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Scadenze fiscali: calendario 2023

Le scadenze fiscali rappresentano un impegno annuale per tutti i contribuenti e le imprese che operano sul territorio italiano. Nel corso del 2023, ci sono importanti appuntamenti fiscali che è bene conoscere e programmare in anticipo per evitare sanzioni e problemi con il Fisco. Esaminiamo quindi le scadenze fiscali del calendario 2023, suddividendo l’argomento in tre sezioni principali.

Scadenze fiscali per i contribuenti

Le scadenze fiscali per i contribuenti sono molteplici e coprono un’ampia gamma di tasse e imposte. Di seguito, elenchiamo le principali scadenze fiscali per il 2023:

  1. 16 giugno: scadenza per il pagamento del saldo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) per i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi entro il 2 ottobre 2022, oppure entro il 30 novembre 2022 se presentata via telematica.
  2. 30 giugno: scadenza per il versamento della seconda rata dell’imposta municipale propria (IMU) e della tassa sui rifiuti (TARI) per le abitazioni principali e le relative pertinenze.
  3. 16 settembre: scadenza per il versamento della seconda rata dell’acconto IRPEF e delle addizionali regionali e comunali per i contribuenti che hanno optato per il pagamento in due rate.
  4. 30 novembre: scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi per i contribuenti che hanno percepito redditi da lavoro autonomo o assimilati nel 2022.
  5. 16 dicembre: scadenza per il versamento del saldo dell’acconto IRPEF e delle addizionali regionali e comunali per i contribuenti che hanno optato per il pagamento in due rate.

Queste sono solo alcune delle scadenze fiscali più importanti per i contribuenti nel 2023. Per una lista completa, si può consultare il sito dell’Agenzia delle Entrate.

Scadenze fiscali

Scadenze fiscali annuali per le imprese

Anche le imprese hanno obblighi fiscali annuali da rispettare, che variano in base alla loro forma giuridica e alle loro attività. Di seguito, elenchiamo le principali scadenze fiscali annuali per le imprese nel 2023:

  1. 28 febbraio: scadenza per la presentazione del modello Redditi 2022 per le società di capitali (S.p.A., S.r.l., ecc.), dei relativi allegati e della dichiarazione IVA annuale.
  2. 30 aprile: scadenza per la presentazione del modello Unico 2023 per le società di persone (società semplice, società in nome collettivo, società in accomandita semplice), dei relativi allegati e della dichiarazione IVA annuale.
  3. 31 maggio: scadenza per la presentazione del modello IVA annuale per tutte le imprese che hanno effettuato operazioni soggette a IVA nel corso dell’anno precedente.
  4. 16 giugno: scadenza per il versamento del saldo dell’IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) per le imprese che hanno optato per il pagamento in due rate.
  5. 30 giugno: scadenza per il versamento della seconda rata dell’IMU e della TARI per le attività produttive.
  6. 16 settembre: scadenza per il versamento della seconda rata dell’acconto IRPEF e delle addizionali regionali e comunali per le imprese che hanno optato per il pagamento in due rate.
  7. 30 settembre: scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi delle persone giuridiche per l’anno 2022.

Anche in questo caso, si tratta solo delle scadenze fiscali annuali più importanti per le imprese nel 2023. Per una lista completa, si può consultare il sito dell’Agenzia delle Entrate.

Calendario fiscale: consigli per la pianificazione fiscale

Pianificare le scadenze fiscali può essere complicato, ma esistono alcuni consigli che possono aiutare a semplificare il processo:

  1. Utilizzare un calendario fiscale: scaricare un calendario fiscale dall’Agenzia delle Entrate o da un sito specializzato può essere utile per tenere traccia delle scadenze fiscali e programmare i versamenti in anticipo.
  2. Automatizzare i pagamenti: utilizzare servizi di home banking o di addebito diretto può semplificare i pagamenti delle tasse e ridurre il rischio di ricevere una cartella esattoriale e sanzioni per ritardi o omissioni.
  3. Conoscere le agevolazioni fiscali: informarsi sulle agevolazioni fiscali previste dalla normativa può consentire di ridurre l’imponibile e, di conseguenza, l’importo delle tasse da pagare.
  4. Affidarsi a un commercialista: in caso di dubbi o di complessità fiscale, è sempre consigliabile affidarsi a un commercialista o a un esperto fiscale che possa fornire assistenza e consulenza personalizzata.
  5. Controllare le fatture elettroniche e le spese: è importante tenere sotto controllo le fatture elettroniche e le spese per poter dedurre le spese e ottenere crediti d’imposta. Un’attenta gestione delle fatture e delle spese può consentire di ottenere una riduzione del reddito imponibile e, di conseguenza, una riduzione dell’imposta dovuta.
  6. Mantenere i documenti in ordine: tenere in ordine i documenti contabili e fiscali è fondamentale per non incorrere in sanzioni e per semplificare le operazioni di dichiarazione dei redditi e di versamento delle tasse. Utilizzare un software di contabilità può essere utile per tenere traccia delle entrate e delle uscite e per generare documenti contabili e fiscali in modo automatico.

In generale, una buona pianificazione fiscale richiede una conoscenza approfondita delle normative fiscali, una corretta gestione dei documenti e delle scadenze, e un’attenta valutazione delle possibili agevolazioni e delle deduzioni fiscali. Con un po’ di impegno e di organizzazione, è possibile evitare problemi con il Fisco e ottenere una maggiore tranquillità e sicurezza nella gestione delle finanze aziendali.

Cosa sono le imposte: dirette, indirette e differenze con le tasse

Sapere cosa sono le imposte è un’informazione fondamentale per chiunque, ma in particolare per tutti coloro che decidono di aprire una partita IVA. Le imposte sono una componente fondamentale dell’economia di qualsiasi paese. Queste rappresentano il mezzo principale attraverso cui lo Stato può raccogliere fondi per finanziare i propri programmi, investimenti e servizi pubblici. Vediamo quindi di capire meglio cosa sono le imposte, le differenze tra imposte dirette e indirette e le principali differenze tra imposte e tasse.

Imposte: cosa sono e a cosa servono

Le imposte sono prelievi fiscali obbligatori che lo Stato impone ai cittadini, alle imprese e alle organizzazioni. Sono utilizzate per finanziare le attività dello stato e per ridistribuire le risorse nella società in modo equo. Le imposte possono essere dirette o indirette, a seconda del modo in cui sono raccolte.

Cosa sono le imposte dirette?

Le imposte dirette sono quelle prelevate direttamente dal reddito o dalla proprietà di un individuo. Includono l’imposta sul reddito, l’imposta sul patrimonio, l’imposta sulle successioni e donazioni. Le imposte dirette sono considerate più giuste rispetto alle imposte indirette, poiché sono proporzionali alla capacità contributiva dell’individuo o dell’impresa.

Cosa sono le imposte

Imposte dirette e indirette: quali sono le differenze?

Le imposte indirette sono invece quelle prelevate su beni e servizi, ad esempio l’IVA, l’accisa sulle sigarette o l’imposta sul valore aggiunto sui beni di lusso. L’imposta indiretta è pagata dal consumatore finale del prodotto o del servizio, e non dal produttore o dal venditore. Questo significa che l’imposta è inclusa nel prezzo del prodotto o del servizio e aumenta il costo per il consumatore finale.

Le differenze tra imposte dirette e indirette sono molteplici. Le imposte dirette sono considerate più progressive, in quanto le persone con un reddito più alto pagano una percentuale più elevata rispetto alle persone con un reddito più basso. Le imposte indirette, d’altra parte, colpiscono tutti allo stesso modo, indipendentemente dal reddito. Le imposte dirette sono inoltre più difficili da evadere rispetto alle imposte indirette.

Imposte e tasse: quali sono le principali differenze?

Le tasse sono un altro tipo di prelievo fiscale, ma sono diverse dalle imposte. Le tasse sono generalmente prelevate per finanziare servizi specifici, come ad esempio le tasse universitarie o le tasse sull’utilizzo di una strada a pedaggio. Le tasse sono generalmente obbligatorie e non sono negoziabili anche se esistono diversi metodi per pagare meno tasse.

Le imposte, d’altra parte, sono prelevate per finanziare i programmi generali dello Stato, come ad esempio l’assistenza sanitaria pubblica o la difesa nazionale. Le imposte sono in genere negoziabili, e i contribuenti possono spesso scegliere come allocare i propri fondi, ad esempio tramite le donazioni a scopo fiscale.

Imposte indirette: cosa sono e come funzionano?

Quindi abbiamo visto che le imposte indirette sono imposte applicate sul consumo di beni e servizi. L’imposta è generalmente inclusa nel prezzo del bene o servizio acquistato ed è pagata dal consumatore finale. L’imposta indiretta è generalmente considerata una forma regressiva di tassazione, perché colpisce in modo più pesante le persone con redditi più bassi.

Un esempio comune di imposta indiretta è l’IVA (imposta sul valore aggiunto), applicata su tutti i beni e servizi venduti in un paese. L’IVA è generalmente applicata ad una determinata percentuale sul prezzo del bene o servizio e pagata dal consumatore finale.

Le imposte indirette possono essere utilizzate per influenzare il comportamento dei consumatori, ad esempio applicando un’aliquota più elevata su prodotti considerati dannosi per la salute, come il tabacco o l’alcol. In questo modo, lo Stato cerca di incentivare il consumo di prodotti più sani e di ridurre i costi sanitari correlati ai prodotti dannosi.

Inoltre, le imposte indirette possono essere utilizzate come strumento per proteggere l’industria nazionale, ad esempio attraverso l’applicazione di dazi doganali sulle importazioni di beni stranieri. In questo modo, le merci importate diventano meno competitive rispetto ai prodotti nazionali, favorendo l’industria nazionale.

Imposte e tasse: conclusioni

Abbiamo quindi cercato di dare una spiegazione dettagliato su cosa siano imposte, le differenze tra imposte dirette e indirette e le principali differenze tra imposte e tasse. Ricapitolando possiamo quindi dire che le imposte sono un mezzo fondamentale per finanziare i programmi pubblici e ridistribuire le risorse nella società. Le imposte dirette sono quelle prelevate direttamente dal reddito o dalla proprietà di un individuo, mentre le imposte indirette sono quelle prelevate sui beni e servizi. Le tasse, d’altra parte, sono prelevate per finanziare servizi specifici, come ad esempio le tasse universitarie. Le imposte indirette possono essere utilizzate per influenzare il comportamento dei consumatori e proteggere l’industria nazionale.

Legge di bilancio 2023: le novità per imprese e professionisti

La Legge di bilancio 2023 è stata approvata dal Governo il 28 dicembre 2022 e contiene diverse novità che interessano sia i professionisti che le imprese e tutti coloro che vogliono aprire una partita IVA. In questo articolo, cercheremo di fare una panoramica delle principali modifiche apportate dalla nuova legge e di spiegare come queste possono influire sulle attività di professionisti e imprese.

Prima di entrare nello specifico, è importante ricordare che la Legge di bilancio è uno strumento fondamentale per la definizione delle politiche economiche e finanziarie dello Stato e che ha come obiettivo quello di garantire il sostegno alle famiglie, alle imprese e ai lavoratori, nonché il rilancio dell’economia. Passiamo quindi ad analizzare le novità introdotte dalla Legge di bilancio 2023 per i professionisti.

Legge di bilancio 2023: le novità per i professionisti

Una delle principali novità introdotte dalla Legge di bilancio 2023 per i professionisti riguarda l’ampliamento della platea dei soggetti che possono accedere alla detrazione del 50% per l’acquisto di beni strumentali. Fino a oggi, infatti, tale detrazione era riservata solo ai lavoratori dipendenti e ai titolari di partita IVA con ricavi o compensi fino a 400.000 euro. Con la nuova legge, invece, la detrazione è estesa anche ai liberi professionisti iscritti alle casse di previdenza dei lavoratori autonomi e agli enti previdenziali privati.

Un’altra novità interessante per i professionisti è l’estensione della possibilità di utilizzare il regime forfettario anche ai lavoratori autonomi iscritti alle casse di previdenza dei lavoratori autonomi e agli enti previdenziali privati. Fino ad oggi, infatti, tale regime era riservato solo ai lavoratori autonomi che non superavano un determinato limite di ricavi. Con la nuova legge, invece, anche i professionisti con ricavi superiori ai limiti previsti dal regime forfettario potranno optare per tale regime, a condizione che non siano esercitate attività di impresa, arti e professioni esenti o che non diano luogo a ritenute d’acconto.

Bilancio di previsione dello Stato: le novità per le imprese

Un’altra novità importante per le imprese è l’introduzione della “Nuova Sabatini“, una misura che prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto per l’acquisto di beni strumentali da parte di piccole e medie imprese. La “Nuova Sabatini” è rivolta sia alle imprese che alle start-up innovative e prevede un contributo a fondo perduto pari al 40% delle spese sostenute per l’acquisto di beni strumentali, fino a un massimo di 2 milioni di euro per ciascuna impresa.

Un’altra misura introdotta dalla Legge di bilancio 2023 che riguarda le imprese è il “credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi“, che prevede un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto di beni strumentali nuovi, fino ad un massimo di 2,5 milioni di euro per ciascuna impresa. Tale credito d’imposta è rivolto alle imprese che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate in territori a elevata intensità di processo e a territori svantaggiati.

Legge di bilancio 2023

Start-up innovative: le novità nella Legge di bilancio 2023

La Legge di bilancio 2023 introduce anche diverse novità per le start-up innovative, alcune delle quali riguardano il sistema fiscale. Una di queste è l’estensione della possibilità di utilizzare il regime forfettario anche alle start-up innovative, a condizione che non siano esercitate attività di impresa, arti e professioni esenti o che non diano luogo a ritenute d’acconto.

Un’altra novità interessante per le start-up innovative è l’introduzione della “Nuova Sabatini“, una misura che prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto per l’acquisto di beni strumentali da parte di start-up innovative. La “Nuova Sabatini” prevede un contributo a fondo perduto pari al 50% delle spese sostenute per l’acquisto di beni strumentali, fino ad un massimo di 2 milioni di euro per ciascuna start-up.

Manovra finanziaria 2023: novità per il settore turistico e culturale

La Legge di bilancio 2023 introduce anche diverse novità per il settore turistico e culturale, alcune delle quali riguardano il sistema fiscale. Una di queste è l’introduzione del “credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi destinati all’internazionalizzazione“, che prevede un credito d’imposta pari al 40% delle spese sostenute per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati all’internazionalizzazione, fino ad un massimo di 2 milioni di euro per ciascuna impresa. Tale credito d’imposta è rivolto alle imprese del settore turistico e culturale che effettuano investimenti in beni strumentali nuovi destinati all’internazionalizzazione dell’attività.

Inoltre, la Legge di bilancio 2023 prevede anche l’istituzione di un fondo per la promozione della cultura e del turismo, che avrà una dotazione di 50 milioni di euro per l’anno 2023. Il fondo sarà destinato a finanziare iniziative di promozione del patrimonio culturale e del turismo, nonché a sostenere l’organizzazione di eventi culturali e di valorizzazione delle destinazioni turistiche.

Manovra finanziaria: conclusioni

In conclusione, la Legge di bilancio 2023 introduce diverse novità per professionisti, imprese, start-up innovative e il settore turistico e culturale, alcune delle quali riguardano il sistema fiscale e altre che sono finalizzate a sostenere l’economia e a promuovere la cultura e il turismo. Si tratta di un’importante manovra finanziaria che introduce agevolazioni imprese e liberi professionisti.

Certificazione unica istruzioni per i forfettari e novità del codice “24”

Oggi trattiamo un tema particolarmente importante: “certificazione unica istruzioni per forfettari e le novità introdotte dal codice 24”. Partiamo dicendo che il 16 marzo 2022 fissa la scadenza entro la quale i sostituti d’imposta devono inviare ad Agenzia delle Entrate le certificazioni dei redditi. Certificazioni che riguardano i redditi da lavoro dipendente, autonomo e redditi diversi. Il periodo di riferimento è l’anno 2021.

Quindi, i documenti che devono essere inviati sono:

  • Frontespizio – documento contenente le seguenti informazioni:
    • tipo di comunicazione
    • dati del sostituto
    • dati relativi al rappresentante firmatario della comunicazione
    • firma della comunicazione
    • impegno alla presentazione telematica
  • Quadro CT – contenente i dati relativi al modello 730-4 reso disponibile da Agenzia delle Entrate
  • Certificazione Unica 2022 – documento contenente:
    • dati fiscali e previdenziali relativi alle certificazioni lavoro dipendente
    • assimilati e assistenza fiscale e alle certificazioni lavoro autonomo
    • provvigioni e redditi diversi
    • dati fiscali relativi alle certificazioni dei redditi inerenti alle locazioni brevi

Certificazione unica istruzioni per i forfettari

La categoria dei lavoratori autonomi, comprende anche i contribuenti che rientrano sotto il regime forfettario. In base all’art. 1, comma 69 della Legge n. 190/2014, i forfettari non sono considerati sostituti d’imposta. Questo significa che, se ricevono una fattura assoggettata a ritenuta d’acconto, devono saldarla al lordo dell’importo indicato. Inoltre non sono obbligati al versamento delle ritenute d’acconto e, di conseguenza, a presentare la dichiarazione dei sostituti d’imposta, vale a dire il Modello 770.

Una situazione molto diversa rispetto ai contribuenti ritenuti sostituti d’imposta che rientrano nel regime ordinario, semplificato, o nel vecchio regime dei minimi che ricevono fatture dai forfettari. Questi,  infatti, hanno l’obbligo d’indicare, nelle Certificazioni Uniche, tutti i compensi corrisposti ai contribuenti forfettari. L’indicazione deve essere inserita nel quadro relativo alla sezione per i lavoratori autonomi.

Certificazione unica istruzioni

Certificazione unica istruzioni 2022: compensi erogati ai forfettari

La Certificazione Unica è composta da una serie di sezioni e quadri che devono essere compilati seguendo delle regole ben precise. Ad esempio, per quanto riguarda le istruzioni da seguire per compilare il documento relativamente ai compensi erogati ai forfettari, si devono rispettare le seguenti indicazioni:

  • Riquadro: “dati relativi alle somme erogate – tipologia reddituale” – indicare causale A per prestazioni di lavoro autonomo rientranti nell’esercizio di arte o professione abituale
  • Sezione “dati fiscali” punto “4” – indicare importo lordo corrisposto al forfettario. Questo deve essere comprensivo delle eventuali anticipazioni fatte al cliente ai sensi dell’art. 15 del D.P.R. n. 633/1972 e dell’eventuale rivalsa INPS al 4% ai fini previdenziali.
  • Riquadro “6” – il codice “12” presente esclusivamente nelle Certificazioni Uniche 2021 è oggi sostituito dal codice “24”. Questo significa che i contribuenti forfettari nel campo 6 devono riportare:
    • codice 24 per indicare i compensi non assoggettati a ritenuta d’acconto corrisposti ai soggetti in regime forfetario di cui all’articolo 1, della L. 190/2014.
    • codice “22”, nel caso di erogazione di redditi esenti ovvero di somme che non costituiscono reddito.

Certificazione Unica: scadenze

La certificazione unica deve essere correttamente compilata e inviata telematicamente ad Agenzia delle Entrate, entro e non oltre il 16 marzo 2022.

Infine, per le sole CU, contenenti esclusivamente redditi esenti, o non dichiarabili mediante la dichiarazione precompilata (Mod. 730), il termine di trasmissione è fissato al 31 ottobre 2022.

Infine si ricorda che entro il 21.03.2022, vale a dire entro i cinque giorni successivi alla scadenza prevista per l’invio telematico, si possono effettuare correzioni alle certificazioni inviate nei termini, senza incorrere in sanzioni.

Bando INAIL: proroga al 23 febbraio 2022

Il Bando ISI è stato inizialmente revocato, perché tutti i fondi sono stati dirottati a favore delle misure contro il Covid-19. INAIL ha pubblicato il bando solo nel mese di novembre 2020, in cui erano stati messi a disposizione 211.226.450 euro  per i consueti  finanziamenti annuali a fondo perduto. Fondi destinati a realizzare progetti che dovevano servire a migliorare i livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il click day, vale a dire il giorno previsto per l’invio delle domande, si è concluso regolarmente l’11-11-2021. Il 3 febbraio, L’istituto, sul proprio sito istituzionale, ha annunciato il rinvio della scadenza per la presentazione della documentazione e, di conseguenza, anche per la pubblicazione degli elenchi definitivi dei progetti approvati. Vediamo quindi quali sono le nuove date per il Bando INAIL.

Bando INAIL: le nuove scadenze

INAIL ha annunciato le seguenti nuove proroghe:

  • Upload della documentazione entro il  23 febbraio 2022, ore 18:00 (annullata la data del 4 febbraio 2022)
  • Pubblicazione degli elenchi cronologici definitivi entro il 31 marzo 2022 (data rinviata rispetto al 16 marzo 2022).

Il 3 dicembre scorso, invece, sono già stati pubblicati gli elenchi provvisori dei beneficiari, suddivisi per regione e asse di finanziamento.

Gli elenchi riportano tutte le domande correttamente inoltrate, in ordine cronologico di arrivo di arrivo registrato dai sistemi INAIL. Ogni domanda è contrassegnata in base all’esito con una serie di lettere:

  • S – posizione utile per l’ammissibilità
  • S-REC – subentrate in posizione utile a seguito dell’esclusione di domande annullate per violazione delle regole tecniche
  • N – provvisoriamente non ammissibili per carenza di fondi

Per l’ammissibilità vera e propria le domande contrassegnate dalle lettere “S” ed “S-REC” devono essere convalidate. La convalida avviene a seguito dell’invio del modulo di domanda (modulo A) e della documentazione a suo completamento, entro le ore 18 del 23 febbraio 2022.

Bando INAIL: i destinatari

Come per gli anni precedenti, i destinatari del bando INAIL sono:

  • Imprese iscritte alla Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura
  • Enti del terzo settore appartenenti all’asse 2.

Bando INAIL

Bando INAIL: assi di finanziamento

Le risorse finanziarie sono ripartite per assi di finanziamento e in base alle regioni. Gli assi di Finanziamento sono:

  •  1  – Progetti d’investimento (primo avviso)
  •  1 – Progetti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale (secondo avviso)
  •  2 – Progetti per la riduzione del rischio da movimentazione manuale di carichi (MMC)
  • 3 – Progetti di bonifica da materiali contenenti amianto
  •  4 – Progetti per micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività:
      • Pesca (codice Ateco A03.1)
      • Fabbricazione di mobili (codice Ateco C31)

Importo erogabile

Sono previste delle soglie massime erogabili alle varie aziende:

  • 130.000 euro per tutti i progetti rientranti negli assi 1, 2, 3.
  • 50.000 euro per tutti i progetti rientranti nell’asse 4.

Bando INAIL: le procedure informatiche

Il 1° giugno 2021, INAIL ha annunciato l’apertura delle procedure informatiche e una tabella cronologica con la quale sono indicate le modalità d’inoltro delle domande:

  • Compilazione domande – dal 1° giugno 2021 al 15 luglio 2021 ore 18.00
  • Download codici identificativi – dal 20 luglio 2021
  • Comunicazione regole tecniche per l’invio della domanda online – entro il 15 luglio
  • Click day – 11 novembre 2021
  • Comunicazione elenchi provvisori dei beneficiari – 25 novembre 2021, poi posticipato al 3 dicembre 2021
  • Upload documentazione e invio – 23 febbraio 2022 h. 18.00
  • Pubblicazione elenchi definitivi – entro il 31 marzo 2022

È inoltre stato messo a disposizione un numero telefonico per ottenere assistenza e informazioni: 06.6001 del Contact center Inail.

Autoliquidazione: cos’è, calcolo e scadenze

Per legge, ogni azienda, con dipendenti, è obbligata a pagare un premio annuale all’INAIL per la copertura di eventuali infortuni sul lavoro. Il medesimo obbligo ce l’hanno gli artigiani che esercitano la propria attività, anche quando non collaborano con dei subordinati. L’autoliquidazione rappresenta, quindi, un adempimento basilare per datori di lavoro e artigiani.

Autoliquidazione: cos’è

Visto quanto detto poco sopra, è chiaro che l’autoliquidazione INAIL costituisce semplicemente l’obbligo di versamento dei contributi dovuti all’Istituto per la copertura obbligatoria di eventuali infortuni. Un onere a carico dei proprietari d’azienda e degli artigiani che esercitano la propria professione. Si tratta di un premio annuale calcolato in base a determinate variabili. Il calcolo è fatto autonomamente, oppure attraverso l’ausilio di specifici studio di commercialisti. Essendo un argomento alquanto complesso e delicato, la cosa migliore da fare è quella di rivolgersi sempre a dei professionisti del settore, onde evitare d’incappare in spiacevoli errori.

Calcolo autoliquidazione INAIL

L’autoliquidazione è calcolata in base a specifici parametri:

  • settore di competenza dell’attività (artigianato, industria, servizi o altre attività)
  • mansione e ruolo all’interno dell’azienda
  • numero d’infortuni avvenuti all’interno dell’impresa
  • maggiorazioni, o riduzioni, previste

Nel calcolo è preso in considerazione e applicato un tassodi rischio specifico. Quest’ultimo varia in base all’imponibile, vale a dire alla somma delle retribuzioni annue. Sul sito dell’INAIL è presente una sezione specifica dove, ciascuna azienda, ha la possibilità di trovare il proprio tasso di rischio specifico. Per accedere al proprio fascicolo aziendale ogni impresa deve essere in possesso di un determinato PIN che è rilasciato dall’ Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro.

Autoliquidazione

Scadenza autoliquidazione INAIL

Come ogni altro obbligo, anche l’autoliquidazione prevede delle specifiche scadenze. Prima di tutto è un obbligo annuale, quindi significa che l’imprenditore con dipendenti, o l’artigiano che esercita la professione, devono corrisponderlo ogni anno. È stato fissato un termine unico al 16 febbraio. Entro tale scadenza devono essere compiute precise operazioni:

  1. calcolo della rata del premio annuale – l’ammontare deve comprendere l’anno in corso e l’eventuale conguaglio relativo all’annualità precedente
  2. calcolo del premio di autoliquidazione – questa comprende la rata dell’anno corrente, più il conguaglio dell’anno precedente. La somma risultante è al netto delle eventuali riduzioni previste
  3. pagamento del relativo premio tramite modello F24 – il pagamento può essere fatto usando il modello F24, cioè il modello di pagamento unificato, oppure utilizzando l’F24 EP, vale a dire Modello di pagamento unificato enti pubblici.

Rateazione autoliquidazione INAIL

L’autoliquidazione può essere pagata a INAIL in un’unica soluzione alla scadenza del 16 febbraio, oppure può essere rateizzata. Quattro è il numero massimo di rate previste. La comunicazione della volontà di effettuare il pagamento rateale, deve avvenire tramite comunicazione telematica.

Le scadenze dei pagamenti rateizzati sono le seguenti:

  • Prima rata: 16 febbraio
  • Seconda rata: 16 maggio
  • Terza rata: 20 agosto
  • Quarta rata: 16 novembre

In caso di rateizzazione è applicato un tasso d’interesse pari allo 0,68%. Le quattro rate trimestrali corrispondono quindi al 25% del premio annuale. Il tasso d’interesse è calcolato sempre facendo riferimento al tasso medio d’interesse 2021 pubblicato sul sito www.dt.tesoro.it

Autoliquidazione INAIL 2022: aggiornamento scadenze

Il 29 dicembre 2021 INAIL ha pubblicato tutte le istruzioni operative sull’autoliquidazione 2021/2022. In particolare, nella guida, sono specificate le operatività circa le eventuali riduzioni contributive da applicare. Le istruzioni contengono un riepilogo accurato delle scadenze e delle modalità di adempimento a carico dei datori di lavoro.

Nello specifico ricordiamo l’ultimo aggiornamento in merito alle scadenze che prevede:

  • 16 febbraio 2022 – versamento del premio di autoliquidazione in unica soluzione o della prima rata in caso di pagamento rateale e contributi associativi  in unica soluzione
  • 28 febbraio 2022 – presentazione delle dichiarazioni delle retribuzioni effettivamente corrisposte nell’anno 2021

Nella guida sono indicate anche tutte le riduzioni che si applicano all’autoliquidazione 2021/2022. Tra le più significative ricordiamo:

  • Sgravio per il Registro Internazionale (PAN)
  • Incentivi per il sostegno della maternità e paternità e per la sostituzione di lavoratori in congedo (PAT)
  • Riduzione per le imprese artigiane (PAT)
  • Incentivi per assunzioni legge n. 92/2012, art. 4, commi 8-11 (PAT)
  • Riduzione per le cooperative agricole e i loro consorzi operanti in zone montane e svantaggiate (PAT)

Tutti i servizi relativi all’autoliquidazione sono presenti direttamente sul sito dell’INAIL.

Dichiarazioni 730 – cosa sono, quando si fanno, scadenze e compilazione

Le dichiarazioni 730 sono quelle riservate ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Dal 10 maggio di quest’anno sul sito dell’Agenzia delle Entrate (AdE) è disponibile il modello del 730 precompilato. A distanza di 15 giorni AdE consente ai contribuenti di scaricarlo, compilarlo e inviarlo in forma telematica. Per poter accedere all’area personale sul sito di AdE è necessario possedere le credenziali PIN dell’Agenzia delle Entrate, il PIN dell’INPS, oppure SPID o CIE. La compilazione di queste dichiarazioni offrono diversi vantaggi ai lavoratori. Prima fra tutti quella secondo la quale non è necessario eseguire i calcoli per poi ottenere il rimborso in busta paga, piuttosto che sulla rata della pensione. Al contrario, se dai calcoli, risultasse necessario effettuare dei pagamenti, questi sono trattenuti direttamente dalla retribuzione, piuttosto che dalla pensione stessa.

Quindi si tratta di modelli di dichiarazione dei redditi che devono presentare le persone fisiche. I modelli cambiano a seconda della tipologia di reddito posseduta (pensione, retribuzione da lavoro dipendente, ecc…).

Dichiarazioni 730: alternativa al Modello Unico

Il modello 730 è usato in alternativa al Modello Unico da tutti i contribuenti che devono dichiarare i seguenti redditi:

  • di pensione o di lavoro dipendente (compresi i redditi da collaborazione coordinata e continuativa e le indennità sostitutive di reddito di lavoro dipendente); i redditi di pensione o di lavoro dipendente (assieme alle trattenute fiscali e i contributi previdenziali) sono certificati nel CUD emesso dal datore di lavoro o dall’INPS
  • di terreni e fabbricati
  • a tassazione separata
  • di capitale
  • di lavoro autonomo per i quali non è richiesta la partita IVA (ad esempio prestazioni di lavoro autonomo non esercitate abitualmente)
  • redditi diversi (ad esempio redditi di terreni e fabbricati situati all’estero)

I titolari di partita IVA invece non devono usare il modello 730. Oltre a loro ci sono un’altra serie di soggetti esonerati dalla presentazione delle dichiarazioni 730:

  • contribuenti non residenti in Italia
  • eredi di contribuenti deceduti
  • tutti coloro i cui datori di lavoro non sono tenuti a versare le ritenute d’acconto (ad esempio, i lavoratori domestici come colf, giardinieri, ecc.)
  • i contribuenti con soli redditi da abitazione principale più eventuali altri fabbricati non locati
  • i contribuenti con soli redditi da lavoro dipendente o pensione a patto che il datore di lavoro/ente pensionistico abbia effettuato correttamente tutte le ritenute fiscali in busta paga
  • coloro che oltre ad aver percepito redditi da lavoro dipendente o pensione, posseggono anche la loro abitazione principale più altri eventuali fabbricati non locati

A differenza del modello Unico, le dichiarazioni 730 possono essere congiunte e contenere i redditi di entrambi i coniugi.

Dichiarazioni 730

Dichiarazioni 730: scadenze e modalità di presentazione

La scadenza fiscale entro la quale le dichiarazioni 730 devono essere presentate è il 30 settembre 2021. Il termine di trasmissione è sempre lo stesso. Mentre la data per l’erogazione del rimborso IRPEF spettante è differenziata in relazione al periodo di trasmissione della dichiarazione dei redditi.

Gli eventuali rimborso emersi dal calcolo del 730, sono erogati sulle retribuzioni di competenza del mese successivo a quello in cui il sostituto ha ricevuto la comunicazione di liquidazione, in altre parole il risultato del calcolo della dichiarazione dei redditi.

Da ricordare infine la data del 25 ottobre 2021, entro la quale è necessario per i lavoratori inviare l’eventuale dichiarazione dei redditi integrativa in caso di errori.

Rimborsi e conservazione

Abbiamo visto quindi che la data di rimborso, se previsto, arriva direttamente in busta paga a cadenza personalizzata. Nel caso in cui il 730 contenga i dati del sostituto d’imposta, allora il rimborso è accreditato a partire dalla busta paga del mese di luglio. Per i pensionati invece il rimborso va sulla rata della pensione a partire da quella del mese di agosto.

Se il modello 730 invece non contiene i dati del sostituto d’imposta, allora il rimborso è accreditato da parte dell’Agenzia delle Entrate entro fine anno, o all’inizio dell’anno successivo, direttamente sul conto corrente bancario del soggetto dichiarante.

Le dichiarazioni 730 devono essere obbligatoriamente conservate per almeno i 5 anni successivi dall’anno di presentazione (termine stabilito per l’accertamento). Per fare un esempio: la dichiarazione del 730 dell’anno 2018, va conservata fino al 31 dicembre del 2023.

Infine si ricorda che i contribuenti con partita IVA non possono fare dichiarazioni 730 nemmeno se avessero percepito anche un reddito da lavoro dipendente o da pensione. Devono per forza fare il modello REDDITI (ex Modello Unico).

Scadenze Fiscali 2021: tutti gli appuntamenti di quest’anno con il Fisco

Anche quest’anno, come ogni altro anno, gli appuntamenti con il Fisco sono molti. Nonostante l’emergenza Coronavirus abbia fatto emanare diversi decreti e norme che hanno provveduto a posticipare alcune scadenze, molti adempimenti rimangono pur sempre validi. Le agevolazioni del governo per favorire imprenditori, liberi professionisti, aziende, società e possessori di partita IVA, sono stati improntanti a proroghe, esenzioni e/o sospensioni per il pagamento di alcune delle più importanti tasse. Tra queste, ad esempio, ricordiamo: IVA, IRPEF, IRES, IRAP e IMU. Le scadenze fiscali, mese per mese, sono riportate anche sul sito ufficiale di Agenzia delle Entrate (AdE) ed è disponibile a questo link. Nella pagina è disponibile un menù a tendina dal quale è possibile selezionare il mese di interesse per visualizzarne le diverse scadenze. Riepiloghiamo quindi quelle più importanti dell’anno.

Scadenze fiscali mensili

Appuntamenti (quasi) fissi a scadenza mensile, che ricadono, più o meno, intorno alla metà di ogni mese:

  • pagamento imposta IVA per i contribuenti IVA mensili;
  • versamento ritenute e imposta sostitutiva incrementi produttività;
  • versamento ritenute sui bonifici da parte di Banche e Poste.

Dal 2021 l’invio dei dati delle spese sanitarie e veterinarie deve essere fatto tramite il sistema TS mensile entro fine mese in cui le operazioni sono state effettuate. Dati e spese dei rimborsi del 2020 devono poi essere comunicati entro l’8 febbraio.

Scadenze fiscali gennaio 2021

A gennaio troviamo diverse scadenze fiscali a cui bisogna prestare attenzione:

  • 15 gennaio – IVA/Fatturazione differita del mese precedente;
  • 18 gennaio – scade il termine per i sostituti d’imposta per il versamento delle ritenute operate sui canoni o corrispettivi incassati o pagati;
  • 20 gennaio – scadenza per il versamento imposta di bollo del quarto trimestre 2020 sulle fatture elettroniche;
  • 25 gennaio – una scadenza che si riferisce a tutti gli operatori intracomunitari che devono ricordarsi di presentare gli elenchi riepilogativi (INTRASTAT) delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi rese nel mese precedente nei confronti di soggetti UE.

Il 31 gennaio invece raccoglie un’altra serie di scadenze fiscali molto importanti:

  • versamento IVA per acquisti intracomunitari per enti non commerciali ed agricoli;
  • versamento mensile sui premi incassati per le imprese di assicurazione;
  • pagamento canone RAI.

Febbraio 2021

1° febbraio – esterometro per il quarto trimestre 2020 per ogni operazione non documentata da fattura elettronica

16 febbraio

  • INPS / Versamento contributi lavoro dipendente
  • INPS / Versamento contributi collaboratori e lavoratori autonomi
  • INPGI / Denuncia e versamento contributi giornalisti dipendenti
  • TFR / Versamento saldo imposta sostitutiva
  • ENASARCO, pagamento 4° trimestre 2020.

28 febbraio –

  • IMU 2020;
  • termine per aderire al servizio di consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche e dei loro duplicati informatici;
  • FASI, Per aziende industriali: versamento contributi dirigenti
  • INAIL / Richiesta della riduzione del tasso medio di tariffa INAIL per prevenzione

Marzo 2021

1° Marzo – a questa data è stata spostata la scadenza fiscale per i contribuenti che hanno aderito alla Rottamazione ter e al saldo e stralcio, hanno pagato le rate 2019 ma che sono in ritardo con le rate 2020

10 Marzo – Regolarizzazione presentazione tardiva Dichiarazione Redditi 2020

16 Marzo – A questa data sono slittati i pagamenti previsti al 16 dicembre relativi a:

  • ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e soggetti assimilati e delle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale
  • acconto IVA 2020
  • contributi previdenziali e assistenziali

Sempre al 16 marzo scadono i termini per:

  • società di capitali per il versamento della tassa annuale di concessione governativa 2021 per la vidimazione dei libri sociali in misura forfetaria;
  • trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate delle Certificazioni Uniche (scadenza inizialmente prevista per il 7 marzo);
  • trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate dei dati da utilizzare per le dichiarazioni dei redditi precompilate.

17 Marzo – saldo IVA 2019 senza maggiorazione

31 Marzo –

  • quarta rata del saldo e stralcio;
  • versamento annuale del contributo FIRR;
  • dichiarazione all’INPS di eventuali  redditi da lavoro autonomo/impresa percepiti nel 2019 che possano comportare riduzioni dell’indennità NASpI o DIS-COLL;
  • richiesta di indennità di disoccupazione agricola;
  • trasmissione ad INAIL dei dati aggregati sanitari e di rischio dei lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria.

Scadenze Fiscali

Scadenze fiscali Aprile 2021

Aprile è un mese particolarmente ricco di scadenze fiscali.

10 Aprile – scadenza pagamento INPS per i lavoratori domestici;

20 Aprile – versamento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche per il primo trimestre;

25 Aprile – scadenza che si riferisce a tutti gli operatori intracomunitari che devono ricordarsi di presentare gli elenchi riepilogativi (INTRASTAT) delle cessioni di beni e delle prestazioni di servizi rese nel mese precedente nei confronti di soggetti UE.

30 Aprile –

  • versamento secondo o unico acconto IRAP/IRPEF/IRES 2020
  • comunicazione all’Anagrafe Tributaria dei dati relativi all’anno precedente
  • messa a disposizione della dichiarazione dei redditi precompilata;
  • dichiarazione IVA annuale per l’anno 2020;
  • Esterometro primo trimestre 2021

Maggio 2021

20 maggio – versamento primo trimestre 2021 ENASARCO

31 maggio – pagamento imposta di bollo sulle fatture elettroniche  relativo al primo trimestre 2021 (per importi inferiori a 250€ la scadenza è posticipata al 30 settembre 2021).

Giugno 2021

30 giugno – saldo IRPEF + primo acconto pari al 40% de l’importo è superiore a 257,52€

Luglio 2021

10 luglio – versamenti contributi INPS da parte dei datori di lavoro domestico

16 luglio – versamenti contributi INPS da parte dei lavoratori agricoli;

20 luglio – versamento contributi a Fondo CCNL Logistica

31 luglio –

  • scadenza quinta rata per adesione dei contribuenti al “saldo e stralcio” delle cartelle
  • Esterometro, secondo trimestre 2021

Agosto 2021

20 agosto –

  • ENASARCO secondo trimestre
  • Versamento INPS dei contributi artigiani e commercianti fissi

Settembre 2021

30 settembre –

  • scadenza per presentare istanza per il rimborso IVA assolta in un altro Stato membro         in relazione a beni e servizi ivi acquistati o importati, relativi al periodo d’imposta 2020;
  • dichiarazione dei redditi 2020, modello 730
  • pagamento imposte di bollo sulle fatture elettroniche del secondo trimestre (se la somma del bollo del primo e secondo trimestre è inferiore a 250 euro si può pagare entro il 30 novembre 2021).

Ottobre 2021

10 ottobre – versamento INPS da parte dei datori di lavoro domestico;

31 ottobre – ultima data per trasmettere la Certificazione Unica

Novembre 2021

2 novembre – Esterometro terzo trimestre

15 novembre – versamento seconda rata imposta sostitutiva prevista nella misura unica dell’11%, per la rideterminazione dei valori di acquisto delle partecipazioni non negoziate in mercati regolamentati e dei terreni edificabili e con destinazione agricola posseduti alla data del 1°luglio 2020;

20 novembre – ENASARCO terzo trimestre

30 novembre –

  • dichiarazione IRPEF 2020
  • Acconto unico IRPEF 2021 per importi inferiori a 257,52€
  • Comunicazione ad AdE delle spese per adeguamenti ambienti di lavoro
  • Pagamento bollo su fatture elettroniche TERZO TRIMESTRE 2021

 Dicembre 2021

16 dicembre –

  • saldo IMU 2021
  • Versamento acconto imposta sostitutiva del TFR

28 dicembre – acconto IVA

Adempimenti fiscali: nuovo calendario 2020 proroghe e sospensioni

A causa della pandemia molti adempimenti fiscali sono stati sospesi e/o rimandati a nuova data. Nuovi prospettive e scadenze quindi per fattura elettronica, scontrino elettronico, esterometro e lotteria degli scontrini. Gli adempimenti digitali da parte del fisco, hanno subito una battuta d’arresto a causa del blocco causato dall’epidemia di Coronovirus. In particolar modo l’effetto è stato accusato soprattutto per quanto riguarda la fatturazione elettronica, gli scontrini elettronici e la lotteria degli scontrini.

Adempimenti fiscali e fatturazione elettronica

L’Agenzia delle Entrate(AdE) ha posticipato al primo gennaio 2021, con una specifica direttiva, l’avvio sperimentale del nuovo tracciato XML. Inoltre ha comunicato anche la nuova tempistica per aderire al servizio di consultazione delle e-fatture attive e passive, sposate al primo ottobre 2021.
Il Decreto Rilancio inoltre ha rinviato sempre al 2021 la procedura automatizzata di controllo ed eventuale integrazione del bollo dovuto sulle fatture elettroniche, che passano dal Sistema di Interscambio (SdI).

Adempimenti fiscali e scontrino elettronico

Per quanto riguarda invece i corrispettivi telematici, il periodo di moratoria è stato esteso fino al 31 dicembre 2020, senza applicazione di eventuali sanzioni (prima la data era stata fissata per il 30 giugno 2020).

Infine, la lotteria degli scontrini è stata anch’essa posticipata al primo gennaio 2020.

Registri IVA e Vendite

Tutte queste misure hanno decretato di conseguenza lo slittamento dell’elaborazione delle bozze precompilate dei documenti IVA. Questo in particolare per quanto riguarda i registri IVA e vendite, delle liquidazioni periodiche e della dichiarazione precompilata IVA. Di quest’ultima il rilascio è stato addirittura posticipato al 2022.

A causa dell’epidemia da Covid-19 infatti Agenzia delle entrate si trova nell’impossibilità di avere a disposizione tutta una serie di dati e informazioni per produrre in tempo le bozze dei documenti IVA di interesse. A tal proposito ha disposto l’articolo n°142 del decreto legge rilancio n°34 del 19 Maggio 2020.

Adempimenti fiscali

Adempimenti fiscali: sospensione dei tributi

Molto adempimenti tributari sono stati sospesi. L’esterometro, ad esempio, è uno di questi, nonché l’invio delle informazioni relative agli acquisti effettuati da turisti non residenti in contanti.

L’invio dei corrispettivi, memorizzati nel corso del mese precedente dagli esercenti che ancora non hanno un registratore di cassa, è stato sospeso.

Stessa sorte per corrispettivi telematici relativi al secondo semestre 2019. Date coincidente con il termine di presentazione della dichiarazione IVA per l’anno 2019. Non sono quindi previste sanzioni per la loro mancata comunicazione.

Sempre in tema di corrispettivi telematici, la sospensione degli adempimenti fiscali ha riguardato anche:

  • le verifiche periodiche sui registratori telematici
  • i rinnovi e le proroghe di abilitazioni e autorizzazioni in scadenza
  • le autocertificazioni per la loro conformità nonché

Fatturazione elettronica e sospensioni

Nessuna sospensione ha interessato invece la fatturazione elettronica. AdE ha infatti specificato che la certificazione fiscale delle operazioni IVA mediante emissione di fattura elettronica non rientra tra gli adempimenti sospesi. Questo a causa del fatto che l’emissione della fattura elettronica è rimasta sempre obbligatoria, in quanto documenti fiscale destinato alla controparte commerciale.

La fatturazione elettronica al tempo del Covid-19

Il Covid-19 ha cambiato molto le nostre vite. Non solo nell’immediato ma anche guardano al futuro si possono già intravedere delle conseguenze in ogni campo, o settore. Persino quello della fatturazione elettronica ha risentito, più o meno indirettamente, dell’effetto Coronavirus. Sviluppi ed effetti che si possono leggere nel provvedimento del 20 aprile 2020 rilasciato dall’Agenzia delle Entrate.

Provvedimento Agenzia delle Entrate 20 Aprile 2020

Il 20 Aprile 2020 Agenzia delle Entrate ha emanato un nuovo provvedimento per stabilire alcune specifiche tecniche che saranno obbligatorie, in materia di fatturazione elettronica, a partire dal 2021.

Tra le MOTIVAZIONI, del provvedimento viene citato:

“In considerazione dell’attuale situazione emergenziale dovuta alla crisi epidemiologica COVID-19 e recependo anche le istanze degli operatori e delle associazioni di categoria, con il presente provvedimento sono modificati i termini di utilizzo della nuova versione delle specifiche tecniche della fatturazione elettronica approvate con il provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate n. 99922 del 28 febbraio 2020. In particolare, a partire dal 1° ottobre 2020 e fino al 31 dicembre 2020 il Sistema di Interscambio accetterà fatture elettroniche e note di variazione predisposte sia con il nuovo schema allegato a questo provvedimento, sia con lo schema attualmente in
vigore (versione 1.5 approvata con il provvedimento n. 89757 del 30 aprile 2018); dal 1° gennaio 2021 il Sistema di Interscambio accetterà esclusivamente fatture elettroniche e note di variazione predisposte con il nuovo schema approvato con il presente
provvedimento. Nello specifico, nel recepire le istanze degli operatori e delle associazioni di categoria, nella nuova versione (1.6.1) delle specifiche tecniche sono state aggiornate le date di fine validità per taluni codici e modificata la data di entrata in vigore di taluni controlli.” (Il testo completo del’ provvedimento è disponibile a questo link).

Da tutto questo si evince che il termine del 1° ottobre 2020 viene fatto slittare a causa della situazione di emergenza della pandemia. Per arrivare a questa conclusione, Agenzia delle Entrate ha ricevuto molteplici istanze direttamente da parte degli operatori e associazioni di categoria.
Di conseguenza, fino a nuovo anno, resteranno in vigore le specifiche tecniche approvate con il precedente provvedimento del 30 Aprile 2018.

fatturazione elettronica

Le nuove disposizioni

Le nuove disposizioni di trasmissione al Sistema di Interscambio (SdI) della fatturazione elettronica e delle note di variazione, rimane quindi in “still”, fino a nuovo anno. La data del 1° ottobre 2020, slitta a inizio anno nuovo 2021 (si parla del1° Gennaio, ma vedremo come si evolveranno le situazioni in un lasso di tempo relativamente lungo). A quella data diventeranno obbligatorie le specifiche tecniche che l’Agenzia delle Entrate ha approvato con il precedente provvedimento, il n 99922 del 28 Febbraio 2020.
Alla luce di tutto questo, il Sistema di Interscambio, dal 1° ottobre 2020 fino alla fine dell’anno (31 Dicembre 2020), accetterà le fatture elettroniche e le note di variazione predisposte sia con il nuovo che con il vecchio schema.

I riferimenti normativi

Tra i riferimenti normativi riportati nel nuovo provvedimento del 20 Aprile 2020, troviamo:

  • Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate n. 99922 del 28 febbraio
    2020, recante modifiche al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate
    del 30 aprile 2018 come modificato dai Provvedimenti del Direttore dell’Agenzia
    delle entrate del 21 dicembre 2018, del 29 aprile 2019, del 30 maggio 2019, del 30
    ottobre 2019 e del 17 dicembre 2019.
  • Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate n. 1427541 del 17 dicembre
    2019, recante modifiche al provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate
    del 30 aprile 2018 come modificato dai Provvedimenti del Direttore dell’Agenzia
    delle entrate del 21 dicembre 2018, del 29 aprile 2019, del 30 maggio 2019 e del 30
    ottobre 2019;

Nel provvedimento n°1427541 del 17 dicembre, venivano approvate delle modifiche relative a:
“… “Consultazione e acquisizione delle fatture elettroniche o dei loro duplicati informatici nel periodo transitorio” al primo periodo, le parole. “(dal 1° luglio 2019 al 20 dicembre 2019)” sono sostituite dalle parole “(dal 1° luglio 2019 al 29 febbraio 2020)”.

Una situazione incerta anche per la fatturazione elettronica

Stiamo vivendo un periodo di grande incertezza, economica e finanziaria, nella quale si susseguono velocemente provvedimenti e relative rettifiche. Purtroppo nulla è dato per certo e fino a quando la situazione non si sarà chiarita del tutto e per questo potrebbe volerci molto più tempo di quanto si possa immaginare.
Nel frattempo cerchiamo di rimanere costantemente informati sull’argomento fatturazione elettronica, che vede coinvolti direttamente moltissimi contribuenti.