA.

Nonostante queste sfide, il governo italiano sta investendo significativamente nello sviluppo e nell’adozione dell’IA nel settore pubblico. Con una pianificazione attenta e un’implementazione efficace, l’IA può aiutare le pubbliche amministrazioni italiane a migliorare l’efficienza, l’accuratezza e la trasparenza del sistema fiscale, apportando benefici sia ai cittadini che alle imprese.

FatturaPRO e l’automazione fiscale per le imprese

FatturaPRO.click utilizza l’automazione fiscale per diventare uno strumento indispensabile per ogni imprenditore e impresa, migliorando l’efficienza e riducendo gli errori nei processi contabili e fiscali. La piattaforma automatizza l’emissione, l’invio e la ricezione delle fatture elettroniche tramite il Sistema di Interscambio (SDI), facilitando il rispetto delle normative fiscali italiane e riducendo il carico amministrativo.

Grazie alla gestione integrata dei documenti, FatturaPRO.click ti permette di scaricare e contabilizzare automaticamente i documenti elettronici, assicurando una registrazione precisa delle transazioni.  La piattaforma offre anche una dashboard, permettendo agli imprenditori di tenere sotto controllo le operazioni in tempo reale. Questo aiuta a identificare rapidamente eventuali problemi e a prendere decisioni informate.

Essendo basata su cloud, FatturaPRO.click garantisce accessibilità da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento, facilitando il lavoro remoto e la collaborazione tra consulenti e clienti.  Inoltre la piattaforma può essere integrata con vari sistemi di e-commerce, come WooCommerce e Shopify.

In sintesi, FatturaPRO.click utilizza l’automazione fiscale per semplificare e migliorare la gestione contabile e fiscale delle imprese, rendendola un partner prezioso per imprenditori e aziende di ogni dimensione.

Fattura di un professionista: maestria e valore di un lavoro fatto con passione e competenza

La fattura emessa dai professionisti ricopre un ruolo di primaria importanza nel dimostrare la qualità del lavoro svolto, assumendo una valenza che va ben oltre il mero adempimento di natura fiscale. La fattura di un professionista non è semplice documento contabile, ma costituisce una vera e propria certificazione della professionalità, attraverso la quale è possibile ricostruire in maniera trasparente ed esaustiva l’attività svolta.

Ogni elemento in essa riportato, dalla dettagliata descrizione delle prestazioni rese ai relativi allegati probatori, attesta lo spessore tecnico e l’impegno profuso. Solo una fatturazione particolarmente accurata nei dettagli consente, infatti, di comprendere appieno la complessità del lavoro, le metodologie applicate e i traguardi raggiunti. Ciò valorizza le indubbie competenze maturate dal professionista nello svolgimento del mandato.

La fatturazione elettronica 2024 è ormai valida per tutti i soggetti in regime di vantaggio e forfettario, e ha esteso un sistema oramai collaudato che ha portato significativi benefici in termini di semplificazione e tracciabilità. Questo consente di garantire ancor più trasparenza sulla qualità dei servizi offerti. La fattura emessa dai professionisti costituisce quindi un vero e proprio attestato di professionalità, oltre che un utile strumento a tutela del committente.

Fattura di un professionista: aspetti tecnici le competenze richieste per un lavoro di qualità

La fattura di un professionista rappresenta il documento chiave attraverso il quale si attesta la complessità e la qualità del lavoro svolto. Questa infatti richiede maestria e competenze trasversali per fornire una testimonianza concreta del valore aggiunto generato dal servizio offerto al cliente.

Quando un professionista emette una fattura, non si limita a mera contabilità ma valorizza l’impegno, la dedizione e le abilità messe in campo per portare a termine l’incarico. Ogni voce indicata e ogni dettaglio riportato testimoniano la passione e la professionalità con cui l’attività è stata svolta. La fattura di un professionista, oltre agli aspetti fiscali, assume un significato più ampio divenendo biglietto da visita del lavoro svolto e specchio delle competenze maturate. Per questo richiede una formattazione precisa e curata nei minimi dettagli, in grado di ricostruire in maniera chiara e trasparente le fasi del processo.

Fattura di un professionista

Una corretta fatturazione, infatti, presuppone la puntuale indicazione delle prestazioni rese e relativa articolazione temporale delle attività. Solo attraverso una rendicontazione analitica è possibile ricostruire e far comprendere al cliente l’iter lavorativo seguito e i risultati ottenuti rispetto agli obiettivi prefissati. Assumono particolare importanza gli allegati contenenti la documentazione a supporto delle voci contabilizzate, atta a dimostrare la bontà del lavoro svolto. Tutti questi elementi confluiscono nella fattura formando un quadro esaustivo del servizio fornito, a beneficio della trasparenza nei confronti del committente.

L’introduzione della fatturazione elettronica ha previsto l’obbligo di emettere e ricevere fatture in formato XML. Questo ha comportato la necessità per i professionisti di apprendere e padroneggiare nuove conoscenze informatiche, al fine di emettere documenti digitali conformi alle specifiche tecniche dell’Agenzia delle Entrate. 

Fattura di un libero professionista: Come riconoscere il valore aggiunto di una fattura professionale

La fattura emessa da un libero professionista costituisce quindi un importante biglietto da visita attraverso il quale è possibile riconoscere il valore aggiunto derivante dalla sua opera. Una fattura, infatti, fornisce una rendicontazione dettagliata delle prestazioni rese che va ben oltre il mero adempimento fiscale.

Le fatture opportunamente predisposte mettono in risalto la padronanza delle competenze tecniche maturate dal professionista nonché la cura applicata nello svolgimento del mandato. Ogni voce indicata e documento allegato attestano la passione con cui l’incarico è stato portato a termine, a beneficio del cliente.

Attraverso le Fatture messe a disposizione del committente, quest’ultimo ha la possibilità di verificare in modo trasparente come sono state impiegate le proprie risorse economiche e come queste abbiano contribuito al raggiungimento dei risultati prefissati. La completezza dell’informativa fornita è essenziale affinché il cliente possa apprezzare appieno la professionalità e l’impegno profusi, riconoscendo al libero professionista un valore aggiunto che va al di là della mera prestazione economica. Solo una rendicontazione particolarmente dettagliata ed esaustiva consente, infatti, di ricostruire il percorso lavorativo seguito e i benefici conseguiti.

La fattura di un professionista, nel rispetto degli standard contabili, svolge anche una funzione divulgativa a tutela della trasparenza e della qualità del servizio prestato.

Strutture per anziani: ecco tutti i profili gestionali e gli adempimenti normativi

Attualmente, sul territorio italiano sono presenti numerose Strutture per anziani che forniscono assistenza residenziale e semiresidenziale alle persone in terza età non autosufficienti.

Secondo gli ultimi dati ISTAT, al 2019 risultavano operanti in Italia circa 4.600 strutture residenziali per un totale di oltre 310.000 posti letto autorizzati. Tale comparto risulta in costante crescita: nell’ultimo quinquennio sono state autorizzate e aperte più di 600 nuove Strutture per anziani, con un incremento medio annuale del 3%.

Si tratta indubbiamente di un settore in espansione, che offre rilevanti opportunità occupazionali ma richiede al contempo un’adeguata formazione professionale per la gestione di tutti gli aspetti connessi all’assistenza socio-sanitaria degli ospiti.

Altrettanto complesso risulta il profilo amministrativo-fiscale che caratterizza tali attività. Oltre alla corretta tenuta della contabilità e all’assolvimento di tutti gli obblighi dichiarativi e di versamento delle imposte, una Struttura per anziani è soggetta anche alla fatturazione elettronica per le operazioni imponibili effettuate con i fornitori.

Risulta pertanto fondamentale acquisire una preparazione adeguata in materia fiscale e nella gestione dei sistemi per l’adempimento degli obblighi di fatturazione, al fine di evitare errori nella rendicontazione delle prestazioni rese e nel rispetto delle scadenze dettate dalla normativa vigente in campo contabile e tributario.

Strutture per anziani: apertura e gestione di una struttura residenziale per anziani

L’apertura e la gestione di una struttura residenziale per anziani richiede una serie di passaggi preliminari volti ad assicurare la piena conformità alle normative di settore e la sostenibilità economica dell’iniziativa imprenditoriale.

In primo luogo, è necessario individuare un immobile idoneo a ospitare la struttura, che soddisfi tutti i requisiti igienico-sanitari, di sicurezza e di funzionalità degli spazi previsti dalle linee guida regionali/nazionali in materia di Strutture per anziani. A tal fine, un’attenta analisi preliminare dell’edificio scelto permetterà di verificare la presenza dei necessari standard qualitativi e dimensionali delle camere, dei servizi comuni, degli spazi per attività ricreative e di cura.

Contestualmente, si renderà necessario aprire una partita IVA per l’esercizio dell’attività socio-assistenziale e avviare la raccolta della documentazione richiesta per ottenere le autorizzazioni ministeriali e regionali al funzionamento. Tra i documenti fondamentali figurano il progetto organizzativo e funzionale della struttura, corredato da piantine e planimetrie dettagliate, il regolamento interno che descriva nel dettaglio l’erogazione delle prestazioni garantite e i livelli di assistenza forniti in relazione alle diverse tipologie di ospiti, nonché i curricula professionali del personale medico e sociosanitario che dovrà essere assunto.

Ottenute le necessarie licenze amministrative, sarà poi indispensabile provvedere all’acquisto e all’installazione delle attrezzature e della strumentazione medica essenziali, procedere all’arredo degli spazi e avviare la selezione e la formazione del personale. Quindi, una volta ultimate le operazioni preliminari, si potrà procedere all’apertura al pubblico della Struttura per anziani e all’accoglienza dei primi ospiti, assicurando loro il livello di cura e di benessere psicofisico preventivato nel progetto autorizzato.

Una gestione oculata ed efficace in tutte le sue componenti amministrative, organizzative e socio-sanitarie apparirà di fondamentale importanza per il successo dell’iniziativa imprenditoriale nel tempo.

Strutture per anziani

Struttura per anziani: tutti gli Adempimenti fiscali, amministrativi e dichiarativi

La gestione di una Struttura per anziani comporta numerosi adempimenti fiscali, amministrativi e dichiarativi che devono essere assolti scrupolosamente e nei tempi previsti dalla normativa.

In primo luogo, l’operatore del settore è tenuto al pagamento dell’IVA e delle imposte sui redditi generate dall’attività con cadenza trimestrale e annuale utilizzando i modelli F24 predisposti dall’Agenzia delle Entrate. Un ruolo importante rivestono poi gli adempimenti contributivi mensili da espletare presso l’INPS, quali l’invio delle denunce DM10 e i versamenti per il personale dipendente.

Ogni anno vengono inoltre predisposte la dichiarazione IVA e la dichiarazione dei redditi, rispettivamente entro il termine di aprile e settembre. Altro adempimento rilevante è la Certificazione Unica da inviare all’INPS e mettere a disposizione dei dipendenti entro il 31 marzo per la gestione delle ritenute fiscali.

Particolare attenzione merita la tenuta della contabilità, che deve essere redatta in conformità ai principi civilistici e ai criteri previsti per il settore socio-sanitario, e il mantenimento dell’inventario dei beni ammortizzabili. Sotto il profilo amministrativo, si rileva l’obbligo di conservare i registri del personale, la documentazione sanitaria degli ospiti e le cartelle individuali aggiornate, nonché di comunicare l’elenco dei dipendenti all’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Il corretto assolvimento di tutti gli adempimenti fiscali è fondamentale per operare in regola con le normative di legge e prevenire possibili sanzioni.

Come gestire un B&B: aspetti gestionali, fiscali e di back office per una corretta amministrazione

È innegabile che negli ultimi anni vi sia stata una crescente diffusione dei  bed and breakfast in Italia, Paese che basa una parte importante della sua economia sul turismo. Possedere una struttura ricettiva di questo tipo rappresenta spesso un’opportunità per ottenere un reddito passivo integrativo sfruttando gli spazi disponibili nella propria abitazione. Di conseguenza, sono in molti a chiedersi come gestire un B&B.

Oltre alla conoscenza delle basilari dinamiche amministrative e degli obblighi di natura fiscale in capo a questa tipologia di attività imprenditoriale, risulta di fondamentale importanza disporre di strumenti digitali all’avanguardia.

Gestire in modo efficiente il ciclo delle fatture elettroniche, obbligatorie per legge per i soggetti in regime di contabilità semplificata come i B&B, è infatti condizione necessaria per poter svolgere correttamente l’attività di bed and breakfast. In questo senso, una piattaforma professionale e certificata come FatturaPRO.click risulta essere un supporto molto utile. Essa consente non solo l’emissione, l’invio e la ricezione di fatture digitali nel pieno rispetto dei requisiti tecnici fiscali, ma anche la loro archiviazione in Cloud secondo i vincoli di legge.

Per massimizzare il reddito passivo ottenibile da questo comparto in continua crescita è importante saper coniugare la gestione tradizionale con l’innovazione digitale assicurata da servizi specializzati.

Come gestire un B&B: una gestione amministrativa e operativa ottimizzata

Sapere come gestire un B&B in modo da ottimizzare la gestione amministrativa e operativa richiede l’applicazione di criteri organizzativi molto precisi.

Innanzitutto è necessario aprire una partita IVA per l’attività di bed & breakfast, in quanto si tratta di un’impresa che eroga servizi di ospitalità a pagamento. Occorre quindi identificare il codice ATECO prevalente da indicare in fattura e adempiere a tutti gli obblighi fiscali e contributivi connessi allo svolgimento di un’attività di impresa.

Per una corretta gestione amministrativa è fondamentale dotarsi di un registro delle prenotazioni aggiornato costantemente, dove annotare tutti i dati identificativi degli ospiti, le date di arrivo e partenza, il numero di persone e il dettaglio dei servizi richiesti per ciascuna prenotazione. Questo registro consente di emettere puntualmente le fatture al termine del soggiorno e di ricavare report periodici per la contabilità.

Per quanto riguarda la gestione operativa, è importante redigere un manuale con tutte le procedure standard per la pulizia delle camere, la preparazione delle colazioni, la manutenzione ordinaria, ecc. in modo che tutte le attività siano eseguite in modo omogeneo e qualitativamente elevato. Una persona deve essere nominata responsabile per garantire il corretto svolgimento di queste procedure.

Ottimizzare la gestione dell’accoglienza significa anche promuovere il bed & breakfast in modo efficace sui principali portali di booking online, fornendo una descrizione accurata dei servizi e gestendo autonomamente il calendario delle disponibilità. Infine, per la massima soddisfazione degli ospiti è importante raccogliere periodicamente feedback e recensioni da utilizzare per migliorare costantemente la qualità dell’offerta.

Come gestire un B&B richiede dunque l’applicazione di precise metodologie organizzative che, se correttamente implementate, consentono di amministrare e condurre l’attività in modo efficiente e professionale.

Come gestire un B&B

Come si gestisce un B&B: quanti e quali sono gli adempimenti fiscali e contabili

Sapere come gestire un B&B dal punto di vista fiscale e contabile richiede di osservare specifici adempimenti. Innanzitutto, chi apre un bed and breakfast deve aprire una partita IVA per esercitare l’attività in quanto impresa che eroga servizi di ospitalità. Occorre identificare il codice ATECO prevalente da indicare in fattura.

Un aspetto rilevante riguarda l’emissione delle fatture elettronica. Pertanto, il gestore del B&B deve dotarsi di un servizio per l’emissione e la ricezione di fatture digitali nel rispetto degli standard SdI. Le fatture devono essere emesse entro il 15 del mese successivo a quello di erogazione del servizio.

Per gli adempimenti IVA, il regime ordinario prevede la liquidazione mensile o trimestrale dell’imposta sul valore aggiunto maturata. Da presentare anche la dichiarazione IVA annuale con i dati del fatturato. Il gestore deve inoltre effettuare i versamenti contributivi INPS come contribuente minimale e tenere la contabilità ordinaria con registrazione analitica di entrate e uscite. Tra gli obblighi contabili ci sono la redazione del libro giornale e del libro inventari, nonché la conservazione delle fatture attive e passive per i controlli finanziari.

Infine, dal punto di vista fiscale un adempimento importante da assolvere è la presentazione della dichiarazione dei redditi annuale con la contabilizzazione del reddito prodotto dall’attività di bed and breakfast. Gestire un B&B richiede dunque un’attenta gestione amministrativo-contabile per essere in regola con tutti gli obblighi di legge.

Come aprire una casa vacanze: gli aspetti burocratici, fiscali e di gestione dell’attività

È indubbio che molti si chiedono come aprire una casa vacanze, in particolare coloro che possiedono una seconda abitazione ma non la sfruttano pienamente. Questa opzione può effettivamente tramutarsi in una vera e propria proprietà di reddito passivo.

Mettere a reddito l’immobile per locazioni brevi, sia gestendolo direttamente come attività parallela, sia delegandone la gestione, comporta ovviamente degli oneri amministrativi iniziali. Tuttavia, una volta avviata correttamente l’attività recuperandone i costi, come aprire una casa vacanze può consentire di monetizzare un bene che altrimenti sarebbe sotto-utilizzato.

Soprattutto in località balneari o montane ad alta vocazione turistica, la richiesta di alloggi per brevi soggiorni è molto elevata durante l’anno, quindi con una buona promozione e gestione è possibile raggiungere un tasso di occupazione tale da generare un reddito passivo significativo, in grado potenzialmente di coprire le rate di mutuo o di integrarne le entrate familiari. Naturalmente i guadagni dipendono da varie variabili ma, se ben sfruttata a fini ricettivi, una seconda casa può trasformarsi in un investimento remunerativo nel lungo periodo.

Come aprire una casa vacanze: tutti gli Adempimenti amministrativi e gestionali

Aprire una casa vacanza richiede un’attenta pianificazione degli adempimenti amministrativi e gestionali da seguire. Come primo passo è necessario stabilire se si intende esercitare l’attività in forma di impresa individuale o societaria.

Nel primo caso è opportuno aprire partita IVA come locazione breve gestita in forma non imprenditoriale, che prevede una tassazione da cedolare secca del 21% dei ricavi. Tale regime agevolato può essere adottato solo se si ottengono ricavi annui non superiori a 5.000 euro e se l’unità immobiliare offre alloggio per un periodo non superiore a 30 giorni. Chi intende avviare l’attività come impresa individuale deve aprire una partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate comunicando il codice ATECO 55.20.52 (attività di alloggi per brevi soggiorni).

Nel secondo caso, chi intende operare come società deve costituire una delle forme societarie previste dal codice civile (SRL, SPA ecc.) redigendo l’atto costitutivo, iscrivendo la società nel Registro delle Imprese e aprendo partita IVA con il codice ATECO di riferimento. Indipendentemente dalla forma giuridica prescelta, è necessario comunicare alla questura l’inizio dell’attività mediante la SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività).

Sapere come aprire una casa vacanze significa anche conoscere il passo successivo da fare vale a dire l’iscrizione al registro delle strutture ricettive della regione, che rilascia il codice identificativo regionale (CIR). Infine, per esercitare è necessario richiedere le autorizzazioni previste dal regolamento edilizio comunale in materia di agibilità, conformemente alle normative nazionali e regionali in materia di sicurezza e antincendio. Tutte queste pratiche devono essere portate a termine prima di pubblicizzare e commercializzare l’immobile per periodi brevi.

Come aprire una casa vacanze

Come aprire una casa vacanza: come funzionano la fatturazione e dichiarazione dei redditi

Per gestire correttamente le scritture contabili di una casa vacanza è fondamentale conoscere le corrette procedure di fatturazione e di compilazione della dichiarazione dei redditi. Come aprire una casa vacanze, chi adotta la cedolare secca per le locazioni brevi dovrà semplicemente tenere una registrazione analitica delle entrate e delle spese, senza obbligo di emissione di fatture.

In caso di partita IVA, invece, sarà necessario emettere fattura o ricevuta fiscale per ogni transazione economica effettuata, sia in entrata che in uscita. Le scritture contabili obbligatorie da tenere sono il registro degli acquisti e il registro dei corrispettivi, dove annotare giornalmente gli incassi.

Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, i titolari di partita IVA devono compilare il modello Redditi PF o lo specifico modello per società, indicando i ricavi lordi derivanti dalle locazioni brevi ed elencando le spese sostenute nell’anno solare. La dichiarazione deve essere trasmessa entro il 30 novembre di ciascun anno, salvo proroghe. Chi applica il regime forfettario presenta invece la dichiarazione semplificata. Il rispetto delle procedure contabili e di dichiarazione dei redditi è fondamentale per operare in regola dal punto di vista fiscale.

Sanzioni Agenzia delle Entrate: come funziona il sistema sanzionatorio di AdE

L’Agenzia delle Entrate ha da sempre nel proprio ordinamento il potere di irrogare sanzioni amministrative per inadempimenti ed errori da parte dei contribuenti.

Tale sistema di sanzioni Agenzia delle Entrate permette all’amministrazione finanziaria di applicare, proporzionalmente alla natura della violazione, ammende, multe e altre penalizzazioni pecuniarie per una vasta tipologia di illeciti.

Nel dettaglio, l’Agenzia può comminare oblazioni per omessa o infedele presentazione delle dichiarazioni, per tardiva emissione di fatture, per errori o difformità nei versamenti dell’IVA o delle ritenute. Particolare importanza rivestono le sanzioni per la mancata, incompleta od oltre i termini di legge emissione e trasmissione della fatturazione elettronica.

Tali sanzioni Agenzia delle Entrate costituiscono uno strumento indispensabile a presidio del corretto assolvimento degli obblighi tributari, anche a fronte di fenomeni sempre più diffusi come l’introduzione della fatturazione elettronica. Nel contempo, l’esistenza di un articolato sistema sanzionatorio consente all’amministrazione finanziaria una proporzionata ed equa repressione di condotte illecite, fungendo da deterrente per comportamenti non conformi alla legge.

Sanzione agenzia delle entrate: le diverse tipologie

Le diverse tipologie di sanzioni irrogate dall’Agenzia delle Entrate possono essere raggruppate in base alla natura dell’inadempimento.

In primo luogo, vi sono le sanzioni amministrative pecuniarie applicate in caso di inottemperanza agli obblighi dichiarativi. Tali sanzioni, la cui entità varia in una forbice tra il 120% e il 240% dell’imposta evasa, risultano comminate dall’Agenzia delle Entrate quando il contribuente omette la presentazione della dichiarazione dei redditi ovvero la presenta in ritardo o con dati incompleti o non veritieri.

Uno specifico tipo di sanzione amministrativa è quella inflitta in caso di omessa o tardiva comunicazione dei dati rilevanti ai fini delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto, come nel caso delle operazioni transfrontaliere.

L’Agenzia delle Entrate e Riscossione, invece, può irrogare specifiche sanzioni come la mora nel caso di ritardato o mancato pagamento delle somme dovute a seguito di avviso bonario o di accertamento. Vi è poi l’ulteriore tipologia di sanzione pari al 30% dell’importo non versato nel termine di 60 giorni dalla scadenza, nell’ipotesi di mancato, insufficiente o tardivo pagamento delle somme iscritte a ruolo.

In caso di resistenza all’ingiunzione di pagamento, l’Agenzia delle Entrate e Riscossione può applicare una sanzione amministrativa pecuniaria aggiuntiva pari al 10% del debito non onorato nei termini di legge.

Le sanzioni amministrative irrogate dall’Agenzia delle Entrate risultano graduate in funzione della gravità dell’inadempimento riscontrato e sono sempre comminate nel rispetto dei principi di proporzionalità e ragionevolezza.

Sanzioni agenzia delle entrate

Sanzioni agenzia delle entrate: Procedure e strumenti per la loro corretta applicazione

L’applicazione delle sanzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate segue precisi procedimenti volti ad assicurarne la correttezza.

Prima dell’irrogazione di qualsiasi sanzione amministrativa, l’ente provvede a comunicare agli interessati un preventivo avviso di irregolarità con il quale si segnalano gli inadempimenti rilevati e si invita a regolarizzare la propria posizione entro un termine assegnato. Trascorso infruttuosamente tale termine senza ricevere riscontro, l’Agenzia delle Entrate può emettere formale avviso di addebito delle sanzioni dovute.

Contro tale atto di sanzione è sempre ammesso ricorso presso la Commissione Tributaria Provinciale da parte del contribuente. L’ente, al fine di ottemperare ai principi di trasparenza e terzietà, pubblica annualmente apposite circolari che forniscono criteri interpretativi uniformi circa l’applicazione e la quantificazione delle sanzioni tributarie.

Uno strumento essenziale per assicurare la trasparenza dell’azione amministrativa è il contraddittorio con il contribuente sanzionato. A tal fine, l’Agenzia delle Entrate, prima dell’emanazione dell’atto di sanzione, deve concedere al destinatario la possibilità di effettuare chiarimenti e produzioni istruttorie. Cruciale anche il monitoraggio dell’applicazione delle sanzioni da parte della stessa Agenzia, al fine di uniformarne la quantificazione e l’irrogazione entro i limiti di legge, con particolare riguardo al rispetto del principio di proporzionalità. Ciò assume ancor più rilievo dopo l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica 2024.

Impresa agricola: asset e regole del settore primario

L’impresa agricola è soggetta a una normativa contabile e di fatturazione elettronica specifica, che è importante conoscere per una corretta gestione amministrativa e fiscale.

Dal punto di vista contabile, le imprese agricole di piccole dimensioni possono applicare, in alternativa alla contabilità ordinaria, la mera registrazione di incassi e pagamenti sui registri IVA semplificati o la revisione semestrale delle scritture. Tuttavia, è consigliabile valutare caso per caso la soluzione più adeguata alle proprie esigenze organizzative.

Relativamente alla fatturazione elettronica, dal 1° gennaio 2024 anche l’impresa agricola è tenuta all’invio telematico delle fatture attive e passive al Sistema di Interscambio. È necessario quindi dotarsi degli strumenti tecnologici idonei e acquisire familiarità con le procedure di compilazione e trasmissione dei documenti digitali, al fine di assolvere correttamente a tale obbligo.

Inoltre, l’impresa agricola svolge attività di autospedizione dei propri prodotti, emettendo autofatture. Pertanto, è importante conoscere le specifiche modalità di applicazione della fatturazione elettronica a tali documenti semplificati, al fine di evitare inconvenienti con il fisco.

La normativa contabile e di fatturazione elettronica riserva all’impresa agricola alcune regole peculiari, che è opportuno padroneggiare in modo da gestire in maniera ottimale gli adempimenti amministrativi e fiscali richiesti, scongiurando possibili sanzioni.

Impresa agricola: caratteristiche, settori di attività e normativa di riferimento

L’impresa agricola è un’unità operativa i cui scopi principali sono la produzione agricola e zootecnica. Essa gestisce un’attività economica riguardante la coltivazione del suolo, l’allevamento del bestiame e lo sfruttamento delle risorse naturali, con una organizzazione tecnica ed economica finalizzata alla produzione e vendita di beni agricoli.

Le aziende agricole si differenziano per dimensioni, per settori produttivi coinvolti, per tecniche adottate e per destinazione delle produzioni. In termini generali è possibile suddividere le imprese agricole tra quelle che operano nel settore della coltivazione, quelle orientate all’allevamento zootecnico e quelle attive sia nella coltivazione che nell’allevamento.

La normativa di riferimento per l’impresa agricola è costituita in primo luogo dal Regolamento (UE) n.1308/2013 che ha sostituito l’Organizzazione Comune dei Mercati Agricoli, disciplinando aspetti come produzione, commercializzazione e organizzazione della filiera agricola. Ulteriori disposizioni sono contenute nel D.Lgs. n.99/2004 che recepisce la direttiva comunitaria sulle norme relative alle organizzazioni comuni di mercato, nella normativa statale in materia civilistica e su questioni come la sicurezza e l’igiene alimentare.

L’impresa agricola può assumere diverse forme giuridiche, prevalendo in Italia la forma di ditta individuale o società semplice. Caratteristica peculiare è l’autofattura agricola, ovvero la possibilità per le imprese agricole di emettere fatture semplificate senza ricorrere a intermediari. Tale forma consente di alleggerire gli adempimenti amministrativi e burocratici in capo alle aziende agricole.

L’impresa agricola svolge un ruolo fondamentale nel sistema economico e sociale del Paese, contribuendo in modo rilevante alla formazione del valore aggiunto nazionale e all’occupazione. Essa costituisce inoltre un presidio importante per il mantenimento del territorio e della biodiversità. Proprio per la sua importanza, il quadro normativo di riferimento è costantemente aggiornato al fine di sostenere la competitività e lo sviluppo sostenibile del settore agricolo.

Impresa agricola

Imprese agricole: Contabilità semplificata e tassazione dei redditi

Le imprese agricole godono di una disciplina contabile e fiscale semplificata rispetto alle altre attività economiche.

Dal punto di vista contabile, per le aziende agricole di piccole dimensioni è facoltativa la tenuta della contabilità ordinaria ed è ammessa la mera registrazione degli incassi e pagamenti mediante moduli prestabiliti, denominati registri IVA semplificati. Inoltre, queste imprese possono applicare il regime di revisione semestrale delle scritture contabili.

Per quanto riguarda la tassazione dei redditi, per l’impresa agricola opera un regime di determinazione del reddito imponibile basato su criteri forfettari, direttamente collegati alla produzione, anziché sulla determinazione analitica dei costi e ricavi. Tale regime semplificato trova applicazione per le aziende al di sotto di determinati limiti di ricavi.

Un’ulteriore agevolazione è rappresentata dalla cosiddetta “autofatturazione”, che consente alle imprese agricole di emettere fatture semplificate per i conferimenti di prodotti senza dover ricorrere a intermediari.

Da evidenziare che a partire dal 1° gennaio 2024, per effetto della riforma fiscale, anche le imprese agricole saranno soggette all’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica 2024, allineandosi alla disciplina delle altre attività economiche. Tale novità semplificherà gli adempimenti amministrativi dell’impresa agricola, rendendo più celere lo scambio delle informazioni fiscali con l’Agenzia delle Entrate.

Pertanto, seppur nel rispetto dei principi generali di determinazione del reddito d’impresa, il quadro normativo riserva alle imprese agricole un regime contabile e fiscale semplificato, con l’obiettivo di alleviarne gli oneri amministrativi, riconoscendone il ruolo strategico per l’economia nazionale.

Fatturazione elettronica Europa: quante e quali differenze esistono e come superarle

La normativa in materia di fatturazione elettronica presenta differenze significative a seconda del paese europeo preso in esame. Nonostante ciò, è possibile rilevare alcuni tratti comuni che accomunano le legislazioni nazionali.

Considerando la Fatturazione elettronica Europa nel suo complesso, salta subito all’occhio l’assenza di regole armonizzate a livello continentale. Ciascuno Stato membro ha adottato proprie disposizioni in merito alle modalità di emissione e conservazione del documento fiscale in formato elettronico. Le scelte compiute sono state eterogenee, sia in termini di ambito di applicazione che di tempistiche di entrata in vigore degli obblighi.

Tuttavia, al di là delle divergenze, permangono alcuni tratti affini. In linea generale, la direttiva europea riconosce la fatturazione elettronica come opzione a disposizione delle parti in causa. Inoltre, tutti i paesi hanno reso obbligatorio l’utilizzo dell’e-fattura per le transazioni Business to Government. Infine, la gran parte delle legislature nazionali prevede funzionalità quali conservazione sostitutiva della fattura, possibilità di invio tramite SDI e formati standard come XML e PDF.

Pertanto, pur persistendo cospicue differenze, sussistono altresì elementi ricorrenti che denotano un incipiente processo di progressiva armonizzazione della fatturazione elettronica in Europa.

Fatturazione elettronica Europa: Le principali differenze nei diversi Paesi europei

La situazione della fatturazione elettronica nei diversi stati membri dell’Unione Europea presenta differenze normative rilevanti. In generale, la legislazione europea in termini di fatturazione elettronica doveva essere considerata un’opzione a disposizione di emittenti e riceventi, mentre l’unico obbligo riguardava gli appalti pubblici, per i quali tutti i paesi dovevano adeguarsi entro il 27 novembre 2018. Dopodiché ogni stato ha deciso diverse date per l’adeguamento totale della tecnologia.

Alcuni stati non hanno introdotto alcuna regolamentazione specifica in merito alla fatturazione elettronica. La maggior parte ha invece scelto di rendere obbligatoria tale modalità di emissione e trasmissione delle fatture nei rapporti Business to Government (B2G). Tra questi ultimi figura l’Italia, che per prima dal 6 giugno 2014 ha reso obbligatoria la fatturazione elettronica anche al di fuori del perimetro B2G.

Numerosi altri stati stanno anticipando e ampliando l’ambito di applicazione degli obblighi, grazie alle moderne tecnologie digitali che consentono una più tempestiva verifica e accertamento delle frodi IVA. Non sembra azzardato ipotizzare, dunque, che molti paesi europei si orienteranno progressivamente verso sistemi obbligatori di fatturazione elettronica implementabili attraverso autorizzazioni in deroga. In questo contesto la Fatturazione elettronica Europa rappresenta un tema centrale nel percorso di armonizzazione fiscale dell’Unione.

Fatturazione elettronica Europa

Fattura elettronica Europa: come deve essere gestita dalle aziende che operano in più Paesi europei

La gestione della fatturazione elettronica da parte di aziende operanti in più Paesi europei presenta diverse criticità legate alle differenze normative tra gli Stati membri.

Sebbene la legislazione europea preveda il 2024 come data di generale adeguamento agli standard comunitari in materia di fatturazione elettronica 2024, le disposizioni adottate singolarmente creano un mosaico normativo eterogeneo. Alcune nazioni hanno già introdotto obblighi in tal senso, prevedendo scadenze più ravvicinate, mentre altre non hanno fissato regole stringenti.

Le imprese multinazionali si trovano di fronte a una complessità di adempimenti dovuti all’operare in Stati dalle normative non armonizzate. Debbono infatti garantire l’emissione e la ricezione di fatture elettroniche conformi alle leggi vigenti paese per paese, considerando tempistiche e modalità differenziate.

Per rispondere a queste esigenze, risulta necessario un sistema centralizzato di gestione della Fatturazione elettronica Europa in grado di interfacciarsi con i molteplici canali disposti a livello nazionale. Una piattaforma in cloud consente di inviare e ricevere e-fatture secondo i requisiti di ciascuna giurisdizione, semplificando un adempimento che altrimenti rischierebbe di risultare eccessivamente oneroso a causa della segmentazione normativa. Sarà compito dell’Unione Europea, entro il 2024, giungere ad una normativa unitaria che superi le attuali disomogeneità, a beneficio di imprese e operatori economici.

Uscita dal regime forfettario cespiti: cauzioni generali e le specifiche implicazioni in caso di acquisto di beni strumentali

L’uscita dal regime forfettario a seguito del superamento delle soglie di compensi o ricavi, oppure per l’acquisto di beni strumentali oltre i limiti previsti, comporta l’obbligo di assoggettarsi al regime ordinario a partire dal periodo d’imposta successivo. Tale passaggio risulta vincolato al rispetto di alcune regole contabili e di calcolo degli indici di reddito.

In particolare, l’uscita dal regime forfettario cespiti impone di valutare i beni ammortizzabili ancora non interamente ripristinati facendo riferimento al loro costo non dedotto o dedotto in regime agevolato. Successivamente, si deve procedere all’iscrizione nel registro dei beni ammortizzabili previsto per gli operatori IVA e al calcolo delle relative quote di ammortamento.

Le rimanenze finali devono essere rivalutate sulla base del loro costo fiscalmente rilevante e iscritte nell’attivo circolante dello stato patrimoniale aperto con l’applicazione del regime ordinario. Infine, i compensi percepiti prima del cambio di regime devono essere ricondotti ai fini del calcolo dell’indice di redditività al nuovo anno iniziato con il regime operativo.

Il rispetto di queste procedure garantisce la corretta contabilizzazione degli elementi avviati in regime agevolato e il corretto calcolo della redditività aziendale. In caso di inosservanza potrebbero emergere profili di natura fiscale da sanare mediante ravvedimento operoso o voluntary disclosure.

Uscita dal regime forfettario cespiti: Casi di esclusione e uscita dal regime forfettario

Il regime forfettario prevede alcuni casi di esclusione e uscita obbligatoria dal suo campo di applicazione. Quando il contribuente supera determinati limiti di ricavi o compensi annui, oppure la natura dell’attività esercitata perde i requisiti richiesti per poter accedere al regime agevolato, scatta l’obbligo di uscita.

Uno dei casi più comuni è il superamento del tetto annuo di ricavi o compensi pari a 85.000 euro. Oltre tale soglia, a decorrere dal periodo d’imposta successivo, non è più possibile avvalersi della tassazione forfettaria. Un altro motivo che comporta l’esclusione dal regime è la perdita dei requisiti legati all’attività esercitata. Ad esempio, se un contribuente iscritto come gestore di negozio al dettaglio inizia a svolgere anche attività di ingrosso, decade l’agevolazione in quanto tale categoria è esclusa.

Un terzo caso di uscita dal regime forfettario cespiti è dato dall’eventuale acquisto di beni strumentali di valore superiore a 20.000 euro annui al netto dell’IVA. Tale soglia, da verificare per ciascun periodo d’imposta, comporta il passaggio all’ordinario regime IVA e delle imposte sui redditi. Dal 1° gennaio 2019, si è aggiunto l’obbligo di fatturazione elettronica anche per i contribuenti in regime agevolato. Pertanto, chi rientra in una delle cause di esclusione descritte, dovrà regolarizzare la propria posizione in accordo con i nuovi adempimenti fiscali.

Pertanto, l’uscita dal regime forfettario cespiti e l’obbligo di fattura elettronica forfettari costituiscono aspetti strettamente correlati che il professionista deve saper analizzare applicando la normativa vigente. È importante valutare attentamente i casi di decadenza agevolata per trasferire correttamente il contribuente verso il regime ordinario, adempiendo a tutti gli obblighi del caso (trovate tutte le specifiche sulle novità del regime forfettario nella nostra guida: “Regime Forfettario 2024“).

Uscita dal regime forfettario

Regime forfettario beni strumentali ammortamento: Gestione dell’uscita dal regime forfettario per cespiti

Nel regime forfettario, i beni strumentali acquistati dal contribuente con valore superiore a 516 euro sono registrati nel libro cespiti, ma non è consentita la loro deduzione o l’ammortamento fiscale. L’agevolazione prevede infatti che tutte le spese, incluso l’acquisto dei cespiti, siano stimate tramite il coefficiente di redditività legato alla specifica attività esercitata.

Uno dei casi di uscita obbligatoria dal regime forfettario è dato dall’acquisto nel periodo d’imposta di beni strumentali per un valore complessivo superiore a 20.000 euro al netto dell’IVA. In questa situazione, il contribuente deve passare al regime ordinario a partire dal periodo successivo. Ciò comporta anche l’obbligo di fatturazione elettronica a decorrere dalla nuova annualità fiscale.

L’ammortamento fiscale dei cespiti acquistati in regime forfettario e la loro deduzione è ammessa solo a partire dal primo periodo d’imposta in cui si applica il regime ordinario, attraverso un computo analitico sul quale calcolare annualmente la quota di ammortamento. Pertanto, la gestione dei beni strumentali nel passaggio al regime ordinario prevede specifiche regole contabili per la loro corretta imputazione ai fini delle imposte sui redditi.

La disciplina del regime forfettario beni strumentali ammortamento e l’uscita obbligatoria per superamento della soglia dei cespiti acquistati comporta, oltre all’applicazione delle normali regole civilistiche, anche l’assoggettamento all’obbligo di fatturazione elettronica. Il commercialista deve saper supportare il contribuente fornendo tutte le informazioni per garantire il rispetto degli adempimenti in caso di passaggio al regime ordinario.